martedì
04 Novembre 2025

Il nuovo prefetto Ricciardi si presenta: «Lavoro di squadra in un territorio vasto»

Il 59enne originario di Benevento arriva dalla prefettura di Gorizia dove ha affrontato spesso questioni legate all’immigrazione per la posizione sulla rotta balcanica. Nel primo giorno di insediamento subito una riunione del centro soccorsi per il maltempo. Il primo incarico fu a Forlì nel 1991 «e giocavo da portiere a pallamano a Faenza»

2«Non ci sono ricette valide ovunque, ogni territorio ha le sue caratteristiche. Ma sarà fondamentale lavorare insieme tra le parti coinvolte». Sono le prime parole di Raffaele Ricciardi al suo insediamento come prefetto a Ravenna. Nel primo giorno del nuovo incarico, il 9 dicembre, il 59enne ha voluto incontrare la stampa locale per presentarsi alla città e alla provincia.

Originario di Benevento, la carriera nella pubblica amministrazione ha portato Ricciardi in varie parti d’Italia: Padova, Alessandria, Treviso. L’ultimo incarico come prefetto a Gorizia. «Entrai nella pubblica amministrazione nel 1991 come funzionario alla prefettura di Forlì. Quando me ne andai mi regalarono una piccola caveja, simbolo della Romagna: da allora in ogni mio spostamento l’ho sempre avuta sulle mie scrivanie».

Sulla parete del suo ufficio, invece, presto sarà appeso il gagliardetto della Fortitudo Bologna: «Sono un grande appassionato di basket. Sono stato arbitro di pallamano che in gioventù ho giocato a Faenza come portiere. Lo sport di squadra ci insegna che non si vince da soli e lo stesso vale per la gestione di un territorio».

Già nel primo giorno di insediamento, Ricciardi si è trovato a presiedere una riunione del centro coordinamento soccorsi che si riunito per monitorare la situazione maltempo: «Conosco le gravi alluvioni che hanno colpito questi territori, anche mio figlio da Bologna è stato tra i giovani che hanno aiutato a spalare il fango. Sicuramente la cura dell’emergenza tramite la protezione civile sarà un tema cui dedicare grande attenzione».

Dall’esperienza goriziana Ricciardi potrà sicuramente attingere per trattare due temi di importanza per il territorio ravennate: i migranti e il porto. «Gorizia è città di confine sulla rotta balcanica dell’immigrazione, conosco la materia. E per quanto riguarda la portualità, Monfalcone è uno scalo significativo per l’Adriatico, l’importanza dei porti per il territorio è alta».

L’incontro con il presidente dell’Autorità portuale sarà presto in agenda, così come quelli con tutte le istituzioni locali dopo aver incontrato nella mattinata odierna i vertici di polizia, carabinieri e guardia di finanza: «Voglio incontrare gli stakeholders e conoscere un territorio così vasto e differente da Casola a Cervia. Sperando di non perdermi in qualche rotonda come diceva Giacobazzi».

Chiusura ex Farmografica, incentivi economici per chi non impugnerà il licenziamento

Tavolo in Regione per salvaguardare l’occupazione. Cinque posti disponibili nel gruppo Focaccia. Cassa Integrazione da gennaio a dicembre 2025

Firma Intesa Agr Packaging Colla

Un impegno per salvaguardare l’occupazione all’Agr Packaging (ex Farmografica) di Cervia, è stato al centro dell’incontro che si è tenuto oggi (9 dicembre) in Regione alla presenza dell’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla. Al tavolo il vice prefetto Arnaldo Agresta in videocollegamento, la presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli, il sindaco di Cervia Mattia Missiroli, per l’Azienda Agr Packaging  Riccardo Focaccia, per le organizzazioni sindacali Saverio Monno Cgil, Stefano Gregnanin Cisl e  Rayan Paganelli Uil. Presente l’Agenzia Regionale per il Lavoro con il direttore Paolo Iannini.

Al tavolo è stato firmato un accordo che, preso atto dell’impatto sociale derivante dalla chiusura dell’attività aziendale di Agr, impegna le parti a individuare soluzioni per ridurre al minimo i disagi economici per i lavoratori. Fondamentale poi garantire quanto più possibile la continuità di reddito, evitando trattamenti peggiorativi o dannosi rispetto alle precedenti intese e agli accordi sindacali che hanno fin qui caratterizzato una vertenza che prosegue da oltre 20 mesi coinvolgendo 80 persone.

