venerdì
04 Luglio 2025

Tentativo di furto con spaccata nella notte ai danni dell’occhialeria

Il colpo non è riuscito, ma il negozio è stata gravemente danneggiato

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Foto dalla pagina Facebook Sos sicurezza Ravenna

 

Nella notte di ieri (mercoledì 19 marzo) è stato tentato un furto con spaccata ai danni dell’occhialeria Optique di Cervia, in viale Roma 20. Nello specifico, si è cercato di utilizzare un’automobile rubata come ariete per sfondare la vetrina del negozio, e anche se il colpo non è riuscito, l’attività ha riportato danni importanti alla struttura e alle vetrine.
I titolari, al momento impegnati nelle valutazioni preliminari dei danni e nella ricostruzione dell’accaduto, preferiscono non rilasciare ancora dichiarazioni.

Torri acquedotto: 17 ancora in piedi, in via Antica Popilia la prossima demolizione

Strutture di cemento armato che perdono la loro funzione operativa grazie agli investimenti che migliorano le reti di distribuzione dell’acqua. A Cervia una diventerà un punto panoramico. Alla periferia di Ravenna una è diventata la parete da arrampicata più alta d’Italia

Torre Di AvvistamentoUna diventerà presto un punto panoramico per i turisti delle saline di Cervia, un’altra è diventata da qualche anno una parete per arrampicate sportive alla periferia di Ravenna, altre sono state semplicemente demolite. Le torri dell’acquedotto stanno perdendo la loro funzione originaria.

Strutture di cemento armato, chiamate torri d’acqua o semplicemente acquedotti, sono per la precisione torri piezometriche: la quota di conservazione dell’acqua garantisce l’erogazione e la distribuzione negli edifici circostanti grazie al principio dei vasi comunicanti. Attualmente in provincia di Ravenna sono diciassette, di cui quattro fuori servizio: una in gestione al Comune di Faenza, tre a Romagna Acque e il resto a Hera. Dieci anni fa erano venti, di cui tre già fuori servizio.

Quelle in gestione a Hera saranno demolite tutte a mano a mano che saranno dismesse. Per essere mantenuti in funzione, infatti, questi serbatoi richiederebbero interventi di manutenzione conservativa e di adeguamento alle attuali normative sismiche più costosi di quelli messi in campo per il cosiddetto revamping, cioè la sostituzione degli impianti che permettono la distribuzione dell’acqua senza ricorrere alla torre.

La torre antistante al centro visite delle saline, a lato della statale Adriatica, è stata dismessa prima del 2000 e diventerà una torre di avvistamento panoramica. Il Comune di Cervia ha stanziato 300mila euro, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). I lavori annunciati un anno fa sono in fase di completamento: sono terminate le opere di consolidamento strutturale e mancano gli ultimi interventi di finitura estetica e l’installazione di segnaletica promozionale. Il progetto prevede anche l’installazione di un sistema di telecamere ad alta definizione per implementare il circuito di video controllo del territorio già attivo da anni ed utilizzato quotidianamente per il monitoraggio dei luoghi sensibili da parte della protezione civile.

Alla fine di febbraio Hera ha annunciato il completamento dei lavori alla centrale idrica di via Antica Popilia a Ravenna che risale agli anni ‘60. Un investimento di 1,4 milioni di euro per sostituire le vecchie elettropompe. Risultato: consumi energetici ridotti di circa il 30 percento e superflua la presenza del vecchio acquedotto pensile di cemento armato dalla capacità di circa 800mila litri che sarà demolito. I tempi non saranno brevi, sia per le dimensioni della struttura sia per la presenza sul tetto di due antenne di telefonia e dei carabinieri. Indicativamente l’iter autorizzativo potrebbe richiedere circa tre anni. La demolizione avverrà per sezioni.

La torre in via Manzoni a Lido Adriano è dismessa da ottobre 2024: con un investimento di 700mila euro, Hera ha potenziato la centrale dell’acquedotto della località costiera e il nuovo sistema di pompaggio garantisce l’alimentazione diretta alla rete dell’acquedotto, senza dover ricorrere al serbatoio pensile.

Le altre due fuori servizio in provincia sono a Solarolo e in via Chiarini a Faenza.

In via Vicoli a Ravenna, nei pressi della statale Adriatica, sorge un serbatorio realizzato molti anni fa ma mai entrato in funzione. Dal 2017 è una parete per arrampicate in gestione all’associazione Gravity Fighters che la definisce la più alta d’Italia.

