domenica
21 Dicembre 2025

I tifosi del Ravenna disertano la trasferta contro la Juventus Next Gen: «No alle squadre B»

I tifosi della Curva Nord del Ravenna annunciano che diserteranno per protesta la trasferta ad Alessandria contro la Juventus Next Gen, in programma domenica 5 ottobre (calcio d’inizio alle 12.30). Si tratta di una partita di cartello dell’ottava giornata del girone B del campionato di calcio nazionale di Serie C, con il Ravenna come noto in testa alla classifica con 18 punti, solo sette in più della Juventus Next Gen, quinta.

«No alle squadre B – si legge in un comunicato dei tifosi della curva -, no a un calcio malato che toglie spazio a città e tifoserie vere. Il calcio che vogliamo è quello fatto di passione, sacrificio, tradizione e rispetto delle piazze. Non quello delle multinazionali che inventano squadre artificiali per giocare sporco. Disertiamo perché il calcio deve essere sano, popolare. Invitiamo tutta la tifoseria a fare lo stesso. Per chi presenzierà pretendiamo che non vengano esposti vessilli giallorossi e non siano prese iniziative personali riguardo il tifo».

Intanto, sono invece già aperte le prevendite per la partita successiva (il Ravenna affronterà due trasferte consecutive), quella in casa della Sambenedettese in programma domenica 12 ottobre alle ore 20.30 allo stadio Riviera delle Palme di San Benedetto del Tronto. I tagliandi sono già acquistabili in prevendita presso tutti i punti vendita Vivaticket oppure on line, anche su www.ussambenedettese.it.

Anche una fiaccolata per Gaza, da piazza del Popolo fino all’ospedale di Ravenna

Proseguono sul territorio le iniziative a sostegno del popolo palestinese e a favore della pace. Per giovedì 2 ottobre è stata organizzata la “Fiaccolata per la pace per Gaza” che partirà da piazza del Popolo, a Ravenna, e si concluderà di fronte all’ospedale. «Uniamo le nostre voci e i nostri passi – commentano gli organizzatori – per dire basta alla violenza e al massacro del popolo palestinese. Insieme per la pace, la solidarietà e la dignità umana».

La fiaccolata prenderà il via alle 20 in piazza del Popolo e proseguirà lungo il percorso che porta all’ospedale Santa Maria delle Croci, dove alle 21 i partecipanti si uniranno al flash mob nazionale “Luci sulla Palestina” (www.digiunogaza.it), organizzato dalla rete delle operatrici e degli operatori sanitari #DigiunoGaza che promuove un flash mob in 100 ospedali di tutta Italia per esprimere solidarietà al popolo palestinese, condannare il genocidio in corso e ricordare i 1.677 sanitari uccisi a Gaza.

I partecipanti sono invitati a portare una torcia, un lumino o una lampada per illuminare simbolicamente la notte di Gaza.

I promotori della fiaccolata sono: Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Arci, Auser, Casa delle Donne, Comitato per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata Ravenna, Comitato in difesa della Costituzione Ravenna, Comitato per la difesa e la valorizzazione della Costituzione Faenza, Comitato salviamo la Costituzione, Coordinamento per la pace Bagnacavallo, Coordinamento per la democrazia costituzionale prov. Ravenna, Dalla parte dei minori, Federconsumatori, Femminile maschile plurale, Educazione alla pace e alla nonviolenza, Legambiente, Libera, Libertà e giustizia, OverAll Faenza, Rete restiamo umani Bagnacavallo, Sunia, Udi Ravenna.

Omicidio Minguzzi, appello: l’accusa chiede tre ergastoli «per mettere fine a sequela di errori»

Ergastolo per tutti i tre imputati. È la richiesta della procura generale nel processo d’appello per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, un 21enne di Alfonsine, studente di Agraria e terzo genito di una facoltosa famiglia di imprenditori dell’ortofrutta, trovato morto l’1 maggio 1987 a distanza di dieci giorni dal rapimento con la richiesta di 300 milioni di lire come riscatto. L’accusa ha quindi confermato la richiesta di pena già presentata in primo grado in corte d’assise a Ravenna, ma la sentenza di giugno 2022 fu di piena assoluzione.

