sabato
26 Luglio 2025

«Sirio ci ha rovinato». Gli hotel nella Ztl in centro a Ravenna ai minimi storici

Il Bisanzio di via Salara maledice le telecamere, mentre il Centrale
Byron di via IV Novembre ricorda con nostalgia l’era Ferruzzi…

«La crisi e la concorrenza si sono fatte ovviamente sentire, ma a noi la vita è cambiata dal 2009, con l’introduzione di Sirio». L’hotel Bisanzio è uno degli alberghi storici del centro di Ravenna. Aperto negli anni sessanta, ha vissuto il boom del turismo della città dei mosaici, quando ancora non c’erano B&B e affittacamere a portarsi via i turisti. E poi è arrivata la crisi ma soprattutto quelle tanto discusse telecamere che controllano gli accessi nella zona a traffico limitato.

«Abbiamo perso tutti i turisti di passaggio – ci raccontano dall’hotel – e anche quelli che prenotano in anticipo, quando sanno che siamo in una Ztl controllata da telecamere, si spaventano, anche se ripetiamo loro dieci volte che non pagheranno alcuna multa (i turisti sono ovviamente esentati dalle sanzioni una volta comunicata la propria targa alla reception della struttura turistica, ndr)». Il Bisanzio (4 stelle con 38 camere a disposizione) si trova infatti in via Salara, tagliata completamente fuori dalle telecamere installate nel 2009 in via Matteucci. «Prima magari c’erano i vigili, che non facevano certo multe ai turisti in zona a traffico limitato, anzi, davano informazioni…».

Ora, dopo il 2009, l’albergo lavora con sette-otto dipendenti, la metà rispetto ai tempi d’oro degli anni novanta quando il fatturato era presumibilmente anche il doppio. «Ormai lavoriamo più per la burocrazia che per il cliente – ci raccontano sconsolati dal Bisanzio –, tra Sirio, imposta di soggiorno, norme di sicurezza…». E i visitatori, cosa pensano di Ravenna? «Apprezzano i monumenti e il fatto di essere in una città vivibile, che è possibile visitare a piedi. E si lamentano per la mancanza di bagni pubblici, per le indicazioni lacunose e per le difficoltà con cui si raggiunge Ravenna». Le stesse critiche che ricevono all’altro hotel storico in pieno centro, nella Ztl controllata dalle telecamere di Sirio. È il Centrale Byron, in via IV Novembre, che funzionava come albergo già alla fine dell’ottocento. Parliamo con la famiglia che lo gestisce dal lontano 1953. «Sirio è indubbiamente un freno, la gente si spaventa e ci sono alcune categorie di clienti, quelli che utilizzano le auto aziendali, ancora più esposte ai problemi legati ad eventuali multe». Secondo i gestori del Centrale Byron, non è però Sirio il colpevole di una crisi per gli alberghi tradizionali che sembra non avere fine. «La crisi economica è anche morale, la gente cerca in ogni modo di risparmiare e preferisce la concorrenza anche meno attrezzata rispetto agli hotel. Noi possiamo affermare di essere al nostro minimo storico, reduci oltretutto da un novembre terribile. I giorni che durante l’anno possiamo dire di avere tutte e 52 le nostre camere complete si contano ormai sulle dita delle mani». Anche al Centrale Byron i dipendenti sono poco più di una mezza dozzina, la metà rispetto agli anni d’oro, che qui sono coincisi con un’epoca ben definita. «L’era dei Ferruzzi resterà il periodo in cui abbiamo lavorato di più, c’era un turismo d’affari che non è più tornato. Ora cerchiamo invece semplicemente di sopravvivere…».

«Sirio ci ha rovinato». Gli hotel nella Ztl in centro a Ravenna ai minimi storici

Il Bisanzio di via Salara maledice le telecamere, mentre il Centrale Byron di via IV Novembre ricorda con nostalgia l’era Ferruzzi…

«La crisi e la concorrenza si sono fatte ovviamente sentire, ma a noi la vita è cambiata dal 2009, con l’introduzione di Sirio». L’hotel Bisanzio è uno degli alberghi storici del centro di Ravenna. Aperto negli anni sessanta, ha vissuto il boom del turismo della città dei mosaici, quando ancora non c’erano B&B e affittacamere a portarsi via i turisti. E poi è arrivata la crisi ma soprattutto quelle tanto discusse telecamere che controllano gli accessi nella zona a traffico limitato.

