martedì
23 Dicembre 2025

“Festa del diritto al gioco” a Ravenna tra laboratori espressivi e manipolativi

Il 26 maggio attività gratuite per bambini nel parco Mani Fiorite e al centro Quake

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Bambini e ragazzi al centro Quake in una foto di diversi anni fa

Domenica 26 maggio a partire dalle 15.30 a Ravenna il parco Mani Fiorite (via Nicolodi/via Eraclea) e il vicino centro Quake ospiteranno la Festa del diritto al gioco.

Nell’area verde saranno presenti materiali ludici per le attività di gioco, nonché postazioni per laboratori espressivi e manipolativi, per attivare il gioco libero e creativo.

Tra le varie attività e laboratori in programma: “Conchigliamo”, “Danze, giochi cantati e musica d’insieme”, “Bigliamo”, “Le lavagne di sabbia“, attività ludico sensoriali e tiro a canestro, tavolo del baratto e piantumazione di alcune piante.

Tutte le attività sono gratuite.

In collegamento ai contenuti della Festa, il 29 maggio dalle 17 si svolgerà un’animazione pubblica in piazza Medaglie D’Oro e alle 20.30 alla vicina Casa delle Culture la tavola rotonda “La piazza Medaglie d’Oro: tra memoria e desiderio”, per immaginare una piazza diversa, inclusiva, eco sostenibile.

Salgado al Mar, la fotografia di un mondo senza salvezza

Le immagini del brasiliano (a Ravenna fino al 2 giugno), più significative di tanti giri di parole

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Esodo è il titolo del secondo libro della Bibbia in cui si narra l’esilio e la schiavitù degli Ebrei in Egitto, la loro liberazione grazie al patriarca Mosè e il soggiorno nel deserto del Sinai. Il processo di oppressione e attivazione di libertà descrive un percorso di salvezza nel contesto di una visione teleologica che mantiene sull’orizzonte la volontà divina. Ma le immagini di Exodus realizzate fra il 1993 e il 1999 dal brasiliano Sebastião Salgado (1944) – fotografo e fotoreporter fra i più importanti del globo – restituiscono la durezza di un mondo senza salvezza e sempre uguale nel male.

A distanza di 25 anni dal termine di questa impresa – che documenta nel corso di sei anni la storia delle migrazioni umane attraverso 35 paesi – i temi della povertà, della violenza e della speranza sono oggi ancora gli stessi, anche se quei mondi e quelle vite immortalati non ci sono più. I conflitti si sono spostati, alcuni paesi non esistono più, nuovi muri divisori sono stati innalzati: le immagini di Salgado descrivono realtà superate ma le tragedie di milioni di esseri umani sono sempre le medesime. Il tempo passa, i luoghi sono altri, ma nulla di nuovo sta sotto il sole.

La mostra di Salgado – aperta al Mar a distanza di sei anni da un’altra del fotografo dal titolo Genesi, realizzata negli spazi di San Giacomo a Forlì – viene promossa da due assessorati, alla Cultura e all’Immigrazione, del Comune di Ravenna, collegandosi ad alcuni contesti ed eventi particolari. L’inaugurazione della mostra è caduta appositamente il 21 marzo, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale proclamata dall’Onu. Se quel giorno è stato scelto per ricordare la strage di una settantina di dimostranti sudafricani di colore compiuta nel 1960, la celebrazione rammenta anche che l’umanità è ancora molto lontana dall’accettare i propri simili: non solo per un apartheid che in Sudafrica è ufficialmente finito ma ufficiosamente continua nei rivoli di diseguaglianze conclamate fra bianchi e neri o enclavi di pura razza afrikaner, ma per l’esistenza di leggi che escludono altri gruppi sociali – come ad esempio donne, bambine, intere etnie – in numerose parti del mondo.

La mostra – da considerarsi parte integrante dell’annuale Festival delle Culture – trova motivo anche nel costituirsi come supporto teorico-visivo alla pratica politica di accoglienza che Ravenna ha scelto da tempo di attivare: a oggi, maggio 2024, sono undici gli sbarchi di migranti giunti al porto per un totale di più di 1.100 persone salvate. Per comprendere le ragioni di questa scelta umanitaria – per quanto costretta, giusta e necessaria – più che tanti giri di parole possono dire meglio le immagini di Salgado.