«Oggi si apre uno scenario nuovo – ha affermato l’assessore Colla -, che dobbiamo governare con grande attenzione per trovare una soluzione adeguata a tutti i lavoratori. Va dato atto alle organizzazioni sindacali di essere riuscite con grande capacità e responsabilità ad evitare qualsiasi impatto sociale nel corso di questi 20 mesi di vertenza. Quella che si è determinata non è la soluzione che avremmo voluto, ma è l’unico percorso oggi possibile. Al tavolo regionale – prosegue Colla – si lavora sempre per la continuità industriale. Per questo, preso atto delle considerazioni che hanno portato il Gruppo Focaccia a rinunciare al progetto, questo tavolo resterà aperto affinché, una volta conclusa l’assemblea dei lavoratori prevista per domani, si apra immediatamente il percorso per trovare una soluzione nuova. Utilizziamo il tempo che ci garantiscono gli ammortizzatori sociali per vagliare qualsiasi soluzione industriale, che, come Regione, siamo disponibili ad accompagnare con tutti i mezzi a disposizione. Parallelamente lavoriamo per trovare soluzioni soggettive, certi che con l’impegno delle istituzioni locali e di tutto il territorio ravennate si potranno trovare le migliori alternative per tutti».

I punti dell’intesa

I punti salienti dell’intesa firmata oggi riguardano le prospettive occupazionali, la transizione con cassa integrazione straordinaria e gli aspetti economici dei passaggi. Per quanto riguarda le ultime mensilità e il trattamento di fine rapporto, saranno erogati fino al 31 dicembre 2024.

Sulle prospettive economiche e occupazionali, l’azienda, in collaborazione con la società Focaccia Group srl, offrirà ai lavoratori l’opportunità di candidarsi per cinque posizioni lavorative già disponibili. Per i lavoratori che non impugneranno il licenziamento, l’azienda e i sindacati hanno concordato un incentivo economico all’esodo da calcolare su anzianità contrattuale, inquadramento e retribuzione attuale.

Da gennaio a dicembre 2025 sarà attivata la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs) per cessazione di attività, come misura per sostenere le lavoratrici e i lavoratori che riterranno di non accettare il licenziamento. L’azienda si impegna poi al riconoscimento di una somma a titolo di transazione generale novativa al personale che accetterà di essere collocato in cassa integrazione guadagni straordinaria

Dal Pnrr 6,6 milioni di euro per l’Energy Park di Faenza: pronto a inizio 2026

Si tratta di un impianto “agrivoltaico” su 70 ettari, con impianti bifacciali sopraelevati, per evitare consumo di suolo

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Un rendering dell’Energy Park di Faenza

Il Gruppo Hera si è aggiudicato 9,4 milioni di euro per finanziare due progetti all’avanguardia per lo sviluppo di sistemi agrivoltaici avanzati. Il finanziamento rientra nella misura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Gli impianti presentano una potenza di picco complessiva di oltre 19 MW, equivalente al consumo di circa 11.000 famiglie italiane e al risparmio di 7.700 tonnellate di CO2 annue, pari all’anidride carbonica assorbita in un anno da un bosco di circa 830 ettari, corrispondenti a circa 1.200 campi da calcio.

In particolare, 6,6 milioni di euro sono stati assegnati al progetto del Gruppo Hera per lo sviluppo di un Energy Park a Faenza (i restanti 2,8 milioni vanno al progetto cesenate di Horowatt, newco tra la multiutility e la società cooperativa agricola Orogel). Il progetto faentino ha ottenuto il maggior contributo tra quelli ammessi nel Centro-Nord ed è risultato decimo nella graduatoria italiana.

L’Energy Park di Faenza sorgerà su una vasta area che si estende a ovest della città su una superficie di circa 70 ettari. Il nuovo impianto sarà composto da oltre 22.000 pannelli bifacciali per una potenza totale di circa 14 MW; si stima una produzione di energia elettrica di circa 21,5 GWh all’anno, pari al consumo di circa 7.500 famiglie, con un risparmio annuo in termini di anidride carbonica di 5.700 tonnellate. L’energia elettrica prodotta sarà direttamente immessa in rete, riducendo significativamente l’impronta carbonica di Faenza e aumentando l’autosufficienza energetica della città.

