giovedì
11 Settembre 2025

Un defibrillatore per Marina di Ravenna grazie anche all’associazione Flower

Gli assessori allo Sport e al Turismo del Comune di Ravenna, rispettivamente Roberto Fagnani e Giacomo Costantini, insieme a Federica Lisi (moglie del compianto Vigor Bovolenta, il campione di pallavolo morto sul campo a 37 anni) hanno incontrato questa mattina in municipio alcuni operatori di Marina di Ravenna che hanno donato all’associazione “Noi non ci lasceremo mai”, fondata dalla stessa Lisi, mille euro per l’acquisto di un defibrillatore, che sarà messo a servizio della località di Marina di Ravenna.

Era presente Michael Landini, presidente dell’associazione Marina Flower, in rappresentanza dei tanti operatori che hanno sostenuto l’iniziativa, supportata in particolare dai titolari di Mowa, Matilda, Pilar e Fanti; in rappresentanza di quest’ultimo locale era presente Michele Giangrandi.

Presente anche Francesca Bornazzini, della clinica San Francesco, partner dell’associazione “Noi non ci lasceremo mai” per quanto riguarda il supporto medico.

Il defibrillatore sarà il primo acquistato nell’ambito di #Sedicicuore, uno dei progetti dell’associazione onlus “Noi non ci lasceremo mai”, che ha come obiettivo la protezione cardiologica, la prevenzione sanitaria e la sensibilizzazione al tema della salute.

La raccolta fondi per defibrillatori destinati alla cardioprotezione della costa continuerà durante il “Weekend del Cuore”: 22, 23, e 24 luglio a Marina di Ravenna.

Ecco le liste per la nuova Provincia Il Presidente sarà il sindaco De Pascale

Tra i candidati consiglieri del centrosinistra anche Spadoni dell’Udc

Sono state presentate entro i termini e convalidate le liste di centrosinistra e di centrodestra dei candidati per l’elezione del nuovo consiglio provinciale. Come noto, la Provincia è stata trasformata in un ente di secondo livello dall’inizio del 2015 e non ci saranno più le elezioni dirette: i 12 nuovi consiglieri e il Presidente verranno scelti sulla base del voto (in programma il 3 agosto) dei sindaci e dei consiglieri dei 18 Comuni della provincia di Ravenna.

Il nuovo Presidente della Provincia sarà Michele de Pascale, segretario provinciale del Pd, da poco eletto sindaco di Ravenna. La formula delle elezioni non consente infatti sorprese e il centrodestra non ha neppure presentato un candidato alternativo ma solo i candidati consiglieri, che sono: Jacopo Berti, Rosanna Biondi, Annarosa Tarroni e Learco Vittorio Tavoni della Lega Nord, Oriano Casadio e Donatell Donati di Forza Italia, Martino Mazzoli di Libera Russi ed Eliana Panfiglio della lista civica Ripuliamo Conselice.

Tra i 12 candidati consiglieri del centrosinistra invece troviamo anche uno storico oppositore del centrodestra, Gianfranco Spadoni dell’Udc, insieme a Fiorenza Campidelli, Maria Luisa Martinez, Daniele Perini, Giannantonio Mingozzi, Angela Rossetti, Angela Scardovi, Patrizia Strocchi e i sindaci Luca Coffari, Giovanni Malpezzi, Paola Pula e Davide Ranalli.

Il presidente della provincia resterà in carica quattro anni, il consiglio provinciale solo due. Sia il presidente che i membri del consiglio provinciale e dell’assemblea dei sindaci non percepiranno un compenso per questo incarico, e lavoreranno a titolo gratuito.

La Provincia continuerà a occuparsi (restando alle competenze fondamentali) di tutela dell’ambiente, gestione delle strade provinciali, pianificazione del territorio, trasporto pubblico e gestione dell’edilizia scolastica

«Le Province – è il commento del sindaco Michele de Pascale – stanno attraversando una situazione molto complessa ed è necessario lavorare per garantire i servizi fondamentali, tutelare il personale e tenere unito e coeso il nostro territorio, dunque servirà la collaborazione e la partecipazione di tutte le forze politiche, anche in maniera trasversale. Con questo spirito ho aperto la lista che mi sostiene alle proposte di candidatura che mi sono pervenute da amministratori comunali di ogni parte della provincia e anche da esponenti di liste civiche che non si riconoscono in alcuno schieramento o coalizione. Sono onorato che da parte di tutti i territori mi sia giunta la richiesta di guidare questa delicata fase.
In questa mia candidatura mi rivolgo a tutti gli amministratori della nostra provincia, a prescindere dalla loro collocazione politica, affinché si possa affrontare insieme una fase così difficile e dare peso e forza al nostro territorio in Romagna e nei rapporti con la Regione e con il Governo».