Articolata in quattro sezioni e conclusa con una serie di ritratti di bambini, la mostra – a cura di Lélia Wanick Salgado, collaboratrice e moglie del fotografo – si presta a una strategia educativa: Amnesty International Italia attiverà laboratori didattici con l’obiettivo di dare le conoscenze di base sul tema dei diritti umani, in modo da poter leggere in modo autonomo e critico quanto accade anche in altri contesti.

Altrettanto importante è la contestualizzazione delle immagini di Salgado che parlano di una storia contemporanea in forte e drammatica evoluzione. Nella prima sezione – Migranti e profughi, l’istinto di sopravvivenza – alcune foto raccontano dei tentativi di migrazione fra Messico e Stati Uniti, oggi superati – ma non bloccati – dalla costruzione del così detto muro di Tijuana, la cui realizzazione, iniziata nel 1993, non si è ancora fermata. Inarrestabile anche il numero dei morti che tentano comunque di superare il confine nei punti scoperti dal muro, interrotto solo nelle porzioni di deserto sul confine.

Un’immagine spaventosa di bambini su un camion, stivati come polli in gabbie, narra del campo profughi di Whitehead a Hong Kong, aperto per raccogliere profughi in fuga dal Vietnam. Ancora la storia sopravanza le immagini: il campo è stato chiuso nel 1997 grazie a una risoluzione dell’Onu dopo varie rivolte e un uso abnorme di violenza da parte della polizia, ma quello che rimane è la considerazione dell’esistenza oggi di migliaia di altri centri di detenzione – così come in alcuni luoghi vengono chiamati con una sincerità brutale – sempre in funzione e con uguali condizioni di disumanità.

Dopo gli scatti della prima sezione – che narrano di guerre terminate, come quella della ex Jugoslavia o del Kosovo, ma di violenze perenni, come ai danni della popolazione curda – si aprono le sezioni con focus su Africa, America latina e Asia. I racconti di fatiche millenarie come la ricerca di acqua (Sudan 1995) o la coltivazione della terra dopo il ritorno a casa da esili coatti (Mozambico 1994) si alternano a immagini drammatiche di profughi ruandesi di origine hutu in fuga dai ribelli dello Zaire (1997) o i cadaveri di centinaia di tutsi abbandonati per un anno in un villaggio in Ruanda (1994). Per molti si tratta di nomi irriconoscibili, di etnie strane, sconosciute, di luoghi esotici che rimandano genericamente solo a villaggi vacanze, sole e palme. Ma il bianco e nero inflessibile di Salgado non lascia scampo a descrivere un inferno sempre attivo e affamato di innocenti.

Sebastião Salgado Exodus – Umanità in cammino
Mar Ravenna – fino a 2 giugno;
orari: ma-sa 9-18; do e festivi 10-19;
ingresso a pagamento, info: mar.ra.it.

Il prof di Intelligenza artificiale: «Le macchine sono pensanti: momento storico»

Nello Cristianini insegna all’Università di Bath e il 26 maggio presenta a Lugo il suo ultimo libro sull’incontro «tra noi e le nostre creature»

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L’intelligenza artificiale sarà il tema del dialogo tra Matteo Cavezzali e Nello Cristianini, domenica 26 maggio alle 21 al Pavaglione di Lugo, nell’ambito di Scrittura Festival.

Cristianini è professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath, nel Regno Unito, oltre che autore di due libri divulgativi sul tema, entrambi editi da Il Mulino. Il primo si intitola La scorciatoia: come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano, l’ultimo – appena uscito – Machina Sapiens: l’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, fornirà lo spunto per l’incontro.

Cosa insegna un professore di Intelligenza artificiale? Che cos’è l’intelligenza artificiale?
«È la scienza, e l’arte, di costruire meccanismi intelligenti, ovvero agenti autonomi in grado di prendere decisioni e di imparare da soli. Li troviamo dappertutto, da YouTube a TikTok, e anche in Gpt».

