sabato
13 Settembre 2025

Nella Romagna faentina in arrivo 300 colonnine elettriche per la ricarica di veicoli

Individuati gli operatori interessati. Il piano della mobilità stabilisce un punto ogni sei veicoli immatricolati

Auto Elettrica 4Il piano urbano della mobilità sostenibile dell’Unione della Romagna faentina prevede un fabbisogno minimo pari a un punto di ricarica ogni sei veicoli elettrici-ibridi già immatricolati, con la necessità dunque di 295 nuove colonnine accessibili al pubblico nei sei comuni dell’Unione: 228 a Faenza, 14 a Brisighella, 4 a Casola Valsenio, 23 a Castel Bolognese, 13 a Riolo Terme e altrettanti a Solarolo.

L’individuazione degli operatori interessati al tema si era interrotta a causa delle alluvioni, ma ora è ripresa l’attività di arruolamento degli operatori economici che hanno manifestato la propria disponibilità.

Le proposte presentate dagli operatori interessati a partecipare al progetto coprono l’intero fabbisogno attuale e alcuni di questi hanno manifestato la propria disponibilità ad aggiungere ulteriori stazioni di ricarica, laddove ve ne fosse necessità.

La distribuzione degli impianti di ricarica sarà quanto più possibile omogenea e bilanciata sul territorio, tenendo conto delle zone residenziali, produttive, quelle che presentano servizi e in quelle aree che presentano diversi flussi di traffico. Le colonnine di ricarica dovranno essere disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, semplici da utilizzare, facili da rintracciare e che contemplino i più comuni e facili mezzi di pagamento oggi disponibili.

Le opere di realizzazione, gestione, manutenzione della rete degli impianti di ricarica saranno completamente a carico degli operatori e quindi non ci saranno oneri a carico delle municipalità.

Entro i prossimi tre mesi dovranno essere sottoscritte le convenzioni con gli operatori economici che si impegneranno a realizzare gli impianti nel più breve tempo possibile. I tempi di effettiva fruibilità delle infrastrutture saranno variabili, in base alle opere necessarie al collegamento alla rete elettrica, vista anche l’elevata potenza di alcuni impianti proposti.

«Vantaggi sul mercato libero dell’energia solo con contratti a prezzo fisso»

I consigli del presidente provinciale di Federconsumatori, Vincenzo Fuschini, per evitare contenziosi: «Fatevi mandare i documenti via email e chiedete le registrazioni audio delle telefonate con gli operatori». Incontri in provincia per spiegare la fine del mercato tutelato

Pexels Rodolfo Clix 1036936«Sul mercato libero dell’energia in Italia ci sono circa ottocento fornitori che possono fare contratti a qualunque utente. Per avere sempre le condizioni migliori bisognerebbe cambiare spesso, ma nessuno ha voglia di farlo. Sul lungo periodo restare nel mercato tutelato è stato un risparmio». Le parole di Vincenzo Fuschini, presidente provinciale di Federconsumatori a Ravenna, mostrano quanto sia difficile orientarsi per gli utenti.

In questo periodo Fuschini è in tour sul territorio con un calendario di incontri pubblici per cercare di informare i cittadini sulla fine del regime di tutela dei prezzi per gas e luce. Almeno 500 persone hanno già partecipato alle assemblee pubbliche fino ad ora organizzate, altri incontri sono in programma nei prossimi giorni. A Fusignano il 29 febbraio dalle 15 alle 18 nella sala “Il granaio” in piazza Corelli. A Massa Lombarda il 6 marzo alle 15 nell’ex bocciofila di via Dini e Salvalai.

I dati dicono che in provincia di Ravenna attualmente solo un quinto delle famiglie è ancora in regime di maggior tutela. «Molti di quelli passati al mercato libero non l’hanno fatto con piena consapevolezza. Qualcuno si è lasciato convincere da proposte allettanti nel periodo iniziale. E poi ci sono quelli che hanno fatto il passaggio perché sono stati proprio ingannati da telefonate poco chiare. In molti call center gli operatori ricevono una provvigione in base al numero di migrazioni da un operatore a un altro che riescono a concludere. Il contratto nuovo quindi viene fatto e la fornitura c’è, ma non sempre è davvero quella vantaggiosa per l’utente».

