sabato
20 Dicembre 2025

Giardini Speyer, un arresto per spaccio e due denunce per aver violato il divieto di accesso nell’area

Proseguono i controlli della polizia di stato di Ravenna presso i Giardini Speyer. L’attività ha permesso di identificare circa una novantina di persone, alcune delle quali risultate gravate da precedenti di polizia.

In particolare sono stati denunciati due stranieri, un cittadino somalo ed uno tunisino, per aver violato entrambi la misura di prevenzione D.A.C.Ur, che gli impediva di stazionare nelle zone limitrofe la stazione ferroviaria e gli adiacenti Giardini Speyer. Inoltre, è stato rintracciato un cittadino di nazionalità tunisina irregolare sul territorio nazionale, già gravato da una condanna per violazione della normativa sugli stupefacenti. L’uomo è stato accompagnato in questura per gli accertamenti necessari alla sua espulsione dal territorio nazionale.

Infine nella serata di ieri, martedì 16 settembre, la polizia ha arrestato in flagranza un uomo italiano di cinquant’anni, trovato in possesso di 24 grammi di hashish, 13 grammi di cocaina e un centinaio di euro frutto di attività di spaccio. L’uomo, già gravato da precedenti di polizia in materia di sostanze stupefacenti, è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

«Se vogliamo la pace, non vanno interrotti i rapporti diplomatici con Israele»

Nelle vesti di deputato Pd nel periodo 2013-2022 si è occupato di geopolitica, spionaggio internazionale e cybersicurezza – con incarichi da capogruppo in commissione Difesa e delegato all’assemblea parlamentare Nato – oggi il 54enne Alberto Pagani è un consulente nel settore della sicurezza e docente all’università di Ravenna.

Pagani, cosa pensa della lettera che il sindaco Barattoni ha inviato al ministro Salvini in merito al passaggio di armi dal porto di Ravenna (vedi pagina accanto) e, soprattutto, della partecipazione dell’Autorità portuale al progetto Undersec?

«Sui social e sulla stampa circolano troppe informazioni false, o prive di fonti certe, e di cui non è facile capire se sono attendibili o meno. Il sindaco non dispone degli strumenti per accertarsi direttamente se si tratta o meno di fake news, e quindi non può che rivolgersi al Governo nazionale, per avere la certezza che venga applicata la legge 185/90, che regolamenta l’esportazione, l’importazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali d’armamento. Questi devono essere conformi ai principi della Costituzione repubblicana, che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. La legge stabilisce infatti precisi divieti di esportazione verso Paesi in stato di conflitto armato, la cui politica contrasta con l’articolo 11, o che sono responsabili di accertate e gravi violazioni dei diritti umani. Essendo l’esportazione ed il transito consentite solo ad imprese autorizzate dall’ufficio Uama, del ministero degli Affari Esteri, il sindaco non può che chiederlo al Governo. Se Salvini non ne sa nulla, perché il ministero dei Trasporti non fa parte del comitato interministeriali preposto, girerà la richiesta a chi di dovere, per fornire alla città di Ravenna le informazioni richieste e dovute. Per quanto riguarda Undersec a me risulta che l’Autorità portuale sia un ente promotore del progetto, non un soggetto partecipante, quindi non è a me che dovreste rivolgere questa domanda».

Secondo lei, gli attori principali del progetto Undersec dovrebbero escludere Israele?
«Ripeto che non mi sono mai occupato di questo progetto e quindi non lo conosco, ma immagino che, usando il buon senso, i promotori abbiano coinvolto le migliori università e le aziende che hanno valutato più competenti e capaci di sviluppare e testare le tecnologie necessarie a proteggere le nostre infrastrutture critiche sommerse. Quando si tratta della nostra sicurezza credo che sia razionale rivolgersi a chi è in grado di fornire la tecnologia migliore. Siccome a Ravenna c’è uno dei rigassificatori che devono garantire la continuità e la sicurezza dell’approvvigionamento di gas alle famiglie ed alle imprese italiane, è abbastanza logico che le tecnologie per proteggere l’impianto a mare e la pipeline sommersa vengano testate dove c’è il rigassi  catore da proteggere e ci sono i tubi sottomarini del gas che lo collegano alla terraferma. L’Unione europea mette a disposizione dei fondi per sviluppare queste tecnologie, che è nell’interesse degli italiani che ci siano, che funzionino e che siano le migliori possibili, perché il sabotaggio del gasdotto North Stream 2 dovrebbe averci insegnato qualcosa».

L’Italia dovrebbe interrompere tutti i rapporti istituzionali con Israele? Cosa peraltro fatta dalla Regione Emilia-Romagna per decisione del presidente De Pascale.
«Le relazioni diplomatiche con il Governo israeliano sono una cosa ben diversa dalle attività di ricerca scientifica e tecnologica. Io farei una distinzione tra il ruolo di una Regione, che ha rapporti istituzionali internazionali solamente con chi ritiene giusto ed opportuno averli, e quelli dello Stato, che è titolare della politica estera e che perciò deve cercare di parlare con tutti. La diplomazia è il principale mezzo per promuovere il dialogo, il disarmo e la sicurezza collettiva. Se riteniamo che la pace sia un’esigenza universale e vogliamo contribuire a raggiungerla, non è il caso di interrompere le relazioni diplomatiche con nessuno. A Roma infatti c’è l’ambasciata russa, quella cinese, quella iraniana, e persino quella della Corea del Nord. Fortunatamente sono ancora tutte aperte e attive, malgrado le tensioni internazionali con questi Paesi abbiano raffreddato le relazioni, e mi parrebbe davvero strano che chiudessero solo quella di Israele».

