domenica
06 Luglio 2025

“Levia Gravia”, la leggerezza formale della scultura

In mostra alla Fondazione Sabe le opere di Valerio Anceschi e Luca Scarabelli. La rassegna d’arte è aperta fino al 24 giugno

Levia Gravia

Sono attualmente due le presenze in mostra alla galleria Sabe a Ravenna che apre una contenuta retrospettiva dei lavori di due scultori italiani, entrambi di origine lombarda: Valerio Anceschi e Luca Scarabelli. Appartenenti a generazioni diverse ma distanziati da appena una decina di anni – Scarabelli è del 1965 mentre Anceschi nasce 10 anni dopo – i due scultori sono apparsi sul panorama nazionale rispettivamente fra gli anni ‘80 e il decennio successivo.

In mostra è presente una selezione di lavori appartenenti agli ultimi loro 15 anni di lavoro, con qualche incursione in quelli precedenti in modo da enucleare la diversa poetica delle due personalità evidenziandone anche le vene comuni. Il titolo della mostra – Levia Gravia, preso a prestito da un verso di Ovidio e dalla raccolta di Carducci – racchiude il concetto di una leggerezza formale che caratterizza tutte le sculture presenti, lontane dall’idea di monumentalità tipica di molta tradizione scultorea. Il secondo concetto suggerito dal titolo invece riconduce la scultura nella sua linea di appartenenza terrestre, nelle sue relazioni con lo spazio e la materialità, nell’attenzione che entrambi gli scultori pongono alle super­fici e alle trame spaziali possibili.

Entrando più speci­ficatamente nel lavoro di Luca Scarabelli, occorre ricreare il contesto di una produzione che comprende pittura, scultura, allestimenti, libri d’artista, video, perfomance e anche un recente intervento di arte pubblica. La multiforme versatilità dei linguaggi utilizzati dall’artista delinea alcune corde in comune a tutti i lavori quali un’attenta sobrietà formale che interseca rivisitazioni di poetiche surrealiste per il riutilizzo di objects trouvés, l’attenzione a materiali artistici storicizzati, la rievocazione di un affato ironico che resuscita le provocazioni delle Avanguardie storiche. La storia dell’arte del ‘900 è per l’artista un patrimonio a cui attingere: da Joseph Beuys – un maestro amato da Scarabelli che lo cita nel suo recente intervento di arte pubblica a Roma – trae ispirazione per un lavoro del 2006 – un cappello di feltro rovesciato ed eretto a pavimento – che riprende l’utilizzo ti pico del feltro di Beuys, eludendone però la carica eversiva politica e rimettendo in gioco al suo posto una prospettiva ironica. La bandiera di I’m sorry, I’m lost (2014) o le forbici piantate nel muro del più recente Hysteria (2022) riaccendono la vitalità degli oggetti trovati per caso, quelli che i Surrealisti credevano scegliessero le persone e non venissero scelti. Importante per questi lavori è la scelta del titolo – dal valore equiparabile alla materialità dell’intervento – proprio per i nessi immaginativi e culturali che si creano fra oggetto e apporto verbale.

Anche Valerio Anceschi divide il suo lavoro equamente fra diversi linguaggi, riducendo comunque gli interventi alla pittura, alla scultura e ad alcune incursioni nel design di gioielli. La poetica dell’artista gravita su una forte attenzione formale, sostanzialmente lirica nel segno e nelle risultanti tanto da essere inserito nel gruppo milanese dei Nuovi lirici, fondato nel 2008 dal critico e curatore Matteo Galbiati.

Le sculture di Anceschi vengono prodotte principalmente utilizzando materiali di scarto di produzioni provenienti da fonderie, che vengono poi risagomati e plasmati in opere caratterizzate da un’evidente leggerezza. Nei lavori meno recenti come Aeriforme del 2010, le grandi dimensioni e la relativa pesantezza visiva del materiale sono poste in discussione dalla levità dell’allestimento: l’opera dichiara la propria precarietà nella possibilità di muoversi nello spazio in questa sorta di traduzione portata al gigantismo degli storici mobiles di Alexander Calder. Altre volte, soprattutto per le sculture più recenti a muro come Io rinuncio (2021) o Aeriforme (2010), rigorosamente colorate nella bicromia di rosso o nero, le opere presentano una sorta di elasticità connaturata che permette al lavoro di adattarsi in posizioni e spettri spaziali diversi in altrettanti differenti spazi di allestimento.

