martedì
04 Novembre 2025

Gaja Cenciarelli a Lugo per la presentazione di «A scuola non si muore»

La rassegna promossa dal Caffè Letterario continua con l’appuntamento dedicato al nuovo thriller dell’autrice e insegnante romana

Gaja Cenciarelli

«A scuola non si fuma, a scuola non si beve alcol, a scuola non si alza la voce e non si alzano nemmeno le mani, a scuola si insegna prima di tutto il rispetto, a scuola non ci sono differenze, soprattutto a scuola non si muore. Ma come tutte le buone intenzioni, anche quello di tenere la morte lontana dalle aule scolastiche fallisce miseramente per Margherita Magnani, insegnante inglese in una scuola della periferia romana». Gaja Cenciarelli, scrittrice e a sua volta insegnante di lingua e letteratura inglese, racconta nel suo ultimo romanzo “A scuola non si muore” il misterioso omicidio di un professore, avvenuto proprio all’interno di un’aula scolastica al termine di un consiglio di classe.

L’autrice sarà a Lugo venerdì 24 gennaio (ore 21), per un incontro di presentazione del libro all’hotel Ala d’Oro, l’appuntamento fa parte della rassegna organizzata dal Caffè Letterario della città e sarà a ingresso libero. Introdurrà la serata Patrizia Randi e dopo la presentazione è previsto, come consuetudine, un brindisi offerto dal Gruppo Cevico.

Al Tondo una giornata tra teatro e magia per tutta la famiglia

Giulia Rossi e Paolo Piludu vestiranno i panni del mago e della sua bizzarra assistente in una performance tra prestidigitazione e improvvisazione

I 4 Elementi Farabutti Faraboloni 3

Al Tondo di Lugo l’arte di strada incontra il teatro: il centro sociale di via Lungimani 30 ospiterà domenica 26 gennaio lo spettacolo “Farabutti e Faraboloni” ideato da Giulia Rossi e Paolo Piludu. I due attori giocano con l’idea del mago e della sua bizzarra assistente in una performance dedicata a tutte le età che prevede interazioni dirette con il pubblico e improvvisazioni, tra numeri di magia comica, prestidigitazione, gag in stile Clown e equilibrismo.

Lo spettacolo, parte della rassegna teatro ragazzi “Giro, Giro tondo” inizierà alle 16 e i biglietti (già disponibili su Vivaticket) avranno un costo unico di 5 euro.

Moreno riporta Toyota a Ravenna e crede nel futuro delle cinesi Jaecoo e Omoda

Il gruppo nato a Faenza nel 1988 ha aperto a Fornace Zarattini la 14esima filiale in regione. Il fondatore Palli: «Impennata dei prezzi? È dovuta anche ai costi di ricerca delle case su sicurezza e inquinamento». Tra i marchi commercializzati anche la romena Dacia: «Attira la clientela che un tempo comprava Fiat»

Domenico Palli e una vettura OmodaLa novità più recente nel mondo locale dell’automotive a Ravenna è stata l’apertura di una nuova concessionaria. Il gruppo Moreno, storica realtà nata a Faenza nel 1988 e ora presente in tutta la Romagna, a giugno ha aperto la 14esima filiale a Fornace Zarattini dove commercializza i marchi Toyota e Lexus. «Abbiamo colto l’occasione perché a Ravenna non c’era più un concessionario ufficiale di quei brand giapponesi e siamo soddisfatti dei primi sei mesi», racconta il titolare e fondatore Domenico “Moreno” Palli. Che descrive così la clientela ravennate: «Il mercato è molto equilibrato, direi quasi british. A Forlì invece, per fare un esempio vicino, è più scoppiettante».

Oltre alle due case già citate su Ravenna, il resto della rete Moreno tratta anche Jeep, Renault e Dacia. Un’organizzazione che il titolare definisce efficace: «Essere un multimarca è complesso a livello gestionale perché ogni casa ha la sua organizzazione però per la vendita non è un problema perché abbiamo marchi che guardano a fasce diverse del mercato e non sono simili tra loro: Renault è simile a Ford, Toyota a Volkswagen, Dacia a Fiat, Lexus a Audi…».

Nel corso del 2025 si aggiungeranno le cinesi Jaecoo e Omoda: «Credo che i marchi cinesi si prenderanno il mercato europeo. Sono nati dopo, poi hanno investito molto, hanno copiato l’hardware europeo e sul software hanno una padronanza elevata».

