giovedì
11 Settembre 2025

Una donna accoltellata in pieno giorno a Ravenna. Non è grave

È successo nel parcheggio di via Atalarico

accoltellamento donna

Una donna è stata accoltellata in pieno giorno a Ravenna, nei pressi del parcheggio della clinica privata San Francesco, in via Atalarico. Il fatto è avvenuto attorno alle 17 di mercoledì 9 ottobre.

La vittima dell’aggressione è stata trasportata poi all’ospedale di Ravenna, fortunatamente solo con un codice di media gravità. Sul posto polizia e carabinieri, che stanno portando avanti le indagini, anche grazie a una prima testimonianza della stessa donna.

All’alba precipita in una scarpata con il fuoristrada: muore un 48enne di Cervia

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Un uomo di 48 anni di Cervia è morto in un incidente avvenuto nella primissima mattinata di oggi, 9 ottobre, lungo una strada interpoderale di via San Lorenzo, traversa della provinciale Casolana 306, nel territorio del comune di Casola Valsenio, al confine con la Toscana.

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L’incidente è avvenuto attorno alle 7.15. L’uomo si trovava a bordo di un fuoristrada Mahindra quando, per cause in corso di accertamento da parte degli agenti della polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina, è precipitato in una scarpata per circa 20 metri. A bordo c’era anche un 70enne della zona che, dopo essere stato recuperato dagli operatori di un elicottero dei soccorsi, è stato trasportato con il codice di massima gravità all’ospedale Bufalini di Cesena.

La vittima si chiamava Omar Rocchi e faceva il cuoco.

Violenza giovanile, nove casi in un’estate: «Sono spavaldi e non si pentono»

Parla il comandante dei carabinieri, che hanno trattato 7 degli 8 casi di cui si sono stati trovati i presunti colpevoli

Inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri a Sant'Agata sul Santerno

Le pagine delle cronache locali durante l’estate appena conclusa hanno ospitato spesso – più spesso degli anni passati – resoconti di microcriminalità nelle strade e gli spazi del turismo notturno sulla riviera romagnola. Aggressioni, rapine, coltellate, risse: in provincia di Ravenna si contano nove episodi (solo per uno non sono ancora stati individuati gli autori, ma le indagini proseguono). Violenza di solito innescata da futili motivi, nei casi peggiori conclusa con ferimenti con prognosi di qualche settimana. Su alcuni media si è fatta largo la parola “malamovida”, versione malata del divertimento. Tratti comuni fra molte vicende sono l’età e la provenienza di vittime e autori. Giovanissimi: appena maggiorenni, ma spesso minorenni. Stranieri: immigrati dal nord Africa o italiani di seconda generazione.

«Giornali e telegiornali ci dicono che l’aumento di questi episodi di violenza è una situazione diffusa a livello nazionale, è stato un problema con cui hanno fatto i conti molte località che richiamano alte affluenze di turisti e giovani in cerca di divertimento», commenta il colonnello Andrea Lachi, comandante provinciale dei carabinieri che hanno trattato sette degli otto casi per cui si è arrivati a individuare i presunti colpevoli.

Il pericolo è stato inserito presto all’ordine del giorno delle riunioni del comitato provinciale per l’ordine e le sicurezza. La prefettura, in sinergia con la procura, ha chiesto alle forze dell’ordine il massimo sforzo: «La strada migliore per arginare questi atteggiamenti è la presenza di pattuglie sul territorio. Abbiamo ricevuto rinforzi dal comando regionale e abbiamo intensificato l’attività di raccolta informazioni su potenziali autori». Spesso si tratta di gruppi che si spostano dalle zone di residenza ad altre, magari in treno: «Di solito i momenti critici sono al rientro, quando forse incide anche qualche bevuta di troppo». Un tema che chiama in causa i locali. Per legge gli alcolici possono essere serviti solo ai maggiorenni: «Un protocollo firmato in prefettura coinvolge i gestori e c’è una buona collaborazione. Agli imprenditori del settore chiediamo il rispetto delle norme amministrative perché questo aiuta anche la gestione dell’ordine pubblico. E poi è importante fermare sul nascere ogni situazione che potenzialmente può innescare un effetto domino fino a gesti gravi».

L’esperienza diretta dei militari mostra una caratteristica frequente tra gli autori fermati: «Anche se sono giovani e spesso incensurati alla prima denuncia, mostrano spavalderia e arroganza di fronte alle divise, non si avvertono particolari segnali di pentimento».

