mercoledì
20 Agosto 2025

La direttrice di Ravenna Farmacie: «Siamo al limite delle nostre possibilità»

Barbara Pesci testimonia la difficoltà del momento: «Eravamo già sotto stress per i tamponi dei green pass per lavorare, ora si aggiungono quelli di fine quarantena. Tutti i dipendenti hanno rinunciato alle ferie»

Farmacia Comunale 8
La Farmacia Comunale 8 di Ravenna, aperta 24 ore su 24, con la gente fuori in fila per i tamponi

Le farmacie stanno facendo il conto alla rovescia verso il 15 febbraio. La speranza è che l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per gli over 50 rallenti la corsa ai tamponi di chi ora ne fa uno ogni due giorni per ottenere il green pass base per lavorare (al prezzo fisso di 15 euro come stabilito dal commissario per l’emergenza).

«Noi eravamo già molto sotto pressione quando facevamo i test solo per i certificati verdi – spiega Barbara Pesci, direttrice di Ravenna Farmacie, l’azienda a controllo pubblico che gestisce 16 farmacie comunali in provincia con un fatturato annuo di circa 70 milioni di euro –. Ora si sono aggiunti anche quelli per l’uscita dalle quarantene e isolamenti e, nonostante lo sforzo dei nostri dipendenti, gli straordinari, le ferie cancellate, siamo davvero arrivati al limite delle nostre possibilità. Ci tengo a ricordare che le farmacie avevano e hanno tutt’ora il loro ruolo principale da portare avanti, che è il servizio farmaceutico per tutta la cittadinanza. In questa situazione, purtroppo non è possibile riuscire a garantire il servizio veloce cui la clientela era abituata in passato, e per noi è frustrante».

Eseguire diverse migliaia di tamponi a settimana ha imposto nuove organizzazioni del lavoro. Ad esempio l’individuazione di locali adatti per accogliere le persone o l’assegnazione di personale a questa attività, anche figure specifiche come infermieri assunti per lo scopo. «Abbiamo i telefoni roventi tutto il giorno, tra le telefonate di chi si vuole prenotare e chi vuole avere informazioni – continua Pesci –. Così le linee sono spesso occupate, la gente perde la pazienza, sale la tensione». E si può finire anche oltre le righe. Soprattutto nelle ore passate in coda davanti all’ingresso: «La gente è nervosa, c’è rabbia. Finora moltissime delle persone che si vengono a tamponare sono no vax che in fila poi si lamentano per le attese e fomentano le altre persone in attesa dichiarando a gran voce le loro convinzioni, creando un clima di grande aggressività».

Barbara Pesci Ravenna Farmacie
Barbara Pesci, direttrice di Ravenna Farmacie

Le Comunali danno sempre la precedenza a chi si è prenotato – al momento solo per via telefonica o di persona ma in futuro potrebbe arrivare un sistema online – ma per andare incontro alle esigenze di chi lavora e non trova altre soluzioni, provano a soddisfare anche chi si presenta senza appuntamento. In alcuni casi è stato necessario rimuovere la macchinetta con i numerini per la fila perché c’è stato chi ha fatto man bassa dei biglietti per rifornire amici e parenti: «Temo ci sia stato anche del bagarinaggio ma non ne abbiamo la certezza». La tensione ha toccato i livelli più alti quando qualche lavoratore si è trovato biglietti minatori sul parabrezza delle auto: «Abbiamo informato la prefettura e il Comune e non è mancato il supporto discreto delle forze dell’ordine». “Basterebbe assumere più personale”, è la soluzione che più spesso si borbotta tra chi è in coda per un tampone o si sfoga sui social. «Non si trovano farmacisti – replica Pesci –. Li abbiamo cercati, abbiamo fatto dei bandi di assunzione ma la risposta è bassa. Del resto la domanda di farmacisti è aumentata in questi due anni ma il sistema universitario non può sfornare un numero maggiore di nuovi laureati in così poco tempo». E poi c’è un altro aspetto: «Anche i farmacisti, seppure vaccinati, sono persone che vivono in pandemia e quindi possono contagiarsi, essere contatti di contagiati, avere figli in quarantena… insomma, le assenze per Covid capitano anche per noi».