“Valerio Anceschi – Luca Scarabelli. Levia Gravia”, a cura di Francesco Tedeschi, Sede Fondazione Sabe per l’arte (via Giovanni Pascoli 31), Ravenna, fino al 24 giugno; gio.-ven.- sab. ore 16-19, Ingresso libero.

Coop bagnini di Cervia: «La spiaggia è pronta, unica incognita il meteo»

Il presidente Ceccaroni sulle relazioni coi clienti al telefono: «Li abbiamo rassicurati che è tutto a posto…»

Spiaggia OmbrelloneGli ottocento ettari delle saline di Cervia sono la zona più prossima alle spiagge della provincia di Ravenna che ha subito allagamenti dalle rotture degli argini dei ­umi. Insomma, salvo brevi tratti da ripristinare per il materiale trasportato dai ­fiumi, non ci sono stati danni strutturali alle spiagge. Ma il mese di maggio è andato perso del tutto per la stagione balneare, anche se si tratta di un periodo in cui solitamente gli stabilimenti aprono gli ombrelloni solo nei weekend.
«La variabile che davvero ha inciso e potrebbe ancora incidere è l’instabilità meteorologica – dice Fabio Ceccaroni, presidente della cooperativa dei bagnini di Cervia –. Siamo convinti che se arriveranno davvero il caldo e il sole in maniera stabile non ci saranno particolari ricadute per il comporta balneare dovute all’alluvione».

Non sono mancate le telefonate della clientela: «Chi viene da fuori sentiva i media parlare genericamente di Romagna e può essere dif­ficile distinguere con precisione le zone. Tanti hanno chiamato le imprese turistiche per manifestare solidarietà e informarsi della situazione. Le spiegazioni degli imprenditori hanno aiutato a fare chiarezza».
Per l’amante della spiaggia cervese, l’alluvione potrebbe restare solo un fotogramma sugli schermi delle tv: «Il turista che arriva da noi uscendo al casello di Cesena potrebbe nemmeno accorgersi che c’è stata un’alluvione in zone vicine». Questo non signifi­ca che i bagnini abbiano dimenticato i vicini di casa: «Abbiamo avviato raccolte fondi tra i nostri soci a favore delle zone colpite».

E la qualità delle acque, con divieti di balneazione che ogni tanto sono stati emanati, potranno incidere sul turismo? «La cosa importante è spiegare che i controlli sono una garanzia per i bagnanti, il 95 percento delle coste è balneabile e i divieti hanno quasi sempre durate brevi. E in ­fin dei conti non è uno scenario così diverso da altri anni quando una pioggia torrenziale può causare un divieto temporaneo».

Seconda edizione per Festival estivo di Lido di Classe

Fino al 19 agosto sul palco di piazza Caboto serate per adulti e bambini, tra comici, funamboli e musicisti

Ha preso il via la seconda edizione del Festival di Lido di Classe, la rassegna estiva serale di spettacolo e intrattenimento che fino al 19 agosto, animerà la località balneare ravennate.
Il programma accende i riflettori del palco di piazza Caboto, dove per tutta l’estate si avvicenderanno artisti, musicisti, comici ed eventi per bambini con una ventina di appuntamenti.

Dopo l’inaugurazione con gli artisti del Busker Festival che chiuderà anche la rassegna il prossimo 19 agosto, altro evento da evidenziare del festival nel mese di giugno si tiene sabato 24 sul grande palco di piazza Caboto con il concerto del gruppo musicale degli Antipop, e la loro proposta di cover a cavallo tra classici rock e musica pop. Fra in tanti eventi in programma anche e i fuochi d’artificio della notte di San Lorenzo (10 agosto), lanciati dalla foce del fiume Savio e visibili da entrambe le spiagge dei due lidi di Classe e di Savio.

