venerdì
22 Agosto 2025

Una domenica sotto la cupola del planetario per scoprire il sistema solare

Il 13 marzo per tutta la giornata gli studenti del liceo scientifico spiegheranno il cielo di primavera. Eventi su prenotazione

Planetari

Una domenica sotto la cupola del planetario di Ravenna per scoprire il sistema solare. Il 13 marzo si svolgerà la “32esima Giornata Internazionale dei Planetari”, che rappresenta da sempre un importante momento di aggregazione, conoscenza e divertimento. Questa edizione, in presenza dopo due anni di pandemia, sarà gestita dagli studenti.

Protagonisti saranno i ragazzi della IV B del liceo scientifico “Oriani” di Ravenna, guidati dal professor Nicola Alberto Bernardo e supervisionati dagli astrofili dell’Arar. Terranno loro le conferenze in cupola, dedicate al cielo di primavera, e spiegheranno il Sistema Solare con l’ausilio della sfera didattica.

Si tratta della conclusione di un programma legato all’alternanza scuola-lavoro, promossa dall’Arar e dal Planetario di Ravenna. I ragazzi hanno così avuto l’opportunità di studiare astronomia e nello stesso tempo di realizzare un servizio per la città.

Tutte le attività, con ingresso ad offerta libera, sono su prenotazione. Il programma è il seguente:
sotto la cupola: “Il Cielo di Primavera” – ore 10.30 – 11.30 – 14 – 15.30 – 17;
in sala conferenze: “Alla scoperta del Sistema Solare con la sfera didattica” – ore 14.30 – 16 – 17.
Entrambe le attività sono adatte a bambini a partire dai 6 anni.

Per informazioni e prenotazioni:
tel. 0544 62534 – dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30
e-mail: info@arar.it
www.arar.it
www.planetarioravenna.it

Il laboratorio che colleziona il Dna di migliaia di pesci: ricerca e innovazione

Il gruppo Genodream svolge analisi molecolari e crea strumenti applicativi: collaborazioni per tracciare il prodotto nelle scatolette Tonno Rio Mare e per le missioni di ripopolamento della seppia in Adriatico

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Due ricercatrici del gruppo Genodream al tecnopolo di Ravenna. Foto di Vincenzo Pioggia nel 2019, in occasione dei 30 anni di Fondazione Flaminia

A Ravenna c’è un laboratorio dell’Università di Bologna con molti freezer che conservano migliaia di provette con piccole porzioni di animali marini. È una collezione di tessuti e Dna che abbraccia spazio e tempo: da varie parti del Mediterraneo e Atlantico fino alle coste brasiliane e del Sud Africa e di varie epoche storiche fino ai Romani. Siamo in via Sant’Alberto, in una delle sedi del Tecnopolo di Ravenna, dove competenze e strumentazioni di eccellenza supportano la capacità di innovazione delle imprese (dal 2018 il gestore è Cifla, Centro per l’innovazione di Fondazione Flaminia).

I campioni congelati sono il tesoro del gruppo di ricerca in genetica e genomica delle risorse e dell’ambiente marino, abbreviato con l’acronimo Genodream, coordinato da Fausto Tinti. La 43enne Alessia Cariani è una delle ricercatrici dello staff: «La prima parte del nostro lavoro è l’analisi molecolare per sequenziare il Dna da tessuti animali. Però se qualcuno ha in mente il classico scienziato con il camice bianco, dovrà restare deluso: non lo mettiamo così tanto spesso». All’attività di laboratorio è sempre associato un altrettanto importante lavoro di analisi statistica dei dati prodotti che è essenzialmente un lavoro al computer. E infine c’è la corretta catalogazione e conservazione delle collezioni, i freezer di cui sopra e le banche dati collegate ad essi. Che non hanno un intento museale: «L’ottica di tutto è sempre applicativa. Ad esempio per il tonno rosso forniamo informazioni scientifiche ai decisori sulla gestione delle risorse: la commissione Iccat fissa le quote di prelievo anche tenendo conto delle nostre rilevazioni».