La sintesi delle indagini aiuta a inquadrare il fenomeno. «Non si tratta di spedizioni premeditate. Solo in pochi casi si è arrivati a reati più gravi: non siamo di fronte a casi di delinquenza vera e propria, ma piuttosto più vicini a quella che potremmo chiamare devianza giovanile. Si esce di casa in cerca di una serata “sopra le righe” e a qualcuno non dispiace se questo comprende anche situazioni violente».

Nei giorni scorsi il procuratore capo, Daniele Barberini, ha sottolineato la risposta pronta delle autorità «perché non diventi una moda andare con il coltello in tasca nei luoghi del divertimento». Le lame sono uscite spesso nei nove casi ravennati: «È un’arma di facile reperimento – spiega il comandante Lachi –, per averne uno non sono necessari collegamenti con la criminalità come sarebbe per avere una pistola. E poi è facile da portare, da tenere nascosto e da gettare dopo averlo usato». Quasi sempre si sono visti arnesi a serramanico di dimensioni ridotte, ma in un caso la perquisizione domiciliare di un indagato ha portato al sequestro di un coltello più massiccio: «Per fortuna non è stato usato quello perché forse ora parleremmo di conseguenze più gravi».

Il comandante non può fare a meno di sottolineare la pochezza delle cause scatenanti: «Un commento spinto durante una serata in un locale che si sviluppa poi all’esterno, oppure veder passare una persona isolata con un paio di Nike o una cintura di Gucci e parte la rapina. Fra vittime e autori spesso ci sono conoscenze superficiali, questo ci dice che non c’è un tessuto criminale sullo sfondo, non ci sono questioni legate a spaccio o altri reati».

Per capire meglio i soggetti coinvolti, Lachi invita a considerare anche il contesto da cui provengono: «Molto spesso le famiglie hanno problematiche e nel comportamento scolastico ci sono segnali da non sottovalutare». Ma anche in casa. Il comandante riconosce un aumento delle richieste di intervento al 112 da genitori che chiedono aiuto per figli aggressivi: «Me ne accorgo dalla lettura dei mattinali. La violenza domestica non è più solo quella che consideriamo più classica tra marito e moglie».

In un albergo in abbandono trovato un 46enne che doveva scontare 18 mesi di carcere

L’uomo è stato condannato per ricettazione, danneggiamento e indebito utilizzo di carte di credito. Rintracciato dalla polizia dopo che la compagna è andata al pronto soccorso perché era stata aggredita

La polizia ha rintracciato all’alba di oggi, 8 ottobre, un 46enne di origini campane in un albergo in stato di abbandono a Milano Marittima: l’uomo deve scontare un cumulo di pene di 18 mesi di carcere per vari reati come ricettazione, indebito utilizzo di carte di credito e danneggiamento. Squadra mobile e volanti si sono attivate dagli approfondimenti svolti sulle dichiarazioni di una donna giunta in pronto soccorso a seguito di un’aggressione da parte del compagno, sul quale risultava pendente un ordine di carcerazione emesso della procura generale della corte d’appello di Lecce.

Alcol e minorenni: «Bevono perché non stanno bene. Non sanno gestire le emozioni»

L’Unità di Strada di Ravenna ha registrato in un anno 9mila contatti. Ne parla la responsabile Sara Sternini (SerDp)

Unita Strada Anonimo
L’Unità di strada di Ravenna

Adolescenti sempre più ansiosi, che trovano spesso nell’alcol una risposta, lontano da una famiglia in cui è difficile riuscire ad aprirsi completamente. E così, capita che lo facciano davanti a totali sconosciuti, o quasi, come i professionisti dell’Unità di Strada di Ravenna, un progetto del Comune in collaborazione con il SerDP, il Servizio Dipendenze Patologiche dell’Ausl. Ne abbiamo parlato con la responsabile ravennate, la psicologa e psicoterapeuta Sara Sternini. «Di casi da raccontare ce ne sarebbero tanti: restiamo sorpresi da quanto gli adolescenti possano aprirsi con sconosciuti come noi, anche se il nostro logo è ormai sempre più riconosciuto tra i ragazzi. Si aprono in riflessioni profonde, ci parlano dei loro disagi. E si tratta di casi davvero trasversali, possono provenire da comunità per minori così come da famiglie all’apparenza perfette».

L’unità di strada nel 2023 ha svolto 51 uscite, praticamente una alla settimana, registrato 9mila contatti, che hanno portato a colloqui approfonditi con 100 adolescenti. «La nostra attività si divide in due fasi, una prettamente invernale con il nostro info point nelle scuole, dove sono i ragazzi a venirci incontro per avere informazioni, fermandosi spesso anche dopo la scuola. In estate, ci concentriamo più su Marina di Ravenna, fuori dai locali, dove siamo noi invece a cercare di intercettare ragazzini che spesso vediamo entrare in un modo e poi uscire in un altro, stravolti dall’alcol».

