venerdì
12 Settembre 2025

Aumentano le risorse per anziani e persone con disabilità con finanziamenti per oltre mezzo miliardo

La regione Emilia-Romagna rinnova il suo impegno per la cura dei più fragili e delle persone con gravi disabilità, con un nuovo investimento di 564,09 milioni per l’assistenza domiciliare, le strutture residenziali e i servizi socio-sanitari rivolti ad anziani e disabili. Di questi, 146 milioni sono destinati alle realtà romagnole.

Il finanziamento per il Fondo regionale per la non autosufficienza, assegnato alle aziende sanitarie del territorio è cresciuto di 82,2 milioni di euro rispetto al 2024, che saranno utilizzati per adeguare le tariffe dei servizi socio-sanitari accreditati, aumentare i posti nelle case di residenza per gli anziani, ampliare le ore di assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti e sviluppare i servizi dedicati alle persone con disabilità. Tra le novità, l’aggiunta di 3 milioni da destinare Fondo regionale Caregiver, introdotto dalla legge regionale n. 5 del 30 maggio 2024 e che per la prima volta viene alimentato con un finanziamento ad hoc.  

« Cresce l’impegno finanziario della Regione per il sostegno delle persone non autosufficienti, che devono poter contare su un’esistenza dignitosa e serena. E al tempo stesso riconosciamo e valorizziamo, con un finanziamento specifico, le persone che si prendono cura dei propri cari e che rivestono un ruolo importante e prezioso, spesso complicato e difficile: i caregiver. Siamo stati la prima Regione in Italia ad approvare una legge ad hoc» afferma l’assessora al Welfare, Isabella Conti.

Dei 564 milioni di euro del fondo, alle aziende sanitarie del territorio verranno assegnati 402,11 milioni sulla base della distribuzione della popolazione residente over 75 (600.047 persone al 1 gennaio 2025); 141,6 milioni circa sono destinati a finanziare interventi a favore di persone con disabilità e gravissime disabilità acquisite; 20,3 milioni vanno ai servizi in presenza di gestioni particolari pubbliche e private e strutture di piccole dimensioni in zone montane e disagiate.

Pialassa Baiona, in corso attività di prosciugamento dei chiari del Comune e di Mezzo

Sono iniziate in questi giorni le attività di prosciugamento del chiaro del Comune e del chiaro di Mezzo (o dei Pescatori) nella pialassa Baiona. Le operazioni sono condotte dal servizio Tutela Ambiente e Territorio del Comune di Ravenna in accordo con il Parco del Delta del Po e con la collaborazione del Parco stesso e di Atc (Ambito territoriale caccia) allo scopo di ripristinare il corretto equilibrio trofico dell’ecosistema acquatico.

Nel corso degli anni, complici anche le elevate temperature determinate dai cambiamenti climatici, si è assistito all’accumulo di nutrienti sui fondali e ad un aumento dell’ittiofauna, con elevati consumi di ossigeno; tali circostanze hanno determinato, già nel 2024, fenomeni anossici e potrebbero mettere in crisi l’ecosistema con la possibile comparsa, anche in questi ambienti, di botulino.

Tale possibile scenario viene prevenuto mediante esposizione all’aria dei fondali e loro conseguente ossidazione per circa un mese.

Per la conservazione dell’ittiofauna presente i chiari non saranno completamente prosciugati, in modo da poter mantenere le condizioni idonee alla sopravvivenza dei pesci direttamente nelle fosse presenti, asportando gli esemplari in esubero per ricollocarli in acque interne regionali.

Per effettuare questa delicata operazione il servizio Tutela Ambiente e Territorio si è attivato mediante allevamenti ittici specializzati.

Le operazioni dureranno presumibilmente fino al 20 luglio.

