Un mese di lezioni gratuite, 32 posti disponibili, le assunzioni saranno a tempo pieno e determinato da marzo a agosto per la compilazione dei modelli 730
Il Centro per l’impiego di Ravenna organizza un corso gratuito di formazione per la campagna fiscale 2025 nei centri autorizzati di assistenza fiscale (Caaf) della Cgil di Ravenna e di tutta la provincia. Nel corso c’è posto per 32 partecipanti, di cui 15-20 saranno poi assunti per la compilazione dei modelli 730/2025 con contratti a tempo pieno e determinato da fine marzo ad inizio agosto nei Caaf di Ravenna, Cervia, Faenza, Lugo, Alfonsine, con possibilità di prelazione per le campagne fiscali degli anni successivi.
Il corso avrà la durata di un mese circa con lezioni in presenza a Ravenna e rilascerà un attestato di frequenza. Ogni argomento verrà trattato da un punto di vista teorico, seguito da numerosi esempi pratici, con particolare attenzione alle procedure di invio telematico dei dati. Verranno analizzati e compilati insieme ai docenti professionisti del settore tutti i principali moduli fiscali. Per candidarsi occorre avere un diploma di maturità quinquennale ed essere automuniti, ma non sono richieste competenze inerenti né ci sono limiti di età. Occorre anche avere dimestichezza con il computer e buone capacità dialettiche e di relazione interpersonale, trattandosi di un ruolo a contatto col pubblico.
Per il 27 novembre alle 14.30 è in programma un incontro – in presenza e online – al Centro per l’impiego di via Teodorico. Partecipando sarà possibile accedere alle fasi di selezione; verranno inoltre illustrati gli step previsti, l’articolazione del corso e la proposta di lavoro. Occorre prima registrarsi online a questo link, specificando se si intenda partecipare in presenza oppure online.
Domenica 24 novembre la manifestazione davanti a Palazzo Merlato
Gli alluvionati del comune di Ravenna manifesteranno in piazza del Popolo per chiedere l’adozione di un piano di emergenza sulla sicurezza del territorio. L’iniziativa, inizialmente convocata per il 16 novembre, si terrà la prossima domenica 24 alle ore 10 ed è organizzata dal Comitato alluvionati Ravenna. Si tratta della prima manifestazione di tutti gli alluvionati del territorio comunale ravennate.
«Pretendiamo la sicurezza del territorio e delle nostre case», recita la locandina. «Pretendiamo un piano di emergenza. Non possiamo vivere sulla casualità delle rotture dei fiumi. Basta ai continui rimpalli tra le istituzioni. Vogliamo risposte chiare e tempi certi».
L’iniziativa è organizzata dai comitati locali degli alluvionati di Fornace Zarattini, Serraglio, Sant’Antonio, Villanova di Ravenna, Ghibullo e Longana, Borgo Sisa, San Pietro in Vincoli, Nuovo Roncalceci, San Pietro Trento e Coccolia, San Marco, Traversara. Non saranno ammesse bandiere politiche e di partiti.
Appuntamento domenica 24 novembre con stand gastronomici, mercatini ed eventi
Domenica 24 novembre torna a Brisighella la storica Sagra dell’ulivo e dell’olio. L’evento, giunto alla 65^ edizione, si terrà dalle 9 alle 20 in tutto il centro storico del paese, che sarà animato dalle bancarelle di prodotti tipici e da vari eventi.
Lo stand gastronomico sarà aperto dalle 11 alle 20 in piazzetta IV Novembre, vicino al Parco Ugonia, e offrirà le specialità romagnole dedicate alla sagra. In piazza Marconi sarà invece possibile trovare le “Tende dei tartufi” allestite dalle aziende agricole locali.
Tra gli appuntamenti, da segnalare alle ore 10, davanti alla Pro Loco, il raduno per la passeggiata guidata tra gli ulivi. All’arrivo sarà offerta una degustazione. Durante tutta la giornata ci saranno inoltre animazione e musica con i Tamburi medioevali e la Banda del passatore di Brisighella, che proporrà i tradizionali sciucaren. Ancora, in piazza Carducci sono in programma i giochi medioevali da tavolo con laboratori per bambini e famiglie; mentre alle 16, nella Chiesa dell’osservanza, il coro To Be Choir di Ravenna presenterà il suo repertorio di brani tradizionali gospel e spiritual.
Infine, alle ore 17 nel teatro-giardino del Circolo G. Borsi si terrà la presentazione del libro “Nero di inchiostro” di Paolo Campana. Dialogano sull’autore Francesco Donati e Guido Mondini. Ultimo appuntamento alle ore 18 nel foyer del Teatro Pedrini, dove si esibiranno i canterini romagnoli Pratella Martuzzi di Ravenna.