Attualmente l’azienda conta circa 180 dipendenti, due terzi in farmacia e il resto a livello amministrativo: «Il numero è stabile rispetto al 2019 ma è il risultato di assunzioni, pensionamenti, trasferimenti. Perché, mi si perdoni la battuta, c’è un mercato di farmacisti da fare invidia a quello dei calciatori». In questo sce- nario non resta che una soluzione: «Chiedere il massimo sforzo ai dipendenti con straordinari e ferie cancellate sperando di arrivare a un punto in cui la situazione migliorerà. Finora possiamo solo ringraziare i nostri lavoratori per tutto l’impegno, la disponibilità e la responsabilità che mettono a disposizione di tutta la cittadinanza, in un clima non sempre semplice».

E c’è anche qualcun altro che lo apprezza, invece di lasciare biglietti di minacce: «Soprattutto nei paesi più piccoli, i nostri farmacisti ci raccontano che qualcuno al mattino porta la colazione al negozio, un sorriso, un ringraziamento. Sono piccoli gesti bellissimi, che ci ripagano degli sforzi che facciamo». Come ricordava la stessa Pesci, l’attività principale di una farmacia sarebbe un’altra. Che pur tra mille difficoltà è proseguita.

Ed è cambiata per effetto della pandemia. La fotografia viene guardando l’andamento delle vendite: «L’inverno scorso, con limitazioni ai ritrovi e misure di sicurezza, praticamente non ci sono state influenze stagionali. È sceso il consumo di aspirine e antibiotici. Però c’è stato un boom di termometri a distanza e saturimetri, strumenti che prima praticamente non esistevano nelle nostre case. Ora il mercato si è stabilizzato perché ce l’hanno tutti». E poi dai bilanci di una farmacia si possono vedere anche cambiamenti di consumi che non sono di tipo strettamente medico ma derivano comunque dal particolare periodo storico: «Sono crollati i cosmetici perché si esce meno e si esce mascherati. Si vendono più ansiolitici e molto meno viagra e preservativi».

Al via le elezioni per il dopo Mattarella: tre i ravennati in aula

Due i parlamentari del Pd e uno di Leu. Bonaccini, Petitti e Rancan i grandi elettori scelti dalla Regione

Giuramento Mattarella MontecitorioSaranno tre i ravennati chiamati, da lunedì 24 gennaio, a votare per l’elezione del presidente della Repubblica che dovrà sosti- tuire Mattarella, in uno scenario quanto mai incerto e difficile, senza nomi in campo al di là di quello di Silvio Berlusconi, soste- nuto dal centrodestra. Saranno tre perché tanti sono i parlamentari ravennati, due del Pd, ossia Alberto Pagani (deputato) e Stefano Collina (faentino) e uno di Articolo 1 eletto nelle file di Leu, l’ex governatore della Regione Vasco Errani. Pur non essendo ravennate, il depuato Jacopo Morrone avrà invece l’onore e l’onere di rappresentare i leghisti ravennati, che hanno contribuito alla sua elezione nel 2018. Morrone era infatti candidato anche a Ravenna ed è a oggi il responsabile del Carroccio per la Romagna intera. L’assemblea regionale ha poi eletto i tre rappresentanti (i cosiddetti grandi elettori) che si aggiungeranno ai parlamentari nel voto che sono il presidente Stefano Bonaccini (Pd), la presidente dell’Assemblea Emma Petitti e il capogruppo della Lega Matteo Rancan.

Intanto il Coordinamento ravennate per la Democrazia Costituzionale nazionale e dell’Emila Romagna ha chiesto di incontrare, entro il 24 gennaio, i parlamentari Stefano Collina, Vasco Errani, Alberto Pagani: «Porteremo quello che a nostro avviso deve essere l’identikit di una/un Presidente all’altezza della nostra Costituzione. Politologi, giuristi e costituzionalisti, con numerosi interventi pubblici, hanno dato chiare indicazioni, Costituzione alla mano. Il fatto che da mesi, ormai, si discuta sulla candidatura di Berlusconi alla massima carica dello Stato è un segnale che desta allarme».

