venerdì
15 Agosto 2025

Il primo bilancio di Terre Cevico come cooperativa: crescita del 5 percento dal 2023

Fatturato 206 milioni di euro per l’azienda lughese con un utile netto di 1,6 milioni. Il presidente Donati: «In 60 anni il sistema Cevico ha portato grandi risultati»

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L’assemblea di bilancio al Teatro Socjale di Piangipane

L’azienda lughese Terre Cevico presenta il suo primo bilancio dopo il passaggio da consorzio a cooperativa di primo grado con filiera di produzione interna: «Questa prima vendemmia è stata un banco di prova importante, anche di tipo organizzativo, superato nonostante le molte traversie metereologiche» comunicano dalla cooperativa. Con i suoi oltre 960.000 quintali di uva conferita  (anche grazie alla raccolta meccanizzata che rappresenta ormai il 75% del totale) la Cooperativa Terre Cevico si conferma tra i principali player del vino italiani.

Il primo bilancio con le incorporazioni a regime (Le Romagnole, Winex, Romagnole 2, Due Tigli, Rocche Malatestiane, Enoica) evidenzia un fatturato di 206 milioni di euro con un utile netto di 1,6 milioni di euro, plusvalore per soci a 8,2 milioni di euro (il valore originato dalla differenza tra le liquidazioni dei prodotti conferiti e il prezzo di mercato) e patrimonio netto a 79,3 milioni di euro. Oltre al bilancio 2023/2024 è stato presentato per il settimo anno consecutivo anche il Bilancio di sostenibilità.

Il confronto con le annate precedenti registra quindi un fatturato consolidato in crescita del + 5% rispetto all’esercizio precedente. Un dato che sale addirittura in doppia cifra nell’ultimo triennio, con una crescita del + 51% rispetto all’esercizio 2020/2021 (136 milioni) anche in funzione delle acquisizioni realizzate.

Per quanto riguarda il settore del confezionato a crescere è soprattutto il mercato italiano che sale a quota 83,7 milioni di euro registrando un +3% sull’anno precedente (81,2 milioni). L’export oggi ha un’incidenza del 46% sui ricavi di prodotto confezionato del gruppo. La Cooperativa di Lugo oggi opera, anche tramite le sue controllate, su 90 nazioni con leadership in alcune aree come, Giappone, Svezia, Stati Uniti, Cina, Ucraina e negli ultimi sette anni ha visto una forte crescita dell’export passato dai 42,9 milioni dell’esercizio 2017/18 ai 71 milioni di oggi (+65%).
I primi tre mercati esteri di imbottigliato vedono al primo posto il Regno Unito (9,5 milioni di Euro), il Giappone (7,7 milioni di Euro) e la Svezia (6,5 milioni di Euro). Il canale Italia cresce in valore il mercato nella Grande distribuzione con 54,7 milioni di euro (+3,4%) e nel canale Horeca che vale 19 milioni di euro (+7,8%).

«Il sistema Cevico in 60 anni ha realizzato importanti risultati per i soci ma per continuare su questa strada è necessario gestire la crescita con efficienza produttiva ed organizzativa. Sarebbe un grave errore destinare ulteriori risorse solo per tamponare le inefficienze senza affrontare le necessarie innovazioni organizzative, societarie e tecnologiche – commenta Franco Donati, presidente Terre Cevico -. Fuori nessuno ci fa sconti e tutta la cooperazione agricola che guarda al futuro deve orientarsi al mercato senza indugi, senza lasciare indietro nessuno ma assumendosi anche la responsabilità di scelte inderogabili per rendere possibile la convivenza tra i principi cooperativi e l’essere vera impresa. La riorganizzazione di Terre Cevico va in questa direzione ed i numeri di questo bilancio e del budget 2025 ne sono la dimostrazione concreta». Sui risultati della cooperativa, è intervenuto anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi: «Complimenti a Terre Cevico per gli importanti risultati che testimoniano la capacità della cooperazione di rispondere alle difficili e complesse sfide che stiamo vivendo: dai cambiamenti climatici, all’aumento dei costi, ai mutamenti nei consumi. Siamo la Regione che in Italia esporta più vino e cibo per 10 miliardi di euro, grazie alla qualità delle sue produzioni, l’organizzazione, la sicurezza alimentare e la propria forza identitaria nel mondo. Come Regione vogliamo accompagnare il percorso di crescita di Cevico, mettendo in campo importanti progetti di sostegno al settore».

