sabato
26 Luglio 2025

La polizia locale ha spiegato i rischi dei telefonini a 35 classi delle scuole medie

Incontri di 90 minuti per spiegare come utilizzare le nuove tecnologie e come riconoscere gli abusi

TelAnche quest’anno la polizia locale dell’Unione della Romagna Faentina ha organizzato una serie di incontri con gli studenti delle scuole medie per illustrare i pericoli dall’uso distorto delle nuove tecnologie digitali che spesso si configurano come reati. Il progetto ha visto 19 interventi sul bullismo e cyberbullismo che hanno interessato 35 classi tra prime, seconde e terze medie delle scuole Bendandi, Cova Lanzoni, Europa, Carchidio-Strocchi e Pascoli di Castel Bolognese e Riolo Terme.

Gli smartphone possono infatti diventare, anche inconsapevolmente, molto pericolosi. «Durante i nostri incontri – spiegano dal comando di via Baliatico – cerchiamo di far capire agli studenti quali reati si celano dietro l’uso distorto delle tecnologie digitali. Inoltre, gli incontri con i ragazzi e con i loro insegnanti ci portano ad aprire un canale informativo e comunicativo con la possibilità di raccogliere lamentele e segnalazioni di comportamenti che poi di volta in volta valutiamo e approfondiamo nel caso possano prefigurare atti contrari alla legge».

L’assessore alla Sicurezza, Massimo Bosi, considera la scuola una ottima e importante interfaccia con le istituzioni su bullismo e cyberbullismo: «Il nostro compito consiste nell’informarli, aiutarli e indurli a segnalare, senza alcun timore, se sono vittime di atteggiamenti sbagliati che possono configurare veri e propri reati. Nel corso degli incon-tri gli operatori della polizia locale portano gli studenti a far capire quando alcuni comportamenti, spesso identificati come scherzi, possano invece essere dei reati».

Una nave con 336 migranti in arrivo alla banchina di un’azienda chimica

Settimo sbarco di migranti a Ravenna in un anno (398 persone arrivate finora): la Geo Barents di Medici senza frontiere è attesa il 2 gennaio alla banchina dell’azienda Fosfitalia

Una foto pubblicata da Medici senza frontiere sul social XUna nave con a bordo 336 naufraghi soccorsi nel mare Mediterraneo centrale sta facendo rotta verso Ravenna che è stata assegnata dalle autorità italiane come porto sicuro per lo sbarco. L’arrivo è previsto per le 15 del 2 gennaio. Sarà il settimo sbarco in un anno (il primo fu il 31 dicembre 2022): finora sono state 398 le persone scese a terra a Ravenna.

L’approdo è previsto alla banchina della Fosfitalia, azienda chimica di via Baiona. I 336 migranti saranno poi condotti in pullman al Pala De André dove si svolgeranno tutti gli adempimenti sanitari e di polizia. Qualora l’arrivo dovesse essere posticipato al 3 gennaio allora per attracco e procedure burocratiche verrà utilizzato il terminal crociere di Porto Corsini che invece è impegnato il 2 e 4 gennaio con una nave da crociera. Domani, 30 dicembre, verranno svolti i sopralluoghi sulla banchina di via Baiona e al Pala De André per tutti gli aspetti organizzativi e logistici.

Secondo le informazioni divulgate dalla prefettura di Ravenna, i migranti sono stati soccorsi in tre distinte operazioni di salvataggio e provengono dai seguenti Paesi: Pakistan, Siria, Nord Sudan, Eritrea, Egitto, Nigeria, Palestina, Sud Sudan, Sri Lanka, Yemen, Bangladesh, India, Senegal. Si tratta di 299 uomini adulti, tre donne adulte e 34 minorenni di cui 27 non accompagnati. Verranno ripartiti secondo un piano elaborato dal ministero dell’Interno a livello nazionale e regionale: in Emilia-Romagna ne resteranno 112 che saranno poi suddivisi tra le varie province.

