martedì
01 Luglio 2025

Referendum: «Questa non è la riforma di Renzi»

Il deputato Pagani (Pd): «Migliorerà la vita delle persone.
Modifiche nate da accordi ampi»

Deputato del Pd, ex segretario provinciale del partito, Alberto Pagani sarà sul palco della Festa dell’Unità di Ravenna l’11 settembre alle 21 per difendere le ragioni del sì al referendum in un confronto con il politologo Gianfranco Pasquino, convinto sostenitore del no.

Pagani, lei non è mai stato un “renziano” ma lo stesso difende a spada tratta le ragioni del sì?
«Se non lo facessi, sarei un caso pischiatrico, visto che ho votato a favore in tutti i passaggi parlamentari. Ma cosa c’entra l’essere o meno renziani? Questa riforma nasce da un iter che ha visto il coinvolgimento ampio di forze del parlamento che includeva anche gran parte del centrodestra, in particolare Silvio Berlusconi. Tutti ricorderanno il cosiddetto “patto del Nazareno”».

E però oggi Forza Italia vota contro e con voi in parlamento è rimasto solo Verdini…
«Sì, ma questo non cambia il dato di fatto: la Riforma è nata sulla base di un accordo ampio e, anche se è secondo me perfettibile, credo sia stata fatta la scelta giusta nel tentare appunto di non imporre una riforma del solo Pd».

Peraltro nel Pd c’è chi invita a votare no, come D’Alema, e chi invece invita ad ascoltare le ragioni del No, come Vasco Errani. Ma non è un po’ tardi?
«La Riforma è stata approvata dal Parlamento e ora si tratta di scegliere tra un sì e un no, non c’è la possibilità di un “ma…”. Detto questo, credo che cercare un dialogo e cercare di svelenire i toni, di spersonalizzare e togliere di mezzo sciocchezze come quelle sui veri o finti partigiani (il riferimento è a una frase della ministra Maria Elena Boschi, ndr.) credo possa portare benefici proprio alla causa del Sì».

Eppure lei stesso dice che la riforma è perfettibile, per esempio, il Senato non si poteva abolire del tutto?
«Forse sì, ma è un dibattito che non mi interessa. Credo convintamente che sia stato giusto coinvolgere anche il centrodestra nella stesura e che questa Riforma rappresenti un miglioramento per il Paese rispetto a quanto esiste ora. A cominciare proprio dal superamento del bicameralismo e da quel vai e vieni tra Camera e Senato che oggi rallenta il lavoro parlamentare».

Si rischieranno ricorsi e sovrapposizioni data l’ampiezza e la trasversalità delle materie assegnate al Senato?
«Non lo so, non ho la sfera di cristallo. So che oggi, per esempio, siamo pieni di ricorsi per le competenze tra Stato e Regioni. Vedremo, ma sono convinto che comunque sarà migliorativo».

A proposito, sotto accusa c’è in particolare l’articolo 70 sulle nuove funzioni attribuite alle Regioni. Oltre al tema sulla modalità di designazione del Senato stesso da parte delle Regioni.
«Il Senato diventerà qualcosa di più simile alla Conferenza Stato-Regioni, non sarà più un organo politico, per questo non sarà eletto insieme alla Camera. Per quanto riguarda le competenze, credo sia stato giusto mettere mano al Titolo V e riaccentrare temi delegati alle Regioni, come il turismo o le politiche energetiche. Non possono essere i singoli territori, per esempio, a promuoversi da soli nel mondo né a decidere dove e se può passare un gasdotto da cui dipende il rifornimento energetico di tutto il Paese».

I difensori del no dicono anche che si rischia un accentramento e maggiori poteri al governo con le nuove norme sulle “corsia preferenziale” nelle leggi proposte dal governo.
«Chi lo dice dovrebbe anche dire che già oggi e da molto tempo la stragrande maggioranza delle leggi nascono dal governo, si tratta della costituzione “materiale”, cioé quella della prassi consolidata. Sono convinto che anche in questo caso si porterà a rendere più efficiente il sistema e a migliorarlo rispetto all’esistente».

Un’ultima obiezione, tra le tante che vegono mosse: la nuova Costituzione sarebbe scritta in modo farraginoso e non comprensibile ai più, a differenza di quella esistente…
«Non intendo far influenzare il mio voto da una questione estetica. Credo che la maggior parte delle persone nemmeno l’abbia mai letta la Costituzione, né la leggerà. La Riforma serve a migliorare anche la vita di tutte quelle persone. Ed è questo che mi interessa». Federica Angelini

Scuola, si parte: tornano la colletta per il corredo e i contributi per i libri

Il 15 settembre di nuovo sui banchi in regione. Info utili per studenti e famiglie. Partita anche la vendita degli abbonamenti bus

Gli studenti dell’Emilia Romagna, dalle elementari alle superiori, torneranno sui banchi di scuola il 15 settembre. Ecco alcune informazioni utili in vista del nuovo anno scolastico.

