lunedì
15 Settembre 2025

Piazza Kennedy, «una bella parte pronta a Natale». In arrivo chioschi con tavolini

Per fiorista, piadineria e frutteria il bando scade il 14 novembre
Costeranno 60-70 mila euro e avranno tre tavolini esterni a testa

Sabato per la Notte d’Oro aprirà una parte di piazza Kennedy, quella più a ridosso di via D’Azeglio (vedi articoli correlati) mentre il futuro di questa telenovela per il centro storico di Ravenna non è ancora definito nei dettagli. «A Natale contiamo di avere una bella parte di piazza aperta, e illuminata», ha dichiarata in maniera piuttosto vaga l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, nel corso del confronto tra Comune e operatori andato in scena lunedì sera in Sala D’Attorre, come riportato dal Carlino Ravenna in edicola oggi, martedì 4 ottobre. Il giorno dopo, Fagnani non vuole aggiungere altro.

Di certo, stando a quanto riportato sempre dal quotidiano, almeno in marzo la piazza sarà pronta, visto che apriranno in quel mese, secondo i tecnici del Comune, i tre chioschi previsti dal lato opposto di Palazzo Rasponi. Si tratta come noto di una piadineria, un fioraio e una frutteria: è aperto per gli imprenditori un bando pubblico che scadrà il 14 novembre. Il costo è di 60-70mila euro per la struttura esclusi gli allacciamenti – scrive il Carlino – oltre a una spesa di mille euro all’anno per l’occupazione di suolo pubblico con la possibilità di installare tre tavolini esterni. Il Comune sta studiando incentivi per favorire l’allestimento di tavolini anche per i bar e i locali che si affacciano su piazza Kennedy, con alcuni titolari che non hanno preso bene la decisione di installare anche i chioschi, con un conseguente aumento della concorrenza.

Piazza Kennedy, «una bella parte pronta a Natale». In arrivo chioschi con tavolini

Per fiorista, piadineria e frutteria il bando scade il 14 novembre Costeranno 60-70 mila euro e avranno tre tavolini esterni a testa

Sabato per la Notte d’Oro aprirà una parte di piazza Kennedy, quella più a ridosso di via D’Azeglio (vedi articoli correlati) mentre il futuro di questa telenovela per il centro storico di Ravenna non è ancora definito nei dettagli. «A Natale contiamo di avere una bella parte di piazza aperta, e illuminata», ha dichiarata in maniera piuttosto vaga l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, nel corso del confronto tra Comune e operatori andato in scena lunedì sera in Sala D’Attorre, come riportato dal Carlino Ravenna in edicola oggi, martedì 4 ottobre. Il giorno dopo, Fagnani non vuole aggiungere altro.

Di certo, stando a quanto riportato sempre dal quotidiano, almeno in marzo la piazza sarà pronta, visto che apriranno in quel mese, secondo i tecnici del Comune, i tre chioschi previsti dal lato opposto di Palazzo Rasponi. Si tratta come noto di una piadineria, un fioraio e una frutteria: è aperto per gli imprenditori un bando pubblico che scadrà il 14 novembre. Il costo è di 60-70mila euro per la struttura esclusi gli allacciamenti – scrive il Carlino – oltre a una spesa di mille euro all’anno per l’occupazione di suolo pubblico con la possibilità di installare tre tavolini esterni. Il Comune sta studiando incentivi per favorire l’allestimento di tavolini anche per i bar e i locali che si affacciano su piazza Kennedy, con alcuni titolari che non hanno preso bene la decisione di installare anche i chioschi, con un conseguente aumento della concorrenza.

