sabato
05 Luglio 2025

Inchiesta Carisp Cesena: sequestrati 1,9 milioni. Tra gli indagati 4 ravennati

Falso in bilancio, ostacolo all’autorità di vigilanza e illecita ripartizione di utili sono i reati ipotizzati. Bloccati i conti correnti personali

Nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che vede indagati a vario titolo (falso in bilancio, ostacolo all’autorità di vigilanza e illecita ripartizione di utili) diciassette ex membri degli organi di vertice e di controllo della Cassa di Risparmio di Cesena, tra cui quattro ravennati, la guardia di finanza ha sequestrato 1,9 milioni di euro depositati su conti correnti personali di ex amministratori e sindaci. I ravennati che a luglio hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini sono i faentini Giovanni Tampieri e Francesco Carugati e i lughesi Atos Billi e Vincenzo Minzoni. Le Fiamme Gialle hanno operato il blocco delle somme in attuazione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Forlì: il reato di illecita ripartizione di utili consente in caso di condanna la confisca del profitto del reato e nella fase delle indagini preliminari la misura cautelare del sequestro preventivo.

Le investigazioni sono cominciate nel 2014 dopo un’ispezione della Banca d’Italia e hanno messo sotto la lente il bilancio Carisp del 2012: secondo gli inquirenti l’istituto non ha proceduto a svalutare correttamente l’ingente esposizione creditoria, ammontante a oltre 40 milioni di euro, vantata nei confronti di un noto gruppo immobiliare locale, già da tempo in evidente stato di crisi. Ciò ha comportato la mancata esposizione di una maggiore perdita per oltre 15 milioni (di qui l’imputazione per “false comunicazioni sociali”), consentendo agli organi di vertice della banca di deliberare, in favore dei soci, la distribuzione di acconti sui dividendi per 1,9 milioni di euro riferiti a utili che non sarebbero stati successivamente conseguiti (condotta che ha dato origine alla contestazione di “illegale ripartizione degli utili” e al sequestro delle somme di denaro). Se l’autorità di vigilanza avesse avuto consapevolezza della reale situazione finanziaria in cui versava la Cassa avrebbe potuto intervenire con azioni preventive come non autorizzare la distribuzione di acconti sui dividendi. Al termine delle indagini, non sono state ravvisate responsabilità in capo ai soci della banca (destinatari dell’illecita ripartizione degli utili), i quali, al contrario, sono stati considerati persone offese dal reato.

Nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di amministratori, sindaci e direttori generali della banca in carica alla data del 13 aprile 2013. Billi era vicepresidente, Tampieri e Carugati consiglieri del cda, Minzoni presidente del collegio sindacale. Gli altri indagati sono Germano Lucchi (presidente cda), Tommaso Grassi (vicepresidente), Enrico Bocchini, Giovanni Maria Boldrini, Pier Angelo Giannessi, Tino Montalti, Mario Riciputi, Paolo Fabbri, Bruno Santini (consiglieri del cda), Luigi Zacchini, Giuseppe Spada (membri del collegio sindacale), Adriano Gentili (direttore generale), Dino Collinucci (vice direttore generale). .

Il ticket del bus e il lettino al mare si pagano con il telefonino

Cambiano i tempi: in alcuni bagni delle spiagge ravennati e sul trasporto pubblico di Start nuovi servizi per il pagamento senza contanti

Il biglietto dell’autobus pubblico e il lettino sulla spiaggia si pagano con il telefonino. Arrivano nel Ravennate le funzionalità di due applicazioni che consentono di pagare alcuni servizi senza ricorrere ai contanti.

In dodici stabilimenti balneari di Punta Marina, Marina di Ravenna e Lido Adriano è già possibile utilizzare l’applicazione Satispay ottenendo subito il 10 percento di cash back su ogni spesa. A Marina di Ravenna: Hookipa, Coco Loco, White Beach, Luana Beach, Charlie Beach, Mosquito Coast, Taormina, Zanzibar, Marinamore e Waimea. A Punta Marina al Marlin Beach&Restaurant e a Lido Adriano al Bagno Oasi. Satispay consente sia lo scambio gratuito di denaro tra privati che il pagamento nei negozi fisici e online, con la stessa facilità con cui si invia un sms. Basta scaricare l’app, attivarla inserendo i propri dati identificativi e l’Iban del proprio conto, e scegliere l’importo che si desidera avere a disposizione settimanalmente sul proprio smartphone. Satispay è sempre gratuito per i privati, e agli esercenti non richiede alcun canone né commissione per transazioni inferiori ai 10€euro, mentre sopra questa soglia è prevista una commissione fissa di 20 centesimi.