WhatsApp Image 2022 03 05 At 09.34.28A monte di tutto c’è l’attività di campionamento a mare, grazie alla fitta rete di collaborazioni in Italia e all’estero: «Nel nostro database non inseriamo i pesci che capitano. Usciamo in mare scegliendo il periodo e la zona adatti a seconda di diverse variabili e degli scopi della ricerca».

Il Genodream indaga anche le acque a metà fra burocrazia e natura. «Il mare non ha confini – dice Cariani –. Una parte del nostro lavoro consiste nel capire se i confini legislativi che imponiamo sono allineati con i confini biologici delle specie e delle loro popolazioni».

Ma il claim nella homepage del sito tecnopolo.ravenna.it recita “Dove la ricerca incontra l’impresa”. E infatti il Genodream fa ricerca sperimentale, anche in ambito di collaborazione internazionale, a partire da una solida ricerca di base, per sviluppare strumenti applicativi. Forse un esempio può chiarire meglio: «Le scatolette di tonno Rio Mare le conosciamo tutti. L’azienda che le produce è la multinazionale Bolton Group con sede in Italia. Con loro abbiamo sviluppato degli studi per valutare la tracciabilità del prodotto in scatola per consolidare lo sforzo dell’azienda nei confronti della sostenibilità».

WhatsApp Image 2022 03 05 At 09.34.28 (2)Oppure le conoscenze degli scienziati possono essere al servizio dei piani di ripopolamento. «Prima di immettere in mare dei piccoli esemplari di una certa specie riprodotti in vasca con i metodi della zootecnia, bisogna sapere quanto varia il loro profilo genetico rispetto a quello predominante nell’ambiente. Lo stiamo facendo nella zona ravennate con le seppie».

Altre volte la missione è a diretto impatto sul consumatore. «Un incarico classico che ci viene affidato è la certificazione di quale specie marina viene venduta come alimento. Ci possono chiedere di identificare tranci di pesce spada o altri prodotti lavorati, perché quando i pesci sono sfilettati, mica tutti li riconoscono! Ma con gli strumenti sviluppati al GenoDREAM possiamo fare ben di più, possiamo dire per esempio se una certa sogliola viene dal nord o dal basso Adriatico, valutando anche l’origine geografica».

 

Per tre domeniche una passeggiata guidata per bambini e genitori tra pinete e valli

Iniziativa gratuita, fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria, promossa dal consiglio territoriale Sud del Comune di Ravenna

Pietro Bezzi Pineta Di ClasseRitorna, dopo la pausa forzata a causa della pandemia, l’operazione Occhio verde a Ravenna: una escursione di circa 5,5 km dalla pineta San Vitale alla Piallassa Baiona che si ripeterà per tre domeniche con l’intento di far conoscere questi ambienti così tipici e peculiari delle zone ravennati e di consentire un primo approccio al birdwatching. Le date 20 e 27 marzo e 3 aprile. L’iniziativa è rivolta ai bambini e bambine a partire dai 6 anni e ai loro genitori. La partecipazione è gratuita, con prenotazione obbligatoria e limitata a 12 bambini e bambine per ogni appuntamento, a cui vanno aggiunti gli accompagnatori adulti.

Si tratta di una passeggiata in mezzo alla natura per osservare e per conoscere gli ambienti e gli animali che li abitano, nella speranza che questo sia un contributo per la costruzione di una coscienza ambientale rispettosa dell’ambiente, degli animali e degli uomini che lo abitano. Il ritrovo e la partenza avverranno dal piazzale della Ca’ Vecchia alle 9 e il ritorno alle 12. Il percorso ad anello prevede il raggiungimento della Piallassa Baiona e ritorno libero.

L’iniziativa è promossa dal consiglio territoriale Ravenna Sud – assessorato al Decentramento in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente, l’associazione Amici del 243 e l’associazione Ekoclub che metteranno a disposizione le guide esperte volontarie che accompagneranno i gruppi e piccoli doni utili per affrontare l’escursione.