A Cervia mostra di Cna curata da Claudio Spadoni

“Per vie diverse”, tutti i giorni fino al 28 agosto  

Francesco BocchiniVenerdì 15 luglio, alle ore 19, ai Magazzini del Sale di Cervia inaugura la mostra “Per vie diverse”, dedicata a tre dei più rappresentativi artisti della nostra regione, che hanno concorso – per usare le parole del curatore Claudio Spadoni – a un’avanguardia del “nuovo”: Vittorio D’Augusta, Francesco Bocchini e Francesca Pasquali.

La mostra è realizzata grazie al contributo della Cna provinciale di Ravenna, in collaborazione con il Comune di Cervia.

“Per vie diverse” sarà visitabile dal 15 luglio al 28 agosto, tutti i giorni dalle ore 20 alle 24.

D'Augusta«Questi tre artisti – spiega il critico d’arte Claudio Spadoni, reduce dalla sua esperienza decennale al Mar di Ravenna – pur partendo da una comune area geografica, documentano come le loro diverse, personalissime vie, si caratterizzino con una inconfondibile specificità di accenti entro le molteplici diramazioni di quella “tradizione del nuovo“ che ha contraddistinto l’arte internazionale da oltre mezzo secolo».

Tre figure dell’arte di oggi, emblema non solo di tre generazioni diverse, ma anche di tre diverse scelte operative.
D’Augusta, originario di Fiume ma dal 1948 riminese d’adozione, per molto tempo è stato docente quindi direttore dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna; nella sua lunga e prestigiosa carriera artistica annovera la partecipazione, nei primissimi anni Ottanta, al gruppo dei ‘Nuovi Nuovi’ sostenuti criticamente da Renato Barilli, in parallelo con la Transavanguardia di Bonito Oliva e gli “Anacronisti“ seguiti da Calvesi, Mussa, Tomassoni. «Romagnolo anche d’origine, in particolare di Cesena, è Francesco Bocchini di una trentina d’anni più giovane di D’Augusta  – precisa Spadoni – che dalla sua terra natale non ha voluto allontanarsi, restandosene appartato nella sua singolare fucina-laboratorio, per apparire comunque in mostre in prestigiose istituzioni e gallerie, in Italia e all’estero». Francesca Pasquali, bolognese di nascita, è tra le più brillanti figure dell’ultima generazione, di cui interpreta perfettamente anche la propensione a dividersi fra diverse città, nel suo caso Bologna a Firenze e Parigi, con un curriculum sempre più marcatamente internazionale».

«Dal lavoro pittorico di D’Augusta, insieme molto colto, profondo e di sensibilissima raffinatezza; alle costruzioni metalliche di Bocchini, all’apparenza rudimentali, in realtà sapientemente ludiche e beffardamente paradossali; alle composizioni della Pasquali, fatte di materiali plastici spesso di scarto industriale, che si trasformano in sorprendenti, spettacolari assemblaggi: tre diverse vie di una creatività senza confini ammirabili e confrontabili in un’unica e importante esposizione» conclude Claudio Spadoni.

Piazza Kennedy pronta solo in ottobre E gli scavi archeologici verranno chiusi

Il cantiere terminerà con alcuni mesi di ritardo rispetto alle promesse
Ma entro luglio saranno terminati i bagni pubblici su via D’Azeglio

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci aveva dichiarato che sarebbe stata inaugurata in giugno e che avrebbe ospitato una vera e propria area archeologica. In realtà sarà pronta solo in ottobre e gli scavi archeologici saranno alla fine ricoperti del tutto.

