lunedì
15 Settembre 2025

Importuna due ragazze, poi aggredisce i loro amici con una catena: arrestato

In manette un 23enne dopo una notte folle in centro a Ravenna

Un 23enne tunisino è stato arrestato dai carabinieri nella notte tra mercoledì e giovedì per violenza privata e lesioni aggravate.

Secondo le prime testimonianze, prima avrebbe tentato di importunare due studentesse, italiane, in via Diaz, poi ha minacciato (anche con una catena) un loro amico – un ragazzo africano – che era andato in aiuto alle due giovani, scortandole fino a casa.

L’amico delle due studentesse si è quindi chiuso in casa, chiamando a sua volta in suo aiuto alcuni connazionali. Ne è nato un animato diverbio tra via Diaz e i giardini Speyer, dove una pattuglia dei carabinieri, intorno alle 2, è stata attirata da urla e grida. All’arrivo dei militari, il 23enne stava sventolando in aria la catena, con cui poco prima aveva colpito uno dei due ragazzi giunti in soccorso dell’amico delle studentesse, procurandogli una vistosa ferita sul pollice della mano destra.

I carabinieri lo hanno disarmato e arrestato, scoprendo anche che si trova nel territorio italiano senza un regolare permesso di soggiorno.

Ristorante giapponese sanzionato dai Nas «Incidente burocratico risolto in 24 ore»

Irregolarità nelle comunicazioni alle autorità sulle procedure per la bonifica del pesce crudo. Verbale da tremila euro

L’ispezione igienico-sanitaria nelle cucine del ristorante giapponese Fuji è avvenuta l’8 settembre, non il 12 come erroneamente scritto in un primo momento sulla base delle informazioni diffuse dai carabinieri, e gli ispettori (carabinieri e Ausl) hanno rilevato la mancanza delle necessarie comunicazioni all’autorità competente a proposito della somministrazione di pesce crudo o poco cotto: le conseguenze sono state un verbale da tremila euro e il divieto di servire crudo il tonno e il salmone trovati in frigorifero. La titolare, una 27enne cinese, ha ripristinato le mancanze burocratiche nel corso della ventiquattro ore successive durante le quali ha fatto ricorso a materie prime in regola acquistate altrove riuscendo a non interrompere mai la disponibilità per la clientela e ottenendo poi il 10 settembre la rimozione delle limitazioni. È questa la sintesi di quanto accaduto al ristorante di via Trieste.

In buona sostanza, come ci spiegano dal dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, mancava la documentazione che attestasse il trattamento richiesto dalle leggi sin dal 1992 (congelamento a venti gradi sottozero per almeno ventiquattro ore) per il pesce che viene servito crudo in tavola. Irregolarità burocratica ma anche sostanziale perché il trattamento serve per azzerare il rischio della presenza di larve nella carne potenzialmente cause di gastriti o allergie.

La notizia dei controlli e delle sanzioni con la sospensione al servizio del pesce crudo già presente in magazzino, pubblicata su queste pagine nel pomeriggio di ieri 13 settembre, aveva portato il ristorante a rilasciare un sintetico commento attraveso la sua pagina Facebook in cui si smentiva lo svolgimento dell’ispezione il 12 settembre perché lunedì è giorno di chiusura.

Sul caso è intervenuta anche Confesercenti, associazione di categoria a cui è affiliato il Fuji: «La contestazione del Nas dei carabinieri non sta a significare che all’interno dell’attività non si provvedesse alla bonifica del pesce contro i nematodi ma solo che mancava la comunicazione agli organi competenti. Sempre i Nas hanno riscontrato anche la mancanza delle procedure scritte per tale trattamento: tecnicamente le procedure venivano effettuate correttamente ma non vi era la parte cartacea obbligatoria e burocratica che riportava per iscritto come veniva effettuata tale bonifica». Confesercenti poi aggiunge altre due precisazioni: «Al ristorante Fuji solo a salmone, orata e branzino viene riservato il trattamento di bonifica perché sono gli unici prodotti che vengono acquistati freschi e trattati nelle proprie cucine, al contrario il tonno viene acquistato sempre già trattato». L’associazione di categoria infine sottolinea che il locale non è mai stato chiuso e nessun prodotto alimentare è stato sequestrato, circostanze mai menzionate su queste pagine.