COLLETTA Torna per il quarto anno l’iniziativa di solidarietà “Tutti i bambini vanno a scuola!”, promossa dal Tavolo povertà con il coordinamento dell’assessorato ai Servizi sociali, per permettere anche alle famiglie in difficoltà di mandare a lezione i propri figli con un corredo scolastico completo e adeguato. La modalità è simile a quella della colletta alimentare: sabato 3 settembre, dalle 10 alle 18, davanti ad alcuni supermercati della città e, per la prima volta quest’anno, del forese, i volontari impegnati nell’iniziativa inviteranno i clienti ad acquistare e donare articoli di cancelleria. Hanno aderito anche alcune cartolerie. I supermercati all’esterno dei quali saranno presenti i volontari sono il Conad La Fontana, Conad Galilei, il Conad Bassette, a cui si aggiungeranno sabato 3 settembre anche Conad Sant’Alberto e Conad San Pietro in Vincoli. Hanno inoltre aderito all’iniziativa le cartolerie Politecnica fratelli Bagnoli (via Corrado Ricci 13), Tecnodesign (via Guidone 26), cartoleria Giro-Girotondo (viale Alberti 96) e cartoleria Briciola (vicolo Tacchini 37/a). Altre cartolerie che avessero intenzione di partecipare possono contattare l’Ufficio Promozione Sociale del Comune di Ravenna al numero 0544 482348 e ritirare la locandina da esporre.

CONTRIBUTI LIBRI Le famiglie con reddito Isee non superiore a 10.632,94 euro potranno richiedere dall’1 settembre un contributo per l’acquisto dei libri di testo per le scuole secondarie di primo e di secondo grado, erogato dalla Regione. Occorre l’attestazione Isee 2016, in quanto quella rilasciata nel 2015 non è più valida, contattando tempestivamente un Centro di Assistenza Fiscale convenzionato con l’Inps, che rilascia gratuitamente la certificazione, oppure la sede Inps, oppure procedere direttamente in via telematica sul portale dell’Inps. Le domande dovranno essere presentate esclusivamente on line dall’1 settembre al 30 settembre 2016 da uno dei genitori o da chi esercita la responsabilità genitoriale o dallo studente se maggiorenne, utilizzando il link http://scuola.er-go.it.

TRASPORTO PUBBLICO È stata avviata nei giorni scorsi la vendita degli abbonamenti al trasporto pubblico riservati agli studenti per l’anno scolastico 2016/2017. Gli abbonamenti riservati agli studenti del bacino di Ravenna non hanno subito incrementi tariffari rispetto allo scorso anno (da 200 euro a 548 in base alle zone). Per il primo rilascio è necessario presentarsi presso al Punto Bus di Piazza Farini all’interno della Stazione Fs muniti di una fototessera recente. Per i residenti a Lugo e dintorni novità: possibilità di prenotare la tessera a Coerbus. Chi è già in possesso di una tessera personale Mi Muovo ha la possibilità di procedere al rinnovo del proprio abbonamento Under 26 comodamente da casa (attraverso il sito web Start Romagna o i servizi home banking di Unicredit Banca e Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna o da smartphone/tablet tramite la App Start Romagna disponibile per Ios e Android o tramite la app MyCicero) o ancora attraverso i numerosi sportelli bancomat di Unicredit Banca e della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna, in alternativa al tradizionale acquisto al Punto Bus. Punti vendita, modalità di rilascio e tariffe valide nel bacino di Ravenna sono indicati in dettaglio sul sito www.startromagna.it sezione Scuolacard.

Pedoni più sicuri sulla Faentina: sono partiti i lavori del Comune di Ravenna

In arrivo anche nuovi sensi unici. Traffico rallentato in zona Fornace  

Sono partiti una serie di interventi, finanziati dal Comune di Ravenna con 80mila euro e che l’Amministrazione prevede di ultimare entro l’autunno, finalizzati a rendere più sicuri alcuni attraversamenti pedonali e a migliorare le condizioni della circolazione e della sosta in varie aree del territorio comunale.

Si è iniziato con la realizzazione di quattro isole salvagente, in corrispondenza di attraversamenti pedonali nuovi o già esistenti, nel tratto di via Faentina fra la strada statale 16 e il centro abitato di Fornace Zarattini. Durante i lavori, in alcuni momenti potrà essere necessario rendere la circolazione a senso unico alternato e si potranno quindi verificare rallentamenti; «si cercherà di circoscrivere queste fasi – assicurano dal Comune – nei momenti della giornata nei quali il traffico è meno intenso».

Il progetto prevede anche l’istituzione di sensi unici in varie strade, anche in risposta a segnalazioni di comitati cittadini e consigli territoriali. Si comincerà da via Mercatelli, via Zendrini, via Corridoni, via Danesi, via Coronelli, via Corelli e via Torricelli a Ravenna. Successivamente si interverrà in via Pazzaglia a Porto Fuori, in via Goetz e in un tratto di via Pescara a Classe; in via Magra, via Veglia e via Albania a Ravenna. Man mano che le tempistiche saranno definite, verranno distribuiti volantini informativi ai residenti.

A seguire saranno realizzate opere per il miglioramento della visibilità e la protezione del percorso pedonale all’incrocio tra via Faentina e via Giannello a Fornace Zarattini; la realizzazione di isole mediane in via Mezzoli a Piangipane e in via Lercaro a Ravenna; la realizzazione di segnaletica orizzontale nel parcheggio di via Dradi a Ravenna; la realizzazione di interventi diffusi di segnaletica orizzontale e verticale nel territorio.

«Qual è il quadro antisismico nelle scuole superiori in provincia?»

Il consigliere provinciale Spadoni chiede un aggiornamento degli interventi fatti e programmati in base alle mappe del rischio

Serve un aggiornamento dello stato antisismico nelle scuole superiori della provincia di Ravenna. Ne è convinto Gianfranco Spadoni, consigliere provinciale della lista “Civici per la Provincia”, all’indomani dei tragici eventi che hanno colpito il centro Italia con circa trecento morti tra Lazio, Marche e Umbria.