Per informazioni e iscrizioni: Ufficio decentrato di via Berlinguer 11, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13; il martedì e giovedì anche dalle 14 alle 17; tel. 0544-482815.

A Ravenna sono iniziate le riprese di una docufiction Rai su Raul Gardini

A interpretare l’imprenditore sarà Fabrizio Bentivoglio

Bentivoglio GardiniFabrizio Bentivoglio nei panni di Raul Gardini.

Lunedì 7 marzo sono iniziate nel Ravennate le riprese di “Raul Gardini”, la nuova docufiction coprodotta da Rai Fiction e Aurora tv Banijay, per la regia di Francesco Miccichè.

La docufiction, interpretata da Bentivoglio – citiamo un’agenzia dell’Ansa -, vede nel cast Pilar Fogliati, Helene Nardini, Sara D’Amario e Stefano Abbati tra gli altri. Racconta la figura di Raul Gardini attraverso la partecipazione del Moro di Venezia alla Louis Vuitton Cup e all’America’s Cup nei primi anni ’90.

La sceneggiatura è di Denise Pardo, Giovanni Filippetto e Francesco Micciché.

Le riprese si svolgeranno prevalentemente a Ravenna e la messa in onda è prevista prossimamente.

Uccide la moglie malata e si butta dal balcone. La vittima aveva 82 anni

Il marito in prognosi riservata, accusato di omicidio volontario aggravato. «Un’altra vittima della cultura del patriarcato»

7Ha ucciso a coltellate la moglie e poi, all’arrivo dei carabinieri, si è gettato dal balcone di casa, al terzo piano.

È questo quanto è successo – secondo la ricostruzione degli inquirenti – poco prima le 13 di giovedì 10 marzo in un palazzo di via Gardella, a Ravenna.

La vittima si chiamava Maria Ballardini e avrebbe compiuto tra pochi mesi 83 anni. Era gravemente malata.

Il marito, originario del Trentino ma residente a Ravenna da tempo, si chiama Mario Claudio Cognola e ha 77 anni. È stato lui a chiamare i carabinieri.

Dopo il volo di una dozzina di metri si trova ricoverato al Bufalini di Cesena in prognosi riservata. Risulta indagato per omicidio volontario aggravato.

«Non ci risulta ci fossero problemi tra i due, nessuno screzio, nessuna denuncia», ha dichiarato il procuratore capo di Ravenna Daniele Barberini.

A condannare l’episodio sono state Linea Rosa e associazioni femministe: «La cultura del patriarcato ha mietuto una nuova vittima e ancora una volta è successo ad una anziana», si legge in una nota inviata alla stampa.

 

Covid: i morti in regione sono più di 16mila da inizio pandemia

In provincia una giornata con 173 nuovi casi di contagio e un decesso

Per il territorio provinciale di Ravenna oggi, 10 marzo, si sono registrati 173 casi di Covid: si tratta di 98 pazienti di sesso maschile e 75 pazienti di sesso femminile. I tamponi eseguiti sono stati 1.311. Oggi la Regione ha comunicato un decesso in provincia: si tratta di un paziente di sesso maschile di 98 anni. I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel ravennate sono 111.108.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.207.297 casi di positività, 2.577 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.246 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 10.632 molecolari e 9.614 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 12,7%.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 62 (-2 rispetto a ieri, pari al -3,1%), l’età media è di 65,6 anni. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.070 (-23 rispetto a ieri, -2,1%), età media 74,1 anni. Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 1 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 6 a Parma (-2); 4 a Reggio Emilia (+1); 8 a Modena (invariato); 25 a Bologna (invariato); 4 a Imola (+1); 3 a Ferrara (invariato); 2 a Ravenna (invariato); 1 a Forlì (invariato); 1 a Cesena (invariato); 7 a Rimini (-2).

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 786 nuovi casi (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 248.053), seguita da Modena (326 su 187.076); poi Reggio Emilia (276 su 132.937), Rimini (203 su 118.971), Ferrara (199 su 82.763) e Parma (185 su 98.518); quindi Ravenna (173 su 111.108), Cesena (139 su 68.152), Forlì (118 su 57.036) e Piacenza (97 su 65.321); infine il Circondario imolese, con 75 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 37.362.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 28.180 (+46). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 27.048 (+71), il 96% del totale dei casi attivi.

