giovedì
21 Agosto 2025

In piazza prodotti enogastromomici e street food di tutte le regioni italiane

In centro a Ravenna arriva per tre giorni “Bell’Italia”

Novità per il centro di Ravenna che dal 18 al 20 marzo ospiterà “Bell’Italia”, la prima manifestazione enogastronomica che coinvolge tutte e venti le regioni d’Italia.

Per tre giorni in piazza del Popolo i prodotti enologici, oleari, caseari e alimentari più ricercati del nostro Paese, con uno spazio anche per il cosiddetto street food. A un itinerario del gusto si affiancheranno eventi paralleli in campo artistico e culturale. L’evento – che verrà presentato nel corso di una conferenza stampa nei prossimi giorni – è a cura di Confesercenti Ravenna, in collaborazione con il Comune.

In piazza prodotti enogastromomici e street food di tutte le regioni italiane

In centro a Ravenna arriva per tre giorni “Bell’Italia”

Novità per il centro di Ravenna che dal 18 al 20 marzo ospiterà “Bell’Italia”, la prima manifestazione enogastronomica che coinvolge tutte e venti le regioni d’Italia.

Per tre giorni in piazza del Popolo i prodotti enologici, oleari, caseari e alimentari più ricercati del nostro Paese, con uno spazio anche per il cosiddetto street food. A un itinerario del gusto si affiancheranno eventi paralleli in campo artistico e culturale. L’evento – che verrà presentato nel corso di una conferenza stampa nei prossimi giorni – è a cura di Confesercenti Ravenna, in collaborazione con il Comune.

In piazza prodotti enogastromomici e street food di tutte le regioni italiane

In centro a Ravenna arriva per tre giorni “Bell’Italia”

Novità per il centro di Ravenna che dal 18 al 20 marzo ospiterà “Bell’Italia”, la prima manifestazione enogastronomica che coinvolge tutte e venti le regioni d’Italia.

Per tre giorni in piazza del Popolo i prodotti enologici, oleari, caseari e alimentari più ricercati del nostro Paese, con uno spazio anche per il cosiddetto street food. A un itinerario del gusto si affiancheranno eventi paralleli in campo artistico e culturale. L’evento – che verrà presentato nel corso di una conferenza stampa nei prossimi giorni – è a cura di Confesercenti Ravenna, in collaborazione con il Comune.

29 anni fa la tragedia della Mecnavi Il sindaco: «Non dimentichiamo»

Manifestazione in piazza e convegno sulla sicurezza sul lavoro

Il 13 marzo ricorre il 29esimo anniversario della strage della Mecnavi. Il tragico incidente si verificò nel 1987 nei cantieri navali del porto di Ravenna; vi persero la vita 13 operai, rimanendo asfissiati all’interno della nave gasiera Elisabetta Montanari.

I caduti verranno ricordati in una cerimonia di commemorazione, in programma alle 11 in piazza del Popolo, alla quale interverranno il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, il sindaco di Bertinoro Nevio Zaccarelli(cinque vittime erano originarie della cittadina cesenate) e il segretario Cisl Romagna Daniele Saporetti a nome delle tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

«Sono passati 29 anni, ma Ravenna non dimentica – dichiara il sindaco Matteucci – A provocare il disastro fu la scintilla di una fiamma ossidrica: da lì un incendio e lo sviluppo di ossido di carbonio e acido cianidrico. I lavoratori morirono asfissiati al termine di una lunga agonia. L’inchiesta mise in luce l’assenza di estintori, la mancanza di vie di fuga, la vetustà della nave cisterna, le dure condizioni di lavoro degli operai (erano tutti manutentori), la disorganizzazione del cantiere. Ma la condanna fu mite: sette anni e mezzo nel processo di primo grado per Enzo Arienti, proprietario della Mecnavi, poi ridotti a quattro in appello. Il giorno dei funerali monsignor Ersilio Tonini, allora arcivescovo della città, parlò di “uomini ridotti a topi” e di “disumana umiliazione” delle condizioni di lavoro. Sono passati quasi trent’anni ma non li abbiamo dimenticati. Ricorderemo le 13 vittime in piazza del Popolo: invito tutte le cittadine e i cittadini ravennati a partecipare a questa manifestazione».