Da settembre invece sarà operativa la nuova funzione dell’applicazione My Cicero. Grazie alla partnership tra Start Romagna e Pluservice, azienda proprietaria di My Cicero, sarà possibile acquistare (senza sovrapprezzo) i biglietti per accedere a tutta la rete gestita da Start Romagna nei bacini di Rimini, Ravenna, Forlì e Cesena. Si tratta della stessa applicazione per telefonino che già ora permette di parcheggiare a Cervia, Ravenna, Forlì, Cesena, Cesenatico, Gatteo e Bologna evitando di ricorrere al parcometro ma utilizzando il telefono e pagando solo i minuti effettivi di sosta. Chi si muove con i mezzi pubblici potrà ricercare le soluzioni di viaggio integrate treno e bus per muoversi a livello nazionale e locale ed anche ricaricare l’abbonamento mensile e annuale per il trasporto pubblico Start Romagna.

«Nel cda Sapir la solita nomenclatura vicina al Pd, per il porto non c’è scampo»

Ancisi (Lpr) critica le nomine nella società terminalista a controllo pubblico: «Petrosino e Gigante ora puntano a un ruolo nell’Ap»

«Le nomine dei nuovi amministratori di Sapir ricalcano il copione dei giri di valzer della solita nomenclatura, tra sistema delle cooperative, società partecipate e dirigenza dell’ente locale. La deduzione è tragica: non c’è scampo per il porto di Ravenna». Il de profundis per lo scalo ravennate è di Alvaro Ancisi, consigliere comunale di Lista per Ravenna, all’indomani del rinnovo del cda della società terminalista a maggioranza pubblica.

Come noto, il nuovo presidente è l’avvocato Riccardo Sabadini mentre l’amministratore delegato è Mauro Pepoli. Il cda è composto in tutto di nove membri di cui quattro confermati dal precedente consiglio. Il decano dell’opposizione si sofferma a ragionare sui profili di alcuni dei consiglieri che compongono l’organo dirigenziale per mettere in luce la stretta vicinanza tra quelle nomine e il sistema di potere politico al governo in città. «Il neo presidente esercita responsabilità professionali nella Federcoop di via Faentina e l’amministratore delegato siede nel consiglio di presidenza di Legacoop Romagna allo stesso indirizzo. Se non bastasse anche il presidente della Compagnia Portuale, Luca Grilli, è membro dello stesso consiglio di amministrazione». La Cna è rappresentata da Roberta Suzzi: «Un curriculum di dirigente del Pd. La stampa aveva indicato come candidato alla presidenza Mario Petrosino che ora resta autorevole candidato a qualche posto nell’Autorità portuale». E sarebbe lo stesso motivo a monte della scelta fatta dalla Camera di Commercio: «Natalino Gigante ha mandato nel consiglio della Sapir la sua dipendente Elena Tabanelli. Non se ne conoscono competenze manageriali o portuali, bensì solo di amministrazione camerale. Questa nomina ha scandalizzato perfino la Confindustria». Infine Marina Cantagalli, revisore in moltitudini di società e partecipate pubbliche, anche del Comune di Ravenna: «È entrata essa stessa, passando dall’altra parte della barricata contabile, nel consiglio di SAPIR. Sulla stampa si è letto, riguardo al patrimonio del PD ravennate, che “c’è una consulenza ampiamente consolidata con lo studio di Marina Chiaravalli”».

Da queste riflessioni deriva la conclusione di Ancisi: «I sei nominativi ricordati giustificano, dovendo essere rappresentata anche la componente privata della società, che il numero dei membri del consiglio di amministrazione sia rimasto scandalosamente di 9, tutti adeguatamente retribuiti, potendone bastare al massimo 5». E per quanto riguarda la presidenza, «il sindaco di Ravenna, essendo il Comune di Ravenna il primo azionista pubblico della società, ha fatto il bello e il cattivo tempo su queste nomine, spettandogli anche la nomina del presidente (52.200 euro l’anno più indennità di risultato): ne avrà discusso nel suo partito, ma non certo in Comune, né alla luce del sole».