Il consiglio di Fuschini è di partire dall’unica fonte pubblica e certa: il portale delle offerte di Arera (vedi box grigio): «Mi rendo conto che non sempre è facile da consultare, ma è l’unica voce ufficiale. Però non fa telefonate ai cittadini: se qualcuno chiama e si presenta come Arera è da considerare una truffa».

Per l’energia elettrica dall’1 luglio inizierà il triennio del servizio a tutele graduali in cui entrerà chi attualmente è in servizio di tutela, non è vulnearabile e non sceglie il passaggio al mercato libero. «Il fornitore di zona per il servizio a tutele graduali è stato scelto con una gara pubblica al ribasso, quindi la tariffa dovrebbe essere vantaggiosa. Però fino a giugno non verrà fissata. E inoltre gli operatori vorranno recuperare il ribasso proposto. Possiamo aspettarci dei rialzi nel triennio».

Difficile prevedere cosa succederà nel 2027: «Ufficialmente si chiuderà il servizio a tutele graduali e tutti, tranne i vulnerabili, dovranno migrare al mercato libero. Di certo non ci possono essere interruzioni del servizio, ma come verrà fatto non è ancora noto. Probabile che avvenga quello che sta avvenendo ora con il gas: una tariffa chiamata placet applicata dallo stesso gestore con un rialzo rispetto a quella di tutela».

Le offerte a mercato libero sono una possibilità già da diverso tempo. «Il vantaggio lo ha avuto chi ha scelto offerte a prezzo fisso prima dell’impennata dei mercati dell’ultimo biennio. Ma è stato un po’ come una lotteria, nessuno si aspettava un rincaro di quelle dimensioni connesso a pandemia e guerre».

Da gennaio è variata l’imposizione fiscale sul gas. «Il governo ha riportato l’Iva dal 5 al 10 percento per i consumi fino a 480 mc all’anno e al 22 percento oltre i 480 mc. Se pensiamo che la quota energia è meno del 50 percento del prezzo che paghiamo, è facile capire che le variazioni tra operatori sono sottili».

A parte il labirinto di offerte, le utenze di luce e gas sono fonte di numerosi contenziosi tra aziende e clienti: «C’è di tutto, a partire dalle cose più banali come trovarsi una potenza superiore a quella standard senza averla richiesta e quindi pagando di più. Se la cosa non è particolarmente grave, la soluzione più efficace è una conciliazione tramite il garante, una procedura in cui accompagniamo gli utenti. Il verbale di conciliazione è l’unico documento che chiude le vertenze e impedisce altri ricorsi giudiziari. Purtroppo il garante è oberato di casi e i tempi si allungano».

Spesso le questioni di scontro riguardano sulle condizioni contrattuali. Fuschini invita a usare cautela: «Quando si fa un contratto al telefono la cosa migliore sarebbe farsi mandare una copia via email prima di sottoscriverlo. Sono tenuti a farlo ed è il modo migliore per evitare sorprese». E poi si può chiedere la registrazione audio della telefonata per verificare cosa è stato detto realmente.

Riapre il Conad dopo l’alluvione: 21 occupati su 600 mq

Il supermercato gestito da Cofra riapre al pubblico dall’1 marzo dopo la ristrutturazione

Spesa Supermercato Fotogramma 672Il supermercato Conad di Conselice riapre al pubblico l’1 marzo dopo la ristrutturazione per l’alluvione di maggio 2023. Alle 8.30 una breve cerimonia di inaugurazione presieduta dalla sindaca Paola Pula. Con lei taglieranno il nastro l’amministratore delegato di Cia-Conad, Luca Panzavolta, e i referenti della cooperativa Cofra che gestisce il negozio: il presidente Roberto Savini e i vicepresidenti Celso Reali e Raffaele Gordini. Il negozio occupa 600 metri quadri e 21 persone.