Durante tutta la giornata sarà attivo il trenino panoramico e resteranno aperti i musei Rocca e Torre dell’orologio (con orario continuato dalle 10 alle 16.30) e Ugonia (dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 17).
L’imposta sarà calcolata in base all’effettiva produzione di indifferenziata
Nel comune di Ravenna entra in vigore la tariffa puntuale sui rifiuti. La nuova imposta sostituisce la Tari e sarà attiva a partire dal 1° gennaio 2025. È quanto emerge dalla nota integrativa del bilancio di previsione del Comune. Anche a Ravenna, come già deciso a Cervia nei giorni scorsi, si inizierà dunque a calcolare la tassa sui rifiuti in base all’effettiva produzione di indifferenziata, e non più solo sulla superficie domestica e sul numero di componenti del nucleo familiare, come avviene invece oggi con la Tari.
«A partire dal 1° gennaio 2025 il Comune intende dare avvio alla tariffa puntuale, avente natura corrispettiva, in luogo della Tari», si legge nella nota integrativa del Comune di Ravenna al bilancio preventivo 2025-2027. «La tariffa puntuale è un sistema per la gestione dei rifiuti che consente di introdurre una tariffa calcolata in parte in base alla reale produzione di rifiuto conferito dall’utente, e quindi orientata a una maggiore equità, che responsabilizza i cittadini e permette di raggiungere risultati ambientali importanti in termini di raccolta differenziata e di riduzione dei rifiuti».
La modalità di applicazione della tariffa puntuale corrispettiva sarà disciplinata da un apposito regolamento di prossima emanazione. L’imposta sarà applicata e riscossa da Hera, in quanto soggetto affidatario del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Contro la nuova tariffa puntuale è intervenuta Confartigianato Ravenna, che lamenta i rincari per le imprese e le famiglie. «Le nuove tariffe sui rifiuti per il 2024 mostrano aumenti generalizzati nei 18 comuni della provincia di Ravenna, con un impatto significativo su famiglie e imprese», afferma l’associazione. «L’osservatorio di Confartigianato ha rilevato rincari particolarmente incisivi: parrucchieri (+4,53%), autofficine (+6,22%), attività artigianali di produzione di beni (+8,05%) e ristoranti (+5,99%). Tra i comuni, Cervia registra l’incremento più elevato, con punte del 10,76%. Confartigianato esprime forte preoccupazione per il crescente carico economico che rischia di gravare sulle imprese».
Prosegue la nota: «Dal 2025, Ravenna e Cervia saranno i primi comuni della provincia ad adottare la tariffa corrispettiva puntuale, che calcolerà i costi sulla base della produzione effettiva di rifiuti indifferenziati. Questo sistema verrà progressivamente esteso agli altri comuni entro il 2026. Nonostante il Comune di Ravenna abbia reso pubblica l’introduzione della nuova tariffa già lo scorso aprile, e Cervia ne abbia già deliberato l’introduzione, non sono stati ancora organizzati tavoli di confronto con le categorie produttive e con le comunità per analizzare e comprendere l’impatto reale di questa nuova misura». Confartigianato sottolinea «la necessità di una concertazione attenta con tutti gli attori coinvolti» con l’obiettivo di «sviluppare un sistema di gestione dei rifiuti che sia realmente virtuoso, in grado di rimettere ordine alle criticità degli ultimi anni e promuovendo il riciclo per premiare chi si impegna a ridurre il proprio impatto ambientale, anche attraverso l’introduzione di sgravi economici mirati».
Sul tema della Tari è intervenuto anche il consigliere comunale Renato Esposito, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione al sindaco: «I problemi legati al pagamento della Tari sono ormai universalmente noti a tutti i ravennati tutti. Dalle chilometriche file agli sportelli per il pagamento agli errori nei bollettini, oggi rileviamo con stupore anche il ritardo nell’esazione spostata di un mese a causa del ritardo dell’inoltro dei relativi bollettini di pagamento. Senza considerare poi l’impossibilità di contattare la società stessa per richiedere un qualsiasi chiarimento».
Fine anni ’70. Pablo è un giovane uomo brillante e promettente: intelligente, ricco, con una carriera davanti a sé e un futuro luminoso. A soli 23 anni, la sua vita cambia radicalmente quando, dopo la morte improvvisa del padre, si trasferisce con la madre a Bologna.
Qui, per una coincidenza del destino, la sua abitazione si trova a pochi passi dall’ippodromo. Una sera decide di scommettere cento lire con gli amici. Quella scommessa, apparentemente innocente, lo trasforma e inizia un viaggio senza ritorno di 36 anni, fatto di vizi, debiti e dipendenze.
Questa la trama di “Il cavallo vincente”, l’audio documentario dello scrittore ravennate (e collaboratore della nostra testata) Matteo Cavezzali, realizzato con Gianni Gozzoli (podcaster attivo da 30 anni nel settore) per Tre Soldi, che andrà in onda in due puntate sabato 23 e domenica 24 novembre su Rai Radio3, sempre alle 13.
