mercoledì
10 Settembre 2025

Interrogazione al ministro: «Quali aerei hanno causato il boom sonico?»

Paglia (Sinistra italiana) chiede chiarimenti dopo gli episodi del 20 giugno e 5 luglio: «Vicini ai centri abitati non si dovrebbe…»

Quali aerei hanno provocato il boom sonico udito distintamente a Ravenna il 20 giugno e il 5 luglio? Lo chiede Giovanni Paglia, parlamentare ravennate di Sinistra Italiana, che ha rivolto un’interrogazione al ministro della Difesa «per sapere se siano aerei italiani». La preoccupazione del deputato è legata alla vicinanza con il centro abitato: «Non si dovrebbe consentire di superare il muro del suono in prossimità di un centro abitato, se non in caso di comprovata necessità. Vorrei quindi sapere perché questo sia accaduto, provocando allarme e disagio nei cittadini ravennati, ma soprattutto la garanzia che il fenomeno non si ripeta».

Tornano i temporali: allerta meteo fino a giovedì

È stata diramata poco fa l’allerta numero 71 dell’Agenzia regionale di Protezione civile dell’Emilia Romagna, che riguarda anche il nostro territorio, per temporali. L’allerta è di livello 1, fase di attenzione, valida fino alla mezzanotte di domani, mercoledì 6 luglio.
Dalla serata di oggi e in proseguimento nella notte e nelle prime ore del mattino di domani si prevedono precipitazioni a carattere di rovescio anche temporalesco. I fenomeni potranno risultare più intensi e frequenti sulle zone pianeggianti e pedecollinari. Le condizioni sono tali da poter provocare situazioni di rischio localizzato.
La struttura comunale di Protezione civile monitorerà la situazione.

Il motociclista morto a Castiglione è un 24enne di Forlì

Scontro con un’auto all’incrocio di via Salara. Moto in fiamme

La vittima dell’incidente stradale avvenuto stamani a Castiglione di Cervia è Francesco Zampi, 24enne residente a Forlì. Il giovane era in sella a uno scooter di grossa cilindrata e si è scontrato frontalmente con una station wagon all’incrocio tra via Salara e la statale 254 Salara. La dinamica esatta dovrà essere accertata dalla polizia municipale di Cervia intervenuta per i rilievi. La moto del giovane dopo lo scontro ha preso fuoco ed è servito l’intervento dei pompieri.

Moto in fiamme dopo lo scontro con un’auto: muore un ventenne

Il giovane è deceduto sul posto. Rilievi affidati alla polizia municipale

Un motociclista ventenne è morto stamani in un incidente stradale a Castiglione di Cervia, all’incrocio tra via Salara e la strada statale 254. Fatale uno scontro con un’auto: dopo l’impatto la motocicletta ha preso fuoco. Non è ancora nota l’identità della vittima, secondo quando si apprende avrebbe 22 anni. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere l’incendio della moto e la polizia municipale per i rilievi.

Anziana vince mille euro con un Gratta e vinci ma le rubano subito il biglietto fortunato

Aveva appena vinto mille euro con un “Gratta e vinci” in una sala slot ravennate. Ma il prezioso tagliando le è stato soffiato sotto il naso. La denuncia – formulata ai carabinieri – arriva da una settantenne ravennate.

Secondo quanto ricostruito dal Carlino, l’anziana dopo aver vinto ha continuato a giocare con altri “Gratta e vinci”, lasciando quello vincente sul bancone del locale. Ora, grazie alle telecamere di videosorveglianza, la speranza della donna è che il ladro venga riconosciuto.

