sabato
13 Settembre 2025

Centro di ricerca ambiente energia e mare, arrivano postazioni di coworking

L’avviso pubblico per la concessione onerosa è online da giovedì 28 dicembre

Centro Di Ricerca Energia Ambiente E Mare Marina Di RavennaLa concessione, a titolo oneroso, è aperta a imprese, liberi professionisti e lavoratori operanti negli ambiti della sostenibilità ambientale e decarbonizzazione, sostenibilità energetica e green energy, circular economy, green e blue economy e chimica verde la possibilità di ottenere una postazione di coworking a titolo oneroso per un periodo di tre, sei o dodici mesi al Centro di ricerca ambiente energia e mare di Marina di Ravenna.

Per l’accesso alle postazioni bisogna inviare richiesta al Comune di Ravenna, nei tempi e nei modi specificati al relativo avviso pubblico, aperto da oggi, giovedì 28 dicembre, e scaricabile dal seguente link: https://bit.ly/avviso-spazi-coworking-centro-ricerche

Il tariffario con i costi per la fruizione degli spazi e il documento con le regole di utilizzo degli stessi sono pubblicati al seguente link: https://bit.ly/centro-ricerca-marina-tariffe-regole

Le domande regolari saranno inserite in una graduatoria aperta, con l’indicazione della durata di utilizzo. La concessione delle postazioni avverrà nel rispetto del principio di rotazione: allo scadere della concessione si scorrerà la graduatoria per disporre il rilascio della postazione nei confronti del soggetto che segue. I titolari di una postazione di lavoro, qualora interessati, potranno rinnovare la richiesta di concessione, sempre nei tempi e nei modi indicati nell’avviso.

Con questa nuova opportunità si arricchisce ulteriormente l’attività del Centro di ricerca ambiente energia e mare di Marina di Ravenna, il cui obiettivo principale è quello di instaurare relazioni tra il mondo della ricerca pubblica e quello delle imprese locali, regionali, nazionali e internazionali e di essere attrattivo per imprese operanti, in particolare, nei settori dell’economia circolare, della sostenibilità energetica e della blue economy, che affrontino le sfide delineate dall’European green deal.

Fuochi di ogni tipo vietati per Capodanno

La disposizione fa parte del nuovo regolamento di Polizia e sicurezza urbana del 2023

Pexels Pixabay 40663In vista del Capodanno, il Comune di Cervia ricorda che il “Nuovo regolamento di Polizia e sicurezza urbana” – approvato nel Consiglio comunale del 31 maggio 2023 – disciplina anche l’uso dell’accensione di fuochi e di artifici pirotecnici.

Nello specifico all’articolo 26 si specifica:Nei centri abitati di tutto il territorio comunale è inoltre vietato accendere artifici pirotecnici esplodenti di qualsiasi natura. Il divieto è valido per ogni tipo di fuoco d’artificio, benché di libera vendita, in luogo pubblico e privato, ove in tale ultimo caso, possano verificarsi ricadute degli effetti pirotecnici su luoghi pubblici o su luoghi privati appartenenti a terzi. È inoltre vietato cedere a qualsiasi titolo o far utilizzare in qualsiasi condizione a minori degli anni 14, i fuochi di categoria F1 e ai minori di anni 18, i fuochi di categoria F2 e F3 di cui al Decreto Legislativo 28 luglio 2015 n. 123, fermo il divieto di vendita al pubblico dei prodotti destinati ai professionisti”.

Addio all’ex dirigente comunale Ugo Baldrati

Il cordoglio del sindaco Michele de Pascale e dell’assessora alle Politiche europee Annagiulia Randi 

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Appresa la notizia dell’improvvisa morte di Ugo Baldrati, il sindaco Michele de Pascale e l’assessora alle Politiche europee e Cooperazione internazionale Annagiulia Randi esprimono il loro cordoglio in rappresentanza dell’Amministrazione comunale.