La nave attesa per primi primi giorni del 2024 è la Geo Barents della ong “Medici senza frontiere”, la stessa arrivata a Ravenna in occasione dell’ultimo sbarco il 22 novembre scorso (in quel caso l’attracco avvenne a Marina di Ravenna in zona Fabbrica Vecchia).

Il Comune di Ravenna proroga di un anno le 200 concessioni per definire le aste

In mancanza dei decreti legislativi del Governo e con il timore di non completare le procedure entro l’estate, gli uffici comunali di Ravenna spostano al 31 dicembre 2024 le scadenze

Pexels Rachel Claire 4846172Per le oltre duecento concessioni demaniali balneari sulla costa del comune di Ravenna non ci saranno aste nel 2024. Il Comune, con una delibera della giunta nella riunione del 28 dicembre, ha deciso infatti di prorogare di dodici mesi la scadenza fissata al 31 dicembre 2023.

«Ciò si rende necessario per diversi motivi – scrive il Comune in una nota alla stampa –, tra i quali il fatto che non sono ancora stati adottati da parte del Governo i decreti legislativi sull’affidamento delle concessioni sulla base di procedure selettive; inoltre l’elevato numero degli stabilimenti balneari che saranno oggetto di gara non consentirebbe l’esperimento e la conclusione delle procedure entro la prossima stagione balneare e nel bilanciamento degli interessi è stato tenuto anche conto del preminente interesse pubblico ad un regolare svolgimento dell’attività di ricezione turistica e alla fornitura di servizi di qualità all’utenza».

La delibera di giunta inoltre dà disposizione al dirigente del servizio Sportello unico attività produttive di avviare il relativo iter amministrativo, in particolare predisponendo un programma di azioni che dovranno essere svolte per l’organizzazione delle attività facenti capo all’ufficio Demanio stesso e per la preparazione degli atti propedeutici all’attuazione delle procedure di evidenza pubblica.

L’autopsia sull’allenatrice di pallavolo esclude l’omicidio, scagionato il marito

Morte naturale per la 61enne Paola Bolognesi: problemi di cuore, sommati ad altre patologie scoperte durante l’esame autoptico. Dissequestrati la casa, le auto e i telefonini. Si attende il nulla osta per il funerale

Paola BolognesiL’autopsia sul corpo della 61enne Paola Bolognesi di Bagnacavallo, l’allenatrice di pallavolo trovata morta nel suo letto la mattina del 24 dicembre, ha escluso l’omicidio come causa del decesso. Di conseguenza cadono le accuse mosse dalla procura di Ravenna nei confronti del marito, un 55enne cubano, cuoco stagionale in riviera, che era stato indagato a piede libero. Lo riportano i due quotidiani locali, Resto del Carlino e Corriere Romagna, in edicola oggi.

Sono stati dissequestrati l’abitazione della coppia, dove vive anche l’anziano padre della donna, le automobili dei coniugi e i rispettivi telefonini. Ora si attende il nulla osta della procura per celebrare il funerale che era in programma il 27 dicembre ma bloccato dalla magistratura.

La medica legale, Silvia Bavaresco, ha chiesto 60 giorni di tempo per depositare la relazione completa dell’autopsia ma ha dato già un primo responso: morte naturale per arresto cardiaco provocato da precedenti problemi di cuore, sommati ad altre patologie scoperte proprio durante l’esame.

Ad alimentare i sospetti dei magistrati erano state le condizioni in cui era stato rinvenuto il cadavere: vestita, coperta sotto il piumone, con segni di presunte ecchimosi all’altezza del volto e tracce di sangue in bocca. Aspetti che sommati ad alcune indiscrezioni sulla vita di coppia vissuta nell’ultimo periodo dalla donna, avevano portato come atto dovuto ad aprire un fascicolo per omicidio.

Donna trovata morta in casa dal marito a Mezzano, disposta l’autopsia

Il ritrovamento, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre, sulle scale di ingresso

Ambulanza

Una donna di 65 anni è stata ritrovata senza vita la notte scorsa nella sua abitazione di Torri di Mezzano. A dare l’allarme è stato il marito che l’avrebbe trovata sulle scale d’ingresso alla sua abitazione priva di coscienza. La notizia è riportata da il Corriere Romagna online nel pomeriggio del 28 dicembre.