Venerdì 18 marzo dalle 9 alle 12.30 nella sala D’Attorre di via Ponte Marino 2 si svolgerà invece la terza assemblea provinciale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, aziendali, territoriali e di sito, dal titolo “Dalla memoria, un impegno continuo”, dedicata in particolare al tema dello stress lavoro correlato e al ruolo e all’esperienza dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
L’apertura dei lavori sarà affidata a interventi degli stessi rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Si procederà con i contributi di Stefano Toderi, docente del dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna, e Marco Broccoli, dirigente medico del servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Ausl Romagna.
Le iniziative sono promosse da Cgil, Cisl, Uil, Comuni di Ravenna e Bertinoro, Provincia e Ausl Romagna nell’ambito dei progetti “Piani per la salute provincia di Ravenna”.

29 anni fa la tragedia della Mecnavi Il sindaco: «Non dimentichiamo»

Manifestazione in piazza e convegno sulla sicurezza sul lavoro

Il 13 marzo ricorre il 29esimo anniversario della strage della Mecnavi. Il tragico incidente si verificò nel 1987 nei cantieri navali del porto di Ravenna; vi persero la vita 13 operai, rimanendo asfissiati all’interno della nave gasiera Elisabetta Montanari.

I caduti verranno ricordati in una cerimonia di commemorazione, in programma alle 11 in piazza del Popolo, alla quale interverranno il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, il sindaco di Bertinoro Nevio Zaccarelli(cinque vittime erano originarie della cittadina cesenate) e il segretario Cisl Romagna Daniele Saporetti a nome delle tre confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.

«Sono passati 29 anni, ma Ravenna non dimentica – dichiara il sindaco Matteucci – A provocare il disastro fu la scintilla di una fiamma ossidrica: da lì un incendio e lo sviluppo di ossido di carbonio e acido cianidrico. I lavoratori morirono asfissiati al termine di una lunga agonia. L’inchiesta mise in luce l’assenza di estintori, la mancanza di vie di fuga, la vetustà della nave cisterna, le dure condizioni di lavoro degli operai (erano tutti manutentori), la disorganizzazione del cantiere. Ma la condanna fu mite: sette anni e mezzo nel processo di primo grado per Enzo Arienti, proprietario della Mecnavi, poi ridotti a quattro in appello. Il giorno dei funerali monsignor Ersilio Tonini, allora arcivescovo della città, parlò di “uomini ridotti a topi” e di “disumana umiliazione” delle condizioni di lavoro. Sono passati quasi trent’anni ma non li abbiamo dimenticati. Ricorderemo le 13 vittime in piazza del Popolo: invito tutte le cittadine e i cittadini ravennati a partecipare a questa manifestazione».

Venerdì 18 marzo dalle 9 alle 12.30 nella sala D’Attorre di via Ponte Marino 2 si svolgerà invece la terza assemblea provinciale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, aziendali, territoriali e di sito, dal titolo “Dalla memoria, un impegno continuo”, dedicata in particolare al tema dello stress lavoro correlato e al ruolo e all’esperienza dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
L’apertura dei lavori sarà affidata a interventi degli stessi rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Si procederà con i contributi di Stefano Toderi, docente del dipartimento di psicologia dell’Università di Bologna, e Marco Broccoli, dirigente medico del servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell’Ausl Romagna.
Le iniziative sono promosse da Cgil, Cisl, Uil, Comuni di Ravenna e Bertinoro, Provincia e Ausl Romagna nell’ambito dei progetti “Piani per la salute provincia di Ravenna”.

