giovedì
18 Settembre 2025

Nuove analisi: si può di nuovo fare il bagno a Punta Marina

Revocato il divieto temporaneo

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Con apposita ordinanza, il Comune di Ravenna ha revocato il divieto temporaneo di balneazione, emesso il 24 maggio, a Punta Marina (dall’inizio delle barriere frangiflutti al confine con Lido Adriano – zona campeggi).

Le analisi microbiologiche dei campioni di acque marine effettuati da Arpae hanno infatti attestato il rientro dei valori dei parametri nei limiti previsti dalla legge relativamente alla concentrazione di Escherichia coli.

Tagli a Comuni e Province che hanno fondi Pnrr. «Assurdo»

Il presidente delle Province De Pascale contro il Governo

De Pascale Presidente Provincia

«Che la manovra 2024 con il ritorno dei tagli ai bilanci di Comuni e Province fosse un errore e che mettesse rischio i servizi essenziali ai cittadini e la messa in sicurezza dei territori lo avevamo detto da subito. Ora però con questa scelta del Governo Meloni di far pesare di più i tagli agli enti che stanno attuando progetti del Pnrr siamo all’assurdo».

Lo dichiara il presidente di Upi, Unione delle Province Italiane, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale.

Ad infiammare i toni è il parametro di assegnazione dei tagli ai singoli enti locali scritto nella bozza di decreto attuativo preparato dal ministero dell’Economia e anticipato sul Sole 24 Ore del 25 maggio. In pratica, metà dei tagli è misurata in proporzione alle risorse del Pnrr assegnate a ogni amministrazione alla fine del 2023, per cui chi ha più progetti finanziati dal Piano subisce tagli maggiori.

«Come Upi – continua De Pascale – abbiamo da tempo lanciato l’allarme sul fatto che per portare a termine le opere assegnate dal Pnrr Comuni e Province stanno spendendo anche risorse proprie aggiuntive, non stanno certo avendo risparmi. È oggettivamente priva di senso una norma che taglia di più chi proprio in questo anno si troverà a fare uno sforzo straordinario per portare a termine le missioni assegnate e completare le opere».

Continua De Pascale, ribadendo che «la manutenzione del territorio e i servizi alle persone non possono vedere ulteriori tagli di nemmeno un euro. Basta con i tagli agli enti locali».

Vendeva coltelli al mercato: denunciato

L’uomo, con precedenti, non aveva l’autorizzazione del questore

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Vendeva al mercato ambulante di Ravenna, in piazzale Sighinolfi, 13 coltelli con punta e lama affilata, di varie specie e dimensioni. Dai controlli dei volontari dell’associazione nazionale Carabinieri è emerso che l’uomo era gravato da diversi precedenti penali e non aveva il permesso del questore per la vendita di quelle che sono considerate vere e proprie armi.

Da qui la decisione di portare l’uomo – un cinquantenne del Bangladesh – al comando di polizia locale per i rilievi, dove è stato denunciato ai sensi dell’articolo 37 del Tulps.

Gli strumenti da taglio che stava vendendo sono stati sequestrati.

A Marina di Ravenna torna il festival per appassionati di cosplay, fumetti e giochi

Dal 31 maggio al 2 giugno con ludoteca, parate lungo le strade, mercatini, street food, musica e dimostrazioni

Torna il Marina Cosplay & Games. Dal 31 maggio al 2 giugno Marina di Ravenna si trasformerà nel punto di ritrovo per tutti gli appassionati di cosplay, fumetti e giochi da tavolo, di ruolo e Larp.

Organizzato dalla Pro Loco, l’evento si terrà nella piazza Dora Markus. Si tratta della terza edizione dell’iniziativa partita nel 2022 e cresciuta lo scorso anno. A contorno dell’evento ci saranno i truck degli street food per rifocillarsi e mercatini a tema.

Ecco il programma giorno per giorno.

Venerdì 31 maggio. Si inizia alle 18 con l’apertura della Ludoteca, dove 30 tavoloni saranno pronti ad accogliere i visitatori per provare i giochi più innovativi, dai giochi in scatola a quelli di ruolo, passando per le carte collezionabili. Lo staff di ben sette associazioni sarà lì per spiegare le regole e giocare.