«Abbiamo perso tutti i turisti di passaggio – ci raccontano dall’hotel – e anche quelli che prenotano in anticipo, quando sanno che siamo in una Ztl controllata da telecamere, si spaventano, anche se ripetiamo loro dieci volte che non pagheranno alcuna multa (i turisti sono ovviamente esentati dalle sanzioni una volta comunicata la propria targa alla reception della struttura turistica, ndr)». Il Bisanzio (4 stelle con 38 camere a disposizione) si trova infatti in via Salara, tagliata completamente fuori dalle telecamere installate nel 2009 in via Matteucci. «Prima magari c’erano i vigili, che non facevano certo multe ai turisti in zona a traffico limitato, anzi, davano informazioni…».

Ora, dopo il 2009, l’albergo lavora con sette-otto dipendenti, la metà rispetto ai tempi d’oro degli anni novanta quando il fatturato era presumibilmente anche il doppio. «Ormai lavoriamo più per la burocrazia che per il cliente – ci raccontano sconsolati dal Bisanzio –, tra Sirio, imposta di soggiorno, norme di sicurezza…». E i visitatori, cosa pensano di Ravenna? «Apprezzano i monumenti e il fatto di essere in una città vivibile, che è possibile visitare a piedi. E si lamentano per la mancanza di bagni pubblici, per le indicazioni lacunose e per le difficoltà con cui si raggiunge Ravenna». Le stesse critiche che ricevono all’altro hotel storico in pieno centro, nella Ztl controllata dalle telecamere di Sirio. È il Centrale Byron, in via IV Novembre, che funzionava come albergo già alla fine dell’ottocento. Parliamo con la famiglia che lo gestisce dal lontano 1953. «Sirio è indubbiamente un freno, la gente si spaventa e ci sono alcune categorie di clienti, quelli che utilizzano le auto aziendali, ancora più esposte ai problemi legati ad eventuali multe». Secondo i gestori del Centrale Byron, non è però Sirio il colpevole di una crisi per gli alberghi tradizionali che sembra non avere fine. «La crisi economica è anche morale, la gente cerca in ogni modo di risparmiare e preferisce la concorrenza anche meno attrezzata rispetto agli hotel. Noi possiamo affermare di essere al nostro minimo storico, reduci oltretutto da un novembre terribile. I giorni che durante l’anno possiamo dire di avere tutte e 52 le nostre camere complete si contano ormai sulle dita delle mani». Anche al Centrale Byron i dipendenti sono poco più di una mezza dozzina, la metà rispetto agli anni d’oro, che qui sono coincisi con un’epoca ben definita. «L’era dei Ferruzzi resterà il periodo in cui abbiamo lavorato di più, c’era un turismo d’affari che non è più tornato. Ora cerchiamo invece semplicemente di sopravvivere…».

Progetto da 400mila euro per le strade dissestate del porto: lavori nel 2016

Approvato il progetto preliminare dalla giunta. Cantiere dopo l’estate

La giunta del Comune di Ravenna, su proposta del neoassessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani, ha approvato il progetto preliminare definitivo per interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilità in ambito portuale.

Il progetto prevede la ristrutturazione di una parte di via Classicana, una parte di via della Battana (in prossimità dell’incrocio con via del Trabaccolo) e del primo tratto di via Muti (incrocio con via Paleocapa).

La situazione di degrado presente su queste strade altera in modo significativo la regolarità del piano viabile e, pertanto – informano dal Comune – «si interverrà utilizzando la tecnica del riciclaggio a freddo».

La spesa prevista per le opere è di 400mila euro. «Si tratta di un passo avanti verso la soluzione delle problematiche legate alla viabilità del porto», commentano da Palazzo Merlato. Nei prossimi mesi la giunta dovrà approvare il progetto esecutivo con l’obiettivo di appaltare i lavori dopo la prossima estate.