È in corso a Bologna dalle 10 di oggi, 30 settembre, l’ultima udienza del processo di secondo grado. La giornata si è aperta con la discussione della procura generale. A seguire la parola andrà alle tre parti civili (la madre 91enne, il fratello e la sorella della vittima, tutti presenti in aula come è stato nelle oltre venti udienze cominciate a maggio 2021 in primo grado a Ravenna) e poi alle difese. In serata i giudici potrebbero ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza.

Gli imputati sono il 60enne Orazio Tasca di Gela, il 61enne Angelo Del Dotto di Ascoli Piceno e il 69enne Alfredo Tarroni di Alfonsine. I primi due, all’epoca dei fatti, erano carabinieri in servizio alla stazione di Alfonsine. Il terzo era l’idraulico del paese e loro amico stretto. Nessuno di loro è presente in aula oggi (Del Dotto e Tarroni seguirono il procedimento di primo grado).

«La corte ha la possibilità storica di mettere fine a una sequela di errori», ha detto il pg Massimiliano Rossi al termine di un intervento durato un’ora. Rossi ha incentrato buona parte del suo ragionamento sul confronto con un altro omicidio per cui i tre odierni imputati sono stati condannati: un carabiniere, Sebastiano Vetrano, ammazzato a luglio 1987 al momento del ritiro di un riscatto di denaro estorto a un altro imprenditore di Alfonsine. Secondo le difese, i tre agirono perché vollero sfruttare l’ondata di paura in paese per la morte di Minguzzi.

«Sappiamo che i tre imputati a quel tempo avevano bisogno di soldi – afferma Rossi –. Ma qualcuno che non fosse coinvolto con la vicenda Minguzzi e avesse bisogno di soldi facili non avrebbe avuto alcun valido motivo per accostarsi a quel caso. A cominciare dal dettaglio che chi ha commesso il rapimento Minguzzi non aveva ricavato una lira». Rossi parla delle telefonate a Contarini che furono fatte da Tasca, per sua stessa ammissione: «Se il telefonista del rapimento Minguzzi era un siciliano, perché Tasca che era siciliano avrebbe dovuto mettersi in una posizione di rischio facendo le telefonate a Contarini se non era già l’autore delle telefonate ai Minguzzi?». E infine: «Se era passata la convinzione che l’omicidio di Minguzzi fu opera della mafia, quale persona innocente vorrebbe prendersi il credito di quella vicenda con il rischio di infastidire la mafia?».

Per l’accusa ha preso la parola anche Marilù Gattelli, pubblico ministero del processo di primo grado a Ravenna. Gattelli ha aperto il suo intervento facendo ascoltare un audio, la registrazione di una telefonata arriva alla famiglia Minguzzi il 27 aprile, sei giorni dopo il rapimento: si sente una voce dall’accento siciliano che inizialmente si sbaglia e chiede di Contarini anziché di Minguzzi. «L’estorsore si sbaglia – dice Gattelli – perché ormai Minguzzi era già morto e il rapitore, che aveva bisogno di soldi, già pensava al rapimento succcessivo».

La magistrata ripercorre dettagliatamente alcuni dei punti più controversi emersi nel dibattimento. Non è mai stata disposta una perizia fonica di comparazione tra le telefonate del caso Contarini e quelle del caso Minguzzi, ma si fecero perizia su altre voce; i carabinieri imputati erano frequentatori abituali, fino a quattro volte al giorno, del bar Agip vicino all’abitazione della famiglia Minguzzi per presunti sopralluoghi prima del rapimento; il bisogno di denaro dei tre accusati, che sarebbe il movente dell’azione, dimostrato dai tentativi di prestito respinti dalle banche; i due investigatori che hanno testimoniato di essere stati ostacolati nelle loro indagini.