La serata prosegue alle ore 21 sul palco di piazza Dora Markus con il concerto dei Gem Boy, storica band diventata cult proprio cambiando in chiave demenziale i testi delle sigle italiane dei cartoni animati.

Nella Arena di piazza Dora Markus, dalle 18 si potrà assistere a spettacolari esibizioni di combattimenti e allenamenti di spada laser. E per chi vuole cimentarsi personalmente, ci saranno lezioni di scherma storica con Hema e lezioni di spada laser con Ludosport.

Per i più piccoli, dalle 18, l’area Junior sarà un paradiso di attività divertenti, con giochi da tavolo, di ruolo e creazioni con i palloncini grazie a Sam e Tabata.

Infine, la Street Parade invaderà le strade di Marina di Ravenna con i coloratissimi protagonisti di iconici cartoni animati, film e videogiochi. Sarà questa l’occasione di scattare una foto nel “The Noot’s Den”, il nuovo progetto di costuming di Empira.

Sabato 1 giugno. La giornata inizia alle 14 con la riapertura della Ludoteca. Poi, alle 15, il palco di piazza Dora Markus vedrà esibirsi talentuosi artisti della scena “nerd”, con il K-Pop Showtime Showcase, la gara Cosplay presentata da Epicos alle 17, e molte altre performance, culminando nel concerto dei Cartuneitors alle 21.

Nella Arena, si potrà partecipare a lezioni di scherma storica e spada laser, assistere a esibizioni di Force Academy e poi la Random Dance K-Pop. L’area Junior aprirà alle 14, offrendo una giornata piena di giochi e attività, dalle creazioni con i palloncini ai giochi da tavolo e di ruolo con Gamer Mamma.

E naturalmente, la Street Parade continuerà a portare colore e allegria nelle vie di Marina di Ravenna.

Domenica 2 giugno. L’ultimo giorno della fiera inizia alle 14 con la Ludoteca. Sul Palco, dalle 16, ci saranno ancora esibizioni di K-Pop, la Gara Cosplay a premi, dimostrazioni di spada storica e lo spettacolo di Force Academy. La serata si concluderà alle 21 con il Villamara Horror Show, podcast dal vivo della serie “C’è vita nel grande nulla agricolo?” di Johnny Faina.

Nella Arena, si potranno seguire lezioni di scherma storica e spada laser, partecipare alla Random Dance K-Pop e assistere alle esibizioni di Force Academy. L’area Junior sarà aperta dalle 14 per un ultimo giorno di giochi e divertimento per i più piccoli. E per chiudere in bellezza, la Street Parade continuerà a far sfilare i personaggi preferiti per le strade della località.

Sbarcati i 52 migranti della nave Ong “Sea Eye”. In due in ospedale per traumi

Al Pala De André in corso le visite sanitarie e gli adempimenti di polizia

Nave Sea Eye Sbarco Migranti

È terminato poco prima di mezzogiorno alla banchina della Fabbrica Vecchia, a Marina di Ravenna, lo sbarco delle 52 persone a bordo della nave Ong Sea Eye.

A causa di alcuni traumi da caduta, due migranti sono stati accompagnati in ospedale, dove faranno gli accertamenti del caso e poi raggiungeranno le loro destinazioni.

Sono in corso dalla tarda mattinata al Pala De André le visite sanitarie e gli adempimenti di polizia e dei servizi sociali dei restanti 50, tra cui sei minori e fra questi 4 “non accompagnati”.

A questo link i dettagli su nazionalità e ripartizione dei migranti (in 5 resteranno in provincia di Ravenna).

Il prefetto coglie l’occasione per ringraziare nuovamente «tutta la macchina dell’accoglienza ravennate».