Precipitano due coil al porto: «Tragedia sfiorata». Sindacati contro Marcegaglia

L’episodio è passato sotto silenzio: Cgil, Cisl e Uil denunciano
il comportamento dell’azienda sulle procedure di carico e scarico

Un «gravissimo» incidente tenuto sotto silenzio dall’azienda. La denuncia arriva dai segretari generali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Ravenna e l’accusa è rivolta alla Marcegaglia. L’episodio risalirebbe a domenica, 11 settembre, quando al terminal Marcegaglia del porto di Ravenna sarebbero caduti due coil da 50 tonnellate da un’altezza di 10 metri durante le operazioni di scarico di una nave, svolte da lavori della stessa Marcegaglia. «La caduta miracolosamente non si è tradotta in tragedia umana», scrivono i sindacati, che aggiungono: «A quanto pare l’accaduto non ha trovato, a oggi, alcuna comunicazione ufficiale, nemmeno all’ufficio sicurezza dell’Autorità portuale, da parte dell’impresa, come invece espressamente
previsto dalla legislazione vigente. La notizia – continua la nota dei sindacati –, stranamente, non è ancora resa nota dall’azienda, non vorremmo trovarci in terra di nessuno  chee si cercasse in tutti i modi di sottacere la gravità dell’episodio».

Le sollecitazioni formali e ufficiali degli Rls (Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) del porto di Ravenna, effettuate sulla base
dei protocolli sottoscritti (anche con la Confindustria ravennate), secondo i sindacati, «non hanno avuto esiti, né riscontri, neanche sul versante obbligatorio delle comunicazioni per avvenuto incidente».

Negli scorsi mesi, a più riprese, gli Rls avevano denunciato gravi inadempienze da parte di Marcegaglia relativamente «alla totale indisponibilità alla verifica delle procedure di carico e scarico delle navi».

«La materia – assicurano i sindacati – verrà discussa anche al tavolo della Prefettura nei prossimi giorni».

Precipitano due coil al porto: «Tragedia sfiorata». Sindacati contro Marcegaglia

L’episodio è passato sotto silenzio: Cgil, Cisl e Uil denunciano il comportamento dell’azienda sulle procedure di carico e scarico

Un «gravissimo» incidente tenuto sotto silenzio dall’azienda. La denuncia arriva dai segretari generali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Ravenna e l’accusa è rivolta alla Marcegaglia. L’episodio risalirebbe a domenica, 11 settembre, quando al terminal Marcegaglia del porto di Ravenna sarebbero caduti due coil da 50 tonnellate da un’altezza di 10 metri durante le operazioni di scarico di una nave, svolte da lavori della stessa Marcegaglia. «La caduta miracolosamente non si è tradotta in tragedia umana», scrivono i sindacati, che aggiungono: «A quanto pare l’accaduto non ha trovato, a oggi, alcuna comunicazione ufficiale, nemmeno all’ufficio sicurezza dell’Autorità portuale, da parte dell’impresa, come invece espressamente
previsto dalla legislazione vigente. La notizia – continua la nota dei sindacati –, stranamente, non è ancora resa nota dall’azienda, non vorremmo trovarci in terra di nessuno  chee si cercasse in tutti i modi di sottacere la gravità dell’episodio».

Le sollecitazioni formali e ufficiali degli Rls (Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) del porto di Ravenna, effettuate sulla base
dei protocolli sottoscritti (anche con la Confindustria ravennate), secondo i sindacati, «non hanno avuto esiti, né riscontri, neanche sul versante obbligatorio delle comunicazioni per avvenuto incidente».

Negli scorsi mesi, a più riprese, gli Rls avevano denunciato gravi inadempienze da parte di Marcegaglia relativamente «alla totale indisponibilità alla verifica delle procedure di carico e scarico delle navi».

«La materia – assicurano i sindacati – verrà discussa anche al tavolo della Prefettura nei prossimi giorni».

Dalle bombette pugliesi alle specialità del Perù: ecco la festa del cibo di strada

In Darsena a Ravenna da venerdì 16 a domenica 18 settembre

Tutto pronto in Darsena per “48122 Ravenna Street Festival”, la manifestazione organizzata da Evoluzione Darwin by SGP, in collaborazione con il Comune, e dedicata al cibo di strada. Da venerdì 16 a domenica 18 settembre, alla Darsena di Ravenna sarà possibile gustare le prelibatezze della tradizione gastronomica di strada italiana ed estera, preparate sul momento da coloratissimi camioncini, vere e proprie cucine itineranti, i cosiddetti food truck.