Dal beach volley a Marina alle Olimpiadi, Menegatti: «Ho iniziato per curiosità»

La 26enne è cresciuta nelle giovanili ravennati, per lei la seconda volta ai Giochi con una compagna last minute dopo un caso di doping

Chissà se quando metterà piede sulla sabbia di Copacabana per affrontare le canadesi nella prima partita della sua seconda Olimpiade si ricorderà della sabbia di Marina di Ravenna. Perché è da lì che nel 2005 è cominciato l’amore tra il beach volley e Marta Menegatti, 26enne originaria di Ariano Polesine ma sbocciata e cresciuta sportivamente nelle giovanili della pallavolo ravennate. È legittimo ipotizzare che gli eventi degli ultimi giorni lascino poco spazio nella mente per l’amarcord: Menegatti si ritroverà in coppia con Laura Giombini, catapultata in Brasile all’ultimo minuto per sostituire Viktoria Orsi Toth sospesa per la positività a un controllo antidoping. L’ultima volta della coppia Menegatti-Giombini era il 2010 e vinsero un argento agli Europei Under 23. Insomma, non due sconosciute ma difficile possa esserci di nuovo immediatamente un affiatamento paragonabile a quello maturato in tre anni di allenamenti e partite tra Marta e l’ungherese naturalizzata.

«La vicenda di Viky mi dispiace moltissimo, sono molto amareggiata e nessun atleta vorrebbe mai vivere situazioni simili. Sono convinta della sua buona fede», ha detto Menegatti davanti alle telecamere di Gazzetta Tv. Dispiaciuta ma c’è comunque un’Olimpiade da affrontare: «Io e Laura cercheremo di lottare come due guerriere per noi stesse, per l’Italia e per Viky». Con l’ottimismo di quanto fatto sei anni fa: «Gli Europei sono un bellissimo ricordo». L’esordio contro Canada quando in Italia saranno le 3 del mattino dell’8 agosto.

R&D aveva intervistato Marta il 21 luglio scorso, alla vigilia della partenza per Rio, mentre era a Roma dove si allena il gruppo sportivo dell’Aeronautica militare di cui fa parte. La notizia della positività della compagna non era ancora di dominio pubblico, infatti il controllo di Orsi Toth risale sì al 19 luglio ma è stato ufficializzato il risultato solamente il 2 agosto. Con l’aviere capo Menegatti, questo il grado che detiene, avevamo parlato soprattutto della sua parentesi ravennate, dei ricordi di coach Sergio Guerra e della sua prima esperienza olimpica ai Giochi di Londra. Ecco come ha risposto alle nostre domande.

Marta, possiamo dire che se sei in azzurro per la seconda Olimpiade c’è qualche merito della spiaggia di Marina?
«In un certo senso sì, è lì che nel 2005 ho provato il beach volley per la prima volta perché giocavo a pallavolo a Ravenna e in estate al mare ho avuto la curiosità con gli amici. Poi è diventata anche una sfida personale per essere armonica e coordinata ma tutto è partito dal semplice divertimento».

Originaria di Ariano Polesine. Come eri arrivata a Ravenna?
«Ho fatto un provino con la Teodora e mi hanno presa così mi sono trasferita nel 2004 per venire a giocare a pallavolo. Il motivo è stato solo quello. Avevo 14 anni appena compiuti, stavo a Ravenna da sola. Ho fatto cinque anni tra B1 e B2 mentre frequentavo ragioneria indirizzo linguistico».

Che ricordi hai sportivamente dell’esperienza ravennate?
«Ero davvero piccolissima, ho fatto un percorso bruciando un po’ di tappe poi ho conosciuto presto il beach volley e ho avuto la fortuna di essere notata da Gabriele Mazzotti che era il selezionatore regionale per la nazionale».

C’è stata una figura che ha avuto un ruolo importante nella tua cresciuta come atleta?
«Il mio primo allenatore è stato Sergio Guerra che ha subito creduto in me. Mi sono trovata bene con lui. Io ero piccole e da sola in una città nuova, con me è stato come un secondo papà».

Se non fossi passata al beach saresti ancora nella pallavolo?
«Probabilmente sì. Aspiravo alla serie A ma non c’è stato tempo perché poi ho preso un’altra strada».

A Londra nel 2012 quinto posto in coppia con Greta Cicolari. Da quella esperienza cosa porti in valigia in Brasile?
«Sono più preparata, so già cosa mi aspetterà. A Londra non ho vissuto nel modo migliore certe cose, anzi direi che forse sono state anche un po’ traumatiche. Ero più giovane, non avevo mai giocato in uno stadio così immenso davanti a così tanta gente. L’impatto emotivo si sente, la pressione arriva e ho gestito un po’ male questo aspetto. Il palcoscenico importante ti può spaventare se non sai gestirlo».