Moreno Sede Di RavennaLa romena Dacia è stata l’auto più venduta in provincia nel 2024. Un risultato a cui ha contribuito Moreno dal punto vendita di Faenza. «In Italia c’è da circa 15-16 anni. Si presentò con la Logan che aveva un prezzo sbalorditivo e ha fatto centro sul cliente che guarda meno alla linea e più alla sostanza, quello che un tempo avrebbe comprato Fiat». Ma gli ultimi prodotti attirano anche una clientela che preferisce un basso profilo: «Sul mercato di Bologna abbiamo professionisti che avrebbero capacità di spesa ma preferiscono Dacia al posto di Mercedes e Bmw anche come messaggio più razionale da dare ai proprio clienti».

L’esplosione della guerra in Ucraina (febbraio 2022) ebbe conseguenze sul mercato auto: la difficoltà di approvvigionamenti di componentistica dalle fabbriche di quell’area d’Europa porta a tempi di consegna delle auto nuove che sfioravano i dodici mesi. Ora il ritardo è recuperato: «Chi ordina il nuovo attende circa 90-120 giorni, ma il mercato in calo in Italia fa sì che ci sia una buona disponibilità di vetture in pronta consegna quindi c’è buona scelta».

La questione che pesa oggi è il prezzo. «Il mio parere personale è che le case automobilistiche abbiano aumentato i prezzi per pagare le spese di ricerca e sviluppo su prodotti tecnologicamente meno inquinanti. E poi avvicinare il prezzo del termico all’elettrico può essere una strategia per avere più marginalità sulle alimentazioni tradizionali e riuscire a fare più scontistica sull’elettrico che è la nuova voce da spingere per rientrare nelle medie richieste dall’Unione europea». Il primo effetto dell’impennata dei prezzi del nuovo ha avuto ricadute sull’usato che Moreno tratta di importazione anche di altri marchi: «Abbiamo avuto un aumento del 6-7 percento nei volumi di vendita sui prodotti con 20-30mila chilometri».

Il fine settimana del Cisim tra musica, breakdance e stand up comedy

La tre giorni di eventi si chiuderà con una raccolta fondi dedicata alla popolazione alluvionata di Traversara

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Il Cisim di Lido Adriano si prepara per una tre giorni all’insegna della musica e della performance con una rassegna di appuntamenti da venerdì 24 a domenica 26 gennaio, con una giornata di raccolta fondi per Traversara.

Si parte alle 21.15 di venerdì 24 (apertura porte alle 20.30) con lo spettacolo di stand up comedy di Giorgio Magri, aperto dal podcaster Johnny Faina (autore di C’è vita nel grande nulla agricolo?). Il comico milanese, primo rappresentante della insult comedy (letteralmente “comicità dell’insulto”) in Italia, porterà sul palco di viale Parini 48 battute politicamente scorrette e black humour spietato, ma per dirlo con parole sue: «Non c’è odio ma sberleffo, io prendo in giro soprattutto me stesso».

L’ingresso alla serata è gratuito, con posti limitati. È consigliata la prenotazione sulla piattaforma Dice.

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Sabato 25 gennaio si lascerà spazio alla musica, con il live di Sandri, al secolo Michele Alessandri, musicista cesenate classe 1996 (apertura porte ore 21, inizio live ore 22). Il Giovane cantautore polistrumentista romagnolo ha già conquistato il cuore di musicisti noti a livello nazionale – tra cui membri di Iosonouncane, Jang Senato, Comaneci, Alberto Fortis, Sunday Morning – che hanno deciso di credere nel suo percorso, affiancandolo nella gestazione del suo primo album. Oggi la band, ormai consolidata, è formata da Michele Alessandri, Andrea Cola, Jacopo Casadei, Simone Bartoletti Stella e Dino Bellardi. Il biglietto avrà un costo unico di 5 euro, scontato del 20% per i possessori di younger card.

Per Non Affogare

La serata conclusiva di domenica 26 inizierà alle 17 con una rassegna di writing, live rap, breakdance e dj set. L’appuntamento prenderà il nome di “Per non affogare” e vedrà gran parte della scena hip-hop romagnola alternarsi sul palco con l’obiettivo comune di raccogliere più donazioni possibili per aiutare la comunità alluvionata di Traversara. I partecipanti potranno scegliere tra tre diversi pacchetti per la donazione:
5 euro (donazione base), 10 euro (donazione super) e 25 euro (donazione VIP con in regalo merchandise a sorpresadonato dagli artisti coinvolti), anche in questo caso i biglietti sono disponibili su Dice.