Gli attori coinvolti nel progetto – Comune di Faenza, Gruppo Hera con Studio Lbla, Unione della Romagna Faentina e la Società Agricola Le Cicogne, partecipata da Crédit Agricole e dalla Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza – hanno ipotizzato di destinare circa un terzo della superficie alla produzione di energia contestuale alla coltivazione agricola, un terzo all’agricoltura in campo aperto e un terzo alla urban forest. In questa nuova infrastruttura green, l’agrivoltaico associato all’agricoltura di precisione utilizzerà tecniche digitali per monitorare e ottimizzare i processi di produzione agricola, riducendone l’impatto ambientale: l’impianto sarà costituito da strutture di sostegno dei pannelli fotovoltaici posizionate ad una altezza da terra che permette il passaggio dei mezzi agricoli utilizzati per la coltivazione. Questi sistemi consentono di ridurre al minimo l’occupazione di suolo, permettendo la coltivazione del 90-95% dei terreni sui quali sono installati. Il funzionamento di questi impianti è, inoltre, a inseguimento solare: un dispositivo meccanico automatico orienta, infatti, i pannelli fotovoltaici nella direzione dei raggi solari. I pannelli fotovoltaici che saranno installati saranno poi bifacciali, ossia consentiranno di sfruttare la radiazione luminosa su entrambe le facce del modulo con l’obiettivo di massimizzare la generazione di energia elettrica. Si ipotizza, inoltre, l’installazione di adeguati sistemi di monitoraggio che permetteranno di verificare l’incidenza degli impianti sulla produzione agricola.

L’avvio delle opere per la realizzazione dell’impianto è previsto nel 2025, con fine lavori a inizio 2026.

Allerta meteo arancione per piene dei fiumi e frane in tutta la provincia di Ravenna

Ampliata l’area interessata dal provvedimento, esteso per ulteriori 24 ore

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Confermata l’allerta arancione per la giornata di oggi (9 dicembre), con un ampliamento, dalle ore 12, dell’area interessata dalla criticità idraulica che si intensifica sulla Romagna (in tutta la provincia di Ravenna) e su pianura e collina bolognese.

Per la giornata di martedì 10 dicembre l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile prevede piogge di debole o moderata intensità su tutta la regione, più insistenti sulle zone di pianura e collina del settore centrale. Sulla costa e sulla fascia pedecollinare tra Ravennate e Bolognese potranno assumere carattere di rovescio o temporale. Sono previste nevicate sui rilievi a quote attorno a 700-800 metri, localmente più basse, fino a 400-500 metri, sul settore centrale.

«Le piogge – si legge in una nota della Regione – potranno generare incrementi dei livelli idrometrici nel settore centro-orientale con possibili superamenti della soglia 2, dove saranno possibili anche ruscellamenti lungo i versanti, innalzamenti dei livelli nel reticolo minore e fenomeni franosi, anche a seguito delle piogge dei giorni precedenti». L’allerta arancione per piene dei fiumi e frane è confermata in tutta la provincia di Ravenna anche per la giornta di martedì 10 dicembre.

«Nonostante la progressiva attenuazione del moto ondoso, a causa del persistere di picchi di marea oltre i valori di soglia – continua la nota -, nella mattinata di domani si prevedono condizioni favorevoli a localizzati fenomeni di erosione della duna costiera ed ingressione marina. Sulla costa, possibili esondazioni di fiumi e canali alla foce, per le difficoltà di deflusso delle piene in mare».

Un incontro dell’Ordine degli Ingegneri per discutere di ripristini post alluvione

Il convegno segue l’accordo di collaborazione tra l’associazione di professionisti e l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna

