Ricordato l”80esimo anniversario, tra le proteste pacifiste
Ravenna ha celebrato l’80° anniversario dell’eccidio di Ponte dei Martiri (definita anche la strage del Ponte degli Allocchi). Il 25 agosto del 1944, dodici partigiani e partigiane furono uccisi in una rappresaglia nazifascista considerata una delle azioni più brutali compiute in città durante l’occupazione tedesca.
Durante la cerimonia commemorativa ci sono stati momenti di polemica, con le proteste di cittadini contro sindaco e Pd per i pini abbattuti sul territorio comunale, striscioni pacifisti e altri per sottolineare lo stato del monumento che ricorda la strage.
La cerimonia è partita in piazza Garibaldi per poi spostarsi nell’atrio della scuola media Guido Novello e infine al monumento del Ponte dei Martiri, dove si è svolta una performance teatrale a cura di Spazio A.
Per aggiungere significato all’80°anniversario lo spazio dove sorge il monumento è stato intitolato “largo Ponte dei Martiri”, mentre la vicina area alberata di fronte alla Circonvallazione al Molino, è stata ribattezzata “giardino Umberto Ricci”.
L’Amministrazione comunale ha intanto deciso di valorizzare il complesso monumentale, opera di Giò Pomodoro, con lavori di restauro, già iniziati, riqualificando tutta l’area con un impegno di spesa di 50mila euro.
La storia
Il 25 agosto 1944, all’allora Ponte degli Allocchi, oggi Ponte dei Martiri, furono uccisi dodici partigiani e patrioti. Per rappresaglia furono fucilati Augusto Graziani, Domenico Di Janni, Michele Pascoli, Raniero Ranieri, Aristodemo Sangiorgi, Valsano Sirilli, Edmondo Toschi, Giordano Valicelli, Pietro Zotti, Mario Montanari, mentre furono impiccati Umberto Ricci e Natalina Vacchi. Il 18 agosto, proprio Ricci fu arrestato per aver ucciso il brigatista nero Leonida Bedeschi detto “Cativeria”. La risposta dei vertici della Brigata Nera “Ettore Muti” fu feroce: prelevare dalle carceri antifascisti arrestati in precedenza per essere giustiziati.
Il ravennate Mario Pasi, medico, militare e partigiano, fu impiccato al Bosco delle Castagne, sulle colline sopra Belluno, il 10 marzo 1945, quale rappresaglia per l’uccisione di tre soldati tedeschi; Primo Sarti, anch’egli ravennate, tenente di vascello, fu ucciso il 10 aprile 1944, nel mar Tirreno, a bordo del Mas 505, durante un ammutinamento di marinai fascisti; Agamennone Vecchi, nato a Cremona, capitano del 2° battaglione del 28° reggimento di fanteria di stanza a Ravenna, fu ucciso il 16 agosto 1916 sul Podgora (Gorizia).