Firmato l’atto costitutivo: Ravenna è la sede della Italian Byron Society

La città diventa capitale italiana di questi studi e il quartier generale sarà Palazzo Guiccioli, dove in ottobre aprirà il museo

25–05 2024 Ravenna Chiostri Cassa Costituita Associazione Italian Byron Society In Italia E A Ravenna L ‘associazione è Composta Da , Pres Antonio Patuelli , Ernesto Giuseppe Alfieri , Prof Diego Saglia , Dott Claudia Giuliani , Dott Donatino Do

Ravenna è da oggi ufficialmente la sede della Italian Byron Society, affiliata alla prestigiosa International Association of Byron Societies, che in tutto il mondo promuove la diffusione della cultura byroniana, organizzando conferenze, dibattiti, eventi, mostre, borse di studio e ogni altra iniziativa utile a far conoscere la vita e le opere del poeta inglese.

Ravenna diviene, dunque, capitale italiana di questi studi, e la sede ufficiale sarà ovviamente Palazzo Guiccioli, che ospitò il poeta e vide nascere alcune delle sue opere più importanti tra il 1819 e il 1821, e che sarà sede dal 26 ottobre prossimo anche del Museo Byron.

L’atto costitutivo della Italian Byron Society è stato firmato questa mattina (25 maggio) ai Chiostri Danteschi, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, alla presenza di Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente della stessa Fondazione, che ha acquistato e ristrutturato Palazzo Guiccioli per destinarlo appunto a Museo Byron e del Risorgimento, e del segretario generale della Fondazione Giancarlo Bagnariol.

Scopo dell’Italian Byron Society, come recita lo statuto, è quello di “promuovere in Italia la conoscenza e lo studio della figura e dell’opera di George Gordon, Lord Byron, tramite attività utili a realizzare tale scopo; promuovere la traduzione e la pubblicazione in italiano di opere in lingua straniera inspirate alla vita ed agli scritti di George Gordon, Lord Byron e promuovere lo scambio culturale con analoghe Associazioni e Istituzioni straniere nel mondo, con particolare attenzione alle Byron Societies nel mondo“.

A presiedere la Italian Byron Society è lo stesso Ernesto Giuseppe Alfieri. Vicepresidenti sono Diego Saglia, docente ordinario di Letteratura inglese all’Università di Parma e già direttore del dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali dello stesso Ateneo, e Gregory Dowling, docente di letteratura anglo-americana all’Università Cà Foscari di Venezia. Presidente onorario dell’Italian Byron Society è Antonio Patuelli, presidente del gruppo La Cassa di Ravenna e promotore fin dall’inizio del Museo Byron e delle iniziative a esso collegate a Ravenna, assieme ad Alfieri e all’allora presidente della Fondazione Lanfranco Gualtieri.

Tra i soci fondatori della Italian Byron Society figurano Donatino Domini e Claudia Giuliani, già direttori della Biblioteca Classense e componenti del comitato Scientifico di istituzione del Museo Byron e Mirella Falconi Mazzotti, presidente della Fondazione Flaminia e docente universitario.

«Eleggere Ravenna a sede della Italian Byron Society non rappresenta soltanto un’importante promozione istituzionale e culturale – spiega il presidente Alfieri – significa fare della nostra città la sede permanente di laboratori, conferenze, convegni, eventi e dibattiti per approfondire con continuità momenti ed aspetti della vita e delle opere di Byron».

La decisione di fondare una Italian Byron Society risale al 2018, in occasione del convegno annuale dell’International Association of Byron Societies, che si tenne proprio a Ravenna. In quell’evento, a cui parteciparono studiosi e appassionati del poeta da tutto il mondo, la decisione fu praticamente unanime.

«Quello tra Ravenna e Byron – si legge in una nota della Fondazione – fu un connubio speciale, all’insegna del “fatal dono della bellezza” italiana, a cui oggi la Byron Society e la sua neonata sede italiana assicurano nuova visibilità in un contesto culturale, letterario e turistico di risonanza mondiale».

La “musica senza barriere” nelle case di riposo per anziani della Bassa Romagna

Festa Bedeschi Orchestra Cherubini 6

La casa residenza anziani “F.lli Bedeschi” di Bagnacavallo ha celebrato la propria festa annuale giovedì 16 maggio in una maniera del tutto particolare e suggestiva. Per la rassegna “La musica senza barriere”, infatti, la formazione da camera dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, il Quartetto Amouage, ha portato nella casa protetta la musica per archi di Claude Debussy. Del quartetto facevano parte i violini Sofia Cipriani e Valerio Quaranta, la viola Davide Mosca e il violoncello Matteo Bodini.