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Traversara dopo l’alluvione

A seguito di un accordo di collaborazione tra l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ravenna e l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna che prevede lo svolgimento di una serie di verifiche tecniche sui territori più colpiti da parte di professionisti che svolgeranno gratuitamente i controlli per spirito di solidarietà, è in programma domani (martedì 10 dicembre) un convegno di sensibilizzazione sul tema. L’incontro, organizzato dall’Ordine a Palazzo Vecchio di Bagnacavallo (ore 17) in collaborazione con Indep (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia) ha per titolo “Dopo l’acqua: come ripristinare la salubrità nei nostri edifici” e prevede l’intervento di esperti di diverse discipline, come l’ingegnere Lucia Rosaria Mecca, presidente Indep (ente multidisciplinare costituito poco più di un anno fa da numerosi professionisti su scala nazionale, con l’obiettivo di migliorare la salubrità e la sicurezza delle strutture e delle infrastrutture, riducendo rischi e danni per usufruitori, proprietari immobiliari, gestori ed utilizzatori, e garantirne durabilità nel tempo); il geologo Andrea Pace; l’ingegnere Sergio Pesaresi; il geofisico Marco Manca; l’ingegnere Gualtiero Piccinni e i patologi edili Alessandro Felletti e Daniele Stevoli.

Il gattile è senza gas da quattro mesi: «Con questo freddo non sappiamo come fare»

Gatti e volontari allo stremo a causa del progressivo abbassamento delle temperature. Nonostante i tentativi di riparazione dell’impianto, la ditta non lo certifica perchè non a norma

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Il gattile comunale di via Triste è senza gas da quattro mesi, a causa di una perdita a cui non si è ancora trovata soluzione. Dopo un primo periodo di silenzio, i gestori della struttura hanno lanciato l’appello pubblicamente attraverso un post condiviso su Facebook, denunciando la situazione di difficoltà visto il progressivo abbassamento delle temperature. Molti degli animali ospiti della struttura sono malati o infortunati, e il freddo non fa che aggravare la loro situazione, e gli stessi volontari si ritrovano a lavorare in condizioni estreme: «Adesso vi diciamo tutto. Dal 10 agosto, causa perdita, siamo senza gas. In estate non è un problema, ma ad oggi siamo ancora senza riscaldamento con gatti malati e incidentati e tre gradi in ambulatorio. Il personale lavora con giacca a vento. Alla mattina troviamo ghiaccio e non sappiamo quanto potremo andare avanti. Al momento stiamo rimediando con coperte di pile, ma è chiaro che è necessario risolvere quanto prima questa grave situazione».

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L’area esterna del gattile

Il gattile è in contatto con il Servizio edilizia pubblica del Comune e, nonostante i tentativi di ricostruzione dell’impianto, la ditta non lo certifica perchè non a norma. «Si stanno cercando altre soluzioni, come quella di un riscaldamento elettrico – continuano dall’organizzazione -. ci hanno detto che la settimana prossima proveranno a risolvere la situazione. Speriamo bene, perché ormai siamo allo stremo e anche i gatti stanno soffrendo molto».

L’albero di Natale è instabile, transennata la piazza di Ravenna

Vigili del fuoco al lavoro per mettere in sicurezza l’abete, inaugurato sabato

Inaugurato sabato 7 dicembre, due giorni dopo il grande abete di piazza del Popolo, a Ravenna, è già “sotto i ferri”. Il vento di domenica, infatti, ne avrebbe minato la stabilità e nella mattinata di oggi, lunedì 9 dicembre, l’area è stata transennata (complice anche l’allerta meteo arancione). Vigili del fuoco al lavoro per mettere in sicurezza l’albero di Natale, davanti agli sguardi curiosi dei passanti.

A segnalare l’inconveniente anche Veronica Verlicchi, consigliere comunale d’opposizione della lista civica La Pigna: «A Ravenna si può», ha commentato con sarcasmo, citando lo slogan della campagna elettorale del 2021 dell’ormai ex sindaco di Ravenna Michele de Pascale…

Affidati i lavori per la nuova piazza Verde di Castiglione: pronta entro l’estate

Investimento da 400mila euro. Avrà servizi per tutte le età e per essere fruibile anche di sera

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Entro la prossima estate a Castiglione di Cervia prenderà vita la Piazza Verde, la nuova area esterna multifunzionale che diventerà un punto di aggregazione per la cittadinanza. La realizzazione dell’intervento, i cui lavori inizieranno agli inizi del 2025, è stata affidata alla ditta Mediterranea di Cittadella (Padova).

Questo progetto permetterà la valorizzazione dell’area posta sul retro di Palazzo Guazzi, attualmente inutilizzata, mettendola in rete da un lato con l’area boscata esistente e dall’altro con l’abitato di Castiglione e il plesso scolastico.