«L’attuale legame con Ugo Baldrati era determinato dal suo ruolo di presidente dell’associazione Amici di Chartres, costituita a seguito del gemellaggio tra Ravenna e la città francese, ma Baldrati è stato per tantissimi anni anche un dipendente del Comune di Ravenna, dove ha lavorato fino al 2009 in qualità di dirigente del servizio appalti e contratti, lasciando in tutti il ricordo di un professionista e di una persona molto competente, attenta e disponibile. Qualità che aveva poi messo totalmente al servizio dell’associazione Amici di Chartres, città della quale era innamorato e profondo conoscitore, tanto da aver tenuto delle vere e proprie lezioni sulla sua cattedrale. Proprio in questi giorni era al lavoro per organizzare la visita dell’anno prossimo in città di una delegazione dell’associazione Amici di Ravenna. Siamo vicini alla famiglia e a tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato».

Concerto di Capodanno con raccolta fondi per progetto di beneficienza

Per l’esibizione di Kaylah Harvey sarà possibile fare un offerta a “Tutti i bambini e le bambine vanno a scuola”.

B1fac078 C059 7629 93a2 1f3ed4c2762eIn occasione del Concerto di Capodanno, in programma il 1 gennaio (ore 11.30) al teatro Alighieri, nell’ambito della rassegna Christmas Soul – con la voce della scena musicale newyorkese, Kaylah Harvey, con The Bronx Black Keys e un’esibizione arricchita dallo M String Quartet – sarà possibile fare un’offerta alla raccolta fondi per il progetto “Tutti i bambini e le bambine vanno a scuola”.

Il progetto, arrivato all’undicesima edizione, è coordinato dall’assessorato ai Servizi sociali in collaborazione con la Consulta ravennate delle associazioni di volontariato. Aderiscono le associazioni: Arci Associazione genitori, Auser Volontariato Ravenna, associazione sportiva Pietro Pezzi, Avvocato di strada, Casa delle donne, Centro di ascolto Caritas, Croce rossa italiana, Comitato cittadino antidroga, R.C.Mistral Protezione Civile, Punto d’incontro francescano. Anche quest’anno hanno collaborato alcune cartolerie: La cartoleria Girogirotondo, la Cartolibreria Salbaroli, La Politecnica e Tecnodesign.

È possibile partecipare anche con una donazione tramite bonifico bancario: Banca Bcc intestato a Consulta del Volontariato IBAN: IT89G0854213104037000100917 Causale: progetto tutti i bambini e le bambine vanno a scuola.

Ripartito il servizio ferroviario tra Marradi e Faenza

La tratta era interrotta da maggio a causa dell’alluvione

Treno1Nella giornata di mercoledì 27 dicembre, in occasione della riapertura della tratta ferroviaria Marradi-Faenza, interrotta per ragioni di sicurezza a maggio di quest’anno a causa degli eventi alluvionali che avevano provocato diverse frane lungo la linea ferroviaria, gli amministratori del territorio hanno voluto essere presenti per dare un segnale di vicinanza da parte delle istituzioni alla ripresa del servizio. Saliti a Marradi i rappresentanti delle municipalità e della Regione Emilia-Romagna hanno viaggiato sul treno che li ha condotti fino a Faenza.

«La ripartenza di un servizio – è stato sottolineato da parte degli amministratori presenti in rappresentanza del territorio – da tanto tempo atteso e di grande utilità, sia per quanto riguarda l’importanza nei collegamenti di tutti i giorni tra le persone di questi territori ma anche quale mezzo di trasporto e promozione turistica di fondamentale importanza».

Unanimemente è stata espressa la volontà di presidiare l’esistenza della linea ferroviaria, di avere tempi certi per la sistemazione definitiva dell’infrastruttura e di proseguire sulla strada di uno sviluppo del servizio ferroviario della Faentina, fondamentale nel potenziamento delle politiche di mobilità sostenibile e per renderlo sempre più confacente alle esigenze dei viaggiatori.

Alla mattinata hanno preso parte una dirigente della Regione Toscana, per la Regione Emilia-Romagna, la consigliera Manuela Rontini, per Borgo San Lorenzo Giorgia Baluganti, il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti, per l’amministrazione di Brisighella i consiglieri Pietro Savorani e Angela Esposito e per Faenza l’assessore Massimo Bosi e il presidente del Consiglio comunale Niccolò Bosi. Erano presenti, inoltre, alcuni membri delle associazioni giovanili della vallata.