Da un’ipotetica interruzione dei rapporti tra i due Stati, quali potrebbero essere le conseguenze per Israele e per l’Italia?
«Francamente trovo che questa domanda non abbia molto senso, perché i Paesi con cui non ci sono relazioni diplomatiche non sono quelli più antipatici, ma quelli che non vengono riconosciuti come stati nazionali legittimi, come la Repubblica Turca di Cipro del Nord, il Kossovo, l’Abcasia e l’Ossezia del Sud. Nel mondo esistono dei Paesi che non riconoscono la legittimità dell’esistenza di Israele, ma sono Algeria, Qatar, Libano, Arabia Saudita, Iran o Yemen, e non credo che l’Italia debba  gurare in questo elenco, essendoci la risoluzione 237 dell’11 maggio 1949 che ha ammesso lo Stato di Israele come membro delle Nazioni Unite».

Condivide l’uso del termine genocidio per descrivere ciò che sta avvenendo a Gaza?
«Muoiono troppi innocenti, in questa dannata guerra, e mi pare davvero molto sgradevole disquisire sulla semantica».

Cosa ne pensa dell’esperienza Global Sumud Flotilla e che reazione si aspetta da Israele?
«Credo che sia una manifestazione internazionale di protesta che può conquistare visibilità e attenzione e sensibilizzare gli animi di tutto il mondo sul dramma di un popolo che soffre, cosa che oggi è molto dif cile fare perché purtroppo ci siamo abituati alle sofferenze degli altri, che passano tra le notizie sul nostro smartphone mente noi ci godiamo il sole in spiaggia o l’apericena con gli amici. Questa iniziativa può avere la forza comunicativa necessaria per attirare l’attenzione e la simpatia anche dei più distratti; proprio per questo credo che Israele abbia tutto l’interesse ad evitare che si veri chino incidenti. Ma penso che ci saranno altri attori, esterni ai protagonisti ed occulti, con interessi opposti, che cercheranno di produrre incidenti. Spero di sbagliarmi».

Dal punto di vista simbolico, come si spiega che gli atleti russi o bielorussi debbano partecipare alle competizioni internazionali senza bandiere, mentre Israele partecipa come nazionale alle qualificazioni per i Mondiali di calcio?
«È sbagliato e stupido che gli atleti russi e bielorussi non possano partecipare alle competizioni internazionali con la bandiera del loro Paese, perché sono atleti e non soldati, e lo sport dovrebbe unire i popoli e non alimentare il risentimento e il desiderio di rivalsa. Riconoscersi è indispensabile per promuovere il dialogo, la cooperazione internazionale e la pace».

È favorevole alla decisione di alzare la spesa militare per la Nato come chiesto da Trump? L’Italia corre qualche realistico rischio di essere attaccata militarmente da potenze esterne?
«Rispondo con una domanda: se mai, Dio non voglia, una potenza militare attaccasse l’Italia, noi italiani dovremmo difenderci o arrenderci subito all’invasore? Chi preferisce la seconda opzione, anche se è in buona fede, aumenta il rischio che succeda, e lo rende credibile. Di solito le vittime delle aggressioni sono quelle che appaiono più vulnerabili e deboli, perché sono incapaci di difendersi, e quindi sono le prede più facili. Dopo secoli di guerre l’Europa ha vissuto un lungo ed unico periodo di pace perché è nata l’Unione europea e perché l’Alleanza Atlantica esercita deterrenza verso l’esterno, non perché sventoliamo più vigorosamente la bandiera della pace. Trump è rozzo e volgare quando ci accusa di essere dei parassiti, ma oggettivamente è vero che la maggior parte dei costi della difesa collettiva della Nato, e quindi dell’Europa, li sostengono gli americani. Io non voglio mettere in alcun modo in discussione la nostra alleanza con gli Stati Uniti, ma sono stanco di farmelo rinfacciare, e sono convinto che questa condizione limiti la nostra libertà, come qualsiasi altra dipendenza. La dipendenza economica o psicologica da un’altra persona limita la libertà, come la dipendenza dalla droga, dall’alcol o dal fumo. Io odio tutte le dipendenze e credo che dobbiamo diventare autonomi, facendo la nostra parte nell’Alleanza, come è giusto fare, e coprendo quindi i costi di un apparato di difesa europea capace di operare anche autonomamente per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, e difendere gli interessi europei. La sicurezza dell’Europa non può essere affidata a nessun altro, deve dipendere solo dall’Europa, e finché non sarà così è normale che l’Europa sia un gigante economico e un nano politico, cioè che non conti nulla».

Ma la maggiore spesa dovrebbe andare per il riarmo dei singoli Stati o per la difesa europea?
«La difesa europea si fa con le forze armate e con le armi dei singoli Stati, ma se fossimo abbastanza intelligenti da sfruttare l’opportunità del programma europeo Readiness 2030 per cooperare tra Paesi europei nello sviluppo delle nostre tecnologie innovative, invece di comprare quelle dagli altri, potremmo spendere meglio e trarre vantaggio dal trasferimento tecnologico dal comparto militare all’industria civile. Le principali innovazioni della nostro epoca, dal radar al sonar, dalla rete internet alla tecnologia satellitare, dall’innovazione nei materiali alla medicina iperbarica, fino all’analisi dei big data ed alle prime applicazioni di intelligenza artificiale, sono state il risultato della ricerca militare. Noi europei abbiamo speso poco in questo campo, e quindi non abbiamo offerto un gran contributo all’innovazione, ma ora compriamo la tecnologia altrui invece di vendere la nostra. Io non sono favorevole alle spese militari in assoluto, che è un’affermazione generica e stupida, ma sono favorevole a cambiare registro perché se gli altri inventano il futuro e noi scriviamo solo delle regole burocratiche, come è successo con l’intelligenza artificiale, ci condanniamo al declino ed all’irrilevanza».