Si tratta di piazza Kennedy, l’ex parcheggio più utilizzato del centro storico che sta per essere definitivamente trasformato in una nuova piazza pedonale di Ravenna.

I lavori di riqualificazione – che hanno portato alla luce quasi subito reperti ricollegabili in parte all’antica chiesa di Sant’Agnese – erano iniziati il 22 giugno 2015 con la promessa da parte dell’Amministrazione, ribadita più volte anche poche settimane prima del termine, di completarli in un anno e inaugurare così la nuova piazza il mese scorso. Al momento è stato invece riaperto solo il piccolo passaggio pedonale di fronte al restaurato Palazzo Rasponi delle Teste, mentre il resto della piazza (la quasi totalità, quindi) è ancora un grande cantiere (la foto in alto è di inizio luglio).

Entro questo mese verranno però terminati i tanto attesi bagni pubblici, che in centro a Ravenna scarseggiano, la pensilina per la fermata dell’autobus e il chiosco dell’edicola (che in questi mesi si è trasferita solo di pochi metri), sul lato che si affaccia su via D’Azeglio (che resterà come noto transitabile in auto), mentre la piazza – assicura l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, ammettendo i ritardi – verrà restituita completamente alla città entro il mese di ottobre. Senza – appare ormai certo – che venga realizzata alcuna area archeologica. I reperti emersi nel corso del cantiere (di scarso valore, se non come testimonianza storica, secondo la Soprintendenza) verranno, nel caso si ritenesse utile, valorizzati altrove (nel vicino palazzo Rasponi?), mentre magari ci penserà una targa o un cartello di informazioni turistiche a ricordare il luogo del ritrovamento, dove era comunque già prevista la realizzazione di un piccolo intervento testimoniale con l’utilizzo delle colonne originali della chiesa di Sant’Agnese, al fine di tracciarne il suo perimetro nella nuova piazza Kennedy.

Per quanto riguarda nel dettaglio il progetto, l’area verrà pavimentata in pietra di Luserna, la stessa di piazza del Popolo, e saranno presenti alcuni chioschi di vendita (fiori e street food), oltre alle due aree attrezzate per eventi (con una capienza complessiva di 600 persone) e una sorta di salotto verde con alberi e sedute di fronte a palazzo Rasponi delle Teste.

Si tratta di un investimento di circa 1,2 milioni di euro, a carico della fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I lavori sono stati assegnati al Consorzio Artigiani Romagnolo di Rimini che da contratto scopriamo ha comunque tempo fino a fine anno per terminare l’intervento senza incorrere in penali. Il Comune ha comunque previsto in questi mesi per i commercianti della zona danneggiati dal cantiere l’applicazione di agevolazioni fiscali, come richiesto dalle associazioni di categoria.

Piazza Kennedy pronta solo in ottobre E gli scavi archeologici verranno chiusi

Il cantiere terminerà con alcuni mesi di ritardo rispetto alle promesse
Ma entro luglio saranno terminati i bagni pubblici su via D’Azeglio

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci aveva dichiarato che sarebbe stata inaugurata in giugno e che avrebbe ospitato una vera e propria area archeologica. In realtà sarà pronta solo in ottobre e gli scavi archeologici saranno alla fine ricoperti del tutto.

Si tratta di piazza Kennedy, l’ex parcheggio più utilizzato del centro storico che sta per essere definitivamente trasformato in una nuova piazza pedonale di Ravenna.

I lavori di riqualificazione – che hanno portato alla luce quasi subito reperti ricollegabili in parte all’antica chiesa di Sant’Agnese – erano iniziati il 22 giugno 2015 con la promessa da parte dell’Amministrazione, ribadita più volte anche poche settimane prima del termine, di completarli in un anno e inaugurare così la nuova piazza il mese scorso. Al momento è stato invece riaperto solo il piccolo passaggio pedonale di fronte al restaurato Palazzo Rasponi delle Teste, mentre il resto della piazza (la quasi totalità, quindi) è ancora un grande cantiere (la foto in alto è di inizio luglio).