Sara Sternini
Sara Sternini

Quali sono i danni che l’alcol può avere sugli adolescenti?
«Il nostro corpo si sviluppa più o meno fino ai 20 anni. E uno degli ultimi a svilupparsi è proprio l’enzima deputato a metabolizzare l’alcol, che è una molecola tossica per l’essere umano. In particolare, il nostro cervello si forma e si plasma anche fino a 24 anni e l’alcol è come se lo stoppasse, rallentando gli aspetti cognitivi, la memoria, la soglia di attenzione. Troviamo ragazzi che hanno semplicemente meno potenzialità a causa di un consumo eccessivo. Senza considerare poi l’aspetto organico legato all’apparato digerente, con i casi di pancreatite acute che si possono verificare a causa dell’alcol».

Quali sono i dati sull’utilizzo da parte dei ragazzi?
«Da qualche anno in Italia il consumo di alcol è stabile, ma sta aumentando tra i più giovani, da 11 a 25 anni. Un trend in aumento che ritroviamo anche in Emilia-Romagna e nella nostra esperienza quotidiana in provincia di Ravenna».

Le discoteche hanno delle colpe, quando parliamo di minorenni?
«Devo dire che nel Ravennate abbiamo trovato gestori particolarmente sensibili e molto collaborativi. Quello che però chiediamo è di controllare, o di controllare meglio, i documenti all’ingresso, spesso falsificati. Ce lo raccontano gli stessi ragazzi. Così come ci raccontano della prassi del “tavolo”: solitamente è prenotato a nome di un amico maggiorenne, o presunto tale, e questo basta per servire superalcolici, anche se al tavolo ci sono minorenni».

Cos’altro vi raccontano gli adolescenti, quando si rivolgono a voi?
«C’è stato un cambiamento in questi anni. Ora l’alcol è solo la punta di un iceberg. Non vengono semplicemente a dirci che hanno bevuto, ma che hanno bevuto perché non stanno bene. Hanno maggiore consapevolezza ed esprimono malesseri più profondi, che in alcuni casi dobbiamo essere bravi noi a intercettare per poi far intervenire i servizi».

Perché bevono?
«L’alcol è uno dei più forti ansiolitici che esistano. E io credo che il motivo principale sia proprio l’ansia. Oggi i ragazzi sono sottoposti a una serie di richieste impressionanti, devono portare a casa performance sempre migliori, tra scuola e sport, che fa venire ansia, appunto, solo a parlarne. A questo poi va unito il fatto che manca una alfabetizzazione emotiva. Le famiglie non insegnano più ai ragazzi a gestire le emozioni, una volta bastava anche uno sguardo di traverso. Oggi invece siamo tutti di fretta, presi dal lavoro, dai nostri cellulari. Magari le emozioni le trasmettiamo con le emoticon sugli smartphone ma non è la stessa cosa. E quando i ragazzi vanno fuori, nel mondo vero, le emozioni arrivano, nei rapporti con gli amici, in quelli sentimentali, e non sanno gestirle, non le sanno riconoscere. E l’alcol è lì, pronto. Spesso sono i ragazzi a confessarcelo direttamente, che non riescono ad andare a ballare, a stare con gli altri, senza alcol. Anche gli amici sono diventati “richiestivi”».

Per quanto riguarda invece le droghe? Ci sono novità?
«I cannabinoidi sono sempre in voga, senza particolari cambiamenti rispetto al passato. Quello che sta aumentando invece è il consumo di stimolanti. L’Mdma, anche la cocaina. Poi dipende molto dai contesti: a Rimini, per esempio, si sta registrando una forte presenza di ketamina tra i giovanissimi».

Cosa sbaglia la famiglia?
«Se un genitore manda il proprio figlio in discoteca con un documento falso è evidente che finisce con il disorientarlo. Cosa sta insegnando al propio figlio? Sta violando un passaggio evolutivo. Così come quei genitori che ci dicono che “l’importante è saperlo”, se hanno bevuto o fumato, che non lo facciano di nascosto, come se andasse bene così. In quel caso invece bisogna dire ai nostri figli che siamo contenti che ce l’abbiano detto, ma perché così poi possiamo parlarne. Dobbiamo concentrarci sui loro compiti evolutivi, non solo sul “qui e ora”, ma su quello che stanno diventando».