«La gestione del patrimonio scolastico è rimasta di competenza delle Province – dice Spadoni presentando una interpellanza al presidente Michele de Pascale –. Dando atto alla Provincia del lavoro avviato nei mandati elettivi precedenti, si chiede di fare il punto della situazione e di fornire una relazione circostanziata suddivisa in base alla classificazione sismica dei territori, comprendente i capitoli di spesa a copertura degli interventi programmati o in programmazione».

Spadoni fa riferimento alla classificazione sismica del territorio nazionale suddiviso in mappe di pericolosità che ha introdotto normative tecniche specifiche per la costruzione di nuovi edifici o di altre opere pubbliche: «Nella mappa di pericolosità sismica sono classificati i territori di Lugo e Faenza come zona 2 con pericolosità sismica media, nei quali possono verificarsi terremoti abbastanza forti, mentre Ravenna appartiene alla zona 3 con pericolosità bassa, vale a dire in cui può essere soggetta a scuotimenti modesti».

Secondo il consigliere provinciale del gruppo di maggioranza servirebbe «un aggiornamento basato appunto sulla mappa di pericolosità sismica in grado di pianificare tempi e un crono programma della attività riferite alle strutture edilizie al fine di fornire risposte adeguate sulle necessarie esigenze di sicurezza e di messa a norma».

«Tariffe troppo alte nei parcheggi che sostituiscono piazza Kennedy»

Ancisi (Lpr) chiede i dati di occupazione: «Le aree di via Port’Aurea e Guidarelli sono deserte, le strade vicine sono piene»

Un anno dopo la chiusura del parcheggio di piazza Kennedy, Lista per Ravenna interroga il sindaco per avere i dati del 2016 sull’occupazione dei parcheggi in via Guidarello e via Port’Aurea e degli spazi di sosta nelle strade del medesimo circondario. Una richiesta che Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lpr, giustifica alla luce di alcune osservazioni fatte sul campo: parcheggi in strada pieni ma aree di sosta vuote, non sarà per colpa delle tariffe? «La domanda, neanche troppo banale, perfino di sinistra, che rivolgiamo al sindaco è dunque: conviene tenere i parcheggi vuoti a prezzo borghese, oppure riempirli a prezzo popolare?».

La fotografia delle tariffe la fa il decano dell’opposizione: «Nel parcheggio ex Aci di via Port’Aurea si paga 1,20 euro l’ora, senza limiti di tempo. Lo stesso nel Guidarello, ma per 4 ore, poi si pagano 5 euro per l’intera giornata. Nelle stesse vie Port’Aurea e Guidarello si paga 0,50 euro l’ora fino ad un massimo di 4 ore e altrettanto nelle vie limitrofe o quasi come Ercolana, Santa Teresa, Bixio, Lolli, De Gasperi, Rondinelli e in piazza D’Annunzio. A ulteriore distanza di pochi metri, nelle vie Nullo Baldini, Mura di Porta Gaza e Duca d’Aosta si può pagare 0,35 euro l’ora per un massimo di 10 ore. Girando dunque con pazienza, si riesce a sostare pagando meno della metà o addirittura meno di un terzo».

Ancisi è convinto che «il consiglio comunale se ne debba occupare, non fosse altro perché meno gente parcheggia nel centro storico, trovando conveniente recarsi presso altri centri commerciali più accessibili e meglio serviti, più il centro storico si svilisce, rischiando di trascinare con sé persino la prossima “nuova” piazza Kennedy, su cui tanto si è investito a tutti i costi. Altro effetto collaterale per il centro storico, a danno di chi ci vive o lavora e dell’accoglienza turistica, è che il turbinio delle auto in cerca di un posto di sosta a buon mercato piuttosto che utilizzare i parcheggi facilmente disponibili ma cari, significa maggiore inquinamento atmosferico e acustico delle strade».

Errani commissario per la ricostruzione? Lui non commenta, Salvini: «Una follia»

Sarebbe stato scelto per l’esperienza maturata in Emilia nel 2012

No comment dal ravennate Vasco Errani sull’ipotesi, avanzata da quotidiani, che il Governo pensi di nominarlo commissario alla ricostruzione per il sisma del centro Italia.

Errani – scrive in un’agenzia Ansa.it – sarebbe stato scelto per l’esperienza maturata come commissario per il sisma dell’Emilia 2012, dove lui fin da subito si spese per riedificare senza costruire New Town e mantenendo nei loro luoghi le comunità. Un modello – scrive sempre l’Ansa – che tra l’altro si è rivelato positivo: se infatti ancora molto resta da fare nelle zone colpite – soprattutto sul fronte della ricostruzione di centri storici e beni culturali – oltre la metà dei Comuni colpiti ha completato o sta completando la ricostruzione di edifici privati e commerciali.

Errani, di recente assolto dall’accusa che portò alle sue dimissioni da Presidente della Regione, viene considerato valente amministratore ma anche uomo capace di far dialogare le varie anime del Pd. Renzi ha sempre avuto parole di stima nei suoi confronti. Lui, dal canto suo, non ha mai nascosto la sua disponibilità a dare un mano.

«La Lega c’è, per aiutare in ogni modo i terremotati. Ma nominare Errani per la ricostruzione – è stata invece la dichiarazione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini –, con migliaia di emiliani ancora fuori casa dopo 4 anni e migliaia di aziende non risarcite e fallite, è una follia».

