domenica
03 Agosto 2025

Rapina nella notte in una ditta di slot: la guardia giurata spara. Presi i ladri

Un arresto e quattro fermi poche ore dopo da parte dei carabinieri

I carabinieri hanno arrestato un uomo e ne hanno fermati quattro per una rapina avvenuta nella notte fra giovedì e venerdì ai danni di un’azienda (la Romagna Giochi di Faenza) che produce apparecchi videolottery e slot.

Intorno alle 2.30 di notte, una guardia giurata, nel corso del suo giro di vigilanza, aveva sorpreso alcuni uomini mentre rubavano dai furgoni della ditta.

I ladri, prima di darsi alla fuga, avevano lanciato un palanchino contro il metronotte, che aveva risposto esplodendo alcuni colpi di pistola.

L’arrestato era già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per altri furti. (Ansa.it)

Confindustria: «Se avessimo il potere che dice Bucci, il porto sarebbe dragato»

Il vicepresidente replica alle critiche del candidato sindaco della Pigna
«Se Sapir è l’unico problema di Ravenna i cittadini dormano tranquilli»

«Se avessimo tutto il potere che ci vogliono attribuire il consigliere Maurizio Bucci ed i suoi ispiratori, il porto di Ravenna sarebbe già dragato». C’è una punta di veleno nella risposta che Giuseppe Rossi, vicepresidente di Confindustria Ravenna, indirizza al candidato sindaco della lista civica la Pigna dopo le sue critiche su presunti conflitti di interessi e intrecci politico-affaristici imperniati su Sapir con la regia di Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria.

«La lista La Pigna, guidata da Maurizio Bucci, ultimamente si è molto concentrata nei suoi comunicati in una difesa degli espropri per accogliere i materiali di escavo dei fondali portuali ed in un attacco a Confindustria Ravenna e alla Sapir. Quest’ultima potrà, se crede, tutelare autonomamente le sue ragioni. Ma se gli unici problemi rimasti a Ravenna, come pensa il consigliere Bucci, sono Confindustria e la Sapir, i cittadini possono dormire sonni tranquilli. Purtroppo invece nel frattempo l’offshore soffre, l’edilizia è in ginocchio, la chimica è nell’incertezza, il porto è abbandonato e la criminalità dilaga».

Confindustria: «Se avessimo il potere che dice Bucci, il porto sarebbe dragato»

Il vicepresidente replica alle critiche del candidato sindaco della Pigna
«Se Sapir è l’unico problema di Ravenna i cittadini dormano tranquilli»

«Se avessimo tutto il potere che ci vogliono attribuire il consigliere Maurizio Bucci ed i suoi ispiratori, il porto di Ravenna sarebbe già dragato». C’è una punta di veleno nella risposta che Giuseppe Rossi, vicepresidente di Confindustria Ravenna, indirizza al candidato sindaco della lista civica la Pigna dopo le sue critiche su presunti conflitti di interessi e intrecci politico-affaristici imperniati su Sapir con la regia di Guido Ottolenghi, presidente di Confindustria.

«La lista La Pigna, guidata da Maurizio Bucci, ultimamente si è molto concentrata nei suoi comunicati in una difesa degli espropri per accogliere i materiali di escavo dei fondali portuali ed in un attacco a Confindustria Ravenna e alla Sapir. Quest’ultima potrà, se crede, tutelare autonomamente le sue ragioni. Ma se gli unici problemi rimasti a Ravenna, come pensa il consigliere Bucci, sono Confindustria e la Sapir, i cittadini possono dormire sonni tranquilli. Purtroppo invece nel frattempo l’offshore soffre, l’edilizia è in ginocchio, la chimica è nell’incertezza, il porto è abbandonato e la criminalità dilaga».

«Quello spettacolo sui matti pericolosi ci offende». Bufera su Psychiatric Circus

La rabbia dei familiari di persone che soffrono di disturbi mentali
e delle associazioni per l’evento in programma al Pala De André

Dal 21 gennaio al 7 febbraio al Pala De André di Ravenna va in scena Psychiatric Circus, spettacolo teatrale ambientato negli Anni Cinquanta «che racconta la vita all’interno del manicomio cattolico di Bergen», si legge nella cartella stampa.

Un evento che ha scatenato la reazione delle associazioni ravennati (“Porte aperte” e “A.M.A. La vita”) dei familiari di persone che soffrono di disturbi mentali e che si occupano di salute mentale che hanno inviato una lettera ai giornali e agli assessori competenti, oltre che ai dirigenti del dipartimento di Salute mentale di Ravenna. «A nostro parere tale spettacolo si basa su vecchi luoghi comuni che offendono profondamente chi sperimenta la sofferenza psichica e chi cerca di curarla», scrivono le associazioni, secondo le quali già il primo impatto visivo (la scritta della locandina gronda sangue, il pagliaccio brandisce una siringa) «è inquietante», facendo intendere «una connessione tra follia, delitti e droga».