Arianna Porcelli Safonov e quella «condanna per la comicità»

L’attrice romana ha cambiato vita dopo una laurea in Moda e Costume e una carriera da project manager. «La scrittura era il mio hobby da sempre»

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Una carriera nata online, tra le pagine del blog di racconti umoristici Madame Pipì e i 90mila follower su Instagram, ma proiettata verso il teatro, lo scambio con il pubblico e il piglio diretto della stand-up comedy. Arianna Porcelli Safonov, nata a Roma da papà russo e mamma ligure, è attesa sul palco del Masini di Faenza  sabato 25 gennaio (ore 21) con il suo Alimentire, monologo con “colonna sonora” «dedicato al grosso guaio in cui si è ficcata l’alimentazione: quello di diventare una tendenza a cui si aderisce, con tutti i peggiori difetti che un cittadino possa mostrare in pubblico», basato sull’opera del saggista statunitense Michael Pollan. In questa intervista, l’autrice ci racconta il suo spettacolo e il suo immaginario giocato sui contrasti e le contraddizioni della società attuale, indagata da chi in quella società ci si è immerso fino in fondo, grazie a una laurea in Storia della moda e del costume e a una carriera da project manager nell’organizzazione di eventi a livello internazionale, prima di decidere di allontanarsene il più possibile, dedicandosi a tempo pieno alla scrittura in un paesino di una decina di abitanti sull’Appennino.

Alimentire si prende gioco dell’ossessione per la cucina gourmet, del cibo “rifatto” nell’estetica e nella composizione: quali riflessioni ci sono dietro questa idea?

«Lo spettacolo nasce con l’intento di unire satira e divulgazione. Anni fa rimasi affascinata dal capolavoro di Pollan il dilemma dell’onnivoro, un libro che racconta in maniera sintetica il complesso mondo della filiera produttiva alimentare. Ho deciso di riprenderlo in mano, aggiungendo qualche aneddoto personale e una colonna sonora elettronica, adatta anche a un pubblico molto giovane. Io vengo da una famiglia dove nessuno ha mai cucinato, ho scoperto negli anni cosa significa davvero mangiare, e il pretesto narrativo parte dalla storia del mio filippino, che lavorava a Roma negli anni ‘90. Un vero malvivente, apparentemente scollegato dalla storia, ma è lui a cucinare in casa e alla fine… si mangia i miei gatti. Non rivelerò altro, vorrei solo far passare nello spettatore l’idea che è possibile essere un consumatore istruito e che il concetto di “bio” tra gli scaffali del supermercato è un ossimoro. Il brutto regalo che farò alla fine dello spettacolo è la consapevolezza che le “fattorie felici” non esistono, ma a parte questo si riderà molto. L’idea è quella di proporre un discernimento istruito su come vengono fatti i cibi e su come li si sceglie, al di là del marketing».

Da dove viene la vocazione per la comicità?

«Più che una vocazione direi una condanna. È come se avessi investito trent’anni della mia vita nel disperato tentativo di fare altri lavori al di fuori della comica, cercando poi la prima occasione buona per licenziarmi. La scrittura è il mio hobby da sempre e mi sono servita della rete come trampolino di lancio di facile accesso per vendere i miei libri e arrivare a portare i miei testi sul palco».

Com’è stato passare dalle pagine di un blog all’esperienza del palco?

«Credo che il mio tipo di scrittura non sia fatto per restare solo su carta. A differenza di quanto accade per il dramma, lo scritto comico cambia profondamente se letto o ascoltato. È come se fosse un’evoluzione naturale del testo, che “vuole” avvicinarsi al teatro e al tempo stesso “chiama” lo spettatore. Alcuni dei miei libri, come Fottuta Campagna, vengono letti anche durante i miei trekking “transumantia”: passeggiate in Appenino tra gruppi ristretti, dove si cammina e si parla del famoso “cambio di vita” sulla bocca di tutti, tra caprette e agriturismi biologici, che però non è mai facile e così luminoso come vogliono farci credere. E credetemi, lo dico per esperienza, abitando in un paesino di pochi abitanti: per parlare male della gente devo per prima cosa starne distante!».

La sua opera è generalmente votata a dissacrare i trend, eppure è laureata in Moda e costume: c’è una sorta di fascinazione che si è trasformata in odio o stava solo cercando di conoscere meglio ciò che non le piace?

«Si parla sempre di specchi della società: il costume che ho studiato è degno di essere appreso, mentre quello che ricerco per i miei spettacoli è il disperato tentativo quotidiano del cittadino medio di sembrare “fighissimo”, pur non essendolo per niente. Nulla di nuovo, è una dinamica che esiste da sempre, ma credo che oggi sia molto più diffusa. E le persone si offendono di più, tanto da ostacolare il lavoro del comico».

Della serie “non si può più dire niente?
«Si dice tutto ma se ne devono sopportare le conseguenze. Credo che oggi questa “sovraconsiderazione dell’offesa” colpisca tutti i comici, anche i più spensierati. È importante far capire al pubblico che la comicità esiste per aiutare, non umiliare, l’uomo è già umiliato di suo. Facciamo ogni giorno cose efferatissime, scoppiano le guerre, ma non si può dire “ciccione”. La battuta è la cosa più innocua che esista e nel momento che si vanno a togliere margini di manovra alla satira il problema diventa sociale».