Proseguono gli interventi per la messa in sicurezza idraulica di Glorie

L’operazione, dal valore di 700 mila euro, riguarderà la rete fognaria nell’area residenziale tra viale II giugno e Traversa delle Sabbione

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Proseguono i lavori per la messa in sicurezza idraulica dell’area abitata di Glorie, che prevedono il rifacimento delle fognature nella Traversa delle Sabbione, in viale II Giugno e nelle zone limitrofe. L’intervento, dal costo è di 700mila euro completamente finanziato con fondi ministeriali e consentirà di migliorare sensibilmente lo smaltimento delle acque piovane riducendo il rischio di allagamenti in caso di precipitazioni intense.

Le principali operazioni consistono nell’aumento dei diametri delle tubazioni e nella risoluzione della criticità dovuta alla presenza di un tratto di fognatura in salita, che non permette a oggi un corretto deflusso delle acque. Questi lavori fanno seguito a un primo intervento di rifacimento della fognatura bianca in altre zone della frazione, eseguito da Hera nel corso del 2022.

«Continua il percorso di risoluzione delle criticità presenti nel territorio – dichiara l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Ravagli – riguardanti l’adeguamento della rete fognaria alle nuove condizioni climatiche. Dopo aver messo in sicurezza la parte sud est di Bagnacavallo grazie alla realizzazione della vasca di laminazione del Redino è ora il turno della frazione di Glorie. Con questo intervento infatti è nostro obiettivo andare a migliorare l’efficienza della rete scolante della frazione. Parallelamente sta proseguendo lo studio delle opere da realizzare per intervenire in altre aree del territorio comunale, oggetto di frequenti allagamenti.»

“Via vai” sospetto in appartamento: arrestato spacciatore a Lido Adriano

Nell’appartamento dell’uomo sono stati rinvenuti oltre 8 etti di cocaina, in parte già suddivisa in dosi e pronta per lo smercio

Polizia Cocaina

A seguito di alcuni controlli effettuati per verificare le ragioni di un via vai costante e sospetto nei pressi di un appartamento di Lido Adriano, la Polizia ha fatto irruzione nel pomeriggio di ieri (martedì 10 dicembre) nell’abitazione monitorata, rinvenendo durante la perquisizione 8,5 etti di cocaina (in parte già suddivisa in dosi) pronta per lo smercio, denaro contante e altro materiale necessario per lo spaccio, tra cui alcuni bilancini di precisione.

L’appartamento, abitato da un cittadino straniero, stato identificato dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Ravenna come una vera e propria base operativa per le cessioni di droga. L’inquilino è stato dunque arrestato e si trova ora in carcere in attesa dell’udienza di convalida.

Un abbonamento annuale a Palazzo Milzetti per scoprire tutte le iniziative del museo

La card, pensata anche come idea regalo nel periodo festivo, darà accesso a una serie di iniziative speciali, come concerti, visite guidate e conferenze

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Un abbonamento annuale a Palazzo Milzetti per scoprire tutte le iniziative del Museo Nazionale dell’Età Neoclassica in Romagna: “Carta Milzetti” è la nuova proposta della galleria faentina che, con un costo di 10 euro (4 euro per gli under 25), consente visite illimitate al palazzo e l’accesso esclusivo a un calendario di eventi tra spettacoli, conferenze, concerti, visite guidate e presentazioni dedicato unicamente ai tesserati, che saranno avvisati mensilmente della programmazione tramite una mailing list.

«Con la Carta Milzetti abbiamo pensato a come rendere il museo sempre più aperto, soprattutto nei confronti delle comunità di prossimità, facendo in modo che possano tornare e ritornare a visitarlo, vivendolo sempre in maniera diversa – commenta Elena Rossoni, direttrice del museo –. Un museo attivo, dove la bellezza del palazzo neoclassico si coniuga con la cultura intesa come esperienza in divenire, grazie anche alla possibilità di scoprire ogni volta nuovi dettagli attraverso le parole, la musica, la danza sino ai giochi per i più piccoli».