Entro questo mese verranno però terminati i tanto attesi bagni pubblici, che in centro a Ravenna scarseggiano, la pensilina per la fermata dell’autobus e il chiosco dell’edicola (che in questi mesi si è trasferita solo di pochi metri), sul lato che si affaccia su via D’Azeglio (che resterà come noto transitabile in auto), mentre la piazza – assicura l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, ammettendo i ritardi – verrà restituita completamente alla città entro il mese di ottobre. Senza – appare ormai certo – che venga realizzata alcuna area archeologica. I reperti emersi nel corso del cantiere (di scarso valore, se non come testimonianza storica, secondo la Soprintendenza) verranno, nel caso si ritenesse utile, valorizzati altrove (nel vicino palazzo Rasponi?), mentre magari ci penserà una targa o un cartello di informazioni turistiche a ricordare il luogo del ritrovamento, dove era comunque già prevista la realizzazione di un piccolo intervento testimoniale con l’utilizzo delle colonne originali della chiesa di Sant’Agnese, al fine di tracciarne il suo perimetro nella nuova piazza Kennedy.

Per quanto riguarda nel dettaglio il progetto, l’area verrà pavimentata in pietra di Luserna, la stessa di piazza del Popolo, e saranno presenti alcuni chioschi di vendita (fiori e street food), oltre alle due aree attrezzate per eventi (con una capienza complessiva di 600 persone) e una sorta di salotto verde con alberi e sedute di fronte a palazzo Rasponi delle Teste.

Si tratta di un investimento di circa 1,2 milioni di euro, a carico della fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I lavori sono stati assegnati al Consorzio Artigiani Romagnolo di Rimini che da contratto scopriamo ha comunque tempo fino a fine anno per terminare l’intervento senza incorrere in penali. Il Comune ha comunque previsto in questi mesi per i commercianti della zona danneggiati dal cantiere l’applicazione di agevolazioni fiscali, come richiesto dalle associazioni di categoria.

Piazza Kennedy pronta solo in ottobre E gli scavi archeologici verranno chiusi

Il cantiere terminerà con alcuni mesi di ritardo rispetto alle promesse
Ma entro luglio saranno terminati i bagni pubblici su via D’Azeglio

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci aveva dichiarato che sarebbe stata inaugurata in giugno e che avrebbe ospitato una vera e propria area archeologica. In realtà sarà pronta solo in ottobre e gli scavi archeologici saranno alla fine ricoperti del tutto.

Si tratta di piazza Kennedy, l’ex parcheggio più utilizzato del centro storico che sta per essere definitivamente trasformato in una nuova piazza pedonale di Ravenna.

I lavori di riqualificazione – che hanno portato alla luce quasi subito reperti ricollegabili in parte all’antica chiesa di Sant’Agnese – erano iniziati il 22 giugno 2015 con la promessa da parte dell’Amministrazione, ribadita più volte anche poche settimane prima del termine, di completarli in un anno e inaugurare così la nuova piazza il mese scorso. Al momento è stato invece riaperto solo il piccolo passaggio pedonale di fronte al restaurato Palazzo Rasponi delle Teste, mentre il resto della piazza (la quasi totalità, quindi) è ancora un grande cantiere (la foto in alto è di inizio luglio).

Entro questo mese verranno però terminati i tanto attesi bagni pubblici, che in centro a Ravenna scarseggiano, la pensilina per la fermata dell’autobus e il chiosco dell’edicola (che in questi mesi si è trasferita solo di pochi metri), sul lato che si affaccia su via D’Azeglio (che resterà come noto transitabile in auto), mentre la piazza – assicura l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, ammettendo i ritardi – verrà restituita completamente alla città entro il mese di ottobre. Senza – appare ormai certo – che venga realizzata alcuna area archeologica. I reperti emersi nel corso del cantiere (di scarso valore, se non come testimonianza storica, secondo la Soprintendenza) verranno, nel caso si ritenesse utile, valorizzati altrove (nel vicino palazzo Rasponi?), mentre magari ci penserà una targa o un cartello di informazioni turistiche a ricordare il luogo del ritrovamento, dove era comunque già prevista la realizzazione di un piccolo intervento testimoniale con l’utilizzo delle colonne originali della chiesa di Sant’Agnese, al fine di tracciarne il suo perimetro nella nuova piazza Kennedy.