L’essere una comica donna in un settore che in Italia è perlopiù maschile è stata un’ulteriore difficoltà nel suo percorso?
«Non ho avuto particolari problemi di inserimento, credo che l’umorismo sia svincolato dal genere. Però nei miei pezzi non parlo e non parlerò mai “del mondo delle donne”, su questo voglio essere più che inclusiva: parlo del mondo degli esseri umani e delle loro grottesche contraddizioni»

La stand-up comedy può dare una voce a questo tipo di satira?
«Al massimo dà una voce in più alla volgarità, ma in Italia si fa fatica a parlare di stand-up comedy, perchè la nostra lingua non si presta come l’inglese a questo tipo di monologo. Alla base della stand-up c’è sempre un argomento di attualità, che viene dissacrato partendo da un ragionamento, arrivando spesso al turpiloquio per
scandalizzare. lo non sono particolarmente interessata a questa parte del processo, mi piace invece stupire con il ragionamento dietro la battuta, alzare il livello della comicità e dell’umorismo. Abbiamo a disposizione una lingua unica al mondo e dovremmo onorare il genere a modo nostro, valorizzando la comicità intellettuale prima di quella di pancia. Fino a Gaber ci salvavamo!».

Oltre a Gaber, da chi prende ispirazione nel suo lavoro?
«Louis C.K., Daniele Luttazzi, Antonio Rezza sono ottimi esempi. mi piacciono le persone che preferiscono l’arguzia allo scandalo»

All’Almagià una performance “Pop” per coinvolgere nella danza bambini e famiglie

Il giovane danzatore e coreografo Nicola Galli porterà in scena uno spettacolo interattivo per esplorare la capacità comunicativa del nostro corpo

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All’Almagià un appuntamento tutto dedicato alla danza, con il giovane coreografo Nicola Galli e la sua performance interattiva “Pop”, dedicata alle famiglie e al pubblico dell’infanzia. Al centro dell’incontro di domenica 26 gennaio (17.30) ci sarà il corpo come strumento primario per l’esplorazione delle potenzialità espressive e comunicative.

Su una piattaforma quadrata ricoperta di pluriball, il Galli si muove piegando ed estendendo le articolazioni del corpo per disegnare figure e geometrie, invitando il pubblico a interagire con la materia e lo spazio della performance e condividere il piacere del movimento. «Pop si struttura in una performance interattiva che esplora  attraverso il gioco differenti possibilità motorie del corpo e propone un tempo dedicato alla scoperta di nuove percezioni, sensazioni ed emozioni attraverso il movimento» commenta il danzatore.

Lo spettacolo è prodotto da Nebula Aps, in collaborazione con Teatro del Drago e Rete Almagià, nell’ambito di Ebai_ palcoscenici per la danza contemporanea. La partecipazione è consigliata per bambini a partire dai 5 anni e la prenotazione è obbligatoria, anche a causa dei posti limitati.  I biglietti (7 euro per gli audulti e 5 per bambini e over 65) sono disponibili direttamente alle Artificerie Almagià (via dell’Almagià 2), il giorno di spettacolo (dalle 10.30 alle ore 12.30 e a partire da un’ora prima l’inizio dello spettacolo) per prenotare il proprio è ingresso basterà chiamare il 392 6664211 o scrivere a prenotazione@teatrodeldrago.it.

Pagnani, Ghigi, Martini: tre comete che illuminarono la cultura ravennate

Una mostra a Palazzo Rasponi (ancora per pochi giorni) e una alla Classense per ripercorrere l’esperienza che tra il 1955 e il 1965 portò la città al centro dei grandi movimenti artistici europei. Tra le tante, opere di Moreni, Giacometti, Mathieu, Rossello e Vaglieri

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Ci sono traiettorie di vita e convergenze di amicizie e interessi felici, nonostante e a dispetto del destino. Ci sono tre vite – quella di una coppia di collezionisti e di uno storico dell’arte – che con generosità e impegno sono molto informati sul panorama artistico europeo. Viaggiano, creano collezioni e curano mostre, intrattengono relazioni con numerosi artisti italiani e stranieri, ideano e fanno nascere cataloghi e nuove linee editoriali di successo sul tema dell’arte antica e contemporanea. Se pensiamo poi alla minuscola area di Ravenna, queste tre comete hanno reso più vivace la cultura ravennate di un intero decennio, dal 1955 al 1965, quando si spengono anzi tempo insieme in un incidente stradale.