Sportello Caregiver di Ausl Romagna, ecco i numeri del primo anno

Presentate 236 schede su 245 contatti, principalmente per la cura degli anziani

Anziani CoppiaLo sportello Caregiver è stato attivato il 20 settembre 2022 su iniziativa del Distretto Socio Sanitario e dei comuni di Ravenna-Cervia-Russi, inaugurando un importante servizio per coloro che si dedicano all’assistenza domiciliare di familiari o conoscenti. La sua funzione è accogliere le autocertificazioni compilate dai caregiver, valutare il loro livello di stress, fornire una consulenza a seconda dei bisogni e delle difficoltà manifestati. Le autocertificazioni vengono vagliate da un assistente sociale, che segnala i casi non ancora noti al Servizio sociale associato dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi, per poi prendere in carico la situazione.

I numeri e le richieste

Nel corso del primo anno sono state presentate 236 schede, su un totale di 245 contatti. Di queste richieste, 145 erano già note ai Servizi sociali mentre le restanti 91 hanno portato alla conoscenza di nuovi casi. Si tratta principalmente di persone che si prendono cura di anziani, per l’esattezza 168, mentre le restanti si occupano di adulti (58) o minori con disabilità (19). Rilevante il fatto che 14 domande siano state presentate da soggetti non residenti nel distretto di Ravenna-Cervia-Russi, segnalando una carenza di risposte nei rispettivi comuni. Infine sono 66 le persone che hanno richiesto semplicemente informazioni.

Fra le esigenze registrate, 87 riguardano caregiver che hanno richiesto sostegno psicologico, mentre 145 persone hanno chiesto o erano già titolari di servizi di tipo territoriale; fra questi, per esempio, assistenza domiciliare, centri diurni, pasti, servizi di lavanderia o di trasporto, oppure consulenze professionali con un assistente sociale; infine 4 hanno chiesto una consulenza fisioterapica. Questo approccio pratico può includere sopralluoghi domiciliari per fornire indicazioni operative che migliorano la vita quotidiana dei caregiver.

A presentare le domande, attualmente, sono stati 75 uomini e 170 donne, a dimostrazione che il lavoro di cura è sbilanciato verso il genere femminile. Ebbene, di tutte le schede processate, 202 autocertificazioni hanno richiesto una risposta da parte dei servizi e la pianificazione di interventi domiciliari.

Questi dati indicano la rilevanza dello Sportello Caregiver nel supportare coloro che si occupano di garantire assistenza e supporto al domicilio, ma evidenziano anche la varietà e l’ampiezza dei bisogni della comunità e consegnano solo una stima dei pazienti in condizioni di non autosufficienza che hanno necessità di cura.

«In un quadro normativo pur carente – afferma l’assessore ai Servizi sociali Gianandrea Baroncini – abbiamo cercato di creare uno strumento utile di sostegno alle tante famiglie che anche nella nostra città assumono il ruolo fondamentale dei caregiver familiari, in particolare conviventi, che vogliono essere tutelate e sostenute adeguatamente nel loro compito di cura. In un paese con l’indice di vecchiaia tra i più alti d’Europa, con una cronicità sempre più diffusa e una percentuale di disabilità in aumento, il ruolo del caregiver assume un’estrema rilevanza sociale. Questo progetto, e tutte le azioni migliorative che ne potranno derivare, ci aiuta a disegnare una città più inclusiva, capace di dedicare uno spazio specifico di formazione e di accompagnamento all’impegno di cura quotidiana che le famiglie svolgono».

In provincia 1.361 imprese, ma nel 2023 più chiusure che aperture

Chiara Venturi di Confesercenti parla della complessità del settore

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I DATI

I dati della Camera di Commercio dicono che in provincia di Ravenna fino a settembre erano attive 1.361 imprese di ristorazione incluse gelaterie e pasticceria, ma esclusi i bar. La metà sono nel comune capoluogo, un quarto nel Cervese. Nel corso dei primi nove mesi del 2023 le nuove iscrizioni di attività sono state 37, ma 67 sono state le cancellazioni. Il saldo annuale è stato negativo anche nel 2022 e nel 2021. Insomma i nuovi ristoranti che nascono non mancano ma sono meno di quelli che chiudono.

Un trend interessante viene dai dati raccolti da Confcommercio. Alla fine del 2021 i ristoranti e le attività di ristorazione mobile in provincia erano 1.582, circa 130 in più rispetto al 2009. La fetta più consistente dell’incremento nel decennio è concentrata nel capoluogo con un aumento di quasi 90 realtà.