«Se dal manifesto si passa al sito web (a questo link) della compagnia che allestisce lo spettacolo, le sensazioni inquietanti si moltiplicano – si legge nella lettera –: si promette agli spettatori un “umorismo trash, fuori dalle righe, con sfumature horror”, si preannuncia una serata “che vi farà ridere, ma vi farà portare a casa ansia e angoscia”, “una serata assolutamente nuova, di genere mai visto”. In realtà non c’è niente di nuovo nel ridere dei pazzi, come dimostrano migliaia di barzellette sui manicomi e sui matti».

Le associazioni di familiari della Salute Mentale «devono purtroppo ancora una volta constatare quanto persistente sia lo stigma nei confronti della malattia mentale. Nessuno si permetterebbe di fare uno spettacolo comico sui malati di tumore, o sui disabili in carrozzella. Eppure della malattia mentale si continua a ridere. Questa comicità presuppone alcuni stereotipi: il matto è imprevedibile e bizzarro, e per questo fa ridere, ma è anche pericoloso e deve far paura; il matto non può guarire, resterà matto a vita, e il suo luogo naturale è il manicomio. Stereotipi come si vede duri a morire anche oggi, che i manicomi non esistono più e la scienza ha trovato diversi e più efficaci metodi di cura. Infatti oggi in Italia ci sono tanti Servizi Psichiatrici che lavorano bene e permettono a chi ha conosciuto la sofferenza psichica di “riprendere in mano la propria vita” attraverso percorsi di guarigione (recovery): a Trieste con gli eredi di Basaglia, ma anche a Trento, a Torino e in altre città. Anche Ravenna ha visto ultimamente un impegno apprezzabile».

«Non diteci per favore che ci manca il senso dell’umorismo – termina la lettera –, che non siamo abbastanza intelligenti per esercitare l’autoironia. Il percorso di sofferenza dei nostri cari è stato per noi una dura scuola e ci ha insegnato che, quando in una comunità persistono gli stereotipi che stanno alla base dello spettacolo, per chi soffre di un disturbo mentale è più difficile guarire».

«Quello spettacolo sui matti pericolosi ci offende». Bufera su Psychiatric Circus

La rabbia dei familiari di persone che soffrono di disturbi mentali e delle associazioni per l’evento in programma al Pala De André

Dal 21 gennaio al 7 febbraio al Pala De André di Ravenna va in scena Psychiatric Circus, spettacolo teatrale ambientato negli Anni Cinquanta «che racconta la vita all’interno del manicomio cattolico di Bergen», si legge nella cartella stampa.

Un evento che ha scatenato la reazione delle associazioni ravennati (“Porte aperte” e “A.M.A. La vita”) dei familiari di persone che soffrono di disturbi mentali e che si occupano di salute mentale che hanno inviato una lettera ai giornali e agli assessori competenti, oltre che ai dirigenti del dipartimento di Salute mentale di Ravenna. «A nostro parere tale spettacolo si basa su vecchi luoghi comuni che offendono profondamente chi sperimenta la sofferenza psichica e chi cerca di curarla», scrivono le associazioni, secondo le quali già il primo impatto visivo (la scritta della locandina gronda sangue, il pagliaccio brandisce una siringa) «è inquietante», facendo intendere «una connessione tra follia, delitti e droga».

«Se dal manifesto si passa al sito web (a questo link) della compagnia che allestisce lo spettacolo, le sensazioni inquietanti si moltiplicano – si legge nella lettera –: si promette agli spettatori un “umorismo trash, fuori dalle righe, con sfumature horror”, si preannuncia una serata “che vi farà ridere, ma vi farà portare a casa ansia e angoscia”, “una serata assolutamente nuova, di genere mai visto”. In realtà non c’è niente di nuovo nel ridere dei pazzi, come dimostrano migliaia di barzellette sui manicomi e sui matti».

Le associazioni di familiari della Salute Mentale «devono purtroppo ancora una volta constatare quanto persistente sia lo stigma nei confronti della malattia mentale. Nessuno si permetterebbe di fare uno spettacolo comico sui malati di tumore, o sui disabili in carrozzella. Eppure della malattia mentale si continua a ridere. Questa comicità presuppone alcuni stereotipi: il matto è imprevedibile e bizzarro, e per questo fa ridere, ma è anche pericoloso e deve far paura; il matto non può guarire, resterà matto a vita, e il suo luogo naturale è il manicomio. Stereotipi come si vede duri a morire anche oggi, che i manicomi non esistono più e la scienza ha trovato diversi e più efficaci metodi di cura. Infatti oggi in Italia ci sono tanti Servizi Psichiatrici che lavorano bene e permettono a chi ha conosciuto la sofferenza psichica di “riprendere in mano la propria vita” attraverso percorsi di guarigione (recovery): a Trieste con gli eredi di Basaglia, ma anche a Trento, a Torino e in altre città. Anche Ravenna ha visto ultimamente un impegno apprezzabile».