Non solo Kendrick Lamar: i 20 album da non perdere del 2015

Le premesse sono sempre le solite, che palle le classifiche di fine anno, che divertimento le classifiche di fine anno e tutte le possibili variabili intermedie. Personalmente credo sia semplicemente l’occasione per fare un po’ di ordine e cercare di fermare, come in un’istantanea, quello che è successo di importante nell’anno appena trascorso.

Ecco dunque i 20 album da non perdere del 2015 scelti con criteri il più possibile oggettivi partendo da scelte inevitabilmente soggettive. A partire da quelli black, dove in questi anni sta succedendo davvero qualcosa, al contrario del più ingessato mondo del rock inteso come chitarre (basso e batteria). Non si può che partire dal rapper Kendrick Lamar e dal suo capolavoro “To Pimp A Butterfly”, disco più intellettuale e meno diretto rispetto al clamoroso precedente, quasi enciclopedico nella sua maestosa varietà. Ti colpisce subito alla pancia, invece, il “Wildheart”  di Miguel, forse il miglior erede del “Channel Orange” di Frank Ocean per la qualità del songwriting e l’attitudine moderna con cui interpreta soul e r&b. Restando nel mondo nero e un po’ tamarro, diciamolo, ecco altri due rapper: Drake, con un disco dal suono così fantasticamente minimale, “If You’re Reading This It’s Too Late”, e le mille contaminazioni di Vince Staples del suo “Summertime ‘06”.

Passando all’Africa, non è stata l’unica uscita degna di nota, ma se devo scegliere ecco l’incredibile mix di funk, hip hop, tradizioni ed elettronica dei Mbongwana Star con “From Kinshasa”.

Entrando poi nel campo davvero elettronico, l’ascolto più facile (e non è certo un difetto) è il grande debutto di Jamie XX di “In colour”, ma la sorpresa è quella di Oneohtrix Point Never, la cui carriera finora è stata molto altalenante ma che fa il botto con un disco dall’attitudine rock e allo stesso tempo sperimentale, “Garden of delete”. A unire elettronica e jazz con stile e grande eleganza una piccola chicca come il ragionatissimo “Elaenia” di Floating Points, mentre è musica d’avanguardia allo stato puro, però travolgente, quella dell’enorme Colin Stetson, al sassofono, in coppia questa volta con la violinista Sarah Neufeld.

Molto legata alla musica d’avanguardia o comunque alla classica contemporanea con inserti elettronici è l’ultima Bjork, il cui nuovo cupissimo disco è stato un po’ troppo poco considerato (forse a causa della sua pesantezza, che in questo caso però non affossa un album bellissimo). Restando in ambito femminile, il 2015 è stato davvero entusiasmante, a partire dal ritorno in grande stile di Julia Holter con il suo album forse più classico e riuscito (“Have You In My Wilderness”), fino al debutto più scanzonatamente rock dell’australiana Courtney Barnett. E restando in ambito indie-rock, segnalo un disco magari scontato ma rabbioso e intenso al punto giusto, quello degli sconosciuti (almeno per me) Hop Along (sempre una bella voce femminile) a fianco di una grande conferma come quella dell’ultimo Deerhunter.

Passando al cantautorato più classico, spezzano il cuore i nuovi dischi di Bill Fay e soprattutto Sufjan Stevens, disco dell’anno addirittura quasi all’unanimità (mi pare perfino troppo ma me ne farò una ragione) per le riviste specializzate italiane. Cantautorato ed elettronica minimale si incontrano per un altro album sul depresso ma che crea dipendenza come l’“Are you alone?” dei canadesi Majical Cloudz. Restano appese a un folk-pop piuttosto classico le stilose “Simple songs” di Jim O’Rourke, in stato di grazia, mentre è pop in stile Spice Girls tanto per intenderci, ma in versione tossiche, quello del nuovo disco di Grimes, tra i top dell’anno. Siamo già a 19 e allora l’ultima citazione è per un disco italiano – forse quello che ho più ascoltato e che si avvicina di più al mio disco dell’anno – l’incredibile mix tra canzone d’autore, elettronica, prog e lo-fi di “Die” a firma di IOSONOUNCANE.