Il punto della Regione a un anno dall’alluvione: partita la prima tranche di lavori da 7,5 milioni a Villanova

È passato un anno dall’ondata di maltempo che nel settembre 2024 colpì duramente la regione, con esondazioni e allagamenti concentrati nelle zone di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna. Negli scorsi giorni ha preso il via una prima tranche di opere da 7,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del tratto di pianura del fiume Lamone, all’altezza di Villanova di Bagnacavallo. Una seconda tranche, di uguale valore, è invece in arrivo nelle prossime settimane.

Nel frattempo è terminata, la fase di valutazione delle oltre 500 osservazioni arrivate dalle comunità alluvionate, per costruire un percorso comune tra Regione e cittadini sui progetti di messa in sicurezza dei bacini del Lamone e del MarzenoIn primo luogo, verranno svolti gli approfondimenti relativi all’areale della confluenza tra i due fiumi, che sarà destinato alla laminazione delle piene. Nel pomeriggio del 15 settembre a Castel Bolognese si è svolta l’assemblea pubblica per presentare il progetto sul torrente Senio: si prevede di completare la progettazione esecutiva, l’affidamento e l’esecuzione del rimodellamento morfologico della cassa a valle del torrente Sintria (affluente del Senio) entro il 2026, in assenza di fenomeni di piena significativi. Nel 2026 prenderà inoltre avvio la progettazione della cassa di Cotignola, sempre nel ravennate. Per il 7 ottobre invece è già in programma un’altra assemblea pubblica a Lugo, per discutere dei fiumi Senio e Santerno. Per quanto riguarda Traversara di Bagnacavallo invece, la frazione che ancora oggi mostra visivamente i segni e le ferite della furia del maltempo, è scesa in campo questo settembre una commissione speciale dedicata. Il primo sopralluogo ha avuto luogo nella mattinata di oggi (17 settembre). Ne fanno parte i tecnici della struttura commissariale, dell’Agenzia regionale per la Ricostruzione e dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. L’obiettivo è mettere a punto, in poche settimane, un progetto che tenga insieme demolizione e ricostruzione

A fare il punto in conferenza stampa, a un anno di distanza, il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. «Una premessa: abbiamo detto da subito che non siamo soddisfatti di come gli eventi alluvionali sono stati affrontati – ha esordito De Pascale -. Questa è anche l’opinione della maggioranza dei cittadini che attribuiscono, legittimamente, responsabilità ai diversi livelli di governo, da Roma al territorio. Da gennaio abbiamo segnato una nuova fase, che sta portando le istituzioni e il commissario a lavorare insieme per cambiare passo. Intanto, come Regione abbiamo raddoppiato le risorse per le manutenzioni, ora dobbiamo aumentare la nostra capacità di farle. Con il commissario lavoriamo per sbloccare i lavori affidati alle agenzie di Stato e proseguono gli incontri sui territorio. Dal governo abbiamo ottenuto un miliardo per opere di questo tipo, un fatto nuovo e non scontato. I tempi previsti sono lunghi, li vogliamo accelerare».

Il progetto infatti è quello di presentare il piano di interventi relativo ai primi 500 milioni a dicembre, con arrivo delle risorse previsto nel arrivare nel 2027. «Come Regione siamo pronti ad anticiparle dal 2026 – prosegue De Pascale -. Voglio inoltre ricordare – che è pronta l’ordinanza sulle delocalizzazioni, attualmente al vaglio della Corte dei Conti: abbiamo lavorato con il commissario per migliorare il più possibile le condizioni di chi deciderà volontariamente di lasciare la propria abitazione».

Per far fronte ai danni del maltempo, sono stati stanziati oltre 76 milioni di euro, tra risorse statali (primo e secondo stralcio del Piano degli interventi urgenti finanziati a seguito delle ondate di maltempo di settembre e ottobre 2024) e regionali. Risorse che hanno finanziato 293 interventi, molti dei quali già conclusi o in fase di conclusione, tra cui lavori di ripristino della viabilità comunale e provinciale, del reticolo idrografico danneggiato, oltre alla pulizia e alla rimozione di fango e detriti. Nel ravennate, oltre agli interventi iniziati sul Lamone nel tratto di pianura (all’altezza di Villanova), sono stati finanziati e quasi tutti conclusi, o in via di conclusione, una lunga serie di opere di somma urgenza, tutte in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Tra queste, i lavori (per oltre 5 milioni di euro) per il ripristino degli argini in sinistra e destra idraulica sempre del Lamone nei comuni di Ravenna, Russi e Bagnacavallo (in località Traversara); le opere, in corso per 1 milione 700 mila euro sull’argine sinistro del corso d’acqua danneggiato nel tratto da Ponte dell’Albergone fino a valle dell’abitato di Traversara. Oltre 1 milione di euro è stato assegnato all’amministrazione comunale di Faenza, soggetto attuatore dei lavori per la messa in sicurezza e la difesa idraulica del quartiere Borgo. Altre risorse (3 milioni 750mila euro) sono andate per il ripristino degli argini in sinistra idraulica del fiume Senio in comune di Cotignola.
Lo scorso 28 agosto, inoltre, il Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza per la provincia di Ravenna, oltre che per quelle di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini.