Si registrano 13 decessi in regione. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 16.046.

Restaurata Porta Teguriense: da lì Odoacre entrò a Ravenna nel 476 per il saccheggio

Intervento costato 165mila euro (suddivisi fra Comune e Fondazione Cassa) per il manufatto nelle vicinanze di via Cavour: prende il nome dal fiume Tegurio che scorreva a nord della città Ravenna e fungeva da principale accesso alla zona monumentale e religiosa

275622578 511069060377140 8346944462120970460 NSi sono conclusi i lavori di riqualificazione di Porta Teguriense a Ravenna, un manufatto storico di epoca tardo antica posto lungo il tratto di mura cittadine che va da Porta Adriana a Porta Serrata, nell’area verde in via Mura di San Vitale dedicata a Teresa Gamba Guiccioli. L’intervento di recupero, del valore di circa 165mila euro, è stato finanziato per metà dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e per l’altra metà dal Comune.

L’intervento, finalizzato alla valorizzazione e al restauro della porta, nonché al recupero e al consolidamento della porzione di mura di cui fa parte, si inserisce in una politica di tutela e riqualificazione del circuito murario della città, attuata da anni dall’Amministrazione comunale. I lavori sono stati eseguiti dalla cooperativa Ediltecnica previe indagini archeologiche stratigrafiche e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna.

Si è proceduto in primo luogo alla rimozione della copertura provvisoria in legno che era stata installata a protezione del bene, potendo a questo punto distinguere le varie fasi costruttive la cui traccia era visibile nella tessitura muraria. Sono state quindi rimosse le porzioni cementizie incongrue e le parti laterizie di epoca tardo moderna e contemporanea, così da mettere in risalto l’opera. È stato eseguito un rinforzo statico degli archi mentre i paramenti murari sono stati interessati da un intervento di pulizia, diserbo e consolidamento nonché da interventi di “cuci-scuci” laddove ritenuto necessario. L’interno della porta è stato ripulito e bonificato.

275656278 511070177043695 6158566036584135826 NDa ultimo, è stata realizzata una passerella pedonale che collega il giardino Teresa Gamba alla porzione di mura che va da via San Vitale a Largo Giustiniano e che consentirà, nel tratto centrale, di poter osservare l’antica porta da un punto di vista privilegiato. Questo stralcio si inserisce in un più vasto programma di valorizzazione della cinta muraria della città che vede come prossimo intervento il restauro del Torrione della Polveriera, di cui è già stato approvato il progetto esecutivo.

Porta Teguriense. Grazie agli studi archeologici e alle numerose testimonianze si può affermare che Porta Teguriense fu costruita in epoca tardo antica lungo il tracciato nord-occidentale delle mura della città e rimaneggiata nei secoli successivi. Della fase più antica, datata tra il V e il IX secolo, rimangono tracce dell’arco esterno in direzione ovest, i resti dei bastioni ai due lati e la scarpa del torrione quadrangolare verso via San Vitale. La Porta prende il nome dal fiume Tegurio che scorreva a nord di Ravenna e fungeva da principale accesso alla zona monumentale e religiosa della città, inizialmente costruita extramoenia dall’Oppidum Romano. Fonti storiche e leggendarie riconoscono proprio nella Porta Teguriense (o anche citata come Porta S. Vitale o Porta di Odoacre) il luogo di passaggio dell’esercito degli Eruli, sotto la guida del loro comandante Odoacre, che il 2 settembre del 476 dopo Cristo entrò a Ravenna mettendo a sacco la città e conquistandola. Alcuni giorni dopo, l’Imperatore romano d’Occidente Romolo Augusto abdicò a favore di Odoacre, ponendo termine così ad oltre 1200 anni di dominio romano in Italia: la cosiddetta caduta dell’Impero Romano d’Occidente.