Per quanto riguarda nel dettaglio il progetto, l’area verrà pavimentata in pietra di Luserna, la stessa di piazza del Popolo, e saranno presenti alcuni chioschi di vendita (fiori e street food), oltre alle due aree attrezzate per eventi (con una capienza complessiva di 600 persone) e una sorta di salotto verde con alberi e sedute di fronte a palazzo Rasponi delle Teste.

Si tratta di un investimento di circa 1,2 milioni di euro, a carico della fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I lavori sono stati assegnati al Consorzio Artigiani Romagnolo di Rimini che da contratto scopriamo ha comunque tempo fino a fine anno per terminare l’intervento senza incorrere in penali. Il Comune ha comunque previsto in questi mesi per i commercianti della zona danneggiati dal cantiere l’applicazione di agevolazioni fiscali, come richiesto dalle associazioni di categoria.

Piazza Kennedy pronta solo in ottobre E gli scavi archeologici verranno chiusi

Il cantiere terminerà con alcuni mesi di ritardo rispetto alle promesse Ma entro luglio saranno terminati i bagni pubblici su via D’Azeglio

L’ex sindaco Fabrizio Matteucci aveva dichiarato che sarebbe stata inaugurata in giugno e che avrebbe ospitato una vera e propria area archeologica. In realtà sarà pronta solo in ottobre e gli scavi archeologici saranno alla fine ricoperti del tutto.

Si tratta di piazza Kennedy, l’ex parcheggio più utilizzato del centro storico che sta per essere definitivamente trasformato in una nuova piazza pedonale di Ravenna.

I lavori di riqualificazione – che hanno portato alla luce quasi subito reperti ricollegabili in parte all’antica chiesa di Sant’Agnese – erano iniziati il 22 giugno 2015 con la promessa da parte dell’Amministrazione, ribadita più volte anche poche settimane prima del termine, di completarli in un anno e inaugurare così la nuova piazza il mese scorso. Al momento è stato invece riaperto solo il piccolo passaggio pedonale di fronte al restaurato Palazzo Rasponi delle Teste, mentre il resto della piazza (la quasi totalità, quindi) è ancora un grande cantiere (la foto in alto è di inizio luglio).

Entro questo mese verranno però terminati i tanto attesi bagni pubblici, che in centro a Ravenna scarseggiano, la pensilina per la fermata dell’autobus e il chiosco dell’edicola (che in questi mesi si è trasferita solo di pochi metri), sul lato che si affaccia su via D’Azeglio (che resterà come noto transitabile in auto), mentre la piazza – assicura l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Roberto Fagnani, ammettendo i ritardi – verrà restituita completamente alla città entro il mese di ottobre. Senza – appare ormai certo – che venga realizzata alcuna area archeologica. I reperti emersi nel corso del cantiere (di scarso valore, se non come testimonianza storica, secondo la Soprintendenza) verranno, nel caso si ritenesse utile, valorizzati altrove (nel vicino palazzo Rasponi?), mentre magari ci penserà una targa o un cartello di informazioni turistiche a ricordare il luogo del ritrovamento, dove era comunque già prevista la realizzazione di un piccolo intervento testimoniale con l’utilizzo delle colonne originali della chiesa di Sant’Agnese, al fine di tracciarne il suo perimetro nella nuova piazza Kennedy.

Per quanto riguarda nel dettaglio il progetto, l’area verrà pavimentata in pietra di Luserna, la stessa di piazza del Popolo, e saranno presenti alcuni chioschi di vendita (fiori e street food), oltre alle due aree attrezzate per eventi (con una capienza complessiva di 600 persone) e una sorta di salotto verde con alberi e sedute di fronte a palazzo Rasponi delle Teste.

Si tratta di un investimento di circa 1,2 milioni di euro, a carico della fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I lavori sono stati assegnati al Consorzio Artigiani Romagnolo di Rimini che da contratto scopriamo ha comunque tempo fino a fine anno per terminare l’intervento senza incorrere in penali. Il Comune ha comunque previsto in questi mesi per i commercianti della zona danneggiati dal cantiere l’applicazione di agevolazioni fiscali, come richiesto dalle associazioni di categoria.