Errani commissario per la ricostruzione? Lui non commenta, Salvini: «Una follia»

Sarebbe stato scelto per l’esperienza maturata in Emilia nel 2012

No comment dal ravennate Vasco Errani sull’ipotesi, avanzata da quotidiani, che il Governo pensi di nominarlo commissario alla ricostruzione per il sisma del centro Italia.

Errani – scrive in un’agenzia Ansa.it – sarebbe stato scelto per l’esperienza maturata come commissario per il sisma dell’Emilia 2012, dove lui fin da subito si spese per riedificare senza costruire New Town e mantenendo nei loro luoghi le comunità. Un modello – scrive sempre l’Ansa – che tra l’altro si è rivelato positivo: se infatti ancora molto resta da fare nelle zone colpite – soprattutto sul fronte della ricostruzione di centri storici e beni culturali – oltre la metà dei Comuni colpiti ha completato o sta completando la ricostruzione di edifici privati e commerciali.

Errani, di recente assolto dall’accusa che portò alle sue dimissioni da Presidente della Regione, viene considerato valente amministratore ma anche uomo capace di far dialogare le varie anime del Pd. Renzi ha sempre avuto parole di stima nei suoi confronti. Lui, dal canto suo, non ha mai nascosto la sua disponibilità a dare un mano.

«La Lega c’è, per aiutare in ogni modo i terremotati. Ma nominare Errani per la ricostruzione – è stata invece la dichiarazione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini –, con migliaia di emiliani ancora fuori casa dopo 4 anni e migliaia di aziende non risarcite e fallite, è una follia».

L’Anpi non è mai stata così divisa come sulla riforma della Costituzione

Parla Ivano Artioli, il presidente ravennate dell’associazione dei partigiani, rieletto tra le polemiche e schierato per il Sì

AnpiIntervistare il presidente dell’Anpi mentre sta aiutando ad allestire lo stand all’interno della festa dell’Unità, in questo periodo, è già di per sé una notizia. E può succedere a Ravenna, dove l’appena confermato (non senza polemiche) presidente (da oltre dieci anni) Ivano Artioli è finito pure sulla stampa nazionale per la sua posizione minoritaria sul referendum costituzionale. A livello nazionale, infatti, l’associazione dei partigiani sta facendo campagna per il No alla riforma del Governo Renzi e con il Pd si è acceso un duro scontro, in particolare in alcune città italiane, come la vicina Bologna, dove l’Anpi era stata in un primo momento invitata a non fare campagna per il No all’interno della festa dell’Unità (poi il caso è rientrato). Il presidente nazionale Carlo Smuraglia non l’aveva presa bene e ci era andato giù pesante, ribadendo (il riferimento era in particolare alle dichiarazioni su partigiani veri e finti del ministro Boschi) che il Pd starebbe offendendo la storia dell’Anpi e della Liberazione.

«In provincia di Ravenna ci sono 4.400 iscritti all’Anpi – attacca Artioli, schieratosi invece, appunto, per il Sì –, molti di questi sono del Partito democratico e proprio in questi giorni di fronte alle affermazioni di Smuraglia hanno espresso l’intenzione di non tesserarsi più. A me dispiace e sconsiglio loro fortemente di farlo: abbiamo a che fare con sindaci del Pd che favoriscono tutte le iniziative antifasciste, abbiamo contributi per affrontare i nostri impegni economici, per la cultura antifascista il Comune di Ravenna per esempio ha collaborato con l’Anpi per il progetto dell’Isola degli Spinaroni. Perciò dire che il Pd, quindi i sindaci del Pd, i Comuni a maggioranza Pd, sono contro la storia della Resistenza la ritengo anch’io un’offesa».

Artioli AnpiAllo stesso tempo, però, Artioli è accusato dai dissidenti che hanno disertato la votazione per la sua rielezione, lo scorso maggio, di aver portato l’Anpi a essere fin troppo succube del Partito democratico (ci fu anche una piccola polemica quando l’Anpi sostenne apertamente l’allora candidato sindaco di Ravenna Michele de Pascale al ballottaggio contro Massimiliano Alberghini). «Sono diventato presidente su richiesta di alcuni partigiani come Arrigo Boldrini, Mario Cassani e Mario Verlicchi mentre ero consigliere comunale (nelle file dei Ds quando sindaco era Vidmer Mercatali, ndr): da quel momento non ho fatto più un intervento in quella veste e successivamente non ho più chiesto spazi all’interno del partito, da cui ora sono fuori da qualsiasi organismo, perché l’Anpi deve guardare oltre i partiti. Tra chi mi contesta, invece, ci sono candidati alle ultime elezioni con Ravenna in Comune, per esempio. Ma l’Anpi non è di Ravenna in Comune, non è del Pd, non è di Landini, non è di Cgil, Cisl o Uil. Se diventasse uno strumento di uno di questi, l’Anpi perderebbe la sua funzione di ente morale antifascista e sarebbe giusto che la sua esperienza finisse».