«I 2,8 miliardi della contabilità speciale dell’ex commissario Figliuolo hanno oggi tutte destinazioni condivise con i territori – conclude Rontini -. Restano da assegnare “solo” gli ultimi 75 milioni di quel pacchetto, a cui si aggiungono altri 100 milioni da un altro provvedimento per il 2024. Sono state raddoppiate le risorse per la manutenzione, portandole a 50 milioni l’anno, che daremo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile: abbiamo dunque messo più fondi, lavorando in piena sinergia con i territori e la struttura commissariale».

Ritrovate 26 piante di marijuana alte due metri e mezzo: si cercano i coltivatori

I carabinieri della stazione di Savio hanno sequestrato 26 piante di marijuana, alte due metri e mezzo circa, rinvenute in una zona boschiva di Castiglione di Cervia. Sono ancora in corso gli accertamenti al fine di identificare i responsabili della coltivazione.

Nel corso delle attività di controllo del weekend scorso, sono state denunciate 3 persone nel comune di Cervia: una per guida in stato di ebbrezza (tasso alcolico tre volte superiore a quello consentito) e porto abusivo di armi od oggetti ad offendere, avendo in dote un coltello con una lama da 6 cm. Un’altra persona è stata denunciata, con conseguente ritiro della patente, per essersi rifiutata di sottoporsi all’accertamento con l’etilometro. Una terza persona, invece, è stata denunciata poiché sorpresa alla guida di un’auto, nonostante non avesse mai conseguito la patente.

Infine, tre giovani sono stati segnalati alla locale prefettura, dopo essere stati trovati in possesso di modiche quantità di hashish.

 

Partono i lavori ma non chiude la piscina: al via la stagione sotto una nuova gestione

La piscina comunale di Lugo riaprirà sabato 20 settembre per dare il via alla nuova stagione sportiva 2025-26. Ma le vere novità sono essenzialmente due: la prima è che l’annata riparte con il cambio di gestione che ha visto l’aggiudicazione del bando pubblico al comitato Uisp Ravenna-Lugo, in associazione temporanea d’impresa con la cooperativa faentina Nuova Co.Gi.Sport. Entrambi gestiranno l’impianto per i prossimi sette anni, quindi fino alla fine dell’estate 2032. La seconda novità è che la stagione 2025-2026 sarà caratterizzata dall’inizio dei lavori di ristrutturazione programmati dall’Amministrazione comunale lughese, che nei mesi scorsi ha condiviso con le associazioni la scelta di non chiudere completamente la piscina per periodi prolungati e avviare invece le opere di ammodernamento optando per interventi «a zone», distribuiti nel corso di tre annualità.I cantieri saranno dilazionati nel tempo in maniera da lavorare in esterna durante l’inverno e, viceversa, all’interno in estate.
La giunta di Lugo ha approvato lo schema per la riqualificazione del complesso con relativo cronoprogramma degli interventi, che interesseranno l’area fino al 2028, per un importo complessivo di 4 milioni 600mila euro, di cui 1 milione 900mila destinati alla realizzazione dei nuovi locali tecnici e delle vasche di compenso, 1 milione 900mila per le opere interne e i rimanenti 800mila per il rifacimento di piano vasca, palestra e sottotribuna. A metà ottobre, salvo imprevisti, saranno avviati i cantieri per la realizzazione della nuova struttura tecnica e delle vasche di compensazione, intervento della durata di quasi un anno, con fine lavori fissata per settembre 2026: «Questa riapertura è frutto di un lungo percorso di condivisione e progettazione, che ci ha consentito di mantenere operativa la struttura, pur con un importante cantiere aperto – conclude la sindaca di Lugo Elena Zannoni -. La città di Lugo presto avrà una struttura completamente rinnovata, un impegno preso in campagna elettorale e che abbiamo intenzione di mantenere, poiché si tratta di un servizio prioritario. Sappiamo che la convivenza con un cantiere di questa portata non sarà semplice, dovremo affrontare i disagi che ne conseguiranno per almeno due anni, per questo ringraziamo la nuova gestione per aver scelto di affrontare questa importante sfida».
«Siamo consapevoli della grande sfida che stiamo affrontando – sottolinea Alessandra Morici, presidente Uisp Ravenna-Lugo -, incaricandoci della gestione di un impianto che necessita di una ristrutturazione profonda e che inevitabilmente risulta energivoro. Dall’Amministrazione comunale, con la quale collaboriamo quotidianamente e in maniera costruttiva, abbiamo avuto ampie rassicurazioni su interventi che cambieranno, e in meglio, l’intera struttura. I mesi che andremo ad affrontare ci vedranno impegnati con tutte le problematiche che già sappiamo essere presenti in piscina e che dovranno essere affrontate con la consapevolezza di un progetto concreto. Un progetto che renderà nuovamente questo impianto il fiore all’occhiello del territorio come lo è stato per tanti anni in passato. Nel frattempo chiediamo a tutti di essere comprensivi e collaborativi. Faremo del nostro meglio per ridurre al minimo ogni tipo di disagio e garantire l’andamento regolare di tutte le attività previste».
L’apertura della struttura sportiva di piazzale Veterani dello sport, che da ormai più di 50 anni è l’impianto natatorio di riferimento per tutto il territorio della Bassa Romagna, è prevista per sabato 20 settembre dalle 14.30 con un open day inaugurale completamente gratuito di acquafitness; allo stesso tempo sarà inoltre possibile accedere alle vasche per utilizzare anche le corsie riservate al nuoto libero dalle 14 alle 19.
Domenica 21 settembre apertura regolare dalle 8.45 alle 13 con ingresso a pagamento. Il via ai corsi e a tutta l’attività natatoria solitamente organizzata nella piscina è in programma invece da lunedì 22 settembre. Sarà da questa data che riprenderanno le lezioni di nuoto per bambini e adulti organizzate dalle associazioni sportive, così come i corsi di acquafitness e tutte le sedute di allenamento delle società agonistiche e non.