Una passeggiata silenziosa in centro a Ravenna per chiedere più sicurezza

Lunedì 7 luglio è in programma una “passeggiata silenziosa” per denunciare un presunto “problema delinquenza” a Ravenna e in provincia. “Legalità e civiltà” e “Sostegno alle forze dell’ordine” sono gli slogan scelti dai promotori – i responsabili dei tre gruppi Whatsapp di controllo del vicinato “Ravenna Sos Sicurezza”, “Ravenna Sos Chat” e “Sos Romagna Indipendente”.
L’appuntamento è alle 20.30 con partenza da piazza del Popolo. Gli organizzatori invitano a partecipare senza bandiere di partiti politici o associazioni («ammessa eventualmente solo la bandiera italiana»).

Le magliette di Garibaldi come souvenir al Museo del Risorgimento per festeggiare il “compleanno”

Per festeggiare il “compleanno” di Garibaldi, nato a Nizza il 4 luglio 1807, i Musei Byron e del Risorgimento di Ravenna hanno deciso di presentare una sorpresa ai visitatori: al bookshop sono arrivate infatti le magliette di Garibaldi, «un souvenir di grande appeal – scrivono dalla fondazione della Cassa di Risparmio – sia per l’iconica immagine dell’eroe dell’Unità d’Italia, sia per la possibilità di portarsi a casa dalla visita dei Musei uno dei ricordi più belli e significativi della giornata».

Nei Musei Byron e del Risorgimento, il Comitato Scientifico ha fatto un grande lavoro di reperimento dei cimeli e, grazie alla collaborazione con la Biblioteca Classense di Ravenna, la Fondazione Nuova Antologia Spadolini di Firenze e la Fondazione Craxi di Roma, le sale regalano ai visitatori e alle visitatrici veri e propri tesori della storia garibaldina: tra questi, la placca commemorativa dell’incontro di Teano tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, una rara litografia dell’Eroe dei Due Mondi che trasporta Anita morente durante la ritirata del 1849 vicino a Ravenna, l’annuncio originale della visita di Massimo D’Azeglio a Bologna nel 1959, un passaporto del 1848 emesso dallo Stato della Chiesa, diversi ritratti di Garibaldi arricchiti da dediche autografate, litografie che illustrano battaglie storiche, un’immagine di Pio IX che guida la nave dell’Italia nella tempesta, il manifesto originale del Comitato Nazionale per l’Unità d’Italia rivolto ai Giovani Italiani del 1860, un giornale del 1848 che racconta la visita di Garibaldi a Bologna, una litografia a rilievo di Vittorio Emanuele II, una illustrazione tratta da “Cronaca Italiana dal 1814 al 1850” compilata da una società di scrittori.

Questi sono solo alcuni dei documenti e cimeli che i Musei Byron e del Risorgimento, ideati da Antonio Patuelli e realizzati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, espongono nelle sale multimediali che grazie alla modernissima tecnologia digitale, ricostruiscono la storia del Risorgimento italiano con la doppia narrazione dei cimeli e del racconto immersivo.

E da mercoledì 2 luglio fino al 27 agosto Musei Byron e del Risorgimento aperti anche di sera tutti i mercoledì fino alle 22.

Anche Nichi Vendola alla rassegna estiva della Casa delle Donne

Tanti eventi dedicati alla narrativa e alle autrici, nel luglio del Fem Garden della Casa delle Donne di Ravenna. Accanto agli incontri più tipicamente letterari, non mancheranno poi gli appuntamenti per riflettere insieme su tematiche di natura politica, ambientale e sociale, sempre in collaborazione con le realtà associative del territorio.

Come nell’incontro di giovedì 3 luglio, quando il pubblico incontrerà il Movimento No Base pisano per discutere di un futuro senza armi e senza fonti fossili ad inquinare l’ambiente, per l’evento “Fare pace con la terra”, co-organizzato da Casa delle Donne e Coordinamento ravennate “Per il clima fuori dal fossile”.

O in quello di venerdì 11, quando il Fem Garden aprirà i suoi cancelli a Nichi Vendola, per riflettere insieme sul riconoscimento della ricchezza della diversità e sull’urgenza politica della lotta per l’uguaglianza, partendo dalla sua raccolta poetica “Sacro queer”.