«Questa inaugurazione ha un significato speciale — dice Panzavolta — perché avviene in uno dei comuni che sono stati più colpiti dall’alluvione dello scorso maggio. In questi mesi, insieme ai soci e a tutto il sistema Conad, ci siamo impegnati per una solidarietà concreta che agevolasse la ripartenza di tutto il territorio, in linea con i principi che da sempre esprime la nostra cooperativa. Ma crediamo che la vicinanza si esprima anche continuando a investire, per migliorare i servizi e continuare a garantire a tutti i clienti la convenienza che da sempre contraddistingue il nostro marchio, primo in Italia nella grande distribuzione. In questo siamo affiancati dall’esperienza e dalla professionalità della cooperativa Cofra, che rappresenta un sicuro punto di riferimento per tutta l’area della Bassa Romagna».

Savini ringrazia la comunità di Conselice: «Continueremo nel miglioramento continuo e nella creazione di posti di lavoro di qualità. Grazie anche ai nostri dipendenti che hanno contribuito alla ripartenza in tempi rapidi».

Un incontro pubblico sulle ricadute della crisi in mar Rosso sulle imprese

Dibattito promosso da due studi legali con diversi ospiti: tra loro esperti di intelligence e analisti

Gli studi legali Sta-Stp e Rls di Ravenna promuovono un incontro pubblico dedicato alle conseguenze della crisi nel Mar Rosso sulle aziende italiane e in particolare dell’Emilia-Romagna che risente dei contraccolpi sulle rotte navali tra Ravenna e il medio Oriente. Appuntamento alle 18 del 6 marzo nella sala conferenze dell’albergo Cappello in centro a Ravenna.

Dopo i saluti di benvenuto dei promotori, sono in scaletta gli interventi di Alberto Pagani, ex parlamentare e docente di Intelligence e sicurezza internazionale all’università di Bologna, del generale Massimiliano Del Casale, dell’ex capo di gabinetto della Farnesina Gianpaolo Scarante e di Michele Marchi, coordinatore del corso di laurea in Società e culture del Mediterraneo a Ravenna.

La deputata ravennate Bakkali al valico di Rafah per il cessate il fuoco a Gaza

L’onorevole del Pd in missione in Egitto con una delegazione italiana composta da operatori umanitari e altri parlamentari per arrivare a una convivenza tra palestinesi e israeliani

Rafah CrossingUna delegazione italiana di operatori umanitari, giornalisti, accademici, esperti di diritto internazionale e parlamentari, tra cui la deputata ravennate Ouidad Bakkali (Pd), si recherà in Egitto dal 3 al 6 marzo per raggiungere il varco di Rafah che segna il confine con la striscia di Gaza. Della missione faranno parte anche altri dem: Laura Boldrini, Andrea Orlando, Alessandro Zan.

L’appello della delegazione è per il cessate il fuoco immediato, per il rilascio degli ostaggi israeliani, perché riprenda l’azione diplomatica internazionale sotto la regia delle Nazioni Unite. La delegazione sostiene con determinazione la richiesta delle organizzazioni umanitarie e della Corte Internazionale di Giustizia, perché si consenta l’ingresso degli aiuti e l’operato umanitario.

«Il Parlamento ha approvato le risoluzioni che chiedono il cessate il fuoco – ha dichiarato l’onorevole Bakkali –, però non abbiamo visto fino ad oggi atti conseguenti a quella richiesta politica. Vogliamo perciò sollecitare il governo, il Parlamento e l’Unione Europea a fare tutto il possibile per prevenire ulteriori offensive militari e favorire i negoziati e il dialogo. Manifesteremo il nostro dissenso verso Hamas e verso il governo Netanyahu perché deve essere garantita ai civili, coloro che pagano sempre il prezzo più alto nei conflitti, la protezione da minacce e violazioni del diritto umanitario internazionale».

La speranza è che il viaggio possa portare a una mobilitazione internazionale di parlamentari di altri Paesi che facciano pressione per la pace: «Con la nostra testimonianza cercheremo di portare alla luce i crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati verso una popolazione ormai allo stremo. Sistematicamente vengono lanciate bombe su Gaza, un luogo dove c’è una delle più alte densità abitative del mondo. Dobbiamo raccogliere le voci che credono ancora e fermamente che la convivenza dignitosa tra popoli sia possibile».

