«Che fallimento il concorso sugli stradelli. E servirebbero giudici di chiara fama»

Le critiche al Comune di Ravenna dell’architetto Rambelli (Nuovostudio) e degli ordini professionali sulla riqualificazione delle aree retrodunali e sul nuovo palazzetto

Emilio Rambelli

Emilio Rambelli

Emilio Rambelli, architetto ravennate di Nuovostudio, è stato inconsapevole protagonista dei due principali progetti messi in campo dalla nuova amministrazione di Ravenna in questi anni e di cui abbiamo parlato sul numero di fine febbraio del nostro giornale.

A inizio 2017 è lui infatti a coordinare un gruppo di giovani architetti (tra cui Giovanni Mecozzi dello stesso Nuovostudio, Angeli e Brucoli, Burroni e Dapporto, Paolo Lazzarini e Cavejastudio) che, incaricati da alcuni imprenditori balneari, ha redatto una bozza di progetto preliminare dei nuovi stradelli retrodunali dei lidi ravennati, immaginati pedonali e con passerelle in legno, tra Marina di Ravenna e Punta Marina.
Pochi mesi dopo il Comune ha bandito il concorso internazionale appena assegnato in via provvisoria (a questo link i dettagli del progetto vincitore), a cui Nuovostudio però non partecipa, così come nessuno degli architetti coinvolti. Chiediamo a Rambelli il motivo.
«Si trattava di un concorso infattibile per noi, troppo gravoso, con una mole di lavoro spropositata, in particolare per giovani architetti come quelli coinvolti inizialmente nel progetto. D’altronde le sole 4 proposte complessive arrivate al Comune (vedi in fondo all’intervista, ndr), a fronte di concorsi internazionali per progetti del genere nel resto d’Italia con 100 o 200 partecipanti, la dicono lunga sul fallimento del bando. In questi casi secondo me sarebbe stato necessario prevedere una prima fase aperta a tutti in cui presentare un’idea: tre, quattro tavole in tutto, per poi selezionare le più interessanti e sviluppare il progetto vero e proprio. Per gli stradelli di Ravenna invece si è chiesta un’ipotesi progettuale per un’area molto vasta, nove lidi, e indefinita, senza aver consultato preventivamente le altre istituzioni coinvolte o i bagnini. Ma la critica che mi sento di fare in primis è quella relativa alla composizione della giuria: non si può fare un concorso di livello internazionale e poi lasciare la decisione finale ai soli dipendenti del Comune, senza entrare nel merito della loro professionalità. In questi casi servono giurati di chiara fama ed esterni. Ma tutto questo in sostanza è spiegato bene dalle osservazioni al bando che gli ordini professionali di architetti e ingegneri hanno fatto qualche mese fa (vedi sempre qui sotto in fondo all’intervista di Rambelli, ndr)».

Nuovostudio è anche l’autore di un progetto preliminare per un nuovo palazzetto all’interno dell’area del Pala De André. «Fummo interpellati insieme all’architetto Giardini (di Spaziodue, ndr) su sollecitazione di un privato (il concessionario dello stesso De André, ndr), ma credo che per un’opera di queste dimensioni sia doveroso fare un concorso di architettura, allo stesso modo giudicato da una giuria all’altezza. Non voglio assolutamente mettere in discussione le competenze tecniche degli uffici comunali (sarà infatti il Comune, come noto, a progettare il nuovo palazzetto, ndr), ma qui stiamo parlando di opere di architettura che lasceranno un segno nella città e mi dispiace che a procedere in questa direzione, disconoscendo il valore artistico di un edificio, riducendolo al solo fatto tecnico, sia l’ente pubblico che invece dovrebbe dare l’esempio. Mi piacerebbe che si desse possibilità in particolare ai giovani di poter lavorare. Ce ne sono tanti bravissimi sul territorio che sarebbe bello mettere alla prova. Il Comune potrebbe poi seguire in ogni caso le fasi attuative occupandosi della fase esecutiva e della direzione lavori».

Quattro i progetti presentati per i nuovi stradelli: lavori nel 2019

RAVENNA 20/07/2010. CONFERENZA DI PRESENTAZIONE PROGETTI STRADELLI

Uno dei progetti per gli stradelli retrodunali vincitori del concorso di idee bandito dal Comune nel 2010, finiti nel dimenticatoio

Sono quattro i progetti presentati al concorso internazionale di progettazione per “la riqualificazione delle fasce retrodunali gli stabilimenti balneari e dei relativi stradelli di accesso”. Uno di questi non ha superato la soglia di sbarramento e quindi gli altri tre si sono suddivisi i 100mila euro circa di premio previsto. Dietro al vincitore provvisiorio (in attesa di ufficializzazione) di cui parliamo a questo link, si spartiscono equamente circa 30mila euro il progetto “Paesaggi connessi” dell’architetto Fran­cesco Ceccarelli (Forlì-Cesena), secondo, e “Innesti di paesaggio” della bolognese Stigea, al terzo posto.
Una volta ufficializzata la graduatoria, si passerà alla stesura del progetto esecutivo e successivamente del bando di gara per assegnare i lavori che secondo le previsioni dell’Amministrazione potrebbero partire dopo l’estate del 2019.
Nel 2010 il Comune bandì sullo stesso tema un concorso di idee (non di progettazione) a cui parteciparono 6 progettisti: i primi due si spartirono circa 40mila euro di premio. Ma i progetti non furono mai portati avanti per mancanza di fondi (quelli regionali previsti inizialmente sono stati poi destinati ad altri comparti).

Gli ordini degli ingegneri e degli architetti contestano il Comune per stradelli e palazzetto

Burri

Il Grande Ferro di Burri al Pala De André

Gli ordini degli ingegneri e degli architetti della provincia di Ravenna contestano le «procedure di progettazione» scelte dal Comune di Ravenna per i due principali progetti annunciati dall’Amministrazione per questa legislatura: la riqualificazione delle aree retrostanti gli stabilimenti balneari e il nuovo palazzetto dello sport. E lo fanno in una lettera inviata al sindaco Michele De Pascale a fine ottobre, i cui principi (ci dicono al telefono dall’ordine degli ingegneri) restano tuttora validi.
In particolare gli ordini contestavano il concorso internazionale di progettazione bandito per le aree retrodunali, arrivando a chiederne la sospensione. Diverse le critiche, riferite in particolare alla complessità e alla vasità dell’area di intervento, con tanto di previsioni azzeccate. Gli ordini infatti auspicavano procedure «agili e snelle» con «pochi elaborati da presentare» in modo da favorire un’ampia partecipazione di progettisti e garantire così «la massima qualità progettuale». In realtà il bando del Comune prevedeva invece un’ipotesi progettuale più complessa rispetto a un normale concorso di idee e secondo gli ordini anche per questo motivo sono stati solo quattro i progetti presentati. Ancora più netta la diversità di vedute sul nuovo palazzetto, che il Comune ha deciso di progettare internamente, senza quindi ricorrere ad alcun concorso rivolto a professionisti. Una scelta contestata al tempo perfino dall’ex assessore del Comune, l’architetto Guido Guerrieri (che sostiene tra l’altro questa maggioranza con la lista Insieme per Cambiare), che su Facebook commentò la decisione con un post eloquente: «Oggi a Ravenna l’architettura è morta»…

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