Torri acquedotto: 17 ancora in piedi, in via Antica Popilia la prossima demolizione

Strutture di cemento armato che perdono la loro funzione operativa grazie agli investimenti che migliorano le reti di distribuzione dell’acqua. A Cervia una diventerà un punto panoramico. Alla periferia di Ravenna una è diventata la parete da arrampicata più alta d’Italia

Torre Di AvvistamentoUna diventerà presto un punto panoramico per i turisti delle saline di Cervia, un’altra è diventata da qualche anno una parete per arrampicate sportive alla periferia di Ravenna, altre sono state semplicemente demolite. Le torri dell’acquedotto stanno perdendo la loro funzione originaria.

Strutture di cemento armato, chiamate torri d’acqua o semplicemente acquedotti, sono per la precisione torri piezometriche: la quota di conservazione dell’acqua garantisce l’erogazione e la distribuzione negli edifici circostanti grazie al principio dei vasi comunicanti. Attualmente in provincia di Ravenna sono diciassette, di cui quattro fuori servizio: una in gestione al Comune di Faenza, tre a Romagna Acque e il resto a Hera. Dieci anni fa erano venti, di cui tre già fuori servizio.

Quelle in gestione a Hera saranno demolite tutte a mano a mano che saranno dismesse. Per essere mantenuti in funzione, infatti, questi serbatoi richiederebbero interventi di manutenzione conservativa e di adeguamento alle attuali normative sismiche più costosi di quelli messi in campo per il cosiddetto revamping, cioè la sostituzione degli impianti che permettono la distribuzione dell’acqua senza ricorrere alla torre.

La torre antistante al centro visite delle saline, a lato della statale Adriatica, è stata dismessa prima del 2000 e diventerà una torre di avvistamento panoramica. Il Comune di Cervia ha stanziato 300mila euro, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). I lavori annunciati un anno fa sono in fase di completamento: sono terminate le opere di consolidamento strutturale e mancano gli ultimi interventi di finitura estetica e l’installazione di segnaletica promozionale. Il progetto prevede anche l’installazione di un sistema di telecamere ad alta definizione per implementare il circuito di video controllo del territorio già attivo da anni ed utilizzato quotidianamente per il monitoraggio dei luoghi sensibili da parte della protezione civile.

Alla fine di febbraio Hera ha annunciato il completamento dei lavori alla centrale idrica di via Antica Popilia a Ravenna che risale agli anni ‘60. Un investimento di 1,4 milioni di euro per sostituire le vecchie elettropompe. Risultato: consumi energetici ridotti di circa il 30 percento e superflua la presenza del vecchio acquedotto pensile di cemento armato dalla capacità di circa 800mila litri che sarà demolito. I tempi non saranno brevi, sia per le dimensioni della struttura sia per la presenza sul tetto di due antenne di telefonia e dei carabinieri. Indicativamente l’iter autorizzativo potrebbe richiedere circa tre anni. La demolizione avverrà per sezioni.

La torre in via Manzoni a Lido Adriano è dismessa da ottobre 2024: con un investimento di 700mila euro, Hera ha potenziato la centrale dell’acquedotto della località costiera e il nuovo sistema di pompaggio garantisce l’alimentazione diretta alla rete dell’acquedotto, senza dover ricorrere al serbatoio pensile.

Le altre due fuori servizio in provincia sono a Solarolo e in via Chiarini a Faenza.

In via Vicoli a Ravenna, nei pressi della statale Adriatica, sorge un serbatorio realizzato molti anni fa ma mai entrato in funzione. Dal 2017 è una parete per arrampicate in gestione all’associazione Gravity Fighters che la definisce la più alta d’Italia.

Tra quelle ancora in funzione è degna di nota la torre di 40 metri in centro a Ravenna, in via Fusconi. L’edificio costruito nel secondo decennio del ‘900 è una delle strutture che compongono la centrale idrica che dal 1929 alimenta la rete del centro città. Fu inaugurato nel 1930 da Benito Mussolini, dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Venne fatta brillare dai Tedeschi in ritirata nella seconda guerra mondiale e venne ricostruita negli anni ‘50.

Le ultime demolite sono tre: nel 2023 a Lavezzola (in via Bastia nei pressi del campo sportivo), a Bagnara e nel 2017 a Reda (esisteva dal 1962).

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