Verso il voto: De Pascale progetta con i Lego. Manu Benelli con i 5 Stelle

E Ravenna in Comune parla di lavoro con il giudice Riverso

Entra nel vivo la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative di Ravenna del prossimo giugno.

Originale iniziativa elettorale quella organizzata sabato 12 marzo – dalla mattina alla sera – nel comitato elettorale di Michele De Pascale (il candidato sindaco del centrosinistra sostenuto da Pd, Pri e alcune liste civiche) di via San Mama dove per una giornata si giocherà con i Lego. I celeberrimi mattoncini colorati saranno il materiale fisico con cui elaborare e costruire progetti per la città. Ma non si pensi a uno scherzo, non a caso l’iniziativa si intitola “Lego serious play” e si tratta di una pratica nata in Danimarca negli anni ‘90 per favorire l’innovazione del business e oggi è sempre più utilizzato come metodologia partecipativa, di condivisione e di co-progettazione. Per partecipare è necessario iscriversi a questo link.

Appuntamento pubblico con Ravenna in Comune – la lista di sinistra alternativa al Pd – sabato 12 marzo dalle 14.30 alla Sala Buzzi in Viale Berlinguer 11. Gli appalti, le esternalizzazioni, il precariato e la crisi economica in cui versa anche il nostro territorio saranno alcuni dei temi della tavola rotonda dedicata a “Dignità e legalità del lavoro”. Interverranno: Raffaella Sutter, candidata sindaca Ravenna in Comune, Roberto Riverso, giudice di Cassazione, Massimo Marani (della Filctem Cgil), Danilo Morini (della Filt Cgil, Milco Cassani della Fiom Cgil) e Maurizio Lago, Uil Trasporti.

Il Movimento 5 Stelle di Ravenna organizza invece per lunedì 14 marzo alle 21 sempre in sala Buzzi, l’incontro con l’ex-pallavolista nonché campionessa Manuela “Manu” Benelli sul tema “sport e discriminazione” e in particolare di donne nel mondo dello sport, diffocoltà dei disabili e di strutture di impianti sportivi a Ravenna. Modera l’incontro Pietro Vandini, capogruppo dei grillini a Palazzo Merlato.

La guida disegnata di Ravenna dell’architetto Paolo Bolzani

Al Mar la presentazione del volume edito da Reclam

Ravenna Disegnata è la nuova guida al tratto della città di Ravenna, edita da Reclam e a cura dell’architetto Paolo Bolzani, costituita da 45 eleganti disegni delle facciate dei monumenti principali della città. Completano l’edizione bilingue italiano e inglese cenni storici sulla città e 11 percorsi turistici urbani. La guida è introdotta da scritti di Carlo Bertelli, Maria Grazia Marini, Gioia Gattamorta e Clemetnina Rizzardi. Come commenta Carlo Bertelli in Prefazione, i «rilievi eleganti, quasi neoclassici» segnalano «i capisaldi di un tessuto urbano che rischia altrimenti di restare senza punti di riferimento, privo di storia e quindi di collegamenti col presente».

Il volume verrà presentato domani – sabato 12 marzo – alle 11 a ingresso libero alla sala multimediale del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna, in occasione della mostra “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto”.

L’autore parlerà della pubblicazione insieme a Clementina Rizzardi (ordinario di Antichità Ravennati e Bizantine, Università di Bologna) e Gioia Gattamorta (presidente dell’Ordine degli Architetti).

La guida disegnata di Ravenna dell’architetto Paolo Bolzani

Al Mar la presentazione del volume edito da Reclam

Ravenna Disegnata è la nuova guida al tratto della città di Ravenna, edita da Reclam e a cura dell’architetto Paolo Bolzani, costituita da 45 eleganti disegni delle facciate dei monumenti principali della città. Completano l’edizione bilingue italiano e inglese cenni storici sulla città e 11 percorsi turistici urbani. La guida è introdotta da scritti di Carlo Bertelli, Maria Grazia Marini, Gioia Gattamorta e Clemetnina Rizzardi. Come commenta Carlo Bertelli in Prefazione, i «rilievi eleganti, quasi neoclassici» segnalano «i capisaldi di un tessuto urbano che rischia altrimenti di restare senza punti di riferimento, privo di storia e quindi di collegamenti col presente».