La storia è vera, brutale e senza filtri, ma con un lieto fine. Ripercorsa attraverso il racconto intimo e toccante degli autori, vuole portarci a riflettere sul potere distruttivo del gioco d’azzardo e sulle debolezze dell’animo umano.
«Abbiamo scelto di raccontare questa storia quasi come un monologo continuo dell’intervistato perchè abbiamo sentito il bisogno di fermarci, di fare un passo indietro. Un ritorno alla semplicità, a quel momento in cui la voce dell’autore si mette da parte per lasciare spazio alla storia – commentano Cavezzali e Gozzoli -. Perché alla fine, non è l’autore che importa. Non dovrebbe mai esserlo. È la storia. E la storia ha bisogno di respirare, di vivere da sola, senza essere sovrastata da chi la racconta. E quando ascolti qualcuno senza altre voci a distrarti, succede una magia. Le sue parole, che appartengono a un altro, iniziano a diventare le tue. Non c’è il volto, non c’è l’espressione, solo la voce. E quella voce, quel suono, diventa tutto. Ti ritrovi a costruire un’immagine intorno a quelle parole, a riempire il vuoto con una visione che è solo tua. E in quel momento, quelle parole entrano dentro di te. Non restano fuori, distanti. Diventano parte di te, come un eco che risuona nel tuo cervello, senza che tu possa evitarlo».
Tra i più soddisfatti dei risultati il sindaco manfredo che dovrà affrontare la campagna elettorale per il termine del primo mandato dopo due alluvioni. Se la vedrà con Bertozzi di Fratelli d’Italia?
Massimo Isola
Alessandro Barattoni
Il mantra per cui ogni elezione è una storia a sé, e le elezioni amministrative più di ogni altra, è uno degli assiomi della politica. E tuttavia è impossibile non vedere segnali in questa tornata che possono riguardare il prossimo appuntamento elettorale.
Come ormai noto da tempo, la candidatura del sindaco di Ravenna a presidente della Regione comporterà la fine del suo mandato a Palazzo Merlato in anticipo di due anni e la città andrà al voto nel 2025, probabilmente insieme a Faenza, dove invece il sindaco Massimo Isola è in naturale scadenza del suo primo mandato e a gennaio si saprà la data in cui andranno al voto i comuni che votarono nell’autunno 2020 per il Covid.
In ogni caso, tra chi può gioire di più del risultato delle Regionali c’è proprio lui, Isola. Faenza è stata uno dei territori più colpiti dall’alluvione del maggio ‘23 e anche del settembre ‘24, il rischio di un voto “di protesta” delle popolazioni colpite, un po’ come a Traversara, era dunque più alto che altrove. E invece Faenza ha registrato un’affluenza più alta della media regionale (uno dei pochi comuni in cui si è superato il 50 percento) e un consenso al Pd addirittura superiore a quello del resto della provincia. Evidentemente la narrazione del centrodestra che ha tentato di scaricare le responsabilità del disastro sulla mala gestione del territorio non ha fatto breccia, mentre sono stati apprezzati il coraggio e l’intraprendenza di Isola, che pochi mesi fa ha scritto al presidente della Repubblica. Nella missiva Isola dichiarava che il Comune manfredo era pronto a “fare da solo” di fronte all’inerzia della burocrazia che allungava i tempi per i lavori di messa in sicurezza e prendeva l’impegno a risarcire chi era stato più volte alluvionato attingendo dalle casse comunali, visto che i ristori al 100 percento annunciati da Meloni nel ‘23 non si erano visti. E sicuramente i mancati risarcimenti e uno Stato percepito distante devono aver fatto il resto.
Faenza conferma così un proprio rappresentante in assemblea regionale del Pd (mentre perde quello di centrodestra) e si prepara alle amministrative con i dem più forti che mai.
Fratelli d’Italia potrebbe aver trovato il suo candidato sindaco nella città manfreda: Stefano Bertozzi ha fatto il pieno di preferenze alle Regionali, ma è rimasto escluso. La grande questione potrebbe riguardare la Lega dove non da oggi esistono attriti importanti, basti dire che il consigliere regionale uscente Andrea Liverani non ha fatto campagna elettorale. Ma se il centrodestra vorrà vincere dovrà lavorare sodo, in modo compatto e, si direbbe, non sperare troppo in un aiuto dall’alto o da Roma.
