Il regista che si candida con il Pd: «Ho tendenze sadomasochistiche…»

Gerardo Lamattina, noto agitatore culturale ravennate, dieci anni fa fece campagna contro i Dem: «Sarebbe stato bello interrompere la loro egemonia per farli tornare a essere più attenti e sintonizzati sulle esigenze reali della città…»

Gerardo Lamattina

Gerardo Lamattina

Tra le centinaia di candidati al consiglio comunale in vista delle elezioni amministrative di Ravenna, ce n’è uno che rappresenta un caso piuttosto unico. Si tratta di Gerardo Lamattina, sorta di agitatore culturale e figura molto nota della scena ravennate, regista e videomaker (tra le altre cose anche fondatore della Teddy Bear Company, compagnia di “teatro da discoteca”), per diverso tempo anche collaboratore del nostro giornale come vignettista satirico. Si candida con il Pd, dopo che nel 2016 aveva prestato la sua esperienza invece al progetto anti-Pd – da sinistra – Ravenna in Comune.

Ne abbiamo approfittato per un’intervista fuori dagli schemi.

Citando Masini, perché lo fai?
«Perché sono un inguaribile romantico con tendenze sadomasochistiche e amo le canzonette pop».

Non avrei mai detto che tu fossi del Pd, quando lo hai scoperto?
«È stata una scoperta anche per me… No, scherzo, in realtà da giovane sono stato anche nella Fgci, Federazione italiana giuoco calcio, ah no, scusa, era la federazione dei giovani comunisti, che è una cosa piuttosto differente. Più o meno come il Pci di allora e il Pd di oggi. Per fortuna».

Lo hai anche già votato?
«Sì, l’ho fatto più volte, sono recidivo. Ma, come detto prima, sono fondamentalmente masochista e comunque era sempre il male minore… A volte per scegliere da che parte stare basta guardare chi c’è dall’altra parte».

L’ultima volta quindi hai votato De Pascale sindaco?
«Certo che sì e nelle elezioni del 2016, quando c’è stato il ballottaggio, ho persino scritto un post sull’argomento prendendo una posizione netta e decisa… Cosa che per osmosi a un simpatizzante del Pd riesce piuttosto difficile».

In quel 2016 però ti eri esposto con Ravenna in Comune, a sinistra del Pd, contro il Pd. Oggi è tornato anche il progetto Ravenna in Comune, sempre a sinistra e sempre contro il Pd: cosa è cambiato per te in dieci anni?
«Dieci anni fa c’era la mia amica e mentore Raffaella Sutter candidata sindaca, alla quale avevo pronosticato una “magnifica sconfitta”, e tale fu. Anche se sarebbe stato bello interrompere l’egemonia del Pd a Ravenna per farli tornare a essere più attenti e sintonizzati sulle esigenze reali della città… Cosa che sono sicuro accadrà con Alessandro Barattoni».

Ti ricordi che sul nostro giornale, nella tua rubrica satirica, prendevi spesso di mira la giunta Pd? E gli avevi anche dato delle “face of cool”. Mi pare ci fosse anche Cameliani, tuo compagno di lista oggi…
«Onestamente non ricordo se ci fosse Cameliani e a onor del vero era stata la redazione del giornale a propormi di nominare tutta la giunta “Face of cool” del mese, perché io avevo invece fatto una vignetta su una funzionaria del Comune di cui non farò mai il nome… In ogni caso è compito di un buon vignettista satirico prendere per il culo chi è al potere».

Tre priorità per cui farai campagna elettorale
«Il mio slogan principale è “Ravenna non è un paese per giovani… ma può diventarlo.” quindi sicuramente una delle prime priorità è fare davvero qualcosa per far diventare la città più aperta, accogliente e inclusiva per i suoi giovani cittadini e cittadine e anche per il popolo studentesco che è in costante aumento, ma non trova facilmente casa né luoghi di aggregazione per poter stare bene e partecipare attivamente alla vita della città. Le altre due priorità sono legate sempre alla prima, e una è quella di istituire un vero assessorato ai Giovani (con portafoglio) e non una semplice delega, per poter fare davvero qualcosa di concreto e non i soliti proclami elettorali. La terza è individuare un luogo che diventi una piazza coperta che diventi centro di aggregazione giovanile ma non solo, sul modello di altri luoghi simili in regione, ad esempio la Sala Borsa di Bologna e trovare le risorse per poterlo far gestire a dei veri giovani. Del resto questo è anche uno dei punti del programma elettorale di Barattoni…».

Non vuoi fare l’assessore alla Cultura, come dice qualcuno?
«No, perché non mi interessa, e comunque il posto è già stato occupato dall’amico Fabio Sbaraglia che da buon membro del Pd ha atteso il suo turno con pazienza e costanza, secondo una prassi ben consolidata, e che a mio avviso è già un ottimo assessore al quale magari si può chiedere un po’ più di coraggio e temerarietà».

Lo sai che i maligni dicono che ti sei candidato perché così potrai lavorare ancora di più con i poteri forti di questa città, da videomaker?
«I maligni hanno sempre ragione… Infatti spero di fare molti più video per l’ufficio turismo o per il Pd stesso… Scusa, in effetti basterebbe anche farne solo uno visto che non ne ho ancora mai fatti».

Cosa ti sta stupendo della politica? Cosa non sopporti della politica?
«Della politica mi stupisce il fatto che continua a non stupirmi ed è anche la cosa che non sopporto. Quello che invece mi aspetto è che sia capace di tracciare nuovi sentieri e non continuare all’infinito a ripercorrere gli stessi… Insomma, a osare e fallire, ma continuando a provarci».

Resterai in politica dopo le elezioni se non diventerai assessore e non sarai stato eletto?«
«Assolutamente no. Sono in politica per ottenere dei favori come tutti e tutte sanno e quindi andrò addirittura via da Ravenna. Ok, l’affermazione è molto ironica, come molte delle precedenti, ma questa sfiora il sarcasmo…».

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