Spargono gas maleodorante per fingere un guasto e poi derubano gli anziani

Il repertorio dei truffatori si arricchisce: un finto poliziotto e un finto tecnico visitano le case segnalando il rischio esplosioni…

Si presentano alla porta di casa un poliziotto e un tecnico dei contatori e fanno notare la puzza nell’aria come una possibile fuga di gas con il rischio di esplosioni. È l’ultimo stratagemma che arricchisce il repertorio dei truffatori: nulla è vero ma serve solo per consigliare agli inquilini, di solito sono gli anziani presi di mira, di mettere al sicuro denaro e preziosi e approfittando di quei momenti li derubano.

La segnalazione di questa nuova modalità arriva dalla polizia che ha avuto modo di rilevare il diffondersi di raggiro che vede specialmente vittime le persone anziane. Uno indossa una divisa che sembra ricordare quella delle forze dell’ordine, con berretto e camicia di colore bianco, l’altro invece è vestito con una tuta da lavoro di colore arancione. Simulando un controllo dei contatori, chiedono alle vittime di poter verificare eventuali tracce di mercurio nell’acqua potabile. Durante il finto controllo, diffondono un gas maleodorante allo scopo di convincere le vittime che ci sia qualcosa che non va nel loro impianto idrico. Paventando possibili esplosioni suggeriscono ai malcapitati di mettere immediatamente al sicuro i beni materiali di proprietà, chiedendo loro notizie sulla loro consistenza e sull’eventuale presenza di casseforti.

Nel 2013 il divorzio da Audi e tre anni dopo la rinascita con Fca: la parabola di Ghetti

La concessionaria nata nel 1963 dal 15 luglio è la casa del brand italo-americano

Dall’inferno alla resurrezione in tre anni. È la parabola della concessionaria auto Ghetti a Ravenna. Nell’estate 2013 arrivò molto vicina a scomparire dal mercato dell’automotive quando Audi e Volkswagen se ne andarono. E invece domani, 15 luglio, celebrerà il traguardo del percorso di rinascita partito a gennaio 2014 come officina multimarca: ora è la nuova casa Fca sul territorio con tutti i marchi del gruppo, da Alfa Romeo a Fiat, da Lancia a Jeep, da Abarth a Fiat Professional.

La crisi del gruppo cominciò, come detto, con l’addio delle tedesche. Dalla nascita nel 1963, Ghetti era arrivata nel 2011 tra le prime venti concessionarie italiane del gruppo Vw con tremila auto vendute (tra nuove e usate) e un fatturato di 70 milioni di euro all’anno. I motivi del divorzio con Volkswagen rimasero ignoti al pubblico.

All’inizio del 2014 cominciò l’avventura Ghetti Multiservice. Un polo di assistenza globale, certificato dalle case mandanti, in grando di rivolgeri al maggior numero possibile di automobilisti: officina, carrozzeria, pneumatici, centro revisioni per Vw e Fiat. In totale undici marchi che coprivano circa il 50 percento del parco veicoli circolante. Nel 2015 Ghetti diventa concessionaria Fca con Lancia, Fiat Professional e Abart e poi Jeep. Ora nell’estate 2016 l’ulteriore consolidamento.

Attende la pausa sigaretta dello studente e gli ruba il computer: 15enne denunciato

Furto nelle aule della Classense. L’autore fa parte di una baby gang che si muove tra piazza Caduti e Marina

Ha atteso la pausa sigaretta dello studente che teneva d’occhio da ore e poi gli ha rubato il computer portatile. L’autore del furto compiuto alla biblioteca Classense di Ravenna è un 15enne che è stato denunciato dai carabinieri: è un volto già noto alle forze dell’ordine, componente di un gruppo di minorenni che si muovono tra piazza Caduti e Marina di Ravenna. La maggior parte di loro sono stati denunciati o in alcuni casi arrestati.

I militari hanno sospettato di lui appena una ragazza ha ricordato di averlo notato in biblioteca quel giorno. Il minorenne è stato riconosciuto grazie alle telecamere. A tradirlo il suo look particolare, sia nell’abbigliamento che nel taglio dei capelli. Studiando i filmati è stato possibile incastrarlo. Sono in corso indagini per verificare se nel luogo dove vive vi sia altra refurtiva.