Parliamo di Roberto Pagnani, della moglie Raffaella Ghigi e dell’amico e storico dell’arte Alberto Martini a cui sono dedicate due mostre a Ravenna – a Palazzo Rasponi e alla Classense – che meritano di essere visitate insieme per comprendere l’intreccio delle personalità, il frutto di questa grande passione condivisa per l’arte e il contributo dato da loro alla città. La mostra a Palazzo Rasponi – curata da Paolo Trioschi e in chiusura il 26 gennaio – è dedicata alla coppia di collezionisti Pagnani-Ghigi che raccolsero un’importante collezione d’arte oggi ancora integra e presente nella villa ravennate costruita dall’architetto Galassi con la doppia funzione di abitazione e luogo adatto alla raccolta ed esposizione delle opere. La collezione consta di più di 200 lavori fra dipinti, sculture, incisioni e disegni, che vennero selezionati in base alla coerenza fra processo generativo ed esecuzione. Il criterio è significativo per la generazione che aveva vissuto la seconda guerra mondiale, soprattutto da chi, come nel caso di Pagnani, era stato un attivo antifascista. L’esperienza politica come direttore di “Democrazia”, il periodico del Comitato di Liberazione Nazionale, segna la traccia di una militanza che si allarga a comprendere l’approccio estetico. Ed è interessante che la collezione, nata nel contesto dello scontro tutto italiano fra chi nel dopoguerra sosteneva un’arte impegnata ad approdo realista e un’arte libera da vincoli politici o contenutistici, sia nata all’interno di questa seconda corrente. Dopo decenni di opere vincolate alla propaganda fascista, la scelta dei due collezionisti ravennati si indirizzava a considerare l’impegno interiore all’opera stessa all’interno di una linea estetica che guarda al dramma della storia da un’altra finestra, seguendo un progetto coerente all’assunto di partenza.

Nelle sei stanze della mostra ci sono numerose fotografie e lettere che testimoniano della ricchezza dei contatti fra Pagnani con artisti, galleristi, critici e storici dell’arte – fra gli altri Alberto Martini, Mattia Moreni, Ben Shahn, Georges Mathieu, Emilio Vedova – oltre a una selezione di opere che narrano lo sviluppo della raccolta: dall’interesse esordiente verso i pittori bolognesi fino alle correnti più rappresentate dell’Informale, dell’Espressionismo astratto, fino al movimento anti-process e all’esistenzialismo lombardo, oltre ad alcuni fuori pista come il piccolo lavoro a tecnica mista di Niki de Saint Phalle (1962). Una Natura morta del 1955 di Sergio Vacchi testimonia l’interesse verso il gruppo bolognese che lo storico Arcangeli definiva degli “ultimi naturalisti”, mentre le opere di Vaglieri e Rossello inquadrano il versante esistenzialista lombardo della collezione, acquisito a partire dal 1958 grazie all’iniziale mediazione di Alberto Martini, da poco trasferito da Ravenna a Milano.

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Da ammirare poi le bellissime tele di Mattia Moreni, che Pagnani incontra a Ravenna e che probabilmente presenta all’amico Martini: le fotografie, le opere, le lettere indicano un’amicizia e un sodalizio che produrrà mostre, in Italia e in Europa, oltre a rilevanti testi critici. Se pure a distanza Pagnani e Martini continuano per tutta la vita un rapporto di collaborazione: dopo averlo conosciuto nel 1959, il collezionista invita l’artista francese Georges Mathieu a lavorare nella casa di Ravenna, aperta anzitempo a residenze artistiche, testimoniate da interessanti fotografie d’epoca: da questa permanenza nascerà il progetto e la realizzazione del mosaico oggi conservato al Mar, inserito nella famosa mostra dei Mosaici moderni del 1959, curata dallo stesso Martini. Ed è a quest’ultimo – nato nella provincia mantovana, romagnolo di adozione e milanese per lavoro – che la Biblioteca Classense fino al 15 febbraio dedica un’esposizione (I colori di un intellettuale. La raccolta Alberto Martini in Classense) a cura di Daniela Poggiali, allo scopo di inquadrare la versatilità culturale e lo spessore della figura. Grazie al legame con Ravenna, alla Classense è stato donato l’intero archivio di Martini dalle eredi, fornendo gran parte del materiale in mostra.

Suddivisa in sezioni, l’esposizione parte da una raccolta di famosi esempi di storiografia artistica attraverso i secoli per passare alla figura dell’intellettuale, celebre per aver ideato e curaato alcune famose linee editoriali come i Maestri del Colore. I documenti, le lettere, le fotografie illustrano i passaggi fondamentali della vita di Martini, dalla laurea su Bartolomeo della Gatta con Roberto Longhi a Firenze fino alle relazioni stabilite con artisti e studiosi d’arte internazionali come Alberto Giacometti e Peter Anselm Riedl. Fondamentale il rapporto con Ravenna e i ravennati fra il 1954 e il ‘58, proseguito nel tempo anche dopo il trasferimento a Milano: a questi anni si devono la stesura del catalogo della Pinacoteca locale – che cade dopo i precedenti di Corrado Ricci e Adriana Arfelli – e l’amicizia con Roberto Pagnani e Guido Rosetti, coi quali condivide la passione per l’arte contemporanea.