Tra quelle ancora in funzione è degna di nota la torre di 40 metri in centro a Ravenna, in via Fusconi. L’edificio costruito nel secondo decennio del ‘900 è una delle strutture che compongono la centrale idrica che dal 1929 alimenta la rete del centro città. Fu inaugurato nel 1930 da Benito Mussolini, dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Venne fatta brillare dai Tedeschi in ritirata nella seconda guerra mondiale e venne ricostruita negli anni ‘50.

Le ultime demolite sono tre: nel 2023 a Lavezzola (in via Bastia nei pressi del campo sportivo), a Bagnara e nel 2017 a Reda (esisteva dal 1962).

Una mostra per “resistere” e analizzare la complessità del mondo attuale

Al Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine le opere di 16 artisti e artiste transgenerazionali del territorio alle prese con temi scottanti, dall’emergenza climatica alla critica al militarismo, fino a una narrazione al femminile

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La Romagna è un luogo di creatività diffusa, ben percepibile solo se messa a confronto con altre regioni: qui vive infatti una comunità artistica diffusa, in attività e in relazione, di cui si possono comprendere i passi grazie soprattutto a mostre aperte in luoghi decentrati. Dopo Lugo, Cotignola, Bagnacavallo, Lavezzola – dove si è appena inaugurata una personale di Rosetta Berardi – è la mostra alla Galleria del Museo della Battaglia del Senio di Alfonsine a concentrare l’attenzione.

La mostra, a cura di Gianni Mazzesi, propone il titolo azzeccato di Resistenti #2, perchè di resistere si tratta quando si affronta un mondo complesso come il presente, direi quasi in caduta libera, stando ai giornali di questi mesi. E anche l’esposizione – senza sfiorare argomenti come l’evacuazione progettata di massa dai territori di Gaza o la caduta delle certezze sodali della Nato, la guerra in Ucraina, il presunto riarmo di massa e un terzo conflitto mondiale – inframmezza le opere di 16 fra artisti e artiste con una breve ricapitolazione di temi scottanti. L’analisi di diverse questioni – overtourism, land grabbing (appropriazione di grandi porzioni di suolo di paesi poveri da parte di privati), malattie come ansia, depressione e ludopatia, processi di cementificazione e sorveglianza digitale e altri ancora – viene proposta come focus della mostra per sollecitare l’attenzione. L’abbinata dei temi a opere di arte contemporanea coglie l’obiettivo di avvicinare a un linguaggio come esercizio dello sguardo e insegna a guardare con più lentezza, evitando il consumo delle immagini.

Le opere – realizzate da un gruppo transgenerazionale di persone che sono nate qui o abitano il territorio – restituiscono nell’insieme una variegata tipologia di temi analoghi, presentati tramite allestimento e video, sculture e mosaici, dipinti, disegni e fotografie. Alle osservazioni generali va aggiunta anche la partecipazione organizzativa di CRAC (Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea), un’associazione che opera da più di 20 anni sul territorio e che oltre ad aver creato una rete di operatori del settore allestisce eventi e mostre in autonomia o in collaborazione con altre associazioni e collettivi. La presenza di  16 personalità rende l’idea dell’ampiezza dell’allestimento della mostra, che in due grandi sale ospita linee di poetiche diverse: dall’emergenza della questione climatica alla critica al militarismo, alla riappropriazione di una narrazione autonoma al femminile, all’analisi con sconfinamenti che riguardano temi più intimi e soggettivi. A quest’ultima linea progettuale appartengono i mosaici di Rossella Baccolini che in Baby’s on Fire, ispirandosi a una canzone di Brian Eno, crea un pannello in cui la rifrazione permette di moltiplicare in centinaia di microframmenti l’immagine di chi guarda. La stessa logica attraversa e-fébo, la leggera scultura alveare di Marcella Belletti, così come interseca le tavole espressive di Tommaso Martines, eseguite per la maggior parte a penna e a biro, e dedicate a Violet, la protagonista dell’omonima graphic novel. Su questa linea di attenzione alle storie individuali si situa il lavoro di Loretta Zaganelli, da sempre legata a una poetica dell’istante di vita, catturato e sottratto all’usura del tempo con un’operazione riuscita di riattribuzione poetica. Allo stesso climax appartengono le fotografie di Gianni Mazzesi, qui nella veste di artista, che raccontano in brevi haiku visivi il passaggio delle stagioni e della vita di fiori e piante. Anche le grandi tele di Maria Giovanna Morelli setacciano l’esperienza, soprattutto autobiografica, in modo da trasformare i grumi emotivi che ne scaturiscono in opere fortemente espressive. Altrettanto basate su un gesto forte, racchiuso però in forme precise attingendo alla grafica e all’immaginario Pop, sono le stampe digitali di Cristiano Pinna che affronta la sua esperienza di resistenza al deterioramento dell’ambiente. Un gusto dada invece aleggia sui lavori di Francesco Selvi, artista multiforme per tecniche e canali di espressione, i cui risultati racchiusi in scatole Merz risultano di forte ironia. La tematica ambientale è invece trattata nell’allestimento di Rosa Banzi in cui l’esperienza dell’alluvione riporta la dimensione della memoria personale e gli oggetti segnati, quasi bloccati dagli eventi.