Il volume verrà presentato domani – sabato 12 marzo – alle 11 a ingresso libero alla sala multimediale del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna, in occasione della mostra “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto”.

L’autore parlerà della pubblicazione insieme a Clementina Rizzardi (ordinario di Antichità Ravennati e Bizantine, Università di Bologna) e Gioia Gattamorta (presidente dell’Ordine degli Architetti).

La guida disegnata di Ravenna dell’architetto Paolo Bolzani

Al Mar la presentazione del volume edito da Reclam

Ravenna Disegnata è la nuova guida al tratto della città di Ravenna, edita da Reclam e a cura dell’architetto Paolo Bolzani, costituita da 45 eleganti disegni delle facciate dei monumenti principali della città. Completano l’edizione bilingue italiano e inglese cenni storici sulla città e 11 percorsi turistici urbani. La guida è introdotta da scritti di Carlo Bertelli, Maria Grazia Marini, Gioia Gattamorta e Clemetnina Rizzardi. Come commenta Carlo Bertelli in Prefazione, i «rilievi eleganti, quasi neoclassici» segnalano «i capisaldi di un tessuto urbano che rischia altrimenti di restare senza punti di riferimento, privo di storia e quindi di collegamenti col presente».

Il volume verrà presentato domani – sabato 12 marzo – alle 11 a ingresso libero alla sala multimediale del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna, in occasione della mostra “La seduzione dell’antico. Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto”.

L’autore parlerà della pubblicazione insieme a Clementina Rizzardi (ordinario di Antichità Ravennati e Bizantine, Università di Bologna) e Gioia Gattamorta (presidente dell’Ordine degli Architetti).

Processo Poggiali, ergastolo o assolta? È il giorno della sentenza per l’infermiera

Due anni fa la morte della paziente a Lugo. Oggi le eventuali considerazioni del pm, replica della difesa poi la camera di consiglio

A quasi due anni da quella mattina dell’8 aprile 2014 in cui morì la 78enne Rosa Calderoni di Russi in ospedale a Lugo, è arrivato il giorno della sentenza per la donna che è accusata di averla uccisa: ergastolo o assoluzione per la 44enne Daniela Poggiali, ex infermiera dell’Ausl in servizio nel reparto di Medicina dove era ricoverata l’anziana. Il processo cominciato lo scorso 16 ottobre arriva infatti all’epilogo: in mattinata le eventuali considerazioni finali dell’accusa (dopo l’arringa difensiva di sette giorni fa) poi la controreplica della difesa e camera di consiglio da cui gli otto giudici della Corte d’Assise usciranno solo una volta raggiunto il verdetto.

La storia della presunta infermiera killer ha fatto il giro del mondo. Perché se non bastasse essere alla sbarra per un omicidio volontario pluriaggravato, le analisi statistiche sui turni di lavoro del personale infermieristico lughese restituiscono uno scenario cupo di circa 90 decessi anomali rispetto agli standard statistici: nei turni di Poggiali in quel reparto si moriva due volte in più rispetto alla media. E, come fa notare l’accusa, da quando la donna non è più in servizio (pochi giorni dopo il caso Calderoni) sono diminuiti i decessi.