Consigli ai genitori?
«Di fermarsi ad ascoltare questi ragazzi. Non solo chiedere come è andata a scuola, ma parlare con loro. Gli adolescenti sono sempre meno abituati e invece dobbiamo cercare un dialogo più puntuale. E cerchiamo di essere meno esigenti. Li stiamo martellando di richieste, tra famiglia e scuola. Non hanno un minuto libero, mentre la noia è fondamentale, non riusciamo neanche a dargli la possibilità di annoiarsi».

Non abbiamo ancora parlato di smartphone…
«Le dipendenze tecnologiche sono reali, dai videogiochi ai telefoni. Ma oggi la loro vita è lì dentro, non si può demonizzare lo smartphone. Piuttosto dobbiamo fare un passo indietro noi adulti: anche la vita di noi genitori è ormai dentro a un telefono. Un pochino dobbiamo adeguarci, quindi. Dobbiamo essere bravi a mettere delle regole e poi a rispettarle anche noi. Non possiamo vietare lo smartphone a tavola ai nostri figli, per esempio, e poi rispondere al telefono se ci chiamano «perché è lavoro». Discorso ancora diverso è per i social, che possono essere una fonte aggiuntiva di ansia, essendo ormai una vetrina, dove diamo in pasto agli altri quello che siamo. Spesso purtroppo attraverso filtri. Ecco, dobbiamo aiutarli a restare se stessi, a costruire una loro identità reale».

A chi può rivolgersi un adolescente o la propria famiglia?
«A Ravenna abbiamo una rete che rappresenta un esempio virtuoso, in grado di mettere insieme biblioteche, centri di aggregazione, servizi sanitari, istituzioni, volontari, professionisti sanitari. Il primo accesso è rappresentato dal MyLab, un centro (vedi nel dettaglio in fondo all’intervista, ndr) nato due anni fa e in cui lavorano tre servizi dell’Ausl in collaborazione, quello sulle dipendenze patologiche, il centro di salute mentale e neuropsichiatria, ognuno con una sua specificità. Ci sono due giorni di libero accesso, il martedì e il venerdì dalle 14 alle 18, senza prenotazione. Si può suonare, salire e raccontarsi. Si tratta di un centro di valutazione per capire poi dove eventualmente dirottare i ragazzi per le terapie».

Il centro adolescenza MyLaB. In via Maroncelli 4, a Ravenna, è operativo da un paio d’anni il nuovo centro adolescenza MyLaB, di cui parla anche la responsabile Sara Sternini nell’intervista qui sopra. Si tratta di un centro per ragazzi e ragazze dai 14 ai 25 anni che vi possono accedere in libero accesso il martedì e il venerdì dalle 14 alle 18. Offre consulenza e ascolto e vi opera un’equipe composta da psicologi, infermieri, medici, terapisti. Che si può contattare anche ai numeri di telefono 0544 287288 e 334 6472514.
Una sorta di inaugurazione formale del centro è in programma giovedì 10 ottobre in occasione della giornata mondiale della Salute Mentale, per un evento in collaborazione con Fondazione Onda. Si tratta di un “Aperitivo dei genitori”: dalle ore 18.30 si terrà una tavola rotonda sui temi legati all’adolescenza, periodo considerato critico per lo sviluppo psichico dell’individuo. L’obiettivo della serata è quello di aprire un dialogo con i genitori che interverranno sulle principali tematiche legate all’adolescenza attraverso un intervento psicoeducativo di gruppo su temi relativi alla lettura dei bisogni, le sintonizzazione emotiva, l’utilizzo dei dispositivi elettronici. Per partecipare è necessaria la prenotazione inviando una mail all’indirizzo: mylab.ra@auslromagna.it riportando l’oggetto “OPEN DAY SALUTE MENTALE RAVENNA” e un proprio recapito telefonico.

Traversara verso la normalità: in piazza un ufficio temporaneo per le pratiche

Riparata la rete gas in tutta la frazione

Stanno via via rientrando le varie criticità causate sul territorio dall’emergenza maltempo delle scorse settimane. In particolare a Traversara, dove sono tuttora in corso i lavori di ripristino, è stata riparata la rete gas pressoché in tutta la frazione con un ulteriore passo verso la normalità.

È inoltre in corso di allestimento in piazza don Modanesi l’ufficio temporaneo che da mercoledì 9 ottobre e per le prossime settimane ospiterà gli sportelli Urp e segnalazioni. Lo sportello Urp, dedicato alle domande di contributo, sarà operativo il martedì e il giovedì negli orari 8.30-13 e 14.30-17.30. Vi si potrà accedere preferibilmente su appuntamento per effettuare domande di contributo e usufruire dei servizi Urp (informazioni e modulistica per i servizi del Comune e dell’Unione, prenotazione appuntamenti). Per prenotazioni: 334 2192758 o 0545 280888.
Lo sportello segnalazioni, invece, sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13. Oltre a ricevere le segnalazioni della cittadinanza, effettuerà per chi lo desidera le prenotazioni per le domande di contributo.