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In forma diversa il rapporto sbilanciato fra esseri umani e natura attraversa l’allestimento del lughese Antonio Caranti e quello del collettivo Ossigeno Rosso, che nel lavoro affronta d’abitudine temi a forte impatto politico. Altrettanto politico è il lavoro di Isabella Zanotti che affronta lo specismo – ovvero la presunta e opinabile centralità della specie umana – nel suo terrificante Abisso (o tritapulcini). Sempre su questa linea, così fortemente condivisa dalle nuove generazioni, si collocano anche i dipinti del faentino Luca Casadio: con una sapienza quasi fotografica realizza piccoli frame da grandi incendi boschivi, mantenendo nelle immagini un’incredibile suspence. Ancora l’alluvione è inserita nella porta allestita da Massimiliano Marianni. L’artista – che opera indifferentemente attraverso grafica, audio allestimenti, video di animazione – presenta Underwater, in cui una porta – recuperata fra i rifiuti portati dalla corrente – appare chiusa su suoni registrati realmente durante la prima alluvione in Romagna. Molto interessante anche il secondo suo lavoro in mostra – un cortometraggio d’animazione dal titolo Fart Fat Raw (2024) –, che con molta ironia entra nel merito della virilità al servizio dei nuovi “venti” di guerra. Sempre fortemente politici sono i disegni di Antonio Nurchis, cagliaritano trapiantato in Romagna: incantevoli le sue tavole con delicati interventi a penna su carta velina bistrate di oro, dove sotto la lente di ingrandimento vengono messi i processi della produzione e di accumulo che caratterizzano l’attività agricola del territorio. Ultima ma non ultima, anche per la posizione delle opere appena all’ingresso del museo e sull’entrata della porta della mostra, è la ravennate Vanessa – meglio conosciuta come @apotropaike –, che affronta con decisione la questione della rappresentazione di genere da un punto di vista irriverente, ironico e rivendicativo. In mostra non sono gli ingrandimenti di vagine per cui è arrivata alla notorietà, ma alcune stampe che attivano un processo decostruzione – è il caso di Ave Maria piena di rabbia, una proposta di un femminile in piena azione di rivolta rispetto ai canoni – o amplificano la testimonianza di veri atti di rivolta femminile, come in Ahoo Daryaei, la ragazza iraniana che ha osato sfidare le severe regole del regime uscendo in università in slip e reggiseno. Irriverente anche la Sheela na gig blu che apre la mostra in cui l’ispirazione alle antiche immagini apotropaiche irlandesi – di donne con vulva evidenziata – testimonia il raggiungimento di una sessualità femminile finalmente priva di remore, consapevole, disobbediente, finalmente e del tutto felice.

Resistenti #2 corpi d’arte e mutazioni sociali; Alfonsine, Galleria del Museo della Battaglia del Senio, piazza della Resistenza 2, fino al 30/3/2025; orari: MA-VE 8.30-13; 14-17 MERC; SA 9-12; DO 15.30-18.30; visite guidate: sabato 15/3 e domenica 30/3 alle 17.30; info 0545 299618 / 347 2695502.

«Dall’emergenza idraulica appena passata a quella idrica dei prossimi giorni»

Durante lo scorso fine settimana sono stati allontanati circa 23 milioni di metri cubi d’acqua dalla pianura. Adesso serve approvvigionamento d’acqua a uso antibrina  WhatsApp Image Cassa Brignani

I temporali dello scorso fine settimana hanno messo a dura prova  il sistema idraulico del territorio della Romagna occidentale: nonostante le preoccupazioni fossero principalmente rivolte ai fiumi, l’ondata di maltempo ha coinvolto anche il reticolo di bonifica, costretto a gestire l’effetto combinato di precipitazioni intense nei bacini consortili (tra i 45 e i 70 mm di pioggia) e l’elevata saturazione dei suoli. «In questo contesto l’azione tempestiva e capillare del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, anche se invisibileagli occhi di gran parte dell’opinione pubblica, è stata determinante nel prevenire allagamenti estesi nelle aree di pianura, nuclei urbani compresi» commentano dal Consorzio.