Ed è poi la stessa “ricetta” che vale probabilmente anche nel capoluogo, dove Alessandro Barattoni può essere quanto mai soddisfatto. In quanto segretario provinciale del partito, certo, che a parte Brisighella non ha mai perso un Comune nemmeno nei tempi più grami per il Pd, ma soprattutto in quanto candidato sindaco di una coalizione che politicamente sarà di fatto una riproduzione di quella che ha vinto le Regionali e che già governa la città. Dentro tutti fino ad Avs che qui ha numeri non particolarmente lusinghieri, per non parlare dei Cinque Stelle, qualche civico, i riformisti che qui, grazie all’apporto dei Repubblicani, raggiungono la soglia di sbarramento e soprattutto un Pd fortissimo. C’è da scommettere poi sulla ormai tradizionale lista civica del candidato e qualche lista di “giovani”. Si potrebbe già quasi immaginare la composizione politica della prossima giunta.
E l’opposizione? Già sta discutendo se sia meglio un candidato civico o politico, e c’è da chiedersi se davvero riuscirà a marciare compatta, a scegliere un nome di alto profilo, a proporre soprattutto un’idea di Ravenna alternativa a quella attuale senza limitarsi a battaglie importanti sì, ma non di ampio respiro, come possono essere quelle sui pini o le buche nella strade o gli uffici comunali colabrodo.
Dalla loro potrebbero giocare i troppi ritardi sui lavori pubblici o il costo della vita assurdamente alto, temi tuttavia da maneggiare con cura. C’è poi naturalmente il tema dell’ambiente, dalla cementificazione al rigassificatore, ma i Verdi e i 5 Stelle stanno con il Pd e l’anima ambientalista della città, ammesso che esista, è da tempo sopita. Ragione per cui il Pd, a differenza di dieci anni fa, non ha nemmeno troppo da temere da una lista indipendente alla sua sinistra come Ravenna in Comune, che pure ha annunciato l’intenzione di presentarsi alla corsa. La verità è che, a oggi, è perfino difficile immaginare un ballottaggio. Ma siamo a novembre, mancano molti mesi e, in ogni caso, comunque la si pensi, è auspicabile che invece si apra una campagna elettorale intensa, piena di contenuti e di sfide e di confronti (leali) dal risultato non scontato come appare oggi.
Appuntamento sabato 23 novembre ai Giardini Speyer per la partenza del corteo, a cui è invitata tutta la cittadinanza
Torna il corteo tra le vie del centro per contrastare la violenza: l’appuntamento con “Uomini in scarpe rosse contro la violenza sulle donne” è sabato 23 novembre, nel contesto della rassegna di eventi promossa dal Comune di Ravenna dedicata alla giornata internazionale contro la violenza di genere del 25 novembre.
Il ritrovo è per le 10 alla sede di CittAttiva (ingresso giardini Speyer), e la partenza è prevista alle 10.30. Durante il percorso sono previste due soste nelle quali saranno letti alcuni testi: la prima in via Padre Genocchi e la seconda in via Mazzini 57. Alle 11.30 è previsto invece l’arrivo in piazza del Popolo, dove avrà luogo una performance a cura di Spazio a teatro e un intervento di un rappresentante dell’amministrazione comunale. L’evento si concluderà a mezzogiorno.
La rete delle associazioni lancia una chiamata pubblica per raccogliereuomini a partecipare al corteo cittadino indossando scarperosse. Tutta la cittadinanza è comunque invitata alla camminata: aderiranno oltre 200 studenti delle scuole secondarie, studenti universitari, forze dell’ordine.
«Si tratta di un’occasione importante – dichiara l’assessora alle Politiche e cultura di genere Federica Moschini – per riflettere e sensibilizzare, soprattutto gli uomini, su un tema di grande attualità come quello della violenza sulle donne. Con iniziative come questa, come amministrazione, vogliamo continuare e tenere alta l’attenzione e ribadire il nostro impegno per costruire una società basata sul rispetto e sull’uguaglianza. La manifestazione è comunque aperta a tutti e desidera essere un momento condiviso e di testimonianza concreta della comunità ravennate».
Il tribunale rivede la decisione sul podista e consigliere comunale di Faenza: riconosciuta la buona fede, sospensione ridotta
Il caso del podista Alessio Grillini, consigliere comunale a Faenza con l’opposizione dopo essere uscito da Italia Viva, si è concluso senza accuse di doping intenzionale.
Grillini era stato sospeso dopo un controllo antidoping al termine dell’ultramaratona “100 Km del Passatore” (Firenze-Faenza) di maggio 2024, dove si era classificato ventesimo. Il ricorso presentato dallo sportivo ha portato il tribunale sportivo a e riconoscere la buona fede dell’atleta e ritenere che si sia trattato di una negligenza senza intenzionalità ad alterare la prestazione sportiva.
La positività era al Betametasone, una sostanza ammessa se comunicata con adeguata documentazione medica. Questo ha determinato una sanzione che si è tradotta in tre mesi di sospensione, ai quali sono da aggiungere i tre già passati dal giorno della 100 Km. La sanzione non è per doping, ma per non aver trasmesso all’organo competente i certificati in cui si attestava di avere effettuato una terapia per disturbi pregressi alla gara (infiltrazione intra-articolare). Il diretto interessato dice di essere stato tratto in errore essendo cambiata da poco la normativa.