“La musica senza barriere” verrà ospitata nei prossimi mesi anche in altre case protette gestite dall’Asp dei Comuni della Bassa Romagna.

Spara a un ragazzo che gli doveva dei soldi: arrestato uno spacciatore di 36 anni

L’agguato in strada a Bagnacavallo lo scorso novembre. Ora sono scattate le manette per il presunto responsabile

Carabinieri Lugo droga pistola

Un 36enne è stato arrestato dai carabinieri di Lugo, ritenuto il responsabile di un agguato ai danni di un giovane avvenuto a Bagnacavallo lo scorso novembre. La vittima, un 21enne, era stata avvicinata da una persona nei pressi della biblioteca e ferita al bacino da un colpo d’arma da fuoco (su tre in totale fatti esplodere). Il ragazzo era riuscito a tornare sanguinante a casa, dove i famigliari hanno chiamato i sanitari, il cui intervento ha fatto partire l’indagine.

Carabinieri Lugo arresto pistola

Su indicazione del magistrato, i carabinieri hanno dato il via alle indagini, che si sono concentrate (grazie alla visione delle immagini di videosorveglianza e all’analisi dello smartphone della vittima dell’agguato) nel mondo dello spaccio, per quello che è stato considerato come una sorta di regolamento di conti. In particolare, è stato accertato dai carabinieri che il giovane non aveva saldato un debito di droga nei confronti dell’uomo (un 36enne di origini albanesi) poi arrestato.

L’uomo è stato fermato ieri (24 maggio) dai carabinieri mentre si trovava in auto. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare, i militari hanno trovato e sequestrato una pistola automatica con 7 proiettili (illegalmente detenuta dal 36enne), 850 grammi di cocaina e circa mezzo chilo di marijuana; droga che sul mercato dello spaccio avrebbe fruttato almeno 60-70mila euro.

“Festa del diritto al gioco” a Ravenna tra laboratori espressivi e manipolativi

Il 26 maggio attività gratuite per bambini nel parco Mani Fiorite e al centro Quake

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Bambini e ragazzi al centro Quake in una foto di diversi anni fa

Domenica 26 maggio a partire dalle 15.30 a Ravenna il parco Mani Fiorite (via Nicolodi/via Eraclea) e il vicino centro Quake ospiteranno la Festa del diritto al gioco.

Nell’area verde saranno presenti materiali ludici per le attività di gioco, nonché postazioni per laboratori espressivi e manipolativi, per attivare il gioco libero e creativo.

Tra le varie attività e laboratori in programma: “Conchigliamo”, “Danze, giochi cantati e musica d’insieme”, “Bigliamo”, “Le lavagne di sabbia“, attività ludico sensoriali e tiro a canestro, tavolo del baratto e piantumazione di alcune piante.

Tutte le attività sono gratuite.

In collegamento ai contenuti della Festa, il 29 maggio dalle 17 si svolgerà un’animazione pubblica in piazza Medaglie D’Oro e alle 20.30 alla vicina Casa delle Culture la tavola rotonda “La piazza Medaglie d’Oro: tra memoria e desiderio”, per immaginare una piazza diversa, inclusiva, eco sostenibile.

Salgado al Mar, la fotografia di un mondo senza salvezza

Le immagini del brasiliano (a Ravenna fino al 2 giugno), più significative di tanti giri di parole

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Esodo è il titolo del secondo libro della Bibbia in cui si narra l’esilio e la schiavitù degli Ebrei in Egitto, la loro liberazione grazie al patriarca Mosè e il soggiorno nel deserto del Sinai. Il processo di oppressione e attivazione di libertà descrive un percorso di salvezza nel contesto di una visione teleologica che mantiene sull’orizzonte la volontà divina. Ma le immagini di Exodus realizzate fra il 1993 e il 1999 dal brasiliano Sebastião Salgado (1944) – fotografo e fotoreporter fra i più importanti del globo – restituiscono la durezza di un mondo senza salvezza e sempre uguale nel male.