Apicoltura romagnola semidistrutta fra inondazioni e frane

L’allarme lanciato da Coldiretti Ravenna che stima un’attuale perdita di miele vicina all’80% rispetto al 2022. Preoccupazione anche per la biodiversità creata dalle api con l’impollinazione

Futuro a rischo per il sistema produttivo dell’apicoltura. A denunciare la crisi è Coldiretti Ravenna che stima al momento una perdita di produzione nei mesi di aprile e maggio 2023 pari anche all’80% rispetto alla scorsa stagione. «Dall’inverno siccitoso all’alluvione passando per le gelate tardive primaverili – scrive in una nota stampa l’associazione locale degli agricoltori  –. Maltempo e calamità che non hanno lasciato scampo nemmeno alle api con i raccolti di miele in Romagna pressoché azzerati».
«Gli apicoltori romagnoli – spiega Nicola Dalmonte, Presidente di Coldiretti Ravenna – sono in ginocchio perché oltre all’azzeramento del raccolto devono fare i conti anche con le incognite e le spese legate alla ripartenza».

I danni provocati dalla doppia alluvione che ha colpito il territorio ravennate e coinvolto gran parte dei 45mila alveari romagnoli curati da oltre 1800 apicoltori – afferma il sidacato dei coltivatori/allevatori – sono ingenti poiché hanno compromesso la produzione primaverile, ma mettono a repentaglio anche il futuro di un intero settore che, già lo scorso anno, sempre per via dei cambiamenti climatici, aveva detto addio a quasi 1 vasetto di miele su 4 (23%) rispetto a poco più di un decennio fa.

Allagamenti e frane, oltre a spazzare via fiori e frutteti, indispensabili per la vita stessa delle api, hanno travolto anche migliaia e migliaia di arnie cancellando interi alveari e famiglie di api. Quelle poche api che si sono salvate – spiega Coldiretti – rischiano ore di morire di fame per via delle difficoltà che gli apicoltori stessi incontrano nel raggiungere arnie e alveari. Il disastro che ha colpito l’apicoltura romagnola è un grave pericolo anche per la biodiversità, considerato che le api domestiche e quelle selvatiche sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. Infatti ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao.

Ma non finisce qui: il timore è che il calo delle produzioni collegato agli sfasamenti meteo-climatici apra nuovi spazi alle importazioni dall’estero, già cresciute del +12% nel 2022 per un quantitativo di oltre 26,5 milioni di chili, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare. Non è un caso, infatti, – concludono i rappresenati degli apicoltori – fra i campioni di miele importati nella UE fra il 2021 e il 2022, quasi 1 su 2 (46%) sia sospettato di adulterazione, secondo l’indagine “From the hives” della Commissione europea.

 

Presidente Confesercenti: «Negli alberghi perdite fino al 40 percento»

Monica Ciarapica, oltre a guidare il sindacato, gestisce una struttura a Cervia: «Tra le ragioni delle disdette c’era spesso il timore per la qualità del mare»

Alberghi PerditeMaltempo e alluvioni di maggio potrebbero costare in media circa un 40 percento di disdette per le strutture ricettive di Cervia nella seconda metà di giugno. Il dato, provvisorio e derivato da una raccolta di informazioni parziali, viene da Monica Ciarapica, albergatrice della località e presidente provinciale di Confesercenti.

«Nei giorni più drammatici delle alluvioni ci sono state davvero molte disdette, soprattutto perché le persone avevano paura di non trovare una situazione accogliente. Il weekend del 2 giugno pensavamo sarebbe stato compromesso del tutto e invece siamo riusciti a recuperarlo, anche se non certo con i tassi di occupazione che avremmo avuto senza gli allagamenti in Romagna. Cervia non ha avuto problemi di questo tipo, ma da fuori non viene percepita così bene la differenza fra le zone».