Il locale che nell’ultimo anno aveva fatto parlare di sé sui social per l’abbondanza delle porzioni e la modestia dei prezzi passa il testimone al ristoratore di lunga data Servidei: «Non ci saranno modifiche nella formula»
Chiude la Locanda Garibaldi, il ristorante di via Via Romea nord che nel suo anno di attività aveva conquistato il cuore di molti ravennati grazie alle porzioni abbondanti e ai prezzi più che competitivi, spesso condivisi anche nei gruppi social. A ereditarne il testimone, il ristoratore Roberto Servidei, amico dei vecchi gestori e imprenditore di lunga data nel campo, con 40 anni di esperienza e 14 ristoranti gestiti nel ravennate (tra cui La Pritona di Lido Adriano e Acqua Salata al villaggio Anic e, circa vent’anni fa, anche lo stesso locale di via Romea nord 262, al tempo Il campo dei miracoli).
La “famosa” grigliata del contadino a 8 euro
Il nuovo locale cambia il nome in Trattoria Conte Guiccioli e inaugurerà domani, venerdì 22 novembre, con una serata cena e karaoke. «L’offerta resterà pressoché invariata dalla precedente – rassicura Servidei – i piatti saranno quelli della tradizione romagnola, con pochissime modifiche rispetto alla proposta della passata gestione, e la formula resterà alla carta, senza il “menù fisso” che caratterizza molti locali simili a questo. Anche i prezzi saranno sulla stessa linea di quelli proposti dalla Locanda Garibaldi, più che popolari, con un rialzo minimo ma necessario».
L’unica sostanziale differenza con la vecchia gestione per ora sembra essere, oltre a qualche modifica e miglioria agli arredi interni del locale, l’avvicinamento a un tipo di clientela diversa dal target principale dei lavoratori, con le aperture serali di venerdì (con karaoke) e sabato e quella di domenica a pranzo.
Nel locale sarà impegnato uno staff di circa 14 persone, ancora da completare con l’aggiunta di un cameriere di sala e un aiuto cuoco.
È la quinta volta nella storia – ma l’ultima vittoria risaliva al 2013 – che le azzurre della racchetta fanno loro il prestigioso trofeo, fino al 2019 denominato Fed Cup e poi ribattezzato in omaggio alla campionessa Usa, che ha premiato una entusiasta e commossa squadra italiana, composta, oltre che da Errani e Paolini, dalla riminese Lucia Bronzetti, da Elisabetta Cocciaretto e da Martina Trevisan.
La tennista di Massa Lombarda è stata grande protagonista in semifinale, conquistando il punto decisivo nel doppio, sempre in coppia con Paolini, mentre in finale non ce n’è stato bisogno grazie alle vittorie in entrambi i singolari e il secco 2-0 con cui l’Italia ha battuto la Slovacchia.
«Se posso aiutare la squadra, anche un minimo, per me è fantastico – ha commentato Errani al termine -. È stata una grande settimana, mi sono goduta ogni momento. Ringrazio Tathiana (l’allenatrice capitana Garbin, ndr) per avermi coinvolta di nuovo in questo gruppo di cui sono davvero molto orgogliosa. È stato un anno incredibile, abbiamo vinto l’oro olimpico e questo titolo, è bellissimo: per me giocare per l’Italia è sempre speciale».
L’ex calciatore del “Milan degli invincibili” a Faenza per presentare il suo libro e le sue ricette per il settore giovanile: «Dobbiamo insegnare ai ragazzi a essere proattivi…»
Difensore centrale di “culto” della serie A degli anni ottanta e novanta, con il Milan in tredici stagioni ha vinto tra le altre cose cinque scudetti e tre Coppe dei Campioni. Filippo Galli sarà l’ospite di eccezione dell’incontro conviviale di oggi, giovedì 21 novembre, del Milan Club Faenza (dalle 19.30 nella sede del Rione Verde di via Cavour 37) durante il quale presenterà il suo libro Il mio calcio eretico. Dai trionfi con il Milan al lavoro con i giovani (Piemme). Al termine della carriera da calciatore, infatti, Galli ne ha intrapresa una altrettanto importante nel settore giovanile, prima da allenatore e poi da responsabile (tra Milan, Figc e l’ultima parentesi nel Parma), diventando una piccola autorità in Italia tra gli addetti ai lavori (ne parla anche sul suo blog).
Filippo, cosa intende per “eretico”? «Per il titolo del libro ho scelto una parola un po’ roboante per far capire che il calcio ha bisogno di competenze sempre nuove. Purtroppo in questo mondo si crede che basti aver giocato per poi poter insegnare calcio. E invece tra molti addetti ai lavori c’è davvero troppa ignoranza, manca la voglia di abbracciare qualcosa di nuovo. Bisogna aggiornarsi sempre, attraverso letture, facendo formazione, sperimentando».