La questione palestinese, letta attraverso la lente femminile e femminista, resta al centro dell’attenzione, con l’incontro di mercoledì 16 “When the political becomes personal: storie di donne dalla Palestina”, che presenterà un reportage curato da Federica Stagni e Luca Bonaventura, con discussione a seguire.

Altri appuntamenti, di carattere squisitamente letterario, saranno quelli con Vanessa Roghi (2 luglio ore 21), Marina Lalovic (18 luglio ore 21), Anna Farinelli (24 luglio ore 17.30) e Maria Rosa Cutrufelli (28 luglio ore 21).

Ultimo appuntamento di luglio al Fem Garden, quello di giovedì 31 luglio alle 18.30, con i consigli di lettura per l’estate, per salutarsi prima della pausa agostana. Chiunque può partecipare, portando il proprio consiglio su una lettura imperdibile da mettere in valigia. A seguire, aperitivo conviviale.

Vanessa Roghi aprirà il mese di luglio mercoledì 2 alle 21 con “La parola femminista” (Strade Blu Mondadori).

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito. Il Fem Garden è in via Rocca ai Fossi a Ravenna (zona Rocca Brancaleone).

Una borsa di studio da 1.500 euro dedicata alle studentesse “Stem”

La ravennate Chiara Mantovani è una delle tre vincitrici del bando per studentesse di corsi di laurea “Stem” indetto da Legacoop e Federcoop Romagna. La 27enne ha ricevuto una borsa di studio da 1.500 euro, a riconoscimento dei brillanti percorsi universitari in Scienze e tecnologie per la sostenibilità ambientale. Il termine “Stem” si riferisce alle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. In pratica, si tratta di un’iniziativa volta a promuovere l’accesso delle studentesse a corsi universitari in questi ambiti, spesso caratterizzati da una maggiore presenza maschile.

I premi sono stati consegnati nella sede di Legacoop Romagna dal presidente Paolo Lucchi che ha commentato: «Siamo molto soddisfatti della qualità delle domande che abbiamo ricevuto a conferma dei livelli di eccellenza che raggiunge la presenza femminile nelle facoltà scientifiche. E con questo bando, giunto alla seconda edizione, vogliamo dare un contributo concreto e significativo per superare disparità che non hanno nessuna ragione d’essere. Il messaggio che lanciamo è chiaro: il talento non ha genere, l’ampliamento delle scelte di studio e di carriera è fondamentale per costruire un futuro più equo, innovativo e prospero per tutti».

Il comitato scientifico incaricato di selezionare le tre studentesse vincitrici era composto da otto membri del territorio romagnolo: ne facevano parte, oltre allo stesso Lucchi, Carolina Smecca, responsabile del sistema di gestione per la parità di genere di Federcoop Romagna, Mirco Bagnari, coordinatore territoriale di Ravenna di Legacoop Romagna, Federica Fusconi, responsabile del servizio certificazione di genere di Federcoop Romagna, Giorgia Gianni, coordinatrice territoriale di Rimini di Legacoop Romagna, Simona Benedetti, coordinatrice territoriale di Forlì-Cesena di Legacoop Romagna, Iuri Giovanardi, responsabile dei sistemi informativi di Federcoop Romagna, Elisabetta Cavalazzi, responsabile delle politiche di genere di Legacoop Romagna.