Cava di Monte Tondo a Casola Valsenio: scontro tra “ambiente” e “lavoro”

Europa Verde e associazioni vogliono la chiusura, il sindaco Sagrini difende l’attività estrattiva

Cava Casola Valsenio
La cava di Monte Tondo a Casola Valsenio

Continua lo scontro su Monte Tondo a Casola Valsenio, dopo l’interrogazione presentata in Regione da Silvia Zamboni di Europa Verde il 12 gennaio. Il gruppo ambientalista ha denunciato il piano che prevederebbe la prosecuzione dell’attività estrattiva di gesso per altri dieci anni. Contrarie all’ipotesi sono la Federazione speleologica regionale e le associazioni ambientaliste, tra cui Wwf, Legambiente Emilia-Romagna, Cai Emilia-Romagna, che chiedono di programmare da subito, una volta per tutte, la fine delle attività estrattive e la riconversione del sito.

Anche perché il timore è che, come scrive Zamboni, «il proseguimento delle estrazioni (pur non comportando un ampliamento dell’area di scavo) comprometta il sistema idraulico sotterraneo causando l’alterazione di grotte e altri fenomeni carsici espressamente vietati dalla legge regionale che ha istituito il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola».

Tra le repliche arrivate a stretto giro di posta spicca quella di Giorgio Sagrini, sindaco  del comune ravennate interessato dagli scavi, che ha tuonato: «La preoccupazione “per la tenuta di questo fragile contesto ambientale” è legittima ma lo è altrettanto e, per quanto mi riguarda, di più!, la tenuta di un fragile contesto sociale e economico, qual è quello dei territori montani e delle aree interne. Non considerare, ignorare questo aspetto, è inaccettabile e intollerabile ed è l’espressione di una cultura ambientalista deviata e distorta… perché non c’è tutela ambientale in territori non presidiati, spopolati, desertificati dall’esodo; esodo inevitabile se non c’è lavoro, se non c’è occupazione, se non ci sono condizioni di reddito che giustifichino, che permettano di vivere nei territori montani».

Parole che hanno stupito Zamboni, la quale rivendica di essersi interessata anche delle questioni occupazionali e che ha bollato come «fuori luogo», ribadendo: «Alimentare lo scontro tra occupazione e tutela dell’ambiente non aiuta né l’una né l’altro».

Covid, altri 5 morti in provincia di Ravenna, tra cui anche un 53enne

Sono 1.885, su circa 3.200 tamponi, i nuovi casi di positività registrati in un giorno in provincia di Ravenna (dati aggiornati alle 12 di oggi, 21 gennaio). Cinque i decessi, tra cui anche un 53nne.

Restano 6 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 4 in meno di ieri.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 21 GENNAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 895.961 casi  di positività, 20.654  in più rispetto a ieri, su un totale di 79.424 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 30.891 molecolari e 48.533 test antigenici rapidi.

Questo il dato comunicato al ministero della Salute. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 26%.

Per quanto riguarda il servizio di autotesting con un tampone rapido antigenico,  alle 15 di oggi (21 gennaio) risultano effettuati 3.628 tamponi i cui esiti sono stati caricati correttamente on line sul Fascicolo sanitario elettronico.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 145 ( -7 rispetto a ieri, pari a – 4,6%) l’età media è di 62  anni. Sul totale, 87 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 61,5 anni), il 60 %; 85 sono vaccinati con ciclo completo (età media 62,8 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono quasi 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.459 ( -6 rispetto a ieri, -0,2%), età media 69,9 anni.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono  348.147 (-277). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 345.543 ( – 264), il 99,2% del totale dei casi attivi.

Le persone complessivamente guarite sono 20.902 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 533.095.