Qual è la sua ricetta per far crescere il settore giovanile? «Il nostro approccio – mio e del mio staff – è di tipo psico-sociale, si basa su studi comportamentali. Bisogna saper osservare i ragazzi; ognuno ha un canale di apprendimento suo e l’allenatore deve trasformarsi in un facilitatore, in grado di inserirli nella complessità di questo gioco».
C’è chi dice che c’è troppa tattica, nei settori giovanili… «Per noi va allenato tutto insieme: la tattica e la tecnica, che deve essere funzionale allo spazio e al tempo. Dobbiamo allenare i ragazzi a prendere una scelta. Al momento invece, purtroppo, anche nel calcio giovanile si preferisce lavorare molto in palestra, sulla strutturazione, sull’atletismo».
Una scelta che porta poi le squadre prof ad avere in rosa quasi tutti giocatori nati nei primi mesi dell’anno… «Questo è un grosso problema. Si tende a selezionare giocatori più pronti e quelli nati nei primi mesi spesso hanno di fatto un anno in più, sia dal punto di vista strutturale che cognitivo. Il problema è che si guarda troppo alla prestazione, gli osservatori in primis. È una conseguenza del “risultatismo” esasperato. Non voglio dire che noi non vogliamo vincere, ma bisogna ricercare il risultato attraverso un calcio formativo. Di possesso, di dominio, coraggioso. E non per un esercizio di stile. Sappiamo che la percentuale dei ragazzi che “arriva” è bassissima, ma se noi li mettiamo in condizione di apprendere nella maniera giusta, se li abituiamo a prendere delle scelte, alla responsabilità, dal punto di vista pedagogico trasmetteremo loro qualcosa di importante, comunque vada. Dobbiamo insegnare loro a essere proattivi, non solo reattivi, e questo può essere utile anche nella vita».
Qualche soddisfazione personale, da allenatore o responsabile di settore giovanile? «Per quanto riguarda i giocatori, potrei citare tra gli altri Donnarumma, Locatelli, Calabria, Gabbia, Pobega, Daniel Maldini, ma magari sarebbero arrivati comunque, non vorrei prendermi il merito. Quello di cui invece sono orgoglioso è di aver portato, nel Milan in particolare, un nuovo approccio metodologico, direi scientifico, l’aver creato nuove professionalità, essere riuscito a far crescere il capitale umano. Al Milan gli allenatori e lo staff hanno imparato a lavorare in team, a confrontarsi, a relazionarsi; abbiamo portato “azienda” nel settore giovanile, a partire dalla formazione continua, con riunioni con 70 persone, che non si erano mai viste».
Inutile chiederle come è cambiato il calcio rispetto ai suoi tempi. «Già: c’è più atletismo. Semplificando, forse, una volta se non avevi la tecnica non arrivavi a certi livelli, oggi puoi arrivarci lo stesso. È un calcio più veloce, gli atleti hanno più strumenti e mezzi per sfruttare dal punto di vista atletico tutto il loro potenziale. Fuori dal campo, invece, c’è molta più pressione, penso ai social, alle aspettative di famiglie e tifosi».
Qual è stato il suo particolare pregio, da calciatore? «Probabilmente mi ha aiutato non avere alcun tipo di pressioni, non ho mai pensato che avrei fatto come lavoro il calciatore e sono arrivato al Milan tardi, a 17 anni. Poi mi riconosco una grande qualità, quella di non aver mai mollato nonostante gli infortuni. Ho affrontato sette operazioni grosse ma ho sempre pensato di poter tornare il giocatore che ero e credo che anche questo sia un aspetto del talento».
Qual è il momento che ricorda con più emozione della sua carriera? «Naturalmente la finale di Coppa dei Campioni vinta contro il Barcellona nel 1994, anche perché ero titolare (Costacurta e Baresi erano squalificati, ndr) e se non avessimo vinto probabilmente nessuno si sarebbe ricordato delle altre 200 e rotte presenze con il Milan (ride, ndr). E poi ricordo con emozione anche la finale vinta cinque anni prima contro lo Steaua Bucarest, lo stadio (il Camp Nou di Barcellona, ndr) era impressionante, la gente sembrava riuscisse a muoverlo».
Quali sono i compagni più forti con cui ha giocato? «Direi senza dubbio Van Basten. E poi Baresi e Maldini. Ci siamo anche rivisti da poco…».
E gli avversari? «Ho giocato in un periodo in cui tutti i migliori erano in serie A, come la Premier League oggi, quindi è facile citare i più grandi: Maradona, Platini, Zico… Ma l’avversario che mi metteva più in difficoltà forse è un nome meno conosciuto: Casagrande (ex centravanti del Torino, ndr), aveva una grande protezione di palla».