La Carta Milzetti, pensata anche come idea regaloin vista del periodo festivo, è acquistabile presso la biglietteria del museo nei seguenti orari di apertura: da lunedì a sabato dalle 9 alle 18.30 e la domenica dalle  13.30 alle 18.30 (la biglietteria chiude sempre alle 17.45).

Inaugurati dieci nuovi macchinari di ultima generazione all’ospedale di Ravenna

L’acquisto e l’installazione delle nuove apparecchiature ha richiesto un investimento di 3 milioni e 950 mila euro, sostenuto interamente con i fondi del Pnrr

Grandi passi avanti per l’adeguamento tecnologico dell’ospedale di Ravenna, che grazie agli investimenti del Pnrr conta ore 10 nuove apparecchiature di ultima generazione, nello specifico un tomografo computerizzato (TC), una risonanza magnetica nucleare, quattro apparecchiature digitali rx-polifunzionali, e quattro Mammografi con Tomosintesi per il Servizio di Prevenzione Oncologica: due in uso all’ospedale di Ravenna, uno all’ospedale di Lugo e uno all’ospedale di Faenza.

«L’investimento ci ha permesso di colmare il gap tecnologico che ci separava da altri poli del territorio – commenta Maria Teresa Minguzzi, direttrice Uo radiologia Ravenna e Cervia -. La comunità ravennate è molto affezionata all’ospedale, dove svolge la maggior parte dei controlli. Un’apparecchiatura tecnologica e all’avanguardia ci permetterà di offrire un servizio sempre migliore».

L’investimento sostenuto per l’ammodernamento delle apparecchiature biomediche (tra costo dei macchinari e lavori di installazione) ammonta a circa 3 milioni e 950 mila euro, e anche i locali sono stati interessanti da interventi di ristrutturazione: attualmente all’interno dell’ospedale sono aperti 7 cantieri per il rinnovo e l’ampliamento degli ambienti.

Tra i nuovi macchinari installati, alcuni sono già in funzione, come il nuovo tomografo computerizzato a 256 strati (modello Philips Brilliance iCT256) dotato di un sistema avanzato che consente di ottenere eccellenti immagini ad elevata risoluzione garantendo una significativa riduzione della dose di radiazioni erogata al paziente, particolarmente utile nel caso di follow-up oncologici e controlli ravvinati. Questo è reso possibile grazie all’utilizzo di nuovi algoritmi iterativi (Tecnologia Philips IMR) che trovano specifica applicazione in ambito onco-ematologico e angio-cardiologico. Il valore del tomografo e i lavori di installazione e adeguamento dei locali raggiungono in totale i 925.639 mila euro. 

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Vi è poi la nuova Risonanza Magnetica 1,5 Tesla, un’apparecchiatura di ultima generazione che sostituisce quella attualmente in uso nella Radiologia dell’ospedale di Ravenna, dotata di tecnologia avanzata ad alta risoluzione e senza elio (quindi più sostenibile), con sequenze veloci e bobine dedicate. Il nuovo macchinario consente una riduzione dei tempi di acquisizione degli esami garantendo una qualità accurata. «Abbiamo selezionato questo apparecchio in un’ottica di umanizzazione del percorso ospedaliero – spiega Minguzzi -. i pazienti che si sottopongono a esami di secondo livello sono per lo più fragili, e una tecnologia all’avanguardia in grado di ridurre i tempi di esame in un ambiente curato e rassicurante possono fare la differenza sull’impatto psicologico del paziente». In questo caso, l’importo complessivo è di otre 1 milione e 471 mila euro. Due su quattro le apparecchiature mammografiche di ultima generazione lasciate in dotazione all’ospedale di Ravenna, tutte dotate del modulo di Tomosintesi (una metodica avanzata di mammografia che consente la visualizzazione volumetrica del seno, superando il problema della sovrapposizione dei tessuti presente nella mammografia 2D). I mammografi di Faenza e Lugo sono dotati anche del modulo di stereotassi (già presente su un mammografo a Ravenna), utilizzato in caso di sospetto di lesioni tumorali, per eseguire procedure bioptiche su piccoli campioni di tessuto mediante una piccola incisione nella parte indicata.
Inoltre, il mammografo di Lugo è dotato anche del modulo Cem (Mammografia con Mezzo di Contrasto), che combina la mammografia tradizionale con la somministrazione endovenosa di mezzo di contrasto iodato utilizzando la tecnica dual-energy. Ciò consente di ottenere una migliore visualizzazione dei vasi che possono essere indice di malignità di una lesione e informazioni analoghe alla RM. L’importo totale per l’acquisto e installazione dei quattro macchinari è di 661.345 euro. Infine sono stati installati quattro apparecchi polifunzionali digitali diretti. Sono innovativi sistemi di radiologia digitale diretta per l’esecuzione di esami radiografici, dotati di movimentazione e allineamenti automatici e precisi. Queste macchine permettono la limitazione dell’assunzione della dose radiante. L’investimento in questo campo è stato di 890.000 euro.