L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Rete AOI), nell’ambito della campagna di Amnesty International #EmergenzaGaza.

La delegazione incontrerà a Il Cairo organizzazioni della società civile, difensori dei diritti umani, agenzie delle Nazioni Unite, oltre alle rappresentanze diplomatiche italiane in loco. Successivamente si recherà ad Al Arish per seguire il percorso dei container di aiuti umanitari realizzati grazie alla raccolta fondi #EmergenzaGaza. Infine, raggiungerà il valico di Rafah per incontrare le organizzazioni umanitarie che si stanno spendendo per cercare di inviare aiuti essenziali dentro la Striscia, affrontando difficoltà inimmaginabili.

La sala Dantesca della biblioteca Classense apre al pubblico tutti i sabati

24 02 28 Foto 2 Sala DantescaA partire dal 2 marzo la sala Dantesca della biblioteca Classense di Ravenna sarà aperta al pubblico ogni sabato dalle 10 alle 13. Grazie all’accordo con l’associazione Volontari Aclisti Odv di Ravenna, infatti, la sala, che dal 2017 è visitabile su richiesta negli orari di apertura della biblioteca, amplierà la sua fruibilità, rimanendo aperta continuativamente tutti i sabati mattina.

L’iniziativa prosegue il periodo di sperimentazione svoltosi nel dicembre scorso, quando l’apertura della sala con l’assistenza dei Volontari Aclisti risultò molto gradita dal pubblico.

La storia della sala Dantesca. Nato come refettorio monastico dei camaldolesi, completato nel 1580 e usato a tale scopo fino al 1798, anno della soppressione del monastero e della cacciata dei monaci, conserva al suo interno lo splendido dipinto Le nozze di Cana di Luca Longhi e il Sogno di san Romualdo affrescato sul soffitto, opera del figlio Francesco. Alle celebri opere dei Longhi si aggiunge la delicata bellezza degli stalli lignei, anch’essi risalenti al 1580, mentre è del 1780 il monumentale pergamo dal quale un monaco lettore, un tempo, leggeva ai confratelli intenti a prendere i pasti.
Il refettorio divenne nel 1920 sala Dantesca, o per essere più precisi “Sala di Dante” (questa la denominazione ufficiale): in quell’anno Benedetto Croce, ministro della Pubblica istruzione, vi inaugurò le celebrazioni nazionali per il sesto centenario della morte del Poeta e la comunità ravennate scelse di dedicare lo spazio alle letture pubbliche e solenni delle opere dantesche, oltre che a conferenze ed eventi che continuano ancora oggi.

Il Comune di Ravenna va avanti sui capanni da rimuovere: «Ma troveremo alternative»

Approvata una delibera per individuare altre posizioni concessionabili. «Non possiamo derogare sul demanio»

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«Valorizzare e nel contempo attualizzare la situazione dei capanni balneari storici, trovando nuove forme di salvaguardia con modalità innovative, diverse rispetto a quelle del passato, nella consapevolezza che oggi non sono più legittime».

Con questo obiettivo, dichiarato dall’assessore al Turismo e Demanio Giacomo Costantini, nella seduta di martedì 27 febbraio la giunta ha approvato una delibera con la quale è stata data disposizione al dirigente del servizio Tutela ambiente e territorio di produrre apposita Valutazione di incidenza ambientale al fine di individuare le posizioni concessionabili nel rispetto delle direttive comunitarie in materia di Aree Sic – Zsc e delle norme del Parco del Delta del Po; e al dirigente del servizio Sportello unico attività produttive – ufficio Demanio, di accogliere le indicazioni di tale Valutazione e «predisporre un bando, previo nulla osta da parte di tutti gli enti che hanno competenza sul demanio marittimo – si legge in una nota del Comune -, per l’individuazione di un soggetto giuridico senza fini di lucro, che mantenga viva la tradizione dei capanni balneari e si impegni in iniziative sociali e culturali come, a titolo indicativo e non esaustivo, la divulgazione di buone pratiche per la tutela e conservazione delle pinete, delle dune e delle spiagge della costa ravennate ed eventi dedicati alla cura e pulizia di questi luoghi, all’azzeramento del consumo di plastiche e contrasto alla dispersione di rifiuti con particolare attenzione ai mozziconi di sigarette».