Il personale medico del 118 arrivato sul posto ne ha poi constatato il decesso. Stando a una prima ispezione  eseguita dal medico legale, la donna era deceduta da circa 20 ore. La presenza di alcuni segni sul collo ha spinto la procura a eseguire un’autopsia, ma quei segni potrebbero anche essere compatibili con un fisiologico decorso post mortem. Il fascicolo aperto in procura è stato aperto contro ignoti, al momento non ci sono indagati.

2023 anno terribile per l’Emilia-Romagna, Ravenna la provincia più colpita

19 eventi estremi in provincia di Ravenna negli scorsi 12 mesi

Piazza Garibaldi a LugoIl 2023 è stato un anno da bollino rosso per il clima, segnato da un trend in continua crescita degli eventi meteorologici estremi.

A fare il bilancio di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato insieme a Unipol, che traccia un quadro complessivo di quanto accaduto in Italia in un 2023 in cui la crisi climatica ha accelerato il passo.

Tra i casi più drammatici le due alluvioni che hanno sconvolto l’Emilia-Romagna: il 2 e 3 maggio la prima e tra il 15 e il 17 maggio la seconda, più grave e che ha coinvolto 44 comuni, principalmente nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna, con danni per oltre 8,8 miliardi di euro. Le forti piogge hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua e si sono verificate oltre 280 frane in 48 comuni. Numerose le strade e ferrovie chiuse e danneggiate. Sono caduti più di 300 mm di piogge in due giorni. Il bilancio ufficiale è di 15 vittime, oltre alle 3 vittime dell’ondata di inizio maggio che aveva già compromesso abitazioni, viabilità e agricoltura.

Ma il 2023 diventerà, con molta probabilità, anche un nuovo anno record per le temperature medie: in Emilia-Romagna la temperatura media da inizio anno è già superiore di 1, 18°C rispetto al periodo 1991-2020. Durante il mese di agosto il valore medio regionale delle temperature massime è stato superiore a 30 °C per 17 giorni consecutivi, con picchi oltre i 36 °C; le temperature medie regionali di ottobre (17,4 °C) risultano complessivamente superiori al clima 1991-2020 di +3,8 °C rendendo ottobre 2023 il più caldo dal 1961. Al 23 dicembre in regione la temperatura media era di 13,6°C superiore di ben 4 gradi rispetto alla temperatura massima più alta mai registrata, nel 2019, che era di 9,8°C, con assenza di precipitazioni nevose sugli Appennini.

In merito al numero di eventi estremi, nel 2023 la provincia di Ravenna è al primo posto con 19, seguita da Bologna con 10, poi da Forlì-Cesena con 9.

Danni economici

L’altra faccia del cambiamento climatico in corso sono i danni economici. Le due alluvioni in Emilia-Romagna hanno una stima di danni pari a 8,5 miliardi di euro così divisi: 3,8 miliardi per il patrimonio pubblico come strade, scuole, canali; 2,2 miliardi per i danni alle abitazioni; 1,8 miliardi per i danni alle attività produttive a cui vanno aggiunti 682 milioni già spesi per fronteggiare l’emergenza e per la messa in sicurezza del territorio, di cui 412 anticipati da Comuni, Province, Regioni e consorzi di bonifica.

Altri 3 milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione per i danni del tornado che ha colpito la Romagna in Luglio, con venti oltre i 300 km/h che hanno scoperchiato case e aziende, divelto frutteti, piegati tralicci pensati per resistere a venti di 250 km/h.

Ma non solo: la Regione ha stanziato 4 milioni e 67 mila euro per gli impianti di risalita e altre imprese del turismo come ristoro per i mancati introiti del 2022 dovuti all’assenza di neve; cosa che probabilmente verrà a ripetersi per questa annualità vista la totale mancanza di neve naturale in tutto l’Appennino.