Attraverso i canali consortili infatti sono stati allontanati circa 23 milioni di metri cubi di acqua, di cui 5 milioni di metri cubi sono stati pompati dagli impianti idrovori. Sono entrati in funzione la cassa di espansione Brignani a Lugo e i gruppi di pompaggio fissi degli impianti idrovori; sono state dislocate nei punti più critici motopompe; manovrate le paratoie per regolare i flussi delle acque; controllate e pulite le griglie; posizionati generatori elettrici di supporto e di emergenza per sopperire in caso di mancanza dell’energia elettrica; messo a disposizione un escavatore e un camion gru per eventuali necessità operative.

«La professionalità del personale e la gestione attenta della rete sono state fondamentali per prevenire criticità idrauliche ben più gravi sul territorio. Il lavoro silenzioso e continuo del Consorzio è indispensabile per garantire la sicurezza delle nostre comunità, soprattutto di fronte a eventi meteorologici sempre più intensi e frequenti», sottolinea Antonio Vincenzi, Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

Terminata l’emergenza idraulica però, si prospetta ora una nuova sfida legata alle condizioni climatiche: le previsioni infatti indicano, a partire da mercoledì 19 marzo, l’arrivo di un’ondata di freddo con possibili gelate notturne, che potrebbero compromettere le produzioni frutticole, uno degli assi portanti dell’economia del territorio. Questa situazione è resa ancor più critica dalle fioriture precoci causate dalle temperature insolitamente elevate delle scorse settimane.
«Il Consorzio è quindi impegnato nel cercare di soddisfare al meglio le richieste di approvvigionamento irriguo a uso antibrina, al fine di salvaguardare le produzioni agricole e l’indotto economico e occupazionale ad esse collegato» concludono dall’ente.

L’esperto di sicurezza: «Investimenti militari Ue servono per non finire ai margini»

Alberto Pagani, ex deputato Pd, oggi è docente all’università di Ravenna: «A Strasburgo avrei votato a favore della risoluzione sul riarmo, decide il gruppo del Parlamento e non la segretaria Schlein»

Alberto PaganiTra i convinti sostenitori del riarmo europeo c’è il ravennate Alberto Pagani, ex deputato Pd e oggi consulente nel settore della sicurezza e docente all’università di Ravenna.

Pagani, ha partecipato il 15 marzo alla manifestazione di Roma promossa da Michele Serra?
«Purtroppo avevo un impegno lavorativo che non mi ha permesso di partecipare, ma se avessi potuto sarei certamente andato a manifestare per l’Europa».

Erano presenti persone con posizioni e visioni molto diverse: quella piazza riesce a mandare un messaggio unico?
«A me pare che il messaggio di unità fosse chiaro: difendere l’Europa unita da chi la vuole disgregare, e anche da se stessa, perché all’interno le spinte autolesioniste non mancano. È un messaggio unitario, nel quale mi riconosco pienamente».

480174268 1048928020605660 1634754656748087681 NIl piano di riarmo, noto come Rearm Europe, è quello di cui ha bisogno l’Unione europea oggi per riconquistare un ruolo più centrale nella politica internazionale?
«È un punto di inizio, frutto anche questo di mediazioni tra le opinioni degli Stati membri. È un nome decisamente infelice, perché la priorità non è comprare le armi, ma coordinare meglio le forze armate europee, con un centro unico di comando e controllo, e colmare i deficit tecnologici dell’Unione, che per tecnologie abilitanti si affidava agli americani, in ambito Nato. L’Europa deve maturare la capacità di essere autonoma, senza che questo comprometta le alleanze, e quindi deve acquisire tecnologie nello spazio, nell’intelligence, nella logistica. Ovviamente servono anche le armi e le munizioni; ma non sono la componente più importante da programmare».

Qual è rischio per l’Europa se non riuscirà a conseguire la sua autonomia strategica?
«Nel mondo di domani non conterà più nulla, perché le grandi potenze si accorderanno tra di loro e ci spingeranno ai margini dell’irrilevanza. Le conseguenze peseranno sugli europei, perché sono la difficoltà di accesso alle risorse essenziali, l’impoverimento economico, e quindi anche l’aumento delle diseguaglianze sociali. I singoli Stati europei da soli sono come “vasi di coccio tra vasi di ferro”, direbbe il Manzoni. Per questo dobbiamo salvare l’Europa unita e renderla più solida».