Auto contro camion: al Bufalini una bambina di 7 mesi in gravi condizioni

Lo scontro al quadrifoglio del raccordo autostradale a Fornace Zarattini

Drammatico incidente nella prima serata di lunedì, al cosiddetto quadrifoglio tra il raccordo autostradale A14 bis e la statale Adriatica, alle porte di Ravenna, all’altezza di Fornace Zarattini. Per cause in corso di accertamento un’auto con a bordo due donne e due bambini piccoli si è scontrata con un camion. Ad avere la peggio una bimba di soli 7 mesi, trasportata in gravi condizioni al Bufalini di Cesena. Ferito, ma non in maniera grave, un bambino di due anni, praticamente illese le due donne, trentenni.

Seguiranno maggiori informazioni.

Menù pessimo per gli anziani in albergo I carabinieri scoprono attività abusiva

Sospensione dell’attività per una struttura aperta da una settimana con 4 lavoratori in nero: 12mila euro di sanzioni

A tavola si mangiava male e il servizio lasciava parecchio a desiderare ma c’era ben altro sotto: alcuni anziani di una comitiva di quaranta residenti nel Milanese hanno chiamato il 112 dopo nemmeno ventiquattro ore trascorse in un albergo di Milano Marittima dove avrebbero dovuto passare tutto luglio e dal menù scadente è in realtà emerso uno scenario di un hotel aperto da una settimana senza le autorizzazioni necessarie con quattro lavoratori in nero e senza un cuoco in cucina. Per la società romana che ha la gestione del Gregory è scattata una sanzione da 12mila euro e un provvedimento per la sospensione dell’attività. Gli anziani, per decisione dell’agenzia viaggi che aveva pianificato l’alloggio su mandato del Comune milanese, sono stati trasferiti in altre strutture della riviera.

Il controllo dei carabinieri della compagnia di Cervia Milano Marittima si è svolto oggi pomeriggio, 4 luglio, dopo la lamentela degli ospiti. Le problematiche legate alla qualità del cibo sono dovute alla mancanza di un cuoco: quello che era stato assunto infatti ha abbandonato il lavoro due giorni fa ed è stato sostituito da uno degli altri dipendenti, giovani sulla trentina arrivati in riviera per la stagione estiva e ritrovatisi a lavorare in nero. Ognuno degli ospiti pagava circa 200 euro al mese e il resto dell’alloggio era a carico del Comune milanese nell’ambito di una gita sociale per gli anziani.

«Il Ravenna Festival offende Mandela» Attivisti contro i danzatori israeliani

Manifestazione Bds (Boicottaggio disinvestimenti sanzioni contro Israele) davanti al Pala De Andrè prima dello spettacolo di Batsheva

Il movimento Bds (Boicottaggio Disinvestimenti Sanzioni contro Israele) e alcune associazioni di Ravenna manifesteranno davanti all’ingresso del Pala De Andrè il 6 luglio contro la partecipazione della compagnia di danza israeliana Batsheva al Ravenna Festival in programma quella sera stessa. «La partecipazione di Batsheva – scrivono gli attivisti – è in contrasto stridente con la dedica del Festival a Nelson Mandela, leader della lotta contro l’apartheid in Sudafrica e difensore dei diritti dei palestinesi. Nonostante le lettere dall’Italia, dalla Palestina, dal Sudafrica e da Israele, durante un incontro con Bds Italia, il Festival ha confermato la partecipazione di Batsheva». I manifestanti avevano infatti chiesto alla direzione della celebre kermesse ravennate di annullare la partecipazione della compagnia.

Secondo quando sostengono gli attivisti, Batsheva è finanziata dal governo di Israele e sponsorizzata dall’ambasciata israeliana in Italia: «Una figura centrale della campagna di marketing Brand Israel lanciata nel 2009 con lo scopo di presentare Israele come “paese normale” e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale da parte del governo di Israele. Collaborare con Israele significa offendere la memoria di Mandela».

