La Ravenna del cinema: dal Comune 65mila euro all’anno, ecco a chi e per cosa

Quattro i soggetti convenzionati con Palazzo Merlato: si occupano di programmazione cinematografica fatta di festival, rassegne e proiezioni tra corti, generi, musica e film d’essai

CinemaLe diverse realtà che si occupano di programmazione cinematografica a Ravenna sono di recente entrate tutte, per la prima volta, in convenzione con il Comune. Vale a dire che potranno contare su quei fondi, previa ogni anno la presentazione del progetto, per cinque anni. A oggi realtà anche di lunga data erano sempre state finanziate con la cosiddetta “compartecipazione”, ossia un finanziamento ad hoc deciso anno per anno. L’unica convenzione era quella che riguardava Ravenna Screen, una realtà che racchiudeva i tre soggetti allora operativi sul territorio, che però oggi non esiste più. I 22.500 euro che servivano a finanziare i progetti sviluppati sono quindi usciti dal budget annuo del Comune per il cinema, ma non tutto di quell’esperienza è andato perduto, perché tutti i soggetti confermano che manterranno alcune delle attività sviluppate sotto quel marchio, in particolare per quanto riguarda i progetti che coinvolgono le scuole, e soprattutto in questi anni si è sviluppata una consuetudine alla collaborazione che sta continuando a prescindere dagli impegni presi di fronte alle istituzioni.

In tutto, nel 2018, il Comune distribuirà una cifra di poco superiore ai 65mila euro tra i quattro soggetti che hanno raggiunto il punteggio necessario per accedere alla convenzione. Vediamoli a uno a uno.

Rassegne d’essai in centro al Mariani
Il punteggio più alto è andato a una new entry: Italsar, la società che gestisce il cinema Mariani di Ravenna e diverse sale a Faenza, nota anche con il significativo nome Cinemaincentro. 7,200 euro che serviranno, ci spiegano, per finanziare attività in gran parte già attivate negli anni passati senza contributi pubblici e che vanno sotto il titolo generale “Cinema in centro d’essai”. All’interno c’è la rassegna “2Days Cult Movie”, titoli d’essai in proiezione il lunedì e il martedì con incontri con l’autore; “Riusciranno i nostri eroi”, ossia due o tre appuntamenti autunnali con cinema d’essai dalla difficile circuitazione alla presenza degli autori; il “Cinema ritrovato” proposto dalla Cineteca di Bologna con pellicole restaurate in digitale di grandi capolavori; “Doc in Tour”, la rassegna promossa dalla Regione e dalla Fice per far circolare documentari nell’accezione più ampia del termine; “Cartoon Kids”, rassegna di cartoni per i più piccoli nei pomeriggi dei fine settimana.

Nightmare, un festival che non è più solo da incubo
Primo classificato per punteggio, tra i progetti più rodati, è stato quello di St/Art per l’ormai storico Nightmare Film Fest, una manifestazione che si è molto evoluta nel tempo e che nel 2017 ha ricevuto un importante riconoscimento, come ci racconta Franco Calandrini, direttore artistico: «A fine anno ci è stato dato anche il riconoscimento dal ministero come festival di valenza culturale nazionale, un motivo di orgoglio per noi che da tanti anni abbiamo quello della Regione e che, soprattutto nell’ultima edizione, abbiamo cercato di allargare il più possibile la manifestazione. Da un lato – continua Calandrini – abbiamo coinvolto le scuole, un aspetto per noi cruciale e che ha dato ottimi risultati: qui si può trovare il pubblico del futuro. Abbiamo portato avanti molti progetti in ambito formativo, stiamo ora preparando una Summer School e abbiamo ottenuto un tirocinio di 150 ore dall’Alma Mater, anche questo un dettaglio non scontato. Dall’altro, abbiamo ampliato l’ambito: in tanti anni avevamo ormai esplorato ogni possibile declinazione dell’horror e rischiavamo così di non poter più proporre sempre il livello qualitativo che vogliamo mantenere, da qui è nato l’allargamento al noir, al thriller, al fantasy». Anche perché ormai, come in letteratura, tracciare confini netti è sempre più difficile, forse. «Sì, è vero, lo vediamo bene anche nelle serie tv. Questo ci ha permesso di raggiungere nuovi pubblici, così come la collaborazione con GialloLuna NeroNotte. Certo, a noi continua a interessare il “lato oscuro” del cinema, non ci metteremo mai a fare commedie, se non qualche black comedy…». Più sale, più proiezioni durante i nove giorni (anche al Cinemacity), ma appunto, soprattutto più eventi extra e collaterali. Il 2017 è stato, per esempio, l’anno di David Lynch al Liceo Scientifico. «Certo, non possiamo pensare di portare sempre personalità di quel livello, anche perché forse non ce ne sono. Ma un motivo di orgoglio per noi è anche il fatto che gli autori e a volta i produttori vengano sempre a Ravenna per la proiezione dei loro film in concorso, cosa non scontata». Tremila i biglietti staccati nell’edizione 2017 (il doppio di quelli del passato) per un numero di presenze calcolato in circa 4.500 e che coprono un decimo del budget complessivo che si aggira sugli 80/90mila euro finanziato per un terzo dal Comune, per un terzo dalla Regione, per un 10 percento da finanziamenti statali e per il resto da sponsor e risorse proprie. L’edizione 2018, l’undicesima, si svolgerà dal 27 ottobre al 4 novembre, come ormai tradizione e avrà il suo cuore al Palazzo dei Congressi, ma con proeizioni ancora anche a Cinemacity. Ma gli eventi collaterali inizieranno appunto molto prima, e a breve, promette Calandrini, i dettagli per la prima Summer School.

Musica sul grande schermo per Soundscreen
Terzo nella classifica dei soggetti che entrano in convenzione con il Comune è Ravenna Cinema, realtà che racchiude due anime della programmazione per il grande schermo in città: Alberto Bucci, attualmente direttore artistico del Soundscreen Festival, e Fabrizio Varesco, documentarista e curatore della rassegna “Per non morire di televisione”. Anche le loro rassegne si svolgono all’interno del Palazzo del Cinema di largo Firenze. In particolare Soundscreen giunge quest’anno alla terza edizione e partecipa per la prima volta anche al bando di finanziamenti regionale, che serviranno a compensare in parte anche il calo di quelli comunali rispetto allo scorso anno. Anche per questo Bucci ha deciso di spostare la manifestazione da aprile a settembre, precisamente dal 21 al 29, mentre la rassegna di documentari andrà a ottobre. «Stiamo aspettando la risposta della Regione – ci spiega Bucci – per formulare un programma che tenga innanzitutto conto della qualità della proposta, ma sono in effetti convinto che spostare l’evento a settembre possa essere positivo anche in termini di presenze». Nell’ultima edizione sono stati 1.500 i biglietti staccati, inclusi ovviamente gli abbonamenti, per 3mila presenze complessive per questa realtà relativamente nuova che si concentra sul rapporto sempre più stetto tra musica e cinema, dove la prima è sempre meno colonna sonora, sempre meno accessoria e sempre più identità del film; ma anche e soprattutto come tema principale della narrazione. Un concorso internazionale che prende in consierazione dalla fiction ai biopic, dai documentari al genere musical, con particolare attenzione alle opere di ricerca e di sperimentazione dei nuovi talenti del cinema internazionale. questo ogni anno con almeno un grande evento live di sonorizzazione dal vivo con musicisti di rilievo nazionale come la Byzantium Experimental Orchestra di Bruno Dorella e Nicola Manzan e, l’anno scorso, il leader dei Verdena Alberto Ferrari. Tra gli ospiti delle prime due edizioni anche big come Frankie Hi-Nrg. Bucci conta di raggiungere in tutto un budget complessivo intorno agli 80mila euro di cui un 7 percento almeno coperto dallo sbigliettamento.

I Sogni compiono 19 anni e studiano nuovi modi per finanziarsi
Quarta realtà finanziata è quella paradossalmente più “antica”, ossia il circolo Sogni Antonio Ricci che ha appena archiviato la 19esima edizione del concorso internazionale di cortometraggi. Un budget totale intorno ai 16mila euro (di cui circa 4mila dal Comune) per 2.700 presenze all’ultima edizione. Nonostante il taglio delle risorse comunali, la manifestazione si è ampliata in termini di collaborazioni e continua a crescere in termini numerici. Non solo, anche in questo caso si sono ampliati moltissimo i laboratori nelle scuole che coinvolgono sempre più realtà, a partire dalle elementari. In particolare, con Cna ed Ecipar, Sogni è tra gli organizzatori del corso “Tecniche di regia per la realizzazione di corti cinematografici” che prevede la realizzazione di alcuni cortometraggi da parte degli allievi guidati dal regista Edo Tagliavini, lavori che saranno presentati al festival. «Il 2018 è anche l’anno dell’avvio della convenzione quinquennale con il Comune di Ravenna – commentano gli organizzatori – che permetterà di progettare su un orizzonte più ampio del singolo anno. Questa è un’ottima notizia, dopo 18 anni di progettazione anno per anno, ora ragioniamo in una dimensione più ampia. Le risorse a nostra disposizione sono però diminuite, su più fronti. Questo avrebbe potuto mettere a rischio “Corti da Sogni”, ma non ci siamo arresi: ecco allora il crowdfunding e la “Lotteria da Sogni” in cui l’artista Walter Ricci ha messo in palio tre suoi bellissimi dipinti. Le due iniziative da sole non sarebbero però state sufficienti; da qui la scelta di portare il costo della tessera del Sogni a 5 euro. La nuova tessera permetterà al nostro pubblico di seguire interamente le quattro giornate di proiezioni e di partecipare ai vari incontri, workshop e lezioni che il circolo sta allestendo per i prossimi mesi».

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