Il riarmo europeo rischia di innescare un meccanismo di escalation da parte di altri soggetti più o meno democratici?
«Il riarmo dei Paesi non democratici è già pienamente in corso e procede molto in fretta, purtroppo. La Russia avrà entro il 2026 un esercito di un milione e mezzo di uomini; sta lavorando allo sviluppo e all’implementazione di nuovi carri armati T-14 e all’aumento della capacità di fuoco. Il programma Su-57 mira a dotare l’aeronautica russa di aerei da combattimento all’avanguardia, in grado di competere con i modelli occidentali. Inoltre i russi stanno già investendo in sistemi di difesa aerea avanzati, come l’S-400 e l’S-500, e in droni da combattimento e di sorveglianza. La flotta russa si sta già rinnovando con nuove fregate dotate di missili ipersonici, come il missile Avangard, in grado di eludere i sistemi di difesa antimissile, e nuovi sottomarini a propulsione nucleare, dotati di missili balistici intercontinentali, come l’RS-28 Sarmat, con testate nucleari. La minaccia è seria, e chi non può difendersi ed esercitare deterrenza, fa bene ad avere paura».

483895038 1054804536684675 2817948994148893714 NLa spesa militare italiana per il 2025 sarà l’1,57 percento del Pil. La Commissione Ue propone di arrivare al 3 per i 27 Stati. Per l’Italia significa un aumento di oltre 30 miliardi all’anno, l’equivalente di un’intera manovra finanziaria. È accettabile imboccare questa strada?
«Dipende da cosa si fa. Se dobbiamo solo comprare tecnologia prodotta da altri è un costo secco, a mio parere insostenibile. Se invece partecipiamo a programmi internazionali anche con le nostre capacità di ricerca e sviluppo tecnologico e produzione di sistemi, possiamo farcela, perché ci sono spese e anche ricavi».

480961794 1048928037272325 6829634709373530972 NChe messaggio manda il Pd che si divide al Parlamento europeo sul voto alla risoluzione per il riarmo? Se fosse stato un eurodeputato Pd, cosa avrebbe votato?
«Avrei votato a favore, come aveva deciso il gruppo parlamentare. Perché i parlamentari europei Pd appartengano al gruppo Socialisti e Democratici, che ha votato a favore, dopo una discussione tra tutti i partiti nazionali che ne fanno parte. Il Pd avrebbe dovuto votare come gli altri partiti socialisti e democratici europei, sottolineando quali miglioramenti vuole apportare al programma, non dividere il gruppo con un mezzo dissenso, che a mio parere non dice nulla. L’astensione di 11 deputati italiani su 136 parlamentari socialisti e democratici non ci rafforza a Bruxelles, nella discussione di merito, e manda un messaggio ambiguo anche all’elettorato italiano, che legittima la posizione contraria del M5s e di Avs, che si oppongono al piano europeo come Salvini e gli altri partiti filo russi europei».

La linea dettata dalla segretaria Elly Schlein era l’astensione. Ci sono sue dichiarazioni passate in cui affermava che la posizione del partito viene prima di quella dei singoli rappresentanti. Non vale più?
«Io sono stato parlamentare italiano per due legislature e ho sempre votato quello che ha deciso il mio gruppo, anche quando non ero pienamente convinto. Se il segretario regionale del mio partito mi avesse detto che in Emilia-Romagna avevano deciso di votare diversamente mi sarei stupito o mi sarei messo a ridere, perché nel parlamento nazionale decide il partito nazionale, non quello regionale, che deciderà come si vota nel consiglio regionale».

A Cervia un casting per un film horror

Basterà presentarsi alle Officine del Sale. Sarà presente il regista Antonio Bonifacio

Selective Focus Of Theater Director And Bowing Actress On Stage
Foto di repertorio

Il richiamo del grande schermo torna a solleticare i sogni e le speranze degli aspiranti attori della Romagna. Lunedì 24 marzo, dalle ore 10.30 in poi, alle Officine del Sale di Cervia, è in programma il casting di un nuovo film horror che – sotto la direzione logistica della GB Management – verrà girato nell’estate 2025 tra Cervia e Cesenatico.

Ai provini prenderà parte il regista Antonio Bonifacio che torna a cimentarsi nella regia dopo aver già firmato opere cinematografiche di un certo rilievo come “Appuntamento in nero” (1991), “Kreola” (1993), “La strana storia di Olga O” (1995), “Laura non c’è” (1998), “Il delitto di via Monti Parioli” (1998) e “Il monastero” (2004).