I dissidenti ravennati – 24 persone capeggiate dal candidato alternativo ad Artioli all’ultimo congresso, Giampietro Lippi, che per protesta sono uscite al momento della votazione decisiva ritenendola «una forzatura» – oltre alla vicinanza al Pd, gli contestano un «modus operandi autoritario» e, ritenendo irregolare l’elezione, hanno presentato un esposto «legato alle sue negligenze in fase pre-congressuale, congressuale e post-congressuale». Al centro della discussione ci sono in particolare i verbali dei congressi delle varie sezioni che sarebbero diventati top secret, mentre non è ancora possibile sapere con quanti voti è stato rieletto il presidente lo scorso 7 maggio. «Quello che posso garantire – taglia corto Artioli – è che le elezioni sono avvenute nei modi giusti e corretti, come sarà esplicitato nel verbale, un documento interno visibile a tutti i dirigenti provinciali e che al primo comitato provinciale, presumibilmente in settembre, sarà letto di fronte all’assemblea che deciderà se approvarlo, non approvarlo o emendarlo».

CerimoniaMai registrata, però, una spaccatura così nell’associazione dei partigiani ravennate. «Capisco i momenti di tensione – continua Artioli – che sono passioni democratiche e antifasciste: per tutti quanti noi iscritti all’Anpi la cosa che ci muove è l’interesse che il Paese diventi ancor più antifascista. In questo momento in cui si registra un avanzamento della destra razzista, xenofoba, violenta e antidemocratica, l’Anpi, che è l’unico ente morale nazionale antifascista, deve sentirsi impegnata con tutte le sue forze, senza disperdere nessuno contro il neofascismo».

Tornando al referendum costituzionale, l’Anpi a Ravenna avrà quindi anche quest’anno uno stand all’interno della festa dell’Unità… «Sarà una gran festa – assicura Artioli –, e siamo orgogliosi di poter ospitare a Ravenna la mostra che viene da Massa Lombarda sulla Guerra di Spagna, che racconta di 36 antifascisti ravennati andati a combattere per la Repubblica spagnola, là dove altri 500 ravennati erano stati ingaggiati da Franco…». Ok, ma il referendum? «Certo, durante l’ultima riunione di presidenza abbiamo deciso che ci sarà un manifesto (oltre, notizia delle ultime ore, a materiale informativo, ndr) che riproporrà il documento nazionale per il No, ma non faremo volantinaggio. A chi ci chiederà informazioni, diremo quello che riterremo di dire…». E quindi dipenderà da chi sarà al banchetto? «No, semplicemente credo sia giusto dire qual è la situazione in tutta onestà, che l’Anpi a livello nazionale è per il No e che a Ravenna la situazione è meno netta, che ci sono diverse componenti. Ho sempre creduto che la soluzione migliore per l’Anpi fosse stata quella di lasciare libertà di scelta…».

Cerimonia CamerlonaEntrando nel merito della riforma, Artioli la difende a spada tratta. «Di dubbi ne ho avuti pochissimi, sono stato professore di diritto costituzionale e ho potuto vedere in tante occasioni l’aspetto negativo del sistema bicamerale, che venne criticato fin da subito, ma fu introdotto come garanzia, essendoci forze in campo molto conflittuali. Seguivo il pensiero di Nilde Iotti o di Berlinguer… La nostra Costituzione è sicuramente una buona Costituzione, divisa in due parti, una prima politica e una seconda più tecnica che diverse volte si è cercato di snellire. Oggi siamo di fronte a un cambiamento: viene lasciato inalterato il potere giudiziario, il potere esecutivo, cambia il potere legislativo che ha finalmente una camera dei deputati e un senato delle Regioni».

Un partigiano che lascia modificare la Costituzione a Boschi e Verdini? «Ogni legge in un sistema democratico viene approvata a maggioranza, le norme giuridiche non sono mai di una parte sola. La legge di riforma è frutto anche di accomodamenti. Resta il fatto che se diciamo No, lasciamo tutte le cose come sono, a partire dal Cnel e dalle Province, non si contengono i costi della politica… Ma soprattutto, il mondo dal 1948 ha avuto una trasformazione e un’accelerazione, è necessario dunque un ammodernamento anche in Parlamento».

E in fondo, il presidente ravennate si aspettava di poter restare in minoranza nella “sua” Anpi: «Crisi di questo tipo l’associazione ne ha già superate, si pensi al cambiamento del nome e del programma del Pci… Oggi gli iscritti più anziani sentono la Costituzione come la loro prima legge, il risultato della lotta partigiana, si confrontano in modo aspro e passionale, che dimostra un’Anpi interessata al futuro del proprio Paese. Quello che più mi interessa è che, finita la consultazione, l’antifascismo torni a essere lo scopo dell’attività dell’associazione, nelle scuole e nella società, tornando a essere il sentimento che tiene unite associazioni, partiti e sindacati, il nostro Paese».

Intanto, Artioli dopo un’intervista al Corriere della Sera in cui esprimeva perplessità per la posizione dell’associazione contro la riforma costituzionale, è stato depennato dal comitato nazionale dell’Anpi di cui faceva parte nel precedente mandato e dove era stato inizialmente confermato all’ultimo congresso. «Al momento il posto è vacante e non credo ci siano margini per un mio reinserimento». Contestualmente è stato anche rimosso dall’incarico di coordinatore regionale – sostituito dalla presidente dell’Anpi di Bologna, Anna Cocchi, schierata per il No – ma in questo caso l’associazione è intervenuta per smentire presunte “punizioni” e sottolineare come siano solo state soltanto seguite consuete procedure di avvicendamento.