«Non diteci per favore che ci manca il senso dell’umorismo – termina la lettera –, che non siamo abbastanza intelligenti per esercitare l’autoironia. Il percorso di sofferenza dei nostri cari è stato per noi una dura scuola e ci ha insegnato che, quando in una comunità persistono gli stereotipi che stanno alla base dello spettacolo, per chi soffre di un disturbo mentale è più difficile guarire».

Una domanda alla settimana ai candidati: come sarà piazza Kennedy nel 2017?

Una nuova rubrica per le amministrative di giugno: anche i lettori
possono partecipare inviando il loro quesito alla nostra redazione

Nel 2016 i ravennati sono chiamati a scegliere il sindaco che prenderà il posto di Fabrizio Matteucci, giunto al termine di due mandati consecutivi. Abbiamo così deciso di dedicare, da qui alle elezioni, uno spazio alle parole di chi si candida a Primo cittadino scegliendo di porre ogni settimana una domanda il più possibile precisa e chiedendo a ognuno di loro di rispondere nel modo più circostanziato possibile in un breve spazio uguale per tutti. Un esercizio di sintesi e un tentativo di mettere a confronto idee e progetti concreti per la città. Chiediamo in questo la collaborazione dei lettori, perché ci mandino le domande che loro vorrebbero porre ai candidati inviando una mail a redazione@ravennaedintorni.it.

Cominciamo con le quattro persone di cui a oggi è nota la disponibilità alla candidatura, in attesa che il quadro si completi. In particolare appare ancora non definitiva la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata, ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive in merito alla certificazione. Aggiorneremo lo scenario degli sfidanti man mano che la situazione si chiarirà.

Tra i tanti temi da affrontare, abbiamo deciso di iniziare dal cuore della città, piazza Kennedy, dove sono in corso i lavori di riqualificazione di quello che per anni è stato il parcheggio forse più utilizzato del centro città. Il progetto prevede la trasformazione dello spazio in una piazza totalmente pedonale, con attività commerciali e la possibilità di ospitare eventi e manifestazioni. Durante i lavori, come noto, sono emersi i resti della chiesa di Sant’Agnese risalenti al XVII secolo e in una porzione ridotta si sta scavando alla ricerca di reperti di epoca bizantina, della chiesa originaria. E ora c’è chi chiede che una parte della piazza sia trasformata di fatto in un sito archeologico. La fine dei lavori è tuttora prevista per giugno 2016. Ecco allora la nostra semplice, si far per dire, domanda ai candidati sindaci:
“Siamo nel giugno 2017 e ci troviamo in piazza Kennedy. Cosa potremmo vedere?” Ecco le loro risposte (in ordine alfabetico).

Maurizio Bucci (53 anni, è il candidato della lista civica da lui fondata La Pigna e di Fratelli d’Italia)

«Purtroppo a giugno 2017, nella veste di Sindaco, mi troverei a risolvere l’ennesimo problema causato dalla Giunta Pd, del quale non ho condiviso il progetto. Prima di procedere alla chiusura e trasformazione di quello che era il principale parcheggio scambiatore del centro storico, occorreva risolvere nella sua interezza il piano parcheggi. Cosa che non è stata fatta e così i cittadini e gli operatori ne pagano le conseguenze. Nel merito La Pigna presenterà nel programma un progetto articolato e compiuto. L’amministrazione in capo al Pd ha gestito con approssimazione tutto il progetto che ha avuto il suo culmine nel ritrovamento dei resti della Chiesa di Santa Agnese. Di fatto questi resti non hanno particolare valore storico, mentre scavando a una profondità di ulteriori 3/3,50 metri affiorerebbero i resti del I e III secolo in età romana di grande valore testimoniale. Ora non resta quindi che scavare per la realizzazione di una piazza archeologica la quale potrebbe diventare meta di grande interesse turistico. Una città come Ravenna, che per il suo sviluppo deve puntare soprattutto sul turismo storico e artistico, non può continuare a nascondere le proprie ricchezze e il proprio patrimonio. Esorto l’attuale Giunta a non prendere decisioni di copertura dell’area, dato che le elezioni potrebbero vedere il Pd perdente».