Sorpresi con un neonato a rubare in un negozio di abbigliamento

Arrestato un 28enne tornato dopo la fuga a prendere il passeggino

Si stavano aggirando con fare sospetto tra le corsie di un negozio di abbigliamento di via Travaglini, a Ravenna. Un uomo e una donna, con tanto di passeggino con un neonato. Dopo aver selezionato una serie di capi, si sono diretti nei camerini, dove hanno tentato di rimuovere i dispositivi antitaccheggio. Una volta scoperti dalla vigilanza del negozio hanno tentato la fuga. La donna, in particolare, ha preso in braccio il neonato e, lasciando il passeggino sulla strada, è scappata a bordo di un’auto. L’uomo, invece, ha aggredito il vigilante ed è in un primo momento fuggito per poi tornare però poco dopo per riappropriarsi del passeggino. Ad attenderlo però c’erano i poliziotti che lo hanno arrestato per rapina, avendo trovato nella sua borsa i capi d’abbigliamento rubati, oltre che il documento della donna sua complice. Lui è un 28enne rumeno con già precedenti per furto. Lei, identificata successivamente nel domicilio del compagno, è una 24enne rumena, che gli agenti hanno denunciato.

Pusher in manette: pagava un 13enne per ogni nuovo cliente che portava

Blitz dei carabinieri al parco: arrestato per spaccio un 18enne che ha tentato la fuga in bicicletta. Il minorenne vittima di bullismo a scuola

Per allargare il giro dei clienti lo spacciatore aveva assoldato un 13enne: per ogni nuova cessione di marijuana spettava una percentuale al ragazzino. È lo scenario emerso da un’operazione antidroga condotta dai carabinieri della compagnia di Faenza e conclusa con l’arresto di un 18enne albanese. Il pusher aveva anche offerto alcune dosi al più giovane per iniziarlo al consumo: ha patteggiato quattro mesi (pena sospesa) per spaccio, resistenza a pubblico ufficiale e istigazione a commettere reati. Il giudice ha dato il nulla osta all’espulsione.

L’arresto è andato in scena ieri pomeriggio, 2 ottobre, al parco Mita di Faenza. I militari si sono appostati nei pressi delle due entrate per osservare il viavai attorno a una panchina dove sedevano tre giovani. Uno in particolare aveva attirato l’attenzione dei carabineiri perché più volte era stato visto rovistare nel suo zainetto per poi venire a contatto con altri ragazzi che parlavano con lui solo per alcuni stanti. Appena il giovane si è accorto delle divise, è salito in sella ad una bicicletta ed ha infilato l’ingresso di via Ravegnana: rincorso da due carabinieri, il fuggitivo è stato afferrato una prima volta ma ha opposto resistenza riuscendo a divincolarsi dalla presa, poi ha investito con la bicicletta il secondo carabiniere che è riuscito comunque a bloccarlo. Nello zaino un fagotto contenente 16 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e 70 euro ritenuti provento dello spaccio.

Uno degli altri due sulla panchina era il tredicenne già ricordato. Alla presenza dei genitori in caserma, il ragazzino ha spiegato al capitano Cristiano Marella, comandante della compagnia di Faenza, tutto un retroscena fatto di episodi di bullismo a scuola che non aveva mai raccontato a nessuno e di quell’amicizia con il 18enne. Era anche riuscito a trovare un nuovo acquirente, un suo compagno di terza media, a cui aveva proposto di comprare la marijuana dall’albanese ma la compravendita non si si era conclusa.

Quando Bartali andava al Byron Nel 1951 nasceva il bar dei vitelloni

I ricordi della figlia del fondatore: «Più di una volta arrivò la polizia per gli scherzi dei ragazzi che oggi sono stimati professionisti»

La storia di Ravenna può essere tratteggiata ripercorrendo quella dei suoi bar storici.

Nel dopoguerra il centro della vita cittadina era il Belli, nella sua vecchia sede in via Ponte Marino (oggi è sotto i portici di via Guerrini): chiudeva all’alba e riapriva dopo poche ore, aveva uno stile elegante da caffetteria parigina. Era noto anche per il gioco d’azzardo, più di una volta fu chiuso perché si scommetteva su partite di mah-jong a mille lire al punto e a biliardo, accanto al quale c’era una piccola tribunetta a gradoni di legno per gli spettatori.