«Tutto il fascino della paura»: a tu per tu con Carlo Lucarelli, a Milano Marittima tra favole e noir

Da anni Carlo Lucarelli racconta il lato oscuro dell’Italia: lo fa nei suoi romanzi, in televisione, nei podcast e a teatro, da prima che il “True Crime” diventasse un fenomeno di massa. Dalla sua penna poi nascono alcuni dei personaggi cult del giallo nostrano, dall’ispettore Coliandro alla detective Grazia Negro, che insieme agli altri protagonisti del suo immaginario poliziesco gli sono valsi il titolo di “signore del noir italiano”. Lucarelli sarà protagonista di uno degli appuntamenti della rassegna “Il trebbo in musica”, in scena mercoledì 2 luglio all’arena Stadio dei Pini di Milano Marittima. Ma questa volta, niente serial killer, piste da seguire o indizi da collegare: al centro della scena ci saranno principesse e streghe, cavalli alati e mostri senza volto. Io le odio le favole è un viaggio in musica tra ironia e mistero, un percorso che parte dai topoi della favola per esplorare l’animo umano e le sue paure, con le suggestioni sonore di Mattia Dallara (live electronics, composizione), Marco Rosetti (arrangiamenti, composizione) e Federico Squassabia (pianoforte, composizione).
«Perché – come scoprirà il pubblico -, dal mondo delle favole a quello del noir il passo è più breve di quanto si creda».

Immaginare Carlo Lucarelli che parla di favole può sembrare strano, cosa dobbiamo aspettarci dalla serata?
«Qualcosa di divertente, molto divertente. Rifletteremo in chiave ironica su che cos’è una favola e ci sarà tanta musica. A me comunque piace far ridere, ho iniziato dal teatro e nel corso della mia carriera non ho mai voluto abbandonare la comicità: la serie dell’ispettore Coliandro è un buon esempio, interamente giocata tra ironia e noir».

Come si passa dal noir alle fiabe, c’è qualcosa che li lega?
«Il passo è più breve di quanto sembri: le favole sono “noir” per loro stessa natura, iniziano sempre con un mistero, c’è qualcosa di strano, inquietante… e poi arrivano da tutta un’altra parte con un colpo di scena finale, proprio come un noir. Di solito poi nascono per insegnare qualcosa ai bambini, spesso attraverso la paura».

Che ruolo avrà la musica nello spettacolo?
«Fondamentale. Anzi, possiamo dire che lo spettacolo nasce proprio dalla musica e dai musicisti che mi accompagneranno nella serata. In passato mi è capitato di leggere alcune favole in altri contesti, ma questa volta sarà diverso. I brani non saranno solo di commento alle storie, ma faranno parte della struttura stessa dello spettacolo».

Una curiosità legata a questa data nel cervese: lei stesso si definisce «Un romagnolo nato in Emilia», qual è il suo rapporto con la Romagna?
«Mi sento assolutamente romagnolo. Sono nato a Parma, una città meravigliosa, ma dai 10 ai 25 anni ho vissuto a Faenza. Oggi vivo a Mordano, al confine tra Emilia e Romagna. La città importante più vicina al mio paese è Bologna, per questo la racconto nei miei romanzi. Ma la mia Bologna è una città-regione, come quella immaginata da Pier Vittorio Tondelli, con gente che “lavora a Bologna, dorme a Modena e va a ballare a Rimini”. Quando parlo di Bologna parlo anche di Romagna, anzi, soprattutto di Romagna. Una terra bellissima e piena di contraddizioni».

Oggi il “True Crime” è uno dei generi più apprezzati di Italia, e a confermarlo sono i dati delle maggiori piattaforme podcast. Lei è stato tra i primi a portarlo in Italia con “Blu Notte”, alla fine degli anni 90. Ai tempi si sarebbe aspettato un’ascesa simile?
«Sì, me lo aspettavo, anche perché non abbiamo inventato nulla. “Blu notte” si ispira a “Telefono Giallo” e tanti altri programmi sul genere. Possiamo dire però di avere sperimentato per primi un nuovo modo per raccontare la cronaca e i misteri italiani. Quel modo lì ha funzionato, e continua a farlo».

Perché i casi di cronaca nera ci attirano così tanto?
«Intanto sono gialli, a tutti gli effetti. La cronaca nera contiene spesso tutti gli elementi del romanzo noir, e questo basta per affascinare. In più si tratta di casi reali: la realtà fa paura, e questo la rende ancora più coinvolgente».

