Ecco i nuovi stradelli del mare: vince un progetto realizzato tra Ravenna e Parigi

Alla scoperta della proposta arrivata prima nel concorso internazionale per la riqualificazione delle fasce retrodunali degli stabilimenti balneari

Ravenna Lidi Perspective Ponton

Un rendering del progetto vincitore

«Mentre progettavo il Parco Baronio lo dicevo sempre: a Ravenna fare un parco è la cosa più difficile. Perché qui il vero parco è il mare, frequentato dalla mattina alla sera, come appunto un parco giochi». E così non si poteva che chiamare “Parco Marittimo” il nuovo progetto di Antonio Stignani e del suo studio di architettura del paesaggio Paisà di Ravenna, con cui ha vinto (la graduatoria è provvisoria, in attesa delle verifiche, che però riguardano solo aspetti amministrativi) il bando di concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione delle fasce retrodunali degli stabilimenti balneari dei nove lidi ravennati. Si tratta di uno dei progetti cardine di questa legislatura per la giunta di centrosinistra guidata da Michele De Pascale, che ha deciso di investire 10 milioni di euro per creare una sorta di nuova passeggiata sul retro degli stabilimenti balneari, tra le dune e la pineta, un progetto che ambisca a diventare anche una nuova attrazione turistica dei lidi ravennati.

Ci aveva provato anche l’ex sindaco Fabrizio Matteucci, con un concorso di idee bandito nel 2010 (in quel caso però solo per il tratto Marina di Ravenna-Punta Marina), corrispondendo circa 40mila euro complessivamente ai due progetti vincitori, che però erano rimasti solo idee sulla carta, essendo poi venuti a mancare i finanziamenti necessari alla sua realizzazione.
Stignani partecipò anche a quel concorso, arrivando secondo. «Ma eravamo un altro gruppo (l’associazione temporanea d’imprese formata da Gsa di Ravenna e StudioSilva di Bologna, ndr) ed era un concorso di tutt’altro tipo». In quel caso, sostanzialmente, si cercavano soltanto idee da poter sviluppare in seguito, in quello bandito l’anno scorso dal Comune (e contestato dagli ordini professionali per la complessità, non per nulla sono solo quattro le proposte giunte in Comune), invece, si cercava una vera e propria ipotesi progettuale. «Abbiamo capito che questa volta c’era la volontà di affrontare il lavoro fino in fondo (i vincitori poi avranno la possibilità anche di realizzare concretamente il progetto nelle fasi successive, ndr): questa volta il Comune non cercava solamente un’idea, ma un progetto vero e proprio per valorizzare la nostra costa. Abbiamo deciso di partecipare solo per questo motivo, anche se è stato un lavoro molto, molto impegnativo».

Ravenna Lidi Pespective Pinède

Un rendering del progetto vincitore

Per prima cosa Stignani ha coinvolto uno studio francese di paesaggisti di fama internazionale, che risulta capogruppo della proposta vincitrice del bando: l’Agence Ter, con sedi a Parigi e Karlsruhe e progetti realizzati in tutto il mondo (in particolare in Spagna in contesti molto simili a quello ravennate). «Ne ho parlato con Henri Bava (botanico e architetto del paesaggio della scuola nazionale di architettura del paesaggio di Versailles, tra i fondatori dell’agenzia, ndr) che ha subito dimostrato grande interesse: cercavamo qualcuno che potesse guardare il nostro territorio con occhi nuovi, senza condizionamenti, diversi dai nostri che qui ci siamo cresciuti. È stato bello poi rendersi conto durante il primo sopralluogo insieme ­– quando ho accompagnato in alcuni punti particolarmente significativi della nostra spiaggia Bava e la sua assistente appena sbarcati da Los Angeles – di avere le stesse idee di fondo su come realizzare il progetto. Ci abbiamo poi lavorato in almeno sei persone, tra Ravenna e Parigi, per tre mesi, con anche l’ausilio di un geologo e un ingegnere idraulico, per lo studio delle maree (fanno parte del gruppo progettuale anche lo studio Tassinari e associati di Ravenna per la parte strutturale e impiantistica e lo Studio M di Rimini, esperti di illuminazione, ndr). Abbiamo poi contattato tutti i vari enti coinvolti, dal Parco del Delta alla Forestale, che mai erano stati interpellati prima per un progetto del genere. Abbiamo fatto insomma un’analisi dettagliata della nostra costa con tanto di raffronti con il resto della Riviera, constatando come qui, fortunatamente, quasi la metà del litorale sia ancora naturale».

Ma quali sono i punti cardine del progetto? «L’obiettivo proncipale era quello di qualificare la zona retrodunale, quindi seguendo una strategia longitudinale: da nord a sud. Noi abbiamo però deciso di valorizzare molto la trasversalità, i collegamenti da est a ovest, con l’obiettivo di connettere l’area retrodunale con un paesaggio unico, che noi diamo per scontato, ma che per esempio ha lasciato a bocca aperta i francesi: le zone umide, la campagna, le foci dei fiumi. Abbiamo pensato – continua Stignani – di dare risalto a punti particolari, come se fossero perle preziose di una lunga collana. Ogni luogo della nostra costa ha una sua peculiarità che noi abbiamo pensato di sviluppare in modi diversi. Anche aree al momento degradate, come quella a Porto Corsini tra il terminal crociere e la pineta. A Marina Romea, invece, abbiamo pensato per esempio a punti che escono, che si alzano dalla pineta e che consentono di osservare le zone umide circostanti». Un progetto – assicura Stignani – pronto per essere sviluppato e poi realizzato in linea con i tempi previsti dall’Amministrazione. «Partire con i lavori nel 2019 sarebbe un ottimo risultato».

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