Le grandi storie dell’Ironman: quando lo sport supera i limiti

Cervia si prepara a un nuovo Ironman, con oltre 6 mila atleti da 80 paesi attesi in città nel fine settimana del 20 e 21 settembre. Tra gli atleti più attesi quest’anno, anche Ignazio Moser, al suo primo IRONMAN pochi giorni prima di diventare papà, e l’ex triatleta pro Ivan Risti con il progetto “La Valigia di Nemo”, a favore dell’omonimo Centro Clinico  di Milano, specializzato in malattie neuromuscolari

Come ricordano gli organizzatori, all’interno della competizione non conta solo il traguardo, ma il viaggio che conduce fin lì: «L’esperienza di Ironman non si misura in chilometri o in watt, ma nei sacrifici, nelle scelte e nei sogni che ciascun atleta porta con sé. Cervia diventerà il crocevia di oltre 6 mila storie, un mosaico di emozioni che supera i confini dello sport e trasforma la triplice disciplina in un rito collettivo di resilienza, rinascita e passione».

Tra le storie che più segneranno questa edizione del triathlon c’è quella di Daniele Matterazzo, «capace di trasformare la sua ferita in un motore»: a 15 anni, ha visto la sua vita cambiare dopo un grave incidente in scooter. Diciassette interventi chirurgici per salvare il braccio, anni di dolore e di riabilitazione. A Cervia, correrà il 70.3 per sostenere l’ospedale pediatrico di Padova e dimostrare di poter sfidare e battere i pronostici, ancora una volta. Andreas Archontides, cipriota di 56 anni che vive ad Atene, è stato invece operato a cuore aperto nel 2017, con l’impianto di una valvola aortica metallica. Da allora non ha smesso di correre: spinge la carrozzina di Dimitra, 18 anni e paralizzata, in maratone di squadra. Dopo Tallinn, affronta Cervia con il sorriso di chi non ha più paura di nulla.

Ci sono poi le storie di rinascita, come quella di Jaime Gray, australiana, madre di gemelli e imprenditrice. Dopo un lungo ricovero ha scelto di non “sopravvivere soltanto”, ma di rimettersi in gioco. In Italia ha ricostruito la sua vita, tra allenamenti e figli, e a Cervia sarà «the woman who shows up». Dalla Svizzera invece arriva Ewa Plauszta, che ha iniziato il suo viaggio davanti a uno specchio che le rimandava un’immagine in cui non si riconosceva più. «Too heavy, too far», racconta. Con disciplina e costanza ha trasformato corpo e mente: dopo aver completato un 70.3, a Cervia correrà il suo primo full IronmanIan Windle invece è un 66enne del Regno Unito: un cancro alla prostata superato, una protesi all’anca e un lungo percorso di recupero non gli hanno impedito di migliorare i suoi tempi gara dopo gara. A Cervia affronterà la distanza regina: un segno che non c’è età per ricominciare.

Dall’Italia invece, la corsa di due atleti che si trasforma in un messaggio: Nicolò Santon, 33 anni, convive con il diabete di tipo 1 dall’adolescenza. Molti medici sconsigliano attività di endurance a chi ha la sua condizione, ma lui ha scelto l’opposto: “Se riesco a completare un Ironman, chiunque può fare sport”. Insieme alla Fondazione Italiana Diabete raccoglie fondi per la ricerca. Francesco Rigo, imprenditore, ha conosciuto invece la fatica di vedere un’azienda crollare, con notti insonni e debiti da gestire. Ha trovato nell’Ironman l’obiettivo che spaventa e attrae, quello capace di trasformarlo in una versione più coraggiosa di sé stesso.

«Quando le braccia di questi e atleti, e di tutti gli altri protagonisti della gara, si alzeranno sul traguardo di Cervia non sarà solo la vittoria su una distanza estrema – comunicano dall’organizzazione -. Sarà il segno che la disciplina può battere il talento, che una malattia non cancella un sogno, che un cambio di vita può aprire nuove strade. Dal primo debuttante a chi porta un messaggio di solidarietà, da chi corre per sé a chi corre per gli altri, l’Ironman Italy Emilia-Romagna continua a essere molto più di una gara: è la dimostrazione che, davvero, niente è impossibile».

Attivate sedici stazioni a supporto del nuovo servizio di Bike Sharing

Ha preso il via nei primi giorni di settembre il nuovo progetto di Bike Sharing promosso dal Comune di Faenza. Il servizio, gestito da Ridemovi S.p.A sarà supportato da 16 stazioni dove si potranno prelevare e rilasciare le biciclette, sia tradizionali che a pedalata assistita.
Queste aree di sosta sono state posizionate in punti strategici della città, e saranno riconoscibili grazie alla segnaletica orizzontale e verticale a carico dell’azienda. Sarà quindi possibile trovare le biciclette in via Chiarini, via Filanda Nuova, piazzale Pancrazi, via Canal Grande, viale Marconi, via Bertoni, via Calamelli, corso Europa, via Fornarina, piazza del Popolo, via Pistocchi, via Mura Torelli (parcheggio Ex Salesiani), corso Mazzini, viale Baccarini e in piazzale Cesare Battisti, sia sul lato est che su quello ovest.
Il noleggio è di tipo “free-flow” (a flusso libero), un sistema che permette di usare le bici all’interno di un’area delimitata (visibile in giallo sulla mappa dell’app) e di lasciarle anche in posizioni diverse, rendendole disponibili per altri utenti. Chi però riconsegna la bici in una di queste 16 stazioni riceverà uno sconto di 0,30 euro a fine corsa. Le biciclette lasciate fuori dalle stazioni verranno recuperate e riportate negli stalli da Ridemovi.
Per usare le bici, è necessario scaricare l’app Ridemovi (disponibile su Play Store e App Store) e inquadrare il QR code presente su ogni bicicletta per sbloccarla. I costi sono i seguenti: le e-bike costano 0,50 € per lo sblocco e 0,20 euro al minuto, mentre le bici tradizionali costano 1,20 euro per una corsa di 20 minuti.
L’app offre anche pacchetti minuti con sconti per utenti e visitatori. Inoltre, fino al 30 settembre, inserendo il codice promozionale FAENZA25 nell’app, sarà possibile ricevere due corse gratuite da 15 minuti ciascuna. Il progetto nasce con l’intenzione di rendere la città sempre più attenta alla mobilità sostenibile.