275642822 511070490376997 7032419600957256545 NLe mura di Ravenna. Il primo perimetro, costruito durante il conflitto con Annibale riprendendo la forma dell’oppidum romano, risale all’epoca repubblicana (fine III secolo avanti Cristo). Quando nel 402 dopo Cristo Ravenna divenne capitale dell’Impero Romano d’Occidente, l’imperatore Onorio si diede da fare per ampliare ulteriormente il circuito murario, sacrificando gran parte di quello repubblicano. Per secoli le mura cittadine svolsero una funzione di difesa non solo dagli eserciti nemici ma anche dai banditi e, anche se con minore efficacia, dalle inondazioni dei fiumi Ronco e Montone, prima che nel 1735 venissero incanalati in un nuovo letto, contribuendo così alla formazione dei Fiumi Uniti. Gli ultimi lavori di riparazione della cinta muraria avvennero intorno agli anni 1778-1795 quando con l’epoca moderna cmbiò il concetto di difesa e le mura assunsero la funzione di cinta daziaria. I primi smantellamenti avvennero a seguito della realizzazione delle opere ferroviarie nel 1863. Seguirono poi le demolizioni effettuate negli anni 1920–1921, in concomitanza con la costruzione del primo Foro Boario, quando scomparve l’intero tratto dalla chiesa del Torrione a Porta Adriana e successivamente quello tra Porta Gaza e Porta S. Mamante. Fino agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, l’attività edilizia e la stessa disciplina urbanistica non hanno prestato le necessarie attenzioni all’antico tracciato murario, consentendo edificazioni in fregio e soprastanti alle mura, fatto che ha causato, insieme agli eventi bellici, la perdita di altri tratti oggi non più visibili o interclusi fra edifici e aree private.

Dei circa 5 chilometri che costituivano il circuito murario di massima espansione della città, attualmente restano visibili circa 2.500 metri di antiche mura e sei porte, per le quali è attiva già da anni una politica di tutela e riqualificazione.

Alloggi, traduzioni, supporto psicologico: in 7 giorni 126 offerte di aiuto

È la risposta dei cittadini ravennati alla crisi umanitaria che sta portando in Italia profughi in fuga dalla guerra

Volontarie Ucraine 10In una settimana il Comune di Ravenna ha ricevuto 126 offerte di aiuto per alloggio, mediazione linguistica, supporto psicologico, aiuti medici e altri servizi alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Le disponibilità – inviabili tramite un apposito form da compilare online sul sito istituzionale – sono arrivate sia da Ravenna che da altri centri della provincia, da parte di singoli cittadini ma anche da professionisti e imprenditori. Gli uffici comunali stanno contattando singolarmente tutte le persone.

Per quanto riguarda coloro che si sono dichiarati disponibili a ospitare uno o più cittadini ucraini in casa propria, va precisato che al momento non se ne riscontra l’urgenza, essendo per ora sufficiente la disponibilità di posti che la prefettura può garantire attraverso i Centri di accoglienza straordinaria (Cas), ampliandola anche ulteriormente rispetto a quella attuale. Tale disponibilità sarà in ogni caso tenuta in considerazione qualora se ne dovesse ravvisare l’esigenza. Chi lo desidera può quindi continuare ad offrirla.

Per quanto riguarda invece le offerte di alloggi esclusivi, interi appartamenti o camere d’albergo, si stanno segnalando tali disponibilità alla prefettura, per un eventuale inserimento nei cosiddetti Cas, qualora le persone che le hanno fatte siano interessate. I Cas sono Centri di accoglienza straordinaria che erogano una serie di servizi di base, principalmente il vitto e l’alloggio, ma non solo: chi infatti è accolto in un Cas riceve anche completa assistenza dal punto di vista burocratico, per quanto riguarda tutta la documentazione di cui può avere bisogno. Di contro, il privato che mette a disposizione il proprio alloggio o la propria struttura, ha la certezza del pagamento dell’affitto, che avviene tramite fondi ministeriali. Ancora, è emerso come alcune delle strutture offerte potrebbero efficacemente assolvere a sedi di alloggio temporanee in attesa che si perfezioni l’ingresso dei profughi nei Cas.