Michele De Pascale (30 anni, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche in via di formazione)

«Premetto che sono assolutamente d’accordo con la valorizzazione dei reperti (naturalmente senza che questo pregiudichi la fruizione della piazza o ne ritardi la conclusione dei lavori e l’apertura), ma in questa circostanza, sono altresì convinto dell’importanza di un accurato approccio scientifico, dunque ritengo che debba essere la Soprintendenza ai Beni Cultu­rali ad indicarci tempi e modi per valorizzare opportunamente i reperti. Nel domandarmi come sarà la piazza nel 2017, dovrete indicare anche in quale giorno preciso, poiché la piazza Kennedy che immagino sarà occupata e animata da un fitto calendario di eventi e manifestazioni che mostreranno, in ogni periodo dell’anno, i 1000 e più volti della città. Sarà la piazza del turismo, del commercio e della socializzazione, una piazza vivace e vissuta, non solo grazie ai tradizionali eventi legati alle festività, ma con concerti e spettacoli che diano spazio ai numerosi artisti locali – ma anche nazionali ed internazionali – manifestazioni sportive e culturali, con mostre ed esposizioni aperte anche in orario serale».

Michela Guerra (43 anni, è stata votata dal meetup di Ravenna come candidata sindaca ed è quindi portavoce del programma lì elaborato. È in attesa di certificazione ufficiale da parte dello staff del Movimento 5 Stelle)

«Potremmo vedere una piazza che dopo sondaggi coinvolgenti tutta la sua superficie è diventata un interessante sito archeologico. I turisti vi passeggiano, la rendono viva. Turisti italiani e stranieri, perché le nuove strategie di promozione turistica aiutano la nostra città a emergere per quella che è: fantastica. Cittadini e cittadine disabili riescono a interagire con la segnaletica informativa finalmente adeguata, anche con le adeguate traduzioni. Piazza Kennedy sarà un centro di aggregazione sociale e culturale da vivere nel presente e da ripercorrere attraverso incontri che ne raccontano il passato. Potremmo vedere una città che aiuta il cittadino a raggiungere il centro, il centro storico, non quello commerciale. Questo è quello che “potremmo” vedere o cercheremo di far vedere, sapendo che le decisioni più vincolanti sono state prese dall’attuale amministrazione. Mentre se si avrà continuità politica, sarà una piazza con un progetto discutibile e scarno, con indicazioni a volte sbagliate, spesso non tradotte e quasi mai accessibili a tutti; sarà una piazza forse ancora cantierizzata anche perché, nel 2011, quando chiedemmo sondaggi preliminari, ci fu detto che non erano necessari. Con buona pace delle attività commerciali che vi insistono sopra. Almeno questo speriamo di non doverlo vedere»

Raffaella Sutter (60 anni, candidata di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che include vari partiti di sinistra alternativi al Pd, singoli e associazioni)

«Seduta a uno dei tanti tavolini dei bar scelgo tra gli aperitivi a tema: Sant ‘Agnese, l’antica basilica, Conchincollo, l’orologio che qui si trovava fino al 1500, Rasponi, dedicato ai conti. Vicino alle colonne bizantine di Sant’A­gne­se, spostate dalla corte di Palazzo Rasponi, un gruppo di turisti osserva, sotto la copertura protettiva di vetro, i resti del ciborio e dell’altare; con un’app di realtà aumentata, progettata dalla facoltà di Conservazione di Beni Culturali, ricostruiscono sui loro smart la storia della piazza, da Foro Romano a zona malfamata nel Medioevo, ai nuovi palazzi della famiglia Rasponi. In un lato della piazza alcuni stand vendono libri su Ravenna. Un piccolo gruppo siede sulle panchine a mosaico prodotte per il Festival del Mosaico 2015 per ascoltare la recita in lingua originale di versi di poeti famosi su Ravenna. In un angolo della piazza i giovani artisti di Raven­nopoli, gioco con pedine viventi in costume storico, coinvolgono bambini e ragazzi. Nello spazio centrale inizia un concerto di giovani ravennati. Poche automobili passano sul lato transitabile della piazza».

Una domanda alla settimana ai candidati: come sarà piazza Kennedy nel 2017?

Una nuova rubrica per le amministrative di giugno: anche i lettori possono partecipare inviando il loro quesito alla nostra redazione

Nel 2016 i ravennati sono chiamati a scegliere il sindaco che prenderà il posto di Fabrizio Matteucci, giunto al termine di due mandati consecutivi. Abbiamo così deciso di dedicare, da qui alle elezioni, uno spazio alle parole di chi si candida a Primo cittadino scegliendo di porre ogni settimana una domanda il più possibile precisa e chiedendo a ognuno di loro di rispondere nel modo più circostanziato possibile in un breve spazio uguale per tutti. Un esercizio di sintesi e un tentativo di mettere a confronto idee e progetti concreti per la città. Chiediamo in questo la collaborazione dei lettori, perché ci mandino le domande che loro vorrebbero porre ai candidati inviando una mail a redazione@ravennaedintorni.it.