E la vita nel villaggio olimpico su cui girano tante leggende e aneddoti?
«A Rio purtroppo non siamo nel villaggio perché l’area di gioco è lontana e quindi stiamo in un hotel. Un po’ mi dispiace perché ricordo con piacere l’esperienza vivere tutti assieme non solo con gli italiani».

C’è tempo per vivere l’atmosfera olimpica con un approccio un po’ più turistico?
«Durante il periodo di gara proprio non è nelle nostre idee. E subito dopo le Olimpiadi ci sono già altri impegni in calendario quindi non credo».

Alle scorse Olimpiadi la vostra coppia era stata eletta come quella più sexy in un sondaggio tra mille manager. Qualche mese fa sei stata inserita al terzo posto delle dieci pallavoliste più sexy. Sono riconoscimenti che distraggono dalla concentrazione sul campo oppure una nemmeno ci fa caso?
«Non mi da fastidio, mi fa sorridere ma sono cose che rimangono al di fuori del campo. Per me stare in costume non è un problema, è la mia divisa da gioco».

Torna a casa e trova due ladri Lo prendono a pugni e fuggono

Vittima della rapina un 78enne. I malviventi avrebbero narcotizzato i cani in cortile. La fuga con il complice che attendeva in auto

Si è assentato mezzora da casa e quando è tornato ha trovato due ladri al lavoro per ripulirgli la villetta: è nata una colluttazione tra i malviventi e un pensionato 78enne finita con con un pugno su un occhio dell’anziano e la fuga dei rapinatori con circa 400 euro di bottino racimolato razziando le stanze. Sull’episodio, avvenuto ieri 4 agosto a Conselice come riportato dalle pagine di Corriere Romagna e Resto del Carlino, indaga la polizia intervenuta con la squadra mobile e la Scientifica in supporto agli agenti del commissariato di Lugo.

Per garantirsi l’accesso all’abitazione, i ladri pare che abbiano addormentato i cani in cortile con sonnifero nascosto in bocconi di cibo. Il padrone di casa era uscito con un altro cane che al rientro ha subito percepito la presenza di estranei dirigendosi verso il retro dell’edificio: lì l’incontro con i due incappucciati. Dopo essersi liberati dell’uomo sono fuggiti salendo a bordo di un’auto dove li attendeva un complice.

«Marinara non è deserta e magari è pure invasa dai Pokemon»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione dal responsabile marketing del porticciolo dopo un nostro Bombolone

Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune osservazioni di Luca Scarabelli che con la sua società Vendere 2.0 cura il marketing, la comunicazione e le vendite di Marinara per conto di Seaser Spa.

«Abbiamo letto il vostro Bombolone del 4 agosto dal titolo “Allenamento a Marinara”. Non è nostro stile né nostra abitudine commentare le libere opinioni. Tuttavia crediamo nella corretta informazione e pensiamo quindi di fare cosa gradita nell’inviare qualche piccola nota in riferimento all’opinione in oggetto, certi che troverete il modo di pubblicarla, nel rispetto della correttezza che contraddistingue la vostra testata. Dicono che Quasimodo abbia scritto che “ognuno sta solo sulla terra trafitto da un raggio di sole” mentre si trovava seduto su di una panchina a Marinara. Forse non andò proprio così, ma nemmeno Marinara è un deserto e chissà, magari è pure invasa dai Pokemon. Matteo Rusticali ha scelto Marinara perché ha trovato le competenze e gli spazi giusti per lanciare la sua impresa. La ironia, oramai stucchevole, lascia il tempo che trova. Per questa “è subito sera”».

Esordio da ct dopo il poker da giornalista Cassani a Rio: «È tutta un’altra storia»

Il 55enne di Solarolo è il selezionatore degli azzurri nel ciclismo e non si nasconde: «Il percorso alimenta aspettative»

Un conto è andarci per raccontarla da giornalista e un conto e andarci da selezionatore della nazionale maschile di ciclismo: dopo Sydney, Atene, Pechino e Londra da inviato, il 55enne Davide Cassani di Solarolo sarà a Rio de Janeiro dall’altra parte della barricata come commissario tecnico. E le cose sono ben diverse: «Non c’è paragone, la sto vivendo in maniere del tutto diversa. Alla vigilia ho vissuto soprattutto la tensione e la difficoltà di aver dovuto scegliere solo cinque corridori e non è facile in Italia. In Brasile sento l’emozione vera e propria di essere protagonisti dell’evento più importante per lo sport nel mondo».