Per segnalazioni e richieste di intervento e per prenotare un appuntamento allo sportello Urp di Traversara è attivo il numero 334 2192758 (da lunedì a sabato ore 8.30-13, martedì e giovedì anche 14.30-17.30).

Si ricorda che attualmente è possibile presentare domanda per il Contributo di autonoma sistemazione (Cas). La scadenza per presentare la domanda, in forma cartacea, è il 31 ottobre. Oltre allo sportello Urp di Traversara, è possibile fare domanda dal lunedì al sabato anche presso lo sportello Urp di Bagnacavallo. In entrambi i casi l’accesso è possibile soltanto su appuntamento: telefonando al numero 0545 280888 oppure prenotando online al link http://prenotazione.comune.bagnacavallo.ra.it/

 

Il porto di Ravenna perde il 4,3 percento rispetto al 2023

I dati di agosto e le stime di settembre. In nove mesi movimentate quasi 19 milioni tonnellate

PORTO DI RAVENNA

Il porto di Ravenna nel periodo gennaio-agosto 2024 ha movimentato complessivamente 16.899.795 tonnellate, in calo del 4,3 percento (750 mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2023.

Gli sbarchi sono stati pari a 14.625.880 tonnellate e gli imbarchi pari a 2.273.915 tonnellate (rispettivamente, -5,2 e +12,2 percento rispetto ai primi 8 mesi del 2023). Il numero di toccate delle navi è stato pari a 1.706, 33 toccate in più (+1,9 percento) rispetto al 2023.

Si tratta dei dati del servizio Analisi e Statistica dell’Autorità Portuale.

Analizzando il solo mese di agosto 2024, registrata una movimentazione complessiva di 2.005.927 tonnellate, in diminuzione del 3,1 percento (oltre 64 mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2023.

Nel periodo gennaio-agosto si evince che le merci secche (rinfuse solide, merci varie e unitizzate) – con una movimentazione pari a 13.703.922 tonnellate – sono diminuite del 6,2 percento (quasi 912 mila tonnellate in meno). I prodotti liquidi, con una movimentazione di 3.195.873 tonnellate, sono aumentati del 5,3 percento.

Il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli), con 3.234.610 tonnellate di merce, ha registrato nei primi 8 mesi del 2024 un calo pari al 7,5 percento (quasi 264 mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso periodo del 2023.

I materiali da costruzione hanno registrato una movimentazione complessiva di 2.833.628 tonnellate, in diminuzione del 5,8 percento rispetto al 2023 (174 mila tonnellate in meno); in particolare, risultano in calo le materie prime per la produzione di ceramiche del distretto di Sassuolo, con 2.531.296 tonnellate (-6,6 percento).

Per quanto riguarda i prodotti metallurgici sono state movimentate 4.105.898 tonnellate di prodotti, in diminuzione del 10 percento; i prodotti petroliferi sono invece in crescita, con 1.910.731 tonnellate, oltre 188 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2023 (+10,9 percento). Risultato positivo anche per i prodotti chimici (+1,6), con 736.393 tonnellate, e per i concimi, con una movimentazione pari a 1.150.373 tonnellate (+4,9 percento rispetto al 2023).

I contenitori, con 137.736 TEUs, sono diminuiti del 6,1 percento rispetto al 2023 (8.981 TEUs in meno), in termini di tonnellate, la merce trasportata nel periodo, pari a 1.523.592 tonnellate, è calata del 5,4 percento rispetto al 2023. Il numero di toccate delle navi portacontainer, pari a 303, è di 2 toccate in più rispetto al 2023.

Positivo il risultato complessivo nei primi 8 mesi del 2023 per trailer/rotabili e automotive, in aumento del 4,1 percento per numero di pezzi movimentati (63.719 pezzi, 2.527 in più rispetto al 2023), ma in diminuzione del 5,7 in termini di merce movimentata (1.183.334 tonnellate).

Nei primi 8 mesi del 2024 si sono registrati 55 scali di navi da crociera (contro i 62 dello stesso periodo del 2023), per un totale di 193.998 passeggeri (-13,7 percento), di cui 161.436 in “home port”.

Per il mese di settembre, invece, si stima una movimentazione complessiva pari a quasi 1,9 milioni di tonnellate, in leggero calo rispetto allo stesso mese dello scorso anno, mentre i primi nove mesi del 2024 dovrebbero chiudersi con una movimentazione complessiva di quasi 18,8 milioni di tonnellate. Mese e periodo si stimano in calo del 4,3 percento rispetto 2023.

