Il tribunale regionale amministrativo dell’Emilia Romagna ha sospeso la delibera con cui il Comune di Russi nel dicembre 2013 aveva inquadrato come zona umida incontaminata l’area di via Calderana (che un tempo ospitava una discarica) e quindi bloccando i progetti privati di costruzione di una discarica di amianto. L’udienza per la discussione nel merito è stata fissata per settembre ma la società Calderana di Faenza esulta per il provvedimento di sospensione: nel 2007 acquistò il terreno presentando un piano industriale per la bonifica (a costo zero per l’amministrazione comunale) trasformandolo in una discarica controllata di amianto dove smaltire correttamente l’eternit ancora installato nel territorio e una volta riempita in una decina di anni farne un parco pubblico. I conferimenti sarebber gratuiti per chi risiede nel territorio comunale di Russi e a pagamento per gli altri (privilegiando la provincia e senza andare fuori dai confini regionali). L’investimento sarà di circa 5 milioni di euro, secondo le stime fornite dai proponenti: 1,5 per bonificare la situazione attuale dove percolati rischiano di inquinare la falda acquifera e 3,5 per la nuova discarica. Non solo: la nuova società stanzierebbe anche 100mila euro all’anno per lo smontaggio dei tetti fatti di eternit a Russi. Vorrebbe dire avere le risorse per rimuovere fino a diecimila metri quadrati.
Il Tar ha fissato l’udienza per la discussione del ricorso nel merito a metà settembre e se i giudici riconosceranno le ragioni di Calderana, il Comune potrebbe essere anche condannato al risarcimento dei danni finora subiti dalla società Calderana quantificati dalla stessa società in un milione e 500mila euro senza tener conto del costo dell’area. Il ricorso, redatto dagli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno, sostiene l’illegittimità della delibera russiana sotto il profilo della violazione di legge e dell’eccesso di potere. In particolare si evidenzia come la decisione del Comune di Russi di annullare la variante al Prg 1995 sia in aperta violazione con il Piano provinciale delle attività estrattive del 2009 che inserì l’area dell’ex discarica fra i poli estrattivi provinciali. Inoltre per i legali dello studio Di Tonno «non trova riscontro nella realtà l’affermazione secondo cui quell’area si presenta come “piccola zona umida con vegetazione caratteristica”». Nei giorni scorsi Calderana ha reso pubblici i risultati dei campionamenti svolti nel terreno: tracce di idrocarburi, arsenico, boro e piombo fino a venti volte oltre i limiti consentiti dalla legge.
La vicenda è ormai un braccio di ferro che si trascina dal 2009 fra la società del consorzio Astra e l’amministrazione di Russi. Con la giunta guidata da Pietro Vanicelli fino al 2009 era arrivato il sì al progetto di Calderana. Poi tutto è cambiato con l’avvicendamento in piazza Farini e l’arrivo di Sergio Retini sulla pooltrona di primo cittadino. A dicembre 2013 il consiglio comunale di Russi aveva annullato la variante del Prg 1995 che inseriva l’ex discarica comunale dei rifiuti di via Calderana e l’annessa cava di argilla fra i poli estrattivi provinciali. Il ricorso al Tar era stato presentato nel febbraio 2014 dalla società Calderana, proprietaria della cava, che per quell’area aveva a suo tempo chiesto la variante. La variante al Prg era stata adottata nel dicembre 2008 ma la nuova giunta nel 2013 adottò una delibera con cui annullava la variante per un vizio di procedimento adducendo una dimenticanza cartografica. Quella delibera venne censurata dal Tar per vizio tecnico, su ricorso di Calderana. Il Comune a quel punto ha rinnovato la delibera di annullamento della variante al Prg correggendo il vizio tecnico trasformando l’area della ex discarica in “zona umida” e cioè un’area ambientalmente incontaminata.
Il sindaco di Russi, Sergio Retini, dalle colonne del Corriere Romagna dichiara: «Nessuno può obbligare il Comune ad approvare quella variante. Una discarica di amianto da 600mila mc è sovradimensionata per il nostro territorio. Ci stiamo difendendo da quello che ci ha lasciato l’amministrazione Vanicelli».