Tanta gente e aria di festa in via di Roma nel breve tratto tra via Paolo Costa e via Diaz per l’inaugurazione del comitato elettorale di Ravenna in Comune, la lista civica decisamente orientata a sinistra che alle elezioni di giugno a Ravenna candida a sindaco Raffaella Sutter.
I locali sono quelli di un ex negozio: in pieno centro, vetrine sulla strada, in alto campeggia l’asterisco simbolo della lista e negli spazi interni anche un grande gufo fatto di post-it. Il brindisi inauguruale è stato l’occasione per Sutter per spiegare il senso di quel gufo che campeggia anche nei materiali della campagna elettorale: «Chi mi conosce lo sa, è il mio avatar da sempre. Colleziono gufi da sempre e ne ho migliaia a casa».
E così, sotto lo sguardo ironico del rapace cartaceo sul muro, qui apre da sabato 13 febbraio e fino alle elezioni uno spazio che sarà la casa della lista: «Non essendo un partito – ha detto Sutter nel breve discorso prima del brindisi – siamo sempre stati ospiti, questa sarà la nostra sede e sarà aperta tutti i giorni, qui potremo riunirci, ma soprattutto i cittadini potranno venire per fare domande, proporre idee, incontrarci, parlare con me o i portavoce della lista Massimo Manzoli e Dora Casalino. Oltre ai gruppi di lavoro che già sono all’opera da tempo sui vari temi, continuano infatti a chiamarci singole persone con proposte e idee da sottoporci che noi siamo felici di ascoltare. Questo vorremmo quindi che fosse un punto di riferimento anche per loro». Apertura a orario continuato che impegnerà molti volontari – come volontari sono stati tutti coloro che hanno allestito lo spazio – dalle 9 alle 20 di ogni giorno dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 19 il sabato e dalle 10 alle 18 la domenica.
L’appuntamento odierno è stato anche l’occasione per confermare il flash mob previsto ai giardini Speyer domenica 14 febbraio (vedi tra gli articoli correlati), nonostante il sindaco abbia intanto annunciato di voler rimettere le panchine e arredi più consoni. «Non si tratta naturalmente di una panchina da mettere o togliere – dice Sutter – ma di un simbolo su un tema che non è solo quello del degrado, su cui si è fatto troppo poco, ma per parlare anche di accoglienza e socialità tra gli stessi ravennati».