L’Anpi non è mai stata così divisa come sulla riforma della Costituzione

Parla Ivano Artioli, il presidente ravennate dell’associazione dei partigiani, rieletto tra le polemiche e schierato per il Sì

AnpiIntervistare il presidente dell’Anpi mentre sta aiutando ad allestire lo stand all’interno della festa dell’Unità, in questo periodo, è già di per sé una notizia. E può succedere a Ravenna, dove l’appena confermato (non senza polemiche) presidente (da oltre dieci anni) Ivano Artioli è finito pure sulla stampa nazionale per la sua posizione minoritaria sul referendum costituzionale. A livello nazionale, infatti, l’associazione dei partigiani sta facendo campagna per il No alla riforma del Governo Renzi e con il Pd si è acceso un duro scontro, in particolare in alcune città italiane, come la vicina Bologna, dove l’Anpi era stata in un primo momento invitata a non fare campagna per il No all’interno della festa dell’Unità (poi il caso è rientrato). Il presidente nazionale Carlo Smuraglia non l’aveva presa bene e ci era andato giù pesante, ribadendo (il riferimento era in particolare alle dichiarazioni su partigiani veri e finti del ministro Boschi) che il Pd starebbe offendendo la storia dell’Anpi e della Liberazione.

«In provincia di Ravenna ci sono 4.400 iscritti all’Anpi – attacca Artioli, schieratosi invece, appunto, per il Sì –, molti di questi sono del Partito democratico e proprio in questi giorni di fronte alle affermazioni di Smuraglia hanno espresso l’intenzione di non tesserarsi più. A me dispiace e sconsiglio loro fortemente di farlo: abbiamo a che fare con sindaci del Pd che favoriscono tutte le iniziative antifasciste, abbiamo contributi per affrontare i nostri impegni economici, per la cultura antifascista il Comune di Ravenna per esempio ha collaborato con l’Anpi per il progetto dell’Isola degli Spinaroni. Perciò dire che il Pd, quindi i sindaci del Pd, i Comuni a maggioranza Pd, sono contro la storia della Resistenza la ritengo anch’io un’offesa».

Artioli AnpiAllo stesso tempo, però, Artioli è accusato dai dissidenti che hanno disertato la votazione per la sua rielezione, lo scorso maggio, di aver portato l’Anpi a essere fin troppo succube del Partito democratico (ci fu anche una piccola polemica quando l’Anpi sostenne apertamente l’allora candidato sindaco di Ravenna Michele de Pascale al ballottaggio contro Massimiliano Alberghini). «Sono diventato presidente su richiesta di alcuni partigiani come Arrigo Boldrini, Mario Cassani e Mario Verlicchi mentre ero consigliere comunale (nelle file dei Ds quando sindaco era Vidmer Mercatali, ndr): da quel momento non ho fatto più un intervento in quella veste e successivamente non ho più chiesto spazi all’interno del partito, da cui ora sono fuori da qualsiasi organismo, perché l’Anpi deve guardare oltre i partiti. Tra chi mi contesta, invece, ci sono candidati alle ultime elezioni con Ravenna in Comune, per esempio. Ma l’Anpi non è di Ravenna in Comune, non è del Pd, non è di Landini, non è di Cgil, Cisl o Uil. Se diventasse uno strumento di uno di questi, l’Anpi perderebbe la sua funzione di ente morale antifascista e sarebbe giusto che la sua esperienza finisse».

I dissidenti ravennati – 24 persone capeggiate dal candidato alternativo ad Artioli all’ultimo congresso, Giampietro Lippi, che per protesta sono uscite al momento della votazione decisiva ritenendola «una forzatura» – oltre alla vicinanza al Pd, gli contestano un «modus operandi autoritario» e, ritenendo irregolare l’elezione, hanno presentato un esposto «legato alle sue negligenze in fase pre-congressuale, congressuale e post-congressuale». Al centro della discussione ci sono in particolare i verbali dei congressi delle varie sezioni che sarebbero diventati top secret, mentre non è ancora possibile sapere con quanti voti è stato rieletto il presidente lo scorso 7 maggio. «Quello che posso garantire – taglia corto Artioli – è che le elezioni sono avvenute nei modi giusti e corretti, come sarà esplicitato nel verbale, un documento interno visibile a tutti i dirigenti provinciali e che al primo comitato provinciale, presumibilmente in settembre, sarà letto di fronte all’assemblea che deciderà se approvarlo, non approvarlo o emendarlo».

CerimoniaMai registrata, però, una spaccatura così nell’associazione dei partigiani ravennate. «Capisco i momenti di tensione – continua Artioli – che sono passioni democratiche e antifasciste: per tutti quanti noi iscritti all’Anpi la cosa che ci muove è l’interesse che il Paese diventi ancor più antifascista. In questo momento in cui si registra un avanzamento della destra razzista, xenofoba, violenta e antidemocratica, l’Anpi, che è l’unico ente morale nazionale antifascista, deve sentirsi impegnata con tutte le sue forze, senza disperdere nessuno contro il neofascismo».

Tornando al referendum costituzionale, l’Anpi a Ravenna avrà quindi anche quest’anno uno stand all’interno della festa dell’Unità… «Sarà una gran festa – assicura Artioli –, e siamo orgogliosi di poter ospitare a Ravenna la mostra che viene da Massa Lombarda sulla Guerra di Spagna, che racconta di 36 antifascisti ravennati andati a combattere per la Repubblica spagnola, là dove altri 500 ravennati erano stati ingaggiati da Franco…». Ok, ma il referendum? «Certo, durante l’ultima riunione di presidenza abbiamo deciso che ci sarà un manifesto (oltre, notizia delle ultime ore, a materiale informativo, ndr) che riproporrà il documento nazionale per il No, ma non faremo volantinaggio. A chi ci chiederà informazioni, diremo quello che riterremo di dire…». E quindi dipenderà da chi sarà al banchetto? «No, semplicemente credo sia giusto dire qual è la situazione in tutta onestà, che l’Anpi a livello nazionale è per il No e che a Ravenna la situazione è meno netta, che ci sono diverse componenti. Ho sempre creduto che la soluzione migliore per l’Anpi fosse stata quella di lasciare libertà di scelta…».