A queste congiunture si deve la trasformazione dello spazio di Anna Fietta in una galleria d’arte dove vengono proposte con successo mostre di artisti italiani e stranieri, una trasformazione auspicata da Martini e replicata nella Bottega di Giuseppe Maestri e Angelina Tienghi, che lavora con artisti di grande rilievo fino al nuovo millennio. Ma la dimensione non è solo quella locale, se pure di calibro internazionale: Martini cura mostre di arte contemporanea a Bologna e a Milano, e allestisce eventi internazionali che lanciano l’arte italiana in un contesto europeo. Inoltre, comprendendo l’importanza dei nuovi mezzi di comunicazione, in accordo con l’editore Dino Fabbri idea nuove collane che con un taglio divulgativo portano l’arte antica – italiana e del mondo – nelle case degli italiani mediante immagini curate e inedite, raccolte nel corso di lunghi viaggi e corredate da una narrazione criticamente esatta e aggiornata, sempre piacevole alla lettura.

Aumenti su Irpef, tassa di soggiorno e parcheggi: il bilancio del Comune di Cervia

Presentato il documento di previsione 2025/2027, che vede alcuni ritocchi per fronteggiare le spese dovute alle emergenze climatiche

Bilancio 2025 Conferenza Stampa

Il Comune di Cervia ritocca Irpef, tassa di soggiorno e tariffe dei parcheggi a pagamenti per bilanciare le spese straordinarie affrontate a causa degli eventi climatici estremi. È quanto emerge dal bilancio di previsione 2025-2027, che sarà portato in consiglio comunale il prossimo febbraio. I suoi contenuti sono stati illustrati in conferenza stampa dal sindaco Mattia Missiroli e dagli assessori ai lavori pubblici Mirko Boschetti e al bilancio Federica Bosi.

Il bilancio di previsione, afferma il Comune, «è stato costruito seguendo come obiettivi principali il mantenimento dell’elevato standard di qualità dei servizi ai cittadini e di sostegno alle famiglie, e per proseguire il processo di sviluppo complessivo della città e della sua economia». Inoltre «le ingenti spese sostenute – e non preventivate – per far fronte ai danni sul territorio provocati dalle emergenze legate al maltempo e le maggiori spese di gestione per i rincari delle materie prime e risorse energetiche, hanno indotto la giunta comunale ad apportare alcuni correttivi alle voci di entrata (tra cui addizionale Irpef, tassa di soggiorno e sosta a pagamento) per garantire l’equilibrio di bilancio e mantenere la quantità e la qualità dei servizi erogati dall’amministrazione. Sempre con l’obiettivo di incrementare le entrate, si è deciso di proseguire l’impegno nella lotta all’evasione tributaria».

Le entrate

Le risorse correnti complessive ammontano a circa 47 milioni e 700 mila euro e riguardano entrate tributarie (Imu e addizionale comunale Irpef), contributi e trasferimenti statali e regionali, entrate extratributarie (quali principalmente multe del codice della strada, canoni, diritti e dividendi). L’Imu è l’entrata più importante del Comune, in quanto rappresenta il 46% delle entrate correnti ed è pari a 21,9 milioni di euro di gettito ordinario. Le aliquote Imu restano invariate rispetto a quelle applicate nel 2024.

Alla voce Irpef, nel bilancio si prevede un’entrata di 2,2 milioni di euro, con un incremento di gettito di circa 430 mila euro dovuto all’aumento delle aliquote al 0,78% per i redditi da 28 mila a 50 mila euro e al 0,79% per i redditi di oltre 50 mila euro, mentre l’aliquota dei redditi fino a 28 mila euro è stata mantenuta allo 0,40%, evitando l’aumento a 0,54% già previsto nel bilancio precedente grazie all’avvio di un percorso di razionalizzazione delle spese correnti. Nonostante l’aumento proposto dalla giunta per i redditi superiori ai 28 mila euro, l’aliquota Irpef a Cervia rimane comunque la più bassa in provincia.

Dalla lotta all’evasione tributaria si prevede di recuperare circa 2,15 milioni, grazie al lavoro del servizio tributi del Comune; mentre dall’aumento delle tariffe per i parcheggi a pagamento si stima di incassare circa 3,4 milioni, sulla base anche degli aumenti tariffari differenziati a seconda delle zone e dei tempi di sosta (che abbiamo illustrato in un recente articolo). Quasi la metà dei proventi saranno destinati al finanziamento di investimenti su strade e parcheggi. Restano invariate le tariffe degli abbonamenti annuali.