All’ultima assemblea regionale di Confesercenti è stato presentato un report di Unioncamere che analizza l’andamento delle attività negli ultimi 50 anni in Emilia-Romagna. La fetta di commercio, alloggio e ristorazione valeva il 49 percento del totale delle imprese nel 1971 e il 34 percento nel 2023 (andamento inverso per i servizi). Ma se si guarda ai numeri assoluti, la ristorazione da sola ha raddoppiato le 12mila imprese del 1971 e ha avuto aumenti ancora più ampi nello specifico dei ristoranti, da 3.414 a 14mila, un balzo del 315 percento. Che ha comportato un’esplosione dell’occupazione: nel 2023 si contano circa 165mila addetti.

L’INTERVISTA

«Le statistiche generali dicono che nella ristorazione oggi è ancora attiva un’impresa su cinque di quelle nate dal 2020 in poi. È un dato regionale ma rende l’idea dello scenario nel settore». Chiara Venturi è la referente provinciale della Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici (in acronimo Fiepet), un’associazione di categoria aderente a Confesercenti che riunisce le piccole e medie imprese di commercio, turismo e servizi. «La ristorazione è un settore con un turn over alto: molte aperture di nuove attività, che però non sempre riescono a consolidarsi. Anche perché chi ci prova, a volte, proviene da tutt’altro contesto e non è facile improvvisarsi».

La rappresentante di categoria delinea i due aspetti che, a suo avviso, hanno contribuito maggiormente al proliferare delle attività: «Circa quindici anni fa è arrivato uno snellimento delle procedure di avviamento con la liberalizzazione delle licenze. Ora è sufficiente una Scia, la segnalazione certificata di inizio attività. In parallelo a questo c’è stato un cambiamento nei costumi: è aumentata la propensione a consumare pasti fuori casa, è qualcosa che ormai fa parte della quotidianità per molti. E così si è ampliata l’offerta per rispondere a una domanda in crescita».

Avviare un ristorante, anche in un regime snellito dal sistema delle licenze, richiede comunque un percorso di tappe necessarie: «Bisogna partire dalla disponibilità del requisito professionale. Può averlo il titolare per esperienza, si consegue dopo un percorso di studi, può averlo un preposto che lo mette a disposizione dell’impresa oppure va conseguito con un corso di cento ore in quattro mesi che costa 600 euro. Poi serve un locale con la destinazione d’uso adatta oppure serve la richiesta di cambio, vanno rispettate normative sanitarie, la dimensione della cucina determina il tipo di attività che si può svolgere, se ci sono dipendenti serve una valutazione dei rischi professionali». Bisogna addentrarsi nei corridoi di regole e norme e le associazioni di categoria offrono una spalla: «Abbiamo persone dedicate per i vari argomenti e forniamo consulenza alle imprese».

Tra i vari corsi di formazione proposti c’è quello chiamato food cost: «Insegniamo all’imprenditore come valutare il prezzo finale della pietanza in base alla struttura dei costi e alla preparazione. Si calcola il tempo di preparazione, ma anche la materia prima, eventuali scarti, l’energia usata, le spese per il trasporto».

Degli accorgimenti introdotti per fronteggiare il Covid, è rimasto qualcosa a distanza di tre anni? «In quel momento storico i ristoratori hanno dovuto cercare nuovi stratagemmi per mantenere il contatto con la clientela e quindi da allora c’è sicuramente un uso più sistematico dei social network. È incrementato molto l’uso di piattaforme digitali per la prenotazione dei tavoli, molti locali hanno ancora i menù digitali e i pagamenti digitali sono diventati più comuni».

Il giorno di Natale ritrova la bicicletta rubata al figlio

Il furto era avvenuto il 22 dicembre, il padre del giovane ha però rinvenuto il mezzo legato davanti alla stazione

WhatsApp Image 2023 12 27 At 07.30.39Nel tardo pomeriggio del giorno di Natale, è giunta al Comando della Polizia Locale la segnalazione di un cittadino ravennate il quale, transitando da piazzale Farini verso via Carducci, notava la presenza, su una rastrelliera nei pressi dei portici, di una mountain bike rubata il giorno 22 dicembre al figlio minorenne.