La manifestazione sarà per la prima volta ospitata a Ravenna e proporrà – assicurano gli organizzatori – prodotti «genuini, freschi, biologici e spesso a km 0, con un’attenzione particolare per la qualità e il territorio di provenienza». Oltre a classici dello street food come il lampredotto fiorentino, gli arrosticini abruzzesi, l’hamburger di chianina o le olive all’ascolana, si potranno assaggiare piatti tipici regionali meno diffusi come le bombette di Martina Franca o il panino con il polpo alla brace, e non mancheranno specialità più sfiziose come il fish burger o il cartoccio di zucchine e calamari fritti, preparati da un truck pluripremiato che utilizza pesce fresco pescato dalla barca di famiglia.

Ampia anche la scelta dedicata a vegetariani e vegani, con truck specializzati in piatti a base di verdura, o agli intolleranti, che potranno soddisfare le proprie esigenze. Il tour del gusto di questo festival varca poi anche i confini nazionali, approdando in Perù, con ceviche (a base di pesce), lomo saltado (piatto unico a base di carne di manzo, tagliata a striscioline e saltata in padella con cipolla e peperoni) e causa rellena, con patate e pollo. Per terminare il pasto nel migliore dei modi, cupcakes, bomboloni, cannoli e gelati. A completamento dell’offerta, truck dedicati spilleranno birre di varie tipologie, anche senza glutine.

Qui sotto tra gli allegati la lista in Pdf di tutti i truck presenti con le specialità in vendita durante la tre giorni di festival.

Dalle bombette pugliesi alle specialità del Perù: ecco la festa del cibo di strada

In Darsena a Ravenna da venerdì 16 a domenica 18 settembre

Tutto pronto in Darsena per “48122 Ravenna Street Festival”, la manifestazione organizzata da Evoluzione Darwin by SGP, in collaborazione con il Comune, e dedicata al cibo di strada. Da venerdì 16 a domenica 18 settembre, alla Darsena di Ravenna sarà possibile gustare le prelibatezze della tradizione gastronomica di strada italiana ed estera, preparate sul momento da coloratissimi camioncini, vere e proprie cucine itineranti, i cosiddetti food truck.

La manifestazione sarà per la prima volta ospitata a Ravenna e proporrà – assicurano gli organizzatori – prodotti «genuini, freschi, biologici e spesso a km 0, con un’attenzione particolare per la qualità e il territorio di provenienza». Oltre a classici dello street food come il lampredotto fiorentino, gli arrosticini abruzzesi, l’hamburger di chianina o le olive all’ascolana, si potranno assaggiare piatti tipici regionali meno diffusi come le bombette di Martina Franca o il panino con il polpo alla brace, e non mancheranno specialità più sfiziose come il fish burger o il cartoccio di zucchine e calamari fritti, preparati da un truck pluripremiato che utilizza pesce fresco pescato dalla barca di famiglia.

Ampia anche la scelta dedicata a vegetariani e vegani, con truck specializzati in piatti a base di verdura, o agli intolleranti, che potranno soddisfare le proprie esigenze. Il tour del gusto di questo festival varca poi anche i confini nazionali, approdando in Perù, con ceviche (a base di pesce), lomo saltado (piatto unico a base di carne di manzo, tagliata a striscioline e saltata in padella con cipolla e peperoni) e causa rellena, con patate e pollo. Per terminare il pasto nel migliore dei modi, cupcakes, bomboloni, cannoli e gelati. A completamento dell’offerta, truck dedicati spilleranno birre di varie tipologie, anche senza glutine.

Qui sotto tra gli allegati la lista in Pdf di tutti i truck presenti con le specialità in vendita durante la tre giorni di festival.

Il Mar riparte dalla Biennale del mosaico Grandi mostre invece in stand by

La priorità del 2017 sarà il rilancio in chiave internazionale della
manifestazione dedicata all’arte musiva. In arrivo un curatore a tempo

Nel 2002 divenne un’Istituzione del Comune e il Museo d’Arte della città di Ravenna (noto ai più semplicemente come Mar, in via di Roma), già sede della pinacoteca comunale, rilanciò l’attività espositiva seguendo la tendenza delle grandi mostre esplosa a fine anni novanta anche in Italia. Ora il Mar, chiuso un ciclo di circa 13 anni sotto la guida di Claudio Spadoni, prima come direttore artistico e poi come consulente esterno (vedi intervista tra gli articoli correlati), si trova di fronte a un’altra svolta della propria storia. Complice il cambio del governo della città, mentre nella vicina Forlì è stata già presentata come da tradizione quella del prossimo anno, a Ravenna una grande mostra come comunemente intesa non ci sarà: mancano ormai i tempi tecnici per realizzarla, non essendo peraltro ancora stato individuato un nuovo curatore artistico. In questi ultimi anni a finanziare la mostra è stata la Fondazione della Cassa di Risparmio (il Comune si faceva carico della struttura e dei costi fissi), con cui la nuova giunta avrà un confronto in ottobre, quando dovrebbe essere anche nominato il successore dell’attuale presidente della fondazione bancaria, Lanfranco Gualtieri.

