Elezioni, ecco le schede per Camera e Senato: i nomi dei ravennati candidati

Alla vigilia del voto per il Parlamento un riepilogo sintetico di cosa avranno di fronte gli elettori in provincia di Ravenna

È stata una campagna elettorale breve, di fatto durata poco più di un mese, che ha visto il territorio battuto in particolare dai candidati locali delle varie forze politiche. Pochi gli incontri con i candidati all’uninominale a confronto (di fatto organizzati dalle associazioni di categoria), molti banchetti al mercato, molte cene e pranzi di autofinanziamento.

Alla vigilia del voto un riepilogo sintetico con i nomi dei ravennati che compaiono tra i candidati sulle schede elettorali per Camera e Senato.

SchedasenatoSENATO

La scheda gialla, riservata agli over 25, è quella con cui si elegge il Senato con lo stesso meccanismo della Camera: un terzo degli eletti nell’uninominale e due terzi con il proporzionale. I collegi sono due per tutta l’Emilia-Romagna e dunque comprendono territori molti vasti: l’intera provincia di Ravenna rientra in uno dei due collegi quindi la scheda gialla sarà la stessa per tutti i ravennati.

Il Pd schiera l’uscente Stefano Collina, faentino e renziano della prima ora. Capolista al Senato è l’ex sindaco di Imola Daniele Manca.

A sfidarlo ci sarà il ravennate Massimiliano Alberghini, già candidato sindaco nel 2016 a Ravenna che riuscì nell’impresa di portare Pd e alleati a un ballottaggio non facile. Civico, consigliere comunale, può contare sull’appoggio di tutti gli alleati e in particolare della Lega Nord, cui spettava l’indicazione del candidato di questo collegio nella compagine di centrodestra.

Viene invece da Forlì il nome del candidato M5s Alessandro Ruffilli che è noto alle cronache nazionali per aver sollevato un caso di presunta corruzione all’interno dell’Amministrazione di Forlì e denuncia di essere stato, proprio per questo, trasferito. Ruffilli sembra presentare il profilo grillino per antonomasia, anche se, va detto, è stato ripescato da Di Maio, perché il numero di clic ricevuto alla parlamentarie non è stato sufficiente. Cosa che è accaduta del resto per i pochi ravennati ammessi alla competizione: ha suscitato infatti un certo clamore l’esclusione di attivisti storici della città dei mosaici come Fabrizio Martelli e Pietro Vandini (che era stato anche candidato sindaco e capogruppo del Movimento in Comune per cinque anni).

Ma tra tutti i candidati alla camera alta, il nome più noto anche al di fuori di Ravenna è sicuramente quello di Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia-Romagna, ex commissario straordinario per la ricostruzione nel centro Italia dopo il terremoto del 2016, fuoriuscito dal Pd e schieratosi con Bersani e D’Alema nel nuovo soggetto politico che ha come leader Piero Grasso: Liberi e Uguali (Leu). Il ravennate sfiderà all’uninominale Pierferdinando Casini (sostenuto dal Pd) a Bologna, ma si presenta come capolista nel collegio che include casa sua. A tentare l’impresa sempre da Ravenna, sempre per Leu e sempre al Senato è anche il parlamentare uscente di Possibile Andrea Maestri che è stato però candidato in Umbria (curiosamente nello stesso collegio dove capolista del Pd è il segretario nazionale Matteo Renzi).

Per il Pri è in campo l’altro nome di peso della minoranza interna (a livello ravennate) del partito che ha voluto l’accordo con Ala per far comparire l’edera sulla scheda: Luisa Babini.

Ravennate anche uno dei candidati al Senato per Potere al Popolo, la lista a sinistra di Leu: Giuseppe Limantri.

Sul fronte dell’estrema destra c’è per Forza Nuova Mirco Santarelli, faentino, che si candidò anche alle amministrative nel 2015.

Infine, la curiosità: la scheda gialla per il Senato ha dodici candidati all’uninominale perché compare anche il simbolo del Movimento dei forconi di cui però, almeno da queste parti, non si è sentito parlare durante la campagna elettorale.

CameraraCAMERA

Per la quota uninominale della camera bassa il territorio provinciale si trova diviso tra due collegi quindi la scheda non sarà uguale per tutti gli elettoriali: in particolare Faenza è collegata al collegio di Forlì. Qui prendiamo in considerazione la scheda che avrà la maggioranza dei cittadini.

La consigliera comunale e segretaria provinciale della Lega Nord, Samantha Gardin, è l’unica donna ravennate che potrebbe davvero approdare a Roma. Sostenuta da tutta la coalizione di centrodestra deve battere l’uscente Pd Alberto Pagani.

Una curiosità: gli elettori di Lista per Ravenna troveranno candidati che hanno militato nelle loro file sia a sostegno di una che dell’altro. Gianfranco Spadoni con Civica Popolare Lorenzin, Claudio Angeli e Daniela Mazzoni con Noi con l’Italia. La coalizione di centrosinistra presenta anche la lista Insieme che ha come capolista Daniele Perini, consigliere comunale di Ama Ravenna. Nel listino di Forza Italia c’è la lughese Donatella Donati, in quello di Fratelli d’Italia c’è Marta Farolfi (per 15 anni è stata consigliera provinciale con le forze del centrodestra).

Tra le novità che hanno provocato divisioni c’è il ritorno dell’Edera, l’accordo con Ala non è piaciuto al segretario provinciale Pri nonché vicesindaco (e alla maggioranza del partito ravennate) Eugenio Fusignani. L’avvocato Paolo Gambi all’uninominale e capolista.

Nell’area dell’estrema sinistra si trovano ben due Falci e Martello (Sinistra Rivoluzionaria e Partito Comunista) che non hanno però un radicamento sul territorio, a differenza di Potere al Popolo che qui ha raccolto non solo aderenti di Prc e gli ex Pdci, ma anche di movimenti e intellettuali e che ha portato in città il noto attore Moni Ovadia. Per Pap il candidato all’uninominale è Filippo Cicognani, la capolista è Raffaella Veridiani.

La lista di Piero Grasso, Liberi e Uguali, ha una candidato per l’uninominale da Ravenna: l’avvocato Ilaria Morigi (Sinistra per Ravenna). Nel listino per il proporzionale c’è Giovanni Paglia, deputato uscente e di nuovo in corsa per un posto.

Sul fronte dell’estrema destra due sono le liste che si contendono i voti: Italia agli Italiani e Casa Pound. Entrambi hanno organizzato anche un evento in una sala comunale che ha visto la presenza di altrettanti presidi di manifestanti antifascisti e un imponente schieramento di polizia, in particolare per l’arrivo in città di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, il 22 febbraio. Forza Nuova si presenta sotto al simbolo Italia agli Italiani con Fiamma Tricolore: Desideria Raggi all’uninominale.

Sulla scheda comparirà anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi che schiera come capolista un ravennate che è leader nazionale di questo partito: Mirko de Carli. Da Ravenna anche Carla Camerani e Elisa Visani nel proporzionale.

Infine, peculiare è la situazione dei 5Stelle con il candidato David Zanforlini di Ferrara sospeso per non aver voluto dichiarare se sia stato o meno affiliato alla massoneria in passato e la capolista autosospesa in attesa di chiarimenti rispetto alla restituzione del compenso prevista dal regolamente interno del Movimento (la faentina Francesca Savelli in lista per il proporzionale).

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