Quindi le macchine possono pensare?
«Alan Turing, il fondatore dell’informatica, proponeva di considerare pensanti quelle macchine che fossero in grado di conversare con noi su qualunque argomento senza essere smascherate. Se usiamo il suo criterio, le nuove versioni di ChatGpt probabilmente passano il test, e questo rappresenta un momento storico».

Qual è l’idea centrale del libro che presenterà a Lugo?
«Il Test di Turing – l’idea appunto di poter conversare con una macchina – è stato per decenni il Sacro Graal dell’informatica e lo scorso anno lo abbiamo superato. Questo libro è un racconto, la storia di come abbiamo risolto in pochi anni un problema che ci resisteva da decenni, e di quello che poi è successo nell’incontro tra noi e le nostre creature».

Perché c’é così tanta attenzione politica e mediatica sull’intelligenza artificiale?
«L’ultima versione, Gpt-4o, è in grado di vedere e descrivere a voce quello che vede. Anche le versioni più vecchie erano in grado di passare esami universitari e programmare i computer. Le abilità che stanno emergendo nei nuovi modelli di linguaggio sono certamente utili, ma sono anche poco comprese: mentre insegnavamo alla macchina solamente a predire le parole mancanti, questa è diventata capace di “comprendere” intere frasi, e se spingiamo questo all’estremo, vediamo emergere altre capacità. Non sappiamo cos’altro potrà emergere mentre continuiamo la corsa verso la creazione di modelli sempre più grandi».

La politica, i Governi, dovrebbero regolamentare il settore? Come?
«La nuova legge europea, AI Act, stabilisce dei principi fondamentali. L’idea fondamentale è che diverse applicazioni della stessa tecnologia hanno bisogno di livelli di precauzione diverso: quando deleghiamo alla macchina decisioni che possono cambiare la vita di qualcuno, per esempio offerte di lavoro o concessioni di mutuo, allora si deve essere certi che nessuno sia discriminato. Ci sono altri principi, come la protezione dei dati personali, e dell’autonomia decisionale degli utenti. Siamo agli inizi, ma almeno è una partenza».

Quanto l’hanno sorpresa i suoi studi sull’argomento?
«Lavoro su questo tema da quasi 30 anni, sono professore di AI da 18 anni, e il mondo è davvero cambiato. Mentre prima comprendevamo bene i meccanismi che avevamo creato – per esempio – per tradurre, o per giocare a scacchi, da qualche anno siamo sorpresi da quello che le macchine possono fare. Insomma, anche se le costruiamo noi, poi queste imparano cose nuove. Diceva Turing “non c’e’ bisogno di capire come funziona un seme per farlo germogliare”».

C’è un prima e un dopo, sull’introduzione dell’Ia nel grande pubblico? Penso agli smartphone, ad Alexa…
«Ci sono stati molti momenti, ma penso che la creazione del Web, decenni fa, abbia messo le basi per una rivoluzione che è ancora in corso, solo che all’epoca non si era capito. Allo stesso modo, quello che vediamo oggi con Gpt è la base di qualcosa che ancora non riusciamo a immaginare bene, ma è certo un grande cambiamento».

In quali settori l’intelligenza artificiale si sta rivelando e potrà rivelarsi in futuro maggiormente utile?
«Probabilmente i primi lavori a essere automatizzati saranno quelli dei call center, le ultime versioni di Gpt parlano e capiscono il parlato, possono guardare e comprendere le immagini. Possiamo già immaginare, per esempio, di fare una video-chiamata con un servizio assistenza, mostrando la foto di un oggetto e chiedendo istruzioni per l’uso. Poi nel tempo mi aspetto che inizierà a essere usato in campi sempre più diversi».

E invece alcuni esempi di fallimenti?
«Non è un vero fallimento, ma è bello ricordarsi che oggi le macchine possono dimostrare teoremi, fare diagnosi e vincere a scacchi. Ma non possono ancora rigovernare le camere degli hotel. Questo ci dovrebbe far pensare».

Ce ne sono altri, di settori, in cui sono a rischio posti di lavoro “umano”?
«Certo: le traduzioni automatiche sono ormai di ottima qualità, così come la trascrizione del parlato, quindi è possibile prendere automaticamente gli appunti di un incontro di lavoro e anche farne un riassunto di buona qualità».