Malore per Vittorio Sgarbi: era atteso a un convegno a Ravenna

Il celebre opinionista e critico d’arte in terapia intensiva a Modena

Domani, venerdì 18 dicembre, avrebbe dovuto partecipare a un convegno dell’università alla casa Matha di Ravenna, sul tema dell’Albero della vita e dell’Expo.

Ma il celebre critico d’arte, politico e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi mentre era in viaggio con il suo autista da Brescia verso Roma nella notte tra mercoledì e giovedì ha avuto un malore.

Sgarbi è stato ricoverato al Policlinico di Modena, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Adesso è in terapia intensiva. «Le sue condizioni – scrivono dall’ufficio stampa – sono comunque buone. È stato lo stesso Sgarbi ad avvisare familiari e collaboratori».

Anche da Ravenna al presidio di fronte alla sede Eni di San Donato Milanese

Sindacati preoccupati per la vendita di Versalis. Il 20 gennaio sciopero

È annunciata una folta rappresentanza ravennate di lavoratori e di rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil al presidio nazionale a San Donato Milanese, sede centrale dell’Eni, in programma oggi, giovedì 17 dicembre in concomitanza con il consiglio di amministrazione del Gruppo.

Il timore di un’imminente firma di impegno vincolante della cessione della maggioranza delle azioni di Versalis, maggiore azienda chimica italiana con sede anche a Ravenna, a un fondo di investimento americano «ha reso indispensabile questa iniziativa», scrivono dai sindacati, in attesa del grande sciopero previsto per il prossimo 20 gennaio e che vedrà coinvolti tutti i settori del gruppo Eni.

Da Ravenna sono previsti un pullman e diverse auto, mentre altri lavoratori utilizzeranno i trasporti pubblici per raggiungere il presidio.

«Da tempo – termina la nota dei sindacati – Versalis aveva annunciato di essere alla ricerca di un partner strategico, ma le soluzioni emerse fino a questo momento presuppongono l’abbandono, da parte di Eni e di conseguenza del Governo, di un settore cardine dell’economia italiana. Il passaggio di consegne a un fondo di investimento americano, per di più di modeste dimensioni, non potrebbe certo essere definito come una partnership strategica per il futuro della chimica italiana».

Versalis, a Ravenna, conta circa 700 lavoratori diretti e un indotto – sottolineano i sindacati – «che coinvolge migliaia di lavoratori».

Anche da Ravenna al presidio di fronte alla sede Eni di San Donato Milanese

Sindacati preoccupati per la vendita di Versalis. Il 20 gennaio sciopero

È annunciata una folta rappresentanza ravennate di lavoratori e di rappresentanti sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil al presidio nazionale a San Donato Milanese, sede centrale dell’Eni, in programma oggi, giovedì 17 dicembre in concomitanza con il consiglio di amministrazione del Gruppo.

Il timore di un’imminente firma di impegno vincolante della cessione della maggioranza delle azioni di Versalis, maggiore azienda chimica italiana con sede anche a Ravenna, a un fondo di investimento americano «ha reso indispensabile questa iniziativa», scrivono dai sindacati, in attesa del grande sciopero previsto per il prossimo 20 gennaio e che vedrà coinvolti tutti i settori del gruppo Eni.

Da Ravenna sono previsti un pullman e diverse auto, mentre altri lavoratori utilizzeranno i trasporti pubblici per raggiungere il presidio.

«Da tempo – termina la nota dei sindacati – Versalis aveva annunciato di essere alla ricerca di un partner strategico, ma le soluzioni emerse fino a questo momento presuppongono l’abbandono, da parte di Eni e di conseguenza del Governo, di un settore cardine dell’economia italiana. Il passaggio di consegne a un fondo di investimento americano, per di più di modeste dimensioni, non potrebbe certo essere definito come una partnership strategica per il futuro della chimica italiana».

Versalis, a Ravenna, conta circa 700 lavoratori diretti e un indotto – sottolineano i sindacati – «che coinvolge migliaia di lavoratori».