«Siamo partiti – ricorda Costantini – dall’ordine del giorno approvato all’unanimità il 19 settembre scorso dal consiglio comunale, che individua nei capanni balneari storici del litorale ravennate un patrimonio culturale di Ravenna e della Romagna di riconosciuto e documentato valore storico-testimoniale, ma come abbiamo già più volte detto è impossibile ignorare che ci sono alcuni capanni collocati illegittimamente in zone del demanio in cui vi è un divieto per vincoli ambientali e che non è facoltà del Comune derogare in tal senso; il demanio è un ambito statale su cui il Comune opera nel rispetto delle leggi dello Stato. Riteniamo dunque che il percorso che abbiamo individuato possa contemperare al meglio da una parte la volontà di tutelare un patrimonio di storia e tradizioni di cui nessuno mette in discussione il valore e dall’altra la necessità di rispettare normative e vincoli imprescindibili.  Rinnoviamo la nostra disponibilità al confronto e al dialogo su come gestire al meglio questo passaggio, per dare a tale operazione anche una nuova valenza, che alla fine ci consenta non solo di salvaguardare un patrimonio storico – testimoniale, ma di renderlo anche un’opportunità per la comunità intera».

I maxi tubi del rigassificatore sul lungomare di Punta Marina – FOTO

Lavori impattanti, da concludere entro Pasqua. Via delle Americhe chiusa fino al 30 aprile

Proseguono in un ampio tratto del lungomare Cristoforo Colombo di Punta Marina i lavori per la realizzazione delle tubature che dovranno collegare il rigassificatore al largo della costa ravenante con l’impianto a terra che è in costruzione fuori il centro abitato della località marittima, con il cantiere ben visibile vicino al parcheggio scambiatore di via Trieste.

Lavori al momento molto impattanti, con il lungomare senza parcheggi, in quel tratto, e una piccola parte a una sola corsia. L’obiettivo – scritto nero su bianco anche sull’ordinanza comunale – è terminare il cantiere entro il 28 marzo, prima di Pasqua.

Resterà interdetta al traffico fino a fine aprile, invece, via delle Americhe, chiusa già da qualche giorno e dove proprio in queste ore stanno avanzando gli scavi.

In questi giorni è stato firmato anche l’accordo per la realizzazione della diga frangiflutti al largo della costa.

All’Almagià torna “Cantine in città” con oltre 150 vini da degustare

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I membri dell’associazione Ricreazione durante la presentazione dell’evento

Torna sabato 2 marzo a Ravenna “Cantine in città”, fiera mercato di vini promossa dall’associazione Ricreazione.

L’appuntamento è dalle 12 alle 19 alle Artificerie Almagià, con 40 cantine provenienti da tutta Italia per oltre 150 vini da degustare liberamente, una volta pagato il biglietto d’ingresso da 25 euro (comprensivo di calice, taschina e un buono sconto spendibile ai banchi dei produttori di vino). È possibile acquistare i biglietti scontati in prevendita a questo link.

Qui sotto il manifesto con tutte le cantine partecipanti.

Locandina

 

La Regione conferma lo screening gratis per Epatite C: finora 1,9 positivi su mille

Campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione che può fare il test (un esame del sangue) per individuare la presenza del virus Hcv

Ospedale OscoLa Regione Emilia-Romagna ha confermato anche per il 2024 il test di screening gratuito dell’epatite C – un esame del sangue, senza ticket né prescrizione medica – con l’obiettivo di intercettare la patologia in tempo e fornire le giuste terapie a tutti i casi positivi identificati.

Complessivamente, al 31 dicembre 2023, sono 434.846 i test effettuati, attraverso i quali sono stati individuati 816 casi di positività (1,9 per mille) al test di conferma eseguito sullo stesso campione di sangue in caso di positività dell’esame di screening. 748 sono stati inviati ai centri di cura specialistici e 570 hanno iniziato il trattamento terapeutico. Esiste infatti un’efficace terapia antivirale, semplice da assumere e sicura: circa il 95% delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione. Ad oggi, invece, non esiste un vaccino.