Per il prodotto Cervia, la mancanza della disponibilità della saline sarà un freno? «Le saline sono un valido plus dell’offerta turisitica – dice Ciarapica – ma il turista di Cervia non si sposta per quella ragione» Chi ha fornito motivazioni delle disdette, in diversi casi, ha fatto riferimento anche ai timori per la qualità dell’acqua: «Da parte nostra possiamo solo far presente che i controlli ci sono per tutelare le persone».

Ciarapica apprezza il lavoro fatto dal ministero del Turismo e da Apt regionale: «Stanno cercando di comunicare le cose correttamente per far capire che il comparto mare è attrezzato come è sempre stato. La presenza della ministra Santanché è stata importante». In parallelo le varie sezioni Confesercenti hanno provato a fare la loro parte: «C’è stata una bella collaborazione per cercare di far arrivare il messaggio giusto tra gli associati in altri territori».

Biennale internazionale faentina per la ceramica d’arte, ecco i vincitori

Il massimo riconoscimento della 62esima edizione assegnato al belga Yves Malfliet e al cinese Wei Bao. Cerimonia ufficiale al Mic il 30 giugno, poi la mostra delle opere selezionate fino al 29 ottobre

Opera ceramica Yves Malfliet
Yves Malfliet, “Paradiso eclettico di terra”, 2022, Premio Faenza 2023 over 35

Sono stati recentemente assegnati i riconoscimenti della 62° edizione del Premio Faenza, la Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea, tra le più importanti al mondo, organizzata dal MIC di Faenza da oltre ottanta anni.
La giuria composta dalla direttrice del MIC Faenza, Claudia Casali, Judith Schwartz, presidente del Museum of Ceramic Art-NY, Ranti Tjan, direttore della Royal Academy of Art in The Hague, Tomohiro Daicho, senior curator del MOMAK di Kyoto, dopo un attento lavoro di analisi delle settanta opere selezionate ha giudicato come vincitrice della categoria over 35 – premio sostenuto Fondazione del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza – l’installazione “Paradiso eclettico di terra” dell’artista belga Yves Malfliet e, come vincitrice della categoria under 35 – premio sostenuto da Cersaie –, l’opera “Courtyard Twilight Series IV” dell’artista cinese Wei Bao.

Entrambi gli artisti vincitori riflettono attraverso l’argilla sul rapporto tra uomo, società, natura e ambiente.
«Yves Malfliet evolve reinventando costantemente il suo lavoro attraverso creazioni argute e stimolanti.  – commentano i giurati – Il processo di lavorazione dell’argilla è caratterizzato da molteplici tecniche che danno vita ad un insieme armonico. L’aspetto intellettuale dell’opera porta ad indagare la nostra società e, più profondamente, i resti della società, attraverso la fusione e un apparente collasso degli oggetti, racchiusi in scatole in cui tutto è accatastato, come un bric-à-brac o rifiuti. L’opera ingloba l’intero spazio concesso: muro, tavolo, pavimento in una installazione totale di grande originalità».
«Il lavoro di Wei Bao – ha motivato la giuria – pone invece l’attenzione sul rapporto tra uomo e natura a partire da una riflessione sulle antiche civiltà e i loro nuclei abitativi. La circolarità rappresenta la rivoluzione della Terra, le antiche civiltà iniziarono a vivere in spazi circolari, a contatto e in simbiosi con la natura. Questo è un tema quanto mai attuale: viviamo tutti i giorni la perdita di quell’armonia primordiale. L’opera ci richiama al rispetto degli equilibri naturali nel costruire, per tornare ad un dialogo sereno con la natura».

Opera Ceramica Bao Wei
Bao Wei, “Courtyard Twilight Series IV”, 2022. Premio Faenza 2023 under 35

La Medaglia della Camera dei Deputati è andata ad Anja Seiler, la Medaglia del Senato della Repubblica a Marieke Pauwels, il Premio Monica Biserni a Sarah Pschorn, il Premio in memoria di Eleuterio Ignazi a Victor Fotso Nyie, il Premio Rotary Club Faenza a Marco Samorè, il Premio Lions Faenza Club Host ad Elysia Athanatos, la Medaglia d’argento della rivista “D’A”ad Hongli Peng, infine il Premio alla Carriera del MIC Faenza: Velimir Vukicevic.
Le Menzioni d’Onore della Giuria vanno invece a Sara Cancellieri, Frank Louis, Fausto Salvi, Veljko Zejak.