Un sit-in in centro a Ravenna per i migranti e contro tutte le guerre

Organizza “Donne in nero” per la Giornata internazionale

Sabato 19 dicembre alle 17 in via Cavour (sagrato San Domenico) a Ravenna, l’associazione Donne in Nero organizza un sit-in in solidarietà ai migranti. «I profughi e le profughe fuggono dalle macerie delle nostre guerre e dal terrorismo supportato dalle
nostre armi – si legge in una nota degli organizzatori –. Invece di riflettere su questa realtà l’Europa organizza nuove guerre, nuovi business, militarizza i territori, alza muri recinti barriere, impone misure liberticide a tutte e tutti noi in nome di una illusoria sicurezza».

«Dopo 25 anni di guerra ininterrotta (Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen…) diciamo basta – continua l’organizzazione –. Chiediamo alle persone e ai governi di scegliere la pace in occasione del 18 dicembre Giornata internazionale dei migranti istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2000 (Risoluzione 55/93) per celebrare l’adozione della Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti umani dei migranti».

Vodafone estende la fibra ottica Connessione veloce per 34mila case

Investimento da 4 milioni di euro grazie a un’intesa con il Comune
L’assessore: «Ottimismo sulla realizzazione dell’Agenda digitale»

Grazie a un’intesa con il Comune di Ravenna, Vodafone estenderà la connessione con fibra ottica con velocità fino a 100 Mbps a 34mila unità abitative, pari all’85 percento della popolazione dell’area urbana, investendo 4 milioni di euro entro marzo 2016. «Un’accelerazione digitale che contribuisce a confermare Ravenna tra i comuni italiani più all’avanguardia rispetto agli obiettivi recentemente fissati dal Governo nel piano per la banda ultralarga, con benefici e maggiore competitività per cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione».

Queste le aree che verranno coperte: Area Cesarea; Area Ippodromo; Area Stadio; Area Teodorico; Area Centro. Grazie all’infrastruttura di rete con tecnologia Fttc (Fiber to the Cabinet), che consente velocità di connessione fino a 100 Mbps in download e 20Mbps in upload, «i cittadini di Ravenna possono usufruire di una rete altamente performante, che permette di utilizzare servizi sempre più avanzati e applicazioni ad alta intensità di banda, quali streaming di video in alta definizione, connessioni multidevice e online gaming. Anche imprese e pubblica amministrazione potranno beneficiare di una rete in grado di veicolare servizi sempre più avanzati, come il cloud, lo smart working e le video conferenze in alta definizione».

«“Ringrazio Vodafone per l’investimento su Ravenna che va ad arricchire la copertura di fibra ottica della città ampliando l’offerta del mercato tecnologico – dichiara l’Assessore a Ravenna digitale Massimo Cameliani –. È un risultato che premia il nostro impegno nell’eliminazione del digital divide, e che consentirà alle imprese di correre più veloci sulle autostrade digitali rafforzando la propria posizione sul mercato. Grazie al 4G, inoltre, i cittadini potranno utilizzare le soluzioni tecnologiche più avanzate sul piano multimediale col proprio smartphone. Sono passi avanti importanti che ci porteranno a guardare con maggiore ottimismo le prossime realizzazioni contenute nell’Agenda digitale locale del Comune, soprattutto quelle legate alla promozione turistica e ai nostri servizi online».

«Siamo convinti che la banda ultralarga sia un fattore abilitante per la crescita del Paese e del territorio – dichiara Luca Laroni, Relazioni Istituzionali Area Nord di Vodafone Italia –. L’avvio del servizio in fibra ottica a 100 mega a Ravenna rientra nel piano di investimenti di Vodafone per lo sviluppo delle reti di nuova generazione in Italia, con l’obiettivo di offrire ai nostri Clienti un servizio differenziante».