Gli anni ’60 furono gli anni del Byron, sotto i portici di quella che oggi è via Gardini. Era il bar dove si raccoglievano i “vitelloni”, studenti sfaccendati e geniali che facevano le ore piccole tra trovate, scherzi e bevute. Tra i tavolini del Byron dopo la mezzanotte nacquero quadri, poesie e idee. Come quella dell’avvocato Mario Salvagiani di ideare un festival musicale nella dimenticata Rocca Brancaleone.

«Erano anni molto divertenti per chi frequentava il bar, per noi sono stati però anche molto faticosi», racconta Ivana Subini, figlia di Arrigo, fondatore del Byron. «Mio padre lo aprì nel 1951 e lo chiamò con il nome del poeta inglese che visse e amò Ravenna. Era frequentato da scrittori, giornalisti, attori e artisti dell’accademia, che realizzarono il bancone in mosaico e che esponevano e vendevano quadri nel locale. Venivano spesso grandi sportivi come Bartali e Coppi, accompagnati da mio marito (Alfredo Cavezzali, ndr) ma anche tenori perché mio padre curava le opere in scena al teatro di Bagnacavallo. Una volte venne José Carreras, mi disse che aveva mal di gola e gli chiesi se volesse un foulard per ripararsi, lui mi rispose “no, grazie, fa troppo tenore”».

Il Byron era frequentato anche da professoresse che prendevano il tè nel pomeriggio e, dopo cena, da universitari: «I ragazzi che poi divennero stimati professionisti ne combinavano una tutte le sere». L’elenco degli aneddoti non ha fine: «Una volta misero del talco dentro i bomboloni, un’altra volta entrarono con un’auto dentro al bar, un’altra ancora impilarono tutti i tavoli per fare una piramide. Più di una volta arrivò la polizia, chiamata dai vicini. All’epoca avevo sempre paura per i disastri che potevano combinare ma a ricordarle adesso abbiamo fatto tante risate in quegli anni».

Il Byron esiste ancora: «Ma oggi il mondo è tutto cambiato, non credo abbia senso fare dei paragoni. Tornai al Byron anni dopo averlo venduto, c’era ancora il ritratto di Lord Byron alla parete e un signore che prendeva il caffé chiese chi fosse al nuovo barista e lui gli rispose “Credo fosse il vecchio proprietario del bar”».

Il ’68 e gli anni ’70 furono il periodo del Mosaico, un ambiente ribelle tra il bar e la discoteca in cui si radunava la gioventù rivoluzionaria e fricchettona della città in un arco politico che andava da Lotta Continua al Manifesto frequentato da personaggi come l’artista Marcello Landi, l’editore Danilo Montanari e molti altri che sarebbero poi diventati i volti noti della cultura cittadina degli anni a venire.

Quando Bartali andava al Byron Nel 1951 nasceva il bar dei vitelloni

I ricordi della figlia del fondatore: «Più di una volta arrivò la polizia per gli scherzi dei ragazzi che oggi sono stimati professionisti»

La storia di Ravenna può essere tratteggiata ripercorrendo quella dei suoi bar storici.

Nel dopoguerra il centro della vita cittadina era il Belli, nella sua vecchia sede in via Ponte Marino (oggi è sotto i portici di via Guerrini): chiudeva all’alba e riapriva dopo poche ore, aveva uno stile elegante da caffetteria parigina. Era noto anche per il gioco d’azzardo, più di una volta fu chiuso perché si scommetteva su partite di mah-jong a mille lire al punto e a biliardo, accanto al quale c’era una piccola tribunetta a gradoni di legno per gli spettatori.

Gli anni ’60 furono gli anni del Byron, sotto i portici di quella che oggi è via Gardini. Era il bar dove si raccoglievano i “vitelloni”, studenti sfaccendati e geniali che facevano le ore piccole tra trovate, scherzi e bevute. Tra i tavolini del Byron dopo la mezzanotte nacquero quadri, poesie e idee. Come quella dell’avvocato Mario Salvagiani di ideare un festival musicale nella dimenticata Rocca Brancaleone.