Per ora le uniche emozioni collegate ai Giochi sono quelle del cronista: «Mi rimane il ricordo indelebile di periodi in cui il ritmo lavoro-riposo saltava completamente per le esigenze delle dirette e dei collegamenti con i fusi orari. Ma anche il piacere di avere un pass con cui poter assistere ad ogni disciplina appena avevo mezzora di tempo. Per uno sportivo amante dello sport è qualcosa di straordinario, come un ragazzino a Disneyland». I cinque selezionati da Cassani sono Vincenzo Nibali (Astana), Fabio Aru (Astana), Diego Rosa (Astana), Damiano Caruso (Bmc) e Alessandro De Marchi (Bmc). Tra loro solo Nibali ha esperienza ai Giochi con due Olimpiadi fatte e di quel bagaglio di esperienze ci sarà bisogno: «Sa cosa vuol dire, è l’uomo più esperto e sa a cosa andiamo incontro». Il 27 luglio si sono ritrovati tutti a Fiuggi per tre giorni di ritiro e il 30 luglio il volo per Rio.

Le giornate in calendario sono il 6 agosto (prova in linea su strada) e il 10 agosto (cronometro), punto di arrivo di un percorso che parte da ben lontano: «Almeno da agosto 2015 con la preolimica, poi lo scorso inverno per capire i programmi dei corridori perché io sono un selezionatore ma loro si allenano con le rispettive squadre». Il percorso tracciato per la prova su strada alimenta aspettative: «Possiamo dire la nostra, possiamo lottare per una medaglia».

Esordio da ct dopo il poker da giornalista Cassani a Rio: «È tutta un’altra storia»

Il 55enne di Solarolo è il selezionatore degli azzurri nel ciclismo e non si nasconde: «Il percorso alimenta aspettative»

Un conto è andarci per raccontarla da giornalista e un conto e andarci da selezionatore della nazionale maschile di ciclismo: dopo Sydney, Atene, Pechino e Londra da inviato, il 55enne Davide Cassani di Solarolo sarà a Rio de Janeiro dall’altra parte della barricata come commissario tecnico. E le cose sono ben diverse: «Non c’è paragone, la sto vivendo in maniere del tutto diversa. Alla vigilia ho vissuto soprattutto la tensione e la difficoltà di aver dovuto scegliere solo cinque corridori e non è facile in Italia. In Brasile sento l’emozione vera e propria di essere protagonisti dell’evento più importante per lo sport nel mondo».

Per ora le uniche emozioni collegate ai Giochi sono quelle del cronista: «Mi rimane il ricordo indelebile di periodi in cui il ritmo lavoro-riposo saltava completamente per le esigenze delle dirette e dei collegamenti con i fusi orari. Ma anche il piacere di avere un pass con cui poter assistere ad ogni disciplina appena avevo mezzora di tempo. Per uno sportivo amante dello sport è qualcosa di straordinario, come un ragazzino a Disneyland». I cinque selezionati da Cassani sono Vincenzo Nibali (Astana), Fabio Aru (Astana), Diego Rosa (Astana), Damiano Caruso (Bmc) e Alessandro De Marchi (Bmc). Tra loro solo Nibali ha esperienza ai Giochi con due Olimpiadi fatte e di quel bagaglio di esperienze ci sarà bisogno: «Sa cosa vuol dire, è l’uomo più esperto e sa a cosa andiamo incontro». Il 27 luglio si sono ritrovati tutti a Fiuggi per tre giorni di ritiro e il 30 luglio il volo per Rio.

Le giornate in calendario sono il 6 agosto (prova in linea su strada) e il 10 agosto (cronometro), punto di arrivo di un percorso che parte da ben lontano: «Almeno da agosto 2015 con la preolimica, poi lo scorso inverno per capire i programmi dei corridori perché io sono un selezionatore ma loro si allenano con le rispettive squadre». Il percorso tracciato per la prova su strada alimenta aspettative: «Possiamo dire la nostra, possiamo lottare per una medaglia».