Cominciamo con le quattro persone di cui a oggi è nota la disponibilità alla candidatura, in attesa che il quadro si completi. In particolare appare ancora non definitiva la situazione nel Movimento 5 Stelle dove due sono le liste che hanno chiesto la certificazione allo staff centrale. Abbiamo chiesto a entrambe di partecipare, ma solo una di queste, quella emersa dal meetup ravennate e che ha indicato Michela Guerra come la propria candidata, ha accettato di rispondere a patto che fosse appunto precisato come non possa essere ufficialmente considerata la candidata del Movimento 5 Stelle a Ravenna, mentre la lista che ha come portavoce Francesca Santarella ha preferito attendere decisioni definitive in merito alla certificazione. Aggiorneremo lo scenario degli sfidanti man mano che la situazione si chiarirà.

Tra i tanti temi da affrontare, abbiamo deciso di iniziare dal cuore della città, piazza Kennedy, dove sono in corso i lavori di riqualificazione di quello che per anni è stato il parcheggio forse più utilizzato del centro città. Il progetto prevede la trasformazione dello spazio in una piazza totalmente pedonale, con attività commerciali e la possibilità di ospitare eventi e manifestazioni. Durante i lavori, come noto, sono emersi i resti della chiesa di Sant’Agnese risalenti al XVII secolo e in una porzione ridotta si sta scavando alla ricerca di reperti di epoca bizantina, della chiesa originaria. E ora c’è chi chiede che una parte della piazza sia trasformata di fatto in un sito archeologico. La fine dei lavori è tuttora prevista per giugno 2016. Ecco allora la nostra semplice, si far per dire, domanda ai candidati sindaci:
“Siamo nel giugno 2017 e ci troviamo in piazza Kennedy. Cosa potremmo vedere?” Ecco le loro risposte (in ordine alfabetico).

Maurizio Bucci (53 anni, è il candidato della lista civica da lui fondata La Pigna e di Fratelli d’Italia)

«Purtroppo a giugno 2017, nella veste di Sindaco, mi troverei a risolvere l’ennesimo problema causato dalla Giunta Pd, del quale non ho condiviso il progetto. Prima di procedere alla chiusura e trasformazione di quello che era il principale parcheggio scambiatore del centro storico, occorreva risolvere nella sua interezza il piano parcheggi. Cosa che non è stata fatta e così i cittadini e gli operatori ne pagano le conseguenze. Nel merito La Pigna presenterà nel programma un progetto articolato e compiuto. L’amministrazione in capo al Pd ha gestito con approssimazione tutto il progetto che ha avuto il suo culmine nel ritrovamento dei resti della Chiesa di Santa Agnese. Di fatto questi resti non hanno particolare valore storico, mentre scavando a una profondità di ulteriori 3/3,50 metri affiorerebbero i resti del I e III secolo in età romana di grande valore testimoniale. Ora non resta quindi che scavare per la realizzazione di una piazza archeologica la quale potrebbe diventare meta di grande interesse turistico. Una città come Ravenna, che per il suo sviluppo deve puntare soprattutto sul turismo storico e artistico, non può continuare a nascondere le proprie ricchezze e il proprio patrimonio. Esorto l’attuale Giunta a non prendere decisioni di copertura dell’area, dato che le elezioni potrebbero vedere il Pd perdente».

Michele De Pascale (30 anni, candidato di una coalizione che comprende Pd, Pri e liste civiche in via di formazione)

«Premetto che sono assolutamente d’accordo con la valorizzazione dei reperti (naturalmente senza che questo pregiudichi la fruizione della piazza o ne ritardi la conclusione dei lavori e l’apertura), ma in questa circostanza, sono altresì convinto dell’importanza di un accurato approccio scientifico, dunque ritengo che debba essere la Soprintendenza ai Beni Cultu­rali ad indicarci tempi e modi per valorizzare opportunamente i reperti. Nel domandarmi come sarà la piazza nel 2017, dovrete indicare anche in quale giorno preciso, poiché la piazza Kennedy che immagino sarà occupata e animata da un fitto calendario di eventi e manifestazioni che mostreranno, in ogni periodo dell’anno, i 1000 e più volti della città. Sarà la piazza del turismo, del commercio e della socializzazione, una piazza vivace e vissuta, non solo grazie ai tradizionali eventi legati alle festività, ma con concerti e spettacoli che diano spazio ai numerosi artisti locali – ma anche nazionali ed internazionali – manifestazioni sportive e culturali, con mostre ed esposizioni aperte anche in orario serale».