Un dato importante riguarda la partecipazione: nel 2023, infatti, sono quasi raddoppiate le adesioni all’iniziativa di prevenzione da parte dei cittadini target, passate dal 17,9% del 2022 al 32,0% dello scorso anno. In Emilia-Romagna la proporzione tra i casi di positività riscontrati e il numero di persone, tra i 35 e i 55 anni, che si sono sottoposte al test, ovvero il “detection rate”, è dunque pari a 1: ciò significa che per ogni mille persone testate, ne viene identificata 1 positiva, che può così essere assistita e curata.

Sono tre le tipologie di destinatari, individuati dal ministero della Salute, a cui è rivolta la campagna di screening, che è stata avviata a inizio 2022: i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 (quindi di un’età compresa tra i 35 e i 55 anni) iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – Stp); le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e i detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente da età e Paese di provenienza.

L’epatite C è una malattia causata dal virus Hcv che può rimanere latente anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato. Chi la sviluppa in forma cronica, nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma l’infezione può evolvere in forme molto gravi.

Una persona che, se non avesse aderito alla campagna di screening regionale, non avrebbe scoperto di aver contratto il virus dell’Hcv, né avrebbe effettuato una visita specialistica o iniziato un trattamento terapeutico. Anche per questo, per promuovere consapevolezza rispetto all’importanza di aderire allo screening e far conoscere ai cittadini le modalità per partecipare, il Servizio sanitario regionale ha rilanciato anche quest’anno la campagna di comunicazione “C devi pensare”, con spot video e radio, informazioni sui social e materiale cartaceo.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito della Regione www.screeningepatitec.it.

I capannisti balneari chiedono un bando per le concessioni senza dover demolire

L’associazione che riunisce i proprietari delle 75 casette in legno tipiche della spiaggia ravennate ha ricevuto un’ordinanza di demolizione ma ha sempre pagato le quote di concessione. Ora rischiano anche una denuncia penale. «Perché siamo accusati di abusivismo?». Il Comune disponibile a un incontro

CapanniL’associazione dei Capannisti balneari di Ravenna, che riunisce i 94 proprietari delle 75 casette in legno sparse tra le dune e la spiaggia sui lidi ravennati di cui sono una peculiarità storica riconosciuta, vorrebbe un bando pubblico per il rilascio delle concessioni demaniali senza dover demolire le strutture esistenti.

Sarà questa la prima richiesta che i vertici dell’associazione faranno al Comune di Ravenna in un incontro che si svolgerà nei prossimi giorni. La proposta del consiglio direttivo è emersa ieri sera, 26 febbraio, in occasione della partecipata assemblea dei soci. Alle 15.30 di oggi alcuni capannisti andranno in consiglio comunale dove è previsto un question time sul tema.

Il sindaco Michele de Pascale e l’assessore al Turismo Giacomo Costantini erano stati invitati ma non sono intervenuti e hanno preferito inviare una lettera (il testo integrale in fondo alla pagina) con la disponibilità per un incontro in cui affrontare la questione capanni su cui pende un’ordinanza comunale di demolizione perché abusivi.

Ma è proprio lo stato di abusivismo che lascia perplessi i capannisti. In buona sostanza si ritrovano accusato di occupazione abusiva di suolo demaniale senza sapere come sia accaduto. Pur avendo sempre pagato la concessione annuale – utilizzando il bollettino F24 che il Comune ha sempre inviato puntualmente –, l’associazione ha scoperto che a un certo punto il Comune non aveva rinnovato il titolo. Perché? Nessuno l’ha spiegato ai capannisti. Che si sono visti recapitare l’ordinanza di demolizione.

