
La lista di sinistra Ravenna in Comune (Ric), nella coalizione che sostiene la candidatura di Marisa Iannucci a sindaca, propone un futuro senza Hera. «Si può fare, basta volerlo. Almeno ci si può provare. Come hanno già fatto a Forlì creando una società interamente pubblica. Come stanno provando a Ferrara, dove raccolgono le firme per ripubblicizzare il servizio rifiuti».
La riflessione di Ric arriva all’indomani della pubblicazione del bilancio 2024 della multiutility: utile netto di pertinenza degli azionisti da 494,5 milioni (+31,8%) e dividendo di 15 centesimi per azione in aumento del 7,1% rispetto all’ultimo pagato. Per il Comune di Ravenna vuol dire più di 10 milioni di euro.
«Ma da dove sono stati presi quei soldi? Dai cittadini: acqua, rifiuti, gas, tutti servizi pubblici. Qualcuno si ricorda ancora dei referendum del 2011 che dovevano far piazza pulita di Hera e degli strappasoldi dello stesso tipo? Perso? No. Vinto, vinto alla grande. Ma inattuato. Per colpa di soggetti politici come il PD che Hera l’hanno voluta e creata apposta per fare quel che fa. Il rischio imprenditoriale è talmente inesistente che Hera è in grado di prevedere al centesimo la remunerazione degli azionisti. Il Piano industriale 2024-2028 prevede una crescita del dividendo fino a 17 centesimi per azione al 2028, con un utile netto per azione in crescita del 6 percento medio annuo. Ma chi è contento della rete colabrodo dell’acqua? Chi è soddisfatto di come vengono gestiti i rifiuti? Chi festeggia per gli aumenti delle bollette del gas?».
Ravenna in Comune pretende dei servizi pubblici di qualità forniti da soggetti pubblici che impiegano dipendenti pubblici: «Vogliamo che venga il giorno in cui smetteremo di essere considerati pecore da tosare con l’amministrazione piddina che ci tiene fermi mentre Hera taglia e raccoglie il vello d’oro. La cittadinanza deve sapere che non occorre la magia per liberarci da tutto questo. Basta il voto del 25 e 26 maggio prossimi».