Quale allenatore ricorda con più piacere? «Ognuno mi ha dato qualcosa. Ma devo citare Arrigo Sacchi, per l’innovazione che ha portato dal punto di vista tattico»
Nei vari Comuni attive convenzioni da diverse centinaia di migliaia di euro per la gestione
La provincia di Ravenna non teme paragoni in ambito teatrale, sia per quanto riguarda la produzione, che per l’offerta di stagioni che nel giro di pochi chilometri riescono a portare sui palchi di teatri storici il meglio della prosa e del contemporaneo, della danza e della lirica, del comico e del teatro ragazzi. Ne parliamo tutte le settimane nella sezione Cultura del nostro settimanale R&D (e in maniera “definitiva” nell’annuario delle stagioni della provincia, Palcoscenico, la cui ultima edizione è appena uscita), qui proviamo invece a fornire una panoramica per non addetti ai lavori, riuscendo forse a rendere concreta l’importanza del comparto teatrale nel tessuto culturale (ed economico) del nostro territorio. A partire dal numero di spettatori, circa 70mila nell’ultima stagione, sommando i dati dei vari comuni qui di seguito. Sono ben sette quelli che possono vantare una tradizione di stagioni teatrali, che quest’anno si riducono però a cinque a causa dell’indisponibilità dei teatri di Lugo e Conselice causa alluvione del 2023. Ma andiamo con ordine, partendo dal capoluogo.
RAVENNA. A curare la programmazione più corposa è Ravenna Teatro, Centro di Produzione Teatrale fondato nel 1991 dall’unione delle compagnie Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale. “La stagione dei teatri”, come è stata ribattezzata da alcuni anni, comprende sia appuntamenti legati alla tradizione che affondi nel contemporaneo. Dopo alcuni appuntamenti di prologo, la stagione parte il 22 e 23 novembre con un nome noto del piccolo schermo, Geppi Cucciari, che porta in scena un monologo di Mattia Torre. Oltre venti gli appuntamenti tra Alighieri e Rasi, entrambi recentemente rinnovati: l’Alighieri è diventato il primo teatro di tradizione alimentato dal sole per il 25% del suo consumo energetico grazie al fotovoltaico sul tetto, con un intervento di efficientemente energetico di 900mila euro (in gran parte dal Pnrr) terminato lo scorso gennaio; il Rasi ha riaperto dopo un’importante riqualificazione nel 2022.
A questa stagione si affiancano i titoli di lirica e danza a cura di Ravenna Manifestazioni – la fondazione che ha in gestione l’Alighieri e si occupa tra le altre cose della realizzazione del Ravenna Festival – e un mini cartellone di teatro comico, affidato ad Accademia Perduta. A completare il programma ravennate gli spettacoli all’Almagià (è in corso la rassegna Fèsta della cooperativa E) e quelli al Socjale di Piangipane, promossi sempre da Ravenna Teatro, che con la supervisione di Drammatico Vegetale allestisce anche una rassegna per ragazzi tra Socjale e Rasi. Sempre per famiglie è la storica “Le arti della marionetta” dell’Almagià, a cura del Teatro del Drago.
Il Comune di Ravenna complessivamente investe tramite lo strumento delle convenzioni circa 156mila euro a favore dei soggetti del settore (tra questi anche la compagnia di Beppe Aurilia, che presenta una stagione tra Alighieri e Rasi con gli esiti dei laboratori che tiene in particolare nelle scuole) mentre ammonta a circa 2 milioni di euro all’anno il corrispettivo del Comune per la gestione dei teatri e la direzione delle stagioni, circa 423mila a Ravenna Teatro e il resto a Ravenna Manifestazioni (anche come finanziamento per Ravenna Festival).
Per quanto riguarda gli spettatori, ci viene fornito il dato delle rassegne organizzate da Ravenna Teatro: per dare un’idea, compresi gli spettacoli rivolti alle scuole, alle famiglie, le puntate di “Storie di Ravenna” e i titoli al Socjale di Piangipane – nel periodo compreso tra ottobre ‘23 e giugno ’24 il numero di presenze totali alla Stagione dei teatri ha superato quota 20mila (a cui bisogna aggiungerne circa 11mila tra danza-opera e Trilogia d’autunno del Ravenna Festival 2023). Gli abbonamenti alla stagione di Ravenna Teatro prima della pandemia si erano attestati su quota 2mila, dato che ha avuto un crollo di oltre il 40 percento dopo il Covid, ma che ora è tornato a crescere in maniera vertiginosa: «La stagione che andiamo ad inaugurare – ci dicono da Ravenna Teatro – sta infatti raggiungendo gli stessi numeri pre Covid. Un dato sicuramente da segnalare è che quest’anno ci sono stati molti nuovi abbonati rispetto a quelli considerati storici e si tratta prin- cipalmente di donne».