Sciopero di 4 ore per Gaza e la Palestina: a Ravenna un corteo dal Pala De André alla Darsena

La Cgil ha proclamato una giornata di mobilitazione, per tutti i settori non ricompresi dalla legge 146/90 (quindi esclusi i servizi pubblici essenziali), per venerdì 19 settembre con presidi in tutta Italia per protestare contro quanto sta accadendo a Gaza City. In Emilia Romagna lo sciopero sarà di 4 ore e, a Ravenna, sono previsti una manifestazione e un corteo in partenza, alle ore 16, dal Pala de Andrè con arrivo nella Darsena cittadina.

«In questi due anni – spiega Manuela Trancossi, segretaria generale della Cgil di Ravenna – la Cgil, insieme alle associazioni de La Via Maestra, ha dato vita a diversi momenti di sensibilizzazione e denuncia sul genocidio in Palestina. Inoltre, in tutte le nostre assise lavoratrici e lavoratori, pensionati e pensionate hanno promosso ordini del giorno in cui si rimarcava la contrarietà per quanto sta avvenendo, chiedendo alle diplomazie italiane e internazionali di farsi promotori di percorsi di pace. Cosa che non è avvenuta fino ad ora. Dopo i partecipati flash mob sulla spiaggia di Punta Marina e a Cervia del 6 settembre scorso, dopo diverse iniziative di sensibilizzazione e informazione – tra cui l’incontro in programma oggi pomeriggio alle 19, in piazza Martiri della libertà a Lugo – la Cgil sarà in corteo per le vie della città di Ravenna. Non si può essere silenti di fronte al massacro in atto e ogni iniziativa che riporti l’attenzione su quanto avviene a Gaza è un passo nella giusta direzione».

La Cgil ribadisce la necessità di «fermare ogni intervento militare nella Striscia, garantire corridoi umanitari, mettere in sicurezza la popolazione civile, sostenere e garantire la sicurezza di tutte le missioni umanitarie in corso, compresa la Global Sumud Flottilla, come priorità immediate. La Cgil chiede che venga sospeso ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele finché non si ferma la guerra a Gaza e l’occupazione della Cisgiordania».

 

Una campagna condivisa tra Comune, associazioni e forze dell’ordine per contrastare truffe e raggiri

“Comune, Polizia locale e cooperativa sociale Villaggio Globale uniscono le forze per aiutare la cittadinanza a prevenire truffe e raggiri. La campagna “Struffati. Per non cadere in trappola” è arrivata alla sua terza edizione: pensata inizialmente a tutela della fascia più matura della popolazione e realizzata con i fondi del ministero dell’Interno destinati al contrasto delle truffe agli anziani, quest’anno vuole ampliare i propri orizzonti. «Oggi siamo tutti potenzialmente a rischio – spiegano dall’amministrazione -. Per questo Struffati sceglie di rivolgersi anche ai giovani, sia come soggetti da proteggere, sia come possibili caregiver di genitori e nonni, con un linguaggio su misura e canali diversificati».

Al centro della campagna restano quattro parole chiave, che ne guidano lo spirito e i contenuti: denuncia, informazione, sostegno, accettazione: essere truffati non è mai una colpa, e l’unico vero antidoto è la consapevolezza. Per veicolare questo messaggio, quest’anno Struffati si svilupperà su un doppio binario. Da un lato la comunicazione urbana, con una campagna affissioni che parla il dialetto e arriva dritta al punto grazie al claim: “La truffa è dietro l’angolo. Stê in oc’!”, con protagonista Giuseppe Giacobazzi. Dall’altro lato, una narrazione più digitale e relazionale, che vedrà il coinvolgimento di content creator ravennati di fama nazionale: i loro nomi saranno svelati nei prossimi giorni sui profili social del Comune di Ravenna e della Polizia locale del Comune di Ravenna.

Il progetto prevede inoltre la diffusione capillare di materiali informativi – come brochure, volantini e gadget – nei punti più sensibili del territorio, una serie di momenti pubblici di presidio e informazione nei quartieri, nei mercati e nei centri sociali, e alcuni di flash mob cittadini per stimolare l’attenzione. Tutto il materiale della campagna è consultabile anche online.

«Le iniziative messe in campo in questi anni, per cercare di raggiungere una platea sempre più ampia, sono state tantissime e diversificate – spiega il Comandante della Polizia Locale Andrea Giacomini. Le truffe non le subiscono solo gli anziani, ma potenzialmente ognuno di noi può essere truffato. Alle “consuete truffe”, come quella dello specchietto, della persona cara in fin di vita eccetera, si sono aggiunti nuovi raggiri on-line, nei quali possono spesso imbattersi anche i più giovani, maggiori utilizzatori di canali informatici. Tutte le iniziative previste hanno l’obiettivo di divulgare accorgimenti utili per evitare di rimanere vittime di questa tipologia di reati, che spesso prende di mira persone fragili, come gli anziani, ma anche utenti in buona fede, adescati con l’inganno».