Si sta infine valutando come organizzare al meglio le offerte di mediazione linguistica, supporto psicologico e aiuti medici, che sono altresì pervenute numerose.

Dopo lo stop per la pandemia ritornano i laboratori della non-scuola

Il progetto compie 30 anni. L’ideatore Marco Martinelli: «Con questi adolescenti costruiamo insieme eventi scenici sorprendenti»

Non ScuolaLa non-scuola, esperienza di laboratorio teatrale rivolta agli adolescenti e promossa dal Teatro delle Albe di Ravenna, compie 30 anni e riparte dopo due anni di sospensione a causa della pandemia. Da mercoledì 16 marzo a venerdì 8 aprile, al teatro Rasi di Ravenna, sarà possibile assistere agli spettacoli preparati dai ragazzi (a questo link il programma completo).

A Ravenna la non-scuola coinvolge ogni anno circa 300 ragazzi più gli insegnanti, nonostante le difficoltà economiche e organizzative incontrate dagli istituti. Nel 95% dei casi questi laboratori sono guidati da ragazzi che sono cresciuti proprio nella non-scuola e che ora vogliono provare a fare del teatro la propria vita. Quest’anno, inoltre, si sta pensando a un percorso di riflessione teorica dedicato alle guide e aperto alla città, che indaghi questioni pedagogiche e racconti possibili pratiche nella relazione con l’altro, che è l’adolescente.

«La non-scuola – si legge in un comunicato stampa è un laboratorio di teatro nel quale scompaiono i metodi accademici e dove l’idea stessa di uno scambio di emozioni tra pari è già in sé uno spettacolo. La creazione di “coro” contiene diverse funzioni dell’identità di Ravenna Teatro: riguarda le modalità compositive della poetica scenica, dove la moltitudine si rivela coro; la creazione di pubblico e la crescita culturale; l’accesso facilitato all’arte teatrale».

«Le facce dei trecento adolescenti – racconta il fondatore Marco Martinelli – che a Ravenna partecipano ai laboratori nelle scuole medie superiori, dai licei agli istituti tecnici, le conosco tutte. Fanno parte della mia vita di regista, di direttore artistico, di scrittore, così come le facce di tanti ateniesi erano parte viva dell’immaginario e della scrittura di Aristofane. Con questi adolescenti costruiamo insieme eventi scenici sorprendenti: le oscenità della commedia antica o i lirismi di Shakespeare rivivono sulla bocca dei quindicenni come lezioni di nuovo teatro».

Questa esperienza è nata inizialmente negli istituti superiori della città di Ravenna, per poi arrivare in diverse parti del mondo. Continua tuttora a diffondersi: da Milano alla Sicilia e alla Sardegna, a Scampia e Napoli, Lecce, Matera, Roma, Vicenza, Lido Adriano e Santarcangelo, dagli Stati Uniti alla Francia, dal Senegal al Brasile e al Kenya.

«Un’esperienza che per tantissimi – afferma Fabio Sbaraglia, assessore alla Cultura del Comune di Ravenna – ha significato il primo e decisivo incontro con il teatro e che ogni anno coinvolge nuovi protagonisti innescando percorsi creativi e di partecipazione assolutamente straordinari. Un ringraziamento particolare, oltre a Ravenna Teatro, va a tutte le insegnanti e gli insegnanti che anche quest’anno hanno deciso di accompagnare il progetto con impegno e passione».

Anche quest’anno, come nel 2017 in occasione di Inferno, Ravenna Teatro proporrà a tutti i partecipanti della non-scuola di partecipare anche a Paradiso, spettacolo che sarà in scena nel programma di Ravenna Festival della prossima estate.