La cerimonia ufficiale di premiazione del 30 giugno, dalle ore 17, al MIC, prevede un dibattito con gli artisti premiati e darà il via alla mostra delle settanta opere selezionate che saranno visitabili dal 1 luglio al 29 ottobre 2023. In mostra per lo più installazioni, realizzate da artisti già affermati (over 35) e giovani talenti (under 35), provenienti da tutto il mondo che hanno scelto la ceramica come mezzo principale per esprimere la loro poetica.

«La selezione presentata è una ricca ed interessante panoramica dell’arte ceramica contemporanea. – conclude la direttrice del MIC Faenza Claudia Casali – Un ventaglio di proposte che riflettono su temi attuali e danno una visione delle potenzialità oggi che la materia ceramica offre per la scultura e l’installazione. Ringrazio gli artisti che hanno aderito al progetto e la giuria che, nonostante le difficoltà del momento nella nostra città, ha voluto essere presente e partecipare per dare sostegno agli artisti e a questa particolare edizione».

Incendio in una palazzina del quartiere San Biagio. Evacuati i residenti

Fiamme e fumo, in prima mattinata, in un appartamento di via Cesari a Ravenna. Tanto panico ma sono tutti incolumi gli abitanti

Incendio Via Cesari Ravenna

Paura questa mattina fra la decina di abitanti di una palazzina in via Cesari, nel quartiere San Biagio di Ravenna, quando è scoppiato un incendio, pare un materasso, nella camera da letto di un appartemento al primo piano, abitato da un uomo. Dato l’allarme, con l’arrivo dei Vigli del Fuoco dotati di autopompe e un’autoscala, sono stati fatti evacuare le famiglie residenti della casa, una decina di persone in tutto, che nonostante il panico sono risultate incolumi, seppure molto spaventate. Sul posto, per preacauzione anche un’ambulanza del 118. Si sta indagando sulla dinamica dell’incidente, che fortunatamente ha solo danneggiato il locale in cui sono scoppiate le fiamme.

Auto distrutta da una molotov, fermato in flagrante il piromane

L’atto incendiario questa mattina in zona Zalamella a Ravenna. Beccato sul posto dai Carabinieri un uomo di 40 anni

Auto Incendiata Via Battuzzi

Questa mattina un atto incendiario perpetrato con una bottiglia molotov ha devastato un’autovettura parcheggiata fra via Battuzzi e via Zalamella.
L’immediato intervento di una pattuglia dei Carabinieri, che era nei pressi ed ha percepito il fracasso dei vetri rotti, ha consentito di cogliere in flagranza di reato un uomo di quarant’anni che era ancora sul posto. Il presunto pirome è stato trasferito in caserma in stato di fermo per gli accertamenti sull’uomo colto sul fatto (pare sia di origini albanesi) e le motivazioni del gesto.
Nonostante il pronto intervento dei Vigili del Fuco l’auto è andata completamente distrutta.

A Cotignola riparte “Cine-giro”, la rassegna estiva di cinema itinerante

Ciclo di film al via il 19 giugno, sette proiezioni gratuite per ogni età, in paese e nelle frazioni fino all’8 agosto

Cinema

Ricomincia a Cotignola “Cine-giro”, la rassegna cinematografica estiva gratuita, organizzata dal Comune di Cotignola in collaborazione con Cineteca di Bologna, le parrocchie di Santo Stefano di Cotignola e delle frazioni di Barbiano, Budrio, San Severo e Cassanigo e il Cineclub Italo Zingarelli di Lugo.