Fortunale, oltre due anni dopo arrivano i rimborsi. In Bassa Romagna quasi 2 milioni di euro

La Regione Emilia-Romagna ha sbloccato i rimborsi legati al fortunale del 22 luglio 2023. L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna provvederà al pagamento dei contributi in favore di cittadini e imprese nelle prossime settimane, una volta ricevute le risorse necessarie.

I risarcimenti ammontano fino a 5mila euro per i danni ai privati e fino a 20mila euro per quelli alle attività economiche e produttive che ne hanno fatto richiesta e che hanno rendicontato le spese sostenute nei tempi e nei modi previsti.

Con decreto del presidente della Regione numero 177 del 17 settembre 2025, nel suo ruolo di commissario delegato all’emergenza, è stato previsto il trasferimento di quasi 2 milioni di euro di risorse del fondo per le emergenze nazionali all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, per la liquidazione dei risarcimenti.

Entreranno così nelle casse dell’Unione, che ha svolto attività di istruttoria e controllo delle richieste di contributo da parte dei danneggiati residenti nei Comuni colpiti, complessivamente 1.639.936,22 milioni di euro, di cui 1.390.937,64 milioni per i danni subiti da soggetti privati e 248.998,58 da attività economiche e produttive.

Lo spettacolo, la cena sul palco e la chiacchierata: al Rasi arrivano i “Trebbi”

Un po’ spettatore e un po’ commensale, chi andrà al Rasi nelle serate dall’1 al 5 ottobre si troverà a vivere un’esperienza teatrale fuori dai soliti ruoli, a cominciare dagli spazi che saranno occupati.

Luigi Dadina, autore, attore e fondatore delle Albe, infatti, ha dato vita a questa serie di “Trebbi” che prevedono cinque appuntamenti, sempre dalle 19, divisi in tre parti: lo spettacolo, alle 20 la cena e poi la chiacchierata con un ospite in chiusura. Del resto, al Rasi e dintorni, da tempo sono state abbattute le tradizionali barriere tra palco e platea e in più di un modo.

Cominciamo dallo spettacolo, che sarà Saturno figlio di Anarchia, dedicato a Saturno Carnoli, intellettuale poliedrico ravennate scomparso per Covid durante la pandemia. «Lo spettacolo è nato come mai mi sarei aspettato – ci racconta Dadina –, dopo la pandemia la compagna di Carnoli, Elisabetta Notari, mi ha contattato chiedendomi se potessi fare qualcosa in memoria del compagno, io lo avevo incrociato dai tempi della militanza degli anni Settanta, sapevo chi era ma non eravamo amici, però mi era sempre piaciuto il fatto che, come me, non fosse mai stato politicamente tra gli “ortodossi”. Così accettai e ho subito chiesto aiuto a chi gli era stato più vicino. Per questo Cesare Albertano mi si è affiancato nella scrittura dello spettacolo, aiutandomi a districarmi tra la marea di cose che Carnoli aveva fatto durante la vita. Parliamo di oltre trenta pubblicazioni, di racconti dei suoi allievi nel periodo in cui fu docente all’Albe Steiner, di interessi e passioni che hanno incrociato la nostra città e la storia del mondo, la sua è stata una vita esemplare. Tra le tante cose di cui si è occupato, mi hanno colpito le storie di lavoratori dell’off-shore che lui ha raccolto nelle serate del Barnum. Da questi materiali abbiamo sviluppato un racconto in sette quadri che ora ripropongo in scena in un dialogo con Paolo Baldini, che è tecnico e musicista».

Dopo lo spettacolo la cena e poi la chiacchierata. «Sì, sulle otto tutti i quaranta spettatori si sposteranno dal ridotto al palco del Rasi, dove i tavoli saranno disposti a ferro di cavallo e dove tutti insieme ceneremo. Tre portate preparate dallo chef Pierpaolo Spadoni, con un menù vegetariano che rielabora la tradizione del territorio. È un’idea che è nata sulla scia dei trebbi che già abbiamo fatto in pineta. Poi, dopo la cena, una chiacchierata con un ospite diverso ogni sera, persone che in qualche modo si collegano ai temi toccati dai quadri dello spettacolo, che stanno facendo cose importanti in città e non sempre sono sufficientemente valorizzate e note».

