domenica
13 Luglio 2025
intervista

Miserocchi, missione per la piscina: «Il Comune pensa al business, non allo sport»

L’aspirante sindaco della lista civica Ravenna al centro, nata per iniziativa delle principali società del nuoto: «Se ci sfrattano, penseremo a un nostro impianto»

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Miserocchi

Gli incontri individuali con i candidati sindaci già in campo non sono bastati alle società sportive di nuoto della piscina di Ravenna per individuare qualcuno ritenuto davvero interessato alle loro esigenze. E così si sono messe in proprio. È un po’ questa la genesi della lista civica Ravenna al Centro che alle prossime elezioni comunali di Ravenna (25-26 maggio) si presenterà da sola con 21 aspiranti consiglieri e la candidatura a sindaco del 72enne Maurizio Miserocchi. Diploma da geometra e laurea in Sociologia, Miserocchi oggi è in pensione dopo 39 anni di carriera nell’amministrazione pubblica come dipendente del Comune di Ravenna. In passato anche un ruolo nel Ravenna Calcio di Daniele Corvetta che negli anni ‘90 arrivò in serie B.

Alle società più rappresentative del nuoto ravennate (Rinascita Team Romagna, Libertas, Endas, Aquatica, Blu Atlantis, Csi Nuoto e Aics) sono bastati pochi giorni per raccogliere le firme necessarie, consegnate nell’ultimo giorno utile, il 26 aprile. E così il simbolo sarà sulla scheda, con una campagna elettorale in cui il tema centrale non può che essere la piscina comunale, con un approccio critico verso le scelte prese dall’amministrazione comunale uscente, sia per i lavori di ampliamento che per il cambio di gestione.

Miserocchi, che reazioni state raccogliendo da quando siete in campo?
«Non abbiamo grossi budget da investire, cerchiamo di arrivare alle persone attraverso i canali che avevamo già. La soddisfazione è che ci cercano molte associazioni di volontariato e di categoria per incontrarci e confrontarsi, forse perché hanno capito che abbiamo un modo diverso di concepire la politica».

Qual è?
«Veniamo tutti dalla società civile, abbiamo una cultura politica trasversale, nella lista c’è gente che fino a ieri ha votato di tutto. Vorremmo che le persone ragionassero in termini di idee. La piscina è solo il punto di partenza. Questa città ha bisogno di un risveglio».

Non avete trovato nessuno abbastanza convincente tra gli altri sei candidati più politici?
«Le società hanno incontrato tutti e tutti erano informati sulla situazione, ma nessuno è sembrato convincente. A quel punto le società hanno deciso di muoversi e mi hanno contattato per vecchie conoscenze».

Qualcuno ha perplessità sulla regolarità della vostra raccolta firme. Si dice che non fosse chiaro che era per una lista e il simbolo non c’era.
«Queste critiche dimostrano solo il provincialismo di certi discorsi».

La vostra è principalmente un’operazione per tenere alta l’attenzione su un tema particolare e non avete ambizioni di governare la città, ma visto che vi presentate agli elettori, vi siete dati un obiettivo per ritenervi soddisfatti?
«Faremmo un risultato clamoroso se riuscissimo a eleggere un consigliere. Se non sarà così faremo le nostre valutazioni per capire quali strade seguire per continuare ad avere voce».

In poche parole, com’è la piscina dei vostri sogni?
«Con il progetto per il nuovo impianto il Comune ha fatto una scelta a favore del business, come dimostrano i quattro campi da padel che inseguono la tendenza del momento. Non si tiene conto dell’avviamento alla pratica sportiva e si trascurano le società che hanno fatto nuoto per tanti anni. Il nuovo gestore ha già fatto sapere che alle società lascerà le fasce orarie del primo pomeriggio, quando i bambini sono ancora a scuola. Come si può fare attività così? Di fatto le società di promozione sportiva saranno sfrattate, così che il nuovo gestore Coopernuoto abbia tutto sotto il suo controllo per aumentare i profitti. Sia chiaro, è comprensibile per una società che viene da fuori. La nostra critica è verso il Comune: non ci sembra corretto che favorisca questo approccio, scaricando chi ha fatto tanto per la collettività ma ha anche creato dei campioni di questo sport».

Il movimento del nuoto ravennate ha bisogno di spazi così grandi?
«Ci aspettavano una cittadella del nuoto. Ci sarebbe bisogno della buca per i sommozzatori. Altre città medio-grandi come Ravenna hanno 3-4 piscine perché la richiesta c’è. Le società sono pronte a discutere e ragionare, non è da escludere che siano disponibili anche a mettere a disposizione risorse proprie per un nuovo centro nuoto».

La piscina è il tema che ha innescato il progetto, ma non c’è solo quello nella vostra visione della città.
«Ci sembra che si stiano trascurando alcune questioni cruciali. Non abbiamo ancora visto proposte per la gestione dei flussi dei croceristi quando nel 2026 si prevede che a Porto Corsini arrivino 400mila persone. Forse sarebbe il caso di sacrificare una porzione di pineta per realizzare una viabilità alternativa che faccia respirare il centro abitato. Oppure sarebbe ora di guardare con più convinzione alla possibilità di usare il canale per il trasporto delle persone fino alla darsena di città. Uso turistico e uso industriale possono coesistere».

In caso di ballottaggio, chi appoggereste?
«Ci contatteranno tutti e a tutti chiederemo il rispetto di due obiettivi: una gestione più corretta della piscina e lo sport come volano per il turismo».

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