L’installazione di queste nuove apparecchiature rientra in un più ampio programma di investimenti tecnologici di oltre 16milioni di euro finanziato dal Pnnr e in corso da marzo 2023. Il rinnovo tecnologico dell’Ausl Romagna prevede l’installazione di 33 nuove apparecchiature per la diagnostica di precisione, in tutti gli ambiti ed in tutti i presidi ospedalieri romagnoli, nell’ambito di Ravenna (Faenza e Lugo), Forlì, Cesena e Rimini (Cattolica e Santarcangelo), in sostituzione di apparecchiature obsolete di cui è stata programmata la dismissione. «I fondi del Pnrr hanno offerto una grande opportunità, ma comportano anche una grande responsabilità – commenta Paolo Tarlazzi, direttore Po Ravenna -. sulla trasparenza degli investimenti, in primo luogo, e sulla massimizzazione dei risultati. Possiamo ritenerci soddisfatti del nostro percorso».

 

Giovanni Paglia e Manuela Rontini i due ravennati nella giunta De Pascale

L’ex parlamentare nominato assessore a lavoro, politiche giovanili e politiche abitative; la faentina è sottosegretaria alla presidenza con delega alla ricostruzione post-alluvione

Rontini Paglia

Sono due i politici della provincia di Ravenna che sono entrati a far parte della giunta regionale guidata da Michele De Pascale. Si tratta di Giovanni Paglia e Manuela Rontini. Lo ha comunicato il neo presidente della Regione Emilia-Romagna, che oggi alle 12.15 ha tenuto una conferenza stampa a Bologna per presentare la sua giunta.

Il ravennate Giovanni Paglia è stato nominato assessore regionale a lavoro, politiche giovanili e politiche abitative; mentre la faentina Manuela Rontini è la sottosegretaria alla presidenza.

Classe 1977, Paglia è stato parlamentare alla Camera dei deputati dal 2013 al 2018. Attualmente è vicesegretario nazionale di Sinistra Italiana. In precedenza ha ricoperto i ruoli di consigliere comunale a Ravenna, sotto l’amministrazione di Vidmer Mercatali (1997-2002); di segretario provinciale di Ravenna per Rifondazione Comunista (2006-2009) e di segretario regionale per Sinistra ecologia libertà in Emilia-Romagna (2010-2013).

Rontini, nata nel 1978 a Faenza, è consigliera regionale in Emilia-Romagna dal 2014. Come sottosegretaria si occuperà di alcune deleghe che De Pascale ha deciso di tenere per sé, ovvero contrasto al dissesto idrogeologico, difesa del suolo e della costa, protezione civile e ricostruzione post-alluvione. «Sono i temi che sento di più», ha detto il neo governatore in conferenza stampa. «Sia io che Rontini proveniamo da due territori molto colpiti dalle alluvioni. Tenere queste deleghe alla presidenza è un messaggio chiaro: su questo tema ci metterò la faccia in prima persona, con l’aiuto di Manuela».