L’attivazione del servizio in fibra ottica a Ravenna è parte integrante del piano biennale di investimenti da 3,6 miliardi di euro che Vodafone sta portando avanti per lo sviluppo di reti e servizi a banda ultralarga fissa e mobile in Italia. Con Ravenna salgono a 144 le città italiane in cui è già disponibile la fibra Vodafone, mentre la rete mobile di ultima generazione 4G con velocità fino a 100 Mbps è presente in 5.700 comuni, pari al 93 percento della popolazione.

Quel sito che fa infuriare gli albergatori «Ecco come funziona Airbnb» 

Il fenomeno dilaga anche a Ravenna, una testimonianza: «In sei mesi
ho ospitato 50 persone da tutto il mondo. Le tasse? Non so ancora…» 

In questi giorni ne hanno parlato anche i media nazionali per aver scavalcato Google al primo posto nella speciale classifica – secondo Bloomberg – delle 50 aziende al mondo in cui è più bello lavorare. Si tratta di Airbnb, il sito web americano specializzato nella prenotazione online di case e alloggi in tutto il mondo. Una pratica che si è estesa in 34 mila città, creando non pochi problemi di concorrenza ad alberghi e operatori turistici che chiedono di regolamentare il fenomeno, al momento (come ci conferma anche l’assessore al Turismo della Regione, Andrea Corsini) neppure previsto dalle norme. Anche in Italia, e anche nel territorio del comune di Ravenna, dove sono presenti oltre trecento case o appartamenti (altre centinaia sono on line tra Cervia, Faenza e Lughese) a disposizione degli utenti per l’affitto, che può durare anche solo pochi giorni (si parte da tariffe di circa 25 euro al giorno). Una sorta di bed&breakfast mascherato che permette a chiunque di ospitare ospiti, a pagamento, a casa propria.

Abbiamo chiesto a un ragazzo di Ravenna, che preferisce restare anonimo, di raccontarci la propria esperienza con Airbnb, dove ha messo a disposizione una camera del proprio appartamento nei mesi scorsi, con ottimi risultati, riuscendo ad arrotondare a fine mese e a divertirsi allo stesso tempo.

Come hai iniziato?
«Ho scoperto Airbnb grazie ad amici, inizialmente ero un po’ titubante. Poi un giorno di fine maggio 2015 ho deciso di addentrarmi nel sito. Semplicissimo, un gioco. Metto i miei dati, password, piccola descrizio- ne della casa, foto, prezzi, il tutto molto semplice e divertente».
Quando è arrivata la prima prenotazione?
«Il giorno dopo. E da lì non mi sono più fermato».
Quante persone hai ospitato?
«In sei mesi sono arrivati più di 50 ospiti da tutto il mondo».
Che tipo di persone sono?
«Una comunità che si muove all’interno del sito, affidabile, sicura. Persone sconosciute che diventano immediatamente tuoi complici e collaborano nella gestione della casa. Molti guest (gli ospiti, ndr) sono anche host (come vengono definiti i proprietari dell’appartamento sul sito, ndr) e quindi conoscono il funzionamento e ci tengono a rispettare le regole, per avere poi buone recensioni».
Ti aspettavi questo successo?
«No, non mi sarei mai aspettato tutta questa richiesta, sinceramente è stata una sorpresa. Anche questi mesi di ottobre e novembre sono stati comunque movimentati».
Hai rapporti con i gestori del sito?
«Il team Airbnb è super efficiente, risolve problemi in tempo reale con una semplice telefonata o una mail. Poi, un giorno mi ritrovo sul sito un badge vicino alla mia foto con la scritta “super host”, insomma, un attestato di affidabilità che porta maggiore visibilità e forse anche più guest. Senza alcuno sforzo mi sono ritrovato questo titolo perché avevo ospitato almeno 10 persone in tre mesi con recensioni a 5 stelle, risposte entro 24 ore e nessuna cancellazione. Ora però la sfida è mantenere lo status».
Quali sono i costi?
«Airbnb si tiene una piccola commissione sul prezzo che definisce l’host e la trattiene sia al guest che all’host, oltre a questa cifra necessaria per la gestione del sito e un minimo di assicurazione non ci sono spese aggiuntive».
Ma le transazioni sono in nero?
«Il sito invita a seguire la propria legislazione e a dichiarare le entrate, io sinceramente devo ancora capire come farlo, parlando con un commercialista, ho iniziato da poco e non ho ancora fatto la mia prima dichiarazione dei redditi di Aribnb ma conto di mettermi in regola».
E la tassa di soggiorno?
«Non la sto pagando, non c’è chiarezza, vedremo quando dovrò dichiarare i redditi».
Comunichi la presenza di ospiti a questura o istituzioni?
«No, gli ospiti sono registrati e recensiti sul sito e basta».
Come descriveresti questa esperienza?
«In definitiva un bell’impegno divertente e dinamico che mi ha portato a vedere la mia città e la mia casa con occhi diversi e nuovi».