L’intervento di riqualificazione, che ha un importo complessivo di 400.000 euro, al netto del ribasso offerto, è stato progettato dallo Studio Silva di Bologna con il coordinamento del Servizio Verde del Comune di Cervia, dopo un continuo scambio di idee con il Consiglio di Zona e incontri con la cittadinanza.

La ditta che si è aggiudicata l’intervento ha proposto tra le migliorie anche la manutenzione post-impianto del parco per ulteriori due anni dal collaudo, oltre ad un incremento del numero di arredi, che verranno inseriti nelle zone di maggiore aggregazione.

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Il parco si estenderà su oltre 8.000 mq e nasce con l’idea di rendere questa area fruibile a tutte le fasce di età: al suo interno sono infatti previsti servizi che interessano dai bambini agli anziani, dall’area gioco con strutture ludiche, all’area playground con il campo da basket, alla zona con il campo da bocce, fino all’area relax con sedute e per organizzare eventi all’aria aperta e alla zona più naturalistica del bosco.

La volontà dell’Amministrazione è proprio quella di creare una Piazza Verde che possa essere vissuta a tutte le ore: l’impianto di illuminazione ad integrazione di quello già esistente permetterà di poter giovare del nuovo parco anche nelle ore serali, mentre è prevista anche la predisposizione per un futuro impianto di videosorveglianza.

Le pavimentazioni verranno realizzate in materiali ecocompatibili e drenanti, dalla terra battuta in pineta, alla terra stabilizzata usando inerti di cava nei sentieri e aree di sosta, dalla pavimentazione in lastre di pietra su prato alle pavimentazioni in gomma colata per le aree gioco.

All’interno del parco – scrivno dall’Amministrazione – «è prevista la messa a dimora di specie vegetali tipiche del contesto locale e che ben tollerano le condizioni climatiche e del suolo dell’area, anche se dotate di impianto di irrigazione automatico». Saranno previsti alberi di prima e terza grandezza, tra cui farnie, tigli, alberi di Giuda e verranno realizzate anche zone arbustive di mitigazione e macchie ornamentali con specie tappezzanti.

L’intervento sarà completato dal posizionamento di arredi distribuiti nei punti di aggregazione, tra cui diverse panchine, cestini, porta biciclette e tavoli panca.

A Fornace Zarattini il “green screen” più grande d’Italia per gli effetti speciali

Inaugurata una “Digital Arena” al centro Mir: «Vogliamo dare l’opportunità agli artisti di poter lavorare in zona»

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Dopo due anni di progettazione e ristrutturazione è stato inaugurato sabato scorso, al Centro Mir di Fornace Zarattini, Digital Arena: un virtual production studio con il limbo green screen più grande in Italia – assicurano i titolari -, dedicato agli effetti speciali per le produzioni cinematografiche.

Oltre al fondatore Thomas Cicognani (da oltre 25 anni attivo nel campo della regia e delle videoproduzioni), erano presenti l’assessore al Turismo del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini; il responsabile dell’Emilia-Romagna Film Commission, Fabio Abagnato; Marianna Panebarco, per Cna Cinema Ravenna; e Andrea Contarini di Net Seals, l’azienda del Centro Mir che sta coordinando il rilancio dell’intero comparto e ha contribuito fattivamente all’operazione.

Gli ospiti presenti, un centinaio, hanno potuto visionare gli spazi, e assistere a dimostrazioni sui sistemi innovativi di Camera Tracking, che permettono di vedere in tempo reale gli scenari virtuali dietro agli attori, esperienze immersive a 360° coi visori di realtà virtuale, buffet e musica.

Digital Arena offre anche il Motion Capture, che permette di catturare i movimenti naturali del corpo umano per trasferirli ad un avatar tridimensionale e utilizza l’intelligenza artificiale a 360° come ad esempio per ringiovanire, invecchiare un attore o addirittura cambiarne il volto.

Il nuovo centro si sviluppa su una superficie di 850 metri quadrati, ha diverse aree adibite alle produzioni e un’area dedicata alla formazione di nuove figure professionali.

«Digital Arena – ha detto Cicognani – si pone come realtà importante sul territorio: per dare l’opportunità agli artisti di poter lavorare in zona, senza dover migrare necessariamente a Roma e Milano per trovare qualità nella produzione».