Sulla base anche delle risorse disponibili verrà comunque allestito un calendario di attività espositiva, con il 2017 che sarà però caratterizzato in particolare dalla nuova edizione della Biennale del mosaico, che il sindaco dichiara di voler rilanciare in grande stile. La prossima sarà la quinta edizione e pare che nulla sarà come prima. «Rivoluzioneremo la Biennale che in questi anni ha goduto di risorse troppo scarse – assicura De Pascale –, investiremo significativamente su questo evento che rappresenta una delle vocazioni della nostra città (il paragone del sindaco è quello con Argillà, grande evento dedicato alla ceramica appena conclusasi a Faenza, ndr), lo faremo con un comitato scientifico di livello internazionale e il coinvolgimento forte dei mosaicisti, per una manifestazione dal richiamo internazionale. E il ruolo del Mar (che ospita come noto anche il Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, ndr) diventerà ancora più forte e sarà fondamentale». Nelle intenzioni di De Pascale c’è quindi quella di programmare tre edizioni della Biennale di alto livello in questa sua legislatura (2017, 2019 e 2021, anno in cui Ravenna tornerà al voto), puntando magari su grandi mostre – che in campagna elettorale De Pascale aveva comunque promesso di implementare – negli anni restanti (il 2018 e il 2020), sulla base anche delle risorse disponibili, con la speranza di poterne avere di più a disposizione anche grazie alla nuova Fondazione che si dovrebbe occupare della gestione del patrimonio artistico e culturale di Ravenna (vedi articoli correlati).

Ma quindi – è la domanda che sorge spontanea – non ci sarà un vero e proprio successore di Spadoni? «In ottobre avremo le idee più chiare sul prossimo biennio, mi pare normale un momento di incertezza in questo periodo di passaggio di consegne – si giustifica il sindaco –. Nel mondo dell’arte credo comunque siano normali avvicendamenti nella curatela scientifica: sicuramente avremo un nuovo curatore, magari un incarico biennale o triennale per un’attività che non si deve misurare con il numero di ingressi, ma in grado di mettere in campo una programmazione di qualità a partire dal mosaico ma che valorizzi anche la pittura, la fotografia, le arti visive in generale».

Il Mar riparte dalla Biennale del mosaico Grandi mostre invece in stand by

La priorità del 2017 sarà il rilancio in chiave internazionale della
manifestazione dedicata all’arte musiva. In arrivo un curatore a tempo

Nel 2002 divenne un’Istituzione del Comune e il Museo d’Arte della città di Ravenna (noto ai più semplicemente come Mar, in via di Roma), già sede della pinacoteca comunale, rilanciò l’attività espositiva seguendo la tendenza delle grandi mostre esplosa a fine anni novanta anche in Italia. Ora il Mar, chiuso un ciclo di circa 13 anni sotto la guida di Claudio Spadoni, prima come direttore artistico e poi come consulente esterno (vedi intervista tra gli articoli correlati), si trova di fronte a un’altra svolta della propria storia. Complice il cambio del governo della città, mentre nella vicina Forlì è stata già presentata come da tradizione quella del prossimo anno, a Ravenna una grande mostra come comunemente intesa non ci sarà: mancano ormai i tempi tecnici per realizzarla, non essendo peraltro ancora stato individuato un nuovo curatore artistico. In questi ultimi anni a finanziare la mostra è stata la Fondazione della Cassa di Risparmio (il Comune si faceva carico della struttura e dei costi fissi), con cui la nuova giunta avrà un confronto in ottobre, quando dovrebbe essere anche nominato il successore dell’attuale presidente della fondazione bancaria, Lanfranco Gualtieri.

