Le confluenze dei Si Fest: viaggio tra le mostre di Savignano

Dall’8 al 24 settembre torna la più importante rassegna del settore, in Romagna

©Martin Erricchiello E Filippo Menichetti In Quarta Persona 4

Martin Erricchiello e Filippo Menichetti “In Quarta Persona”

Una strada soprelevata, forse un ponte, viene fatto saltare in aria. Si alza una nube di fumo denso e nero. Alcune auto bianche stanno ferme sull’orlo, vicino al baratro. Questa è l’immagine  (nella foto)  che segna la ventiseiesima edizione di Si Fest – Savignano Im­magini Festival, che si svolgerà dall’8 al 24 settembre con quindici mostre, incontri e letture portfolio. L’immagine di quel crollo è tratta dal progetto In Quarta Persona di Martin Errichiello & Filippo Menichetti, vincitori del Premio Marco Pesaresi per la Fotografia Contemporanea 2016. In Quarta Persona è una ricerca multimediale sulle trasformazioni antropologiche, geopolitiche e ambientali della Calabria, attraverso cinquant’anni di storia rimossa e frammentata.
Percorrendo la traiettoria della Salerno – Reggio Calabria, simbolica linea narrativa del progetto, i due giovani fotografi investigano le iconografie e le storie di un paesaggio sospeso tra utopia e tradimento e ne compongono il mosaico di un immaginario fatto di oggetti e documenti.
In mostra anche le origini della fotografia documentaria attraverso le fotografie di Farm Security Admi­nistration: le stampe della Library of Congress al Csac, a cura di Fran­cesca Parenti. Caposaldo della cultura fotografica e seminale documento della società americana sulla soglia della Grande depressione degli anni Trenta, la mostra raccoglie le potentissime fotografie dei protagonisti di una delle prime e più importanti cronache fotografiche della storia: Dorothea Lange, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Ben Shahn, Gordon Parks. Una storia di frammenti e rimozione quella narrata da Spasibo di Davide Monteleone, progetto vincitore del prestigioso Carmignac Gestion Photojournalism Award. Un’esplorazione dell’identità della popolazione cecena, messa in crisi da anni di conflitto, di cui Monte­leone restituisce un ritratto sfaccettato e complesso di oppressione e rassegnazione. Durante il periodo trascorso presso l’agenzia Contrasto, Davide Monteleone conosce per un breve periodo Marco Pesaresi; per Sifest26 cura una selezione di fotografie inedite provenienti dal lungo peregrinaggio del celebrato fotografo riminese lungo il percorso della Transiberiana.
Si Fest 26 presenta, inoltre, la mostra inedita di Mario Cresci In viaggio con Lauro Messori. Un’esplo­razione, quella di Cresci, che non si svolge sul campo, ma nasce da una scoperta, da un ritrovamento, e si realizza sullo stesso supporto fotografico. Dai provini a contatto realizzati in Iran tra il 1958 e il 1960 dal “geologo Agip” Lauro Messori, Cresci inizia un “viaggio nel viaggio” e costruisce una cronistoria narrativa e simbolica, personalissima e una tra le tante possibili, che ripercorre le spedizioni di Messori a distanza di tempo. Cresci suggerisce la possibilità di una narrazione non lineare che sovrappone il passato al presente. Con soluzioni assai diverse, Stefano De Luigi mescola piani temporali diversi e le mitologie del passato con le tecnologie del presente: iDyssey, progetto realizzato attraverso l’utilizzo di un iPhone, traccia l’antico percorso descritto nell’Odis­sea scoprendo le idiosincrasie della contemporaneità, della crisi economica, dell’identità europea, della ridefinizione del concetto di confine.
In un’unica mostra confluisce la moltitudine di fotografie realizzate da sole donne, dagli anni Trenta a oggi, provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, che si compone di opere realizzate, tra le altre, da Le­ti­zia Battaglia, Marina Ballo Charmet, Anna Di Prospero. Molteplici sguardi femminili che raggiungono idealmente le fotografie dalla forte connotazione iconografica e dalla sorprendente capacità di messa in scena di Karen Knorr, fotografa di origine tedesca, dalla storia cosmopolita. Knorr esamina il potere che un patrimonio culturale sottende, sollevando questioni estetiche strettamente legate alla femminilità, alle strutture sociali e alla relazione tra mondo umano e mondo animale. Di convivenza possibile di ambienti diversi ci parla anche Pier Paolo Zani, fotografo e grande maestro del bianco e nero romagnolo, a cui Si Fest rende omaggio. Le fotografie di Zani raccontano un mondo primordiale e in via di sparizione, in cui il lavoro dell’uomo può ancora fondersi con le leggi della natura. Ne risulta un’intensa e intima indagine antropologica del mondo contadino nel territorio romagnolo, dove Zani è da sempre riconosciuto come uno dei più interessanti fotografi amatoriali.
Nico Mingozzi, artista visivo, vive e lavora a Borghi. Nel suo lavoro, Mingozzi interviene con china, acrilico, graffio e inserti metallici su immagini del secolo scorso, raccolte pazientemente seguendo il fondamento concettuale del collezionismo fotografico. Corpi e volti di persone scomparse da tempo alterati da un tono poetico dominato da melanconia e ansioso turbamento.
Di padre in figlio di Graziano Panfili, vincitore del Premio Port­folio Italia 2016 – Gran Premio Hasselblad e del Premio Si Fest “Lan­franco Colombo” 2016, è un’in­­tima e profonda riflessione autobiografica sul rapporto padre-figlio. A partire dal dato personale, Panfili realizza, con un forte atto di consapevolezza e di possibile cambiamento, un’immagine delle relazioni affettive all’interno degli schemi familiari contemporanei.

Compone il programma del festival un’importante restituzione. Attraversa il (tuo) Rubicone è il risultato del censimento fotografico svolto lo scorso anno, durante le giornate di Si Fest Alea Iacta Est, da Albert & Verzone. I due fotografi dell’Agen­zia hanno dedicato a Savignano sul Rubicone un atelier che ha coinvolto, come soggetti, i suoi abitanti, il pubblico del festival e il fiume che attraversa la città. I ritratti realizzati tornano, un anno dopo, sugli argini del fiume, in un allestimento site specific che racconta e testimonia quell’esperienza.

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