La Pigna: «La festa Pd interrompe la stagione turistica, perché non la spostano?»

La lista civica a Palazzo Merlato accusa i dem di concorrenza sleale per la ristorazione e di creare un danno in particolare a chi lavora con il turismo

Festa dell'Unità di Porto FuoriLa lista civica La Pigna, a Palazzo Merlato, continua ad attaccare il Pd in occasione della festa dell’Unità. Dopo aver sollevato il tema dei costi dei servizi garantiti da Vigili Urbani, ora torna al tema, decisamente non nuovo, della presunta concorrenza sleale verso ristoratori ed esercenti. “É ormai  consuetudine diffusa tra i Ravennati considerare l’inizio della Festa dell’Unità come la fine della stagione estiva. Decenni di festa post ferragostana ci hanno educato a questo – scrive il capogruppo Veronica Verlicchi – E così, verso la fine agosto, ovvero quando la kermesse piddina prende il via, i lidi si svuotano ancor di più. Operatori turistici e bagnini sanno bene che l’inizio della Festa decreta la fine della stagione balneare. E se Atene piange, Sparta non ride. Ai ristoratori cittadini, infatti, non tocca certo una sorte migliore rispetto a quella dei loro colleghi dei lidi.” Ma naturalmente, l’affondo riguarda anche altro: “Giova evidenziare come quella della Festa dell’Unità sia una concorrenza impari poiché la gestione degli 11 ristoranti, dei 3 bar, della gelateria e della birreria non é certo gravata dagli oneri che appesantiscono quella di un qualsiasi ristorante, bar, pub, gelateria, ecc. Mi riferisco ai costi del personale, dell’affitto e dei vari balzelli che gravano sulla testa dei commercianti. Le attività della Festa, difatti, non versano l’IVA, non pagano l’Ires e, nella maggior parte dei casi, non emetto scontrino fiscale. A questo si aggiungano le sponsorizzazioni e l’affitto delle aree espositive, che essendo precise attività commerciali non vedono certo impiegato il personale volontario. Allora perché queste attività praticano gli stessi prezzi  di ristoranti, bar, birrerie e gelaterie che versano l’Iva? Domanda retorica, naturalmente.” L’accusa è chiara: “Il Pd non è una pro loco né una Onlus e sfrutta volutamente una legislazione non chiara”. Da qui la proposta lanciata ai dem: “Se davvero al Pd stessero a cuore le attività turistiche e di ristorazione la farebbe a fine maggio o dopo l’apertura delle scuole”.

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