La pellicola, che si intitolerà “Panico”, punta a reclutare attori più o meno famosi del territorio romagnolo e anche le location saranno selezionate nei comuni di Cervia, Cesenatico e dintorni.

A produrre il film sarà Loretta Micheloni in partnership con la “Vitamine Cinema” di Lampo Calenda, che ha già prodotto diverse pellicole del genere horror come “L’Eretico” distribuito su Sky per la regia di Piero Benfatti.

Il casting è aperto a tutti: uomini e donne dai 18 anni in su. Per partecipare basta presentarsi lunedì prossimo dalle 10.30 in poi alle Officine del Sale.

Adescava clienti vendendo prestazioni sessuali con una escort, poi li rapinava

Arrestato un pregiudicato che ora dovrà scontare una pena di quasi due anni di reclusione

Escort

Servendosi di un noto sito di incontri on line, adescava clienti che prendevano appuntamenti per ottenere una prestazione sessuale a pagamento con una ragazza. Poi, una volta ricevuti all’interno di un appartamento in zona Riolo Terme, la ragazza si faceva consegnare il denaro pattuito in anticipo per poi accompagnare i clienti in una camera da letto. Qui entravano in scena i complici che, minacciando la vittima di turno, si facevano consegnare il bancomat o la carta di credito con i relativi codici, che venivano poi subito utilizzati per effettuare dei prelievi fraudolenti.

I carabinieri della stazione di Riolo Terme nei giorni scorsi hanno arrestato l’uomo accusato di aver organizzato questo “schema”, dando esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Parma. Si tratta di un pregiudicato di origine straniera, che dovrà scontare una pena di quasi due anni di reclusione, dopo aver ricevuto una condanna per rapina e utilizzo indebito di strumenti di pagamento. Dopo le formalità di rito, il malvivente è stato rinchiuso nel carcere di Ravenna.

Antonio Patuelli presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco

Il sindaco Sbaraglia: «Una bellissima notizia anche per Ravenna

Antonio Patuelli

Il ravennate Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, è stato nominato presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco.

A esprimere «le più vive congratulazioni» è il sindaco facente funzioni di Ravenna, Fabio Sbaraglia.

«Sono certo – continua Sbaraglia – che il dottor Patuelli, uomo di grande passione e conoscenza del patrimonio storico e culturale, saprà ricoprire questo ruolo con l’altissima professionalità che da sempre contraddistingue il suo operato. Si tratta di un importante riconoscimento per il nostro illustre cittadino e una bellissima notizia per Ravenna, che potrà contare su un punto di riferimento autorevole, con l’auspicio di rinsaldare ulteriormente il positivo rapporto di dialogo e collaborazione instaurato con la Commissione nazionale italiana per l’Unesco».

La Commissione, istituita nel 1950, ha lo scopo di favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi Unesco in Italia.

Il Museo Diffuso di Granarolo si arricchisce di tre nuovi murales

Le opere sono dedicate a personaggi di spicco del paese. Durante l’inaugurazione, sarà anche presentato l’itinerario turistico-culturale dedicato a Maddalena Venturi e alle botteghe di decoratori

Granarolo Faentino Veduta Del Paese

Il museo diffuso di Granarolo Faentino (Mdg) si arricchisce di un nuovo tassello, con l’inaugurazione di tre nuovi murales in programma per domenica 30 marzo. Il progetto è stato avviato nello scorso anno, grazie all’impegno dell’associazione Starinsieme e della stessa comunità del paese, in collaborazione con Primola Cotignola e il Comune di Faenza. I primi appuntamenti del museo prevedevano una serie di visite guidate e l’esposizione di un carro agricolo realizzato da carradori locali e decorato da Maddalena Venturi, ottenuto per concessione dell’agriturismo Tenuta Nasano.

Oggi l’organizzazione si prepara ad arricchire il patrimonio storico e culturale di Granarolo Faentino con tre nuove opere, dedicate alla tradizione e alle personalità di spicco della cittadina. Il primo murales occupa gli spazi dell’azienda O.R.I. di Annamaria Altini, che a distanza di anni dalla morte di Maddalena Venturi continua la tradizione dei carradori realizzando rimorchi e piattaforme. Il dipinto, realizzato dall’artista Giulia Dall’Ara è dedicato proprio alla figura di Venturi ed è stato interamente finanziato da O.R.I. (con il supporto di Baldini Group).