Gli agenti dell’ufficio pronto intervento, giunti sul posto, dopo aver esaminato la denuncia di furto e ascoltato sulla vicenda il padre e il figlio i quali, a comprova di essere i legittimi detentori del velocipede, hanno mostrato una corposa galleria di immagini che ritraevano il veicolo, provvedevano al recupero di quest’ultimo liberandolo, con un tronchese, dalla catena che lo teneva vincolato alla rastrelliera. Dopo brevi formalità la bicicletta è stata dunque riconsegnata al proprietario.

Cordoglio a Ravenna per la morte dello storico titolare del ristorante romano

Pompeo “Franco” Piscopiello è scomparso la viglia di Natale. La famiglia ha deciso di donare e far del bene agli altri anziché ricevere fiori per il suo funerale

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“Franco” Piscopiello nella foto scelta dalla famiglia per la raccolta fondi

È improvvisamente venuto a mancare, il giorno della vigilia di Natale, Pompeo Piscopiello, da tutti conosciuto come Franco, “ambasciatore” della cucina romana a ravenna con la sua trattoria del Buon Gusto, in via Cesarea. Si trovava nella sua zona d’origine, nel comune romano di Marino, dove si terrà il funerale mercoledì 27 dicembre.

La famiglia raccoglierà fondi da destinare a Save the Children: «Abbiamo pensato di donare e far del bene agli altri anziché ricevere fiori per il suo funerale – spiega la nipote Serena -. Mio zio era una persona dal cuore grande e amava incondizionatamente i suoi nipoti e i suoi pronipoti, e anche i suoi figliocci, come chiamava i bimbi tenuti a battesimo. Quindi riteniamo che aiutare i bambini sia il dono più bello che le persone che gli hanno voluto bene possano fare in questo momento».

Sequestro al porto di oltre 238mila capi tessili non sicuri

Il valore complessivo della merce sequestrata è di oltre un milione di euro, tutti i capi avevano etichette non conformi

GdF Ravenna

Nel corso delle attività di vigilanza poste in essere dalla Guardia di Finanza di Ravenna a tutela della regolarità delle importazioni, è stato sottoposto a controllo, in prossimità del locale Porto, un container proveniente dalla Cina contenente materiale tessile.

Dall’apertura del container e degli imballaggi in esso contenuti è stato notato che i capi tessili importati erano connotati da etichette descrittive della qualità del prodotto facilmente rimovibili, peculiarità che ha indotto i finanzieri a effettuare ulteriori approfondimenti presso la società destinataria dei prodotti.

Gli esiti del controllo, quindi, hanno evidenziato come quest’ultima avrebbe provveduto alla commercializzazione dei medesimi capi, predisponendo una confezione con indicazioni errate circa l’effettivo produttore e distributore in Italia, violando, pertanto, le specifiche prescrizioni contenute nel Codice del Consumo.

Tale normativa, infatti, prevede che negli imballaggi siano chiaramente visibili e leggibili, tra le altre, le indicazioni relative alla ragione sociale e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione europea.

Conseguentemente i prodotti, quantificati in 238.159 e del valore commerciale stimato di circa 1 milione di euro, sono stati sottoposti a sequestro amministrativo, fino a che l’operatore commerciale, non provveda al pagamento di una sanzione irrogata dalla Camera di Commercio di Ravenna e alla regolarizzazione dell’illecito mediante l’apposizione delle informazioni normativamente richieste.

Il servizio svolto conferma il ruolo di polizia economico-finanziaria assolto dalla Guardia di finanza e la costante attenzione delle Fiamme Gialle di Ravenna, soprattutto nel periodo delle festività natalizie, al contrasto di ogni violazione delle norme apprestate a tutela del made in Italy e dei consumatori, nella prospettiva di garantire la libera e leale concorrenza degli operatori sul mercato.

Un volume fotografico “Per non dimenticare” l’alluvione di maggio – Gallery

La “Romagna Mia” di Luigi Tazzari, con testi di Spadoni e Cavina

È in vendita nelle librerie di Ravenna e Faenza “Romagna Mia… Per non dimenticare”, libro del fotografo ravennate Luigi Tazzari, una testimonianza visiva del disastroso evento climatico che ha colpito il nostro territorio.

«Ho deciso di affrontare la catastrofe – dice Tazzari – cercando, se possibile, di mettere in evidenza l’orgoglio e il senso di appartenenza dei suoi abitanti verso questo territorio e quel carattere che sa essere, nel caso di necessità, solidale e costruttivo».