A distanza di 25 anni dal termine di questa impresa – che documenta nel corso di sei anni la storia delle migrazioni umane attraverso 35 paesi – i temi della povertà, della violenza e della speranza sono oggi ancora gli stessi, anche se quei mondi e quelle vite immortalati non ci sono più. I conflitti si sono spostati, alcuni paesi non esistono più, nuovi muri divisori sono stati innalzati: le immagini di Salgado descrivono realtà superate ma le tragedie di milioni di esseri umani sono sempre le medesime. Il tempo passa, i luoghi sono altri, ma nulla di nuovo sta sotto il sole.

La mostra di Salgado – aperta al Mar a distanza di sei anni da un’altra del fotografo dal titolo Genesi, realizzata negli spazi di San Giacomo a Forlì – viene promossa da due assessorati, alla Cultura e all’Immigrazione, del Comune di Ravenna, collegandosi ad alcuni contesti ed eventi particolari. L’inaugurazione della mostra è caduta appositamente il 21 marzo, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale proclamata dall’Onu. Se quel giorno è stato scelto per ricordare la strage di una settantina di dimostranti sudafricani di colore compiuta nel 1960, la celebrazione rammenta anche che l’umanità è ancora molto lontana dall’accettare i propri simili: non solo per un apartheid che in Sudafrica è ufficialmente finito ma ufficiosamente continua nei rivoli di diseguaglianze conclamate fra bianchi e neri o enclavi di pura razza afrikaner, ma per l’esistenza di leggi che escludono altri gruppi sociali – come ad esempio donne, bambine, intere etnie – in numerose parti del mondo.

La mostra – da considerarsi parte integrante dell’annuale Festival delle Culture – trova motivo anche nel costituirsi come supporto teorico-visivo alla pratica politica di accoglienza che Ravenna ha scelto da tempo di attivare: a oggi, maggio 2024, sono undici gli sbarchi di migranti giunti al porto per un totale di più di 1.100 persone salvate. Per comprendere le ragioni di questa scelta umanitaria – per quanto costretta, giusta e necessaria – più che tanti giri di parole possono dire meglio le immagini di Salgado.

Articolata in quattro sezioni e conclusa con una serie di ritratti di bambini, la mostra – a cura di Lélia Wanick Salgado, collaboratrice e moglie del fotografo – si presta a una strategia educativa: Amnesty International Italia attiverà laboratori didattici con l’obiettivo di dare le conoscenze di base sul tema dei diritti umani, in modo da poter leggere in modo autonomo e critico quanto accade anche in altri contesti.

Altrettanto importante è la contestualizzazione delle immagini di Salgado che parlano di una storia contemporanea in forte e drammatica evoluzione. Nella prima sezione – Migranti e profughi, l’istinto di sopravvivenza – alcune foto raccontano dei tentativi di migrazione fra Messico e Stati Uniti, oggi superati – ma non bloccati – dalla costruzione del così detto muro di Tijuana, la cui realizzazione, iniziata nel 1993, non si è ancora fermata. Inarrestabile anche il numero dei morti che tentano comunque di superare il confine nei punti scoperti dal muro, interrotto solo nelle porzioni di deserto sul confine.

Un’immagine spaventosa di bambini su un camion, stivati come polli in gabbie, narra del campo profughi di Whitehead a Hong Kong, aperto per raccogliere profughi in fuga dal Vietnam. Ancora la storia sopravanza le immagini: il campo è stato chiuso nel 1997 grazie a una risoluzione dell’Onu dopo varie rivolte e un uso abnorme di violenza da parte della polizia, ma quello che rimane è la considerazione dell’esistenza oggi di migliaia di altri centri di detenzione – così come in alcuni luoghi vengono chiamati con una sincerità brutale – sempre in funzione e con uguali condizioni di disumanità.