Il giorno dell’inaugurazione, si partirà da Piazza Manfredi alle 16, per camminare su via Oriani (dove è situata l’abitazione di Maddalena Venturi) e raggiungere l’azienda. Lì, in concomitanza con il finissage organizzato da Sorelle Festival, sarà organizzato un momento conviale e verrà inaugurato il murale. L’evento sarà anche l’occasione per presentare l’itinerario turistico-culturale dedicato a Maddalena Venturi e alle botteghe tradizionali. Intorno alle 17.30 si prosegue verso il campo sportivo “M.Ragazzini”, per ammirare il dipinto della pittrice  Martina Strocchi dedicato al padre Giacomo. Giacomo Strocchi fu una personalità di spicco nel paese per il suo impegno sociale e politico. Nell’immediato dopoguerra lasciò Granarolo per raggiungere Melbourne e la sua storia sarà raccontata attraverso i ricordi della figlia durante l’incontro di venerdì 28 marzo, in programma alla Sala del Quartiere di piazza Manfredi (20.45). Strocchi, tornata solo di recente nella terra d’origine del padre, ha voluto lasciare un segno tangibil per ricordarlo realizzando proprio quest’opera.

L’itinerario si concluderà con la terza inaugurazione (ore 18.30) con l’opera di Giovanni Liverani in via Zanzi. Le sculture lignee di Liverani arricchiscono già da anni i percorsi granarolesi.

«Queste iniziative rappresentano un importante passo avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale di Granarolo, offrendo ai residenti e ai visitatori l’opportunità di riscoprire la storia e le tradizioni del luogo attraverso l’arte e la memoria. – spiega Simona Sangiorgi, assessora al Turismo -il Comune ha messo a disposizione una delle pareti per la realizzazione di un murale. Ringraziamo i privati, gli artisti e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di queste opere: la valorizzazione delle radici e delle tradizioni locali è fondamentale per rafforzare il senso di comunità e promuovere il turismo culturale».

Per le strade di Alfonsine torna il Gran Premio della Liberazione

Si tratta della quarantunesima edizione della corsa, valida per il campionato provinciale Uisp

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Torna per le strade di Alfonsine il Gran Premio Liberazione, una delle corse più antiche del calendario romagnolo presentata quest’anno per la sua 41esima edizione.

Originariamente strutturata come una mezza maratona, nelle ultime stagioni è stata riorganizzata come una più agevole 10 chilometri, in programma quest’anno per il prossimo 13 aprile. La corsa è valida per il campionato provinciale Uisp e sarà accompagnata da due passeggiate collaterali  ludico-motorie, sulla distanza di 10 e 2,5 km ed è intitolata alla memoria di Nadia Luzzaro.

La partenza (per tutti i percorsi) sarà alle 9.30 da Piazza Antonio Gramsci: a fine gara ci saranno premiazioni speciali per i vincitori assoluti uomo e donna e riconoscimenti per le categorie, con ben 139 premi assegnati. Saranno premiate anche tutte le società con almeno 10 partecipanti.

Per iscriversi basterà registrarsi online o inviare una mail a podalfonsinese@gmail.com. In questo caso, la quota richiesta sarà di 10 euro. Chi invece volesse iscriversi direttamente il giorno della corsa dovrà pagare 15 euro.

Lavori all’orologio, rimosse le lancette della Torre Civica

A causa della mancanza di equilibrio il meccanismo era spesso inceppato. L’intervento permetterà ricalibrare i componenti e di installare un più moderno sistema digitale

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Sono iniziati i lavori di ripristino dell’orologio della Torre Civica di Faenza, uno dei simbolo storici della città. Nell’ultimo periodo, uno squilibrio dovuto al peso di alcuni elementi causava frequenti arresti del meccanismo così, durante la mattinata di oggi (mercoledì 19 marzo) le enormi lancette sono state rimosse dai quattro quadranti della torre con l’ausilio di una piattaforma aerea. A occuparsi dell’intervento, il personale specializzato della ditta Trebino di Genova, azienda leader nel settore della manutenzione di orologi monumentali, che si è occupata anche del restauro dell’orologio del Quirinale a Roma e della Basilica di San Pietro in Vaticano.

Le fasi future prevedono l’installazione di un sistema automatico, dotato di controllo da remoto, che consentirà all’orologio di battere le ore e i quarti d’ora sulle campane, oltre a regolare il movimento dei quattro quadranti esterni. Inoltre, il nuovo meccanismo permetterà l’adeguamento automatico dell’orario in occasione del passaggio all’ora legale e del ritorno all’ora solare.