«Erano anni molto divertenti per chi frequentava il bar, per noi sono stati però anche molto faticosi», racconta Ivana Subini, figlia di Arrigo, fondatore del Byron. «Mio padre lo aprì nel 1951 e lo chiamò con il nome del poeta inglese che visse e amò Ravenna. Era frequentato da scrittori, giornalisti, attori e artisti dell’accademia, che realizzarono il bancone in mosaico e che esponevano e vendevano quadri nel locale. Venivano spesso grandi sportivi come Bartali e Coppi, accompagnati da mio marito (Alfredo Cavezzali, ndr) ma anche tenori perché mio padre curava le opere in scena al teatro di Bagnacavallo. Una volte venne José Carreras, mi disse che aveva mal di gola e gli chiesi se volesse un foulard per ripararsi, lui mi rispose “no, grazie, fa troppo tenore”».

Il Byron era frequentato anche da professoresse che prendevano il tè nel pomeriggio e, dopo cena, da universitari: «I ragazzi che poi divennero stimati professionisti ne combinavano una tutte le sere». L’elenco degli aneddoti non ha fine: «Una volta misero del talco dentro i bomboloni, un’altra volta entrarono con un’auto dentro al bar, un’altra ancora impilarono tutti i tavoli per fare una piramide. Più di una volta arrivò la polizia, chiamata dai vicini. All’epoca avevo sempre paura per i disastri che potevano combinare ma a ricordarle adesso abbiamo fatto tante risate in quegli anni».

Il Byron esiste ancora: «Ma oggi il mondo è tutto cambiato, non credo abbia senso fare dei paragoni. Tornai al Byron anni dopo averlo venduto, c’era ancora il ritratto di Lord Byron alla parete e un signore che prendeva il caffé chiese chi fosse al nuovo barista e lui gli rispose “Credo fosse il vecchio proprietario del bar”».

Il ’68 e gli anni ’70 furono il periodo del Mosaico, un ambiente ribelle tra il bar e la discoteca in cui si radunava la gioventù rivoluzionaria e fricchettona della città in un arco politico che andava da Lotta Continua al Manifesto frequentato da personaggi come l’artista Marcello Landi, l’editore Danilo Montanari e molti altri che sarebbero poi diventati i volti noti della cultura cittadina degli anni a venire.

Cene spettacolo, contest musicale e rassegna jazz Il Mariani Lifestyle presenta il suo menù

Dal 6 ottobre al 27 gennaio il locale di via Ponte Marino si trasforma i giovedì e venerdì in collaborazione con l’Associazione Culturale Jazzlife, Moondogs International Rock’n’Roll festival e tanti artisti italiani e inte

“Show dinner”, “Venerdì in jazz” e “Mariani Music Contest”, due rassegne e un concorso. Sono questi i punti di forza del Mariani Lifestyle di Ravenna per la nuova stagione di eventi che si preannuncia lunga e ricca, ogni giovedì e venerdì dalle 21.30, dal 6 ottobre al 27 gennaio, in collaborazione con l’associazione culturale Jazzlife, Moondogs International Rock’n’Roll Festival e tanti artisti italiani e internazionali. Il Mariani diventa, dunque, luogo ideale per cenare con menù alla carta e gustarsi uno show in stile The Hall Brooklin o West Bank Café di New York.

«Tutto è iniziato come una sfida – racconta il titolare del locale Maurizio Bucci -, e ogni anno, abbiamo cercato di migliorarci sotto il profilo qualitativo, forti del buon riscontro di pubblico. L’obiettivo resta quello di coinvolgere ancor di più i ravennati, visto che soprattutto il venerdì col jazz prevalgono da fuori provincia». I giovedì sera, a partire dal 6 ottobre, sono intitolati “Show Dinner” e propongono un dopo cena sempre diverso che attraversa i generi musicali in un calendario intenso e variegato adatto a tutti i palati, passando dal rock di Ricky Portera, alla musica dance di Sonia Davis, dal blues di Marco Pandolfi fino alle suggestive atmosfere del tango e dei gospel. Al riguardo, tre le proposte rock a cura del Moondogs Festival.