Si parla di “architetture e città” nello showroom di Original Parquet

Torna il ciclo di conferenze di Reclam. Ospiti il professor Maurizio Gargano e l’architetto Filippo Pambianco

Show Room Sala 1
Lo showroom di Original Parquet

Ripartono le conferenze di “SeDici Architettura”, promosse e organizzate da Reclam, a cura del professore Alberto Giorgio Cassani, dell’architetto Emilio Rambelli e del giornalista Fausto Piazza. Con il patrocinio e i crediti formativi dell’Ordine degli Architetti di Ravenna, per i partecipanti iscritti all’albo (gli incontri sono comunque aperti a tutto il pubblico interessato).

L’appuntamento è per giovedì 10 ottobre. Si parte già alle 15.30 con una visita allo stabilimento dell’azienda Original Parquet – leader nella produzione e vendita di pavimenti in legno – ad Alfonsine, in via dell’Artigianato 18.

A seguire, ci si trasferirà nello showroom dell’azienda, in via del Lavoro 4, dove alle ore 17.30 si aprirà la conferenza con il primo intervento del professor Maurizio Gargano dal titolo “Avanguardie e utopie. Architetture e Città: frammenti ipocriti”.

Si prosegue alle 18.30 con l’intervento dell’architetto Filippo Pambianco (cavejastudio) dal titolo “Fight – Lotta per l’architettura. Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale”.

Posti limitati – Per la visita allo stabilimento il limite massimo è di 30 persone – per informazioni ed iscrizioni: direzione@reclam.ra.it

BIOGRAFIE RELATORI

Maurizio Gargano (Roma, 1952). Si è laureato in Architettura all’Università Iuav di Venezia con una tesi su Books of Architectural Plates in England: XVIII Century, relatore Manfredo Tafuri. È Dottore di Ricerca in Storia dell’Architettura e dell’Urbanistica. Redattore-autore per l’Enciclopedia “G. Treccani” (1988-2010). Visiting Senior Fellow (1994 e 1995) presso il CASVA (NGA, Washington, D.C.). Socio Ordinario di “Roma nel Rinascimento” (dal 1988). Professore Ordinario presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi ROMA TRE, dove insegna Storia dell’Architettura e Storia della Città e del Territorio. Ha tenuto conferenze, lezioni e seminari presso facoltà universitarie e istituzioni italiane e straniere. Tra le sue numerose pubblicazioni, si segnalano le monografie: Forma e materia. “Ratiocinatio” e “fabrica” nell’architettura dell’età moderna (Officina, Roma 2006); Origini e Storia. Roma Architettura Città. Frammenti di Rinascimento (RR: Roma nel Rinascimento, 2016); Avanguardie e Utopie. Architetture e Città: frammenti ipocriti (Campisano, Roma 2022).

Filippo Pambianco (1980) durante gli studi ottiene una borsa Leonardo presso lo studio spagnolo dell’Architetto Guillermo Vazquez Consuegra. Nel 2006 si laurea presso l’Università di Bologna con Tomaso Trombetti e Guillermo Vazquez Consuegra, per il quale lavora dal 2007 al 2011 prendendo parte a numerosi concorsi internazionali di Architettura. Nel 2011 Filippo Pambianco assieme ad Alessandro Pretolani dà vita al progetto cavejastudio, uno studio di architettura inteso come “bottega” dove l’architettura si fa attraverso un processo lento, basandosi sullo studio attento del genius loci e dei caratteri specifici che contraddistinguono ogni luogo. Questa filosofia porta lo studio ad affermarsi nel panorama nazionale vincendo numerosi concorsi di progettazione. Dal 2013 è Assistente alla didattica del Laboratorio di Progettazione III presso il Dipartimento di Architettura di Cesena- Università degli studi di Bologna. Dal 2019 al 2022 è Presidente della Commissione Qualità Architettonica del Comune di Forlì e dal 2022 componente della Commissione Qualità Architettonica del Comune di Cesenatico.

Migliaia di coperte in spiaggia contro la violenza sulle donne

Raccolti in un giorno 35mila euro grazie al progetto “Viva Vittoria”

Viva Vittoria Spiaggia

È stato un grande successo l’evento organizzato da Viva Vittoria Cervia, domenica 6 ottobre, nella spiaggia libera, dove erano stese 2.760 coperte a formare un mosaico di colori e disegni. Migliaia di visitatori hanno seguito l’evento e apprezzato le coperte in maglia e uncinetto realizzate, in oltre un anno di lavoro, da tante volontarie impegnate nel progetto “Viva Vittoria” contro la violenza sulle donne.