«Divertical bloccato per un controllo di sicurezza a una fotocellula»

Mirabilandia spiega l’arresto dell’attrazione con lo sbarco di sei passeggeri lungo le scale di emergenza: «Nessun guasto meccanico»

Il malfunzionamento di una fotocellula posizionata lungo il percorso. Questa l’anomalia riscontrata dai sistemi di sicurezza di Divertical, l’attrazione del parco giochi Mirabilandia che ieri è stata bloccata per effettuare i controlli. La spiegazione di quanto accaduto arriva dalla direzione del parco interpellata all’indomani dell’episodio archiviato senza conseguenze per le sei persone a bordo dell’ottovolante quando è stato fermato e fatte scendere lungo le scale di emergenza dal personale del parco. «Il blocco è stato motivato dall’accensione di un sensore di sicurezza – spiega Mirabilandia –. L’accensione dei sensori non rappresenta la segnalazione di un guasto meccanico, ma semplicemente richiede verifiche a livello software. In ogni caso, nel rispetto delle regole di sicurezza del parco, si procede sempre allo sbarco dei passeggeri prima di effettuare i controlli evidenziati».

In un paio di ore tutto è tornato alla piena funzionalità: «Si è trattato di un arresto totalmente ordinario e comune per le attrazioni del parco. Divertical è stato riaperto in meno di due ore dal termine delle procedure di evacuazione dei passeggeri».

Nell’agosto del 2014 la stessa attrazione fu protagonista di un altro blocco non previsto ma in quel caso fu di natura diversa (rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco per sbarcare le otto persone a bordo della navicella bloccata sul percorso): «Nel 2014 si trattò di un guasto meccanico dell’attrazione che richiese uno stop dell’attrazione per un tempo piuttosto lungo. Il blocco di questa domenica rientra nell’ordinaria operatività di qualsiasi attrazione di qualsiasi parco divertimenti. Certamente l’imponenza e la visibilità di Divertical rendono il tutto particolarmente evidente al pubblico presente nel parco, ma come detto si tratta di procedure molto frequenti per le attrazioni».

Lavori sulla Ravegnana: divieto in via Montone verso Ravenna

Sulla provinciale 68 in direzione del capoluogo, dal 5 luglio al 26 agosto, ammessi solo residenti, mezzi pubblici e di emergenza

Per ragioni di sicurezza della circolazione stradale e di tutela del patrimonio stradale demaniale, la Provincia ha disposto da martedì 5 luglio, fino a venerdì 26 agosto, il divieto di transito sulla strada provinciale “Montone Abbandonato”, all’incrocio con la provinciale 45 “Godo San Marco”, in direzione Ravenna (sono esclusi residenti, mezzi di trasporto pubblico e di emergenza e soccorso e autorizzati).

I trasgressori saranno puniti a termine di legge.

In questo modo la strada, particolarmente stretta, lungo l’argine non potrà essere utilizzare come alternativa alla Ravegnana durante tutto il periodo di chiusura della statale all’incrocio con l’Adriatica per la realizzazione della rotatoria.

Per i collegamenti tra Forlì e Ravenna lungo la direttrice Ravegnana, sono stati previsti i seguenti percorsi alternativi per le autovetture e veicoli leggeri:

Percorso 1: A Forlì impegno della strada provinciale 254 ex SS Cervese (SP 254), in corrispondenza dell’incrocio con la S.S. 67, fino all’intersezione con la strada provinciale 118 Umbro Casentinese Romagnola – Tratto Dismano (SP 118), in località Casemurate, che consente di raggiungere la S.S. 16 in Comune di Ravenna.

Percorso 2: In località Coccolia, in corrispondenza dell’incrocio con la S.S. 67, impegno successivo della S.P. 53 “Budria e del Castello”, della S.P. 100 “Castello”,  della S.P. 42 “Violaro e Petrosa” e della S.P. 27 “Via Cella” che consente di raggiungere la S.S. 16 in Comune di Ravenna (località Madonna dell’Albero).

