Elezioni, 293mila ravennati alle urne per il Parlamento: cosa serve e come si vota

Seggi aperti solo in una giornata: domenica 4 marzo, dalle 7 alle 23. Quali documenti occorrono e come fare la croce. Non è ammesso disgiungere le preferenze

30553 Elezioni11Sono 293.320 le persone in provincia di Ravenna che il 4 marzo sono chiamate alle urne per le elezioni politiche per la composizione del Parlamento. Per votare per il rinnovo della Camera è necessario avere compiuto 18 anni entro il 4 marzo compreso; chi avrà compiuto 25 anni riceverà anche la scheda per il Senato (274.205 persone). Si vota solo domenica, dalle 7 alle 23. Gli elettori che si troveranno nel seggio alla scadenza dell’orario stabilito saranno ammessi a votare. A Ravenna la domenica ecologica prevista per il 4 marzo è stata rinviata all’11 marzo proprio in ragione del voto.

Documenti per votare
Per votare gli elettori dovranno esibire la tessera elettorale insieme a un documento di identità munito di fotografia, anche se scaduto, purché in grado di assicurare l’identificazione del votante. Nel caso la tessera elettorale non risulti più utilizzabile per l’esaurimento degli spazi dedicati alla certificazione del voto o in caso di deterioramento, smarrimento o furto occorre, prima di presentarsi a votare, richiedere e ottenere il rilascio di un duplicato. Per evitare il possibile sovraffollamento e le code degli ultimi giorni, i Comuni consigliano di verificare per tempo il possesso e l’idoneità della tessera elettorale per chiedere il rilascio di una nuova tessera all’ufficio elettorale del comune competente. Se la tessera è esauria, basta presentarsi direttametne allo sportello con il vecchio documento da rinnovare, in caso di caso di smarrimento o furto, invece, va compilata e sottoscritta dall’interessato una domanda su modulo prestampato, che sostituisce la denuncia ai carabinieri o alla polizia, disponibile negli uffici stessi. Le tessere deterioriate vanno restituite.

Come si vota
Si tratta di una novità assoluta e non semplicissima, date le novità. Ma andiamo con ordine: sulla scheda sarà riportato il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste collegate. I contrassegni delle liste sono affiancati dai nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale, per questo molti partiti consigliano di barrare esclusivamente il simbolo che si intende votare. In questo modo infatti si vota anche direttamente il candidato nel collegio uninominale. Se invece il segno viene tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In caso di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale. Attenzione, non è ammesso il voto disgiunto (possibile per esempio alle amministrative) e quindi se sulla scheda compaiono un voto per un candidato uninominale e per una lista al proporzione che non lo sostiene, la scheda sarà annullata. Dopo il voto, eseguito con l’apposita matita fornita dal seggio perché non cancellabile, la scheda va ripiegata e consegnata al presidente di seggio che staccherà il talloncino e la infilerà nell’urna. Per fortuna, il meccansimo è lo stesso per Camera e Senato, così come sono gli stessi gli sbarramenti: 3 percento le liste, 10 percento per le coalizioni. Per le liste in coalizione il voto va disperso se non raggiungono l’1 percento, mentre tra l’1 e il 2 percento viene distribuito in percentuale alle altre liste alleate che abbiano superato il 3 percento.

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