Si comincia lunedì 19 giugno nella Chiesa del Pio Suffragio di Cotignola (Corso Sforza 27) con In viaggio (Italia, 2022) di Gianfranco Rosi, film che racconta le missioni di Papa Francesco, tra le grandi questioni aperte nel mondo contemporaneo. La presentazione è a cura di Don Stefano Vecchi.

Lunedì 26 giugno a Barbiano al Parco Conti (via Ungaretti/via Quasimodo) è in programma il primo appuntamento della sotto rassegna KIDS!, ideata per bambini e ragazzi. Sarà infatti proiettato Ortone e il mondo dei Chi di Jimmy Hayward e Steve Martino (USA, 2008).

Lunedì 3 luglio il cineviaggio prosegue a San Severo, presso il circolo parrocchiale di via Madrane 16 dove per la rassegna KIDS!, troveranno spazio i cortometraggi per bambini dai 4 anni tra i quali L’omino da taschino, La volpe minuscola, La bicicletta dell’elefante.

Si prosegue lunedì 10 luglio a Cassanigo, nell’area esterna del circolo (via Cassanigo 41): con Chiara di Susanna Nicchiarelli (Italia/Belgio, 2022), la storia di una ragazza di buona famiglia, che decide di lasciare la casa del padre per seguire il percorso di Francesco d’Assisi, obbedendo alla regola di castità e di rinuncia ai beni materiali. Presentazione a cura di Don Dante Albonetti.

Lunedì 24 luglio ci si sposta a Budrio, presso il campo sportivo parrocchiale (via Budrio 3), per assistere a Principi e principesse (Francia, 1999) del maestro dei film d’animazione Michel Ocelot, adatto ai bambini dai 6 anni.

Martedì 1 agosto al Parco Pertini (via Sandro Pertini 2) c’è Corro da te (Italia, 2022) di Riccardo Milani, con Pierfrancesco Favino e Miriam Leone, brillante e garbata commedia sul tema della disabilità.

Per l’ultimo appuntamento della rassegna, martedì 8 agosto si torna al Parco Conti di Barbiano per il film culto Lo chiamavano Trinità (Italia, 1970) di E. B. Clucher, con la mitica coppia Bud Spencer e Terence Hill. La presentazione è a cura del Cineclub Italo Zingarelli di Lugo.

Nei mesi di giugno e luglio le proiezioni alle 21 e 30, alle 21 in agosto.

Arcigay presenta “Siamo Famiglia: Diritti e Storie di famiglie omogenitoriali”

Conferenza su storie di omogenitorialità il 24 giugno alla Sala “Silvio Buzzi”. L’obiettivo è  promuovere la consapevolezza  delle sfide affrontate dalle famiglie LGBTI+

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Arcigay Ravenna presenta la conferenza “Siamo Famiglia: Diritti e Storie di famiglie omogenitoriali”, un evento organizzato in collaborazione con il Centro Antidiscriminazioni LGBTI+ del Comune di Ravenna. Appuntamento il 24 giugno alla Sala “Silvio Buzzi” in via Enrico Berlinguer, dalle ore 10 alle 13.

L’obiettivo principale di questa conferenza è quello di promuovere la consapevolezza e la comprensione delle sfide affrontate dalle famiglie LGBTI+ e di discutere dei diritti e delle opportunità legate all’adozione, alla GPA (Gestazione per Altri), alla stepchild-adoption (adozione del figlio del proprio partner) e all’affido familiare. Attraverso una serie di panel di esperti, testimonianze personali e dibattiti, l’evento si propone di creare un ambiente inclusivo in cui le esperienze e le prospettive delle famiglie LGBTI+ siano ascoltate e comprese. La conferenza vedrà la partecipazione di importanti relatori, tra cui Michele Giarratano, un avvocato impegnato nella difesa dei diritti e della genitorialità LGBTI+ e attivista di Famiglie Arcobaleno, e Karin Falconi, counsellor professionale specialista nel sostegno alla genitorialità affidataria e adottiva e responsabile del progetto “AFFIDIamoci” di M’aMa-Dalla Parte dei Bambini. Durante l’evento, saranno inoltre condivise testimonianze di famiglie omogenitoriali e/o monoparentali.