In tutto sono undici gli assessori nominati da De Pascale, di cui cinque uomini e sei donne. Vicepresidente sarà Vincenzo Colla, con deleghe a sviluppo economico, green economy, energia, università e ricerca. Alle politiche per la salute va Massimo Fabi, direttore dell’azienda ospedaliero universitaria di Parma; mentre ai trasporti e infrastrutture va Irene Priolo, la presidente facente funzioni uscente, in precedenza assessora all’ambiente, difesa del suolo e della costa e protezione civile. Priolò manterrà anche la delega all’ambiente.

La sindaca di Bertinoro Gessica Allegni sarà la nuova assessora alla cultura e ai parchi, mentre Davide Baruffi, ex sottosegretario alla presidenza, si occuperà di programmazione strategica e attuazione del programma, programmazione fondi europei, bilancio, patrimonio, personale, montagna e aree interne. La delega al turismo, commercio e sport è andata a Roberta Frisoni, attuale assessora comunale a Rimini. Al welfare, scuola, infanzia e terzo settore arriva la bolognese Isabella Conti, all’agenda digitale e legalità la reggiana Elena Mazzoni del Movimento 5 Stelle. Infine, confermato Alessio Mammi all’agricoltura, caccia e pesca.

Cat Power canta Bob Dylan al Ravenna Festival, aprono le prevendite

La cantautrice statunitense reinterpreterà l’epico concerto che segnò il passaggio da acustico a elettrico

Cat Power Press Photo

Per l’edizione 2025 del Ravenna Festival, in programma la prossima estate, è già arrivata un’anticipazione di peso. Il 26 giugno 2025, al Teatro Alighieri, Cat Power riattraverserà l’epocale concerto della Royal Albert Hall di Bob Dylan del 1966. La cantautrice statunitense porterà questo suo nuovo tour “Cat Power Sings Dylan” in tutta Europa e fra le tappe c’è anche il capoluogo bizantino.

Il concerto sarà in prevendita esclusiva a partire da venerdì 13 dicembre sul circuito Ticketone (45 euro per posti in platea e palchi I, II e III ordine, 30 euro per palchi IV ordine, loggione e galleria).

Per gli appassionati di musica, il concerto di Dylan che sarà reinterpretato da Cat Power è un evento storico. In quell’occasione, infatti, il cantautore passò da acustico a elettrico a metà esibizione, scatenando le ire dei puristi del folk e modificando la traiettoria del rock ‘n’ roll. Peraltro, fu un bootleg erroneamente etichettato a guadagnare la denominazione “concerto della Royal Albert Hall”. Infatti, quell’esibizione di Dylan in realtà si tenne alla Manchester Free Trade Hall.

«Sapevo che, rappresentando una performance che ha cambiato per sempre il panorama del rock ‘n’ roll, dovevo affrontarla con grande serietà», sottolinea Cat Power. «Anche se “serietà” sembra una parola limitante per descrivere la profondità della mia immersione in essa. Una canzone cambia quando qualcun altro la interpreta, che si stiano sforzando di rimanere fedeli alla versione originale o meno. Avevo e ho ancora un profondo rispetto per l’uomo che ha creato così tante canzoni che hanno contribuito a sviluppare il pensiero consapevole in milioni di persone, plasmando il modo in cui vedono il mondo».

Autorità portuale, Pigna-Lega: “Nuovo presidente sia ravennate”

L’appello dei due gruppi di opposizione al ministro delle infrastrutture

Autorita Portuale

La Pigna e la Lega chiedono che il nuovo presidente dell’Autorità portuale sia ravennate. I due gruppi consiliari di opposizione hanno affidato l’appello a una nota congiunta, diramata in seguito alle indiscrezioni sui candidati emersi sulla stampa locale. Il mandato dell’attuale presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, Daniele Rossi, è in scadenza e il Ministero delle infrastrutture dovrà scegliere il suo sostituto entro la fine dell’anno.

