«Cinque Stelle e Lega sono i mondi che più hanno pestato sulla propaganda di odio»

Il giornalista Jacopo Iacoboni (La Stampa) tra i relatori di un incontro sulle fake news l’8 settembre alla Festa dell’Unità con la deputata Maria Elena Boschi. Nei mesi scorsi fu respinto all’ingresso di un evento M5s: «Manifestano una intolleranza aliena al confronto libero»

0 0x6gvmba«Credo che la via sia una lunga presa di coscienza culturale». Da qui passa, secondo il giornalista de La Stampa Jacopo Iacoboni, la costruzione di un argine al dilagare delle fake news o bufale che dir si voglia. Iacoboni sarà a Ravenna tra gli ospiti di un dibattito alla festa dell’Unità (8 settembre, 21.30) con Maria Elena Boschi (deputata Pd), Tommaso Cerno (deputato Pd e già direttore de l’Espresso) e Marco Canestrari (blogger).

In questo caso è stato invitato dall’organizzazione Pd come relatore, a Ivrea invece in aprile era inviato come giornalista a un evento Cinque Stelle-Casaleggio e non è stato ammesso. Dobbiamo dedurre che con i grillini si sia alzata l’asticella dell’attacco politico alla stampa critica?
«Semplicemente manifestano un’intolleranza che è aliena al confronto libero e democratico. Una cosa preoccupante, che si unisce, come in Trump, alla totale delegittimazione preventiva dei giornalisti critici. Rimasti pochi, peraltro».

Il titolo dell’incontro è “La democrazia ai tempi delle fake news”. Cosa rischiamo davvero come cittadini con le bufale?
«Non amo parlare di fake news, preferisco parlare di disinformation, più o meno organizzata. Nei casi italiani, e ovviamente Usa, e Russia, o Brexit, sono avvenute vere e proprie disinfo ops, operazioni coordinate di manipolazione, che vanno molto oltre la banale fake news. Ci sono tanti soggetti, Stati stranieri, ma anche organizzazioni italiane, che l’hanno fatto. Alcuni soggetti italiani magari solo per guadagnare dei soldi, neanche tantissimi; ma sono subito finiti clusterizzati in operazioni di propaganda coordinate. Specie Facebook, ma anche Twitter, ambiente molto piccolo, ha però un ruolo cruciale».

Arginare la deriva tocca alla politica per via legislativa o ai big del mondo social?
«Non credo tanto alle soluzioni legislative; in Italia tra l’altro le leggi le avremmo già: diffamazione, minacce, attentato alla libertà del presidente della Repubblica. Né credo tanto che i social si autoriformino. Facebook, tardi, qualcosa sta facendo. Credo che la via sia una lunga presa di coscienza culturale».

Qualche forza politica o esponente politico più di altri cavalca l’onda?
«Va denunciato che i due mondi che più hanno pestato su propagande social non ufficiali su odio e sentimenti negativi sono la propaganda pro M5s e pro Lega. È un fatto, indubitabile».

Previsioni sul futuro: quanto durerà questo governo gialloverde e cosa accadrà al Pd? E le due questioni sono in qualche modo collegate?
«Non credo che sarà brevissimo il fenomeno Legastella, due partiti diversi ma profondamente convergenti. Credo che, quando si staccheranno, sarà perché competono nello stesso campo, non perché il M5S è diventato, poniamo, pro migranti. Il Pd per ora brancola, e si illude se pensa che Fico sia il grimaldello “di sinistra” per disaggregare il Movimento. Totale, pericolosa illusione».

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