La procura (pm Angela Scorza) la ritiene colpevole ricostruendo un castello accusatorio che parte dall’assunto di una morte avvenuta per cause non naturali, circostanza che troverebbe riscontro nell’altissima concentrazione di cloruro di potassio (Cdp) negli occhi della paziente (rintracciata con l’autopsia) a significare una somministrazione esogena massiccia e fatale di Cdp come si riscontra nel deflussore della flebo collegato al braccio: se l’ultima persona a essere stata in stanza da sola con Calderoni, prima che finisse in coma, è stata Poggiali allora Poggiali è l’assassina. Il movente? Avrebbe una rappresentazione plastica nelle celeberrime due foto scattate a gennaio 2014 da una collega di Poggiali mentre l’ex infermiera si metteva in pose di scherno accanto a un altro cadavere: la soddisfazione di dare la morte (anche come sfida a chi la sospettava e quindi le aveva cambiato turno proprio il giorno prima dell’8 aprile 2014).

Nulla della ricostruzione del pubblico ministero, secondo la difesa (avvocato Stefano Dalla Valle di Lugo), avrebbe trovato il sostegno di una prova solida in due anni tra indagini e dibattimento. Per questo va assolta. Con formula piena o per insufficienza di prove. Innanzitutto perché la causa non naturale del decesso è tutta da dimostrare e non si sarebbe nemmeno cercato di dimostrarla dando per scontato da subito che fosse un omicidio. E il tempo di 5-10 minuti trascorso da Poggiali in stanza con Calderoni non le sarebbe stato sufficiente a inserire due fiale di potassio (la dose necessaria per causare la morte in un tempo non troppo breve e non troppo lungo) nel deflussore. Che non si può dire con certezza sia quello agli atti: se l’ago cannula in fondo al tubo ha Dna maschile e quel giorno in reparto c’era proprio un altro paziente maschio che aveva fatto terapia di potassio perché le indagini non hanno comparato di Dna? E infine l’alto livello di Cdp negli occhi di Rosa Calderoni è un effetto di un errore nel campionamento.

L’imputata è in carcere a Forlì dal 9 ottobre 2014 in custodia cautelare perché ritenuta pericolosa in qualunque contesto anche fuori da quello lavorativo (stesso motivo che ora porta il pm a cheidere l’ergastolo). Un lungo periodo di detenzione che l’ha cambiata molto nell’aspetto: dai sorrisi sfacciati sotto la chioma bionda tinta in tribunale il giorno della convalida dell’arresto al volto più serio e tirato sotto i capelli di nuovo scuri in ogni udienza del processo a cui è sempre stata presente. Seduta accanto all’avvocato, guardata a vista alle spalle da un agente della polizia penitenziaria. Il 4 dicembre 2015 ha risposto per oltre due ore alle domande del sostituto procuratore respingendo le accuse, tutte. In aula sempre anche Luigi Conficconi, il fidanzato. Che ha sfruttato ogni momento di pausa per scambiarsi sguardi e sorrisi con la compagna rinchiusa nella gabbia per gli imputati.

A giudicarla saranno gli otto giudici che compongono la Corte d’Assise. Due togati (il presidente Corrado Schiaretti e il giudice a latere Andrea Galanti) e sei popolari estratti a sorte tra i cittadini iscritti a un apposito albo. Requisiti richiesti: cittadinanza italiana, buona condotta morale, diploca di licenza media inferiore, tra 30 e 65 anni di età. Decideranno in maniera congiunta: i primi a votare saranno i popolari partendo dal più giovane. Non serve l’unanimità e in caso di parità verrà accolta la sentenza più favorevole all’imputata.

«In 4 anni non ha adeguato i fondali del porto: giusto cacciare Di Marco»

Le critiche del candidato sindaco Alberghini sull’ex presidente di Ap
«Comune e Provincia immobili ma è grottesco chi lo difende a oltranza»

«È grottesco difendere a oltranza l’operato di Galliano Di Marco: il suo siluramento non è altro che la logica conseguenza del mancato adeguamento dei fondali del porto. In quattro anni l’Autorità portuale e il suo presidente non sono stati in grado di trovare una soluzione». Il candidato sindaco Massimiliano Alberghini – sostenuto dall’alleanza inedita tra Lista per Ravenna e Lega Nord a cui ora sembra possa aggiungersi anche Forza Italia – assesta un colpo deciso all’ormai ex dirigente di Ap, sostituito il 2 marzo alla scadenza del primo mandato da un commissario: «La nomina è stata una scelta necessitata e di buon senso».