Tra le attività in programma anche la condivisione di video brevi, ironici ma efficaci, girati lo scorso anno insieme ai giovani volontari delle “magliette gialle”, che mettono in scena alcune delle truffe più comuni ispirandosi a storie vere. A rafforzare il progetto, anche il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Prefettura e il Comune, che garantisce un’azione in sinergia sul territorio, con il coinvolgimento diretto del corpo di Polizia locale e delle forze di Polizia (in particolare, della specialità Polizia postale e delle comunicazioni della Polizia di Stato).

«La Prefettura è da sempre in prima linea, assieme alle forze dell’ordine tutte ed alle polizie locali – sottolinea il Prefetto Raffaele Ricciardi – perché le truffe sono un reato particolarmente odioso, in quanto sfrutta la fiducia che le persone colpite, talvolta per età, talvolta per inesperienza, talvolta per superficialità, hanno concesso ai malfattori. È quindi fondamentale che le campagne di sensibilizzazione e di prevenzione siano sempre diffuse in maniera costante e capillare, per evitare raggiri che non solo hanno effetti economici per i cittadini, ma spesso hanno anche importanti risvolti psicologici, soprattutto nel caso delle persone anziane».

A Ravenna l’inflazione è più cara che nel resto d’Italia: i dati dell’Osservatorio prezzi

A Ravenna l’inflazione colpisce più duramente che nel resto d’Italia: questo quanto emerge dal primo Osservatorio prezzi al consumo voluto dal sindaco Alessandro Barattoni. Il gruppo si è riunito questa mattina (17 settembre) e all’incontro sono stati invitati rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati e Camera di Commercio.

Il Comune di Ravenna, come gli altri 80 capoluoghi di provincia italiani con almeno 30.000 abitanti, partecipa mensilmente alla rilevazione dei prezzi al consumo coordinata da Istat: circa il 70% della rilevazione nazionale è effettuato da questi Comuni. L’Ufficio Comunale di Studi e Statistica raccoglie dati da 503 punti vendita, per un totale di circa 8000 quotazioni mensili.

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I dati presentati mostrano un profilo inflazionistico più sostenuto rispetto allo scorso anno con prezzi complessivamente più elevati e un costo particolarmente alto per prodotti alimentari acquistati al supermercato. Nel Comune di Ravenna, i primi otto mesi del 2025 si distinguono per un incremento significativo del tasso di variazione tendenziale dei prezzi al consumo rispetto al corrispondente periodo del 2024. Dopo un anno su livelli moderati, da gennaio ad aprile l’indice si mantiene praticamente costante sopra al +1,6%.

A maggio si osserva un lieve rallentamento, con il valore che scende al +1,3%, pur rimanendo comunque vicino alla soglia del +1,6% che caratterizza l’intero andamento del 2025. Se confrontiamo tali risultati con quelli registrati nel 2024, emergono chiaramente le differenze: ad eccezione del mese di marzo 2024, in cui l’incremento si attestava a
+1,2%, nei primi otto mesi dell’anno passato la variazione tendenziale non ha mai superato la soglia del +1%.
In generale, gli aumenti più sostenuti si evidenziano nei settori Prodotti alimentari e bevande (+5% a giugno, +5,7 luglio e +4,5 agosto) e Servizi ricettivi e di ristorazione (+4,9% giugno, 5,9% luglio, 3,7% agosto). In calo invece le Comunicazioni, con una flessione del -6,4% a giugno e luglio e del -5,9 ad agosto. Lieve contrazione anche per i Trasporti (-0,8% giugno, -0,2% luglio, -0,1% agosto) e Abbigliamento e Calzature (-0,4% giugno, -0,7% luglio, -0,8% agosto).

«L’inflazione agisce come un montante, per il quale non è solo l’aumento da un mese all’altro che incide, ma soprattutto quanto quell’aumento si sommi a quanto accaduto negli ultimi anni – spiega Barattoni -. l’Osservatorio nasce per mettere tutte le parti interessate attorno ad un tavolo e sensibilizzare su quanto l’inflazione eroda il potere di acquisto. In questi anni, l’aumento dei prezzi sia stato una sorta di tassa, occulta e iniqua».Il tavolo si riunirà ogni tre mesi per analizzare trend e congiunture su base stagionale e condividere strategie con l’obiettivo di difendere la competitività delle imprese e il potere di acquisto dei cittadini.

«A livello di governo nazionale si continua a far finta di non vedere quello di cui gli italiani si accorgono tutti i giorni, ma negando un problema, anche le istituzioni si allontanano dal tessuto economico e dai cittadini – conclude il sindaco -. Veniamo da una stagione turistica in cui tanti danno una lettura dei fatti in modo singolo, mentre i fenomeni che stiamo analizzando dipendono in maniera importante dalla capacità di spesa. Siamo qui per analizzare i cambiamenti dei consumi e delle abitudini dei cittadini e per avviare un confronto concreto che, mi auguro, possa portare idee condivise per contrastare al meglio questo fenomeno».

Chiusura scuola media “Damiano”, i docenti scrivono al sindaco: «Sconcertati. Ripercussioni pesanti»

In una lettera firmata da una cinquantina di persone, i docenti e i collaboratori scolastici della scuola media Damiano di via Ghiselli, a Ravenna, protestano contro la decisione del Comune di chiudere la struttura dal 2027, nell’ambito di una più ampia riorganizzazione scolastica in corso.