Ci sono anche nuovi lavori all’orizzonte, però…
«Ci sarà un intero settore volto a regolamentare e monitorare queste macchine, come si fa oggi con altre industrie».

Qual è il limite che non bisognerebbe superare?
«Nella fretta di delegare loro compiti sempre più importanti, non dovremmo mai dimenticare le persone che si troveranno di fronte alle macchine in momenti importanti della vita, come i colloqui di lavoro o gli esami scolastici. Credo che certe decisioni vadano lasciate agli esseri umani, almeno per ora, nell’interesse della dignità di tutti».

Di cosa dobbiamo avere paura?
«La peggiore paura è quella dell’ignoto. La cura è la conoscenza. Dobbiamo informarci, capire, per poter decidere e difenderci. Possiamo e dobbiamo capire questa tecnologia, e regolamentarla, senza ansia».

I social di Nello Cristianini:
https://www.facebook.com/nello.cristianini.libri
https://www.instagram.com/nello.cristianini.libri

Sbanda e “vola” con l’auto sui binari della ferrovia: grave una trentenne

La donna è ricoverata al Bufalini dopo lo schianto su via Baiona

Una 30enne è finita in gravi condizioni al Bufalini di Cesena dopo essere uscita di strada lungo la Baiona, nella zona industriale di Ravenna.

L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di oggi, venerdì 24 maggio. La donna, stando alle prime informazioni, ha perso il controllo dell’auto – una Fiat Punto – finendo sui binari della linea ferroviaria che corre parallela alla strada.

Non risultano altri veicoli coinvolti.

Molto violento l’impatto, con la 30enne (rimasta cosciente) che è stata trasportata d’urgenza in elicottero al Bufalini.

Le foto sono di Massimo Argnani

Nichi Vendola in “tour” in provincia di Ravenna per l’alleanza Verdi e Sinistra

Il 31 maggio tra San Pietro in Vincoli, Russi, Lugo e Bagnacavallo

Nichi Vendola

Venerdì 31 maggio Nichi Vendola, già governatore della regione Puglia e oggi presidente di Sinistra Italiana, sarà nel Ravennate per la campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative ed europee, a sostegno di Alleanza Verdi e Sinistra.

Alle 11 sarà al mercato di San Pietro in Vicoli in piazza del Foro Boario con il Presidente del consiglio territoriale Nicola Staloni. Alle 12.30 sarà a Russi in Piazzetta Dante, al bar centrale per un aperitivo di sostegno ai candidati in consiglio comunale Maria Giovanna Morelli e Gianluca Zannoni, per la rielezione della sindaca Valentina Palli. A seguire è previsto un pranzo sempre a Russi (per informazioni e prenotazioni contattare 3466130580).

Alle 15 a Lugo ci sarà un incontro insieme alla candidata sindaca Elena Zannoni al comitato elettorale di Piazza Baracca 12 sotto il porticato di Palazzo Ceccoli-Locatelli. Alle 16.30 a Bagnacavallo incontrerà il candidato sindaco Matteo Giacomoni al comitato elettorale in via Mazzini 16.

I temi affrontati negli incontri saranno quelli dell’Europa, della pace, della giustizia sociale e ambientale e delle buone pratiche amministrative.

Alluvione: chiudono gli sportelli di sostegno per le richieste di rimborso

La prossima sarà l’ultima settimana di attività

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Saranno attivi anche la prossima settimana, martedì 28 e mercoledì 29 maggio dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 gli sportelli di assistenza, a cura della struttura commissariale, per cittadini e imprese – accompagnati dai loro tecnici abilitati alla redazione delle perizie asseverate – che stanno compilando le domande da presentare tramite la piattaforma Sfinge per il rimborso dei danni subiti durante le alluvioni del maggio 2023. Il 28 e il 29 maggio saranno le ultime due giornate nelle quali il servizio sarà attivo a Ravenna.

L’Amministrazione comunale ha messo a disposizione spazi adeguati, nel polo degli uffici di viale Berlinguer 30, e tutto il supporto logistico necessario.