Ed eccoli i cinque ospiti dell’after dinner: aprirà gli incontri Walter Costa di Tiratura, uno studio grafico che sta lavorando in particolare sull’archeologia industriale e progettando una pubblicazione d’arte sulle Torri Hamon per cui saranno raccolti fondi durante tutte le serate dei Trebbi al Rasi. Ci saranno poi lo scrittore Tahar Lamri, lo “straniero” con il suo sguardo amorevole ma critico sulla città; Luana Vacchi, attivista femminista e autrice, collegata al terzo quadro, ossia le donne di Ravenna così come cantate da Herman Hesse; Marcello Landi, che con l’associazione Disordine lavora da anni alla valorizzazione del mosaico contemporaneo. Infine, si chiude con Suor Anastasia di Gerusalemme, ospite del convento carmelitano, autrice di due libri, che in qualche modo chiuderà il ciclo con un afflato di spiritualità che si lega al settimo quadro, alla soglia tra vita e morte.

Lavori sulla Classicana, chiude uno svincolo in zona Porto Fuori

Proseguono i lavori Anas di ammodernamento della Ss 67 “Tosco Romagnola”, nel tratto da Classe al porto di Ravenna. Per poter eseguire il completamento degli interventi di adeguamento dello svincolo di Porto Fuori, dal 1° ottobre sarà necessario chiudere al traffico le rampe dello svincolo al km 221,800 circa. Fino al termine dei lavori sarà regolarmente fruibile lo svincolo di via Staggi, al km 222,450 della statale.

L’intervento complessivo, del valore di 43 milioni di euro, prevede l’ampliamento di un primo tratto della sezione stradale della Ss 67 “Tosco-Romagnola” per conformarla alla tipologia “B – Extraurbana Principale”, oltre che l’adeguamento degli svincoli esistenti e la razionalizzazione degli accessi, che verranno opportunamente convogliati in apposite controstrade. L’opera, cofinanziata nell’ambito del Piano Operativo Fondo Sviluppo e Coesione Infrastrutture 2014-2020, ha lo scopo di riqualificare e potenziare la funzionalità del nodo di interconnessione tra la viabilità statale ed autostradale con il porto di Ravenna.

Ospedali per Gaza: il 2 ottobre flash mob «contro il genocidio» anche a Ravenna e Faenza

Il 2 ottobre alle 21 si terrà in tutta Italia l’iniziativa “Luci sulla Palestina: 100 ospedali per Gaza”, «flash mob contro il genocidio palestinese a Gaza», promosso dal personale sanitario delle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza. Secondo appuntamento, dopo la Giornata nazionale di digiuno contro il genocidio palestinese del 28 agosto alla quale avevano partecipato oltre 30 mila operatrici e operatori del Servizio Sanitario.

«Giovedì sera – spiega il comitato promotore – accenderemo insieme, in tutta Italia, torce, lampade, lumini, candele per illuminare simbolicamente la notte di Gaza e ricordare gli oltre 60 mila palestinesi uccisi in questi ultimi due anni dall’esercito israeliano, tra cui 1.677 sanitari i cui nomi ricorderemo durante il flash mob, in una lettura a staffetta tra le regioni».

Gli ospedali coinvolti al momento sono circa 180 (tra cui, in provincia, quelli di Ravenna e Faenza), sparsi su tutto il territorio nazionale, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta e si stima che saranno decine di migliaia le lavoratrici e i lavoratori della sanità che parteciperanno. Lombardia, Toscana, Sardegna, Puglia, Lazio e Emilia Romagna le regioni che contano il numero di adesioni più alto. Molte anche le associazioni e i sindacati che saranno presenti al flash mob in tutta Italia.

Stava cercando di rivendere la merce appena rubata in negozio: arrestato un 28enne

Stava tentando di vendere in strada articoli di abbigliamento appena rubati in un negozio del centro. La polizia lo ha però bloccato e arrestato. È successo sabato scorso a Ravenna.