Sulla base anche delle risorse disponibili verrà comunque allestito un calendario di attività espositiva, con il 2017 che sarà però caratterizzato in particolare dalla nuova edizione della Biennale del mosaico, che il sindaco dichiara di voler rilanciare in grande stile. La prossima sarà la quinta edizione e pare che nulla sarà come prima. «Rivoluzioneremo la Biennale che in questi anni ha goduto di risorse troppo scarse – assicura De Pascale –, investiremo significativamente su questo evento che rappresenta una delle vocazioni della nostra città (il paragone del sindaco è quello con Argillà, grande evento dedicato alla ceramica appena conclusasi a Faenza, ndr), lo faremo con un comitato scientifico di livello internazionale e il coinvolgimento forte dei mosaicisti, per una manifestazione dal richiamo internazionale. E il ruolo del Mar (che ospita come noto anche il Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, ndr) diventerà ancora più forte e sarà fondamentale». Nelle intenzioni di De Pascale c’è quindi quella di programmare tre edizioni della Biennale di alto livello in questa sua legislatura (2017, 2019 e 2021, anno in cui Ravenna tornerà al voto), puntando magari su grandi mostre – che in campagna elettorale De Pascale aveva comunque promesso di implementare – negli anni restanti (il 2018 e il 2020), sulla base anche delle risorse disponibili, con la speranza di poterne avere di più a disposizione anche grazie alla nuova Fondazione che si dovrebbe occupare della gestione del patrimonio artistico e culturale di Ravenna (vedi articoli correlati).

Ma quindi – è la domanda che sorge spontanea – non ci sarà un vero e proprio successore di Spadoni? «In ottobre avremo le idee più chiare sul prossimo biennio, mi pare normale un momento di incertezza in questo periodo di passaggio di consegne – si giustifica il sindaco –. Nel mondo dell’arte credo comunque siano normali avvicendamenti nella curatela scientifica: sicuramente avremo un nuovo curatore, magari un incarico biennale o triennale per un’attività che non si deve misurare con il numero di ingressi, ma in grado di mettere in campo una programmazione di qualità a partire dal mosaico ma che valorizzi anche la pittura, la fotografia, le arti visive in generale».

Ispezione al ristorante giapponese Stop alla vendita di pesce crudo

I controlli dei carabinieri del Nas hanno trovato in frigo alimenti non sottoposti al trattamento richiesto

Nei frigoriferi del ristorante c’era pesce destinato alla preparazione di piatti da consumarsi crudi, che non era stato sottoposto ai trattamenti richiesti: l’intervento dei carabinieri nel Nas (nucleo antisofisticazioni e sanità) ha portato alla sospensione immediata di ogni attività di preparazione e somministrazione di pesce crudo per il ristorante Fuji di via Trieste a Ravenna. Il controllo dell’Arma si è svolto ieri, 12 settembre, nei locali di fronte al Pala De Andrè dove da poco si era trasferito il ristorante.

«Lavori in ritardo in piazza Kennedy ma dal Comune nessuna spiegazione»

Confesercenti contro gli annunci dell’assessore che parlava di area fruibile da giugno: «Invece nemmeno per la Notte Oro»

«Il 7 aprile l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Roberto Fagnani, aveva dato rassicurazioni ai commercanti attorno a piazza Kennedy circa l’apertura di buona parte dell’area da giugno. Le aziende si erano organizzate per quei tempi e invece non si sarà pronti neanche per la Notte Oro». La Confesercenti prova di nuovo ad alzare la voce con il Comune di Ravenna per i ritardi nella conclusione del cantiere che sta trasformando un parcheggio da 130 posti in una piazza pedonale. Le ultime dichiarazioni fatte dall’assessore mettevano in calendario la riapertura per ottobre, senza precisazioni sulle date: «Il Comune a suo tempo aveva accolto la richiesta di ridurre alcune tariffe locali alle imprese coinvolte e ora, a fronte dei nuovi pesanti ritardi e dei gravi danni subiti, chiediamo che dia un contributo straordinario a chi è stato costretto a chiudere o sospendere la propria attività per responsabilità non sue».

L’uscita pubblica di Confesercenti, attraverso il presidente comunale Gianluca Gasperoni, arriva dopo l’allarme lanciato dal Fellini, locale che da tredici anni anima la piazza e che dopo la chiusura estiva ha deciso di non riaprire quotidianamente per mancanza di clientela: «Pensavamo che ci sarebbe stata qualche risposta in merito dopo la triste notizia del Fellini. Le associazioni di categoria e gli operatori interessati sono stati convocati invece dal Comune con inspiegabile ritardo per la serata del 3 ottobre per conoscere lo stato dei lavori e i bandi relativi ai chioschi da installare. Non si può né toppare né scherzare sui problemi e sulla pelle delle imprese e delle loro gestioni».