«In un momento così delicato per l’economia, una volta di più, richiamiamo il disposto dell’ articolo 8 della legge 84/94 (legge portuale) sui requisiti di nomina del presidente, che deve avere “una comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale” e, aggiungiamo noi, anche di tipo manageriale», affermano Veronica Verlicchi, capogruppo La Pigna, e Gianfilippo Rolando, capogruppo della Lega in consiglio comunale. «Il fatto poi di poter contare su un nuovo presidente di Ravenna e in possesso dei requisiti di legge, permetterebbe di gestire al meglio il nostro porto e, avendone già profonda conoscenza, di integrare la portualità con la città di Ravenna e col territorio comunale, provinciale e regionale».

Concludono Verlicchi e Rolando: «I gruppi consiliari La Pigna e Lega Salvini Premier chiedono pertanto al ministro delle infrastrutture e al presidente della Regione Emilia-Romagna di scegliere d’intesa tra loro il nuovo presidente della Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale, avendo come unico obiettivo quello di individuare una figura che soddisfi pienamente i requisiti previsti dalla legge, che abbia una solida esperienza manageriale in ambito portuale e che sia preferibilmente ravennate».

Mutui, in provincia di Ravenna richieste sotto la media regionale

Secondo Facile.it, l’importo medio ammonta a 131 mila euro

Mutui

Nei primi dieci mesi del 2024, l’importo medio richiesto per un mutuo in provincia di Ravenna è stato pari a 131.176 euro. Si tratta di una delle medie più basse della regione. Lo segnala l’osservatorio di Facile.it.

Analizzando le richieste di mutuo raccolte in Emilia-Romagna da gennaio a ottobre 2024, Bologna è la provincia emiliano-romagnola con l’importo medio più alto (148.046 euro), seguita da Rimini (145.733 euro) e Forlì-Cesena (137.869 euro). Continuando a scorrere la graduatoria si posizionano le province di Modena (134.089 euro), Ravenna (131.176 euro), Parma (130.141 euro) e Reggio Emilia (127.950 euro). Chiudono la graduatoria regionale le province di Piacenza (117.102 euro) e Ferrara (111.205 euro). La media regionale ammonta a 135.887 euro (+5% rispetto al 2023), quella nazionale a 133.923 euro.

Nel periodo analizzato, la richiesta di finanziamenti è aumentata del 21% rispetto allo stesso periodo del 2023. Torna a crescere anche il peso percentuale delle richieste di surroga, passate dal 19% del 2023 al 28% del 2024.

Limitando l’analisi alle sole richieste di mutui per l’acquisto della prima casa, emerge che l’importo medio richiesto in Emilia-Romagna nei primi dieci mesi del 2024 è stato pari a 140.317 euro, in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In lieve crescita anche il valore medio dell’immobile, che ha raggiunto i 189.703 euro (+3%). Rimangono sostanzialmente stabili l’età media del richiedente (37 anni) e la durata del piano di ammortamento (26 anni e mezzo).

Quando l’orrore diventa normalità, il “ruvido umano” di Mariangela Gualtieri

Al teatro comunale di Russi la poetessa darà vita alla sua ultima raccolta: «Voglio porre l’accento sull’incapacità di indignarci». La nostra intervista

Mariangela Gualtieri Rosso ©MelinaMulas
Mariangela Gualtieri (foto di Melina Mulas)

Poesia di presenza, pronunciata per l’ascolto. È questo il rito sonoro di Mariangela Gualtieri, poeta e drammaturga che consegna al pubblico i suoi versi, facendoli vivere attraverso la voce, il corpo, la musica. Una forma intermedia fra lettura e spettacolo, dove si uniscono i due amori di Gualtieri, la poesia e il teatro, mondi continuamente in dialogo. Con Naturale sconosciuto l’artista darà vita, sul palco del teatro comunale di Russi (13 dicembre, ore 20.45), alle parole della sua ultima raccolta poetica, Ruvido umano (Einaudi 2024).