Purtroppo, si registrano 29 decessi: 4 in provincia di Piacenza (due uomini di 98 e 87 anni e due donne di 91 e 84 anni), 1 in provincia di Parma (un uomo di 90 anni), 3 in provincia di Reggio Emilia (due uomini di 89 e 63 anni, una donna di 89 anni), 2 in provincia di Modena (un uomo di 91 anni, una donna di 86 anni), 6 in provincia di Bologna (quattro uomini di 89, 77, 72 e 69 anni, due donne di 83 anni e di 59 anni, per quest’ultima il decesso è stato registrato dall’Asl di Imola), 1 nel circondario Imolese (un uomo di 86 anni), 3 in provincia di Ferrara (un uomo di 80 anni, due donne di 89 e 84 anni), 5 in provincia di Ravenna (due uomini di 79 e 53 anni e tre donne di 97, 85,76 anni), 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 86 anni), 3 in provincia di Rimini (un uomo di 94 anni, due donne di 87 e 31 anni, quest’ultima affetta da gravi e pregresse patologie).
In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 14.719.

Ravenna, in mostra i progetti del concorso sul collegamento tra stazione e Darsena

A Palazzo Rasponi i visitatori potranno anche votare

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Uno dei progetti vincitori

I 17 progetti regolarmente presentati al concorso di idee “Hub intermodale della stazione ferroviaria di Ravenna, cerniera urbana tra città storica e Darsena di città” sono esposti in una mostra a Palazzo Rasponi dalla Teste, a Ravenna, dal 21 gennaio al 13 febbraio.

L’esposizione si intitola “Un ponte dal passato al futuro” e rappresenta quello che era l’obiettivo del concorso lanciato dal Comune, in collaborazione con Fs Sistemi urbani, RFI – Rete Ferroviaria Italiana, Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centro settentrionale, Regione Emilia-Romagna e con il coinvolgimento di Ravenna holding: trovare soluzioni per collegare il centro storico al futuro nuovo quartiere della Darsena, non più la cesura della stazione ferroviaria, ma una relazione senza soluzione di continuità grazie ad una passerella ciclo-pedonale, una “piazza” in testata della Darsena, nuovi servizi di mobilità in piazzale Aldo Moro.

Ad aggiudicarsi il primo posto a maggio scorso fu l’architetto Davide Lorenzato, 38 anni, di Vigodarzere (Padova) e con studio a Barcellona. Al secondo posto risultò il raggruppamento temporaneo di concorrenti: Progin Spa di Roma; l’architetto Mauro Smith di Napoli; Inapro Srl di Roma. Il terzo posto fu assegnato al raggruppamento temporaneo di concorrenti: Startt Srl di Roma, Ingegneri Patscheider & Patners Srl di Malles Venosta (BZ), Raumumwelt Planungs – Gmbh di Vienna (Austria), Meta (Mobilità Economia Territorio Ambiente) Srl di Monza, l’architetto Walter Karl Dietl di Silandro (BZ), l’architetto Sansone Emanuele Segrè di Roma.

La commissione individuò anche ulteriori 4 proposte degne di menzione.

Tutti i progetti, con relative tavole, sono visibili nelle sale di Palazzo Rasponi e potranno anche essere oggetto di votazione da parte dei visitatori che, attraverso un Qr code, sono invitati ad indicare il proprio gradimento confrontandolo, al termine del percorso espositivo, con quello della commissione.

Oggi, sempre a Palazzo Rasponi dalle Teste, si è svolta la presentazione della mostra con gli interventi del sindaco Michele de Pascale, dell’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte; del consigliere dell’Ordine degli Architetti Nicola Montini; del presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Mattia Galli; di Valentino Natali, capo Area pianificazione territoriale del Comune e presidente della commissione giudicatrice, che ha spiegato come è nato il concorso di idee e i contenuti del bando; di Maria Chiara Tosi, della Iuav Venezia e membro della commissione giudicatrice, collegata da remoto, che ha fatto un excursus dei progetti; di Davide Lorenzato e partners che ha presentato il progetto vincitore.