Le rondini giganti di Cracking Art all’Oriani per una raccolta fondi

L’installazione artistica nel giardino della biblioteca in occasione della mostra dedicata al volto di Dante: in vendita le riproduzioni

Uno stormo di rondini giganti e colorate ha invaso il giardino della biblioteca Oriani nel centro storico di Ravenna. Si tratta dell’installazione di Cracking Art, gruppo artistico nato a Biella nel 1993 e diventato paladino della rigenerazione dell’arte antica attraverso le potenzialità di quella contemporanea. Le installazioni realizzate in plastica rigenerabile sono infatti affiancate da una raccolta fondi attraverso la vendita di riproduzioni delle sculture in piccole dimensioni e il ricavato viene devoluto per il restauro del monumento o del luogo invaso.

L’invasione della Oriani arriva dopo le esperienze alla Reggia di Caserta, al Portico di San Luca a Bologna e alla chiesa Notre-Dame di Calais nell’ambito del Settembre Dantesco che prevede la mostra idDante dedicata al volto del Sommo Poeta (vedi articoli correlati). Le sculture di piccole dimensioni raffiguranti rondini in volo, saranno acquistabili al Caffè Letterario di via Diaz 26 e il ricavato sarà donato alla Oriani per la digitalizzazione di saggi ed opere dantesche di inizio ‘900 oggi non consultabili.

«Quando parliamo di rondini nel nostro immaginario collettivo – spiega Kicco, artista del gruppo Cracking Art – le immaginiamo in volo, in un continuo viaggio. Per noi invece era significativo rappresentarle appoggiate al suolo, in un momento di intima riflessione. Per questo abbiamo accettato l’invito dell’ideatore di Id Dante, Marco Miccoli e della curatrice Maria Vittoria Baravelli, a collocarle in prossimità della tomba di Dante Alighieri. In una società come quella attuale, incredibilmente dinamica e fluida, in cui il pensiero e le idee viaggiano senza tregua, qui le rondini sostano e ci invitano a trarre ispirazione dal genio dantesco, dall’eco di quell’uomo che ha da sempre formato la storia e la cultura italiana».

Le rondini giganti di Cracking Art all’Oriani per una raccolta fondi

L’installazione artistica nel giardino della biblioteca in occasione della mostra dedicata al volto di Dante: in vendita le riproduzioni

Uno stormo di rondini giganti e colorate ha invaso il giardino della biblioteca Oriani nel centro storico di Ravenna. Si tratta dell’installazione di Cracking Art, gruppo artistico nato a Biella nel 1993 e diventato paladino della rigenerazione dell’arte antica attraverso le potenzialità di quella contemporanea. Le installazioni realizzate in plastica rigenerabile sono infatti affiancate da una raccolta fondi attraverso la vendita di riproduzioni delle sculture in piccole dimensioni e il ricavato viene devoluto per il restauro del monumento o del luogo invaso.

L’invasione della Oriani arriva dopo le esperienze alla Reggia di Caserta, al Portico di San Luca a Bologna e alla chiesa Notre-Dame di Calais nell’ambito del Settembre Dantesco che prevede la mostra idDante dedicata al volto del Sommo Poeta (vedi articoli correlati). Le sculture di piccole dimensioni raffiguranti rondini in volo, saranno acquistabili al Caffè Letterario di via Diaz 26 e il ricavato sarà donato alla Oriani per la digitalizzazione di saggi ed opere dantesche di inizio ‘900 oggi non consultabili.

«Quando parliamo di rondini nel nostro immaginario collettivo – spiega Kicco, artista del gruppo Cracking Art – le immaginiamo in volo, in un continuo viaggio. Per noi invece era significativo rappresentarle appoggiate al suolo, in un momento di intima riflessione. Per questo abbiamo accettato l’invito dell’ideatore di Id Dante, Marco Miccoli e della curatrice Maria Vittoria Baravelli, a collocarle in prossimità della tomba di Dante Alighieri. In una società come quella attuale, incredibilmente dinamica e fluida, in cui il pensiero e le idee viaggiano senza tregua, qui le rondini sostano e ci invitano a trarre ispirazione dal genio dantesco, dall’eco di quell’uomo che ha da sempre formato la storia e la cultura italiana».

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