Gli agenti sono intervenuti grazia e una segnalazione alla sala operativa su movimenti considerati sospetti del ragazzo poi finito in manette per il reato di furto aggravato. Si tratta di un 28enne di nazionalità tunisina. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Ravenna.

La merce rubata è stata riconsegnata al negozio.

Il bilancio di sostenibilità della cooperativa Gemos. Recuperate oltre 56mila porzioni di cibo nel 2024

Gemos – cooperativa specializzata nella ristorazione collettiva e commerciale, attiva nell’erogazione di pasti per scuole, università, strutture sanitarie e aziende del settore pubblico e privato – ha presentato, oggi (29 settembre) al ridotto del teatro Masini di Faenza il nuovo bilancio di sostenibilità.

Il nilancio nasce da un ampio percorso di coinvolgimento degli stakeholder: 2.181 interlocutori hanno preso parte alla fase di consultazione, con 742 questionari compilati. Un’analisi che ha consentito di mappare priorità e aspettative in linea con gli standard europei e gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.

Con 1.820 dipendenti, di cui l’86,7% donne, Gemos si conferma una realtà a forte presenza femminile. Nel 2024 sono state erogate oltre 11 mila ore di formazione a lavoratrici e lavoratori e sono stati attivati 49 progetti di tirocinio. Importante anche il sostegno ai giovani: 24 borse di studio sono state assegnate a studenti meritevoli. Alla solidarietà si affianca l’impegno contro lo spreco alimentare, con più di 56 mila porzioni di cibo recuperate e destinate a donazioni verso realtà sociali del territorio.

Nel corso del 2024 è stata condotta la prima indagine interna sulla percezione della parità di genere e sugli episodi di abuso. Dai risultati emerge che il 94% dei lavoratori non riscontra disparità di genere in azienda, mentre il 42% guarda con favore alle opportunità di crescita e inclusione. Un impegno che si inserisce nel piano triennale per la Parità di Genere già certificato secondo la norma Uni PdR 125:2022.

Sul fronte ambientale, il 25% dei prodotti alimentari è certificato BIO, DOP o IGP, mentre il 100% dell’energia elettrica utilizzata proviene da fonti rinnovabili. Nel 2024 sono state recuperate 5 tonnellate di olio vegetale esausto per la produzione di biocarburante grazie alla collaborazione con Hera Spa che è promotrice del progetto e, nell’ultimo triennio, le emissioni climalteranti si sono ridotte del 6,9%. L’energia complessiva consumata è stata pari a 3.654 TEP.

Dal documento «emerge chiaramente come il modello di business di Gemos sia solido e collaudato – si legge in una nota inviata alla stampa dalla cooperativa -, orientato a garantire un’occupazione stabile e di qualità, creando al tempo stesso valore per l’intera comunità. La presentazione del Bilancio di Sostenibilità ha sottolineato come la cooperativa, pur muovendosi in un contesto globale segnato da incertezze e ritardi rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030, continui a investire con coerenza nelle persone, nell’inclusione e nella tutela dell’ambiente, rafforzando così il proprio ruolo di motore di cambiamento positivo».

Mirella Paglierani, presidente di Gemos, ha sottolineato: «Il percorso che ci ha portato a festeggiare i nostri primi cinquant’anni è stato guidato da due valori imprescindibili: la crescita e l’attenzione agli aspetti sociali. Abbiamo saputo coniugare l’efficienza gestionale con la centralità delle persone, costruendo nel tempo un modello di cooperazione capace di guardare al futuro senza dimenticare le nostre radici e le persone che ogni giorno con il loro lavoro hanno contribuito e contribuiscono a costruire questo risultato».

Chiusa a Sant’Alberto una casa famiglia per anziani abusiva: multa di 400 euro per la titolare

La polizia locale, coadiuvata da un medico dell’Ausl di Ravenna, è intervenuta la scorsa settimana a Sant’Alberto a seguito di una segnalazione per la sospetta apertura di una “casa famiglia” per anziani in un’abitazione privata, rivelatasi poi essere effettivamente abusiva.