Il nuovo hub, come richiesto dal concorso, comprenderà il superamento dei binari mediante una passerella sopraelevata che dovrà caratterizzarsi anche come “belvedere” a 360° spaziando dalla Darsena al Mausoleo di Teodorico, dalla Rocca Brancaleone a piazza del Popolo fino alla basilica di Sant’Apollinare Nuovo e ai giardini pubblici; un parcheggio multipiano ad integrazione e in connessione con l’autostazione dei bus turistici e di linea in piazza Aldo Moro e con la stazione ferroviaria; l’ampliamento di edifici di servizio su viale Farini, di proprietà di RFI, e la ricostruzione dell’edificio ex Dogana che oggi ospita il comando della Polizia locale. Nel bando era richiesto anche il riassetto urbanistico e funzionale della testata del canale Candiano, tramite la realizzazione di una piazza pubblica fronte canale.

«Il nostro obiettivo – ha commentato il sindaco Michele de Pascale – è di capire, fra Pnrr e nuova programmazione europea, come una parte significativa di questi interventi, da grande suggestione come è oggi possa diventare un elemento concreto del futuro di Ravenna».

L’ingresso alla mostra è libero, con il possesso del green pass rafforzato e mascherina Ffp2, da martedì a venerdì dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 18; lunedì chiuso.

Lavori su via San Mama, da martedì senso unico da via Cassino alla rotonda Irlanda

Via San MamaProseguono a Ravenna i lavori di ristrutturazione di via San Mama, che comprendono la realizzazione di una pista ciclabile, intervento da 600mila euro fondamentale per rendere più sicura la circolazione di pedoni e ciclisti.

Lunedì 24 gennaio partirà la quarta fase del cantiere, quella che interessa il tratto via Cassino-rotonda Irlanda e che comporterà, da martedì 25, l’istituzione del senso unico nella medesima direzione, cioè da via Cassino verso la rotonda Irlanda.

Contestualmente, sempre da martedì 25, sarà attuata, in via sperimentale, con monitoraggio delle eventuali criticità che potessero derivarne dal punto di vista della sicurezza della circolazione, l’apertura di via Punta Stilo, con ingresso da viale Berlinguer, finalizzata a favorire l’accesso alla zona di via Cassino/Montanari seguendo il precorso viale Berlinguer (direzione di marcia rotonda Irlanda – viale Randi), via Punta Stilo, piazza Brigata Pavia, via Cassino.

Per quanto riguarda l’intervento complessivo relativo a via San Mama, il Comune prevede che sia ultimato entro febbraio, con la sola eccezione delle pavimentazioni in conglomerato bituminoso e della segnaletica, che l’Amministrazione prevede di completare entro marzo.

Per quanto riguarda invece l’istituzione del doppio senso in vicolo Plazzi – novità introdotta dopo le proteste di commercianti e opposizione – i servizi Strade e Viabilità hanno calendarizzato per il 28 gennaio una prova di manovra, per la quale verrà impiegato un autobus e che si svolgerà con l’ausilio della Polizia locale. In quella giornata dovranno essere spostati i cassonetti e sarà vietata la sosta.

Successivamente si prevede il completamento della progettazione del doppio senso, che dopo l’approvazione da parte della giunta il Comune conta di attuare intorno alla metà di marzo.

Nuovo Dpcm, ecco dove si potrà entrare senza green pass dal 1° febbraio

F71A6501Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato il Dpcm che indica le attività commerciali in cui dal primo febbraio sarà possibile continuare ad accedere senza green pass.

Il Dpcm elenca una serie di “servizi e attività che si svolgono al chiuso” fondamentali per garantire le “esigenze essenziali e primarie della persona” in quattro ambiti: esigenze alimentari e di prima necessità, esigenze di salute, esigenze di sicurezza ed esigenze di giustizia.

– ALIMENTARI E PRIMA NECESSITÀ – Commercio al dettaglio in esercizi specializzati e non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande (ipermercati, supermercati, discount di alimentari, minimercati e altri esercizi non specializzati di alimenti vari), escluso in ogni caso il consumo sul posto; commercio al dettaglio di prodotti surgelati; commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in esercizi specializzati; commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati; commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari; commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie, parafarmacie e altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica); commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati; commercio al dettaglio di materiale per ottica; commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento.

