Il fondatore Placuzzi: «Al lavoro con un team di legali, abbiamo prove lampanti di violazione della proprietà intellettuale»
Lo showroom Sicis di Milano
L’azienda ravennate Sicis sfida i cinesi a casa loro. Al tribunale di Pechino pende infatti un ricorso contro un competitor del Sol Levante che, secondo la ditta ravennate specializzata nella realizzazione di mosaici, da anni copierebbe interi cataloghi della sua collezione. La vicenda è raccontata dal Sole 24 Ore. Per Sicis i cinesi avrebbero copiato in modo costante le opere dei maestri mosaicisti ravennati dell’aziende che opera da trent’anni nel settore.
Alla giornalista Ilaria Vesentini del quotidiano economico il fondatore Maurizio Leo Placuzzi ha spiegato di essere a lavoro da oltre un anno insieme ad un team di legali tra New York e Pechino per dimostrare il plagio e di aver raccolto «prove lampanti di violazione della proprietà intellettuale» che sono state presentate lo scorso primo febbraio. La notizia è stata data anche dai media asiatici. Entro luglio dovrebbe essere notificata la citazione a giudizio all’azienda concorrente, con sede nel Guandong.
Il tema della marijuana medica sarà al centro di un paio di incontri nel locale in Darsena: appuntamento il 3 e il 24 maggio
Per approfondire i temi legati alla cannabis ci saranno due incontri al Dock61, programmati per domani – giovedì 3 maggio – alle 20.30 e per il 24 maggio, alla stessa ora. Nel primo incontro si presenterà ill libro a cura Barbara Bonvicini e Viola Tofani, con testi di Leonardo Fiorentini, «la cannabis fa bene alla politica». Dialogo con Leonardo Fiorentini, Direttore di Fuoriluogo.it, Marco Perduca Associazione Luca Coscioni e Alessandra Govoni, dottoressa infettivologa presso l’ospedale di Imola.
Giovedì si parlerà di «Canapa medica, storie di resistenza sanitaria» (Iacobelli editore). Insieme a Fiorentini e Govoni questa volta ci sarà l’autore del libro, Fabrizio Dentini.
I camici bianchi hanno segnalato una situazione di elevata criticità nella gestione del reparto. Il caso finisce anche in Comune
Sedici dirigenti medici dell’unità operativa di Medicina Interna dell’ospedale di Ravenna hanno scritto all’Ausl per sottolineare le criticità della condizioni lavorativa a cui sono sottoposti. Nella lettera si sottolinea il basso numero di personale in servizio, una situazione che viene segnalata ogni anno – secondo quanto scritto – dal 2015 ma le soluzioni non arrivano.
Nel frattempo, però, le «criticità sono peggiorate progressivamente fino a diventare insostenibili». Il documento è alla base di un question time che Alberto Ancarani (FI) e Samantha Tardi (Cambierà) hanno sottoposto al sindaco, chiedendo risposte sui problemi sollevati dai medici. Problemi che si ripercuotono anche sulla salute dei pazienti: «E’ nostra necessità rimarcare il rischio clinico e gestionale elevatissimo correlato alla presenza di un numero di medici notevolmente sottodimensionato rispetto al numero di pazienti a nostro carico», scrivono i dirigenti.
L’organico di Medicina Interna è composto da venti medici, di cui 18 in servizio attivo. Il medico di guardia, uno solo, si trova a gestire fino a 15 ingressi a notte che arrivano dal Pronto Soccorso che si aggiungono ai 120 degenti già presenti, dieci posti letto nel cosiddetto “reparto Polmone”, circa 20 posti nel reparto Post Acuti e «un numero indefinito di appoggi sparsi nell’ospedale», che a gennaio erano arrivati a 64.
Di fronte a questa situazione i medici rivendicano il buon livello di assistenza mantenuto sinora e ricordano che molti giovani colleghi, appena hanno potuto, si sono spostati in altri ospedali del territorio perché «hanno trovato insostenibile il carico di lavoro correlato all’alto rischio clinico». I medici chiedono quindi «collaborazione da parte degli altri reparti ospedalieri» e soprattutto un rafforzamento della pianta organica, anche in vista dell’estate.
L’evento apre l’ottava edizione della Sagra paesana. Numerosi gli eventi collaterali anche a carattere didattico. Si parte il 4 maggio
Sagra Bastia
Venerdì 4 maggio torna a Bastia, la 27esima edizione della Mostra nazionale del bovino di razza romagnola, in programma fino al 6 maggio che apre anche l’ottava edizione della Sagra paesana, in svolgimento fino al 14 maggio. Sabato alle 18.30, è prevista l’inaugurazione dell’evento cui interverrà l’assessore all’Agricoltura Massimo Cameliani.