La conferenza si rivolge a professionisti del settore sociale, operatori sanitari, giuristi, studenti, attivisti LGBTQIA+, famiglie LGBTI+ e a tutti coloro che sono interessati ai temi trattati.

Due anime della cristianità nella nuova “abitudine” di Claudia Castellucci

Il Ravenna Festival accoglie, il 17 giugno a San Vitale, l’opera coreografica della cofondatrice della Societas Raffaello Sanzio, che risale alle radici del canto “Znamenny”, tra Bulgaria, Ucraina a Russia.

La Nuova Abitudine

Claudia Castellucci, drammaturga, coreografa e sensibile esegeta dei ritmi ancestrali, dopo essere stata cofondatrice della Societas Raffaello Sanzio, ha orientato la sua ricerca verso il movimento con la creazione di scuole dall’impronta fortemente sperimentale come Stoa e Mòra. Ne La nuova abitudine, che porterà nel tempio bizantino di San Vitale (il 17 giugno) per il Ravenna Festival 2023, risale alle radici del canto Znamenny scandendo le distanze dal Mar Nero al Mar Baltico, dove Bulgaria, Ucraina e Russia trovano un comune denominatore nell’essere lambite dalla medesima liturgia sonora. Un antico canto ortodosso di origine greca che si ibrida con la tradizione rurale di una Russia oggi attraversata dall’indicibile violenza della guerra. Una ritmicità rigorosamente disegnata di cui Castellucci ha testato la primigenia potenza sulla propria pelle di insaziabile viaggiatrice nel tempo e nello spazio.

Quanto è determinante “l’humus culturale” ibrido a cui si riferisce quando parla della genesi de La nuova abitudine?
«I canti Znamenny rappresentano una tradizione minoritaria rispetto al canto liturgico russo più noto, austero, ricco e lussureggiante. Lo Znamenny è più sobrio, perché si fonde con l’elemento rurale bizantino e russo. L’isolamento legato alla recente pandemia ha favorito un ascolto dilatato nel tempo, affrancato da altri rumori e suoni, da cui è scaturita la base per una danza. In questo percorso ho incontrato un inciampo: la funzione specifica liturgica di questo canto, che nulla ha a che fare con la mia concezione di danza. Ma poi mi sono detta che nella condizione di isolamento in cui era importante evadere, cambiare mentalità e modo di vivere quotidianamente, è calzante, nel volere cambiare abitudine, anche fare propria una tradizione che originariamente non lo fosse. Così ho trascorso un mese a San Pietroburgo, svolgendo un seminario nella sede della musicAeterna, orchestra molto prestigiosa con cui ho avuto il grande privilegio di danzare la musica dal vivo eseguita dai coristi. Dopo il debutto anche a Roma e Torino il progetto si è interrotto a causa dell’invasione dell’Ucraina e oggi non è possibile avere i cantanti russi, anche se non sono affatto putiniani».

Come ha modi­ficato quindi l’esecuzione, senza correre il rischio di snaturare l’opera?
«È fondamentale, in questo genere di danza, che vi siano coristi dal vivo, perché ci si trasmette forza a vicenda. Un elemento che sognavo per la riuscita del lavoro era anche portare La nuova abitudine a San Vitale, perché chiude un cerchio, riunendo cultura occidentale e orientale nella tradizione bizantina, che fonde le due anime della cristianità. È significativo in questo tempo di grande divisione e separazione a causa della guerra che il canto celebri unione al di là delle armi e delle parole che, sino ad ora, sono state inutili. Angelo Nicastro ha colto la nostra proposta e a Ravenna saremo quindi con un coro bulgaro che conosce perfettamente questa tradizione».

Dove nasce la pulsione verso lo studio del movimento?
«Ha avuto origine nella parola: ho cominciato a scrivere di teatro in senso drammaturgico e teorico all’interno di un’arte in cui la platea vive lo stesso tempo di chi è sulla scena. Poi ho sentito il bisogno di accantonare il discorrere, perché mi sembrava che il tempo avesse bisogno di essere esaltato con la musica, il canto e la danza. Tutto ciò che si svolge nel tempo è ritmo e ha una struttura formata, non legata al caso. È una nuova cardiologia di pulsazioni che si forma insieme al pubblico».