Quel sito che fa infuriare gli albergatori «Ecco come funziona Airbnb» 

Il fenomeno dilaga anche a Ravenna, una testimonianza: «In sei mesi ho ospitato 50 persone da tutto il mondo. Le tasse? Non so ancora…» 

In questi giorni ne hanno parlato anche i media nazionali per aver scavalcato Google al primo posto nella speciale classifica – secondo Bloomberg – delle 50 aziende al mondo in cui è più bello lavorare. Si tratta di Airbnb, il sito web americano specializzato nella prenotazione online di case e alloggi in tutto il mondo. Una pratica che si è estesa in 34 mila città, creando non pochi problemi di concorrenza ad alberghi e operatori turistici che chiedono di regolamentare il fenomeno, al momento (come ci conferma anche l’assessore al Turismo della Regione, Andrea Corsini) neppure previsto dalle norme. Anche in Italia, e anche nel territorio del comune di Ravenna, dove sono presenti oltre trecento case o appartamenti (altre centinaia sono on line tra Cervia, Faenza e Lughese) a disposizione degli utenti per l’affitto, che può durare anche solo pochi giorni (si parte da tariffe di circa 25 euro al giorno). Una sorta di bed&breakfast mascherato che permette a chiunque di ospitare ospiti, a pagamento, a casa propria.

Abbiamo chiesto a un ragazzo di Ravenna, che preferisce restare anonimo, di raccontarci la propria esperienza con Airbnb, dove ha messo a disposizione una camera del proprio appartamento nei mesi scorsi, con ottimi risultati, riuscendo ad arrotondare a fine mese e a divertirsi allo stesso tempo.

Come hai iniziato?
«Ho scoperto Airbnb grazie ad amici, inizialmente ero un po’ titubante. Poi un giorno di fine maggio 2015 ho deciso di addentrarmi nel sito. Semplicissimo, un gioco. Metto i miei dati, password, piccola descrizio- ne della casa, foto, prezzi, il tutto molto semplice e divertente».
Quando è arrivata la prima prenotazione?
«Il giorno dopo. E da lì non mi sono più fermato».
Quante persone hai ospitato?
«In sei mesi sono arrivati più di 50 ospiti da tutto il mondo».
Che tipo di persone sono?
«Una comunità che si muove all’interno del sito, affidabile, sicura. Persone sconosciute che diventano immediatamente tuoi complici e collaborano nella gestione della casa. Molti guest (gli ospiti, ndr) sono anche host (come vengono definiti i proprietari dell’appartamento sul sito, ndr) e quindi conoscono il funzionamento e ci tengono a rispettare le regole, per avere poi buone recensioni».
Ti aspettavi questo successo?
«No, non mi sarei mai aspettato tutta questa richiesta, sinceramente è stata una sorpresa. Anche questi mesi di ottobre e novembre sono stati comunque movimentati».
Hai rapporti con i gestori del sito?
«Il team Airbnb è super efficiente, risolve problemi in tempo reale con una semplice telefonata o una mail. Poi, un giorno mi ritrovo sul sito un badge vicino alla mia foto con la scritta “super host”, insomma, un attestato di affidabilità che porta maggiore visibilità e forse anche più guest. Senza alcuno sforzo mi sono ritrovato questo titolo perché avevo ospitato almeno 10 persone in tre mesi con recensioni a 5 stelle, risposte entro 24 ore e nessuna cancellazione. Ora però la sfida è mantenere lo status».
Quali sono i costi?
«Airbnb si tiene una piccola commissione sul prezzo che definisce l’host e la trattiene sia al guest che all’host, oltre a questa cifra necessaria per la gestione del sito e un minimo di assicurazione non ci sono spese aggiuntive».
Ma le transazioni sono in nero?
«Il sito invita a seguire la propria legislazione e a dichiarare le entrate, io sinceramente devo ancora capire come farlo, parlando con un commercialista, ho iniziato da poco e non ho ancora fatto la mia prima dichiarazione dei redditi di Aribnb ma conto di mettermi in regola».
E la tassa di soggiorno?
«Non la sto pagando, non c’è chiarezza, vedremo quando dovrò dichiarare i redditi».
Comunichi la presenza di ospiti a questura o istituzioni?
«No, gli ospiti sono registrati e recensiti sul sito e basta».
Come descriveresti questa esperienza?
«In definitiva un bell’impegno divertente e dinamico che mi ha portato a vedere la mia città e la mia casa con occhi diversi e nuovi».

