lunedì
16 Giugno 2025
reportage

“Dante esule“ nelle foto di Giampiero Corelli

Metafora del poeta profugo negli esclusi di oggi

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Corelli Sbarchi«Alighieri Dante è condannato per baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia, e lo si condanna a 5000 fiorini di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici, esilio perpetuo (in contumacia), e se lo si prende, al rogo, così che muoia». Con questa terribile sentenza, il 10 marzo 1302, Dante Alighieri fu esiliato a vita dalla sua patria: Firenze. Così il poeta si ritrovò apolide, a vagare per i molti territori stranieri da cui era allora composta l’Italia. Passò per Forlì, Bologna, Padova, nel Casentino, a Verona, fino a giungere a Ravenna, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita. Passò la seconda parte della sua vita da esule, immigrato, scacciato.

L’idea del ravennate Giampiero Corelli, fotoreporter de “Il Resto del Carlino“ conosciuto per molti progetti come Tempi diversi e La bellezza dentro, è stata di scattare una serie  di foto dell’oggi che ci ricordino Dante durante il suo esilio, storie di marginalità che entrano nel progetto “Dante esule” che sarà esposto a Palazzo Rasponi dal 8 settembre – inaugurazione alle ore 19 – fino al 27 settembre (visibile tutti i giorni dalle 16 alle 19, escluso il lunedì).

Corelli Dante«Era da un po’ che pensavo di fare un progetto su Dante per il 750esimo anniversario della nascita – spiega il fotografo –. Mi è venuta l’idea di concentrarmi sul suo essere profugo. Una caratteristica che ha molti collegamenti con l’attualità». Negli scatti di Corelli è raccontata la marginalità. «Non volevo però concentrarmi solo sulla migrazione, ma in generale sugli “esuli della quotidianità”, così ho raccontato le periferie degradate di Firenze. Ho fotografato le case circondariali di Firenze e di Ravenna, e i senza tetto che dormono accampati all’aperto nel centro di Ravenna. A questo lavoro si aggiunge una parte sugli sbarchi in Sicilia che ho fotografato ad Augusta». Un’emozione forte: «Essere lì e guardare negli occhi quelle centinaia di persone che scendono dalla nave, con l’aria impaurita… non sono riuscito a trattenere le lacrime».

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