Elezioni provinciali: il centrosinistra prende undici consiglieri su dodici

In totale 212 votanti (affluenza 74 percento): De Pascale unico candidato presidente diventa successore del suocero. Incarichi non retribuiti

Era l’unico candidato e ha ottenuto il 78,8 percento dei voti espressi: il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, come scontato è stato eletto presidente della Provincia. Diventa quindi il successore di suo suocero Claudio Casadio anche se va precisato che dopo la riforma l’ente in via di dismissione è diventato di secondo grado quindi non più a elezione diretta: il voto spettava ai 286 consiglieri comunali dei diciotto comune ravennati, l’affluenza è stata del 74 percento.

La ripartizione dei dodici posti di consiglieri provinciali, come ampiamente prevedibile date le modalità di voto, è di undici a uno in favore della lista in appoggio a De Pascale. L’unico eletto per il centrodestra è Oriano Casadio (consigliere comunale a Casola). Questi invece gli undici di centrosinistra (ordinati in base al numero di voti ponderati): Davide Ranalli (sindaco di Lugo), Luca Coffari (sindaco di Cervia), Giannantonio Mingozzi (consigliere comunale Pri a Ravenna), Gianfranco Spadoni (consigliere provinciale Udc uscente), Fiorenza Campidelli (consigliere comunale Pd a Ravenna), Daniele Perini (consigliere comune AmaRa a Ravenna), Paola Pula (sindaco di Conselice), Giovanni Malpezzi (sindaco di Faenza), Angela Rossetti (capogruppo Pd a Bagnacavallo), Maria Luisa Martinez (consigliere comunale Pd a Faenza), Patrizia Strocchi (consigliere comunale Pd a Ravenna).

Il voto dei 286 consiglieri non aveva pari valore, bensì era parametrato rispetto al numero di abitanti del Comune rappresentato. In pratica, il voto di un consigliere di Ravenna valeva più di qualunque altro, quelli di Lugo e Faenza valevano meno di Ravenna ma più di tutti gli altri: sei le fasce in cui sono stati divisi i 18 comuni in base alla popolazione (fino a tremila, fino a 5mila, fino 10mila, fino a 30mila, fino a 100mila, fino 250mila). Il presidente resterà in carica quattro anni, il consiglio provinciale solo due. Sia il presidente che i membri del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci non percepiranno un compenso per questo incarico, e lavoreranno a titolo gratuito. Il consiglio dovrà occuparsi della “liquidazione” di fatto di un ente che faticherà a chiudere il bilancio e il cui personale è stato già in gran parte smistato a Regioni, Comuni o altri enti in base alle competenze. Alla Provincia sono rimaste sono le competenze su alcune strade e sull’edilizia scolastica. Il futuro è legato a doppio filo alla riforma costituzionale su cui i cittadini sono chiamati a pronunciarsi in autunno. Oltre infatti alla più nota riforma del Senato, la riforma Boschi prevede anche l’abolizione reale delle province (che essendo previste dalla Costituzione non possono essere abolite con una legge ordinaria).

«Un sincero ringraziamento – commenta de Pascale – ai sindaci e ai consiglieri che hanno scelto di votarmi, accordandomi un consenso che va oltre la maggioranza consiliare. Da questo momento dobbiamo lavorare all’unisono con tutti i sindaci della provincia per tenere unito e coeso il nostro territorio e vincere insieme la sfida della Romagna come area vasta. Fin da subito ci impegneremo nel tutelare i lavoratori dell’ente e nel garantire quei servizi fondamentali e strategici di competenza della Provincia che interessano direttamente i cittadini come la viabilità, la manutenzione stradale e l’edilizia scolastica».

Si comincia con le multe per chi brucia il rosso all’incrocio Romea-Canalazzo

Dalla mezzanotte dell’8 agosto il Sirio Red in funzione con modalità sanzionatoria dopo i mesi di sperimentazione

Dalla mezzanotte dell’8 agosto si comincia con le multe per chi passa col rosso al semaforo tra via Canalazzo e la statale 309 Romea Dir. Entra infatti in funzione in modalità sanzionatoria l’impianto Sirio red installato in via sperimentale non sanzionatoria dal settembre scorso.

«Il sistema, che monitora elettronicamente gli incroci regolati da semaforo attraverso documentazione fotografica dei passaggi con il rosso – spiega Eugenio Fusignani, assessore comunale con delega alla Polizia municipale – controllerà il traffico transitante sulla Romea Dir nelle direzioni Bologna e Venezia».