Nel comune di Ravenna 33 nuove colonnine per la raccolta dell’olio usato in cucina

Hera ha appena potenziato, in accordo con l’amministrazione comunale, il servizio di raccolta oli alimentari a Ravenna per implementare in modo permanente il servizio di raccolta con colonnine accessibili 24 ore su 24. Nello specifico, sono state collocate 33 nuove colonnine stradali, che vanno ad aggiungersi alle 67 già operative sul territorio e nella parte esterna di fronte alle 9 stazioni ecologiche, quindi accessibili sempre 24 ore su 24, per un totale di 109 colonnine presenti nel territorio comunale ravennate : l’elenco aggiornato e la posizione dei contenitori sono consultabili a questo link.

Ecco gli indirizzi delle nuove colonnine.

Olio Hera

Come raccogliere gli oli alimentari

I contenitori stradali collocati sono di nuova tipologia, hanno una capacità di 240 litri e consentono di raccogliere agevolmente l’olio da recuperare aprendo uno sportellino. Infatti, l’olio non va versato direttamente ma deve essere conferito all’interno di normali bottiglie in plastica, purché di diametro inferiore ai 18 cm, chiuse ermeticamente con il loro tappo.

Un rifiuto altamente inquinante può diventare una risorsa

Hera approfitta dell’occasione per sensibilizzare i cittadini alla raccolta dell’olio adoperato in cucina per contenere i possibili danni causati all’ambiente da un suo conferimento sbagliato e promuoverne la rigenerazione per reimpiegarlo come risorsa. Infatti, se disperso nell’ambiente «l’olio può causare molti danni – si legge nella nota inviata alla stampa -: per esempio versato nel lavandino causa l’intasamento dei filtri e fa aumentare le necessità di manutenzione ed i costi energetici della depurazione (fino a 3kWh per ogni Kg di olio impropriamente smaltito); se versato sul suolo, finisce nei corpi idrici (di superficie o falda) dove un solo kg basta a inquinare una superficie di 1.000 metri quadrati (l’equivalente di un campo da calcio)».

Per trasformare questa tipologia di rifiuto potenzialmente inquinante in risorsa, Hera ha siglato una partnership con Eni finalizzata a trasformare l’olio vegetale esausto in biocarburante, che a sua volta sarà utilizzato per alimentare una parte dei mezzi aziendali per la raccolta dei rifiuti urbani.

Tennis, il Ct Zavaglia di Ravenna batte Macerata e conquista la promozione in A1

Raggiunta Massa Lombarda nelle 16 squadre top in Italia

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Storica impresa del Ct Zavaglia di Ravenna che batte ai playoff Macerata (dopo il 3-3 dell’andata nelle Marche, i ravennati si sono imposti 4-2) e conquista per la prima volta la promozione in A1, massima serie del tennis nazionale.

Agli ordini del capitano Francesco Rametta, la squadra dello Zavaglia è composta da Nerman Fatic, Carlo Alberto Caniato, Luca Tomasetto, Daniel Bagnolini, Luigi Valletta e Nicolò Satta.

Lo Zavaglia va a raggiungere così il Circolo Tennis Massa Lombarda (che si è salvato ai playout) tra le 16 squadre dell’elite del tennis italiano.

«Ero in mezzo alla strada da sola con due figlie e mi vergognavo a chiedere aiuto»

La storia di una trentenne: la rottura con il compagno e i rapporti tesi con la madre, poi l’ospitalità all’Opera Santa Teresa per riorganizzare la propria vita. Ora fa la volontaria per altri bisognosi: «Restituisco quello che ho ricevuto»

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Non tutte le storie di bisogno nascono da un disagio stratificato nel tempo, a volte la vita può cambiare all’improvviso rivelando una situazione di fragilità. A quel punto, il coraggio di superare la paura dello stigma e chiedere aiuto può essere un primo passo per ritrovare la propria normalità.

La storia di Emma, nome di fantasia, parla di questo e del sostegno trovato grazie ai volontari della Casa della Carità dell’Opera di Santa Teresa di Ravenna.