– SALUTE – è sempre consentito l’accesso per l’approvvigionamento di farmaci e dispositivi medici e, comunque, alle strutture sanitarie e sociosanitarie nonché a quelle veterinarie, per ogni finalità di prevenzione, diagnosi e cura, anche per gli accompagnatori.
Questi ultimi però, per rimanere all’interno delle strutture residenziali, socio assistenziali, sociosanitarie e hospice dovranno aver fatto il booster oppure avere l’esito di un tampone negativo effettuato non oltre le 48 ore precedenti se hanno solo due dosi di vaccino o sono guariti dal virus.

– SICUREZZA – è consentito l’accesso agli uffici aperti al pubblico delle forze di polizia e delle polizie locali, allo scopo di assicurare lo svolgimento delle attività istituzionali indifferibili, nonché quelle di prevenzione e repressione degli illeciti.

– GIUSTIZIA – è consentito l’accesso agli uffici giudiziari e agli uffici dei servizi sociosanitari esclusivamente per la presentazione indifferibile e urgente di denunce da parte di soggetti vittime di reati o di richieste di interventi giudiziari a tutela di persone minori di età o incapaci, nonché per consentire lo svolgimento di attività di indagine o giurisdizionale per cui è necessaria la presenza della persona convocata.

Non sarà infine possibile andare in un ufficio postale a ritirare la pensione se non si ha il green pass. (ANSA.it)

La lettera delle centrali cooperative a parlamentari e Regione: «Agire subito»

BOLLETTA ENERGIA
BOLLETTE BOLLETTA ENERGIA EURO SOLDI ELETTRICITA’ LAMPADINE

«C’è bisogno di un intervento, strutturale e tempestivo per arginare i rincari esponenziali che stanno subendo famiglie e imprese sul fronte dell’approvvigionamento energetico. Rincari che si attestano su un +600% per il gas e un +300% per l’energia elettrica».

È quanto si legge in una lettera inviata dalle centrali Agci ER, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna ai rappresentati politici della Romagna, parlamentari e consiglieri regionali.

Si stima che nel 2022 il caro energetico consegnerà alle famiglie e alle imprese una bolletta di 80 miliardi di euro. «Un conto insostenibile – proseguono i rappresentanti delle tre centrali  -, con rincari che superano anche il 20% tra un giorno e l’altro e che determinano prezzi medi in bolletta mai registrati, dinnanzi ai quali non esiste alcun organo di vigilanza capace di porre un freno né a livello europeo né tanto meno a livello nazionale».

«Le imprese – continuano – non si trovano nella condizione di poter reagire con prontezza a questa crisi. I rimedi improvvisati che qualcuno sta adottando, come lasciare alcune bollette insolute, ridurre i cicli produttivi o traslarli nelle ore serali, appaiono del tutto inefficaci se non deleteri per l’andamento produttivo delle imprese stesse».

Davanti a questo scenario le centrali cooperative chiedono a gran voce che vengano destinate maggiori risorse alla crisi energetica, la più importante degli ultimi anni. E insieme a queste richieste propongono alcune azioni da poter applicare nel breve termine per arginare le difficoltà: la pianificazione, anche per le imprese, di un meccanismo di rateizzazione “concordato” con un intervento dello Stato per non appesantire finanziariamente le società fornitrici; un ulteriore intervento sugli oneri generali di sistema sia per l’energia elettrica che per il gas; prestiti statali e garanzie Sace in luogo delle fideiussioni bancarie per aiutare le società di vendita, altrettanto colpite dalla crisi; infine, per evitare che l’emergenza gas si ripeta, prevedere l’obbligo di livelli minimi di riempimento degli stoccaggi europei.

“Le azioni transitorie già avviate non bastano – concludono -. C’è bisogno di una risposta rapida e coordinata, anche con misure di carattere strutturale di medio-lungo periodo, garantendo di superare gli ostacoli anche burocratici che ancora oggi impediscono lo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili, la sicurezza degli approvvigionamenti, adeguati strumenti di stoccaggio e strumenti efficaci per garantire il controllo e la stabilità dei mercati dell’energia e del gas ed eliminare i rischi di speculazione e distorsioni di mercato».