Cittadini e imprese, accompagnati dai rispettivi tecnici abilitati alla redazione delle perizie asseverate, sono ricevuti su appuntamento e per prenotarsi sono attivi due canali: la piattaforma informatica, per l’utilizzo della quale ci si deve autenticare tramite Spid, raggiungibile al link https://servizionline.comune.ra.it/web/prenotazioni/benvenuto e il numero telefonico 0544.485080, attivo dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 12.30.

Il progetto Dante Plus cresce e apre a Lord Byron – FOTO

Dal sabato 25 maggio alla biblioteca Oriani con 47 artisti coinvolti

Dante Plus 2024 Pietro Campagnoli
Un’opera di Pietro Campagnoli

Nato nel 2014 per mano di Marco Miccoli, il progetto Dante Plus – che dal 2016 si concretizza in una mostra sostenuta dal Comune di Ravenna – giunge alla sua nona edizione e si terrà da sabato 25 maggio (inaugurazione ore 18) al 29 settembre negli spazi della biblioteca di storia contemporanea “Alfredo Oriani”.

Quarantasette gli artisti selezionati, che offriranno un percorso espositivo variegato, ricco e irriverente, come da consuetudine per Dante Plus. Quest’anno alla figura di Dante Alighieri si aggiunge quella di Lord Byron, in occasione del bicentenario della sua morte. L’immagine simbolo della mostra raffigura infatti i due personaggi in un omaggio visivo al famoso poster del 1985 che ritraeva Andy Warhol e Jean Michel Basquiat come due pugili.

Gli artisti in mostra: Lorenzo Badioli, Pupetti_tutti_matti, Federica Bordoni, Roby Brasca, Tommaso Buldini, Andrea Calisi, Alberto Casagrande, Margherita Caspani, Paolo Castaldi, Andrea Chronopoulos, Francesca Colombara, Candida Corsi, Giulia Del Mastio, Gloria Di Bella, Dom Barra, Falco, Alice Filippazzo, frenopersciacalli, Fumettineri, Viola Gesmundo, Mitsuyasu Hatakeda, Alice Iuri, Alessandra Loreti, Luciop, Natalia Lupo, Claudio Marinaccio, Marco Melgrati, Francesco “moro.comics” Moretti, Margherita Morotti, Leonardo Papa, POGU studio, Lucrezia “VIPERINA” Pompa, Gianni Puri, Ragno, Rambo Pavone, Carlotta Scalabrini, teotriste, Marianna Tomaselli, Lorenzo Tonda, Monica Torasso, Daniele Vanzo, Andrea Villa, Violante, Antonio Zeoli, Stefano Babini, Pietro Campagnoli, Sara Paglia, Simone Tribuiani.

 

Lugo, i fior di loto tornano al parco del Loto

Ultimate le attività sperimentali messe in campo dal Comune seguendo le indicazioni degli esperti dell’Università di Parma

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A Lugo sono state ultimate, nel laghetto del parco del Loto, le attività sperimentali messe in campo dal Comune per riportare il fiore nello specchio d’acqua seguendo le indicazioni degli esperti del laboratorio di ecologia acquatica dell’Università di Parma, Marco Bartoli e Rossano Bolpagni.

Da qualche settimana nel parco, nella zona prossima al lago, i frequentatori possono trovare anche tre bacheche con approfondimenti sulla natura del luogo e sulla sua relazione con il fiore di loto che in questi anni è progressivamente scomparso.

Il lavoro degli esperti dell’Università di Parma commissionato dall’Amministrazione comunale ha individuato le cause della scomparsa del loto in motivi essenzialmente naturali.

Nella stagione vegetativa 2023 si sono anche presentati isolati esemplari di fior di Loto inframezzati alle canne palustri che cingono il bacino, presenza che è stata riscontrata anche nell’ambito delle attività sperimentali.

In questi ultimi giorni sono stati quindi realizzati lavori per posare nuove piante di loto in appositi vasconi a pochi metri dalla riva del lago, sulla rampa di accesso sono state invece messe a dimora piante ripariali, utili per il consolidamento delle sponde e creare un rifugio per gli animali che vivono in prossimità del lago.