Ritornerà anche nel 2018 la quarta mostra regionale del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (caitpr), così come il meeting nazionale del cavallo bardigiano con circa 20 esemplari (12/13 maggio). Al concorso morfologico parteciperanno circa 40 cavalli caitpr. Si potranno inoltre ammirare (tutte le sere dal 4 al 14) altri esemplari di animali come pecore, capre, bovini, asini romagnoli, suini di razza mora, pony, zebù , un gruppo di alpaca e animali da cortile. Non mancheranno manifestazioni sportive equestri a cui parteciperanno oltre 40 team, alcuni di fama nazionale come gli Aragona’s di Bartolo Messina e il gruppo dei “La Bardella Maremmana”, così come sono previsti altri momenti ludici come “giri in carrozza” e” il battesimo della sella”.
Come da tradizione ci saranno carrozze con tiri storici di cavalli da tiro pesante rapido e altri cavalli, ma l’aspetto più interessante dal punto di vista storico culturale saranno i tiri da lavoro con attacchi di antichi attrezzi, tiri effettuati da caitpr e buoi romagnoli. Ci sarà inoltre una ricca esposizione di cavalli arabi e da Cisterna arriveranno i butteri con una ventina di cavalli maremmani che effettueranno uno spettacolo legato all’antico lavoro dei butteri .
In programma poi diverse manifestazioni di abilità a cavallo con la partecipazione di team di fama mondiale. I cavalli partecipanti ammonteranno in totale a circa 150. Grande attenzione sarà rivolta, come sempre, ai giovani delle scuole con diversi momenti didattici. Ben 150 studenti dell’Istituto Perdisa di Ravenna saranno coinvolti, mentre gli alunni delle scuole elementari e medie del territorio impareranno i segreti della mungitura e della lavorazione del latte. In tutte le serate sono previsti spettacoli musicali e spettacoli equestri organizzate dai centri ippici e maneggi della zona come la “Fattoria sociale Equilandia”, “La Torre”, ”I cavalieri dei Crinali”, ”Il Borgo”, “Il Raggio di Sole”, “Le Querce”, “Roller Horse” e “i Grilli asd”.
Saranno inoltre presenti oltre 30 espositori del settore e un’ aziende della zona terremotata di Norcia in qualità di ospite. Previste dimostrazioni di aratura in campo utilizzando trattori ed attrezzi antichi predisposti per l’occasione. Alla realizzazione della manifestazione contribuiscono molte attività commerciali della zona e oltre cento volontari. Da segnalare al riguardo l’impegno delle donne di Bastia che, nei mesi scorsi, hanno preparato chili e chili di pasta fatta in casa.
L’ingresso è a offerta libera. L’appuntamento è organizzato dal Comitato feste di Bastia con organo direttivo composto dal presidente Gianfranco Sanulli Gianfranco, il vicepresidente Stefano Balbo e il tesoriere Marco Brighi Marco e con la compartecipazione economica del Comune di Ravenna.
Allerta meteo per criticità idrogeologica, è la numero 60 del 2018 e il livello è “giallo”. Il Comune raccomanda attenzione
Dalla mezzanotte di oggi, mercoledì 2 maggio, alla mezzanotte di domani, giovedì 3, sarà attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 60, per criticità idrogeologica per temporali, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna. L’allerta è gialla. L’allerta completa si può consultare sul portale Allerta meteo Emilia Romagna. Sul portale sono presenti anche molti altri materiali di approfondimento, tra i quali le indicazioni su cosa fare prima, durante e dopo le allerte.
Il Comune raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso, fissare gli oggetti sensibili agli effetti della pioggia e della grandine o suscettibili di essere danneggiati; prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati.
Secondo Elisabetta Biavati, una delle responsabili del gruppo, nella nostra città c’è ancora poca apertura: «Per alcuni non è un farmaco, è una droga»
«Rispetto alle altre zone dell’Emilia Romagna, che è una regione tutto sommato all’avanguardia su questo tema, a Ravenna è più difficile trovare medici che propongono la cannabis terapeutica. C’è ancora poca apertura, per alcuni è considerata una droga e non un farmaco». Elisabetta Biavati è una delle responsabili del comitato pazienti cannabis terapeutica nato ufficialmente come gruppo non riconosciuto nei mesi scorsi nella scia del gruppo Facebook che la stessa bolognese aprì tre anni fa.