Raccontare un crimine reale ha anche delle implicazioni etiche? Il podcaster ha una sorta di responsabilità quando racconta una vicenda?
«Assolutamente sì. In questo come in altri ambiti, ci sono programmi che lasciano il tempo che trovano. Alla fine tutto dipende da come lo fai: puoi raccontare anche qualcosa di orrendo, soffermarti sul numero delle coltellate di un omicidio o sulla quantità di sangue che sgorga dalle ferite, l’importante però è sempre saper rispondere alla domanda “perché me lo stai dicendo?”. La risposta può essere varia: “per chiarire la dinamica”, “per creare empatia”, “per spiegare il disagio”… ma perlomeno deve essere convincente. Se la risposta è “perché il sangue tira e faccio audience” allora non stai facendo un buon lavoro».

Il successo crescente del settore rischia di assottigliare la linea tra divulgazione e intrattenimento?
«Sì, ma questo non deve avere per forza implicazioni negative. L’intrattenimento, se costruttivo, può rapirti un paio d’ore per darti nuovi spunti di pensiero e riflessione sulla realtà che ci circonda. Il problema nasce quando diventa un modo per “staccare il cervello” o sfocia in una ricerca compulsiva».

La sua carriera da scrittore si è ampliata agli spettacoli dal vivo ma è anche sceneggiatore, conduttore radiofonico e televisivo, curatore editoriale e fumettista. Quale di questi ambiti la rappresenta di più?
«Io penso sempre da scrittore. Quando mi viene un’idea originale, la penso con il mio linguaggio narrativo, e non con i termini e le tecniche di uno sceneggiatore o un conduttore. Tutte le altre forme di comunicazione citate sono un bel modo per raccontare una storia, ma sono soprattutto attività che mi vengono richieste: fare radio è straordinario, e anche parlare in pubblico lo è, ma per me si tratta più che altro di bell’esperimento, un’occasione per imparare qualcosa in più da portare con me nel mio prossimo romanzo».

Parlando di letteratura allora, quanto è importante la conoscenza della cronaca reale per costruire un buon giallo?
«È fondamentale. Credo sia il primo spunto per la scrittura, perché la realtà supera sempre la fantasia. Spesso l’idea per un testo nasce proprio da un accadimento reale. Le conoscenze tecniche diventano ancora più importanti nei romanzi gialli procedurali, quelli dove c’è il classico poliziotto alle prese con il caso, per intenderci. Qui si tratta di scrivere un romanzo “di mestiere”, se non conosci il mestiere, cosa scrivi? In questo caso poi sono due i mestieri da conoscere, quello del poliziotto e quello del criminale».

E la costruzione del contesto storico?
«Dipende dall’obiettivo: se vuoi raccontare una storia d’amore tra due persone ambientata ai tempi del fascismo basta seminare qualche dettaglio semplice, come una canzone alla radio o un individuo a passeggio con una camicia nera. Ma se vuoi che lo stesso contesto suggerisca qualcosa al lettore, allora devi studiare. Uno dei miei romanzi è ambientato nel ‘43, in una Bologna deserta perché presa di mira dai bombardamenti. Il libro successivo è ambientato pochi mesi dopo, nell’inverno del 44, e la stessa Bologna è ora caotica e vivace, perché i bombardamenti sono finiti. Può sembrare un dettaglio da nulla, ma una città silenziosa nel ‘44 non avrebbe avuto nessun senso. Senza esplorare l’argomento, non avrei mai immaginato una vecchia Bologna così straordinaria, piena di gente, mucche, vita. A volte è lo stesso contesto storico a suggerirti come proseguire il tuo romanzo».