La previsione di entrata dai permessi di costruire è stimata in circa 3,1 milioni di euro; mentre per la tassa di soggiorno, in vigore dal 1° maggio al 30 settembre, si prevede un incasso di circa 4 milioni di euro, in aumento di circa il 20% per l’incremento delle tariffe, che vanno dagli 0,70 centesimi per le strutture alberghiere a una stella fino ai 4 euro per i cinque stelle (con un aumento che va da 0,30 centesimi a 1 euro). Per strutture extra alberghiere (campeggi, b&b, appartamenti) la tariffa raddoppia, salendo a 1 euro a persona al giorno.

Le spese e gli investimenti

Per il 2025 il Comune di Cervia prevede una spesa corrente di circa 46 milioni di euro. «La manovra garantisce il mantenimento della quantità e della qualità dei servizi complessivi alla città», sottolinea l’amministrazione. «In particolare sono garantite le risorse destinate ai servizi sociali, ai servizi alle famiglie e alla promozione turistica del territorio».

L’amministrazione comunale ha inoltre deciso di destinare oltre 32 milioni di euro agli investimenti divisi tra risorse proprie, finanziamenti degli enti sovracomunali o risorse da reperire altrimenti. «I principali investimenti previsti riguardano la riqualificazione e la sistemazione di strade e zone del territorio (con l’obiettivo di aumentare la sicurezza stradale) e la realizzazione di strutture fondamentali per permettere lo sviluppo della località e l’innalzamento della qualità della vita dei cittadini e garantire servizi essenziali», afferma il Comune.

Di seguito le maggiori voci dei capitoli investimenti sul 2025:

  • circa 4 milioni di euro per la viabilità: sistemazione di piani viabili, manti stradali, marciapiedi, rotonde, la realizzazione di alcune ciclabili come il proseguimento della ciclabile sull’argine del Savio o la ciclabile di Sant’Andrea, e alcuni progetti specifici per alcuni territori, come un nuovo parcheggio a servizio dell’abitato di Tantlon;
  • -riqualificazione del centro storico e del viale Roma, su cui il Comune di Cervia già sta seguendo un percorso progettuale all’interno del circuito della nuova legge regionale sul commercio;
  • 1,2 milioni per interventi sul territorio e l’ambiente, riqualificazione del verde, interventi sulle pinete;
  • riqualificazione della casa di riposo per anziani Busignani, al fine di ristrutturarla nelle parti ammalorate del tetto e degli intonaci;
  • 3 milioni di finanziamenti da reperire per destinare allo sviluppo della “Città dello sport” a realizzazione del primo stralcio del Parco urbano a Milano Marittima;
  • oltre 3 milioni per interventi di riqualificazione, manutenzione, adeguamento normativo ed efficientamento energetico di edifici comunali, scuole, impianti sportivi, di illuminazione pubblica, sistemi di difesa e potenziamento strumenti di monitoraggio del territorio, implementazione di sistemi di videosorveglianza per aumentare il livello di sicurezza;
  • 1,62 milioni di euro euro di finanziamenti, suddivisi tra regionali e comunali, per la riqualificazione di Palazzo Guazzi a Castiglione;
  • più di 6 milioni di euro di opere a scomputo per strade, aree verdi e parcheggi.

Nel cast di “M – Il Figlio del Secolo” c’è una giovanissima attrice di Ravenna

Si tratta della 16enne Matilde Potenza, alla sua prima apparizione sullo schermo

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C’è una giovanissima attrice ravennate in M – Il Figlio del Secolo, la miniserie televisiva di cui si sta molto discutendo in questi giorni, che narra l’ascesa al potere di Benito Mussolini. Si tratta di Matilde Potenza, 16enne che interpreta Edda, la figlia del duce, quando diventa adolescente nel corso della serie.

Per Potenza si tratta della prima apparizione sullo schermo. L’unica sua altra esperienza di recitazione, a teatro, risulta nella trilogia “Inferno, Purgatorio, Paradiso” del Teatro delle Albe, diretta da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari tra il 2017 e il 2022. La giovane attrice frequenta il liceo classico Alighieri di Ravenna e ha partecipato ad alcuni corsi di recitazione tra Ravenna, Cervia, Ferrara e Rieti.

Alfonsine, non si ferma all’alt della polizia: arrestato dopo inseguimento in centro

Il 24enne guidava un autocarro senza patente né assicurazione

Il Momento Dell'arresto
Il momento dell’arresto

Non si è fermato all’alt della polizia locale, che lo ha inseguito per dieci chilometri nelle strette vie del centro storico di Alfonsine. Un 24enne di origine pakistana era alla guida di un autocarro sprovvisto sia di assicurazione che di patente, ed è stato arrestato dagli agenti.