Gli agenti, infatti, hanno potuto constatare che una cittadina italiana di origine moldava, già titolare di un’altra struttura per anziani a Ravenna – la cui attività era nel frattempo cessata – aveva trasferito gli ospiti presso la propria abitazione, avviando attività socio-assistenziale per anziani in assenza dei titoli abilitativi. Alla donna è stata comminata una sanzione amministrativa di oltre 400 euro e il Comune di Ravenna ha disposto il divieto di prosecuzione dell’attività.

Gli anziani ospitati, in buone condizioni igienico-sanitarie, con l’ausilio dei servizi sociali, sono stati affidati ai loro familiari.

Il progetto di legge della Regione: una nuova destinazione d’uso per gli affitti brevi

Prosegue il percorso di confronto sul progetto di legge regionale sugli affitti brevi. Un percorso attivato a giugno, che la settimana scorsa ha registrato un ulteriore confronto con i soggetti interessati e che oggi ha visto la Regione inviare a Comuni, associazioni e stakeholder, il testo preliminare del provvedimento.

L’obiettivo è fornire alle amministrazioni locali uno strumento chiaro e flessibile, in grado di adattarsi alle diverse realtà territoriali. I Comuni potranno scegliere se e come intervenire, definendo modalità e criteri di applicazione in base alle esigenze specifiche, così da garantire un equilibrio tra residenzialità, qualità dell’offerta ricettiva e sviluppo turistico.

Il progetto di legge

Consente di introdurre nei piani urbanistici comunali una nuova destinazione d’uso, denominata “locazione breve” e inserita nella categoria turistico-ricettiva, con l’obiettivo di distinguere gli immobili destinati a questo tipo di attività dal patrimonio abitativo ordinario. I Comuni non saranno obbligati a intervenire, ma avranno a disposizione uno strumento da attivare attraverso una variante urbanistica semplificata nel momento in cui la regolazione degli affitti brevi dovesse rendersi utile. Potranno così individuare aree del territorio dove consentire, limitare o incentivare queste attività in base a criteri specifici, come ad esempio il rapporto tra appartamenti destinati alle locazioni brevi e alloggi residenziali presenti.

Gli immobili utilizzati per affitti brevi dovranno comunque rispettare standard rigorosi di sicurezza, igiene, salubrità, efficienza energetica e conformità degli impianti, mentre i Comuni avranno la possibilità di richiedere ulteriori requisiti di qualità edilizia per elevare ulteriormente il livello dell’offerta. La proposta prevede inoltre di consentire ai comuni di poter inoltre ricorrere alla leva fiscale dei contributi di costruzione per incentivare o disincentivare l’insediamento delle locazioni brevi, adattando la disciplina alle caratteristiche locali. «La nuova normativa – sottolineano dalla Regione – permetterà di semplificare e rendere più uniforme la gestione del fenomeno e, al tempo stesso, garantirà la possibilità di riportare in qualsiasi momento un immobile dalla destinazione “locazione breve” all’uso abitativo senza costi aggiuntivi, favorendo così il recupero di case per i residenti e sostenendo concretamente il diritto all’abitare».

Era ricercato per un omicidio in Turchia: fermato a Cervia, con una pistola con matricola abrasa

Nella nottata del 28 settembre, i carabinieri della compagnia di Cervia-Milano Marittima, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno identificato un uomo di nazionalità turca, ricercato a livello internazionale per l’esecuzione di un mandato di arresto ai fini estradizionali emesso dalle autorità del suo paese di origine.

Al momento del controllo l’uomo era sprovvisto di documenti di identità. Su di lui pendeva un ordine di arresto da eseguire per un omicidio commesso in Turchia nel 2022. In considerazione della gravità dei fatti contestati, i carabinieri hanno quindi perquisito il suo domicilio, trovandolo in possesso di una pistola calibro 9 con matricola abrasa e caricatore inserito contenente dodici proiettili.

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