Infortuni sul lavoro aumentati del 10 percento in un anno: sono 17 al giorno

La Cgil crea un Osservatorio regionale sui dati Inail per monitorare e denunciare quanto avviene sui luoghi di lavoro

3Aumentano gli infortuni sul lavoro in provincia di Ravenna. Nel 2021 ne sono stati denunciati 6.336, il 10,7 percento in più rispetto al 2020 che era stato contraddistinto dal duro lockdown primaverile con molte attività ferme. Il dato viene dall’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali di recente istituito dalla Cgil Emilia-Romagna: attraverso i dati resi disponibili dall’Inail, il sindacato vuole monitorare costantemente e denunciare quanto avviene in regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Il quadro regionale dice che nel periodo gennaio-dicembre 2021 sono stati denunciati 74.066 infortuni (+9,2% rispetto ai 67.816 del 2020), 110 infortuni con esito mortale (-7,6% rispetto alle 119 del 2020), 5.578 malattie professionali (+34,9% rispetto alle 4.136 del 2020). Nel 2021 in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.221 lavoratrici e lavoratori (una media di più di 3 al giorno)

«Dopo un 2020 drammatico – scrive il sindacato –, il 2021 ha rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa economica dopo le restrizioni dovute alla pandemia. Purtroppo, però, registriamo un nuovo aumento degli infortuni sul lavoro, che colpiscono in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti). Basta osservare i dati dei settori in cui si registrano il maggior numero di denunce di infortunio: 5.391 denunce nella sanità (in cui si evidenziano gli effetti del Covid-19), 4.925 denunce nel commercio, 4.273 denunce nel settore del trasporto e magazzinaggio, 3.867 denunce nel settore delle costruzioni, 3.700 denunce in agricoltura e agroindustria».

I profughi in provincia sono 401: solo 21 nei centri, gli altri da amici o parenti

La prefettura coordina la cabina di regia per la gestione dei flussi: la rete dei Casi dispone di 316 posti letto ma se ne cercano altri 300

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Il prefetto Castrese De Rosa

Salgono a 401 i cittadini ucraini fuggiti dalla guerra scatenata dall’aggressione della Russia e arrivati nella provincia di Ravenna. Il dato è fornito dalla prefettura, aggiornato a oggi, 10 marzo. Quasi tutti sono alloggiati da famiglie o conoscenti, mentre 21 sono accolti nella rete dei centri Cas che attualmente hanno destinato una capacità di 316 posti letto per i profughi. Il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, dopo l’incontro di ieri con tutti i diciotto sindaci della provincia, ha presieduto stamattina il primo incontro della cabina di regia per l’accoglienza: è stata decisa una nuova manifestazione di interesse per cercare la disponibilità di ulteriori 300 posti letto, in previsione di ulteriori massicci arrivi che dovessero presentarsi nelle prossime settimane.

Nel corso dell’incontro odierno è stata concordata una procedura operativa che prevede la condivisione dei dati relativi alla presenza sul territorio dei cittadini ucraini, al fine di agevolare il più possibile l’emersione delle presenze e garantire l’erogazione di tutti i servizi (dichiarazione di presenza, servizi sanitari e scolastici).

Tutti gli uffici ai quali le persone si rivolgono, oltre a fornire il proprio servizio di competenza, informeranno anche degli ulteriori passaggi da effettuare, fornendo la relativa modulistica che potrà essere precompilata.

Il raccordo dei dati sarà svolto dalla prefettura, che garantirà la circolarità delle informazioni a tutti i soggetti.

Chiama il 112 e si butta dal balcone, è grave. In casa trovano la moglie ammazzata

L’uomo ha 77 anni, ricoverato in ospedale dopo una caduta di dieci metri. La donna uccisa a coltellate

Omicidio e tentato suicidio in una palazzina nel quartiere Zalamella di Ravenna. Un uomo di 77 anni ha chiamato il 112 e poi si è buttato dal balcone al terzo piano. Nell’appartamento è stato trovato il cadavere della moglie, più anziana di del marito di qualche anno, uccisa a coltellate. L’uomo è in ospedale in gravi condizioni. La tragedia familiare si è consumata nella tarda mattinata di oggi, 10 marzo, in via Gardella. Sul posto i carabinieri e il procuratore capo Daniele Barberini. Non sono note tensioni pregresse nella coppia di anziani coniugi, non particolarmente conosciuti tra i condomini.

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