La tanto attesa soluzione al problema del caro bolletta

La bolletta arrivata alla Fruttagel di Alfonsine da oltre 2 milioni di euro di elettricità – del solo mese di agosto – ha provocato centinaia di reazioni sui nostri social e l’articolo in questione finirà probabilmente tra i più letti dell’anno sul nostro quotidiano on line. Così come quello del bar che dovrebbe alzare i prezzi per fronteggiare i costi. E allo stesso modo hanno fatto scalpore – anche al di fuori dei confini provinciali – le recenti notizie della chiusura di un forno a Piangipane, o della storica trattoria Flora di Ragone.

Il caro bollette, per capirci, pare stia dando davvero il colpo di grazia a molte imprese del territorio già provate dalla pandemia. Per gli hotel, addirittura, è pure «peggio del Covid», come ha dichiarato un imprenditore sul nostro settimanale dedicato al tema.

Fortuna vuole che ora il problema sia praticamente risolto. Non ancora grazie al rigassificatore (per quello si dovrà aspettare il 2024…), ma come per (altrettanta) magia, per merito delle elezioni. Perché tutti i candidati a governare l’Italia avevano la loro ricetta per abbassare le bollette del gas. Ma chi ha vinto, essendo finora rimasto all’opposizione, era ancora più convinto della loro efficacia. Alice Buonguerrieri di Fratelli d’Italia, eletta a sorpresa alla Camera in provincia di Ravenna, alla nostra domanda sul tema, per esempio, aveva risposto auspicando innanzitutto un tetto europeo al prezzo del gas (questa era facile) e annunciando poi «una misura straordinaria per ammortizzare l’impatto del fenomeno, scongiurare la chiusura delle imprese ed evitare di mandare sul lastrico le famiglie». Alberto Balboni, suo collega di Fdi, eletto al senato nel collegio che comprendeva anche la provincia di Ravenna, interpellato sullo stesso tema, ci aveva detto che «ora c’è bisogno di dare sostegno alle imprese. C’è bisogno del credito di imposta, va usato l’extra gettito dell’Iva generato dagli stessi aumenti dei prezzi per abbattere le bollette in arrivo. E poi occorre modificare la norma sugli extra profitti fatti dalle aziende del settore: i soldi non arrivano alle casse dello Stato perché il testo si presta a ricorsi. Diciamo sì ai rigassificatori di Piombino e Ravenna, fondamentali per ridurre la dipendenza dal gas russo. Ma non solo: se in Croazia estraggono gas dall’Adriatico, allora bisogna riattivare tutti i pozzi disponibili al largo delle nostre coste. Infine sul lungo periodo siamo favorevoli al nucleare di nuova generazione».

Tutti contenti, no?

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