Una volta completati gli interventi di ripristino sulle lancette, la ditta tornerà a Faenza per ultimare il lavoro, restituendo così alla comunità uno dei simboli più apprezzati.

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Si apre la stagione di debutto della “non-scuola”: undici appuntamenti al Rasi

Da oltre 30 anni il laboratorio delle Albe porta sul palco gli studenti delle scuole della città, coinvolgendo anche università e forese

Non Scuola 2025
«Creatività, ricerca, sperimentazione e condivisione. A distanza di oltre trent’anni la non-scuola si riconferma un punto di riferimento importante nel panorama culturale cittadino, capace di avvicinare studenti e studentesse al mondo teatrale e di offrire loro strumenti di conoscenza e riflessione», così il sindaco Sbaraglia commenta la nuova stagione della non-scuola, che debutterà al Teatro Rasi a partire dal 21 marzo.
Il laboratorio teatrale delle Albe ha toccato diverse scuole della provincia, coinvolgendo centinaia di ragazzi e ragazze. Oltre alle scuole secondarie (di primo e secondo grado) sono stati organizzati anche incontri con gli studenti del campus universitario, in collaborazione con Fondazione Flaminia. Quest’anno, sono state coinvolte nel progetto anche alcune scuole di Castellammare di Stabia, Firenze, Lecce, Milano, Napoli, Pompei, Roma, Santarcangelo di Romagna, Vicenza, Torre Annunziata e Torre del Greco.
La rassegna si aprirà venerdì 21 marzo  con la presentazione del libro “La non-scuola di Marco Martinelli-tracce e voci intorno ad Aristofane a Pompei” di Francesca Saturnino (ore 18.30). La giornalista e critica teatrale dialogherà con Franco Masotti (direttore artistico Ravenna Festival) e Laura Redaelli (coordinatrice e guida non-scuola delle Albe). La stessa sera, alle 21, si partirà con lo spettacolo dei ragazzi del Liceo Scientifico Oriani “Gli dèi non giocano a dadi”, liberamente ispirato a Sette contro Tebe di Eschilo. Sabato 22 marzo sarà la volta del Liceo Artistico Nervi-Severino, con UBU – Una storia palotina dall’intraducibile mondo di Alfred Jarry. L’I.T.C. Ginanni porterà una rielaborazione de Il signore delle mosche, di Golding, “Solo ombre, nient’altro che ombre”, in programma per martedì 25 marzo. Il 26 marzo i ragazzi delle scuole medie Don Minzoni si esibiranno ne “Il pifferaio di Hamelin”, mentre giovedì 27 sarà la volta degli studenti del Liceo Classico Alighieri con “Avete fatto un macello!”, liberamente ispirato a Santa Giovanna dei Macelli di Bertolt Brecht. I ragazzi del Itis Nullo Baldini e dell’istituto tecnico agrario Morigia Perdisa saliranno sul palco del Rasi martedì 1 aprile, con una rielaborazione di Romeo e Giulietta dal titolo IL/Romeo/DIO/e/DEL/Giulietta/MASSACRO (ovvero la eccellente e massacrante tragedia di Romeo e Giulietta). Poi una parentesi dedicata ai più piccoli, mercoledì 2 aprile gli studenti delle medie Novello porteranno “la crociata dei bambini”, ispirata alle opere di Brecht, il 3 sarà la volta dell’istituto comprensivo di San Pietro in Vincoli con “Il gatto con gli stivali (ma il pubblico non concorda)”. Si passa alla replica di Olivetti e Callegari, venerdì 4 aprile,  “Uccelli, scappiamo andando verso infiniti e orizzonti”, ispirato ad Aristofane. Sabato 5 l’assessorato Decentramento del Comune di Ravenna – Castiglione di Ravenna proporrà  Pino… occhio!, tratto dal celebre romanzo di Collodi.

Chiude la rassegna “Quattro passi nel delirio – Indagine attorno ai misteriosi mondi di Edgar Allan Poe” lunedì 14 aprile, realizzato dagli universitari della città.

Tutti gli spettacoli sono in programma per le ore 21. I biglietti hanno un costo intero di 5 euro e di 3 ridotto (Under20, studenti universitari e docenti degli istituti coinvolti). Durante le prove della non-scuola, dai primi esperimenti in aula al dietro le e quinte del teatro chiuso, Nicola Baldazzi e Veronica Lanconelli hanno “spiato” i laboratori per raccontarne il percorso attraverso un racconto fotografico.

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