“I dati dell’Osservatorio dimostrano la necessità di procedere rapidamente alla messa in sicurezza dei nostri territori di fronte all’intensificarsi delle conseguenze del cambiamento climatico” dichiara Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. “Promuovere l’adattamento delle nostre comunità al clima che muta non deve però farci dimenticare l’altra urgenza: quella della mitigazione, ovvero l’adozione di politiche efficaci per ridurre rapidamente le emissioni climalteranti ed evitare che il cambiamento climatico si aggravi ulteriormente. Mitigazione e adattamento devono procedere di pari passo, per evitare che la messa in sicurezza del territorio oggi sia incapace di proteggere le future generazioni da fenomeni estremi peggiori di quelli che stiamo vivendo.”

Sequestrati in provincia dieci cani da caccia denutriti

Il detentore è stato denunciato per maltrattamento di animali, i cani, perlopiù giovani pointer, sono stati sequestrati sono stati affidati in custodia giudiziaria al canile di Ravenna e di Cervia

IMMAGINE PER SITI

L’intervento è stato condotto dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) in collaborazione con il Nucleo dei Carabinieri forestali di Ravenna e con il Servizio veterinario dell’Usl di Ravenna

Le guardie zoofile si sono attivate a seguito di una segnalazione che mostrava anche la presenza di un cane morto la cui carcassa era stata lasciata lì, nella gabbia, in mezzo agli altri cani.

«Gli animali, gravemente denutriti, versavano in uno stato pietoso essendo costretti a vivere in un contesto di forte degrado», racconta la coordinatrice delle guardie zoofile Oipa di Ravenna e provinciaBarbara Rinaldi. «Nei recinti erano state sistemate cucce fatiscenti inidonee a offrire un adeguato riparo, mentre gli spazi antistanti erano pieni delle deiezioni dei poveri animali. Insomma, un contesto inaccettabile dal punto di vista igienico-sanitario e molto mortificante per i quattrozampe».

I cani, terminato l’iter processuale, potranno essere adottati da chi saprà far loro dimenticare il loro triste passato.

L’Oipa invita a non ignorare casi di degrado e maltrattamento di cui si sia a conoscenza e di rivolgersi sempre alle sue guardie zoofile che, nel pieno rispetto della privacy, possono intervenire per tutelare gli animali.

Per ulteriori informazioni e per segnalare situazioni sospette o di maltrattamento a Ravenna e provinciascrivere un’email a guardieravenna@oipa.org o andare al sito https://www.guardiezoofile.info/ravenna e compilare il modulo di segnalazione online.

Attività della Prefettura, ecco il bilancio di fine 2023

Castrese De Rosa: «È stato un anno complicato». Aumentano i furti ma meno reati complessivi. Ritirate 1.078 patenti

PXL 20231228 100644721.MP~2Si è svolta nella mattinata di giovedì 28 dicembre la Conferenza Stampa di fine anno per un bilancio dell’attività svolta nel corso del 2023 dalla Prefettura e dalle forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e Guardia Costiera/Capitaneria di Porto. Alla conferenza hanno partecipato, oltre al prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, i vertici delle forze di Polizia, del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e della Capitaneria di Porto.

Un anno segnato dai tragici eventi alluvionali del maggio scorso e dal terribile fortunale del mese di luglio. «È stato un 2023 complicato – ha dichiarato il Prefetto di Ravenna – tutta la provincia è stata devastata da ben due alluvioni che hanno messo in ginocchio famiglie e imprese. Ma ancora una volta i cittadini ravennati hanno dimostrato grande capacità di reazione ed esaltato un sistema diffuso di solidarietà. Il forte spirito di coesione tra tutte le Istituzioni e il mondo associativo e produttivo è stato decisivo per superare i momenti più difficili. Ci auguriamo che il 2024 sia l’anno della svolta, che possa segnare la ripresa dei settori più colpiti dall’emergenza alluvionale».