Percorso 3: In località Ghibullo , in corrispondenza dell’incrocio con la S.S. 67, impegno successivo della S.P. 5 “Roncalceci”, sino al Comune di Russi (RA), prosieguo sulla S.P. 302 “Brisighellese Ravennate” e  sulla S.P. 253 “San Vitale” che consente di raggiungere la S.S. 16 in Comune di Ravenna.

I percorsi sono validi anche nel senso Ravenna – Forlì.

Per i mezzi pesanti il collegamento tra Forlì e Ravenna sarà costituito dall’itinerario E45, lungo la Autostrada A14, fino allo svincolo di Cesena Nord, e proseguendo lungo la S.S. 3bis “Tiberina” sino a Ravenna.

Pochi giovani e tanti cereali Ecco l’agricoltura ravennate

Il settore primario: 117mila ettari, 7mila imprese, 13mila addetti
Manodopera straniera per il 53 percento, nel 2005 era il 33 percento

È ancora una terra di contadini ma meno rispetto al passato. I numeri dell’agricoltura, in sintesi, dicono questo a proposito della provincia di Ravenna. Un dato su tutti (fonte Istat) mette in mostra la forte penetrazione del settore primario nel nostro territorio: nel 2014 in provincia la percentuale degli occupati in agricoltura (13mila) sul totale degli occupati (167mila) sfiorava l’8 percento, più del doppio della media regionale e nazionale (3,4 e 3,6). Ma è anche vero che nel 2015 alla Camera di Commercio risulta un saldo negativo di 162 unità tra nuove iscrizioni (122) e cessazioni (284) alla voce “agricoltura silvicoltura pesca”: in totale sono attive in provincia 7.360 imprese che erano quasi novemila nel 2010 e quasi 12mila nel 2000. Un calo che in molti casi è avvenuto anche per effetto di fusioni tra aziende dato che la superficie agricola utilizzata (Sau) è rimasta sostanzialmente invariata attorno a 116mila ettari. Il valore della produzione agricola provinciale in larga misura proviene dal comparto frutticolo, viticolo, cerealicolo, zootecnico e complessivamente ammonta a circa 400 milioni di euro (dati Coldiretti).

Cosa producono i nostri campi? Il totale della superficie destinata a coltivazioni in provincia va così suddiviso (dati Istat 2014): 50mila ettari per seminativi (di cui 35mila a cereali dove comanda il grano tenero con 15mila), 36mila ha per coltivazioni legnose (di cui 20mila a frutta con oltre 9mila a pesche di cui oltre seimila nettarine) e 24mila ha per coltivazioni foraggere. Annualmente si producono circa 2,5 milioni di quintali di cereali e 4,8 milioni di quintali di frutta.

Remunerazione all’osso. «Il comparto frutticolo è fra quelli maggiormente problematici – scrive la Cia (Confederazione italiana agricoltori) nella sua Annata Agraria 2015 –. La volatilità dei prezzi è tuttora una minaccia. La remunerazione dei prodotti, in particolar modo per quanto riguarda la frutta, è sempre inferiore per i produttori». Fra i comparti problematici viene considerato anche quello dei cereali: «Le rese produttive per il 2015 per i frumenti teneri e duri sono al di sotto delle aspettative e inferiori al 2014 e così per il mais. Le quotazioni di mais e grano tenero non coprono i costi di produzione e ciò potrebbe incidere pesantemente sulle strategie di investimento degli agricoltori». In riferimento alle colture industriali, l’erba medica segna una flessione produttiva media di circa il 20 percento, sempre secondo i dati Cia. Che vede in quest’ultima coltura «una prospettiva interessante per lo sviluppo futuro e sulla quale ci sarebbe lo spazio per investire maggiormente, puntando alla qualità e alla medica in purezza». Il 2015 della barbabietola non porta particolari segnalazioni ma «si inizia a proporre anche come coltura energetica, in alternativa al mais, per i menù dei biodigestori». Le colture orticole registrano una flessione di superficie coltivata: «Fra le cause di questi decrementi produttivi anche gli andamenti climatici con eventi estremi e i prezzi dei prodotti spesso insufficienti».