Quali direzioni immagina nel futuro della sua ricerca?
«Vorrei contraddire quanto detto sino ad ora e sperimentare un movimento capace di fare a meno dello schema, perché affidato esclusivamente a immagini che sorgono nella mente. La musica sarà sempre presente, come un mare che sostiene il movimento, ma senza regole prefissate, affinché il gesto segua maglie più larghe e profonde».

La stagione in salita di Marina e Punta tra alluvione, ponte mobile e caos parcheggi

La rabbia dei bagnini per il cantiere del Parco Marittimo

Stradello Marina Di Ravenna

Il festival Beaches Brew, a Marina di Ravenna, si è appena concluso con 10mila presenze stimate dagli organizzatori, turisti provenienti da fuori provincia, regione e anche dall’estero, che hanno riconsegnato l’immagine di una Marina di Ravenna viva e frequentata. Ma la realtà, per gran parte degli stabilimenti balneari, è che quest’anno la stagione deve ancora partire e che sarà difficile raddrizzarla dopo un inizio caratterizzato da maltempo, alluvioni e problemi logistici che vanno dalla chiusura del ponte mobile al cantiere per il Parco Marittimo, ossia la riqualifi­cazione degli stradelli retrodunali che ha eliminato la possibilità di parcheggiare direttamente in spiaggia a Marina e Punta.

«Abbiamo perso praticamente due mesi, la nostra stagione è già andata. Non si possono creare continui disagi agli imprenditori balneari», commenta uno dei bagnini con cui abbiamo parlato durante un nostro sopralluogo, che ci chiedono di restare anonimi.

Ad alimentare la polemica è in particolare il cantiere negli stradelli. «I parcheggi a oggi mancanti sono un danno enorme che coinvolge tutti, togliere posti auto alle attività signifi­ca togliere lavoro. L’aumento dei prezzi dei parcheggi a pagamento, oltretutto, dopo la situazione che abbiamo vissuto, è una grossa spina nel ­fianco, non incentiva a venire in spiaggia».

«Abbiamo perso “abbonamenti” stagionali per colpa dei parcheggi mancanti – denuncia un altro imprenditore di Marina di Ravenna –, il sabato e la domenica, inoltre, per la diffi­coltà nel trovare parcheggio la gente preferisce spostarsi ed è comprensibile voler cambiare zona se sono più i disagi che i vantaggi…».

Molti bagnini della zona centrale di Marina di Ravenna – la più danneggiata dal cantiere – sostengono che se i lavori fossero stati eseguiti «con un criterio» e magari terminati in tempo per l’inizio della stagione, come promesso inizialmente dal Comune, avrebbero potuto generare anche un miglioramento generale, ma al momento «siamo solo circondati da un cantiere a cielo aperto».

Non tutti i gestori dei bagni però sono convinti che la perdita dei parcheggi, all’interno degli stradelli, sia l’effettivo problema. «Le code al ponte mobile (di proprietà però di Autorità Portuale, ndr), per esempio, ci hanno fatto perdere i clienti della pausa pranzo, quelli che poi devono tornare al lavoro ma non sono venuti al mare spaventati dal traffi­co».

Stradello PuntamarinaE in aggiunta a tutto questo i bagnini accusano il Comune di aver fatto poco per comunicare fuori Ravenna che l’alluvione non ha creato danni in spiaggia e che ci si è sempre potuto andare in sicurezza (qui parliamo comunque della campagna di comunicazione delle istituzioni post-alluvione).

A Punta Marina i disagi sembrerebbero essere altri ancora: gli stradelli qui appaiono distrutti dopo l’alluvione e l’acqua entra all’interno dei bagni appena inizia a piovere. «Non possiamo invitare i turisti qui dopo l’alluvione e poi presentarci in queste condizioni», ci dicono.

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