Il progetto sperimentale del Comune di Lugo sarà monitorato dall’Area Servizi al Territorio che lo ha realizzato.

Le cooperative cercano 5mila persone da assumere per il secondo semestre

La maggior parte nel comparto agroalimentare

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Le cooperative romagnole hanno bisogno di assumere quasi 5.000 persone nel secondo semestre dell’anno in corso, di cui 3.650 stagionali suddivisi tra il comparto agroalimentare (che assorbe la stragrande maggioranza, circa il 66% della potenziale forza lavoro), oltre al settore della produzione e servizi (13%), sociale (13%) e culturale e media (circa 8%).

I dati del Centro Studi di Federcoop Romagna sono stati forniti il 14 maggio di fronte a oltre 150 persone che hanno partecipato all’assemblea di bilancio di Federcoop Romagna al Mercato Coperto di Ravenna, i lavori sono stati aperti dal saluto del prefetto di Ravenna Castrese De Rosa.

Se il dato viene riferito alle assunzioni stagionali, si attesta in maniera ancora più preponderante la necessità di assumere persone da inserire nel settore agroalimentare (77%) e la restante parte tra settore sociale (10%), culturale e media (9%) e produzione e servizi (4%). Tra tutte le figure professionali richieste, quella dell’operaio è la prevalente (81%), a cui segue quella dell’operatore assistente balneare (8%), l’operaio qualificato (3%) e personale amministrativo e gestionale (0,2%) e il restante come personale educativo e ausiliario impegnato nei centri estivi.

La difficoltà a reperire personale continua quindi ad essere una delle priorità per Legacoop Romagna che, tramite la propria società di servizi Fedecoop Romagna, in questi anni ha cercato di costruire risposte concrete, in particolare avviando percorsi di formazione mirati, con le Academy aziendali, ormai diffuse in molte cooperative (Deco Industrie, Icel, Cad e Il Cerchio, per citarne alcune) e con un ormai codificato strumento di selezione del personale, costruito con Randstad, che nel 2023 ha consentito di sottoscrivere, nelle cooperative romagnole, oltre 800 contratti di lavoro.

Un anno fa c’erano quasi 2 metri d’acqua, oggi il Conase inaugura la nuova sede

Il Consorzio di Conselice ha celebrato i 50 anni con un taglio del nastro importante. Costruito un argine per prevenire future inondazioni

Conase Inaugurazione

Il Conase (Consorzio Nazionale Sementi) – cooperativa con sede a Conselice fra i  leader nella costituzione, produzione e commercializzazione di frumento tenero, duro, orzo e erba medica – ha celebrato i suoi 50 anni di attività inaugurando la nuova sede a un anno esatto dall’alluvione.

Il 17 maggio dello scorso anno, l’acqua ha invaso lo stabilimento, gli uffici, gli impianti, i depositi e le aree di carico e scarico superando anche i 180 cm. «Il 24 maggio – ricordano dall’azienda – le autorità preposte hanno autorizzato Conase a pompare fuori dall’azienda l’acqua, il 30 di maggio finalmente si è riusciti a entrare e a iniziare le operazioni di recupero. Il 30 giugno sono iniziate le attività di insilaggio e il 30 luglio sono iniziate le attività per la produzione della merce».

Lo scorso ottobre, a distanza di 5 mesi, Conase ha voluto ricordare quei fatti incaricando lo street artist Zed1 di realizzare un’opera commemorativa imponente (30 metri si larghezza per 5 di altezza) intitolata “Un seme da salvare” e successivamente ha provveduto alla costruzione di un argine e di un sistema di sollevamento idrico che traccia il perimetro esterno della azienda per prevenire future inondazioni.

Conase Inaugurazione Conselice

Martedì 21 maggio Conase – alla presenza di esponenti delle principali istituzioni locali – ha inaugurato la nuova palazzina, la cui costruzione era iniziata nel 2020, con moderni uffici situati su due piani e opere originali del land artist argentini – residenti a Faenza – Oscar Dominguez e Ana Hillar.