Il Prefetto ha ricordato l’attività svolta sul fronte dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica con ben 44 riunioni svolte nel corso dell’anno tra Comitato Provinciale e Riunioni Tecniche di Coordinamento, dove sono state affrontate tante problematiche che impattano sulla vita dei cittadini (criminalità comune, degrado urbano, malamovida, spaccio di sostanze stupefacenti, reati predatori). Proprio sul fronte della criminalità predatoria saranno concentrati nelle prossime settimane le attività del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che ha fatto registrare nel secondo semestre 2023 una ripresa dei furti (+ 3,4%), in particolare di quelli in abitazione, dopo il positivo andamento registrato nel primo semestre, anche se complessivamente il 2023 si chiude con una diminuzione dei reati in generale (-3.3%) e delle rapine (-20.7%); molto rassicurante invece la situazione a Cervia dove si è registrato un -36% di furti in abitazione rispetto al 2022.

«Chiederò uno sforzo ulteriore su questo fronte alle forze di Polizia – ha affermato il prefetto De Rosa – alle quali va comunque il mio ringraziamento per gli importanti risultati ottenuti in questo anno, con tante operazioni e arresti di delinquenti e pregiudicati. Non dimentichiamoci la conformazione di questo territorio, che vede Ravenna seconda solo a Roma per estensione, e con autori di questi reati che spesso provengono da altri territori limitrofi».

Sul fronte antimafia il Gruppo Interforze della Prefettura ha svolto 147 istruttorie e alcune situazioni sono “attenzionate” e potrebbero portare a sviluppi sul fronte delle interdittive antimafia. Sono state rilasciate complessivamente 2270 comunicazioni e 3360 informazioni antimafia, 63 le richieste di iscrizioni nella White List Provinciale e 300 le richieste di rinnovo. Sottoscritti nel corso dell’anno Protocolli e Accordi: “Mille occhi sulle città”, con gli Istituti di Vigilanza, Enti Locali e Forze dell’Ordine; “Contrasto delle truffe agli anziani” con il Comune di Ravenna (18.500 euro); “Sicurezza nelle discoteche”, con Associazioni di Categoria, Sindaci e Forze dell’Ordine; “Sicurezza nei Pronto Soccorso” con l’Ausl Romagna e Forze dell’Ordine; “Contro la Violenza di genere”, con l’Istituzione di due Tavoli in Prefettura e Procura e la costituzione di un Gruppo di Lavoro formato da esperti del fenomeno. In tema di Protezione Civile aggiornati o predisposti molti Piani importanti: Ricerca delle Persone Scomparse; Difesa Civile; Gestione emergenza radiologica e nucleari; Siti di stoccaggio e trattamento rifiuti; Viabilità per rischio neve. Complessivamente sono state coordinate 107 operazioni di disinnesco di ordigni residuati bellici inesplosi per 260 ordigni di cui 3 bombe di aereo.

Sul fronte immigrazione sono stati accolti nei Centri di Accoglienza Straordinaria gestiti dalla Prefettura 2670 cittadini stranieri e di questi oggi risultano presenti 1366, di cui 1142 richiedenti asilo e 224 profughi ucraini. Sono 92 i CAS in Provincia, gestiti da 11 enti che operano in convenzione con la Prefettura. Sono stati 6 gli sbarchi da navi ONG giunte nel Porto di Ravenna e a giorni potrebbe essercene un settimo della Nave “Geo Barens”.

Infine in tema di violazione del Codice della Strada sono state ritirate complessivamente 1078 patenti: 702 per guida in stato di ebrezza, 21 per uso di stupefacenti, 16 per eccesso di velocità e 339 per altre violazioni (divieto di sorpasso, circolazione contromano e uso del cellulare durante la guida).

A margine della conferenza sono stati sottoscritti con i sindaci di Alfonsine Riccardo Graziani e Massa Lombarda Daniele Bassi due Protocolli d’Intesa per “Scuole Sicure” 2023/2024, che prevedono contributi del Ministero dell’Interno per circa 25 mila euro complessivi da utilizzare per iniziative di prevenzione e contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli Istituti Scolastici.