Lega e Ancisi: «Noi al ballottaggio contro il Pd. Altri con percentuali da prefisso…»

Dopo le accuse di Fratelli d’Italia, Lista per Ravenna e Pini replicano:
«La gente vuole un’alternativa, non liti da comare gelosa»

Nel centrodestra sono giorni piuttosto animati in vista delle Amministrative della prossima primavera che dovranno eleggere il nuovo sindaco di Ravenna. In queste ore all’agenzia Dire il coordinatore regionale di Forza Italia Massimo Palmizio, si è detto preoccupato dell’isolamento del suo partito, al momento in attesa, quasi schiacciato dall’alleanza tra Lega Nord e Lista per Ravenna da una parte e quella tra Fratelli d’Italia e la lista civica La Pigna di Maurizio Bucci (da poco dimessosi proprio da consigliere di Forza Italia) dall’altra. Palmizio ha promesso di intervenire lui stesso, in gennaio, se le cose non dovessero cambiare.

E intanto Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) e Gianluca Pini (Lega Nord) rispondono senza neppure nominarlo alle pesanti accuse di Luciano Fosci di Fratelli d’Italia, che aveva pubblicamente criticato la loro alleanza, invitando i veri leghisti a votare La Pigna-Fratelli d’Italia e avvisando gli elettori ravennati: «Ancisi, in realtà, fa parte del centrosinistra…».

«Ognuno ha diritto di dire la sua – è la replica di Ancisi-Pini in un comunicato congiunto –, ma nel limite della decenza e dell’onestà e per la rappresentanza elettorale che ha (o non ha). Lega Nord e Lista per Ravenna hanno scelto di dare un’impronta prevalentemente civica e di rinnovamento al candidato che stanno selezionando su più opzioni, sapendo di avere l’onere di rappresentare senza dubbio la forza destinata a contendere al Pd il governo della città al ballottaggio: non deve infatti sfuggire, quanto meno, il fatto che, nelle rispettive più recenti esposizioni al giudizio popolare nel comune di Ravenna, Lega Nord ha raccolto, un anno fa alle regionali, il 20% e il team facente capo a Lista per Ravenna il 10,5% nelle elezioni comunali. Far polemiche sul nulla non sottrarrà chi non ha base elettorale e classi dirigente e militante sul territorio dall’oblio di percentuali da prefisso telefonico e conseguente rimando nel retrobottega da dove sono usciti, fuori del consiglio comunale. La gente vuole un’alternativa, non liti da comare gelosa».

«Noi operiamo perché le forze politiche “vere” che vogliono veramente concorrere, anche da posizioni politiche differenziate o opposte, per l’alternativa a questo regime post comunista ravennate, si rispettino reciprocamente, come finora è avvenuto, avendo come unico avversario il Pd (con quel che resta del Pri, suo unico residuo complice). L’obiettivo comune è che, come già accaduto altrove – citiamo, per affinità con la nostra impronta politica, Perugia e Venezia – il Pd e la sua nauseante arroganza vengano sbattuti all’opposizione dopo 46 anni di strapotere antidemocratico».

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