FAENZA. Il secondo comune per abitanti della provincia ha una tradizione teatrale importante, con l’ultima stagione al Masini che si è chiusa con quasi 21.000 spettatori e ben 2.050 abbonamenti sottoscritti (contro i 1.946 della stagione precedente) a fronte di 65 aperture di sipario per 46 spettacoli. In questo caso a gestire la stagione (che comprende, a differenza di quella di Ravenna Teatro, per evitare paragoni, anche il comico e la danza) è dal 1994 Accademia Perduta/Romagna Teatri, tramite un bando che prevede anche la produzione di nuovi spettacoli a fronte di un corrispettivo da parte del Comune di circa 1,5 milioni di euro complessivi per quattro stagioni (la scadenza è nel 2026). L’Amministrazione ha avviato anche una innovativa formula di coprogettazione con il Teatro Due Mondi per la gestione della piccola Casa del Teatro di via Oberdan, dove è partita da pochi giorni una stagione “alternativa” a quella del Masini, con cui in alcuni casi si incrocia. Il Comune di Faenza sostiene anche l’associazionismo in ambito teatrale attraverso convenzioni per un totale di circa 11.000 euro all’anno.
La stagione di prosa 2024/25 del Masini è già stata inaugurata lo scorso 4 novembre con un riallestimento di Trappola per topi di Agatha Christie e ha registrato un aumento di abbonamenti, qualche decina, arrivando quasi a 1.100 tessere. Devono ancora partire invece le altre rassegne (per cui è ancora aperta la campagna abbonamenti), in particolare contemporaneo, comico e danza, per un totale di 55 eventi tra spettacoli e incontri con gli artisti negli spazi del ridotto.
BAGNACAVALLO. C’è sempre Accademia Perduta (con una convenzione da 120mila euro all’anno) alla “guida” di un altro dei teatri più affascinanti della provincia, il Goldoni di Bagnacavallo, recentemente toccato da diversi interventi di recupero agli arredi e al sipario storico, di riqualificazione energetica, e che nel 2019 ha presentato il recupero del ridotto. Qui la stagione è già iniziata ed è pertanto terminata la possibilità di abbonarsi. «Abbiamo confermato i numeri della passata stagione – ci dicono da Accademia Perduta -, cioè 462 abbonati: nella prima serata 225 su 229; nella seconda serata 237 su 233». Un dettaglio tra prima e seconda serata che al Goldoni è diventato una prassi grazie al Covid: «Ai tempi del distanziamento obbligatorio le serate di rappresentazione sono diventate due (prima era una sola) e quando è cessato il contingentamento abbiamo mantenuto le due serate per permettere a tutti di confermare il loro abbonamento. Pertanto la richiesta e la partecipazione di pubblico non hanno subito flessioni nel post pandemia, anzi…».
L’anno scorso al Goldoni si sono registrati complessivamente 10mila spettatori, 1.300 in più rispetto all’anno precedente.
CERVIA. Per forza di cose più ridotta la proposta di Cervia, terzo (e ultimo) teatro, intitolato a Walter Chiari, gestito in provincia da Accademia Perduta (con una convenzione che prevede 96mila euro annui), in procinto di essere restaurato dal Comune (è stato presentato al bando della Regione per l’ottenimento dei contributi un progetto da 250mila euro). La scorsa stagione si è chiusa con 4.500 spettatori, anche qui in crescita, del 12 percento. Quest’anno la rassegna è iniziata giovedì 14 novembre e a pochi giorni dalla chiusura della campagna, Accademia Perduta comunicava di aver raggiunto una percentuale di conferme del 96 percento sulla prosa (268 su 279 su due serate) e del 98 percento sul comico (143 su 145).
RUSSI. Dopo i tre appuntamenti della stagione concertistica, venerdì 15 novembre si è alzato il sipario sul primo spettacolo di prosa con Giuseppe Battison, per cui i biglietti sono andati velocemente esauriti. La stagione del teatro comunale in questo caso è composta da 12 spettacoli tra prosa, musica e danza ed è realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune e Ater Fondazione. In particolare, è in vigore una convenzione quinquennale (in scadenza nel 2025). Nel 2023 e nel 2024 la cifra stanziata a favore della fondazione è stata di 70.000 euro; per il 2025 (fino al 30 giugno) sono stati impegnati invece 40.000 euro.
Per quanto riguarda gli spettatori, la stagione teatrale 2023-24 ha registrato 3.524 spettatori complessivi, con un incremento di affluenza del 5 percento su quella precedente (che era già tornata ai livelli pre Covid) e un tasso medio di riempimento pari al 72 percento. Quest’anno gli abbonamenti sono risultati in ulteriore crescita (203 contro 171).