Cmc compra azioni Sapir per 300mila euro e arriva allo 0,21 percento: «Investiamo nel territorio»

La coop di costruzioni è proprietaria di 52.201, al diciassettesimo posto su 182 soci.

«Siamo una società profondamente radicata nella comunità ravennate e pronta ad effettuare non solo investimenti in attività culturali e sportive, ma anche industriali per la valorizzazione del territorio», ha dichiarato Alfredo Fioretti, vicepresidente di Cmc (nella foto), all’indomani dell’acquisizione da parte della cooperativa di 44.420 azioni di Sapir detenute dalla Camera di Commercio di Bologna. La base d’asta, non soggetta a ribasso, era di 283mila euro: Cmc è stata l’unica a presentare un’offerta (298mila euro) diventando così proprietaria di 52.201 azioni pari allo 0,21 percento del capitale di Sapir e posizionandosi al diciassettesimo posto su 182 soci.

Cmc è stata fondata nel 1901 a Ravenna, con un fatturato di circa 1,1 miliardi di euro e la prima cooperativa di costruzioni in Europa con un portafoglio ordini di oltre 3,5 miliardi di euro e circa 8mila dipendenti.

La sentenza della Corte di giustizia Ue «Le spiagge vanno messe all’asta»

Bocciata la proroga automatica al 2020 concessa dal Governo
Ora serve soluzione rapida per evitare sanzioni dall’Europa

Una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, depositata oggi 14 luglio, stabilisce che le concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari non possono essere rinnovate automaticamente alla scadenza ma vanno messe a gara. Bocciata quindi la proroga automatica dal 2015 al 2020, concessa dal Governo italiano, per le autorizzazioni rilasciate dallo Stato a imprese private per svolgere attività turistico-ricettive balneari a fronte del pagamento di un canone. La sentenza tocca da vicino il territorio ravennate: i 47 km del tratto di costa della provincia, suddivisa fra i comuni di Ravenna e Cervia, contano circa 400 concessionari per quasi altrettanti stabilimenti balneari (ogni concessione ha un canone annuo che varia, a seconda della superficie, da circa 8mila euro fino oltre 30mila a cui si sommano i 5-6mila euro necessari per garantire il servizio salvataggio).

Soluzione temporanea.
Una sentenza importante che ribadisce un orientamento più volte espresso dall’Ue ma che nell’immediato non avrà conseguenze. Il Governo dovrà sanare nell’immediato la situazione di irregolarità ed evitare sanzioni da Bruxelles: la soluzione potrebbe essere un emendamento inserito nel decreto enti locali.

Bolkestein? Chi era costui?
Tutto gira intorno alla direttiva dell’Ue formalmente identificata dalla sigla 2006/123/CE ma molto più nota come direttiva Bolkestein dal nome del politico olandese Frederik “Frits” Bolkestein, il commissario europeo per il mercato interno della Commissione Prodi che ha sostenuto la sua approvazione. La Bolkestein è stata presentata dalla Commissione europea nel febbraio del 2004 e emanata nel 2006, la legislazione italiana l’ha recepita tramite l’approvazione del decreto legislativo numero 59 del 26 marzo 2010. La direttiva si concentra sui servizi del mercato unico europeo e si occupa di concorrenza: per quanto riguarda in particolare le attività dei bagnanti prevede la possibilità a tutti, anche ad operatori di altri Paesi dell’Ue, di partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni. Le cosiddette aste per le spiagge. Invece il Governo approvò una legge per slittare al 31 dicembre 2020 la scadenza delle concessioni delle spiagge su tutta la costa italiana fissata al 31 dicembre 2015, confermando gli stessi concessionari senza gara ad evidenza pubblica. Una proroga automatica.

Il ricorso al Tar
Contro la proroga al 2020 – la seconda dopo una prima che aveva già spostato la scadenza dal 2013 al 2015, in entrambi i casi per prendere tempo per arrivare a legiferare in materia senza che ancora sia accaduto – hanno fatto ricorso al Tar due imprese interessate a subentrare in due concessioni demaniali esistenti in Sardegna e in Lombardia, rinnovate senza apertura al mercato. I due tribunali amministrativi regionali hanno così rivolto una questione pregiudiziale alla Corte europea chiedendo di verificarne la compatibilità del comportamento italiano con il diritto comunitario. In particolare i giudici del Tar dubitavano della legittimità dell’automatismo per la proroga. A febbraio l’Avvocatura generale della Corte aveva dato parere negativo sul comportamento italiano ma si attendeva il pronunciamento ufficiale della Corte di Giustizia arrivato oggi.