Cerimonia CamerlonaEntrando nel merito della riforma, Artioli la difende a spada tratta. «Di dubbi ne ho avuti pochissimi, sono stato professore di diritto costituzionale e ho potuto vedere in tante occasioni l’aspetto negativo del sistema bicamerale, che venne criticato fin da subito, ma fu introdotto come garanzia, essendoci forze in campo molto conflittuali. Seguivo il pensiero di Nilde Iotti o di Berlinguer… La nostra Costituzione è sicuramente una buona Costituzione, divisa in due parti, una prima politica e una seconda più tecnica che diverse volte si è cercato di snellire. Oggi siamo di fronte a un cambiamento: viene lasciato inalterato il potere giudiziario, il potere esecutivo, cambia il potere legislativo che ha finalmente una camera dei deputati e un senato delle Regioni».

Un partigiano che lascia modificare la Costituzione a Boschi e Verdini? «Ogni legge in un sistema democratico viene approvata a maggioranza, le norme giuridiche non sono mai di una parte sola. La legge di riforma è frutto anche di accomodamenti. Resta il fatto che se diciamo No, lasciamo tutte le cose come sono, a partire dal Cnel e dalle Province, non si contengono i costi della politica… Ma soprattutto, il mondo dal 1948 ha avuto una trasformazione e un’accelerazione, è necessario dunque un ammodernamento anche in Parlamento».

E in fondo, il presidente ravennate si aspettava di poter restare in minoranza nella “sua” Anpi: «Crisi di questo tipo l’associazione ne ha già superate, si pensi al cambiamento del nome e del programma del Pci… Oggi gli iscritti più anziani sentono la Costituzione come la loro prima legge, il risultato della lotta partigiana, si confrontano in modo aspro e passionale, che dimostra un’Anpi interessata al futuro del proprio Paese. Quello che più mi interessa è che, finita la consultazione, l’antifascismo torni a essere lo scopo dell’attività dell’associazione, nelle scuole e nella società, tornando a essere il sentimento che tiene unite associazioni, partiti e sindacati, il nostro Paese».

Intanto, Artioli dopo un’intervista al Corriere della Sera in cui esprimeva perplessità per la posizione dell’associazione contro la riforma costituzionale, è stato depennato dal comitato nazionale dell’Anpi di cui faceva parte nel precedente mandato e dove era stato inizialmente confermato all’ultimo congresso. «Al momento il posto è vacante e non credo ci siano margini per un mio reinserimento». Contestualmente è stato anche rimosso dall’incarico di coordinatore regionale – sostituito dalla presidente dell’Anpi di Bologna, Anna Cocchi, schierata per il No – ma in questo caso l’associazione è intervenuta per smentire presunte “punizioni” e sottolineare come siano solo state soltanto seguite consuete procedure di avvicendamento.

In mostra i 60 anni del Premio Marina di pittura estemporanea

Tornano gli artisti che hanno fatto la storia della rassegna artistica nata negli anni ’50

Premio MarinaRicorrendo quest’anno la 60esima edizione del Premio internazionale di pittura “Marina di Ravenna”, l’associazione Capit vuole rendere omaggio alla sua lunga storia, coinvolgendone i protagonisti. Per l’occasione, è stato sospeso il tradizionale concorso mentre sono stati invitati alcuni fra gli artisti premiati nelle passate edizioni a presentare una propria opera recente. Quarantadue artisti hanno accettato l’invito, dando vita all’Omaggio al Premio Marina di Ravenna: non solo una mostra, ma una vera e propria festa della pittura, ricca di valore tanto artistico quanto sentimentale.

L’appuntamento è per domenica 28 agosto alla galleria FaroArte a Marina di Ravenna, in piazzale Marinai d’Italia. Alle 17.30 si terrà l’incontro con gli artisti condotto da Alessandro Braga; alle 19 l’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 30 settembre e conterrà anche ricordi, foto e articoli di giornale d’epoca. Non mancherà il catalogo delle opere esposte, con biografie degli autori e commento critico di Claudio Spadoni. L’evento è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune di Ravenna.

Si ritroveranno artisti noti e meno noti; meritano una menzione speciale il bolognese Mario Nanni, 94 anni, e la coreana Bo Mi Kim, che arriverà per l’occasione da Seoul. Fra i rappresentati degli anni gloriosi dell’estemporanea, si segnalano il ravennate Guido Onofri, vincitore nel ’64; il fiorentino Mauro Cozzi, che vinse nel ’65 quando aveva appena 17 anni; il faentino Nevio Bedeschi, che si aggiudicò il Premio nel ’67; Vito Montanari, di Terra del Sole, vincitore nel ’72, che partecipò ininterrottamente a tutte le edizioni dal ’57 al 2000. Il legame anche affettivo che gli artisti hanno con il Premio e con Marina, che in Montanari ha la massima espressione, si rileva anche in tante altre storie, come ad esempio quelle di Nicola Carrino, Renata Boero, Antonio Tamburro e Franco Sumberaz, che parteciparono all’estemporanea (Carrino addirittura nel ’58) per poi tornare, artisti ormai affermati, a ricevere il premio negli anni 2000.