I piccoli non sopravvivono. La fotografia più esaustiva del settore risale al 2010 con il censimento. Sono passati sei anni ma il confronto con lo scenario emerso nel 2000 con l’altro censimento restituisce analisi significative. Ad esempio, come sottolinea Coldiretti elaborando i numeri del sesto censimento, in provincia le aziende con meno di cinque ettari sono diminuite del 33 percento mentre quelle con più di 50 ettari sono cresciute del 30 percento. Da quel decennio emerge anche un altro dato significativo: il calo complessivo delle aziende è quasi tutto a carico delle ditte individuali (meno 28 percento) che però continuano a coltivare oltre il 50 percento della superficie agraria utile (Sau).

Donne nei campi. Del totale delle imprese per settore di attività “agricoltura silvicoltura pesca” quelle femminili (in cui la partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50 percento mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite) sono il 16 percento: 1.233 (su un totale di 7.419 complessive femminili considerando tutti i settori). Laura Cenni conduce un allevamento di bovini di razza Romagna a Riolo Terme ed è responsabile Donne Impresa Coldiretti: «Nella loro attività le imprenditrici agricole hanno dimostrato capacità di coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità».

Non è un mestiere per giovani. Il 33 percento degli imprenditori ha più di 70 anni. Nei primi nove mesi del 2015 le nuove imprese giovanili (in cui la partecipazione di under 35 è superiore al 50 percento) iscritte alla Camera di commercio di Ravenna sono state tredici. La percentuale dei giovani sul totale delle imprese agricole è appena il 2,6 percento. «La presenza di giovani nel settore agricolo è ancora limitata – si legge nell’Annata Agraria 2015 della Cia (Confederazione italiana agricoltori) –. I conduttori agricoli sono anziani e poco propensi ad investire e nella maggior parte dei casi manca un successore per l’impresa. Per i giovani che partono da zero, acquistare un terreno è quasi impossibile. L’investimento iniziale è stimato all’incirca intorno ai 500mila euro per 10 ettari di terreno in pianura con impianti, piante e macchinari».

Braccia straniere. Dal 2004 al 2014 la popolazione provinciale è cresciuta del 7,6 percento arrivando a 393mila, gli stranieri sul totale dei residenti sono passati dal 5,5 percento al 12 per un totale di 47mila persone. Se si guarda invece alla percentuale dei lavoratori stranieri in agricoltura si passa dal 33 percento del 2005 (4.303 su 13mila) al 53 percento del 2014 (8.067 su 15.119) con provenienza soprattutto da Romania, Albania, Polonia, Senegal, Marocco. Sono numeri tratti da un recente studio della Flai-Cgil. Osservando la fascia di popolazione in età lavorativa (15-65) si scopre che la percentuale di stranieri residenti occupati in agricoltura è il 22 percento mentre quella degli italiani è il 3,3. Il numero medio di giornate prestate da ogni lavoratore è cresciuto, dalle 85 pro-capite del 2008 alle 92 del 2014. Questi numeri cambiano in maniera considerevole se riferiti ai lavoratori italiani, che dal 2008 al 2014 sono passati da 93 giornate a 104 (+1,9% annuo), o a quelli stranieri, che sono passati dalle 75 giornate medie del 2008 alle 81 del 2014, (+1,3% annuo). «I lavoratori stranieri, pur rappresentando numericamente la parte più consistente della forza lavoro, ne costituiscano il livello meno professionalizzato, più precario e meno retribuito – commenta Raffaele Vicidomini, segretario provinciale Flai –. Emerge chiaramente, contro ogni retorica e strumentalizzazione elettorale, che questi lavoratori sono una presenza insostituibile per il settore e per l’intera economia del territorio».