Per la violazione il codice della strada prevede una sanzione amministrativa pari a 163 euro, maggiorata di un terzo se commessa in orario notturno, dalle 22 alle 7. In entrambi i casi è prevista la decurtazione di 6 punti dalla patente. Chi riceve il verbale può consultare il rilevamento fotografico sul sito www.poliziamunicipale.it/ravenna selezionando “Info point informazioni rilievi fotografici pagamenti”, inserendo il codice identificativo riportato sul verbale stesso a pagina 2. Il destinatario del verbale troverà, nel plico recapitato con raccomandata, un modulo per la comunicazione dei dati del conducente. La mancata comunicazione comporta l’invio di un ulteriore verbale, a carico del proprietario del veicolo, pari a 286 euro.

«Una delle principali cause di incidente sulle strade ad alto scorrimento – commenta il vicesindaco Fusignani – è proprio l’attraversamento degli incroci con il semaforo rosso. L’attivazione di questo impianto, che sarà opportunamente segnalato da apposita cartellonistica, è quindi quella di stimolo all’adozione di comportamenti corretti alla guida, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza e ridurre gli incidenti. Questo Sirio red si va ad aggiungere a quello già in funzione all’incrocio tra la statale 16 e via Dismano e a quello installato all’incrocio tra la statale 16 e via Ravegnana. Quest’ultimo è stato disattivato il 4 luglio, quando sono cominciati i lavori di realizzazione della rotonda, che non ne richiederà più l’utilizzo, e quindi valuteremo in quale altro incrocio ricollocarlo affinché possa svolgere al meglio la sua funzione di potenziamento delle condizioni di sicurezza».

Il cicloturismo adesso si fa con la mappa digitale interattiva che ti guida e spiega i luoghi

Tre itinerari per scoprire con la bici Ravenna e le sue eccellenze: storiche, artistiche, culturali, naturali. L’accesso alle mappe digitali con un “pass” disponibile al pubblico negli uffici turistici

Mappe interattive su web e utilizzabili con device mobili, tre itinerari tematici digitali con tutte le informazioni utili sia sulla percorrenza (tracce per navigatore e anagrafiche percorsi) e sia sui punti di interesse che i percorsi propongono: per un nuovo modo di vivere il cicloturismo Ravenna lancia il progetto Digibike realizzato per il Comune da Maria Cristina Merloni, accompagnatore turistico e guida ciclistica.

Tre itinerari per scoprire con la bici Ravenna e le sue eccellenze: storiche, artistiche, culturali, naturali. Ravenna StoriArte: un percorso urbano alla scoperta dei tesori artistici e culturali situati nel centro storico. Ravenna Natura: itinerario attraverso gli habitat naturali delle pinete litoranee e delle piallasse a ridosso della città. Ravenna LidiSud: che conduce attraverso la Pineta di Dante e le Riserve naturali di Foce Bevano, fino a Cervia, l’antica città del sale. L’accesso alle mappe digitali avviene istantaneamente, attraverso QRcode o url breve, stampati su appositi “pass” cartacei, che saranno disponibili al pubblico negli uffici turistici di tutto il territorio comunale.

I percorsi sono di chilometraggio contenuto e alla portata di tutte le gambe; hanno lo scopo di incentivare il cicloturismo consapevole, proponendo esperienze tra le peculiarità note e meno note della città e del suo territorio. Per poter avere esperienza delle aree naturali si prediligono i percorsi sterrati ed è perciò consigliato per i due percorsi che non si svolgono in zona urbana l’uso della mountain bike o della bici ibrida.

«Il cicloturismo rappresenta per il settore una potenzialità che ha ancora margini enormi – commenta l’assessore al Turismo Giacomo Costantini – sia a livello nazionale che per quanto riguarda il nostro territorio. Questa iniziativa è solo un passo di un percorso più ampio che vogliamo portare avanti, coinvolgendo albergatori e imprenditori turistici, per rendere il nostro territorio sempre più a misura degli appassionati della bicicletta e metterlo in rete con altre realtà».

Dai Pokemon un soccorso per il turismo?

L’assessore alla Smart city: «Seguiamo l’evoluzione del gioco per capire le potenzialità». E il bar espone il cartello con il conto dei mostri catturati

Un videogioco che porta gente in giro per strada o dentro ai luoghi di interesse di una città come musei o monumenti per esigenze ludiche ha fatto addrizzare subito le antenne a chi siede nella giunta comunale di Ravenna con le deleghe Turismo e Smart city: «Voglio capire se le pubbliche amministrazioni possono avere la possibilità di interagire con chi gioca per coinvolgerli nella fruizione turistica della città», dice l’assessore Giacomo Costantini. Che di fronte al boom di download di Pokemon Go ha cominciato ad annusare l’aria con il bagaglio di nozioni a sua disposizione maturate anche nel precedente incarico con Confesercenti.

