L’1 febbraio in manette una giovane per un ferimento in strada Ora la verità: gli aggressori erano il compagno e un complice
I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile intervennero immediatamente sul posto la sera dell’accoltellamento, inviati dalla centrale dopo che un passante aveva chiamato il 112. Inizialmente sembrò tutto chiaro, poiché tutti i presenti concordarono nella versione e venne arrestata la donna brasiliana che ammise di aver dato i due fendenti alla vittima, un ragazzo tunisino.
Da quel momento però i militari hanno iniziato a scavare, ascoltando tutte le parti coinvolte, compreso il ferito che nel frattempo non versava più in prognosi riservata: ben presto vennero a galla tutte le discrepanze che le varie versioni riportavano, facendo emergere racconti contrastanti e inverosimili. I militari hanno capito che la ragazza brasiliana, già con un amministratore di sostegno, si accollò tutta la colpa, confidando anche nella sua parziale incapacità di intendere e di volere, per difendere il proprio fidanzato, di origine tunisina come la vittima.
Fu invece il 29enne fidanzato della brasiliana a colpire per due volte il suo connazionale prima con un colpo al braccio destro quando quest’ultima si stava allontanando, poi con un colpo al torace nel momento in cui il ferito si stava accasciando a terra e solo per pochi centimetri non è giunto al cuore. Nella circostanza il coltello fu passato da un altro ragazzo, un 28enne tunisino.
Le attività dei militari, coordinate dal pubblico ministero, hanno portato alla richiesta delle due misure di custodia cautelare in carcere per i due aggressori tunisini che, alla fine degli accertamenti, si è capito essere i reali autori del tentato omicidio. Il gip ha emesso la misura che è stata eseguita nel giro di poche ore nella serata del 12 marzo; i due arrestati sono così stati accompagnati al carcere di Ravenna a disposizione dell’autorità giudiziaria.