Durante la giornata del 6 ottobre sono stati raccolti oltre 35.000 euro. Si tratta di un dato preliminare, in quanto la vendita delle coperte proseguirà nello Spazio Viva Vittoria Cervia, allestito temporaneamente nel Centro di comunità all’ex Conad (aperto per la vendita il giovedì dalle 20 alle 22 e il sabato dalle 15 alle 18) e in occasione di eventi organizzati nei Comuni romagnoli che hanno collaborato all’iniziativa di Cervia, grazie al coinvolgimento di associazioni di volontariato.

La giornata di domenica 6 ottobre è iniziata all’alba, con la catena umana che dalla Casa del Volontariato ha traferito nella spiaggia libera le coperte. Per tutta la giornata i visitatori hanno avuto l’occasione di scegliere la propria coperta offrendo in cambio una donazione di minimo 20 euro.

Durante la manifestazione, inoltre, Fondazione Conad  Ets, che sostiene l’Associazione Viva Vittoria Odv, ha consegnato a Cristina Begni, presidente di Viva Vittoria Odv Brescia, un assegno di 5.000 euro raccolto nei punti vendita di Cervia a sostegno del progetto. Viva Vittoria Odv Brescia è l’associazione ideatrice e promotrice del progetto, nato nel 2015 e approdato finora in 40 piazze in Italia e all’estero.

Un gruppo di volontarie cervesi ha anche consegnato all’Amministrazione una coperta realizzata ad hoc da donare a Papa Francesco in occasione della tradizionale consegna del sale di Cervia al Pontefice, in programma mercoledì 9 ottobre.

Presenti all’evento anche rappresentanti di Ferrara e Isernia, città che – insieme a Novara – stanno lavorando al progetto Viva Vittoria e che in novembre organizzeranno gli eventi conclusivi nelle loro piazze.

I fondi raccolti da Viva Vittoria Cervia saranno gestiti da Fattore D Aps, partner operativo dell’iniziativa, e destinati a progetti di supporto concreto per le donne vittime di violenza, garantendo assistenza per aiutarle a ristabilire la loro autonomia.

I fondi saranno assegnati alle donne vittime di violenza in carico ai seguenti enti: Servizio alla Persona del Comune di Cervia; Centri antiviolenza della provincia di Ravenna (Associazione Demetra, SOS Donna, Linea Rosa Onlus); Centro Salute Mentale (CSM) di Ravenna; Centro per i disturbi alimentari (DCA) di Ravenna.

Yoga e pilates in azienda per due ore alla settimana al posto di lavorare

L’iniziativa di Net Seals, azienda di Fornace Zarattini, per «il benessere psico-fisico dei dipendenti»

Yoga Net Seals
Una lezione di yoga all’interno di Net Seals

Due ore di yoga e pilates al posto di due ore di lavoro settimanale. Si tratta dell’inedita iniziativa per favorire il benessere psico-fisico dei propri dipendenti messa in campo da alcune settimane da Net Seals, l’azienda di Fornace Zarattini che distribuisce guarnizioni e componenti in tutto il mondo.

Qui la nostra intervista di qualche settimana fa al direttore generale Andrea Rani.

Dal bar interno alla sede aziendale alla scelta di un particolare impianto di aerazione interna, dalla creazione di spazi ricreativi a una piccola palestra attrezzata – tutte iniziative avviate da anni –, oggi si aggiunge un’ulteriore novità: l’azienda dà la possibilità ai dipendenti (una cinquantina circa) di diminuire le ore di lavoro settimanali, utilizzandone due per appositi corsi di yoga e di pilates svolti all’interno della sede da istruttori qualificati. Invece delle normali 40 ore, dunque, chi sceglie di aderire alla proposta ne svolgerà solo 38, sostituendo le ultime due con altrettante ore di attività fisica.

«Il progetto è nato da una serie di condizioni favorevoli – spiega Federica Claps, responsabile del personale in Net Seals -: la volontà dell’azienda di favorire il benessere psico-fisico dei dipendenti, la mia personale passione per il pilates, la disponibilità di spazi aziendali adatti. Non ultima, la tipologia di movimenti propria del pilates e dello yoga, che ben si adatta alle esigenze di chi trascorre molte ore seduto in ufficio o in piedi in magazzino».

