Dopo una serie di episodi di criminalità a Ravenna, di cui ultimo in ordine di tempo quello del presunto accoltellamento verificatosi martedì 8 luglio in centro città, il centrodestra alza la voce, chiedendo risposte dell’Amministrazione comunale. Morrone (Lega), Ferrero (Fratelli d’Italia), Ancarani (Forza Italia) e Donati (Viva Ravenna) sono concordi sul «non continuare a minimizzare i problemi di sicurezza». In giornata è arrivata anche la risposta del Pd, attraverso il capogruppo in consiglio comunale Luca Cortesi.
Così in una nota, il deputato Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna: «L’assessore alla Sicurezza Eugenio Fusignani ci risparmi i fervorini autoassolutori e affronti la realtà. Risse, accoltellamenti, spaccate, spaccio, malamovida non sono casi isolati, estemporanei, ma la punta dell’iceberg di una situazione diffusa di impunità, di mancato controllo del territorio, di disagio urbano, di eccessiva tolleranza e miope permissivismo».
Per Alberto Ferrero, consigliere regionale e Coordinatore provinciale Fratelli d’Italia «tutti questi avvenimenti sono la palese dimostrazione che la nostra città non è più da tempo un’isola felice, ammesso che lo sia mai stata e, derubricare a percezione fenomeni reali e soprattutto accusare chi solleva queste tematiche, di continuare a fare campagna elettorale, è sbagliato e non rende un gran servizio a chi, tutti i giorni, si batte per una città più sicura. Oggi, a seguito di questo ennesimo episodio avvenuto in pieno centro cittadino, mi auguro che si vogliano realmente prendere dei provvedimenti e non continuare a minimizzare. È infatti opportuno richiedere la riunione del tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza e chiedere interventi coordinati fra tutte le forze dell’ordine compresa la polizia municipale. Per quanto ci riguarda, come Fratelli d’Italia, ci attiveremo sia a livello comunale che regionale per sollecitare l’amministrazione a rivedere il piano della sicurezza, integrandolo anche con nuovi strumenti, per i quali la regione aveva anche stanziato dei fondi tramite bandi, quali gli street tutor».
Alberto Ancarani di Forza Italia si espone paragonando i discorsi di Barattoni in consiglio comunale all’orchestra del Titanic: «Mentre le minoranze presenti in aula dicevano al Sindaco quanto fosse lunare che il tema della sicurezza venisse mischiato ad altri, con un’attenzione maniacale a non usare mai parole che potessero assomigliare a “repressione dei fenomeni”, “rapporto fra sicurezza e immigrazione”, “aumento delle pattuglie della Polizia Locale”, un po’ come l’orchestrina del Titanic, la maggioranza continuava a parlare di insicurezza percepita, di strumentalizzazione dei fenomeni, di integrazione e di “bontà” il tutto mentre il transatlantico metaforico affondava nell’oceano Atlantico, così come la lama dei coltelli nelle carni di qualche tunisino che doveva regolare qualche conto. Il tema è iniziare a chiamare le cose col loro nome, a non negare l’evidenza, a non fischiettare fingendo che vada tutto bene, insomma a non fare l’orchestrina sul Titanic mentre il transatlantico affonda. Perché questo, dopo le dichiarazioni del Sindaco ieri, e quelle del vicesindaco, ancora più allucinanti di qualche giorni fa, è il primo problema: la negazione della realtà è uno dei motivi più forti di disaffezione al voto».
Attraverso un’interrogazione consiliare, il capogruppo di Viva Ravenna Filippo Donati richiede se il sindaco e l’assessore competente «ritengano corretto e rispettoso nei confronti della cittadinanza minimizzare il problema della sicurezza, bollando come “strumentali” le legittime preoccupazioni e denunce di chi vive il territorio; se non ritengano che la percezione di insicurezza, ormai largamente diffusa in città, sia essa stessa un segnale allarmante, che meriterebbe attenzione e risposte puntuali, anziché essere liquidata come frutto di “campagne elettorali permanenti”; quali dati oggettivi e aggiornati abbia a disposizione l’Amministrazione per dimostrare che la situazione della sicurezza a Ravenna sia realmente sotto controllo, e se tali dati possano essere messi a confronto con quelli degli anni passati, per valutare con onestà intellettuale le reali tendenze del fenomeno; se non ritengano che serva un cambio di passo nelle politiche di sicurezza urbana, potenziando il presidio del territorio, ascoltando concretamente i cittadini e coinvolgendo maggiormente le forze sociali e le associazioni, piuttosto che limitarsi a rivendicare il buon funzionamento delle istituzioni preposte; se l’Amministrazione intenda finalmente mettere in campo azioni straordinarie e concrete per rispondere al crescente disagio della cittadinanza, evitando ulteriori dichiarazioni che rischiano di risultare offensive e fuori dalla realtà»
Non si è fatta attendere la risposta del Pd, attraverso il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale Luca Cortesi: «È scorretto attribuire al Comune tutte le responsabilità in materia di sicurezza, come fa l’opposizione. I problemi legati alla carenza di organico delle forze dell’ordine e alla reiterazione dei reati da parte di soggetti già noti alle autorità competenti non dipendono dall’amministrazione locale. Continuare a ignorare questo dato di realtà è un atteggiamento politicamente miope e intellettualmente disonesto».
Come sottolineato dal Pd, l’amministrazione comunale può e deve investire in prevenzione, ma non può sostituirsi allo Stato e alle forze dell’ordine: «Il nostro approccio – conclude Cortesi – non si limita alla sola repressione. La sicurezza si costruisce anche attraverso la coesione sociale, la partecipazione civica e la rigenerazione degli spazi pubblici. È su questa linea che continueremo a lavorare, investendo nella prevenzione, nel presidio del territorio e nella qualità della vita nei quartieri e nelle frazioni».