«Sirio ci ha rovinato». Gli hotel nella Ztl in centro a Ravenna ai minimi storici

Il Bisanzio di via Salara maledice le telecamere, mentre il Centrale Byron di via IV Novembre ricorda con nostalgia l’era Ferruzzi…

«La crisi e la concorrenza si sono fatte ovviamente sentire, ma a noi la vita è cambiata dal 2009, con l’introduzione di Sirio». L’hotel Bisanzio è uno degli alberghi storici del centro di Ravenna. Aperto negli anni sessanta, ha vissuto il boom del turismo della città dei mosaici, quando ancora non c’erano B&B e affittacamere a portarsi via i turisti. E poi è arrivata la crisi ma soprattutto quelle tanto discusse telecamere che controllano gli accessi nella zona a traffico limitato.

«Abbiamo perso tutti i turisti di passaggio – ci raccontano dall’hotel – e anche quelli che prenotano in anticipo, quando sanno che siamo in una Ztl controllata da telecamere, si spaventano, anche se ripetiamo loro dieci volte che non pagheranno alcuna multa (i turisti sono ovviamente esentati dalle sanzioni una volta comunicata la propria targa alla reception della struttura turistica, ndr)». Il Bisanzio (4 stelle con 38 camere a disposizione) si trova infatti in via Salara, tagliata completamente fuori dalle telecamere installate nel 2009 in via Matteucci. «Prima magari c’erano i vigili, che non facevano certo multe ai turisti in zona a traffico limitato, anzi, davano informazioni…».

Ora, dopo il 2009, l’albergo lavora con sette-otto dipendenti, la metà rispetto ai tempi d’oro degli anni novanta quando il fatturato era presumibilmente anche il doppio. «Ormai lavoriamo più per la burocrazia che per il cliente – ci raccontano sconsolati dal Bisanzio –, tra Sirio, imposta di soggiorno, norme di sicurezza…». E i visitatori, cosa pensano di Ravenna? «Apprezzano i monumenti e il fatto di essere in una città vivibile, che è possibile visitare a piedi. E si lamentano per la mancanza di bagni pubblici, per le indicazioni lacunose e per le difficoltà con cui si raggiunge Ravenna». Le stesse critiche che ricevono all’altro hotel storico in pieno centro, nella Ztl controllata dalle telecamere di Sirio. È il Centrale Byron, in via IV Novembre, che funzionava come albergo già alla fine dell’ottocento. Parliamo con la famiglia che lo gestisce dal lontano 1953. «Sirio è indubbiamente un freno, la gente si spaventa e ci sono alcune categorie di clienti, quelli che utilizzano le auto aziendali, ancora più esposte ai problemi legati ad eventuali multe». Secondo i gestori del Centrale Byron, non è però Sirio il colpevole di una crisi per gli alberghi tradizionali che sembra non avere fine. «La crisi economica è anche morale, la gente cerca in ogni modo di risparmiare e preferisce la concorrenza anche meno attrezzata rispetto agli hotel. Noi possiamo affermare di essere al nostro minimo storico, reduci oltretutto da un novembre terribile. I giorni che durante l’anno possiamo dire di avere tutte e 52 le nostre camere complete si contano ormai sulle dita delle mani». Anche al Centrale Byron i dipendenti sono poco più di una mezza dozzina, la metà rispetto agli anni d’oro, che qui sono coincisi con un’epoca ben definita. «L’era dei Ferruzzi resterà il periodo in cui abbiamo lavorato di più, c’era un turismo d’affari che non è più tornato. Ora cerchiamo invece semplicemente di sopravvivere…».

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