Babbo Natale consegna ai piccoli pazienti di Pediatria i panettoncini di Advs

Nella mattina di giovedì 28 dicembre un Babbo Natale d’eccezione ha consegnato tanti mini-panettoni ai piccoli pazienti della U.O. di Pediatria dell’Ospedale Santa Maria delle Croci

ADVS Consegna Panettoni PediatriaL’iniziativa è stata promossa ancora una volta da ADVS Fidas Ravenna, l’Associazione di donatori di sangue dell’ospedale, che ormai ha fatto di questo appuntamento una vera e propria tradizione natalizia. Babbo Natale, un membro del Consiglio Direttivo di Advs, è stato accompagnato dalla presidente di Advs Monica Dragoni, dal dr. Federico Marchetti, dirigente della U.O. Pediatria, e dallo staff sanitario.

Il momento di distrazione e spensieratezza è stato accolto con entusiasmo da tutti i bimbi presenti, sia nel pronto soccorso pediatrico, che nel reparto di degenza. Anche in situazioni così delicate come quelle che si possono attraversare in ospedale, i più piccoli non mancano di insegnarci quanto basti poco per essere felici. E naturalmente c’è stato chi ha voluto fotografarsi insieme a Babbo Natale.

Abbandono rifiuti, inasprimento delle sanzioni

Nel 2023 effettuati circa 200 verbali anche grazie ai sei dispositivi mobili di video-sorveglianza introdotti negli anni scorsi

CS 299 Abbandono RifiutiDa tempo il Comune di Russi ha messo in atto azioni volte a contrastare il fenomeno dell’abbandono de rifiuti, purtroppo ancora presente sul territorio. L’introduzione di sei dispositivi mobili di video-sorveglianza, avvenuta nel 2020, ha permesso di migliorare l’attività di individuazione degli autori degli abbandoni illegali di rifiuti. Nel corso del 2023 la Polizia Locale di Russi ha emesso 200 verbali, a fronte dei 90 dell’anno precedente.

Si ricorda inoltre che dallo scorso 10 ottobre, a seguito della modifica del Testo Unico Ambientale, anche l’abbandono di rifiuti, non urbani o pericolosi, da parte di una persona fisica, è diventato un reato. Ciò significa che chi deposita in maniera incontrollata rifiuti sul suolo è soggetto a una denuncia punita con un’ammenda da 1.000 a 10.000 euro (in precedenza la sanzione amministrativa andava da 300 a 3.000 euro), che può arrivare fino a 20.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi.

«In questi anni i sistemi di video-sorveglianza – afferma l’assessore all’Ambiente Alessandro Donati – hanno avuto un ruolo fondamentale per il contrasto all’abbandono dei rifiuti. Questi dispositivi hanno infatti il vantaggio di poter essere facilmente installati e spostati, senza così dare punti di riferimento a chi compie un atto incivile come quello di abbandonare rifiuti nell’ambiente».

Rimane fondamentale la collaborazione dei cittadini: chi fosse a conoscenza di irregolarità, è invitato a segnalarle attraverso il portale www.comune.russi.ra.it, sezione «Segnalazioni», sottosezione «Segnalazioni ufficio ambiente».

Si completa il collegamento ciclopedonale tra Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero

Investimento da 660mila euro, che si aggiungono ai 300mila stanziati per il primo tratto, già realizzato

Schema Pista Arcobologna

Il progetto esecutivo del secondo tratto è stato approvato oggi dalla giunta. Il primo stralcio ha riguardato la realizzazione di un percorso protetto in via del Pino a Ponte Nuovo, con termine in corrispondenza di via dell’Ulivo; il secondo, partendo da qui, costeggerà lo scolo Arcobologna e arriverà fino a Madonna dell’Albero, comprendendo anche parte del perimetro del parco pubblico e le vie Turci e Cella. Complessivamente, l’intero percorso ciclopedonale avrà una lunghezza di circa 1,2 chilometri.