«Cerchiamo di aiutare le persone che potrebbero utilizzare questi farmaci ad avere le informazioni utili o i riferimenti per conoscere meglio l’argomento. E da loro raccogliamo le segnalazioni che cerchiamo di portare alle istituzioni quando c’è occasione di avere confronti». Una delle lamentele più consistenti riguarda la scarsa continuità con cui si riescono a reperire i prodotti: «Una volta avviato il piano terapeutico va portato avanti con costanza e invece ci sono dei periodi anche di due-tre mesi in cui le farmacie non hanno disponibilità. Questo succede anche perché le farmacie private spediscono anche altrove e non c’è precedenza per chi è seguito dal sistema sanitario che invece è obbligato a rivolgersi in Emilia-Romagna. Questa è una delle nostre richieste».[pro_ad_display_adzone id=”136445″]
Per chi soffre di patologie idonee al trattamento con farmaci a base di cannabis ma non tra quelle coperte dal sistema sanitario, i costi possono essere anche importanti: «Quando ho iniziato io tre anni fa la materia prima utilizzata dai laboratori galenici costava 38 euro al grammo. Oggi siamo a 9 perché è calmierato dallo Stato. Poi vanno aggiunti gli onorari dei farmacisti che realizzano i prodotti. Il costo per il paziente dipende dal singolo caso. Ci sono persone che arrivano anche a 10 grammi al giorno. Diciamo che in media i casi più fortunati possono cavarsela con 90-120 euro al mese ma c’è chi può arrivare al migliaio di euro».
Biavati ci racconta il percorso di molti pazienti, simile al suo personale, verso queste terapie: «Molti di noi hanno provato gli oppiacei ma poi diventi farmacoresistente e gli effetti collaterali sono importanti. Oppure si arriva alla cannabis perché nulla fa effetto. Addirittura cisono certe neuropatie per cui nessun farmaco tradizionale ottiene risultati e invece la cannabis sì e non c’è una spiegazione scientifica, anche per questo c’è reticenza tra i medici perché mancano le basi scientifiche». Però su una cosa la referente del comitato vuole essere chiara: «Chi usa la cannabis terapeutica non va considerato uno che si fa le canne».
La misura vale per l’abbonamento annuale di trasporto pubblico a favore di categorie sociali disagiate residenti a Ravenna, Cervia e Russi
La giunta comunale, su richiesta dell’assessore ai servizi sociali Valentina Morigi, ha approvato di recente le tariffe agevolate di abbonamento annuale di trasporto per l’anno 2018 a favore di categorie sociali disagiate del distretto dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi, così come previsto dalla normativa e dagli accordi regionali. Tra le categorie rientrano le famiglie numerose con 4 o più figli e Isee fino a 18mila euro, gli anziani con Isee fino a 15mila euro, i disabili adulti e i minori di 18 anni senza limiti reddito, i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale.
Le risorse economiche necessarie provengono dal bilancio comunale e sono integrate dal fondo regionale per la mobilità destinato ai Comuni capofila mentre le modalità di concessione dei contributi sono concordate fra il Comune di Ravenna e Start Romagna.
“Questo atto – spiega l’assessora Morigi – si inserisce tra le azioni promosse dall’amministrazione per andare incontro a chi si trova in difficoltà, cercando di consentire comunque lo svolgimento della vita quotidiana con le sue esigenze di mobilità e spostamento sia per raggiungere la scuola sia per favorire opportunità legate al mondo del lavoro e delle relazioni
Costellazione Manga è un progetto pensato da Daria Dall’Olio ed è stato presentato con successo al più importante congresso internazionale sul tema della comunicazione scientifica dell’astronomia
Si chiama “Costellazione Manga” e ha l’obiettivo di spiegare l’astronomia usando i fumetti e i cartoni animati giapponesi. Il lavoro è guidato da una ravennate, Daria Dall’Olio, che studia astronomia alla Chalmers University of Technology di Göteborg (Svezia). A quarant’anni dal debutto sulla RaiI della serie animata Atlas Ufo Robot – Goldrake in Italia, ha presentato con successo il progetto Costellazione Manga al più importante congresso internazionale sul tema della comunicazione scientifica dell’astronomia – Communicating Astronomy with the Public 2018 -organizzato in Giappone dall’Unione Astronomica Internazionale. Costellazione Manga è un viaggio tra manga, anime ed astronomia, che si basa su un linguaggio comune: quello dei riferimenti culturali di anime e manga per poter comunicare facilmente concetti di astrofisica al pubblico.