Pensando a un’ambientazione presente invece, gli strumenti d’indagine moderni aumentano la difficoltà di scrittura di un giallo realistico?
«Non per forza. Scrivere un romanzo contemporaneo richiede attenzione, perché se un crimine accade nei pressi della banca e non si prendono in considerazione le telecamere di sorveglianza si rompe il patto di fiducia con il lettore e la storia perde forza. Al tempo stesso però lo scrittore rimane il “Dio” della storia, e allora ecco che all’improvviso può scattare un black out e la situazione si ribalta…».

Qualche progetto nel cassetto?
«Ho appena pubblicato il mio ultimo romanzo (Almeno Tu, Einaudi, ndr) e mi sento ancora fermo lì con la testa. Per il momento sono in cantiere nuove puntate del mio podcast Dee Giallo su Radio Deejay e una fiction con Massimo Picozzi. Poi, tra poco, un nuovo romanzo».

 

Caldo estremo, la Regione vieta di lavorare nei cantieri e nei campi dalle 12.30 alle 16 in caso di “rischio alto”

Stop al lavoro, in condizioni di caldo estremo o anomalo in determinate fasce orarie, nei cantieri edili e affini, in agricoltura, nel florovivaismo e nei piazzali della logistica.

Con un’ordinanza regionale, scatta in Emilia-Romagna – a partire da mercoledì 2 luglio – il divieto di lavorare in questi settori, in condizioni di esposizione prolungata al sole e svolgendo attività fisica intensa, dalle ore 12.30 alle ore 16, nei giorni e nelle aree in cui le mappe nazionali online del rischio segnalano un livello “Alto”. La misura resta in vigore fino al 15 settembre 2025, salvo revoca anticipata.

La Regione ha ritenuto necessario emanare un provvedimento a tutela della salute e dell’igiene pubblica, finalizzato a ridurre l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute dei lavoratori impegnati all’aperto senza possibilità di ripararsi dal sole e dalla calura. La prolungata esposizione al sole rappresenta un pericolo per la salute dei lavoratori, perché può causare stress termico e colpi di calore, con esiti talvolta anche gravi.

«Tutelare i lavoratori per noi è una responsabilità e su questo abbiamo registrato grande disponibilità delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, per un’assunzione comune nello spirito del Patto per il Lavoro e per il Clima – evidenziano il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla, e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia -. Benché in Emilia-Romagna molte aziende si siano già attivate per trovare soluzioni adeguate- hanno puntualizzato-, serviva un atto in grado di garantire omogeneità delle misure sul territorio regionale e piena tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, compresa la possibilità di astensione dal lavoro nelle ore più calde della giornata. Gli aspetti fondamentali sono la flessibilità in entrata e in uscita dal luogo di lavoro, la rimodulazione degli orari, prevista peraltro dalla contrattazione».

L’ordinanza
La misura prevede che è fatto divieto di lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle ore 12.30 alle ore 16, nei settori agricolo e florovivaistico, nei cantieri edili e affini, nonché nei piazzali della logistica (limitatamente a quelli destinati in via esclusiva e permanente al deposito merci, con esclusione delle pertinenze dei magazzini coperti), ad ogni lavoratrice e lavoratore, senza alcuna differenza di ruoli, inquadramento e applicazione contrattuale, nei giorni e nelle aree in cui la mappa del rischio pubblicata sul sito internet http://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ – riferita a: ‘lavoratori esposti al sole’ con ‘attività fisica intensa’ ore 12 – segnali un livello di rischio “Alto”. L’Inail, nell’ambito del progetto Worklimate (Inail-Cnr), ha reso disponibile sul sito web www.worklimate.it le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo, al fine di contenere tale rischio per i lavoratori, tanto più per chi svolge attività fisica intensa.

Con riferimento alle attività svolte dai concessionari di pubblico servizio o connesse a ragioni di pubblica utilità e pronto intervento, i datori di lavoro adottano idonee misure organizzative finalizzate a salvaguardare le prestazioni dei servizi pubblici essenziali.

La mancata osservanza degli obblighi indicati dall’ordinanza comporterà le sanzioni previste per legge (art. 650 c.p.), se il fatto non costituisce più grave reato.