Michela Guerra (43 anni, è stata votata dal meetup di Ravenna come candidata sindaca ed è quindi portavoce del programma lì elaborato. È in attesa di certificazione ufficiale da parte dello staff del Movimento 5 Stelle)

«Potremmo vedere una piazza che dopo sondaggi coinvolgenti tutta la sua superficie è diventata un interessante sito archeologico. I turisti vi passeggiano, la rendono viva. Turisti italiani e stranieri, perché le nuove strategie di promozione turistica aiutano la nostra città a emergere per quella che è: fantastica. Cittadini e cittadine disabili riescono a interagire con la segnaletica informativa finalmente adeguata, anche con le adeguate traduzioni. Piazza Kennedy sarà un centro di aggregazione sociale e culturale da vivere nel presente e da ripercorrere attraverso incontri che ne raccontano il passato. Potremmo vedere una città che aiuta il cittadino a raggiungere il centro, il centro storico, non quello commerciale. Questo è quello che “potremmo” vedere o cercheremo di far vedere, sapendo che le decisioni più vincolanti sono state prese dall’attuale amministrazione. Mentre se si avrà continuità politica, sarà una piazza con un progetto discutibile e scarno, con indicazioni a volte sbagliate, spesso non tradotte e quasi mai accessibili a tutti; sarà una piazza forse ancora cantierizzata anche perché, nel 2011, quando chiedemmo sondaggi preliminari, ci fu detto che non erano necessari. Con buona pace delle attività commerciali che vi insistono sopra. Almeno questo speriamo di non doverlo vedere»

Raffaella Sutter (60 anni, candidata di Ravenna in Comune, nuovo soggetto politico che include vari partiti di sinistra alternativi al Pd, singoli e associazioni)

«Seduta a uno dei tanti tavolini dei bar scelgo tra gli aperitivi a tema: Sant ‘Agnese, l’antica basilica, Conchincollo, l’orologio che qui si trovava fino al 1500, Rasponi, dedicato ai conti. Vicino alle colonne bizantine di Sant’A­gne­se, spostate dalla corte di Palazzo Rasponi, un gruppo di turisti osserva, sotto la copertura protettiva di vetro, i resti del ciborio e dell’altare; con un’app di realtà aumentata, progettata dalla facoltà di Conservazione di Beni Culturali, ricostruiscono sui loro smart la storia della piazza, da Foro Romano a zona malfamata nel Medioevo, ai nuovi palazzi della famiglia Rasponi. In un lato della piazza alcuni stand vendono libri su Ravenna. Un piccolo gruppo siede sulle panchine a mosaico prodotte per il Festival del Mosaico 2015 per ascoltare la recita in lingua originale di versi di poeti famosi su Ravenna. In un angolo della piazza i giovani artisti di Raven­nopoli, gioco con pedine viventi in costume storico, coinvolgono bambini e ragazzi. Nello spazio centrale inizia un concerto di giovani ravennati. Poche automobili passano sul lato transitabile della piazza».

Annegò aiutando il gestore del traghetto Per la procura è omicidio colposo

A febbraio 2015 il 44enne Cristiano Fini perse la vita nel Reno Ancisi (Lpr): «Il Comune si costituisca parte civile» 

Per la morte di Cristiano Fini, annegato a 44 anni nel fiume Reno a Sant’Alberto a febbraio 2015, va processato per omicidio colposo il gestore del traghetto che collega le due sponde con una concessione comunale: la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Orlando Rambelli perché secondo le indagini quel giorno Fini non si trovava lì per caso, ma per rispondere ad una chiamata di lavoro, sia pure irregolare quindi la sua morte non sarebbe avvenuta per fatalità ma per inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro.

Dopo la diffusione della notizia dalle pagine de Il Corriere Romagna nei giorni scorsi, Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna) chiede che il Comune si costituisca parte civile nel processo: «La richiesta di rinvio a giudizio non è una sentenza, ma, trattandosi di un servizio pubblico affidato ad un privato con una convenzione, non può lasciar indifferente l’amministrazione comunale, a cui, tra l’altro, costa 80mila euro l’anno, in aggiunta alle somme incassate dagli utenti». Lpr dice di aspettarsi «una doverosa riflessione».

Cade sulla pista da sci e muore Vacanza fatale per una 29enne di Faenza

La ragazza era sulle Dolomiti con il fidanzato: l’incidente durante una discesa, il decesso nel trasporto verso l’ospedale 

Una vacanza sulla neve delle Dolomiti si è trasformata in tragedia per una ragazza di 29anni di Faenza: la giovane Daniela Ranzi è morta ieri, 16 gennaio, mentre era a bordo di un elicottero del soccorso alpino che la trasportava in ospedale dopo una caduta sugli sci in cui aveva battuto la testa violentemente. È quanto si apprende dal sito del Corriere delle Alpi.