Ordinanza segnata da un vizio di forma. «L’associazioni riunisce i capannisti ma non è proprietaria dei capanni, ogni capanno ha un suo proprietario – ha spiegato il presidente dell’associazione Giorgio De Lorenzi –. L’ordinanza quindi andava notificata a ogni singolo proprietario e non a noi». Una imprecisione che secondo il consigliere comunale di opposizione Alvaro Ancisi, a cui è stata data la parola nell’assemblea, sarebbe già sufficiente per far decadere quell’atto per essere riformulato.

In buona sostanza i capannisti vorrebbero solo capire perché ora vengono chiamati abusivi – con il rischio concreto di un procedimento penale in caso di sopralluoghi della capitaneria di porto – pur avendo sempre pagato quanto il Comune chiedeva e pur essendo presenti in quei luoghi da ben prima che venisse istituito il Parco del Delta con le tutele ambientali.

In molti casi si tratta di anziani che non hanno voglia e risorse per affrontare battaglie legali. E così qualcuno ha già smantellato il capanno e quindi di fatto ha eliminato dal paesaggio ravennate un elemento che lo stesso Comune definisce peculiare al punto da averlo riprodotto anche a Natale in piazza attorno all’albero per il mercatino. Paradossi della burocrazia.

C’è un ulteriore paradosso nella vicenda. Per diversi dei proprietari attualmente è impossibile andare a smantellare il proprio capanno visto che si trova a ridosso del cantiere per la riqualificazione dello stradello dei bagni nel progetto Parco Marittimo (l’ordinanza di demolizione non è però connessa a questo intervento). «Se volessimo abbattere, come dovremmo fare se c’è un cantiere e quella zona è vietata ai veicoli? Usiamo gli elicotteri?».

 

Di seguito il testo della lettera inviata ai capannisti dal sindaco Michele de Pascale e dall’assessore Giacomo Costantini:

Gentile presidente,

siamo rimasti molto stupiti nel leggere diverse vostre dichiarazioni uscite nei giorni scorsi sulla stampa che non corrispondono a quanto più volte illustratovi.

Negli articoli viene da voi dichiarata la totale assenza di informazione e di confronto con l’amministrazione. Siete consapevoli che questa affermazione è falsa. Sono stati organizzati e formalizzati tre incontri ufficiali alla presenza di assessori e dirigenti nelle date 10 dicembre 2021, 8 giugno 2022 e 22 gennaio 2024. Anche il direttore del Parco del Delta del Po’ vi ha incontrato formalmente il 13 febbraio 2024. In quella occasione vi sono state mostrate le mappature digitali, sovrapponendo il censimento dei capanni alle aree di vincolo ambientale.

Siete altresì consapevoli, perché comunicatovi in maniera inequivocabile da queste amministrazioni, che ci sono alcuni capanni collocati illegittimamente in zone del demanio in cui vi è un divieto per vincoli ambientali e che, come vi è stato chiarito più volte, non è facoltà del Comune derogare in tal senso. Il demanio è un ambito statale su cui il Comune opera nel rispetto delle leggi dello Stato.

Siete a conoscenza, inoltre, che purtroppo a oggi viene fatto spesso un uso dei capanni non compatibile con la legge e la storicità delle condotte. In questo senso come sapete esiste un ordine del giorno del consiglio comunale del 19 settembre 2023 che individua nei capanni balneari storici del litorale ravennate un patrimonio culturale di Ravenna e della Romagna di riconosciuto e documentato valore storico e testimoniale.

Ma è altresì necessario che questa realtà si allinei con l’evoluzione dell’impianto normativo che regola gli ambiti demaniali, questo indipendente dall’intervento del Parco marittimo come invece è stato erroneamente supposto sulla stampa.

L’ordine del giorno del consiglio comunale chiede dunque di valorizzare e attualizzare la situazione dei capanni storici, trovando nuove forme di salvaguardia con modalità innovative, diverse da quelle che abbiamo conosciuto in passato che oggi non sono più legittime.

Restiamo disponibili a convocare un nuovo incontro per chiarire e approfondire ulteriormente quanto sopra esplicitato.