Le radici dell’esperienza teatrale di Gualtieri, dopo gli studi in architettura allo Iuav di Venezia, sono da ricercarsi all’interno del Collettivo Valdoca, gruppo cesenate che negli anni ’70 fonde teatro e musica, antenato del Teatro Valdoca, fondato nel 1983 da Gualtieri stessa e dal regista Cesare Ronconi, suo compagno artistico e di vita. Lo spettacolo d’esordio, Lo spazio della quiete (1983), intersecando teatro e danza, mostra già la fusione dei diversi linguaggi artistici come tratto distintivo della compagnia. La ricerca di Gualtieri e Ronconi si arricchisce grazie all’incontro con alcuni dei grandi maestri del teatro novecentesco come Kantor, Grotowski e Carmelo Bene. È l’incontro con un poeta, tuttavia, a segnare una svolta nel percorso personale di Gualtieri. Nel 1985 Milo De Angelis e la Valdoca inaugurano una Scuola di Poesia. Fortini, Luzi, Loi, Rosselli, Merini sono solo alcuni degli ospiti protagonisti di quelli che saranno incontri decisivi per l’artista.

Con la poesia Mariangela scopre una nuova vocazione, che dal palco la porta verso la scrittura di versi, da attrice a drammaturga della compagnia Valdoca. Per la scena, inizia scrivendo lo spettacolo in tre atti Antenata (1991-93), che dà nome anche alla sua prima raccolta poetica, edita e pubblicata da Crocetti nel 1992. Fuoco centrale e altre poesie per il teatro (2003) è una rosa selezionata di versi scritti per il teatro che sancisce l’inizio delle pubblicazioni per Einaudi, ma è con la raccolta Bestia di gioia (2010) che Gualtieri firma il suo maggiore successo poetico e l’inizio delle sperimentazioni con i riti sonori. Bello mondo (2015), Nostalgia delle cose impossibili (2018) e Il quotidiano innamoramento (2020) portano in scena un ritrovato legame fra verso scritto e oralità, sapientemente guidato dalle luci di Cesare Ronconi, che curerà anche il prossimo rito sonoro ravennate.

Delle origini della scrittura di Gualtieri e della sua ultima pubblicazione parliamo direttamente con la poeta.

Mariangela Gualtieri Alta © Melina Mulas
foto di Melina Mulas

Oltre a scrivere poesie, lei si occupa di drammaturgia. Quali sono le consonanze e le differenze fra questi due tipi di scrittura? Hanno una fonte d’ispirazione comune?

«Nel caso della drammaturgia, la mia scrittura è sempre stata ispirata dalla scrittura registica di Cesare Ronconi. Credo di avere scritto i miei versi più riusciti proprio in teatro, e grazie a quel modo particolare di lavoro con gli interpreti messo a punto da Ronconi. Al di fuori di lì c’è la miriade di esperienze e incontri che il vivere ci propone ogni giorno e che, quando siamo con le antenne ben attive, possono far nascere in noi la parola poetica».

La sua poesia è legata alla magia fonica che investe il verso quando viene pronunciato di fronte a un pubblico. Ritiene che il “rito sonoro” aggiunga valore ai versi e che l’ascolto di altre persone cambi quello che lei scrive?

«Non lo cambia ma, quando tutto va come deve, sicuramente si potenzia. In pandemia credo che quasi tutti abbiano fatto esperienza della poca energia che veniva da lezioni o incontri fatti on line. La presenza, e tanto più l’essere in tanti attenti su un identico punto, aggiunge vitalità ai presenti e alle varie espressioni che qualcuno propone».

Nelle prime poesie della sua ultima raccolta, Ruvido umano, emerge il ritratto di un mondo malato, che sembra essersi discostato dal corso naturale delle cose, un mondo in cui i figli muoiono, dove non c’è più spazio per il tempo ma solo per la morte. Lei stessa usa la parola “normalità”: cosa si può intendere con essa e come ritornarvi?

«Penso che la normalità non esista. L’eccellenza dovrebbe essere la normalità. In quella poesia uso questo vocabolo per indicare una certa assuefazione ai quotidiani bollettini di morte dei notiziari. Voglio porre l’accento sull’incapacità di indignarci di fronte all’orrore e così l’orrore pare a volte divenire la “normalità”. Con la conseguente caduta della pietà, della compassionevolezza, della fratellanza, tutti sentimenti a cui ci si educa».