«Spazio all’Ensemble Strings O’Garden il 20 ottobre – racconta Gianpiero Gerbella – che toccherà il bluegrass, dove la matrice europea incontra il blues degli anni Venti e diventa una faccia del country. L’8 dicembre arriverà il noto quartetto King Lion and The Braves, autori di quella buona musica che vorreste ascoltare nel pub sotto casa e dunque genuino blues, country, surf e rock’n’roll music. Il 26 gennaio, da non perdere, uno degli esponenti di punta del moderno blues, Marco Pandolfi in trio, celebre ed eclettico armonista e chitarrista, sempre in tour in Europa e negli Stati Uniti». Spazio anche al varietà con gli eventi a cura del Circolo degli Attori. «L’obiettivo di quest’anno – spiega il presidente del circolo, Cristiano Caldironi -, è mescolare artisti affermati a giovani promesse ma tutti ravennati di nascita. Tra questi Matteo Bigazzi che, con la sua cresta e il suo giubbotto in pelle, è un inaspettato quanto sorprendente cantante lirico. Porteremo anche Sonia Davis, la donna che ha conosciuto David Bowie e cantato con i Simply Red, il 27 ottobre, oltre a organizzare la Noche Flamenca il 10 novembre e il Gospel di Natale con il coro della scuola Mikrokosmos guidato dalla cantante Valentina Cortesi il 22 dicembre».

Grande novità di quest’anno, sarà il ‘Mariani Music Contest’, una competizione alla scoperta di voci nuove e gruppi emergenti. «Ogni primo giovedì del mese – racconta il coordinatore Luca di Luzio dell’associazione Jazzlife -, a cominciare proprio dal 6, da ottobre sino ad aprile, i giovani artisti potranno confrontarsi sul palco e saranno giudicati da una giuria tecnica di professionisti e dal pubblico presente in sala. Il vincitore finale si porterà a casa una produzione in studio e la possibilità di esibirsi in un intero concerto organizzato al Mariani. L’intento è di dare un’opportunità di visibilità ai tanti ragazzi delle scuole e dei conservatori».

Dopo il buon esisto dello scorso anno, il venerdì sera vede il ritorno dei ‘Venerdì in Jazz’, fino al 27 gennaio prossimo: dodici concerti con grandi interpreti del panorama jazz italiano e internazionale, per una rassegna che spazierà dal jazz al funky e al soul, passando per il gipsy jazz e la musica italiana del Bel Paese. Tra gli ospiti, il clarinettista abruzzese Bepi D’Amato il 21 ottobre, il cantante –bassista di Chicago Vonn Washington, il Luca di Luzio Blue(s) Room Trio e il sassofonista ravennate Alessandro Scala. Dal 13 al 18 novembre, la cucina dei grandi chef incontrerà l’opera, nello spettacolo – in prima assoluta – ‘Gioacchino Rossini in Un piacer di gusto eguale’, ideato dal giovane regista londinese Ugo Massabò, che integra il ristorante e il teatro in un continuo scambio fra protagonisti e pubblico.

Furti in abitazione: denunce in calo, ma Ravenna ancora al top in Italia

L’analisi del Sole 24 Ore vede Rimini in testa alla classifica per i reati

L’Emilia-Romagna, come regione, e Rimini, come provincia, si piazzano al vertice della classifica stilata da Il Sole 24 Ore su reati denunciati in Italia nel 2015 in base alle statistiche provinciali e regionali sull’attività delittuosa fornite al quotidiano milanese dal ministero dell’Interno, dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Secondo il giornale economico, come si evince dai dati pubblicati anche sul suo sito, nel 2015 l’Emilia-Romagna con 5.556 reati denunciati ogni 100.000 abitanti (in calo del 2,5% sull’anno precedente) precede la Liguria con 5.434 reati (-3,9%) e il Lazio con 5.237 reati (-6,7%).