Anziché fermarsi al segnale degli agenti, il giovane ha accelerato e imboccato le strette vie del centro storico cittadino, mettendo a repentaglio l’incolumità dei passanti. Subito è scattato l’inseguimento che ha coinvolto, a supporto, anche le pattuglie dei presidi di Lugo e Conselice. Nel corso della fuga, il guidatore ha anche tentato di far sbandare la pattuglia al di fuori della sede stradale.

Oltre al conducente, all’interno del veicolo viaggiava un’altra persona, anch’essa di origine pakistana. Una volta bloccato, il 24enne si è rifiutato di sottoporsi all’alcol test e al droga test ed è inoltre emerso che l’uomo non aveva mai conseguito la patente di guida. Per questi motivi è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Giunto davanti al giudice, l’arresto è stato convalidato ed è stato disposto l’obbligo di firma presso la polizia locale di Alfonsine.

Il sindaco referente per la polizia locale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Mattia Galli, si è congratulato per l’operazione con gli agenti, sottolineando come «la creazione di un corpo unico di polizia locale per tutta la Bassa Romagna abbia consentito, tra le altre cose, di incrementare notevolmente l’efficienza e l’efficacia degli interventi, grazie a un coordinamento territoriale che un tempo sarebbe stato molto più difficoltoso».

Cervia, partono i lavori nel comparto Cilea: saranno abbattuti alcuni alberi

Si tratta di esemplari considerati a fine vita, che saranno sostituiti con 30 nuove piantumazioni. Previsti un vasto parco, strade e parcheggi.

Comparto Cilea Foto Aerea

Sono in partenza a Cervia i lavori per realizzare il progetto di valorizzazione del comparto Cilea, che permetterà di completare l’assetto urbanistico della zona situata in fondo a via Olindo Guerrini. A fronte della realizzazione di immobili di pregio, i soggetti attuatori, oltre alle opere di urbanizzazione previste dal progetto (strade, parcheggi e aree verdi ombreggiate), realizzeranno un parco pubblico attrezzato di oltre 3.500 mq, di cui beneficerà l’intera collettività, dotato di zone gioco per i bambini, nuove alberature e sentieri con materiali ecosostenibili.

I primi interventi che verranno realizzati riguardano le opere di urbanizzazione, in particolare due parcheggi pubblici e strade di collegamento. Verranno pertanto abbattuti alcuni alberi (pioppi, salici e aceri) considerati in precarie condizioni e a fine vita. A fronte di questi abbattimenti verrà realizzato un nuovo viale alberato, con la piantumazione di circa 30 alberi ad alto fusto.

Il Comune di Cervia ha fatto sapere che sarà garantita la salvaguardia dei pregiati olmi siberiani presenti nella zona, oltre ad altri alberi.

Supermercato ex Amga, Confesercenti: «Troppe superfici commerciali, città satura»

Ricci Petitoni: «Paradigma sbagliato, non è possibile pensare di edificare in questo modo»

Ex Amga Ravenna

La Confesercenti di Ravenna ha espresso una posizione critica sul nuovo supermercato in costruzione nell’area ex Amga in via di Roma, che sarà completato entro l’anno. «Il progetto è sicuramente di qualità, non l’ennesimo prefabbricato, ma il paradigma è completamente sbagliato: non è possibile pensare di riqualificare edificando ulteriori nuove superfici commerciali, la città ne è satura», ha detto Riccardo Ricci Petitoni, responsabile di Confesercenti Ravenna per il comparto commercio e centro storico. «Si tratta tra l’altro di un progetto recente, approvato dal consiglio comunale nel 2021, non di una destinazione urbanistica datata, figlia di una previsione sovradimensionata dello sviluppo demografico cittadino, che poi non si è realizzato, come negli insediamenti a sud e ad est dell’area urbana».

Prosegue Ricci Petitoni: «Comprendiamo le esigenze dei proprietari privati, ma l’ente pubblico dovrebbe in questi casi far valere il proprio ruolo d’indirizzo, perorando la necessità, piuttosto, di edilizia residenziale di pregio e di spazi direzionali, che possano portare flussi economici di qualità al fragile equilibrio commerciale del centro storico cittadino, sempre più minacciato dalla crisi, dalla riduzione del potere d’acquisto, dalla concorrenza delle multinazionali. Fondamentali sono anche la riverdificazione e la riforestazione degli spazi urbani centrali, non solo periferici, per contrastare il fenomeno delle isole di calore che rendono le nostre città sempre più roventi e la fruizione delle strade e delle piazze sempre più difficoltosa nel periodo estivo, per residenti, clientela e turisti».

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