I ravennati Sunset Radio da “Kennedy” al Giappone: «Con il punk sulla pelle»

La band sarà impegnata in un tour nel Paese del Sol Levante. «All’estero è tutto più facile»

Sunsetradio

Sunset Radio

La nuova rassegna Jfk Square Festival di Ravenna di cui parliamo a questo link verrà aperta il 2 settembre in piazza Kennedy dai ravennati Sunset Radio, band punk-rock che l’anno scorso ha pubblicato il primo album, Vices, ma con già esperienze internazionali, che in ottobre partirà per un tour addirittura in Giappone. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Matteo Rossi.

Che effetto fa? Come è nato questo tour asiatico?
«Grazie alla nostra etichetta giapponese, che distribuisce il disco nei vari negozi del Sol Levante e che ha pensato a questi concerti promozionali. Per noi è un sogno che si realizza: il Giappone fa sicuramente parte di uno dei paesi top al mondo per quanto riguarda i concerti, sopratutto nel nostro genere».

Genere, il punk-rock, in cui è difficile essere originali rispetto ai colleghi… Come si aggira questa sorta di mancanza più o meno forzata?
«Direi che questo non è un problema solo per noi, perché nel 2017 è abbastanza complicato creare qualcosa di nuovo, di originale. Non vogliamo aggirare questa mancanza, come la chiami tu, cerchiamo sempre semplicemente di metterci tanto di noi dentro ai nostri brani, cercando anzi di rimanere negli standard delle scritture punk-rock».
Quando è iniziato il vostro amore per il punk-rock in particolare californiano, a cui siete sicuramente debitori? Quali sono i vostri gruppi di riferimento?
«Da quando eravamo in grado di intendere e di volere! Molti di noi hanno proprio la scritta punk-rock tatuata. Le band di riferimento sono veramente tante, da quelle un po più datate come No Use For A Name, Lagwagon, Nofx, Blink182, a quelle più moderne come State Champs, Neck Deep, The Story So Far».
Com’è la Romagna in ambito punk-rock? C’è uno zoccolo duro di pubblico? O è paradossalmente più facile trovare fan anche all’estero?
«Purtroppo sfondi una porta aperta, all’estero è tutto più facile, dal trovare fan al divertirsi, fino a far ascoltare la propria musica a gente molto più interessata. In Italia siamo più ottusi e ci focalizziamo sulle stesse band anche per qualche anno, quelle di moda, escludendo a priori nuovi progetti musicali interessanti. La Romagna fa parte dell’Italia, e anche se secondo me qui c’e un po più di “frullo”, siamo comunque negli standard italiani, nessuno zoccolo, se non nella forma del Paese».
Siete già al lavoro sul nuovo album?
«Inizieremo la pre produzione in gennaio, sperando di essere pronti già ad aprile con il tour».

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