«So che è una di quelle parole che suonano un po’ da tecnici ma in gergo si parla di gamification, ed è la prassi di utilizzare le logiche del gioco in contesti inusuali per il gioco. Si fa già nel turismo e funziona bene per dare all’utente un’esperienza diversa che attrae. Un esempio può essere il percorso con pannelli informativi nei musei con uno schermo touch per un’interazione tra il visitatore e le informazioni delle opere. Bisogna capire se Pokemon Go può avere qualche sbocco di questo genere». Di sicuro coinvolge un target piuttosto ben definito che è quello dei cosiddetti millennials in cui rientra anche il 34enne Costantini. A cui non mancano idee: «Magari si può pensare a un weekend di caccia ai Pokemon in città coinvolgendo poi le persone con altre dinamiche nella rete di attrazioni cittadine. La cosa positiva è che non stiamo parlando di un’applicazione creata dal Comune che costa soldi e magari se la scaricano in quattro, ma di un’applicazione che stanno scaricando tutti e se penetra davvero nella società hai un pubblico già pronto».

Il gioco è talmente nuovo che tutto è in divenire. Non si sa ancora quale sarà il modello di business prescelto dagli sviluppatori: «Ad esempio – si chiede l’assessore – sarà data alle amministrazione la possibilità di investimenti nel gioco per partecipare creando eventi o inserire punti di interesse che attirino giocatori nelle vicinanze dei nostri luoghi da visitare?».

La domanda di fondo è sempre la stessa: incentivare il legame con i social network può essere una strategia vincente per una città turistica? «Se stimolo l’utente a essere non solo fruitore ma anche produttore di contenuti legati alle mie attrazioni poi ne ottengo un ritorno di reputazione e di visibilità, il museo esce dal museo e raggiunge nuovi pubblici. L’obiettivo di una buona strategia di marketing non è portare all’acquisto immediato compulsivo ma farsi ricordare al momento opportuno in cui qualcuno dovrà decidere che acquisto fare».

Di certo c’è qualche operatore turistico che tra lo scherzo e la trovata promozionale ha provato subito a cavalcare l’effetto Pokemon: “Qui catturati 16 Pokemon”, dice il cartello scritto a mano e appeso all’ingresso del Caffè del Ponte Marino nei giorni scorsi. È la nuova frontiera del marketing istantaneo: «L’ho scritto per divertimento una decina di giorni fa – racconta Fabiola, titolare del bar alle spalle dell’ex mercato coperto a Ravenna –, all’inizio avevo messo due, poi cinque e ora sedici ma non so mica se li abbiano catturati. Ho sentito tre ragazzini a un tavolo che dicevano di averne presi». Il locale al momento non è ancora un cosiddetto pokestop ma dalle sue sedute si può agganciare il vicino pokestop collocato alla torre civica. La barista scherza sulla mania del momento che ha contagiato i più insospettabili: «Io ci faccio la salsiccia con i Pokemon, prendiamola ridendo. Ho messo il cartello quando ho cominciato a vedere persone in giro con i telefonini, la gente si incuriosisce, i turisti lo fotografano, magari qualcuno sarà anche entrato a consumare cercando Pokemon ma ci sono anche quelli che restano fuori e controllano sullo schermo».

L’invasione dei Pokemon non ha risparmiato i luoghi di cultura di Ravenna. Il museo Tamo e la Domus dei tappeti di pietra infatti compaiono sulla mappa del gioco come pokestop, cioè punti del territorio a cui i giocatori devono avvicinarsi per fare scorta di strumenti utili al gioco. Solo avvicinandosi il telefonino riconosce tramite il Gps la posizione e consente di aggiornare le scorte. L’Antico porto di Classe invece è una palestra, luogo dove si possono allenare i mostriciattoli per potenziarli oppure dove si combattono le sfide fra allenatori di Pokemon di squadre diverse per il dominio di una palestra che una volta controllata regala punti e jolly ogni venti ore di possesso ininterrotto. Per il momento non si segnalano casi di biglietti fatti solo per giocare a Pokemon.

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