In mostra i 60 anni del Premio Marina di pittura estemporanea

Tornano gli artisti che hanno fatto la storia della rassegna artistica nata negli anni ’50

Premio MarinaRicorrendo quest’anno la 60esima edizione del Premio internazionale di pittura “Marina di Ravenna”, l’associazione Capit vuole rendere omaggio alla sua lunga storia, coinvolgendone i protagonisti. Per l’occasione, è stato sospeso il tradizionale concorso mentre sono stati invitati alcuni fra gli artisti premiati nelle passate edizioni a presentare una propria opera recente. Quarantadue artisti hanno accettato l’invito, dando vita all’Omaggio al Premio Marina di Ravenna: non solo una mostra, ma una vera e propria festa della pittura, ricca di valore tanto artistico quanto sentimentale.

L’appuntamento è per domenica 28 agosto alla galleria FaroArte a Marina di Ravenna, in piazzale Marinai d’Italia. Alle 17.30 si terrà l’incontro con gli artisti condotto da Alessandro Braga; alle 19 l’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 30 settembre e conterrà anche ricordi, foto e articoli di giornale d’epoca. Non mancherà il catalogo delle opere esposte, con biografie degli autori e commento critico di Claudio Spadoni. L’evento è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune di Ravenna.

Si ritroveranno artisti noti e meno noti; meritano una menzione speciale il bolognese Mario Nanni, 94 anni, e la coreana Bo Mi Kim, che arriverà per l’occasione da Seoul. Fra i rappresentati degli anni gloriosi dell’estemporanea, si segnalano il ravennate Guido Onofri, vincitore nel ’64; il fiorentino Mauro Cozzi, che vinse nel ’65 quando aveva appena 17 anni; il faentino Nevio Bedeschi, che si aggiudicò il Premio nel ’67; Vito Montanari, di Terra del Sole, vincitore nel ’72, che partecipò ininterrottamente a tutte le edizioni dal ’57 al 2000. Il legame anche affettivo che gli artisti hanno con il Premio e con Marina, che in Montanari ha la massima espressione, si rileva anche in tante altre storie, come ad esempio quelle di Nicola Carrino, Renata Boero, Antonio Tamburro e Franco Sumberaz, che parteciparono all’estemporanea (Carrino addirittura nel ’58) per poi tornare, artisti ormai affermati, a ricevere il premio negli anni 2000.

Cinquecento ispezioni della polizia commerciale nei tre mesi estivi

Decine di verbali contestati e sanzioni ad ambulanti e pubblici esercizi, ma gran parte degli operatori erano in regola

polizia municipaleBilancio di fine estate per l’ufficio di controllo delle attività commerciale e a tutela dei consumatori della Polizia Municipale di Ravenna. Da giuno a questa fine stagione sono stati effettuati cinquecento controlli nei confronti di operatori e attività commerciali e pubblici esercizi ai quali si sono affiancati i sistematici controlli nei mercati cittadini e del litorale, negli stabilimenti balneari e il supporto fornito alla vigilanza di quartiere contro il fenomeno degli abusivi in spiaggia.
Durante i servizi di vigilanza sono stati contestati una trentina di verbali a commercianti su aree pubbliche che vendevano in contrasto a quanto prescritto da una specifica delibera di consiglio comunale che vieta il commercio in forma itinerante all’interno della città e nelle località balneari (1.032 euro ciascuno). Le violazioni in tal senso sono state rilevate nel lungomare Colombo a Punta Marina Terme e in viale Delle Nazioni a Marina di Ravenna a venditori di piadina, panini e bibite; in viale Europa, in via Monti nei pressi del ponte mobile e in via Destra Canale Molinetto a commercianti di prodotti ortofrutticoli e vasi ornamentali; e nelle località di Lido Adriano, Punta Marina Terme, Marina Romea e Porto Corsini, sempre a venditori di frutta e verdura. Fra gli altri è stata multata per 4.000 euro una commerciante ambulante di piadina e bibite per aver venduto alcolici in bottiglie di vetro nel lungomare Colombo, a Punta Marina Terme, oltre l’orario consentito dal regolamento della mezzanotte.
Accertate anche diverse violazioni di titolari di pubblici esercizi, a Lido di Dante, Lido Adriano, Lido di Classe e Marina di Ravenna, in quanto effettuavano intrattenimenti musicali senza essere in possesso della necessaria certificazione di impatto acustico (sanzione da oltre 500 euro) e/o oltre l’orario consentito dall’autorizzazione. In particolare, è stato multato il titolare di uno stabilimento balneare di Lido di Savio per un intrattenimento musicale oltre l’orario consentito dall’ordinanza (400 euro) e senza alcuna autorizzazione in deroga (516 euro).
Il vicesindaco Eugenio Fusignani, con delega a Polizia municipale e sicurezza ha commentato che «si tratta di verifiche finalizzate a vigilare sul rispetto delle leggi in materia, contrastando l’abusivismo a ogni livello, e quindi a tutelare gli operatori regolari e gli stessi cittadini, che hanno il diritto di usufruire di beni e servizi di qualità, offerti da professionisti in regola con tutte le normative del settore. Gli esiti di questi controlli restituiscono un quadro che vede la maggior parte degli operatori lavorare correttamente. L’obiettivo è quello di vederli aumentare sempre di più».

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