Nella lettera inviata al sindaco Alessandro Barattoni, docenti e collaboratori chiedono un incontro urgente, «fiduciosi che ci siano ancora i margini per rivedere tali scelte».

«Abbiamo appreso la notizia attraverso i giornali, in modo del tutto inaspettato, dal momento che il 19 maggio, poco prima delle elezioni comunali, l’allora sindaco facente funzioni e assessore all’Istruzione Fabio Sbaraglia aveva garantito alla nostra Dirigente che qualsiasi decisione riguardo al nostro istituto sarebbe stata presa nella massima trasparenza e, soprattutto, condivisa tra tutte le parti interessate».

I docenti nella lettera si dicono «molto preoccupati per le ripercussioni che questa decisione avrà sui nostri alunni. Verrà loro negata la continuità del percorso educativo e la stabilità delle relazioni con i compagni e con i docenti, così importanti alla loro età. Altrettanto importante è l’acquisizione dell’autonomia, che riguarda tutti i bambini che risiedono nella zona: solo la capillarità delle sedi permetterà loro di raggiungere autonomamente scuole non troppo lontane da casa».

«L’Istituto ha sempre collaborato fattivamente con l’Amministrazione – continua la lettera -, ad esempio aderendo costantemente al Patto per la scuola e alle proposte educative ed organizzative. Per questo, essere posti di fronte ad una decisione unilaterale ha suscitato in noi sconcerto e amarezza. Come ogni istituzione scolastica, svolgiamo una funzione che garantisce dei diritti costituzionali a cui l’Amministrazione comunale dovrebbe concorrere assicurando gli spazi necessari. Vorremmo quindi capire quali sono le motivazioni che stanno dietro questa scelta, perché si vuole andare verso la chiusura di un Comprensivo che non ha mai presentato criticità, nemmeno dal punto di vista del numero degli iscritti e che, alla luce dei dati da voi forniti, non ne presenterà in futuro. Il nostro Istituto comprensivo negli anni ha dimostrato la qualità della propria proposta didattica ed educativa, riuscendo a mantenere inalterato il numero delle classi nonostante il generalizzato calo demografico e nonostante la scuola secondaria occupi una sede accogliente grazie all’impegno del personale scolastico».

Al parcheggio scambiatore nascerà il “Welcome Hub” del Parco Marittimo, con un servizio di noleggio di biciclette

L’obiettivo del Comune di Ravenna è affidare entro l’anno i lavori per la realizzazione del cosiddetto “Welcome Hub” del Parco Marittimo, che prevede il ripristino delle strutture di legno già presenti nell’area del parcheggio scambiatore di via Trieste (tra Marina di Ravenna e Punta Marina) e la realizzazione di una struttura a basso impatto, una sorta di pergolato, a servizio di un’officina mobile che garantirà l’assistenza e un servizio di noleggio di biciclette.

Il “Welcome Hub” dovrà rappresentare un luogo di arrivo e accoglienza, così come previsto dal progetto europeo Footprints, che mira a innovare e rendere più sostenibili, rispettose e consapevoli le esperienze turistiche nelle città d’arte e nei territori di pregio ambientale. Ravenna è stata scelta come città capofila e da ieri (16 settembre) ospita i rappresentanti istituzionali delle città partner Altea (Spagna), Dubrovnik (Croazia) e Veszprém (Ungheria). Il 18 settembre il programma prevede proprio la visita al futuro Welcome Hub del Parco Marittimo.

Oggi, 17 settembre, il progetto “Footprints” sarà presentato a Palazzo Rasponi dalle Teste, con i saluti istituzionali dell’assessore a Cultura e turismo Fabio Sbaraglia. A seguire è prevista una passeggiata nel centro storico per scoprire i luoghi simbolo della città e un’escursione al nuovo Sant’Alberto Nature Welcome Hub, che unisce accoglienza turistica e valorizzazione ambientale. La giornata si concluderà con una cena tipica romagnola.

«Gli obiettivi ambiziosi del progetto nascono da una visione e da una consapevolezza condivise con altri partner europei, con i quali abbiamo scelto di intraprendere un impegno comune per un turismo più sostenibile e inclusivo.- ha dichiarato l’assessore a Cultura e turismo Fabio Sbaraglia –  Il percorso avviato in queste due giornate costituirà la base per sviluppare, nei prossimi mesi, strumenti e azioni da replicare nelle città coinvolte, con l’intento di lasciare un’impronta positiva e duratura nelle comunità locali».

Footprints si propone di rendere Ravenna una destinazione dove le scelte ecologiche e responsabili diventano non solo le più vantaggiose, ma anche quelle più facili, divertenti e gratificanti per i turisti. Il progetto non solo coinvolgerà i turisti, ma anche la comunità locale, gli operatori turistici e le imprese ricettive, per creare un sistema turistico integrato che favorisca comportamenti eco-compatibili, servizi di trasporto intermodali e un’esperienza turistica autentica e coinvolgente.

Il progetto è finanziato nell’ambito dell’iniziativa European Urban Initiative – Innovative Actions e avrà una durata di 42 mesi, dal 1° dicembre 2024 al 31 maggio 2028, con 5 milioni di euro, ed è coordinato dal Comune di Ravenna, con il supporto di un ampio partenariato che include attori locali e internazionali tra i quali: Ravenna Incoming, l’Associazione Eutropia, Azimut Spa, Vista Tecnologie, ART-ER, San Vitale, Atlantide e le città europee di Veszprém (Ungheria), Dubrovnik (Croazia) e Altea (Spagna).

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