«Quello che festeggiamo – ha dichiarato Luca Bersanetti, direttore di Conase – è la tenacia e la perseveranza di tutto il gruppo di lavoro. Abbiamo passato un anno durissimo ma non ci siamo mai abbattuti e oggi possiamo dimostrare che non solo abbiamo resistito ma abbiamo saputo, in una fase durissima come quella passata, rilanciare l’impresa verso il futuro. La sede che oggi apriamo è, per noi, un augurio di prosperità per la Cooperativa attuale e per il suo futuro».

«Le settimane e i mesi dell’alluvione – ha aggiunto Andrea Dalmonte, presidente Conase – sono stati durissimi e alcune realtà vicine a noi ancora non sono completamente ripartite. Ciò che posso però affermare è che non ci siamo mai sentiti soli perché la solidarietà del territorio, di Legacoop Romagna, nazionale e dei tanti nostri interlocutori non è mai venuta meno. Oggi noi festeggiamo 50 anni di attività sicuramente rivolgendo lo sguardo al passato, alle nostre radici, ma senza dubbio oggi possiamo guardare in avanti, verso il futuro di questo lavoro che vede Conase tra i protagonisti del settore nel panorama internazionale».

“L’abbiamo sfangata”: Fornace Zarattini si ritrova a un anno dall’alluvione

Fornace Zarattini sommersa dalla “rotta” del Lamone a 20km
L’alluvione a Fornace Zarattini

“L’abbiamo sfangata” è il titolo dell’evento di solidarietà in programma domenica 26 maggio a Fornace Zarattini, frazione alle porte di Ravenna tra le più colpite sul territorio comunale dall’alluvione di un anno fa.

L’appuntamento è dalle 17.30 alla polisportiva Fornace Zarattini di via Monsignor Fabbri, dove sarà allestito uno stand gastronomico con il contributo degli esercenti che nel corso delle settimane dell’alluvione si erano prodigati negli aiuti (in particolare: il ristorante-pizzeria Babaleus; Laboratorio 81; Macelleria Gabelli; Forno Pasticceria Argnani; Randi Vini; Le Tradizioni di Nick, con il coordinamento di Ravenna Food).

Migranti, a bordo della Sea Eye anche tre palestinesi

Lo sbarco alla Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna. Sulle 52 persone a bordo, solo 5 resteranno in provincia

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Arriverà alle 10 di domani (sabato 25 maggio) a Ravenna la nave Sea Eye dell’omonima Ong, battente bandiera tedesca, con a bordo 52 migranti salvati nel Mediterraneo.

Non essendo disponibile il terminal crociere di Porto Corsini, lo sbarco avverrà alla Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna.

A bordo ci sono 46 uomini adulti e 6 minorenni (di 16 e 17 anni), di cui 4 non accompagnati. Le nazionalità rappresentate sono Siria (26), Bangladesh (19), Palestina (3), Pakistan (2), Marocco (1), Egitto (1). Non sono stati segnalati casi urgenti (né di scabbia), se non quelli di due migranti che necessitano di ulteriori accertamenti per un trauma.

Le 52 persone da Marina di Ravenna saranno trasportate con pullman della Croce Rossa Italiana al Pala De André, dove si svolgeranno le visite sanitarie speditive e tutti gli adempimenti di polizia (identificazione e fotosegnalamento) e dei servizi sociali del Comune di Ravenna.

I migranti saranno poi ripartiti tra le varie province della regione secondo il seguente piano: Bologna 12 (fra cui i 4 minori non accompagnati), Ferrara 3, Forlì-Cesena 7, Modena 8, Parma 4, Piacenza 3, Reggio Emilia 6, Rimini 4, mentre 5 rimarranno a Ravenna nei Cas della provincia.

Le 52 persone raggiungeranno i luoghi di destinazione con mezzi dei gestori dei vari centri di accoglienza di Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna che verranno a prelevarli direttamente al Pala De André, mentre saranno accompagnati dalla Croce Rossa a Bologna quelli destinati al capoluogo emiliano, Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia (in totale 33).

Si tratta dell’undicesimo arrivo di migranti per il Porto di Ravenna e complessivamente sabato sera saranno sbarcate, a partire dal primo avvenuto il 31 dicembre 2022, 1.191 persone.

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