“La necessità di un collegamento sicuro per pedoni e ciclisti tra le località di Ponte Nuovo e Madonna dell’Albero – dichiara il sindaco Michele de Pascale – ci è sempre stata assolutamente chiara. Le tempistiche si sono purtroppo allungate a causa di un ricorso riguardante un esproprio, ma non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo e abbiamo sempre lavorato per raggiungerlo nel migliore dei modi e il prima possibile. Il ricorso, come confidavamo, è stato infine respinto dal Tar e ora possiamo procedere con la realizzazione di un intervento fondamentale per la nostra comunità”.

Dei 660mila euro necessari per il secondo tratto, 528mila sono fondi europei assegnati dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito della realizzazione della Atuss di Ravenna, Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile, un documento di ampio respiro che traccia le linee di sviluppo per il territorio del comune di Ravenna.

“Tra tali linee di sviluppo – aggiungono gli assessori ai Lavori pubblici Federica Del Conte e alla Mobilità e Transizione ecologica Gianandrea Baroncini – vi è infatti quella di sviluppare un ecosistema urbano connesso, attraverso soluzioni di mobilità intelligente, sostenibile e sicura, anche per mezzo di interventi volti a creare una rete ciclabile finalizzata a consentire la mobilità pedonale e ciclabile in ambito urbano e periurbano e a migliorare collegamenti e utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale”.

Attualmente le aree in cui si svilupperà il percorso partendo da Ponte Nuovo lungo lo scolo Arcobologna sono in gran parte terreni agricoli. A Madonna dell’Albero il percorso ciclopedonale si svilupperà prima all’interno di un parchetto pubblico poi lungo le vie Turci, dove saranno completamente rifatti i marciapiedi, e Cella, dove la pista proseguirà nella fascia laterale attraverso la realizzazione di opportuna segnaletica orizzontale e paletti fino alla scuola frontistante la rotatoria. Nell’ambito dell’intervento saranno inoltre sistemati anche i marciapiedi di via Pondi. Tutto il percorso lungo lo scolo Arcobologna fino al parchetto pubblico sarà illuminato con un nuovo impianto di illuminazione, mentre nelle vie Pondi, Turci e Ricci si prevede di completare l’impianto esistente.

Salina, arrivano 5 milioni di euro per la ricostruzione

Il sindaco Medri: «È un importante risultato ottenuto, che ci consente di portare avanti molti dei lavori necessari per rimettere in funzione la salina»

Salina Camillone

Sono 5 i milioni di euro (per l’esattezza 4 milioni e 950mila) messi a disposizione dal commissario per la ricostruzione post-alluvione Francesco Paolo Figliuolo per le saline di Cervia, pesantemente danneggiate dagli eventi dello scorso maggio. Saranno utilizzati per finanziare interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione, per il finanziamento del piano degli interventi di messa in sicurezza e ripristino del patrimonio edilizio residenziale pubblico e delle strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche di tutela e rigenerazione dell’ecosistema della salina di Cervia.

«Ringrazio la struttura commissariale, il Generale Francesco Paolo Figliuolo e il Presidente della Regione Stefano Bonaccini per i 4 milioni e 950 mila euro destinati alla Salina di Cervia, fortemente danneggiata a maggio scorso dall’alluvione – ha dichiarato il sindaco di Cervia, Massimo Medri –. È un importante risultato ottenuto, che ci consente di portare avanti molti dei lavori necessari per rimettere in funzione la salina e riprendere, la prossima estate, la produzione del nostro pregiato sale. Non basteranno questi fondi per portare avanti tutti i progetti e terminare il recupero, ma già è un primo passo per tornare alla normalità.

Ci tengo anche a sottolineare che in queste ore è circolata un’informazione errata sulla cifra stanziata per la Salina di Cervia: i 34,2 milioni sono la somma complessiva stanziata dall’ordinanza firmata ieri dal Generale Figliuolo, che servirà per provvedere al ripristino del patrimonio residenziale pubblico e delle strutture sanitarie e sociosanitarie di proprietà pubblica danneggiate dall’alluvione di maggio».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi