Santarella rientra nella casa M5s: «Alleanza locale con la Lega? Si vedrà»

Consigliera comunale fino al 2016 poi i dissidi e la mancata concessione del simbolo alle amministrative: «Decisione giusta non eravamo pronti». Verso il 2021: «Il modello è Imola ma serve un’altra Sangiorgi»

SantarellaFrancesca Santarella torna a parlare come attivista del Movimento 5 Stelle. A due anni dalla diatriba con l’ex capogruppo Pietro Vandini, che aveva portato Casaleggio e Grillo a negare a tutti i ravennati di presentarsi col simbolo del partito alle ultime amministrative di Ravenna, oggi Santarella è a tutti gli effetti di nuovo parte del Movimento: forte dell’appoggio dei vertici regionali e nazionali, la grillina mette in fila alcuni punti tra passato, presente e futuro dell’M5s ravennate.
Non si sbilancia sulle alleanze nazionali con la Lega («Non sta a me parlarne») ma mette in chiaro che, al momento, anche con i fuoriusciti di Cambierà, la lista civica di ispirazione grillina nata per le elezioni del 2016, non ci sono rapporti politici. Oggi per i grillini romagnoli l’ispirazione è Imola, la città in cui i Cinque Stelle hanno espugnato il lungo dominio del Pd. Replicabile a Ravenna? Per Santarella prima bisognerà mettere insieme un’ottima squadra e trovare un candidato come la sindaca Manuela Sangiorgi.

Santarella, innanzitutto un chiarimento: al momento qual è la situazione della galassia del Movimento 5 Stelle a Ravenna? Quanti sono i meet up e quanti – a grandi linee – gli attivisti?
«I meetup non sono un problema, potrebbero essere anche mille. L’importante è che un gruppo coeso presenti una lista e un progetto di qualità fra tre anni. Questo è il nostro obiettivo e siamo sulla buona strada. Gli iscritti a Rousseau residenti a Ravenna sono tantissimi e su questo straordinario potenziale vogliamo creare il futuro del M5s a Ravenna».

Di Cambierà in Comune è rimasto poco: quali sono – se ci sono – i rapporti con Emanuele Panizza e Marco Maiolini che hanno abbandonato la lista civica per entrare nel gruppo misto?
«A mio parere, a Ravenna sono state più volte confuse – forse per errore o forse volutamente – le semplici regole di coerenza e di buonsenso che guidano il Movimento, e questo ha molto disorientato tanti cittadini. Siamo stati contattati dai consiglieri di Cambierà dopo le elezioni: in vista della collaborazione palese che volevano proporre, abbiamo suggerito loro di dimettersi. Più volte è stato ribadito dal garante 5 stelle che non esistono liste civiche “quasi” 5 stelle, ma solo liste 5 stelle ufficialmente certificate. I due consiglieri sono stati eletti per una lista civica, e se in questa non si riconoscono più, la coerenza verso gli elettori ed il vincolo di mandato da sempre auspicati dal M5S, impongono le dimissioni, ancor più necessarie stante la nebulosa situazione ravennate. I due consiglieri hanno preferito proseguire il loro percorso a Palazzo Merlato».

Quali sono le prospettive per il futuro del Movimento 5 Stelle Ravenna? Il fatto di avere le elezioni comunali ancora piuttosto lontane è un handicap – visto l’attuale consenso di cui gode il M5S – oppure un’opportunità, dal momento che dopo il terremoto del 2016 sembrava tutto azzerato?
«Ritengo che il M5S possa solo aumentare i propri consensi, in virtù degli impegni che verranno mantenuti dall’attuale governo, quindi la distanza che ci separa dal 2021 – sempre che restino queste le scadenze elettorali – è solo un vantaggio. Inoltre, il lavoro da fare su Ravenna è ancora molto e faremo tesoro del tempo a disposizione».

Le elezioni del 2018 hanno certificato l’ottimo stato di salute in Romagna del Movimento ma si è persa l’opportunità di avere almeno un parlamentare ravennate. Non si poteva ottenere forse qualcosa di più?
«Diverse persone di Ravenna si sono presentate per le “parlamentarie” online. Evidentemente i cittadini hanno ritenuto che non fossero ancora pronte per essere elette».

I temi: la sua azione politica è sempre stata molto orientata all’ambientalismo e all’urbanistica. Al momento quali sono le questioni “calde” sul territorio?
«La mia azione politica è sempre stata ispirata dall’articolo 9 della nostra Costituzione, scritto a tutela del vastissimo patrimonio materiale ed immateriale che rende l’Italia unica al mondo. Dalla salvaguardia del paesaggio discende, ad esempio, la tutela della salute, della biodiversità e della sicurezza del territorio, e così come la ricerca di nuove tecnologie a minore impatto. Pensiamo solo alle problematiche ancora irrisolte della gestione dei rifiuti o al consumo di suolo, come quello a cui assisteremo quando il progetto di escavo del Candiano partirà. Dalla salvaguardia del patrimonio architettonico e culturale discende la qualità della vita, il lavoro, il turismo, la sicurezza delle città, la tutela del patrimonio agroalimentare. Nei binari della legalità e della trasparenza nella gestione delle cosa pubblica, queste, a parere del nostro gruppo, sono le questioni “calde” del territorio su cui stiamo già lavorando, e che da molti anni richiedono un cambio deciso di passo anche a Ravenna».

Da ex consigliera, come giudica l’opposizione attuale al Pd?
«Nel complesso, se mi posso permettere un giudizio, tutto il consiglio comunale appare sempre più frammentato, nonostante i tentativi di iniziative congiunte, soprattutto da parte dell’opposizione».

Tra le città della Romagna, Imola è forse una di quelle che ha più similitudini politiche con Ravenna e anche le due segreterie del Pd sono sempre state molto vicine. Pensa che lo schema utilizzato lì per vincere (candidato donna, idee chiare su alcuni argomenti per la città, la crisi del Pd nazionale) possa essere replicato a Ravenna?
«Credo proprio di sì. Anche se trovare un’altra Manuela Sangiorgi e un’altra squadra eccellente come la sua non sarà facile. Ma ce la metteremo tutta».

È vero, come dice il suo ex capogruppo Pietro Vandini con cui si è scontrata, che quello che è successo a Imola poteva avvenire a Ravenna nel 2016?
«A posteriori, ritengo che nel 2016 non fossimo pronti e la scelta dello staff è stata quella corretta»

Come sono al momento i suoi rapporti con i vertici nazionali del Movimento 5 Stelle?
«Direi di fiducia reciproca, che speriamo di continuare a guadagnarci sul campo come fatto finora. Ma più che nei rapporti coi vertici, la forza del M5S sta nei rapporti coi portavoce – nazionali o regionali o dei comuni vicini – sulle tematiche con ricaduta sul locale – ed nel rapporto diretto coi cittadini. Che per fortuna sono eccellenti».

L’alleanza di governo con la Lega Nord potrebbe replicarsi anche a Ravenna? Cosa pensa delle politiche leghiste in particolare sul tema dell’immigrazione, dato che negli ultimi giorni c’è chi accusa il M5S di essere in qualche modo “complice” di politiche di intolleranza?
«C’è un Ministero che si occupa delle politiche di immigrazione e non ritengo sia competenza di un’attivista locale dover esprimere un giudizio su questo. Al momento Lega e Movimento hanno in comune solo un contratto di Governo da rispettare e non posso sapere cosa succederà a livello comunale nel 2021».

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