L’ordinanza è pubblicata sul sito della Regione Emilia-Romagna al link https://www.regione.emilia-romagna.it/stop-al-lavoro-in-condizioni-di-caldo-estremo (dove è possibile scaricarla e dove saranno pubblicate tutte le ulteriori informazioni) e sarà trasmessa, per gli adempimenti di legge, ai prefetti e a tutti sindaci dei comuni emiliano-romagnoli, alle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, dei datori di lavoro e delle associazioni di categoria.

Cordoglio nel mondo della musica latino-americana per “Rino Dj”, morto insieme alla moglie sulla statale Romea

Era un noto dj una delle due vittime dell’incidente di questa mattina lungo la statale Romea, tra Casal Borsetti e Ponte Bellocchio. Si chiamava Rino Vendemiati e aveva 70 anni. L’altra vittima, come noto, era sua moglie, Marina Siviero, 65 anni. I due sono morti a bordo della loro Audi, dopo essere stati centrati da un camion dopo una sbandata.

«Una coppia amata e conosciuta, strappata alla vita in modo improvviso e ingiusto – ha dichiarato Mario Mantovan, il sindaco di Porto Viro, comune dove risiedevano -. Desidero esprimere le mie più sentite condoglianze alle famiglie colpite da questa terribile perdita. Ci stringiamo a voi con affetto e rispetto, condividendo il vostro dolore in questo momento così difficile. Che il ricordo di Rino e Marina rimanga vivo nei cuori di chi li ha conosciuti e amati».

Come detto, Vendemiati era deejay (noto come Rino Dj) e produttore di musica latino-americana, molto apprezzato in Veneto e non solo (tantissimi gli attestati di stima che stanno circolando sui social). L’artista Mario Crespo Martinez, con cui ha collaborato, lo ricorda come «molto professionale durante le serate, un amico, molto appassionato di musica latina». Era ricordato anche come una persona sportiva e salutista. Prima di diventare dj a tempo pieno era stato un falegname professionista.

Arrestato un uomo accusato di aver intascato una tangente di 200mila euro

La polizia di Stato ha arrestato a Ravenna un cittadino straniero accusato di corruzione in Albania. L’uomo avrebbe ricevuto una tangente da 200mila euro per omettere alcuni controlli amministrativi nei confronti di una società sul territorio albanese. A suo carico un mandato di cattura internazionale emesso a febbraio 2022 dall’autorità giudiziaria di Durazzo.

L’arresto è avvenuto nella tarda mattinata odierna, 30 giugno, a seguito di mirati controlli effettuati dal personale dell’Uufficio prevenzione della questura di Ravenna. Gli agenti, infatti, durante l’attività operativa in città, hanno sottoposto il soggetto a un controllo mentre era alla guida della sua autovettura e, attraverso le verifiche di rito estese al territorio estero, hanno accertato la pendenza del provvedimento internazionale a suo carico.

Turista uccisa da una ruspa sulla spiaggia, dopo un mese arrestato il conducente

È stato arrestato l’uomo che il 24 maggio scorso era alla guida della ruspa che ha travolto e ucciso una turista sulla spiaggia di Cervia durante i lavori di abbattimento delle dune nel tratto di arenile antistante le colonie di Pinarella. Si tratta del 54enne Lerry Gnoli, indagato per omicidio colposo e violazioni in materia di lavoro. La vittima è Elisa Spadavecchia, 66enne pensionata di Vicenza in villeggiatura in Romagna.

L’arresto è avvenuto nella mattinata del 28 giugno. I carabinieri e la guardia costiera hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della procura (pm Lucrezia Ciriello). L’arrestato è in carcere a Ravenna in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Come noto, la custodia cautelare può essere richiesta a fronte di determinate condizioni. Nel caso specifico, il provvedimento è stato motivato dal rischio di reiterazione del reato – Gnoli ha un precedente specifico che risale al 2022 quando aveva investito e ucciso un pedone sulle strisce mentre guidava sotto effetto di cocaina – e dal rischio di inquinamento probatorio, cioè la possibilità che possa contattare testimoni e altri soggetti coinvolti nei lavori di movimentazione terra. Non è stato invece ravvisato pericolo di fuga, la terza condizioni che può valere una custodia cautelare, considerato il radicamento dell’uomo nel territorio.