Guardando alle province, quella di Rimini con 7.791 reati denunciati ogni 100.000 abitanti (in calo dell’1,8% sull’anno precedente) supera Milano con 7.636 reati (-5,2%) e Bologna con 7.240 reati (-2,2%). Fra le altre province emiliano-romagnole, è presente, tra le prime dieci anche Ravenna che, con 5.936 reati denunciati ogni 100.000 abitanti si piazza al sesto posto (-4,4%). La nostra provincia resta al primo posto invece nella speciale classifica dei furti in abitazione, nonostante il calo di circa il 10 percento delle denunce. (Ansa.it)

«Le orme sul sangue nella villa sono compatibili con le scarpe di Cagnoni»

Lo scrive il giudice in riferimento alle Timberland del dermatologo, lavate e lasciate ad asciugare nella sua casa di Firenze

Le orme lasciate sul sangue nella villa dove è stata uccisa Giulia Ballestri sono compatibili con le scarpe del marito Matteo Cagnoni, un paio di Timberland lasciate ad asciugare sopra un termosifone, dopo essere state lavate, nella casa di Firenze del noto dermatologo, e poi sequestrate dalla polizia. Lo scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare firmata pochi giorni fa – stando a quanto riporta questa mattina (lunedì 3 ottobre) il Corriere Romagna – in cui si chiede anche perché il medico abbia deciso di lavarle dopo aver percorso «solo strade urbane» o tragitti in automobile. Un dettaglio che potrebbe incastrare Cagnoni, in carcere come noto a Firenze accusato di aver ucciso la moglie a bastonate, venerdì 16 settembre, nella villa disabitata di famiglia, in via Padre Genocchi, ai margini dei giardini pubblici di Ravenna. Proprio in quella abitazione, come riporta invece il Carlino Ravenna, sabato è tornata la polizia scientifica, che avrebbe trovato tracce biologiche che non appartengono alla vittima.

Cagnoni si è sempre dichiarato innocente e nel suo interrogatorio di fronte al gip di Firenze ha cercato di spostare l’attenzione su un possibile furto finito in tragedia, ipotizzando la presenza di una terza persona nella villa, magari – ha sottolineato – qualche straniero che è solito bivaccare in zona.

Guardiola o Mourinho? Il giornalista Sky Paolo Condò presenta il suo libro in città

A Ravenna una serata sui “Duellanti” più famosi del calcio di oggi

Mourinho e Guardiola, due degli allenatori che più hanno lasciato il segno nel calcio contemporaneo, sono i protagonisti di Duellanti, ultimo libro del giornalista di Sky Paolo Condò (edito da Baldini Castoldi), al centro della serata di oggi della rassegna Back to Sporty.

Tra i due una sfida senza fine, un duello che ha raggiunto l’apice nell’aprile del 2011. In soli 18 giorni i due allenatori, all’epoca sulle panchine di Real Madrid e Barcellona, si incontrarono per ben 4 volte, amplificando la portata di questi confronti sportivi – già di per sé ricchi di implicazioni sociali, politiche e culturali – e trasformandoli in una vera e propria battaglia, anche e soprattutto psicologica.

Paolo Condò ripercorre questo capitolo di una sfida destinata a non finire, raccontandone i retroscena e tracciando i profili dei suoi protagonisti. Tanti gli spunti offerti da questo libro, di cui si potrà parlare con l’autore, ospite di Back to Sporty: l’appuntamento è per lunedì 3 ottobre alle ore 21 presso la Sala Buzzi in via Berlinguer. L’incontro sarà moderato da Stefano Bon e Carmelo Domini.

Info: store@sportyonline.it – tel 0544 461885.

Guardiola o Mourinho? Il giornalista Sky Paolo Condò presenta il suo libro in città

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Tra i due una sfida senza fine, un duello che ha raggiunto l’apice nell’aprile del 2011. In soli 18 giorni i due allenatori, all’epoca sulle panchine di Real Madrid e Barcellona, si incontrarono per ben 4 volte, amplificando la portata di questi confronti sportivi – già di per sé ricchi di implicazioni sociali, politiche e culturali – e trasformandoli in una vera e propria battaglia, anche e soprattutto psicologica.