Il libro fotografico è arricchito dalla poesia “La Fiumana” del poeta ravennate Nevio Spadoni e da un testo dello scrittore casolano Cristiano Cavina.

Lo sfogo di uno chef: «Quante bugie dietro a quelle Stelle Michelin…»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera che farà sicuramente discutere: è quella di uno chef che denuncia un sistema poco trasparente – per usare un eufemismo – dietro le quinte di un locale di un cuoco stellato, in cui ha lavorato. L’anonimato è necessario per evitare diffamazioni – non essendo possibile una replica – ma i temi sollevati crediamo possano essere comunque utili per tenere alta l’attenzione sulla qualità di un lavoro che ha direttamente a che fare con tutti noi.

Pexels Rene Asmussen 2977514

Ho pensato tanto prima di scrivere queste righe, perché il rispetto che ho per il mio lavoro certe volte mi divide in due. Essere un cuoco significa abbracciare una scelta di vita di rispetto per il cibo, gusto e amore per le persone con cui condividi la tua passione. Si cucina per condividere, si cucina per spogliarsi delle menzogne, delle etichette. Credevo che tutti quelli che abbracciano questo mestiere, che scelgono di fare gli chef, di aprire un ristorante, di diventare cuochi-imprenditori, la pensassero come me. Beh, il mondo della cucina di oggi, il mondo dell’apparenza, mi ha invece ingannato e deluso.

Dopo tanti anni di lavoro sodo, di sacrifici, decido di inseguire il sogno di ogni ragazzo o ragazza che vuole fare questo mestiere, che ha voglia di fare un viaggio lungo, difficile ma pieno di soddisfazioni: mi affido a un cuoco stellato, noto per il suo marketing, per le sue stelle Michelin guadagnate nel corso degli anni, per la sua fama di duro lavoro, impegno, esperienza, talento. Se fosse tutto vero, oggi sarei ancora una persona che sogna di fare parte di questo mondo. Per farla breve, invece, entro nel sistema, lascio il mio vecchio incarico, faccio chilometri per lavorare in un progetto per cui dedico anima e cuore. Ma chi ha detto che non è oro tutto quello che luccica aveva pienamente ragione.

Il prezzo del piatto che hai davanti quando paghi profumatamente la firma di un cuoco blasonato, non è sempre trasparente. Dietro c’è tanta falsità, tanta apparenza e tanto amore non per la cucina, no, ma solo ed esclusivamente per il business. E così mi ritrovo davanti a chef stellati che non stanno nella loro cucina per cucinare. Cuochi che usano i ragazzi di vent’anni per studiare i piatti, le ricette, per fare le prove, prendendosi poi tutti i meriti che invece non gli spettano. Tanto tu, giovane, non puoi dire nulla, hai ancora la speranza di poter crescere. E lo chef incassa intanto stelle Michelin con prodotti scadenti, “pesce fresco” che in realtà è congelato, “materia prima italiana”, del “territorio”, in realtà firmata Spagna, Grecia, Croazia. Soasi venduti come rombi, che hanno un prezzo nettamente inferiore; verdure fresche che si rivelano congelate, addirittura fiocchi scadenti di patate quando abbiamo sul territorio il fresco pregiato. Immagini vendute per quello che voi alla fine non vedete ma pagate, e anche a caro prezzo.

Chef stellati che non sanno usare un coltello per tagliare a julienne, giovani pakistani che da lavapiatti vengono promossi di sera capi partita senza aver mai pulito nemmeno un gambero o una seppia e pagati una miseria.

E il nostro chef stellato non dimentica di diventare il protagonista anche di questa cucina, capace di prendersi i meriti, davanti a giornali che fanno le standing ovation e addirittura grandi critici che mettono i ristoranti nella Guida Michelin senza indagare chi sta dietro a tutto ciò.

Continuiamo ad arricchire persone che diventano chef stellati in modo strano, con la loro storia che si incrocia con imprenditori, donazioni, premi. E così, il ragazzo giovane che continua a guardare Chef’s Table in tv, sogna, lavora sodo per pochi soldi, spende per assaggiare piatti in giro per Italia da ristoranti blasonati e spera, spera, che un giorno, fra 20 anni diventerà il prossimo chef stellato…

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