Ad Alfonsine è ufficiale la ricandidatura del sindaco uscente Riccardo Graziani

Con il sostegno del Pd e del centrosinistra. «Raggiunti molti obiettivi che ci eravamo posti cinque anni fa»

Riccardo Graziani

Il sindaco uscente Riccardo Graziani si ricandida alla poltrona di Primo cittadino del Comune di Alfonsine alle prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. La conferma ufficiale arriva dal gruppo dirigente del Partito democratico, che lo sostiene.

Quarantaduenne, da sempre residente ad Alfonsine, iscritto all’Albo degli Avvocati del Foro di Ravenna dal 2009, Graziani ha maturato una consolidata esperienza nell’ambito della pubblica amministrazione, avendo ricoperto per dieci anni l’incarico di assessore e, nell’ultimo quinquennio, quello di sindaco.

«Veniamo da anni in cui le difficoltà non sono certo mancate: dall’emergenza Covid, fino alle più recenti alluvione e tornado – spiega Graziani -. La macchina amministrativa del Comune e dell’Unione della Bassa Romagna è massimamente impegnata per far fronte a queste gravi criticità, sempre con l’auspicio, soprattutto per quanto attiene il tornado, di un più significativo ausilio da parte dell’Esecutivo nazionale. Ritengo, in ogni caso, che alla luce di questi fenomeni estremi, il tema della sicurezza del territorio debba avere la massima priorità. Dunque, nonostante questi frangenti non semplici, forti di una comunità coesa, è stato possibile condurre a termine molti degli obiettivi che ci eravamo posti nel 2019: cito, solo per fare qualche esempio, la ristrutturazione di Via Borse, il potenziamento della rete di piste ciclopedonali della nostra città, la nuova palestra presso le scuole di Longastrino, il rinnovamento del Cinema Gulliver e del Museo del Senio, l’accrescimento della sicurezza antincendio del nostro Istituto comprensivo di via Murri, la valorizzazione del complesso di Casa Monti, il rifacimento delle facciate del Municipio e la realizzazione della rotonda tra Reale e Raspona. Un punto di forza del nostro Comune, particolarmente sviluppatosi in questi ultimi anni, è costituito dalla capacità di intercettare contributi pubblici da destinare agli investimenti sul territorio: almeno 10 milioni di euro sono stati reperiti per queste finalità nel corso del mandato».

«Altri progetti stanno andando avanti – continua il sindaco -: anche qui a titolo esemplificativo, la ristrutturazione degli alloggi di edilizia popolare di via Tranvia che termineranno entro la primavera; e, se devo citare tre nuove opere che mi stanno particolarmente a cuore, non posso non richiamare il nuovo Mercato Coperto, i cui lavori hanno avuto inizio nell’autunno scorso dopo un significativo percorso partecipato con la nostra cittadinanza, e la nuova scuola dell’infanzia di Corso Matteotti per la quale abbiamo ottenuto 4,6 milioni dal Pnrr; anche in questo caso, l’inizio dei lavori è imminente; infine voglio menzionare il Centro socio occupazionale “L’Inchiostro” che potrà fruire di spazi più adeguati. Senza dimenticare un ulteriore percorso partecipativo che sta volgendo al termine in questo periodo, quello relativo all’Area Samaritani, con spunti davvero interessanti emersi dalla nostra città. Al contempo, mantenere e potenziare i servizi alla comunità, a partire da quelli sociali ed educativi deve permanere una delle principali finalità da perseguire; cultura e sport saranno altri aspetti su cui pure continueremo ad impegnarci. Una particolare attenzione sarà da riservare ai temi dello sviluppo economico e del sostegno alle attività imprenditoriali: dalle piccole e medie imprese, al commercio, all’ artigianato fino all’agricoltura, grande connotazione del nostro Comune, non solo sotto il profilo economico ma anche del presidio territoriale».

In queste settimane, oltre alle componenti che fanno parte della attuale coalizione, «saremo aperti ad ogni confronto con ogni forza che si riconosca nei valori del centrosinistra, mantenendo come costanti principi di riferimento quelli espressi dalla Carta Costituzionale, nata dalla Resistenza e dall’Antifascismo: e coerentemente a quanto abbiamo sempre fatto, grande rilievo continuerà ad avere la partecipazione attiva dei cittadini».

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