L’incidente sarebbe avvenuto sulla pista rossa «Campolongo» a Arabba, ai piedi del Bec de Roces. La giovane stava affrontando la discesa quando a un certo punto è caduta a terra. I primi soccorritori hanno subito intuito la gravità del trauma cranico anche se la ragazza era cosciente e lamentava solo dolori a una spalla. Poi le sue condizioni sono peggiorate improvvisamente: la ragazza è stata rianimata in pista, per poi essere preparata per il trasporto in ospedale ma non ce l’ha fatta.

«Porto bloccato dall’anomalia Sapir Il Comune venda le sue quote»

Bucci (Pigna): enti pubblici dovrebbero lasciare il terminalista
«Controllo pubblico ma ora il vero padrone è Ottolenghi della Pir»

Lo sviluppo del porto di Ravenna è impedito da una anomalia che si chiama Sapir, società a maggioranza pubblica che opera come terminalista, e serve solo a saldare interessi politici e affaristici: la soluzione è l’uscita del Comune e degli altri enti pubblici dal gruppo dei soci mettendo sul mercato le quote che per Palazzo Merlato, proprietario del 18,5 percento, potrebbero fruttare tra 16 e 20 milioni di euro. È la sintesi del pensiero espresso da Maurizio Bucci, consigliere comunale del gruppo misto e candidato sindaco per la lista civica La Pigna, che torna a picchiare su un tema già sollevato nelle scorse settimane approfondendo ulteriormente i dettagli delle sue critiche a Sapir. Bucci punta il dito contro Guido Ottolenghi, presidente degli Industriali: lui sarebbe il vero manovratore della Sapir sebbene formalmente ne detenga solo il 7,5 percento con la Pir (Petrolifera italo rumena).

Il punto di partenza dell’aspirante sindaco è netto: Sapir non ha più ragione di esistere nella sua attuale veste di terminalista a controllo pubblico. Un senso poteva averlo nel 1957 quando venne costituita con il compito di progettare, costruire e sviluppare il porto di Ravenna (soci fondatori furono Anic, Camera di Commercio e Serafino Ferruzzi e pochi mesi dopo entrò il Comune). Ma nel 1994 sono state costituite le Autorità portuali «e a loro spetta il compito di indirizzo e coordinamento dello scalo». Perciò Sapir deve diventare un’azienda privata che sta sul mercato: «Se tutti gli enti pubblici proprietari del 52 percento in totale mettessero in vendita tutte le azioni con una gara seria sarebbe un investimento appetibile per i grandi operatori del settore». Secondo le stime calcolate dai collaboratori di Bucci la valorizzazione totale di Sapir potrebbe oscillare tra 100 e 120 milioni di euro.

Ma la vera anomalia emerge se si guarda alla struttura della società e alla sua organizzazione. In totale i soci di Sapir oggi sono 182, dieci dei quali detengono complessivamente il 93 percento: il 19 percento è di Ravenna Holding (la cassaforte del Comune), il 13,4 di Fincoport (la finanziaria della Compagnia portuale), l’11 è della Camera di Commercio di Ravenna, il 10,4 della Regione, il 10 della Provincia, il 7,5 della Pir, il 7,2 della Fondazione Carira, il 7,2 di Argentario (una controllata di Carira), il 3,9 della Syndial, il 3,9 di Eni. «Il sindacato di voto è gestito da un comitato direttivo composto dai rappresentanti di tutti i partecipanti e le decisioni sono prese con il voto favorevole di almeno l’80 percento delle azioni sindacate. Ciò significa che per le decisioni occorre avere necessariamente per la loro approvazione il voto favorevole dei tre soci privati, vale a dire Pir di Ottolenghi, la finanziaria della Compagnia Portuale e delle società riferibili alla Cassa di Risparmio di Ravenna. Come potrebbe essere deliberato un investimento che creerebbe concorrenza con la Pir, se la stessa può esercitare assieme agli altri due soci privati il diritto di veto, votando contro e non approvando così la delibera? E infatti tra i poteri del consiglio direttivo troviamo l’analisi della politica di investimento della società, nonché le proposte relative all’acquisto o al realizzo di beni patrimoniali di grande rilevanza strategica, la proposta di designazione delle principali cariche e degli altri componenti del consiglio di amministrazione».