Nel 2023, all’età di 30 anni, dopo una brusca rottura con il compagno, Emma si trova a lasciare Lecco insieme alle sue due figlie per tornare a Ravenna a casa della madre. «Una convivenza che si è incrinata in fretta. All’improvviso ci siamo ritrovati in otto sotto lo stesso tetto: mia madre, le mie due sorelle con i rispettivi fidanzati, io e le mie due bambine. Al caos perenne che regnava per casa si aggiungevano le difficoltà di gestione delle piccole di uno e sette anni. Io, mia madre e una delle mie sorelle eravamo impiegate nella stessa fabbrica e suddividerci i turni per prenderci cura delle bambine era diventato impossibile. Dopo pochi mesi, a causa delle tensioni continue, mi sono ritrovata fuori casa in mezzo alla strada insieme alle mie figlie. Anche lavorare era diventato impossibile senza nessuno che mi aiutasse a badarle. Per lavorare avevo bisogno di permettermi una baby sitter e per permettermi una baby sitter avevo bisogno di lavorare. Un circolo senza uscita».

Dopo un primo periodo trascorso in hotel, dando fondo ai pochi risparmi rimasti, la scelta di rivolgersi alla Caritas di Ravenna: «È stata una decisione difficile e sofferta. Provavo vergogna e sentivo di aver fallito, di non essere riuscita a farcela con le mie forze. Tornando indietro, però, rifarei questa strada altre cento volte, le cose sarebbero solo peggiorate se non avessi trovato il coraggio di chiedere aiuto». Lì l’incontro con Daniela Biondi, coordinatrice del Centro di ascolto di piazza Duomo e vicedirettrice della Caritas diocesana (qui la nostra intervista): «Ho incontrato un angelo, non potrei dirlo con altre parole – assicura Emma –. Mi ha dato un grande supporto, soprattutto emotivo, fin dal primo momento e mi ha messa in contatto con Filippo Botti, responsabile di struttura a Santa Teresa. Ho passato un’ultima settimana in hotel, in attesa della valutazione del mio caso e poi sono stata accolta negli alloggi dell’associazione». È stato l’inizio della nuova vita di Emma: «Ci siamo sentite subito a casa. Ascoltate, capite, mai giudicate. Avevamo una camera grande e spaziosa, tutta per noi. Un bagno privato e la cucina in condivisione con gli altri ospiti, circa una ventina, e ho conosciuto le loro storie. C’era un’altra mamma sola con la sua bambina, scappata da un compagno alcolizzato e da una storia violenta. Una coppia di sessantenni pensionati, rimasti senza casa per diatribe famigliari e un signore di 80 anni che da anni vive in struttura dopo lo sfratto. La vita di chiunque può cambiare all’improvviso, ma a Santa Teresa ho trovato la mia possibilità di riscatto. Le bambine sono state trattate come principesse, e nel periodo delle feste hanno ricevuto anche la visita di Babbo Natale con un sacco di doni. Abbiamo trascorso un mese e mezzo negli alloggi». Ma la residenza risultava ancora a Lecco, quindi Emma ha dovuto chiedere aiuto agli assistenti sociali in Lombardia: «Per un breve periodo mi sono trasferita in una struttura di accoglienza gestita da suore nel comune lombardo e ho avuto una proposta di reinserimento nel mondo del lavoro nel progetto Alfa dell’omonima Odv lecchese». Una forma di accoglienza definita “sostegno leggero” che prevede l’affido temporaneo durante le ore lavorative dei minori a carico di famiglie volontarie. «Quando ho sentito parlare di affidamento, anche se temporaneo, ho avuto paura. Nonostante le difficoltà, avevo sempre fatto tutto per le mie figlie, non ho dipendenze, mi è sembrata una proposta assurda. Ho fatto di tutto per tornare a Ravenna, e ho chiesto di nuovo l’aiuto a Santa Teresa che mi ha permesso di trovare un lavoro compatibile con gli orari scolastici delle bambine. Da lì ho iniziato a ricostruire la mia vita».

Oggi Emma vive di nuovo a casa della madre ma, senza le complicazioni lavorative legate alla cura delle figlie, i rapporti sono molto più distesi. Ha comprato un’auto e continua a frequentare gli spazi di Santa Teresa, ma ora come volontaria: «Non è un semplice centro di distribuzione di pasti e beni, è una famiglia. Senza il loro aiuto non sarei qui e ora voglio fare anche io la mia parte per aiutare chi è in difficoltà. Il prossimo step è quello di trovare una casa tutta per noi, anche se in città è difficile trovare un affitto per una madre single, i proprietari non si fidano. Ma di strada ne abbiamo fatta tanta e siamo più determinate che mai a proseguire».

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