Nuovo sponsor sulle maglie: è l’azienda del presidente dell’associazione Ravenna Fc

È la Cims di Gabriele Pezzi, azienda di Castel Guelfo di segnaletica stradale

Presentazione CIMSAlla vigilia del ritorno in campo per quella che rappresenta la prima partita del 2022, il Ravenna Fc ufficializza il nuovo main sponsor che accompagnerà i giallorossi per il resto della stagione.

Sulle divise, infatti, campeggerà il marchio di Cims, azienda fondata nel 1979 e che da allora opera su tutto il territorio nazionale nell’ambito di lavori di segnaletica stradale orizzontale, verticale, barriere di sicurezza, idro cancellatura e idrosgomatura aeroportuale.

Alla presentazione delle divise era presente l’amministratore unico di Cims, Gabriele Pezzi, che è anche il presidente dell’Associazione Ravenna Fc, socio di maggioranza e controllante del Ravenna Fc.

«Sono nato a Ravenna, abito a Ravenna ed anche se l’azienda è a Castel Guelfo sono sempre stato un appassionato di calcio ed un grande tifoso giallorosso – dichiara Bezzi -. Credo che in questo momento di crisi ogni imprenditore, a seconda delle proprie possibilità, possa e debba sostenere lo sport ravennate ed ogni sua manifestazione. Io credo in questo principio e sono profondamente contento di potere dare il mio contributo al Ravenna Fc. Al di là della pluriennale amicizia che mi lega all’attuale dirigenza, ho trovato nell’oculata gestione della società un elemento che mi ha convinto ad essere partecipe da almeno 5 anni a questa avventura sportiva. Per Cims essere Main sponsor del Ravenna FC è un motivo di forte orgoglio, spero che altri imprenditori si appassionino a questa realtà e sposino un progetto che è un valore di tutta la città di Ravenna».

Tornano le Sardine: in piazza anche a Ravenna contro la candidatura di Berlusconi

Monta la protesta in vista delle elezioni del Presidente della Repubblica: «Abbiamo già dato»

Sardine DarsenaTornano le Sardine, anche a Ravenna. Il movimento nato in Emilia-Romagna in occasione delle ultime Regionali, ha deciso di manifestare contro la candidatura a Presidente della Repubblica di Silvio Berlusconi.

All’insegna dello slogan “Abbiamo già dato”.

«Abbiamo già dato – si legge in una nota inviata alla stampa locale dalle Sardine di Ravenna – perché l’età berlusconiana ha lasciato cicatrici culturali profonde e nessuna eredità politica degna di questo nome. Ci sono voluti anni per rimarginare quelle ferite e non consentiremo a nessuno di riportarci in quella stessa situazione da cui siamo riusciti a scappare. Accostare il nome di Silvio Berlusconi alla carica presidenziale è per noi un insulto alla nostra Costituzione e alla storia repubblicana. Per questo sentiamo il dovere di scendere in piazza per rivendicare una totale distanza tra noi e quei vent’anni di berlusconismo».

«Se la candidatura di Berlusconi non dovesse essere ritirata – è l’annuncio – sarà necessario scendere in piazza anche a Ravenna, siamo sentinelle e questo è il momento di vigilare perché i nostri valori costituzionali non vengano calpestati, ancora una volta».

L’appuntamento,  è per lunedì 24 gennaio alle 17 in piazza del Popolo.

Il faentino Matteo Leoni nuovo coordinatore del Tavolo dell’imprenditoria

LEONI CNA
Matteo Leoni

Dal 21 gennaio l’imprenditore faentino del settore automotive Matteo Leoni è il nuovo coordinatore del Tavolo provinciale dell’imprenditoria di Ravenna.

Leoni, presidente della Cna Territoriale di Ravenna, raccoglie il testimone da Stefano Pucci vicepresidente della delegazione ravennate di Confindustria Romagna.

Il Tavolo nasce nel 2009, su iniziativa di tutte le associazioni di rappresentanza della Provincia (Agci, Cia Romagna, CNA, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative Romagna, Confesercenti, Confimi Industria Romagna, Confindustria Romagna, Copagri e Legacoop Romagna) ed è la sede di confronto e sintesi dell’imprenditoria ravennate per tracciare lo sviluppo economico del territorio. Essendo un organismo di coordinamento tra associazioni e di interfaccia tra il mondo imprenditoriale e le istituzioni, sin dal momento della sua costituzione si è stabilito che la carica di coordinatore e quella di vicecoordinatore vengano affidate a rotazione annuale ai settori delle varie organizzazione aderenti.