Nella poesia L’animale che siamo parla di come gli uomini posseggano un animale interiore, che lei identifica nel dolore. Come riuscire ad accoglierlo? Come addomesticare il nostro animale interiore senza averne paura?

«Non è di un animale interiore che parlo, di qualcosa che si aggiunge a noi, ma di noi umane e umani come animali. Noi siamo animali, ben strani animali. E dunque qualcosa in noi avverte il pericolo di specie. Abbiamo antenne un po’ assopite ma qualcosa nel profondo sente e ragiona in termini di specie, come fanno tutti gli altri animali. Noi ne siamo piuttosto inconsapevoli e, nel nostro antropocentrismo, non pensiamo certo di essere come gli altri animali».

I figli e gli animali emergono nelle sue poesie come presenze luminose che aiutano a ricentrare il cammino, a porre domande. In che modo potremmo definire gli animali e i bambini dei maestri per noi umani?

«Bambini e animali ci sono maestri nel loro semplice accogliere la vita, maestri di gioia, chi ha un cucciolo in casa lo sa. Maestri di attenzione e di pienezza. E di tanto altro».

A Cervia una giornata dedicata al benessere delle “donne che curano”

Il workshop a ingresso gratuito è dedicato a madri, infermiere, caregiver, dottoresse, volontarie e assistenti famigliari

caregiver

A Cervia una giornata dedicata alle donne “che si prendono cura degli altri”: mamme, caregiver, operatrici sociali, insegnanti, volontarie, infermiere, dottoresse e assistenti familiari sono invitate sabato 14 dicembre (dalle 9 alle 16) nella Sala Malva Nord di Via dei Papaveri 43 per il workshop “La Giornata di vita per chi ha cura: risorse e speranze per attraversare il tempo della fragilità”, organizzato dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Cervia in collaborazione con il Servizio SeiDonna, nell’ambito del progetto “Al lavoro in-formate” finanziato dalla Regione.

La giornata rappresenta un’occasione per rallentare, ricaricarsi e riscoprire il significato del prendersi cura non solo degli altri, ma anche di sé stessé. Grazie al laboratorio condotto dalle formatrici esperte Giulia Albano e Lucia Fabbri le partecipanti esploreranno strategie per affrontare il tempo della fragilità con maggiore consapevolezza, resilienza e auto-efficacia. La partecipazione è gratuita e aperta a tutte le interessate. Per iscriversi o ottenere ulteriori informazioni, è possibile inviare una mail a seidonna@comunecervia.it o chiamare il numero 0544.979266.

 

«L’iniziativa vuole dare un segnale forte: chi si dedica alla cura degli altri non deve sentirsi sola. È fondamentale riconoscere il valore del loro impegno e accompagnarle verso il benessere, offrendo loro strumenti e momenti di condivisione per ripartire con nuova energia” – ha dichiarato Michela Brunelli, Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Cervia -. Con questo progetto vogliamo sottolineare che il prendersi cura è un atto collettivo, non solo individuale. È una responsabilità che come comunità dobbiamo condividere per costruire una rete di supporto più forte e più umana».

 

I calciatori del Ravenna visitano i pazienti pediatrici al Santa Maria delle Croci

Gli sportivi hanno portato doni ai giovani ricoverati

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Ieri mattina, 10 dicembre, una delegazione di calciatori del Ravenna FC ha visitato il reparto di pediatria dell’ospedale di Ravenna Santa Maria delle Croci, portando doni e un momento di gioia ai bambini ricoverati. Gli sportivi sono stati ricevuti dal primario del reparto, il dott. Federico Marchetti.

«Per il Ravenna FC, essere un punto di riferimento per il territorio significa non solo cercare di eccellere sul piano sportivo, ma anche impegnarsi attivamente nel sociale, sostenendo iniziative che possano regalare conforto e speranza», commenta la società sportiva. «Questa visita, pur essendo solo un piccolo gesto, rappresenta un segno tangibile della volontà del club di alleviare, anche solo per un momento, le difficoltà vissute dai piccoli pazienti e di offrire loro un sorriso in un periodo complesso».

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