Paolo Condò ripercorre questo capitolo di una sfida destinata a non finire, raccontandone i retroscena e tracciando i profili dei suoi protagonisti. Tanti gli spunti offerti da questo libro, di cui si potrà parlare con l’autore, ospite di Back to Sporty: l’appuntamento è per lunedì 3 ottobre alle ore 21 presso la Sala Buzzi in via Berlinguer. L’incontro sarà moderato da Stefano Bon e Carmelo Domini.

Info: store@sportyonline.it – tel 0544 461885.

Cambio al bancone: Ramiro, Belli e Cavour acquistati per 700mila euro

I tre storici bar passano a una società di Treviso: «A Ravenna si pagano anche 5 euro per un prosecco. Mi pare tanto, da noi sarà a 3»

In un colpo solo in meno di sei mesi la gestione di tre bar tra i più noti del centro storico di Ravenna passerà di mano finendo sotto un’unica proprietà: da settembre il Caffè Ramiro, dal 7 ottobre il bar Cavour (non il Caffè Corte Cavour come erroneamente scritto in precedenza) e da febbraio il bar Belli diventeranno locali della società Quintavalle di Treviso per un investimento complessivo da 700mila euro. Francesco Polo e Lodovico Miotto sono gli imprenditori che sbarcano in Romagna ma i nomi dei locali non cambieranno: «Sono delle istituzioni per i ravennati e dei punti di riferimento nei loro discorsi: “Ci troviamo da Ramiro” abbiamo capito che è una frase con un significato. Teniamo i nomi e sarà la clientela ad accorgersi della nuova gestione».

L’avventura ravennate è cominciata dal Ramiro: «Un’agenzia ha saputo che stavamo trattando e ci ha proposto anche gli altri locali – racconta Polo –. La società con cui arriviamo è nata cinque anni fa ma con altre società siamo nel settore da sempre, abbiamo già una decina di bar tra Treviso e Conegliano. Come andrà questo nuovo investimento è difficile dirlo adesso, lo scopriremo solo vivendo, come dice Battisti». Un altro avamposto a Ravenna potrebbe essere nell’ampliamento del centro commerciale Esp: trattative in corso partendo dai rapporti già esistenti con la società proprietaria di un centro in Veneto.

Ai due veneti non mancano le ambizioni: «L’obiettivo è migliorare i fatturati del 30 percento». Con quali strategie? Prima di tutto nuovi servizi e miglioramento di quelli esistenti: «Puntiamo molto sui tabacchi aumentando l’assortimento ma anche offrendo servizi che non garantiscono grandi entrate economiche ma portano più gente dentro al locale e qualcuno che consuma poi c’è sempre. Ad esempio da Ramiro ora abbiamo i biglietti dell’autobus e i pagamenti delle bollette. Le percentuali per noi sono ridicole, ogni mille euro incassati a noi ne restano venti ma le persone che entrano per quel motivo poi consumano».

Il rilancio passerà anche da una strategia più aggressiva per i prezzi di certi prodotti: «Dalle nostre parti in Veneto un bicchiere di prosecco di quello buono si paga due euro e cinquanta. A Ravenna in centro lo trovo a 4,50 o 5, mi sembra tanto. Noi faremo prosecco a tre e spritz a tre e cinquanta e daremo comunque qualche stuzzichino». Un’altra filosofia per l’aperitivo: «In Veneto non c’è l’abitudine dell’apericena che vediamo a Ravenna dove si pagano 7 euro per un bicchiere e poi c’è di tutto al buffet. Da noi magari si fanno due bevute con qualcosa da stuzzicare e poi si va a cena da un’altra parte». In tutto questo un ruolo importante l’avrà certamente la cantina vinicola di Miotto. Ma nel progetto imprenditoriale c’è grande peso anche per il personale: «Per ora abbiamo dieci dipendenti per i primi due bar. Noi saremo a Ravenna ogni tanto ma in nostro assenza sarà Valentina Cacace a occuparsi del coordinamento. Crediamo molto nell’approccio del personale, il sorriso e la cortesia fanno la differenza. Chi tornerebbe in un bar se la prima volta che entra trova una barista musona?».

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