Insomma, per Alberghini, se il Progettone non è stato realizzato qualcuno doveva risponderne e così è stato per Di Marco: «Non sto qui a sindacare in che proporzione le colpe siano solo sue e di altri, di certo il Comune e la Provincia si sono distinti per un immobilismo devastante». Che ha causato una situazione di stallo per il porto: «Un problema che in altri porti è stato risolto in tempi brevi ed è gestito come normale amministrazione. Invece a Ravenna rischia di avere gravissime ripercussioni sulla competitività e sul futuro dello stesso».

La nomina del contrammiraglio Giuseppe Meli, comandante della capitaneria di porto, a commissario straordinario trova il pieno appoggio di Alberghini: «Sarebbe stato un dramma per il porto e per gli operatori continuare a registrare scontri perenni tra il presidente e gli enti pubblici locali governati dal Pd che lo avevano scelto, sostenuto accanitamente e perfino esaltato per oltre tre anni. Inevitabile la mancata riconferma di Di Marco, anche in deroga alla proroga di 45 giorni dettata dalla legge e dalla consuetudine, in assenza del nome di un nuovo presidente condiviso almeno largamente dalle varie parti politiche da proporre al ministro Delrio, scongiurato il tentativo subdolo e scorretto da parte del Pd di nominare un uomo di parte anziché attendere il ricambio dell’amministrazione comunale a seguito delle imminenti elezioni di giugno».

«In 4 anni non ha adeguato i fondali del porto: giusto cacciare Di Marco»

Le critiche del candidato sindaco Alberghini sull’ex presidente di Ap
«Comune e Provincia immobili ma è grottesco chi lo difende a oltranza»

«È grottesco difendere a oltranza l’operato di Galliano Di Marco: il suo siluramento non è altro che la logica conseguenza del mancato adeguamento dei fondali del porto. In quattro anni l’Autorità portuale e il suo presidente non sono stati in grado di trovare una soluzione». Il candidato sindaco Massimiliano Alberghini – sostenuto dall’alleanza inedita tra Lista per Ravenna e Lega Nord a cui ora sembra possa aggiungersi anche Forza Italia – assesta un colpo deciso all’ormai ex dirigente di Ap, sostituito il 2 marzo alla scadenza del primo mandato da un commissario: «La nomina è stata una scelta necessitata e di buon senso».

Insomma, per Alberghini, se il Progettone non è stato realizzato qualcuno doveva risponderne e così è stato per Di Marco: «Non sto qui a sindacare in che proporzione le colpe siano solo sue e di altri, di certo il Comune e la Provincia si sono distinti per un immobilismo devastante». Che ha causato una situazione di stallo per il porto: «Un problema che in altri porti è stato risolto in tempi brevi ed è gestito come normale amministrazione. Invece a Ravenna rischia di avere gravissime ripercussioni sulla competitività e sul futuro dello stesso».

La nomina del contrammiraglio Giuseppe Meli, comandante della capitaneria di porto, a commissario straordinario trova il pieno appoggio di Alberghini: «Sarebbe stato un dramma per il porto e per gli operatori continuare a registrare scontri perenni tra il presidente e gli enti pubblici locali governati dal Pd che lo avevano scelto, sostenuto accanitamente e perfino esaltato per oltre tre anni. Inevitabile la mancata riconferma di Di Marco, anche in deroga alla proroga di 45 giorni dettata dalla legge e dalla consuetudine, in assenza del nome di un nuovo presidente condiviso almeno largamente dalle varie parti politiche da proporre al ministro Delrio, scongiurato il tentativo subdolo e scorretto da parte del Pd di nominare un uomo di parte anziché attendere il ricambio dell’amministrazione comunale a seguito delle imminenti elezioni di giugno».

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