Cna pronta alla lotta
«Ora ci vuole un intervento immediato del Governo con una norma temporanea di salvaguardia per evitare il caos e possibili problemi giuridici, in attesa di potere analizzare in maniera seria testi scritti di riforma da valutare», dicono in coro da Punta Marina Nevio Salimbeni, responsabile di Ravenna e Cervia per Cna Balneatori e gli imprenditori Luca Rosetti (bagno Tiziano) e Mauro Farinella (bagno Medusa). «Chiediamo al Governo misure non convenzionali e un intervento finalmente forte verso l’Europa per garantire l’impresa balneare italiana messa a rischio dall’applicazione di una direttiva che non dovrebbe nemmeno riguardarla». Cna Balneatori annuncia che manterrà vivo un presidio permanente «che potrà prendere altre forme più clamorose di lotta se non ci sarà un immediato intervento del Governo e una discussione nel merito delle norme proposte».

Paglia (Sinistra italiana) contro la Bolkestein
«Siamo sempre stati contrari alla politica della proroga perché convinti che avrebbe semplicemente rimandato un problema senza offrire una soluzione», dice Giovanni Paglia, deputato di Sinistra italiana. Ma sottolinea che «ci opponiamo da un decennio alla direttiva Bolkestein e riteniamo che uno Stato democratico dovrebbe poter decidere come utilizzare un bene comune importante e inalienabile come le spiagge. Resta tuttavia il fatto che se non si ha la forza di modificare una norma europea, ci si deve adattare per tempo a rispettarla, pensando anche a come approfittare di questo momento per garantire per il futuro canoni adeguati, pieno rispetto dei contratti di lavoro, massima accessibilità alle spiagge».

Pini (Ln) accusa Renzi di tradimento
Il deputato della Lega Nord, Gianluca Pini, va all’attacco come suo stile: «Monti e Renzi: sono questi i nomi dei traditori, o comunque dei colpevoli della drammatica situazione creatasi, e vien da pensare che ci sia un disegno preordinato da parte della sinistra per svendere le nostre spiagge». Secondo il leghista di Fusignano «avrebbero potuto attivare la delega legislativa che avevo negoziato con l’Europa nel 2011 che avrebbe salvato le concessioni per 19 anni ma non lo hanno fatto. Anzi, hanno pasticciato una proroga pericolosa che ha portato dritti i balneari contro un muro, con il benestare delle loro associazioni di categoria sempre piú inutili».

Legacoop, professionalità da riconoscere
Legacoop Romagna, a nome delle 14 cooperative di bagnini che operano sul litorale da Ravenna a Rimini, chiede alle istituzioni di fare presto, dopo che la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittima la proroga automatica delle concessioni demaniali fino al 2020. «Purtroppo si tratta di un esito lungamento atteso, ragione in più per accelerare in direzione di una normativa nazionale che preservi il modello balneare che conosciamo e ponga le condizioni per un suo sviluppo. I cooperatori di Legacoop Romagna chiedono che vengano riconosciuti la professionalità dei gestori, il valore delle imprese, la capacità di aggregazione dell’offerta e un congruo periodo transitorio in grado di consentire alle imprese balneari di giungere alla legge di riordino del settore»

Coop Spiagge non ci sta a passare per abusivi
«Non è vero che siamo imprese abusive. Abbiamo proroghe valide rilasciate dagli enti pubblici, un titolo concessorio valido – dice il Maurizio Rustignoli, presidente della coop Spiagge -. Siamo comunque coscienti che a seguito della sentenza sia necessario provvedere ad un riordino delle concessioni e ci auguriamo che la Regione continui ad affiancarci. La politica deve entro pochi giorni dare una risposta concreta e tempestiva attraverso l’immediata approvazione del cosiddetto “decreto ponte” per poi procedere, anche qui velocemente, all’approvazione delle legge di riordino di concessioni e canoni».

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