Stefano Pucci, dopo aver ringraziato tutte le associazioni per la costante e proficua collaborazione in questo anno, purtroppo ancora caratterizzato dall’emergenza sanitaria, ha ripercorso alcuni momenti salienti che hanno caratterizzato i lavori del Tavolo come ad esempio il Pitesai (Piano per la Transizione energetica sostenibile delle aree idonee), attraverso l’elaborazione di un documento di osservazioni sul settore oil&gas, condiviso anche con le organizzazioni sindacali ed inviato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e a quello della Transizione Ecologica; la Tari, con l’impegno costante per evidenziare ai Comuni la necessità di rapporti aperti e continui con il Tavolo quale presupposto per implementare la tariffa in modo chiaro, lineare e privo di interpretazioni di parte;  la Rete per la Ripartenza della Provincia di Ravenna, mediante l’articolato e costruttivo confronto con la Provincia, e tra le associazioni imprenditoriali e sindacati, per definire un consesso ove analizzare e discutere gli interventi idonei per la ripartenza post-pandemia, anche alla luce del Pnrr, e gestire in modo coordinato le eventuali crisi aziendali.

«Ringrazio il presidente Pucci per l’impegno con cui ha guidato il Tavolo in un anno di ripresa ma caratterizzato ancora da tante incognite e difficoltà dalle quali, peraltro, non siamo ancora usciti – afferma Matteo Leoni -. Speriamo che nel 2022 si attenui definitivamente l’emergenza sanitaria, in modo da poterci concentrare sui temi della crescita del territorio e della ripresa economica. Penso per esempio alle incognite ancora aperte sul fronte energetico, delle materie prime, alla questione camerale che dovrebbe sbloccarsi in corso d’anno per entrare nella sua fase conclusiva del percorso di riforma con l’insediamento dei nuovi organismi, ma anche alle grandi opportunità che ci vengono offerte dalle risorse e dai progetti messi a disposizione dal Pnrr e dal Patto regionale per il lavoro e per il clima. Su queste e su tutte le altre istanze imprenditoriali il Tavolo continuerà a tenere alta la propria attenzione e far sentire la propria voce a partire dalla costituzione della rete territoriale per lo sviluppo e la ripartenza».

In un anno le imprese ravennati hanno pubblicato 33 domande di brevetto

I dati della Camera di Commercio. Dal 2016 “protette” 169 invenzioni in provincia

Ufficio Europeo Dei Brevetti
L’Ufficio Europeo dei Brevetti

Sono 33 le domande di brevetto ravennati pubblicate dall’European Patent Office (EPO) nel 2020, secondo l’analisi effettuata dalla Camera di commercio.

Dal 2016 le invenzioni nate nella nostra provincia e protette a livello europeo sono state 169 e si devono, in particolare, al sistema delle imprese.

Agricoltura, materiali elettronici e manifattura avanzata, quella, cioè, che si riferisce all’automazione e ai robot, sono gli ambiti più diffusi in cui la creatività ravennate ha chiesto – e ottenuto – la tutela delle proprie produzioni in Europa attraverso la registrazione del marchio comunitario.

Alla manifattura avanzata è riconducibile oltre il 70% delle tecnologie abilitanti (le cosiddette KET), che rappresentano più del 20% dei brevetti pubblicati.

«L’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati e il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In provincia di Ravenna – ha proseguito Guberti – un posto di lavoro su 3 si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti, aziende che contribuiscono da sole ad oltre il 40% del Pil provinciale. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell’attività intellettuale rappresentano ormai il 16% degli investimenti complessivi delle imprese ravennati».

Il brevetto, va ricordato, è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell’invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinati, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l’invenzione senza autorizzazione. Per invenzione si intende, invece, una soluzione nuova e originale a un problema tecnico.

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