Il progetto si basa su un concetto fondamentale: manga e anime rappresentano un linguaggio comune ad almeno due generazioni in Italia e in Europa, che a partire dalla fine degli anni Settanta sono cresciute con gli anime in televisione e anni dopo con i manga disponibili in ogni edicola. Lo stesso può dirsi di molti altri paesi del mondo, per questo secondo l’autrice si tratta di un efficace strumento pedagogico, che può essere impiegato sia verso un pubblico giovane e adolescenziale, sia adulto; grazie alla vastità del materiale disponibile, Costellazione Manga permette di creare un ponte tra più generazioni, in cui i più giovani possono scoprire le storie con cui sono cresciuti i propri genitori (e viceversa) e in cui tutti apprendono, in maniera naturale e divertente, nozioni sull’astronomia e la fisica.
Il progetto, guidato come detto da Dall’Olio, è seguito anche da Piero Ranalli, ricercatore in astronomia, e da Alessandro Montosi, esperto di storia dell’animazione e del fumetto. Il progetto è nato a Ravenna nel 2011, come attività del Planetario di Ravenna, dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta (Arar) e dell’Associazione per gli Scambi Culturali tra Italia e Giappone (Ascig). Negli anni è stato declinato in forma di spettacoli per il planetario, seminari, attività all’aperto e osservazioni notturne del cielo.
Il congresso Communicating Astronomy si è svolto dal 23 al 28 marzo scorsi nella città di Fukuoka con la partecipazione di circa 450 iscritti da 53 paesi, tra ricercatori, divulgatori, insegnanti e giornalisti. Il progetto presentato è stato valutato tra gli interventi di maggiore rilievo e ha fatto parte del ristretto gruppo di 29 seminari tenuti durante la sessione plenaria del congresso, ricevendo i consensi del pubblico in platea e degli esperti di divulgazione presenti. E nei giorni scorsi Costellazione Manga è arrivato anche in Svezia, come parte del programma del Festival della Scienza della città di Göteborg che si è svolto il 21 aprile.
Una signora aveva appena ritirato allo sportello quando un individuo le ha puntato il coltello intimandole di dargli i soldi
Un brutto primo maggio quello vissuto da una signora che, in via Galilei, in mattinata aveva appena ritirato contante al bancomat. La donna è stata rapinata da un uomo che le ha puntato il coltello subito dopo il prelievo. Il rapinatore, con il volto parzialmente travisato, è poi fuggito con la borsa della donna. Nessuna ferita per la signora. Sul posto per le indagini del caso, polizia e carabinieri.
A fuoco una delle installazioni realizzate in banchina nel 2015
È andata a fuoco nel tardo pomeriggio del Primo Maggio, lungo la banchina in darsena di città, a Ravenna, il “faro”, installazione realizzata nel 2015 con i finanziamenti ottenuti grazie al titolo di Capitale Italiana della Cultura, assegnato quell’anno a Ravenna come sorta di premio di consolazione dopo aver perso quello più prestigioso di Capitale europea della Cultura 2019.
Il faro prima dell’incendio in una foto pubblicata su Facebook da Monica Mignardi
Il faro era una delle quattro installazioni di arredo urbano (era dotato anche di una piccola illuminazione) realizzate mediante il riuso temporaneo di materiali nell’ambito di un progetto promosso dall’associazione Naviga in Darsena e ideato da Officina Meme.
L’incendio ha completamente distrutto il “faro”. Sul posto una squadra di vigili del fuoco che ha messo in sicurezza l’area. Indagini sono in corso per capire come e chi possa aver innescato le fiamme.
Con la sua mozione “A repentaglio” presentata insieme a Beatrice Brignone prefigura una guida a due con parità di genere
Dopo la terribile sconfitta elettorale con la sigla Leu, Possibile va a congresso. Pippo Civati, l’ex Pd che ha fondato il piccolo partito che fino al 4 marzo contava 4 parlamentari (tutti eletti nelle file Pd originariamente) e oggi ne conta appena uno, ha infatti consegnato dimissioni irrevocabili e ora a correre per la posizione di segretario nazionale c’è uno di quei quattro parlamentari uscenti e non rieletti: il ravennate Andrea Maestri, di professione avvocato.