Bucci mette in fila nomine e incarichi: «I privati nominano i loro rappresentanti, mentre gli enti pubblici nominano soprattutto non loro rappresentanti ma rappresentanti dei privati. La provincia di Ravenna, infatti, nomina esprimendo l’amministratore delegato, non un proprio assessore o dirigente, ma Roberto Rubboli, da anni console e poi presidente della Compagnia Portuale. In questo modo la Compagnia Portuale ha due rappresentanti, in quanto Fincoport ovviamente nomina un proprio rappresentante. Ma Rubboli è anche membro del Consiglio Direttivo di Confindustria Ravenna. La Regione Emilia Romagna nomina Roberta Suzzi, che con la Regione non ha nulla a che fare: infatti è rappresentante della Cna di Ravenna e dirigente del Pd. La Camera di Commercio di Ravenna invece non nomina un proprio dirigente o un membro della sua giunta, bensì Claudia Ricci, coordinatrice dell’ente di formazione di Confindustria Ravenna. Eni, socia di Sapir, esprime nel Consiglio di amministrazione Paolo Baldrati, direttore dello stabilimento Versalis di Ravenna, nonché vicepresidente di Confindustria. Argentario e Fondazione Cassa di Risparmio esprimono il vicepresidente nella persona di Nicola Sbrizzi, direttore generale della Cassa di Risparmio di Ravenna, nonché membro del direttivo di Confindustria Ravenna. Fincoport esprime il proprio presidente Luca Grilli. Esattamente i privati possono contare su sette rappresentanti su nove componenti del cda. Cassa di Risparmio di Ravenna, Eni e Versalis, Gruppo Setramar, la Compagnia Portuale e la Pir sono tutte socie di Confindustria Ravenna. In questo modo Ottolenghi può contare sul sostegno di sei componenti rappresentanti di Confindustria».

Solo avendo chiaro questo scenario, secondo Bucci, si può capire perché il porto non è riuscito ancora ad avviare i necessari lavori di dragaggio per l’approfondimento dei fondali: «Il progetto iniziale era confezionato per favorire la Sapir poi il presidente di Ap Galliano Di Marco si è opposto a queste logiche ed ecco iniziato lo scontro che dall’esterno alla gente comune può sembrare un conflitto fra personalità e invece è molto di più un conflitto fra poteri forti».

E alla fine si è arrivati ai dragaggi. Se ne parla da anni e tutto è fermo perché non si è ancora trovata una soluzione per la collocazione dei circa cinque milioni di metri cubi di fanghi. «Il Pd ha bocciato le soluzioni proposte da Ap ma non l’ho ancora sentito fare proposte alternative». Nemmeno Bucci però si schiera in favore di una o l’altra delle ipotesi messe sul tavolo da Di Marco: «Vanno valutate tutte le possibilità delineate da Ap, ognuna è percorribile. Anche quella delle casse di colmata a mare lungo le dighe può essere accettabile se davvero parte di un ampio e strutturato progetto turistico che vada sfruttare quelle zone». Favorevole alle casse a mare quindi? «Non diciamo si o no a priori ma servono valutazioni di un progetto più ampio». L’aspetto più importante è non cambiare gli assetti urbanistici: «Sarebbe una pianificazione con tempi troppo lunghi che rischierebbero di far perdere i finanziamenti dello Stato per i lavori di dragaggio».

Ercolani, a 16 anni dal Forlì al Manchester United Il calciatore ravennate ha stregato il talent scout degli inglesi pronti a pagare 75mila euro

Oggi fa il difensore in serie D con i biancorossi ma la sua carriera cominciò da attaccante nel Classe poi Ravenna, Rimini e Cesena

Il settore giovanile del Classe è dove ha tirato i primi calci al pallone: il 16enne ravennate Luca Ercolani – difensore oggi in forza al Forlì in serie D dopo aver giocato con Ravenna, Rimini e Cesena – sta per indossare la prestigiosa maglia del Manchester United, club ai vertici del calcio inglese e tra i più blasonati a livello internazionale. I Red Devils, ascoltando i suggerimenti del proprio talent scout in missione in Italia, sarebbero quindi pronti a pagare 75mila euro per il cartellino del baby campione.

Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, il primo provino con gli inglesi è stato a dicembre 2014 e il 7 gennaio scorso Forlì e Lega Nazionale Dilettanti hanno ricevuto in carta bollata la richiesta di tesseramento di Ercolani direttamente dalla sede United. Insomma la rotta di Ercolani è tracciata verso l’Old Trafford, tempio del calcio dove giocarono campioni come George Best, David Beckham, Cristiano Ronaldo.

Ercolani, a 16 anni dal Forlì al Manchester United Il calciatore ravennate ha stregato il talent scout degli inglesi pronti a pagare 75mila euro

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Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, il primo provino con gli inglesi è stato a dicembre 2014 e il 7 gennaio scorso Forlì e Lega Nazionale Dilettanti hanno ricevuto in carta bollata la richiesta di tesseramento di Ercolani direttamente dalla sede United. Insomma la rotta di Ercolani è tracciata verso l’Old Trafford, tempio del calcio dove giocarono campioni come George Best, David Beckham, Cristiano Ronaldo.

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