Dopo gli scatti della prima sezione – che narrano di guerre terminate, come quella della ex Jugoslavia o del Kosovo, ma di violenze perenni, come ai danni della popolazione curda – si aprono le sezioni con focus su Africa, America latina e Asia. I racconti di fatiche millenarie come la ricerca di acqua (Sudan 1995) o la coltivazione della terra dopo il ritorno a casa da esili coatti (Mozambico 1994) si alternano a immagini drammatiche di profughi ruandesi di origine hutu in fuga dai ribelli dello Zaire (1997) o i cadaveri di centinaia di tutsi abbandonati per un anno in un villaggio in Ruanda (1994). Per molti si tratta di nomi irriconoscibili, di etnie strane, sconosciute, di luoghi esotici che rimandano genericamente solo a villaggi vacanze, sole e palme. Ma il bianco e nero inflessibile di Salgado non lascia scampo a descrivere un inferno sempre attivo e affamato di innocenti.

Sebastião Salgado Exodus – Umanità in cammino
Mar Ravenna – fino a 2 giugno;
orari: ma-sa 9-18; do e festivi 10-19;
ingresso a pagamento, info: mar.ra.it.

Il prof di Intelligenza artificiale: «Le macchine sono pensanti: momento storico»

Nello Cristianini insegna all’Università di Bath e il 26 maggio presenta a Lugo il suo ultimo libro sull’incontro «tra noi e le nostre creature»

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L’intelligenza artificiale sarà il tema del dialogo tra Matteo Cavezzali e Nello Cristianini, domenica 26 maggio alle 21 al Pavaglione di Lugo, nell’ambito di Scrittura Festival.

Cristianini è professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath, nel Regno Unito, oltre che autore di due libri divulgativi sul tema, entrambi editi da Il Mulino. Il primo si intitola La scorciatoia: come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano, l’ultimo – appena uscito – Machina Sapiens: l’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, fornirà lo spunto per l’incontro.

Cosa insegna un professore di Intelligenza artificiale? Che cos’è l’intelligenza artificiale?
«È la scienza, e l’arte, di costruire meccanismi intelligenti, ovvero agenti autonomi in grado di prendere decisioni e di imparare da soli. Li troviamo dappertutto, da YouTube a TikTok, e anche in Gpt».

Quindi le macchine possono pensare?
«Alan Turing, il fondatore dell’informatica, proponeva di considerare pensanti quelle macchine che fossero in grado di conversare con noi su qualunque argomento senza essere smascherate. Se usiamo il suo criterio, le nuove versioni di ChatGpt probabilmente passano il test, e questo rappresenta un momento storico».

Qual è l’idea centrale del libro che presenterà a Lugo?
«Il Test di Turing – l’idea appunto di poter conversare con una macchina – è stato per decenni il Sacro Graal dell’informatica e lo scorso anno lo abbiamo superato. Questo libro è un racconto, la storia di come abbiamo risolto in pochi anni un problema che ci resisteva da decenni, e di quello che poi è successo nell’incontro tra noi e le nostre creature».

Perché c’é così tanta attenzione politica e mediatica sull’intelligenza artificiale?
«L’ultima versione, Gpt-4o, è in grado di vedere e descrivere a voce quello che vede. Anche le versioni più vecchie erano in grado di passare esami universitari e programmare i computer. Le abilità che stanno emergendo nei nuovi modelli di linguaggio sono certamente utili, ma sono anche poco comprese: mentre insegnavamo alla macchina solamente a predire le parole mancanti, questa è diventata capace di “comprendere” intere frasi, e se spingiamo questo all’estremo, vediamo emergere altre capacità. Non sappiamo cos’altro potrà emergere mentre continuiamo la corsa verso la creazione di modelli sempre più grandi».

La politica, i Governi, dovrebbero regolamentare il settore? Come?
«La nuova legge europea, AI Act, stabilisce dei principi fondamentali. L’idea fondamentale è che diverse applicazioni della stessa tecnologia hanno bisogno di livelli di precauzione diverso: quando deleghiamo alla macchina decisioni che possono cambiare la vita di qualcuno, per esempio offerte di lavoro o concessioni di mutuo, allora si deve essere certi che nessuno sia discriminato. Ci sono altri principi, come la protezione dei dati personali, e dell’autonomia decisionale degli utenti. Siamo agli inizi, ma almeno è una partenza».