«Ho deciso di candidarmi alla segretaria di Possibile insieme a Beatrice Brignone perché voglio bene alla mia comunità politica e voglio contribuire a farla crescere – scrive Maestri – perché è quella che si è spesa con ogni energia su 8 proposte referendarie contro i licenziamenti e demansionamenti illegittimi del jobs act, contro premio di maggioranza e capilista bloccati nella legge elettorale, contro le grandi opere dello “sblocca Italia“ e per le opere piccole e necessarie, contro il potere di chiamata del preside manager nella cosiddetta “Buona scuola“, per la riconversione ecologica dell’economia e contro le trivelle, quella che ha presentato centinaia di concrete proposte di legge e atti di sindacato ispettivo per la riforma del testo unico sull’immigrazione, per la tutela della parità di genere, contro la violenza di genere, per la riforma dell’8 per mille inoptato, per la legalizzazione della cannabis contro le mafie, per politiche abitative pubbliche, contro le povertà, contro la precarietà del lavoro, per il salario minimo garantito, quella che per la sinistra non propone un nuovo partito guidato dalla stessa classe dirigente di sempre ma un coordinamento politico aperto e inclusivo, quella che sui diritti umani parla un linguaggio chiaro, coerente e non compromissorio, quella che si batte in Europa per la democrazia delle sue istituzioni, per la responsabilità fiscale delle multinazionali, per nuove e umane politiche migratorie…».
Per la prima volta appunto la guida, in caso di vittoria, sarebbe a due con parità di genere. La sua mozione si chiama “A repentaglio” e dovrà vedersela con quella del romano David Tozzi ma può contare sull’appoggio del leader uscente. Le votazioni si chiudono l’11 maggio. Anche Beatrice Brignone è parlamentare uscente di Possibile.
Parla il deputato Pd, tra i firmatari del disegno di legge che nella passata legislatura riuscì a dare un quadro più definito per l’uso terapeutico
«La scorsa legislatura non c’erano i numeri per la legalizzazione dell’uso di cannabis a scopo ricreativo. Credo che non ci saranno nemmeno in questa». Alberto Pagani, parlamentare ravennate del Pd, è stato tra i firmatari del disegno di legge che ha portato alla liberalizzazione della cannabis ad uso terapeutico, approvato lo scorso autunno. «Il disegno di legge era partito in un certo modo, con un obiettivo di legalizzazione più ampio rispetto a quello ottenuto alla fine – spiega Pagani – poi ci si è dovuti limitare alla cannabis terapeutica perché mancavano i numeri per l’approvazione».
Nella legislatura appena nata non è detto che il Pd ci riprovi perché – spiega Pagani in sintesi – un conto è presentare questo tipo di percorsi di legge, molto delicati, da una posizione di governo; un altro è provarci stando all’opposizione. Insomma: l’iniziativa legislativa, se tornerà, dovrà arrivare da altri. Magari da quel Movimento 5 Stelle che quando questa legge ottenne il “via libera” definitiva era stato molto critico, accusando i Dem di essere stati poco coraggiosi mentre il centrodestra, dall’altra parte, accusava la maggioranza di aver legalizzato la marijuana in Italia.
«Da quanto mi risulta però – dice Pagani – la legge sta funzionando molto bene. Prima l’utilizzo a scopo terapeutico era consentito ma era in un limbo legislativo, non normato. Quel disegno di legge ha permesso di uscire da questa situazione». Tra le novità introdotte dal Ddl, la possibile individuazione di altre strutture – oltre allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze – per la coltivazione e la trasformazione della cannabis ad uso medico. C’erano anche precisazioni rispetto a quanto si intende per “uso medico”. «Uno dei colleghi che ha seguito la legge mi ha detto recentemente che la produzione non basta e potrebbe essere necessario aumentarla ulteriormente».
Al di là dell’uso medico, Pagani aggiunge anche di essere stato un sostenitore della liberalizzazione a scopo ricreativo ma che, ultimamente, ha un po’ rivisto le sue posizioni anti proibizioniste: «Personalmente ho sempre pensato che la liberalizzazione sia meglio della proibizione. Però ultimamente ho rivisto un po’ questa mia convinzione». La causa che lo ha portato a riflettere non è però legata alla marijuana ma ad un altro delicato settore: «Vedendo l’effetto che fa il gioco d’azzardo sulle persone, ho cominciato a credere che gli individui non siano ancora abbastanza maturi sul tema dell’utilizzo responsabile di certe libertà. Lo stesso lo si nota, ad esempio, anche con l’alcol: in quanti si mettono alla guida dopo aver bevuto? Per questo, rispetto a quando firmai quella legge, ho qualche perplessità in più. Diciamo che sono un anti proibizionista moderato».