Dagli accertamenti svolti nelle ore immediatamente successive alla tragedia emerse che Gnoli stava lavorando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti alla guida di una ruspa cingolata di sua proprietà, senza targa, priva di segnalatori lampeggianti e acustici. Una nota stampa congiunta di carabinieri e guardia costiera specifica che «procedendo in retromarcia a velocità sostenuta, giungeva all’altezza di uno stabilimento balneare, fuori dal tratto arenile sul quale doveva contrattualmente operare e, omettendo di adottare le misure organizzative e le cautele necessarie ad impedire il rischio di investimento di bagnanti sulla spiaggia ed omettendo di controllare l’eventuale presenza di terzi, effettuava una improvvisa manovra di inversione del mezzo verso il mare».

Dopo l’accaduto, Gnoli aveva dichiarato di non aver visto la donna in fase di manovra ma che i lavori erano stati autorizzati. «Sono socio di una cooperativa che ci dà compiti di livellamento o ripristino della spiaggia per la Cooperativa Bagnini o per le colonie di Pinarella, che hanno la concessione demaniale. Ho l’autorizzazione a operare valida fino al 31 maggio dalle 7 alle 19».

Secondo la Cooperativa Bagnini di Cervia l’incarico per l’abbattimento delle dune si era concluso il 9 maggio e Gnoli avrebbe dovuto operare nel tratto di arenile antistante le colonie di Pinarella di Cervia, vale a dire in un tratto di spiaggia più a sud rispetto agli stabilimenti balneari. L’appalto risulta fosse stato affidato alla Consar, che a sua volta aveva incaricato la ditta individuale consorziata del figlio di Gnoli, per la quale l’indagato lavorava come collaboratore familiare. Resta da capire come mai il 54enne si fosse spostato nell’area più a nord, lontana oltre 500 metri dalla duna. La donna travolta, che si trovava in piedi a un passo dall’acqua, potrebbe non essersi accorta della minaccia incombente poiché assuefatta al rumore del cingolato.

Incidente sulla Romea, sei veicoli coinvolti: muore coppia di coniugi, strada chiusa 5 ore

Le due persone morte nell’incidente stradale avvenuto stamani, 30 giugno, nel tratto ravennate della statale 309 Romea sono moglie e marito residenti a Porto Viro (Rovigo). Si tratta di Rino Vendemiati di 70 anni e Marina Siviero di 65.

L’incidente è avvenuto poco prima delle 8 tra Casal Borsetti e Ponte Bellocchio e ha coinvolto in totale sei veicoli. A innescare tutto, secondo le prime ricostruzioni della polizia locale di Ravenna intervenuta per i rilievi, sarebbe stato un autoarticolato guidato da un 32enne ucraino. Il mezzo pesante viaggiava verso nord e, per ragioni ancora da accertare (il camionista è risultato negativo al test con l’etilometro), ha invaso la corsia opposta nel momento in cui proveniva una colonna di veicoli.

Per primo è stato coinvolto un furgoncino guidato da un uomo che ora si trova all’ospedale Bufalini di Cesena in gravi condizioni. Altre tre auto sono state danneggiate ma gli occupanti non hanno riportato ferite gravi. La coppia di coniugi era a bordo della quinta vettura, un’Audi Q3: lo scontro con il camion è stato frontale e per loro non c’è stato scampo.

La strada statale è stata chiusa al traffico per più di cinque ore per consentire i soccorsi e i rilievi. Il 118 è intervenuto con diverse ambulanze.

Le fotografie sono di Massimo Argnani.

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