A Napoli 1.500 piccolissime sculture in gres a forma di testa di Nicola Samorì

Al chiostro di Santa Caterina grande progetto espositivo dell’artista di Bagnacavallo

È in corso fino al 30 aprile a Napoli la mostra di Nicola Samorì, artista forlivese di fama internazionale che vive e lavora a Bagnacavallo. Si tratta di “Black Square”, grande progetto espositivo realizzato per la Fondazione Made in Cloister al chiostro di Santa Caterina.

Nel cinquecentesco chiostro, sede della Fondazione, l’artista ha collocato una scultura monumentale alta cinque metri, Drummer, ricoperta di lapilli vulcanici. Tra i lapilli, sparsi anche sul terreno, si nascondono inoltre 1.500 piccolissime sculture in gres a forma di testa che sono state l’occasione per un momento di attenta osservazione e ricerca da parte dei visitatori. Diverse altre opere pittoriche, realizzate anche con zolfo su onice e rame, completano l’esposizione. Continuo è il dialogo dei lavori di Samorì con la storia e l’arte di Napoli e i materiali che ne  caratterizzano il territorio.

«Tutti i lavori in mostra parlano della trasformazione della materia, rivelano il potenziale della decadenza e l’energia primigenia della creazione, della degenerazione e della rigenerazione», ha spiegato Samorì.

All’inaugurazione, lo scorso 18 gennaio, ha partecipato anche l’assessore alla Cultura del Comune di Bagnacavallo, Monica Poletti. «La creatività, l’originalità e la profondità dei lavori di Samorì, unite a una grande perizia tecnica – ha commentato l’assessore Poletti – costituiscono un ideale e suggestivo passaggio tra passato, presente e futuro e ne fanno uno degli artisti più apprezzati sulla scena internazionale».

L’esposizione è curata da Demetrio Paparoni e ha una sua integrazione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove sette opere dell’artista entrano in relazione con i busti e i bronzi della Villa dei Papiri di Ercolano.

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