Quanto l’hanno sorpresa i suoi studi sull’argomento?
«Lavoro su questo tema da quasi 30 anni, sono professore di AI da 18 anni, e il mondo è davvero cambiato. Mentre prima comprendevamo bene i meccanismi che avevamo creato – per esempio – per tradurre, o per giocare a scacchi, da qualche anno siamo sorpresi da quello che le macchine possono fare. Insomma, anche se le costruiamo noi, poi queste imparano cose nuove. Diceva Turing “non c’e’ bisogno di capire come funziona un seme per farlo germogliare”».

C’è un prima e un dopo, sull’introduzione dell’Ia nel grande pubblico? Penso agli smartphone, ad Alexa…
«Ci sono stati molti momenti, ma penso che la creazione del Web, decenni fa, abbia messo le basi per una rivoluzione che è ancora in corso, solo che all’epoca non si era capito. Allo stesso modo, quello che vediamo oggi con Gpt è la base di qualcosa che ancora non riusciamo a immaginare bene, ma è certo un grande cambiamento».

In quali settori l’intelligenza artificiale si sta rivelando e potrà rivelarsi in futuro maggiormente utile?
«Probabilmente i primi lavori a essere automatizzati saranno quelli dei call center, le ultime versioni di Gpt parlano e capiscono il parlato, possono guardare e comprendere le immagini. Possiamo già immaginare, per esempio, di fare una video-chiamata con un servizio assistenza, mostrando la foto di un oggetto e chiedendo istruzioni per l’uso. Poi nel tempo mi aspetto che inizierà a essere usato in campi sempre più diversi».

E invece alcuni esempi di fallimenti?
«Non è un vero fallimento, ma è bello ricordarsi che oggi le macchine possono dimostrare teoremi, fare diagnosi e vincere a scacchi. Ma non possono ancora rigovernare le camere degli hotel. Questo ci dovrebbe far pensare».

Ce ne sono altri, di settori, in cui sono a rischio posti di lavoro “umano”?
«Certo: le traduzioni automatiche sono ormai di ottima qualità, così come la trascrizione del parlato, quindi è possibile prendere automaticamente gli appunti di un incontro di lavoro e anche farne un riassunto di buona qualità».

Ci sono anche nuovi lavori all’orizzonte, però…
«Ci sarà un intero settore volto a regolamentare e monitorare queste macchine, come si fa oggi con altre industrie».

Qual è il limite che non bisognerebbe superare?
«Nella fretta di delegare loro compiti sempre più importanti, non dovremmo mai dimenticare le persone che si troveranno di fronte alle macchine in momenti importanti della vita, come i colloqui di lavoro o gli esami scolastici. Credo che certe decisioni vadano lasciate agli esseri umani, almeno per ora, nell’interesse della dignità di tutti».

Di cosa dobbiamo avere paura?
«La peggiore paura è quella dell’ignoto. La cura è la conoscenza. Dobbiamo informarci, capire, per poter decidere e difenderci. Possiamo e dobbiamo capire questa tecnologia, e regolamentarla, senza ansia».

I social di Nello Cristianini:
https://www.facebook.com/nello.cristianini.libri
https://www.instagram.com/nello.cristianini.libri

Sbanda e “vola” con l’auto sui binari della ferrovia: grave una trentenne

La donna è ricoverata al Bufalini dopo lo schianto su via Baiona

Una 30enne è finita in gravi condizioni al Bufalini di Cesena dopo essere uscita di strada lungo la Baiona, nella zona industriale di Ravenna.

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 24 maggio. La donna, stando alle prime informazioni, ha perso il controllo dell’auto – una Fiat Punto – finendo sui binari della linea ferroviaria che corre parallela alla strada.

Non risultano altri veicoli coinvolti.

Molto violento l’impatto, con la 30enne (rimasta cosciente) che è stata trasportata d’urgenza in elicottero al Bufalini.

Le foto sono di Massimo Argnani

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