Human, la soglia tra umano e disumano

Costa Baliani«Uomini, siate umani, è il vostro primo dovere; siate umani verso tutte le condizioni, verso tutte le età, verso tutto ciò che non è estraneo all’uomo. Quale saggezza può mai esistere fuori dell’umanità»? Sul sito che presenta il complesso progetto teatrale che debutterà l’8 luglio (replica il 9) al teatro Alighieri per Ravenna Festival, campeggia una citazione da J.J. Rousseau a definire il titolo: si tratta infatti di Human.

CostaScritto a quattro mani da Lella Costa e Marco Baliani, con le musiche originali di Paolo Fresu e le scene e i costumi di Antonio Marras, nasce insieme a un diario on-line destinato ad arricchirsi di continuo e tutto incentrato su quella parola barrata perché troppo spesso negata anche in questo “occidente“. Una parola che rimanda a quei diritti umani riconosciuti nella Dichiarazione internazionale che vengono quotidianamente negati per esempio a Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia dove dodicimila persone aspettano di poter varcare il confine tra cui donne e bambini  che stanno seguendo i rispettivi mariti e padri partiti prima e ora imbrigliati nelle maglie della burocrazia per la richiesta d’asilo in Europa.

Diritti umani negati a chi perde la vita nel Meditarreo in fuga da guerre o persecuzione. Questo Mediterraneo dove a un profugo il mito affidò il compito di fondare la capitale Roma. Cos’era infatti Enea se non un troiano in fuga dalla sua città messa a ferro e fuoco dagli Achei? E da questo, racconta Baliani – che dello spettacolo è anche regista – proprio dall’Eneide virgiliana nasce il primo spunto che poi germoglia dopo l’incontro con Lella Costa in un progetto teatrale che calcherà i palchi delle stagioni 2016/2017 per approdare poi fino alle sedi istituzionali di Italia e soprattutto d’Europa, quella Europa che si sta rivelando così inadeguata a gestire ciò che sta accadendo.

Paolo Fresu«Con la nostra ricerca teatrale vorremmo insinuarci in quella soglia in cui l’essere umano perde la sua connotazione universale, utilizzare le forme teatrali per indagare quanto sta accadendo in questi ultimi anni, sotto i nostri occhi, nella nostra Europa, intesa non solo come entità geografica, ma come sistema “occidentale” di valori e di idee: i muri che si alzano, i fondamentalismi che avanzano, gli attentati che sconvolgono le città, i profughi che cercano rifugio» scrivono gli autori, che vogliono però precisare che non intendono “accontentarsi” di «un altro esempio di cosiddetto teatro civile». Non basta loro indignare o commuovere chi guarda. Vogliamo spiazzarlo, inquietarlo, turbarlo, assediarlo di domande. E insieme incantarlo e divertirlo, ché è il nostro mestiere». Ecco allora la scelta di andare a indagare, «la soglia fatidica che separa l’umano dal disumano, confrontarci con le parole, svelare contraddizioni, luoghi comuni, impasse, scoperchiare conflitti, contraddizioni, ipocrisie, paure indicibili. Vorremo costruire un teatro spietatamente capace di andare a mettere il dito nella piaga, dove non si dovrebbe, dove sarebbe meglio lasciar correre. E andare a toccare i nervi scoperti della nostra cultura  riguardo alla dicotomia umano/disumano».

Una sfida dunque e un invito agli spettatori che non si esaurisce sul palco perché sul sito c’è un diario già attivo dove i protagonisti stanno raccontando l’evolversi dello spettacolo, la sua vera e propria genesi. Per riflettere appunto sul nostro essere umani, il tutto, promettono gli autori «Senza rinunciare all’ironia, e perfino all’umorismo: perché forse solo il teatro sa toccare nodi conflittuali terribili con la leggerezza del sorriso, la visionarietà delle immagini, la forza della poesia». In scena con i due giganti del teatro italiano anche David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis, Luigi Pusceddu in una coproduzione Mismaonda e Sardegna Teatro.

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