Grande l’interesse suscitato fra i dipendenti, diversi dei quali hanno già aderito e iniziato le attività fisiche. «La curiosità e la partecipazione hanno superato le aspettative – continua Claps -: i dipendenti apprezzano questo progetto perché vedono che l’azienda si muove verso di loro, andando incontro alla necessità di conciliare i ritmi vita-lavoro, spesso frenetici. Ci auguriamo che i corsi possano diventare parte integrante della filosofia aziendale che, da sempre, mette la persona e il suo benessere al primo posto. Inoltre, sono momenti che fanno stare meglio tutti: e a Net Seals hanno sempre restituito un forte senso di appartenenza».

La pistola della sparatoria di Castel Bolognese era stata rubata nel 2021 a Argenta

Quattro colpi con una calibro 9×21 davanti a un night club: un ferito guaribile in 5 giorni e un uomo arrestato. Ora gli investigatori vogliono ricostruire la provenienza dell’arma perché, come dice il procuratore capo, «c’è troppa disponibilità per chi commette reati»

Da sinistra Raffaele Belvederi (sostituto procuratore), Daniele Barberini (procuratore capo) e Paolo Verdecchia (capo della squadra mobile)La pistola che ha sparato quattro volte all’alba del 5 ottobre in strada davanti a un night club di Castel Bologneseusata da un 49enne albanese per ferire un 42enne senegalese dopo un litigio avvenuto nel locale – era stata rubata nel 2021 in un’abitazione di Argenta, in provincia di Ferrara. Dopo aver arrestato l’assalitore nel giro di poche ore, ora la procura e la polizia vogliono ricostruire gli ultimi tre anni di storia dell’arma calibro 9×21.

La pistola semiautomatica calibro 9x21 usata nella sparatoria di Castel Bolognese davanti a un night clubTracciare il percorso della pistola nasce dall’esigenza di fare piena luce su una vicenda di particolare gravità che si porta dietro un contesto più ampio, come riconosce il procuratore capo Daniele Barberini: «Nei tempi recenti, troppo spesso sono spuntate armi sul nostro territorio». L’ultimo episodio è stato l’agguato di maggio a una prostituta sulla statale Adriatica a Savio. Ma di armi ne sono state ritrovate anche in circostanze in cui non sono state usate: «Nel corso di indagini per altri reati – continua Barberini –. È uno scenario preoccupante perché aumenta la pericolosità dei soggetti criminali e anche questioni di minore gravità possono poi avere conseguenze drammatiche».

Nel caso di Castel Bolognese i due uomini coinvolti hanno precedenti legati al mondo della droga. Ma secondo quanto reso noto dal pubblico ministero Raffaele Belvederi, che coordina le indagini, non ci sarebbero ragioni di criminalità legate all’origine della sparatoria. I due erano nel locale come clienti, è nato un litigio che pareva finito e invece uno dei due si è allontanato per tornare poco dopo e assalire l’altro all’uscita verso le 5 del mattino. Il ferito è stato giudicato guaribile in 5 giorni: colpito di striscio all’inguine, prima di riuscire a disarmare l’altro e chiamare il 112. All’arrivo delle volanti è stato il 42enne a consegnare l’arma.

Il 49enne è stato rintracciato a casa della compagna a Solarolo. «Siamo partiti dall’auto che era stata lasciata sul posto – spiega Paolo Verdecchia, capo della squadra mobile – e abbiamo avuto il supporto dei filmati delle telecamere che hanno forniti elementi per l’identificazione. I due non si conoscevano».

Gli investigatori ipotizzano che non avesse l’arma al momento del litigio. Ma il tempo trascorso dall’uscita dal locale al ritorno non consente il tragitto Castel Bolognese-Solarolo e ritorno. Dove è andato a recuperare l’arma? È la prima domanda a cui cercano una risposta gli inquirenti.

Autocisterna si ribalta: l’autista in ospedale. Fuoriuscita di gasolio nei campi

A San Marco vigili del fuoco e uomini di Arpae per il rischio ambientale

Paura nel pomeriggio lungo via Argine Sinistro Montone, all’altezza di San Marco, pochi chilometri fuori il centro abitato di Ravenna. Un’autocisterna che stava trasportando gasolio per uso agricolo si è infatti ribaltata mentre stava percorrendo una stretta strada vicino all’argine del fiume, per effettuare una consegna.

Alla guida un uomo di 57 anni, trasportato poi in ospedale a Ravenna con un codice di media gravità.

A preoccupare anche la fuoriuscita di gasolio nei campi, con la zona che è stata delimitata e sorvegliata dagli uomini di Arpae. Sul posto anche la polizia locale e i vigili del fuoco, in arrivo anche con una squadra speciale per il trasbordo di merce pericolosa, essendo necessario liberare il mezzo dal gasolio.

Le foto sono di Massimo Argnani.

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