martedì
24 Giugno 2025
Il ritratto

La scalata di De Pascale: consigliere comunale a 19 anni, presidente di Regione a 39

Primo incarico politico per il cervese, nipote di bagnini, una settimana prima dell'esame di maturità al liceo di Cesena, è stato il sindaco più giovane di Ravenna e ora il governatore più giovane dell'Emilia-Romagna. Sposato con la figlia di un ex presidente della Provincia. Ora lascerà il Comune a un reggente in giunta

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Mdp1Il 39enne Michele de Pascale è il nuovo presidente della Regione Emilia-Romagna. L’elezione a Bologna arriva a vent’anni dal primo incarico in politica: nel 2004 fu eletto consigliere comunale nella sua Cervia.

Ottenne 87 preferenze nella lista dei Ds una settimana prima di iniziare l’esame di maturità al liceo scientifico “Righi” di Cesena da dove uscì con un 100/100 e dove era stato, manco a dirlo, rappresentante di istituto.

Poi fu assessore a 26 anni, ancora a Cervia. Segretario provinciale del Partito democratico a 28 anni. È stato il sindaco più giovane nella storia di Ravenna, eletto nel 2016 a 31 anni. Ora è il più giovane presidente nella storia della Regione Emilia-Romagna.

Un predestinato? Forse. Di sicuro un miracolato, nella vita, non in politica. Lo riconosce lui stesso. All’età di 25 anni un colpo di sonno al volante di notte gli costò quasi la vita: giorni in coma e postumi pesanti, come una leggera zoppia, aggiustati solo con diversi interventi chirurgici anche a distanza di tempo.

La candidatura alla presidenza della Regione l’ha voluta e ha lavorato per ottenere l’investitura del partito. Nel 2016, invece, non voleva fare il sindaco. Voleva una carriera politica, certo, magari passando sì dalla Regione, ma forse come consigliere. Però Mdp era il segretario Pd nel 2015 quando morì l’amico Enrico Liverani già nominato candidato sindaco. E per senso di responsabilità verso il partito scese in campo. Cinque anni dopo, a conclusione del primo mandato, in una intervista a Ravenna&Dintorni disse che il primo anno da sindaco fu difficile. Eufemismo politichese traducibile con “non ero preparato”. Comprensibile.

L’abilità di usare il politichese è una delle sue doti più spiccate. Non c’è un’intervista in cui esca male (forse anche per demeriti della stampa?). Se proprio se la vede brutta, butta la palla tribuna. Ma con stile e potresti non accorgertene. Ecco perché i suoi sostenitori usano la definizione di “politico di razza” per lui. Che poi è pure la stessa critica dei detrattori. Tutta questione di punti di vista.

La carta d’identità dice “nato a Cesena”, ma è solo un tratto distintivo di buona parte dei cervesi sotto ai 40 anni. Nella località costiera, addirittura, De Pascale è tuttora residente: emblematica la foto postata alle elezioni comunali di giugno 2024 dal seggio di Cervia mentre votava, presumiamo, per Mattia Missiroli.

Nipote di bagnini, si iscrisse a Medicina e poi lasciò per passare a Giurisprudenza senza essere ancora arrivato alla laurea. Nel cv ufficiale sul sito del Comune compare una sola esperienza lavorativa extra politica: impiegato commerciale per la ditta Faenza Costruzioni nel biennio 2011-2013 in cui fu assessore a Cervia.

Dal 2013 al 2019 il suo datore di lavoro, sulla carta, è stato il Partito democratico provinciale di Ravenna che lo assunse nel momento in cui divenne segretario. A ottobre 2019 diventò un dipendente della Sercoop, società strettamente legata al Pd per cui segue in particolare gli aspetti amministrativi e contabili delle Case del Popolo (a fine 2019 Sercoop confluì in Federcoop). Ma andò in aspettativa non retribuita per seguire l’attività politica. Nel 2023 il suo reddito dichiarato è stato di 153mila euro lordi.

Tifoso juventino, si dice sia un discreto bomber a Fifa con la Playstation. Appassionato di Aretha Franklin e Grey’s Anatomy. È sposato con Laura Casadio, figlia di Claudio che fu sindaco di Faenza dal 2000 al 2010 e poi presidente della Provincia. La coppia ha due figli. Ma la famiglia e la vita privata raramente sono comparsi nel De Pascale pubblico: in questo è sempre stato molto parco.

Oltre a quella da sindaco, negli ultimi anni ha indossato diverse giacche. Le più prestigiose: presidente della Provincia e dell’Unione delle Province italiane, consigliere per la gestione separata di Cassa depositi e prestiti.

Ora toglierà la fascia tricolore da sindaco. Aveva preannunciato che l’avrebbe fatto in ogni caso a prescindere dall’esito delle urne «perché non vorrei mai che i cittadini di Ravenna pensassero che fare il loro sindaco possa essere considerato un ripiego». Tra la carica di sindaco e qualunque incarico in Regione (presidente, assessore, consigliere) esiste quella che la legge sugli enti locali definisce incompatibilità. Cioè un sindaco può candidarsi e può essere eletto, ma a quel punto deve optare per una delle due poltrone. Una volta insediato a Bologna, De Pascale avrà poco meno di un mese per comunicare al consiglio comunale di Ravenna la sua volontà di passare in Regione e dovrà indicare un membro della giunta che prenderà le funzioni di sindaco (non è obbligatorio che sia il vicesindaco e quasi certamente non lo sarà perché toccherà a un esponente del Pd). Il consiglio comunale voterà se accogliere la decadenza di De Pascale o decidere per lo scioglimento degli organi locali. Vista l’ampia maggioranza, verrà accolta la decadenza e fino alle elezioni, nella prima data utile del 2025, ci sarà una giunta con pieni poteri e resterà insediato anche il consiglio comunale. Le dimissioni anticipate avrebbero comportato lo scioglimento di tutti gli organi locali (compreso il consiglio comunale) e l’intervento di un commissario prefettizio.

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